1 / 20

Lezione 15 La nuova era: il grande mutamento

Lezione 15 La nuova era: il grande mutamento. Immagini del grande cambiamento…. Smog, ciminiere e fabbriche. 1700-1760: costruzione di un vero sistema economico. Crescita di tutte le grandezze economiche del paese (grafico).

sue
Download Presentation

Lezione 15 La nuova era: il grande mutamento

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Lezione 15 La nuova era: il grande mutamento

  2. Immagini del grande cambiamento…

  3. Smog, ciminiere e fabbriche

  4. 1700-1760: costruzione di un vero sistema economico. • Crescita di tutte le grandezze economiche del paese (grafico). • Dopo secoli di incubazione si sta chiudendo il cerchio dell’accumulazione del capitale. • L’Inghilterra raggiunge e supera la soglia del processo di industrializzazione. In rosso: cinghie in cuoio per la trasmissione dell’energia prodotta dalle macchine a vapore

  5. Macro indicatori dell’andamento economico, 1700-1760 (numeri indice) Elementi del “successo” inglese 1) Integrazione mercati che produce aumento domanda interna. 2) Crescente specializzazione, che determina diminuzione costi produzione.

  6. Guadagni d’efficienza in agricoltura: migliorano potere d’acquisto e liberano manodopera, assorbita dalla manifattura. • Aumento competizione su mercati liberi richiede maggiore competitività, circostanza che incentiva gli investimenti, specie in macchinari e motori a vapore. • Si mette in movimento una serie di processi, che interagiscono l’uno con l’altro come gli elementi all’interno di un atomo.

  7. Innovazioni… che riducono tempi produzione, aumentano investimenti, riducono necessità di capitale circolante… Acquisto materie prime Capitale circolante Lavorazione Assemblaggio Invio ai mercati Vendita Capitale Ricavi Investimenti Capitale circolante Maggiore disponibilità denaro Profitto Macchina a vapore Organizzazione Tempi di trasporto Frecce verdi: fattori che accorciano tempi di produzione

  8. Grandi innovazioni tecniche nella manifattura tessile: • 1) prima la filatura (filatoio idraulico di Arkwright, spinnig jenny di Hargreaves, mule di Crompton). • 2) poi la tessitura (navetta volante di Kay). • Rapida diffusione di telai semiautomatici e automatici in GB. Richard Arkwright, Waterframe, 1769. Samuel Crompton, Mule, 1774-1779. James Hargreaves, Spinning Jenny, 1770.

  9. Il primo telaio completamente meccanico Edmund Cartwright, Power Loom, 1785-1789.

  10. Spinte secolari all’innovazione tecnica: crescente autonomia dell’indagine intellettuale, definizione di un metodo scientifico e standardizzazione della ricerca. • “Tutte le categorie dipendono da una conoscenza della quantità, materia di pertinenza della matematica, e dunque tutto il potere della logica dipende dalla matematica” (Ruggero Bacone, XIII sec.). • Affermazione della scienza: “il matrimonio tra osservazione e descrizione, che rende possibile la replica e la verifica” (David Landes). • Il contributo delle società scientifiche (Accademia dei Lincei, 1603 e Royal Society, 1660). • Dall’invenzione all’innovazione. • Tecnologia meccanica che con l’applicazione dell’energia termica a scopi concreti grazie al vapore diviene la chiave di volta del successo industriale inglese prima, ed europeo nei decenni seguenti. Ruggero Bacone, 1214-1294

  11. Londra 1851, prima Esposizione Universale: l’Inghilterra appare il primo paese industriale della storia. • Vi si estraggono i 2/3 del carbone usato in tutto il mondo; vi si produce la metà del ferro, il 70% dell’acciaio, il 40% delle macchine utensili e la metà di tutte le tele di cotone. • 1801-1851: popolazione inglese passa da 11 a 21 milioni; crescita popolazione urbana e di quella occupata in settori ad alta produttività. • 1831: nella formazione della ricchezza nazionale, l’agricoltura non è più il settore più importante. • Primi 50 anni dell’800: PIL cresce di quasi 4 volte. Inghilterra, andamento demografico, 1801-1851. Inghilterra, formazione del PIL, 1811-1851. Affermazione del sistema di fabbrica con grandi aumenti di produttività: la fabbrica moderna ha i suoi ritmi…

  12. Prima parte dell’Ottocento: barriere all’ingresso molto basse. • Periodo che va dalla metà del Settecento agli anni Trenta dell’Ottocento: impiantare una fabbrica necessita di capitali modesti.

