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POLITICHE DEL LAVORO

POLITICHE DEL LAVORO. a.a. 2012/13 Prof.ssa Marina Capparucci.

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  1. POLITICHE DEL LAVORO a.a. 2012/13 Prof.ssa Marina Capparucci

  2. Per valutare l’adeguatezza e l’efficacia sia delle politiche occupazionali che del lavoro occorre in primo luogo conoscere le caratteristiche e meccanismi di funzionamento delMERCATO DEL LAVOROsu cui tali politiche generano i relativi effetti

  3. IL MERCATO DEL LAVORO ..è quel luogo immateriale dove si manifesta la domanda (espressa dagli imprenditori) e l’offerta(espressa dai lavoratori) del principale fattore produttivo*: il lavoro (misurato in termini di ore di lavoro o numero di lavoratori). Su tale mercato viene così a determinarsi il “prezzo” di scambio (salario) dell’attività lavorativa

  4. Dal punto di vista statistico • - la DOMANDA = numero di lavoratori (o ore di lavoro richieste dalle imprese: si traduce in OCCUPAZIONE per la parte di domanda soddisfatta; ma può esserci una parte coincidente con “posti vacanti”,che sono ancora non sono coperti da lavoratori • -l’OFFERTA = FORZE di LAVORO = occupati + disoccupati

  5. OCCUPATI E DISOCCUPATIdefinizioni *Per essere considerato occupato un individuo tra i 15 e 64 anni deve aver svolto almeno un’ora di lavoro retribuito nella settimana di riferimento * Per essere considerato disoccupato un individuo tra i 15 e 64 anni deve aver svolto almeno un’azione di ricerca nelle 4 settimane precedenti e deve essere disposto a lavorare entro le 2 settimane successive.

  6. In Italia, nel 2012 la popolazione era = 61 milioni circadi abitantiLe FORZE di LAVORO (Occupati + Disoccupati) = 26 milioni circaGli Occupati = 23milioni circa; i Disoccupati = 3 milioni circa 21 milioni non in età lavorativa+ 40 milioni in età lavorativa FORZE DI LAVORO (T.A.63%) OCCUPAZIONE (23 milioni circa) ( T.O.= 57%) D I S O C C U P A Z I O N E T.D. =10% Tasso di inattività = 37% (15 milioni circa) + 3.000.000 In Italia T.O. è di circa 7 punti inferiore alla media UE per le donne di circa 12 punti, per i giovani 14 punti, per gli anziani 10 punti

  7. La domanda, l’offerta e lo scarto tra le due possono essere misurati attraverso alcuni indicatori che consentono di effettuare confronti nel tempo e nello spazio (tra paesi e aree geografiche); essi sono: • Il Tasso di attività: indicatore dell’offerta di lavoro = • Forze di lavoro/popolazione in età lavorativa (15-64 anni di età) Il Tasso di occupazione: indicatore della domanda di lavoro (al netto dei posti vacanti) = occupati/ popolazione in età lavorativa Il Tasso di disoccupazione: indicatore dell’eccedenza relativa dell’offerta sulla domanda = disoccupati/forze di lavoro Il prezzo del lavoro, anche nei confronti internazionali, è in genere riferito al salario medio di un’economia

  8. INDICATORI statistici DEL MERCATO DEL LAVOROItalia 2012 Popolazione = 60 milioni Forze di lavoro = 25 milioni (occupati = quasi 23 milioni + disoccupati = circa 3 milioni) • T.A.= FL/ POP. (15-64) rapporto tra forze di lavoro (occupati +disoccupati) e popolazione di 15 – 64 anni di età • T.O. = OCC/ POP. (15-64) rapporto tra occupati e popolazione di 15-64 anni di età • T.D. = DISOC./FL rapporto tra disoccupati e forze di lavoro 64% (m.74% - f.54%) 57% (m.67% - f.47,5%) 10,6% m.9,9%- f.11,6%

