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GIUSEPPE UNGARETTI (Alessandria d’Egitto 1888 – Milano 1970)

GIUSEPPE UNGARETTI (Alessandria d’Egitto 1888 – Milano 1970). Da “Vita di un uomo”. La madre Fratelli Dannazione Mattina. BIOGRAFIA. 1888 nasce ad Alessandria d’Egitto. Si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con il movimento del Futurismo e suoi principali esponenti.

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GIUSEPPE UNGARETTI (Alessandria d’Egitto 1888 – Milano 1970)

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Presentation Transcript


  1. GIUSEPPE UNGARETTI (Alessandria d’Egitto 1888 – Milano 1970)

  2. Da “Vita di un uomo” • La madre • Fratelli • Dannazione • Mattina

  3. BIOGRAFIA • 1888 nasce ad Alessandria d’Egitto. • Si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con il movimento del Futurismo e suoi principali esponenti. • Vive in prima persona il primo conflitto mondiale: sostiene l’intervento italiano in guerra e vi partecipa come soldato volontario; dall’esperienza scaturiscono alcune poesie che leggeremo assieme. • In seguito aderisce al fascismo. • Insegna letteratura all’università di Roma. • Tutte le sue liriche sono raccolte nel volume “Vita di un uomo”.

  4. IL FUTURISMO • Il principale animatore del movimento futurista fu Filippo Tommaso Marinetti che pubblicò nel 1909, sul quotidiano francese “Le Figaro”, il Manifesto iniziale. • Come Ungaretti caldeggia l’entrata in guerra dell’Italia e partecipa al conflitto come volontario. • Il Futurismo esaltava: • la fede nel futuro e nel progresso tecnologico • gli ideali di forza, velocità, dinamismo e vitalità • l’ideale di vita aggressiva, rivoluzionaria e libera da regole • La poesia stessa è fatta di “parole in movimento e libertà”.

  5. Manifesto del Futurismo • Le Figaro - 20 febbraio 1909 • Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. • Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. • Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. • Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. • Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia. • Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. • Non v'è più bellezza se non nella lotta. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. • Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? • Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna. • Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria. • Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa. È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO.

  6. Sul libro leggi “L’automobile da corsa” Automobile in corsa, 1920 (Balla)

  7. L’ERMETISMO L’ermetismo è una corrente letteraria della prima metà del Novecento e Giuseppe Ungaretti ne è il suo principale esponente. L’aggettivo ermetico definisce un tipo di poesia chiusa ed essenziale. I versi delle poesie non spiegano né descrivono ma accennano a esperienze di vita o a frammenti di verità. Altri poeti appartenenti al movimento sono Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale. QUASIMODO UNGARETTI MONTALE

  8. La madre 1930 • Parafrasi • E il cuore quando d'un ultimo battito • Avrà fatto cadere il muro d'ombra, • Per condurmi, Madre, sino al Signore, • Come una volta mi darai la mano. • In ginocchio, decisa, • Sarai una statua davanti all'Eterno, • Come già ti vedeva • Quando eri ancora in vita. • Alzerai tremante le vecchie braccia. • Come quando spirasti • Dicendo: Mio Dio, eccomi. • E solo quando m'avrà perdonato, • Ti verrà desiderio di guardarmi. • Ricorderai d'avermi atteso tanto, • E avrai negli occhi un rapido sospiro. • E quando il cuore con il suo ultimo battito avrà fatto cadere il muro che separa la vita dalla morte, per condurmi, o Madre, fino a Dio, come nell’infanzia, mi darai la mano. In ginocchio, risoluta, sarai immobile come ti vedevo quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le braccia malferme per l'età, come quando spirasti, raccomandandoti al tuo Dio. E, solo quando l'Eterno mi avrà perdonato, desidererai guardarmi. Ricorderai di avermi atteso lungamente, e nei tuoi occhi balenerà un sospiro di sollievo.

