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PROGETTO EDUCAZIONE PER LE POPOLAZIONI RURALI E LA SICUREZZA ALIMENTARE Bergamo 13 ottobre 2006

PROGETTO EDUCAZIONE PER LE POPOLAZIONI RURALI E LA SICUREZZA ALIMENTARE Bergamo 13 ottobre 2006. B O L I V I A. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o. PROGETTO EDUCAZIONE PER LE POPOLAZIONI RURALI E LA

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PROGETTO EDUCAZIONE PER LE POPOLAZIONI RURALI E LA SICUREZZA ALIMENTARE Bergamo 13 ottobre 2006

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  1. PROGETTO EDUCAZIONE PER LE POPOLAZIONI RURALI E LA SICUREZZA ALIMENTARE Bergamo 13 ottobre 2006 B O L I V I A I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  2. PROGETTO EDUCAZIONE PER LE POPOLAZIONI RURALI E LA SICUREZZA ALIMENTARE Classi 4B e 4D Anno scolastico 2005/2006 I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  3. CelimBergamo Organizzazione di volontariato internazionale Cristiano Istituto Tecnico Agrario di Bergamo Laboratorio didattico promosso dal Celim presso l’Istituto Tecnico Agrario “EDUCAZIONE DELLE POPOLAZIONI RURALI E SICUREZZA ALIMENTARE” Programma 1. Introduzione al progetto. 2. EDUCAZIONE PER TUTTI: ruolo nello sviluppo individuale e collettivo. 3. La realtà rurale bergamasca. 4. Realtà rurali nel mondo. 5. CO-OPERARE per cambiare. 6. La BOLIVIA. 7. Il progetto ARBIETO. 8. Sviluppo sostenibile ed educazione ambientale. 9. Approfondimenti e rielaborazioni. 10. Valutazioni e riflessioni sul laboratorio. • Obiettivi • Presa di coscienza del ruolo • dell’educazione nello sviluppo • umano e rurale; • Identificazione degli aspetti critici • nello sviluppo locale delle aree • rurali, confrontando la situazione di • un paese del Sud del Mondo con la • propria situazione locale; • attivare dinamiche di collaborazione • tra scuola e società civile, • incoraggiando la partecipazione • attiva degli studenti nella • mobilitazione dei propri territori in • progetti di solidarietà internazionale.

  4. ITALIANO Il rapporto con l’educazione ed il sapere dal passato al presente: testi e testimonianze. (prof.ssa A. Montaruli) RELIGIONE Educazione al volontariato: formarsi per formare. (prof. P. Morosini) • ZOOTECNIA • Sistemi di allevamento nella nostra provincia confrontati con quelli boliviani: • l’allevamento animale e la catena alimentare; • salute animale e salute del consumatore. (prof.ssa G. Baglioni) • STORIA • La formazione agraria nella provincia di Bergamo dal XIX al XX secolo. • Conseguenze della politica del libero mercato nei Paesi in via di sviluppo, attraverso un esempio dalla Bolivia: il caso di Sacaba . (prof.ssa A. Montaruli) FORMAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE INGLESE Versione in inglese della sintesi dei lavori. (prof.ssa L. Rivoltella) ECONOMIA Nuovi modelli di sviluppo agricolo: l’esperienza dell’Unione Europea e la sfida del mercato globale (proff. O. Martinelli e G. Stefanelli) ECOLOGIA DEL PAESAGGIO Riforestazione: una via da percorrere per la salvaguardia degli ambienti e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni (settimo obiettivo del Millennio). (prof.ssa M. R.Villa)

  5. ITALIANO Il rapporto con l’educazione ed il sapere dal passato al presente: testi e testimonianze. (prof.ssa A. Montaruli – classe 4D) I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  6. La formazione agraria nella provincia di Bergamo dal XIX al XX secolo. Frequenta la scuola, senzatetto! Acquista il sapere, tu che hai freddo! Affamato, afferra il libro: è un’arma. (dalla “ Lode dell’imparare” di B. Brecht) L’educazione per tutti (secondo obiettivo del Millennio) Il rapporto con l’educazione ed il sapere dal passato al presente: testi e testimonianze.