  9. Il TASSO DI ATTIVITA’ : forti differenze di genere che si attenuano nel tempo 2011 51.5 2011 73.1

  10. Sui TASSI DI ATTIVITA’ incide anche la SCOLARITA’:le donne tendono a proseguire di più gli studi (rispetto agli uomini)e hanno risultati migliori, sia nel completare gli studi che nella votazione

  11. In Italia i tassi di attivita’ e di occupazione sono bassi anche per l’alta presenza dell’economia sommersa: Le stime variano, ma indicano comunque valori superiori a quelli degli altri paesi europei In Italia il tasso di irregolarità è pari a circa il 12% degli occupati e al 17% del PIL secondo l’ISTAT Ma le stime variano… Stima dell’economia sommersa tramite il model approach – Schneider F.

  12. Il TASSO DI OCCUPAZIONEè notevolmente diminuito negli anni della crisia partire dal 2008il T.O. maschile è diminuito più del T.O. maschile

  13. Il TASSO di DISOCCUPAZIONE

  14. LE DIFFERENZE TERRITORIALI

  15. IL CONFRONTO EUROPEOnel 2010 • Rispetto alla media comunitaria l’Italia presenta: • T.A. più bassi (62% contro 71% circa) • T.O. più bassi (57% contro 64% circa) • T.D. anche più bassi (9% contro 10% circa) • La situazione apparentemente migliore è dovuta al fatto che la scarsa offerta (T.A. bassi) dovuta al som- merso e allo scoraggiamento non rivela tutta la potenziale disoccupazione e la gravità del sottoutilizzo di forza lavoro

  16. Obiettivo delle politicheè aumentare il tasso di occupazionepiù che ridurre il tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione potrebbe facilmente ridursi anche solo se crescesse la quota di INATTIVITA’ e di SOMMERSO Al contrario, occorre ridurre sia l’inattività che l’economia irregolare ed implementare quelle politiche occupazionali e del lavoro in grado di accrescere il T.O. difatti La Strategia Europea dell’Occupazione (SEO) si proponeva, per il 2010, di raggiungere il T.O. totale al 70%., quello femm. al 60% e per gli anziani al 50%

  17. LE RIFORME DEL MERCATO DEL LAVOROIN EUROPA ALL’ ORIGINE…. il dibattito teorico alimentato dall’evidenza empirica relativa alla dinamica dei tassi di disoccupazione USA-UE: La persistenza dell’alta disoccupazione europea dopo gli shock petroliferi degli anni settanta lasciava intuire l’esistenza di “rigidità” del relativo mercato del lavoro (a fronte della maggiore “flessibilità” del m.d.l. statunitense) che impedivano il riassorbimento dell’offerta di lavoro in eccesso (OECD Job study 1994; Layard Nickell Jackman 1994; Bean 1994; Blanchard 1998, 2005 Sapir 2005; Algan Cahuc 2006)

  18. Tasso di disoccupazione1970-2006 Trattato Amsterdam 1997 Consiglio Europeo Lussemburgo Consiglio Europeo Lisbona 2000 Tasso di occupazione 1970-2006 Fonte: Elaborazione su dati OECD. TRATTATO di LISBONA 2009

  19. Percorso Strategia Europea Occupazione (SEO) TRATTATO DI AMSTERDAM19971999 TITOLO VIII • Gli Stati membri e la Comunità (l’Ue) (…) si adoperano per sviluppare una strategia coordinata a favore dell’occupazione e, in particolare, a favore della promozione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici (…) (art. 125 TUE) _______________________________________________________________ • SUMMIT LUSSEMBURGO 1997 SEO --------------------------------------------------------------------------------------------------------- CONSIGLIO EUROPEO LISBONA 2000 Obiettivo dell’Ue per il decennio successivo è quello di “diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile, con maggiori e migliori posti di lavoro e maggiore coesione sociale” Metodo di Coordinamento Aperto MAC ________________________________ TRATTATO LISBONA 2007 2009 TITOLO IX (Occupazione), X (Politica sociale) e XI (FSE) • Cooperazione • Buone pratiche monitoraggio • Convergenza