  9. La madre 1930 • Tema • È un dialogo tra Ungaretti e la madre, ormai già morta, ma anche una preghiera per una loro riconciliazione futura. Si lega alla sua fede cristiana. • Esalta il ruolo di tutte le madri nella vita degli uomini sia quando essi sono in vita sia dopo la morte. • Al centro della poesia è prorompente la figura della madre, umile e forte, che evidenzia un amore e sentimenti che superano i limiti della morte . La madre morta diviene, nella visione di Ungaretti, un simbolo, un’esaltazione dell’amore materno, che conduce per mano il figlio morto davanti al Signore, per fargli ottenere la salvezza, gettandosi in ginocchio davanti a Lui, pregando con tutte le proprie forze e invocando il perdono di ogni peccato. E solo quando Dio glielo avrà accordato, rivolgerà lo sguardo agli occhi  del proprio figlio. • Struttura • Il testo è diviso in quattro strofe di diversa lunghezza: • due quartine, una terzina e due distici • i versi, endecasillabi e settenari, non sono rimati.

  10. Struttura • versi liberi • solo un segno di interpunzione: il punto interrogativo. • telegraficità, fugacità del messaggio • Se i Futuristi propongono le "parole in libertà", Ungaretti va in una direzione opposta: la "parola pura" per costruire una musicalità. • Fratelli • Mariano il 15 luglio 1916 • Fratelli • Di che reggimento siete • fratelli? • Parola tremante • nella notte • Foglia appena nata • Nell'aria spasimante • involontaria rivolta • dell'uomo presente alla sua • fragilità • Fratelli Temi In questa lirica il fante-poeta esprime il senso della fragilità dell’esistenza dei soldati. E’ notte. L’aria è squarciata dai lampi e dai suoni della battaglia in corso. Due reparti di combattenti si incontrano sulla linea del fronte. Forse si salutano. Il termine chiave della poesia è fratelli che allude al tema della "fraternità degli uomini nella sofferenza. La domanda iniziale rimane senza risposta, perché ciò che conta non è la domanda, ma il sentimento che da essa nasce: i soldati portano sui volti la sua stessa sofferenza e l’angoscia dei disagi della guerra; l’uomo, che è nel soldato, sente pulsare nel suo cuore quel senso di fraterna solidarietà, che lega particolarmente gli esseri umani sradicati ed esposti alle bufere della vita. Quando il buio avvolge cose e persone, una voce del fante-poeta si leva ad ammonire e a ricordare ciò che molti sembrano aver dimenticato: l’amore per l’uomo e la vita.

  11. Dannazione • giugno1916 Parafrasi Dato che sono chiuso fra cose mortali, cioè cose destinate a scomparire col tempo, (anche le stelle, infatti, prima o poi, si spegneranno), perché allora desidero Dio, cioè l'assoluto, il sublime, l'eterno? Chiuso fra cose mortali(anche il cielo stellato finirà)Perchè bramo Dio? Tema Il poeta non parla solo di sè, ovviamente, ma dell'uomo in generale e del suo destino: in quanto persona, come gli animali capisce, immagina, pensa, desidera e aspira, cosa che lo ha condannato all'infelicità, perché resterà sempre deluso. Siamo esseri finiti, il cui destino è perire quindi diversi da Dio, ma nello stesso tempo abbiamo Dio dentro di noi, unica consolazione umana.

  12. Mattina Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917 • M'illumino • d'immenso Struttura Due versi di breve respiro che offrono al lettore, al di là della critica tematica del testo, l’esempio più lampante della nuova lingua del poeta. Una lingua fortemente sincopata che si riduce all’essenziale, al frammento della parola scavata ed esatta. Si adatta alla situazione di guerra ed al nuovo secolo alla ricerca di nuovi linguaggi. Tema La poesia Mattina si fonda, a livello retorico su una sinestesia. La sua caratteristica brevità dà una grande intensità, ma anche enigmaticità,

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