  7. Il rapporto con l’educazione ed il sapere dal passato al presente: testi e testimonianze • Modelli educativi e scuola in Europa dal VI al XVI secolo. Il nuovo programma dell’educazione umanistica. • Modelli educativi e scuola in Europa dal Basso Medioevo al Seicento, con una maggiore attenzione alle classi umili. • Sviluppo dell’educazione di base e cambiamenti nei sistemi scolastici nel Sei e Settecento. L’agronomia e le accademie di agricoltura. • Alfabetismo e scolarizzazione in Europa dalla metà dell’Ottocento. Il caso italiano: la legislazione scolastica dal periodo unitario, al Fascismo, all’introduzione della “ Scuola media unica “ obbligatoria per tutti. • L’insegnamento primario in Italia nel periodo dell’Unità, attraverso le inchieste pubbliche e la letteratura per ragazzi. • La cultura come strumento di emancipazione, la scuola come occasione di crescita sociale e civile in alcuni testi letterari del XX secolo. Bisogni formativi nelle comunità contadine e indigene della Bolivia I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  8. STORIA • La formazione agraria nella provincia di Bergamo dal XIX al XX secolo. • Conseguenze della politica del libero mercato nei Paesi in via di sviluppo, attraverso un esempio dalla Bolivia: il caso di Sacaba. (prof.ssa A. Montaruli – classe 4D) I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  9. La formazione agraria nella provincia di Bergamodal XIX al XX secolo  L’analisi del saggio di G.Fumi “L’istruzione professionale e tecnica dall’unità al primo conflitto mondiale” dalla “Storia economica e sociale di Bergamo” (Fondazione per la storia economica e sociale di Bergamo - Istituto di studi e ricerche, Bergamo 1997) La ricerca storico - didattica L’incontro con l’Archivio di Stato di Bergamo I lavori di gruppo su fonti archivistiche Il confronto conla scolarizzazione nei PVS I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  10. I lavori di gruppo su fonti archivistiche • Le “ Norme fondamentali per provvedere all’attivazione di una Scuola professionale agricola ….nella provincia di Bergamo” (1870). • La fondazione di una Scuola professionale agricola nella provincia di Bergamo (1871). • I regolamenti d’ammissione ai corsi biennali di “Insegnamento ed educazione agricola” presso la Scuola Professionale Agricola di Grumello del Monte (1875/77/80/81). • Contributi e sussidi per la fondazione della Scuola Agraria e l’affitto del podere (1873/74). • La Scuola di Microscopia di Bergamo e la Scuola Professionale Agricola di Grumello del Monte (1875). • Statuto, regolamento e norme di disciplina della Scuola Professionale Agricola di Grumello del Monte – Provincia di Bergamo (1875). • La Scuola Agraria di Grumello e la questione della sua conversione in Regia Scuola Pratica di Agricoltura (1885/86).• La Scuola Pratica d’Agricoltura “G. Cantoni“ di Treviglio (1926).• Relazioni e proposte per il funzionamento della Scuola Agraria di Bergamo (1922).• Schema di regolamento speciale per il funzionamento della Scuola Agraria di Bergamo.• I programmi “speciali” dell’Istituto Agrario.• I programmi “speciali” della Scuola Pratica Triennale Agraria. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  11. La Scuola Agraria di Grumello e la sua conversione in Regia Scuola Pratica di Agricoltura ( 1887 ) Il decennio 1875/1885 Dal Memorandum del 25/3/1885 Studenti licenziati :250 Bergamaschi111 di altre province Insegnanti e territorio:- conferenze agrarie- l’”Agricoltore bergamasco “ Il futuro Il progetto di trasformare la Scuola in Ente morale autonomo e la successiva rinuncia L’acquisto del podere – scuola : i contributi Sviluppo attività sperimentali :- bachi da seta in montagna- aiuti ai pellagrosi- lotta contro la fillossera- innovazioni agronomiche e zootecniche La nascita della “Regia Scuola Pratica di Agricoltura “ G. Cantoni “