  20. TAB. 3TASSI DI ATTIVITA’ per genere ed età – 2010 T.A. paesi UE – anni 2000-2010

  21. TASSI DI OCCUPAZIONEEU - 2010

  22. TASSI DI OCCUPAZIONE per genere ed età

  23. PAESI “VIRTUOSI” rispetto agli obiettivi SEOnel 2010 T.O.tot. >= 70% T.O.femm. >= 60% T.O. anziani >= 50% DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, FINLANDIA, GERMANIA; Regno unito(69,5%); Cipro (69,7%) DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO, FINLANDIA, CIPRO,GERMANIA, ESTONIA, LETTONIA, SLOVENIA, PORTOGALLO, FRANCIA SVEZIA, ESTONIA,DANIMARCA, REGNO UNITO, FINLANDIA, IRLANDA, GERMANIA, PORTOGALLO,OLANDA, CIPRO

  24. PART-TIME CONTRATTI A TERMINE

  25. TASSI DI DISOCCUPAZIONEUE - 2011

  26. TASSI DI DISOCCUPAZIONE: elevati scarti dalla media UNIONE EUROPEA – luglio 2010 All’interno dei paesi UE, anche se “in media” I tassi di disoccupazione specifici di uomini e donne si allineano su un valore del 9% persistono forti differenze a livello territoriale: Spagna, Lettonia Estonia e Lituania (con T.D. che vanno dal 20 al 17%) si contrappongono Ai bassi valori di Austria, Olanda, Danimarca e Germania (non più del 7%)

  27. IL SALARIO • COSTO DEL LAVORO (CL)– • ONERI SOCIALI (OS)= • __________________ • RETRIBUZIONE LORDA (RL)- • IMPOSTE DIRETTE= • ___________________ • RETRIBUZIONE NETTA (RN) Cuneo contributivo= differenza tra CL e RL in % CL Cuneo fiscale e Contributivo = differenza tra CL e RN in % CL

  28. IL SALARIO • COSTO DEL LAVORO (CL)– • ONERI SOCIALI (OS)= • ______________prelievo per FORMAZIONE • RETRIBUZIONE LORDA (RL)- • IMPOSTE DIRETTE= • ___________________ • RETRIBUZIONE NETTA (RN) 100 31,5 0,5 68 15,4 52,6

  29. Costo del lavoro, prelievo fiscale e contributivo – anno 2010 33,4 39,3 31,5

  30. In Italia il peso del cuneo contributivo e fiscale… è elevato rispetto alla media europea, ma in altri paesi dove è anche più alto, il tasso di occupazione è superiore a quello dell’Italia (rigidità con bassa e non esclusiva influenza sulla domanda di lavoro) comunque • alcune aliquote potrebbero essere ridotte e parte del prelievo spostato su altre fonti di reddito • poichè • la relativa maggiore incidenza del prelievo contributivo sul costo del lavoro viene indicata tra le cause determinanti dell’ampia area del lavoro sommerso

  31. IL COSTO DEL LAVORO PER UNITA’ DI PRODOTTOCLUP • Ai fini della competitività internazionale ciò che è rilevante non è tanto avere un costo del lavoro basso, ma una produttività elevata : è importante cioè avere un basso costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) • Germania, Regno Unito e Francia, ad esempio, hanno un costo del lavoro superiore a quello dell’Italia, ma un livello e una dinamica della produttività superiori a quelli italiani

  32. FONTE: CNEL 2012

  33. IL COSTO DEL LAVORO VIENE RAPPORTATO ALLA PRODUTTIVITA’ (per valutare il costo del fattore rispetto al relativo rendimento) Fonte: CNEL

  34. Tab.7 Retribuzioni lorde annuali, distinte per genere, settore privato. Anni 2005, 2009 Valori in Euro

  35. LE RETRIBUZIONI VENGONO RAPPORTATE ALL’INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (per valutarne il potere d’acquisto)