  13. La nuova società dei fatti… “Ora, quel che voglio sono Fatti. Solo Fatti dovete insegnare a questi ragazzi. Nella vita non c’è bisogno che di Fatti. Piantate Fatti e sradicate tutto il resto. La mente d’un animale che ragione si può plasmare solo coi Fatti; null’altro gli sarà mai di alcuna utilità. Con questo principio educo i miei figli e con lo stesso principio educo questi ragazzi. Attenetevi ai Fatti, signore!” La scena si svolgeva in un’aula scolastica, un androne spoglio, severo, uggioso, e per dare rilievo alle sue osservazioni l’oratore sottolineava ogni frase tracciando con l’indice squadrato una riga sulla manica del maestro. A dare enfasi contribuiva anche la sua fronte, una parete squadrata con le sopracciglia per base e gli occhi confortevolmente sistemati in due antri oscuri, all’ombra della parete stessa […]. Ogni cosa, insomma, contribuiva a dare enfasi: il rigido contegno dell’oratore, la giacca squadrata, le gambe e le spalle squadrate, e persino la cravatta, annodata quasi a serrargli la gola in una stretta implacabili, da quel fatto ostinato che era. “Nella vita ci servono solo Fatti, null’altro che Fatti!” A questo punto l’oratore, il maestro e il terzo adulto presente indietreggiarono un poco, passando in rassegna con lo sguardo i piccoli recipienti, rigorosamente allineati, in attesa d’esser colmati fino all’orlo con galloni e galloni di fatti. Charles Dickens, Tempi difficili, 1854

  14. Coketown, vero la quale il signor Gradgrind e il signor Bounderby si stavano dirigendo, era un trionfo del fatto, una città completamente immune […] dalla fantasia […]. Era una città di mattoni rossi, o meglio di mattoni che sarebbero stati rossi se il fumo e la cenere lo avessero consentito. Stando così le cose era invece una città di un rosso e nero innaturale, come la faccia dipinta di un selvaggio; una città piena di macchinari e di alte ciminiere dalle quali uscivano senza tregua interminabili serpenti di fumo, che si snodavano nell’aria senza mai sciogliere le loro spire. C’era un canale di acque nere e un fiume reso violaceo da tinture maleodoranti e vasti agglomerati di edifici pieni di finestre scossi per tutto il giorno da un frastuono e un tremito incessanti, dove gli stantuffi delle macchine a vapore si alzavano e si abbassavano monotoni come teste di elefanti in preda a una malinconica follia. Coketown… la città dell’industria moderna… C’erano parecchie grandi strade, tutte uguali, e un gran numero di viuzze ancora più uguali, abitate da persone anch’esse uguali che entravano e uscivano alla stessa ora, con il medesimo scalpiccio sul medesimo selciato, per recarsi a svolgere il medesimo lavoro e per le quali oggi era identico a ieri e a domani e ogni anno la replica di quello passato e di quello a venire. Tali attributi erano in gran parte inseparabili dall’industria che dava da vivere a Coketown; su questo sfondo, in contrasto , c’erano gli agi del vivere che si diffondevano in tutto il mondo […]. Le altre caratteristiche di Coketown […] avevano qualcosa di più spontaneo. Non c’era nulla a Coketown che non ricordasse la severa disciplina del lavoro. […] In città tutte le insegne pubbliche erano dipinte con gli stessi austeri caratteri bianchi e neri. La prigione avrebbe potuto essere l’ospedale, l’ospedale la prigione, il municipio l’uno o l’altra indifferentemente, oppure tutti e due insieme, o qualsiasi altra cosa, visto che nessun particolare architettonico ne indicava il contrario. Fatti, fatti, nient’altro che fatti: ovunque fatti, nell’aspetto materiale della città come in quello immateriale. Era un fatto […] la scuola di disegno, e come lo erano i rapporti fra padrone e operaio; solo fatti c’erano fra l’ospedale in cui si nasceva e il cimitero, mentre tutto quello che non si poteva valutare in cifre, né si poteva comprare al prezzo più basso per rivenderlo al più alto, non esisteva e non sarebbe mai esistito, nei secoli dei secoli, e così via. Charles Dickens, Tempi difficili, 1854.

  15. fine della presentazione

  16. Era una città di mattoni rossi, o meglio di mattoni che sarebbero stati rossi se il fumo e la cenere lo avessero consentito…

  17. … una città piena di macchinari e di alte ciminiere dalle quali uscivano senza tregua interminabili serpenti di fumo, che si snodavano nell’aria senza mai sciogliere le loro spire.

  18. … persone anch’esse uguali che entravano e uscivano alla stessa ora, con il medesimo scalpiccio sul medesimo selciato…

  19. … per recarsi a svolgere il medesimo lavoro e per le quali oggi era identico a ieri e a domani e ogni anno la replica di quello passato e di quello a venire…

  20. Telai semiautomatici e automatici in Gran Bretagna, 1813-1850.

More Related