  12. ECOLOGIA DEL PAESAGGIO Riforestazione: una via da percorrere per la salvaguardia degli ambienti e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni (settimo obiettivo del Millennio). (prof.ssa M. R. Villa – classe 4D) I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  13. ECOLOGIA DEL PAESAGGIO RIFORESTAZIONE: UNA VIA DA PERCORRERE PER LA SALVAGUARDIA DEGLI AMBIENTI E IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE POPOLAZIONI RURALI (settimo obiettivo del Millennio) PROGETTO “UN VIVAIO PER ARBIETO” STUDIO COPERTURA FORESTALE IN LOMBARDIA I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  14. ECOLOGIA DEL PAESAGGIO controlla l’erosione - mantiene la fertilità del terreno (s.o., fosforo);regima le acque – migliora l’utilizzo delle precipitazioni;controlla il dilavamento dei nitratie contrasta l’effetto serra;mantiene un’elevata biodiversità;garantisce l’elevata valenza paesistica dei territori. LA RIFORESTAZIONEPER LA SALVAGUARDIADELL’AMBIENTE I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  15. ECOLOGIA DEL PAESAGGIO LA RIFORESTAZIONE PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE POPOLAZIONI RURALI produce legno e prodotti secondari (piccoli frutti, miele, strami, funghi ecc);migliora la salute;crea zone ricreative;aumenta le conoscenze culturali. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  16. ECOLOGIA DEL PAESAGGIO distribuzione superfici forestali(Lombardia/Bolivia)tipologia superfici forestali(Lombardia/Arbieto)creazione bosco SIAMO PARTITI DA RICONOSCERE L’IDENTICA VALENZA AMBIENTALE DELLE SUPERFICI FORESTALI ANCHE IN DIVERSE REALTA’ SOCIO-CULTURALI SIAMO ARRIVATI A I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  17. ZOOTECNIA Sistemi di allevamento della provincia di Bergamo confrontati con quelli boliviani: • l’allevamento animale e la catena alimentare; • salute animale e salute del consumatore. (prof.ssa G. Baglioni – classe 4B) I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  18. I SISTEMI DI ALLEVAMENTO NELLA REALTA’ LOMBARDA CONFRONTATI CON QUELLI BOLIVIANI SALUTE ANIMALE E SALUTE DEL CONSUMATORE (RINTRACCIABILITA’ E MERCATO EQUO-SOLIDALE) L’ALLEVAMENTO ANIMALE E LA CATENA ALIMENTARE OBIETTIVOConfrontare, ove possibile, le realtà agricole locali con quelle boliviane, sia per quanto riguarda gli aspetti zootecnici che la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  19. CARATTERISTICHE CLIMATICHE IN LOMBARDIA - PIOVOSITA’ - TIPO DI TERRENO - PRODUZIONI FORAGGERE - UTILIZZO DEL TERRITORIO IN BOLIVIA - MORFOLOGIA - FLORA - FAUNA - PROTEZIONE AMBIENTALE I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  20. SISTEMI DI ALLEVAMENTO E METODI DI DETENZIONE IN LOMBARDIA • FINALITA’ GENERALI- ALLEVAMENTO INTENSIVO (STABULAZIONE LIBERA/FISSA)- ALLEVAMENTO SEMIBRADO (STABULAZIONE FISSA/UTILIZZO DEGLI ALPEGGI) SPECIE ZOOTECNICHE ALLEVATE IN PROVINCIA DI BERGAMO bovinisuiniovi-capriniavicoliconigli I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  21. SPECIE ZOOTECNICHE ALLEVATE IN BOLIVIA camelidibovinicaviepolliconigli SISTEMIDIALLEVAMENTOPRESENTI INBOLIVIA Pastorizia/nomadismosemiconfinato I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  22. TRASFORMAZIONE DEI • PRODOTTI • ZOOTECNICI • - COSA E’ LA FILIERA • - LA FILIERA DEL LATTE • LA FILIERA DELLA CARNE • SICUREZZA ALIMENTARE • E DEL CONSUMATORE • - LA RINTRACCIABILITA’ • - IL COMMERCIO EQUO-SOLIDALE