  36. La domanda, l’offerta e il prezzo • definiti in termini statistici attraverso i tassi di occupazione, tassi di attività, livello di salario medio dell’economia vengono determinati da diverse variabili. Il peso delle stesse su ciascuna componente del mercato viene individuato in modo diverso a seconda delle • TEORIE • i PARADIGMI TEORICI SERVONO A COMPRENDERE • A) quali sono le variabili che rispettivamente determinano la domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro– e quindi che possono causare disoccupazione (quando l’offerta è maggiore della domanda, dato un certo livello di salario), definendone la natura (disoccupazione frizionale, congiunturale o ciclica, s trutturale….)…. • B) quali interventi si richiedono per aumentare la partecipazione attiva della popolazione e l’occupazione, nonché per sanare i diversi tipi di disoccupazione e i fenomeni ad essa connessi (disparità occupazionali –di genere, di età, territoriali- emigrazione, lavoro sommerso…)…. • C) come si determina il “prezzo del lavoro” (salario) e come avviene la distribuzione (funzionale) del reddito tra coloro che rispettivamente offrono lavoro, capitale e terra

  37. QUESITO E PERCORSO DI ANALISI:L’aumento dell’occupazione ela riduzione della disoccupazionesono raggiungibili attraverso la “flessibilità” dei salari? verranno quindi esaminati: • 1) I meccanismi concorrenziali e la distribuzione conflittuale nella visione dei classici (mercato e contesto storico-sociale) • 2) L’equilibrio con disoccupazione “volontaria” nell’approccio neoclassico (mercato e produttività marginale) 3) Le rigidità “nominali” e la disoccupazione “involontaria” in Keynes (insufficienza della domanda effettiva) 4) Le imperfezioni di mercato e le rigidità salariali nei modelli microfondati (istituzioni e vincoli alla concorrenza perfetta)

  38. CLASSICI A.Smith (1776) D.Ricardo (1817) C.Marx (1867)… NEOCLASSICI L.Walras (1877) A.Marshall(1890) V.Pareto (1906) A.Pigou (1933) ….. CHIAVI DI LETTURADEL MERCATO DEL LAVORO KEYNESIANI da Keynes: Teoria generale…(1936)

  39. CLASSICI • Il LAVORO è il “fattore produttivo” per eccellenza: senza il suo apporto gli altri due fattori (terra e capitale) non sono in grado –da soli- di realizzare un prodotto • Il CAPITALE, combinato con il lavoro, ne aumenta la capacità produttiva (in quanto al suo interno contiene attività lavorativa passata; esempio: un macchinario è stato costruito grazie ad altro lavoro impiegato e può essere utilizzato solo attraverso lavoro) • La TERRA (o una proprietà immobiliare) è il terzo fattore necessario per realizzare un’attività di produzione, ma anche questo necessita del lavoro per dare origine ad un prodotto da scambiare sul un mercato dei beni

  40. Secondo i CLASSICI ° L’offerta di lavoro è rigida: tutti si offrono “a prescindere”dal livello di salario ° La domanda di lavoro è decrescente al crescere del salario: a parità di “fondo salari”, se il salario aumenta gli imprendi- tori domanderanno meno lavoratori ° Il salario di mercato può variare a seconda di come varia la domanda e l’offerta di lavoro, ma il suo valore tende a stabilirsi intorno al salario “naturale” che riflette, in ogni perio do storico e ambiente geografico, il relativo “salario di sussistenza” ° la disoccupazione dipende soprattutto dal processo di sostituzione del capitale al lavoro (disoccupazione tecnologica) ed è sempre di tipo involontario(dal momento che i lavoratori sono disponibili a lavorare a qualsiasi salario): Tale disoccupazione potrebbe essere sanata se una eventuale crescita della domanda dei beni (la cui produzione richiederebbe più lavoro) riuscisse a compensare la riduzione di occupati provocata dal ProgressoTecnologico.

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