  23. RELIGIONE Educazione al volontariato: formarsi per formare. (prof. P. Morosini – classi 4B, 4D) I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  24. IL VOLONTARIATO 1500-1600 Ad occuparsi del volontariato erano esclusivamente alcune compagnie di sacerdoti e pochi laici. 1975-1980 Il volontariato acquista una nuova vitalità. I giovani riscoprono i valori civili e morali. VOLONTARIATO Il termine indica sia la prestazione personale, volontaria e gratuita della propria opera a fini di solidarietà umana e sociale, sia l’insieme delle associazioni, fondazioni e altre organizzazioni attive in tale attività. Il volontariato è un lavoro che,per chiara decisione da parte di chi lo eroga, non viene pagato. VOLONTARIATO COME STILE DI VITA INDIVIDUALE O COLLETTIVO I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  25. VOLONTARIATO E TERZO SETTORE Lo scopo del terzo settore è quello di produrre beni materiali attraverso prestazioni professionali volte a soddisfare una serie di bisogni legati sia alla produzione che al consumo. Le cooperative sociali e le associazioni no-profit sono espressioni di solidarietà atte a produrre servizi. Numerose persone attraverso questi servizi lavorano e guadagnano: questo non è volontariato ma IMPRESA SOCIALE. Il volontariato nel terzo settore può essere presente esclusivamente come fattore integrativo in quanto il lavoro non pagato non rientra nel concetto di economia di mercato.Se ciò accadesse si assisterebbe a una strumentalizzazione del volontariato volta al sottocosto piuttosto che alla validità del servizio. Per evitare questo tipo di strumentalizzazione in Italia è stata introdotta una legge: la n°266 del 22/08/1991 con la quale viene riconosciuta l’importanza del volontariato e ne vengono definiti i criteri base quali l’autonomia, il pluralismo e la gratuità. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  26. LEGISLAZIONE NAZIONALE SUL VOLONTARIATOLegge quadro n. 266 del 22/08/1991 composta da 17 articoli Articolo 1 L’Italia riconosce il valore e la funzione del volontariato come espressione di partecipazione e di solidarietà e ne promuove lo sviluppo e l’autonomia. Articolo 2 Per volontariato si intende un’attività prestata in modo spontaneo e gratuito. Articolo 3 E’ considerata organizzazione di volontariato ogni organismo liberalmente costituito alla fine di svolgere l’attività sopra esposta. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  27. IL VOLONTARIO IN BOLIVIA DEVE: • Conoscere le culture presenti nel paese. • Conoscere le motivazioni della povertà. • Conoscere l’influenza della presenza delle multinazionali estere. • Conoscere il progetto di variazione inerente le coltivazioni di coca. • Conoscere le prospettive dettate dal nuovo presidente. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  28. IL VOLONTARIO IN BOLIVIA DEVE: • Partecipare a progetti mirati. • Formare alla solidarietà. • Partecipare alla formazione culturale dei giovani. • Collaborare nel settore medico. • Contribuire alla formazione di nuovi volontari. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  29. ECONOMIA Nuovi modelli di sviluppo agricolo: l’esperienza dell’Unione Europea e la sfida del mercato globale (proff. O. Martinelli e G. Stefanelli – classe 4B) I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  30. Nuovi modelli di sviluppo agricolo:l’esperienza dell’Unione Europea e la sfida del mercato globale Politica Agricola Comunitaria Richieste dei cittadini + Accordi WTO LA RIFORMA DI AGENDA 2000 I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  31. Nuovi modelli di sviluppo agricolo: l’esperienza dell’Unione Europea e la sfida del mercato globale Diminuzione dei dazi doganali,dei sussidi alle esportazioni,degli aiuti alle culturee di qualsiasi altra formadi protezionismoe di difesa del mercato agricolo interno all’Unione Europea. LerichiestedellaW.T.O. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  32. Nuovi modelli di sviluppo agricolo:l’esperienza dell’Unione Europea e la sfida del mercato globale sicurezza alimentare,qualità e differenziazione dei prodotti,benessere degli animali,qualità ambientale,conservazione della natura e dello spazio rurale Lerichiestedeicittadini I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  33. Nuovi modelli di sviluppo agricolo:l’esperienza dell’Unione Europea e la sfida del mercato globale Maggiore orientamento al mercato e “disaccoppiamento” del sostegno Valorizzazione della multifunzionalità dell’agricoltura (ambiente, paesaggio, difesa del territorio).Maggiore attenzione alla questione agroambientale.Maggiore attenzione a qualità e salubrità degli alimenti. I nuovi obiettividellaP.A.C. I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  34. Nuovi modelli di sviluppo agricolo:una proposta per la Bolivia e per gli altri paesi del “SUD” L’organizzazioneinternaboliviana Organizzazione di prodotto(cooperazione - associazioni di produttori)per la valorizzazione di prodotti e territorioma anche per il rispettodei diritti del lavoratore Il commercio mondiale The qualified market access I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

  35. Nuovi modelli di sviluppo agricolo:una proposta per la Bolivia e per gli altri paesi del “SUD” I s t i t u t o T e c n i c o A g r a r i o d i B e r g a m o

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