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Anno 2002: battesimo del DOMP Carlo Buffa Torino - ASL 3 10 – 11 - 2005

Anno 2002: battesimo del DOMP Carlo Buffa Torino - ASL 3 10 – 11 - 2005. Settembre 1988 Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea istituiscono una rete di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili nella Comunità Febbraio 2001

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Anno 2002: battesimo del DOMP Carlo Buffa Torino - ASL 3 10 – 11 - 2005

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Presentation Transcript


  1. Anno 2002: battesimo del DOMP Carlo Buffa Torino - ASL 3 10 – 11 - 2005

  2. Settembre 1988 Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea istituiscono una rete di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili nella Comunità Febbraio 2001 La legislazione italiana equipara la Malattia di Creutzfeldt-Jakob e le sindromi ad essa correlate alle malattie infettive e diffusive che comportano l’adozione di misure di sanità pubblica

  3. Marzo 2001 La legislazione italiana, considerata l’epidemia di encefalopatia spongiforme del bovino (BSE) in atto nel Regno Unito dalla prima metà degli anni 80, stabilisce la necessità di monitorare l’incidenza della malattia di Creutzfeldt-Jakob e delle sindromi ad essa correlate D E C R E T A La variante della Malattia di Creutzfeldt-Jakob, la Malattia di Creutzfeldt-Jakob e le sindromi ad esse correlate devono essere segnalate sia al sospetto che nei casi accertati.

  4. dicembre 2001 Ministero della Sanità i dati vengano raccolti in un’unica base di dati del Ministero della salute e dell’Istituto superiore di sanità siano sottoposti ad esame neuroistopatologico tutti i pazienti deceduti con sospetto clinico di variante di Creutzfeldt-Jakob

  5. Segnalazione immediata mediante apposita scheda a: • ISS • ASL in cui è stato avanzato il sospetto diagnostico • Assessorato alla Sanità della Regione

  6. SCHEDA PER LA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA MALATTIA DI CJ (I pagina) Iniziali del paziente. Sesso medico segnalatore indirizzo dell’ospedale: numero cartella clinica data di nascita del paziente firma del medico segnalatore __________ data di esordio della malattia sintomo di esordio disturbi psichiatrici nelle prime fasi della malattia decadimento intellettivo o demenza mioclono altri movimenti involontari segni piramidali segni extrapiramidali segni cerebellari segni visivi mutismo acinetico parestesie disestesie dolorose

  7. EEG caratteristico * SI . NO . NON ESEGUITO • Esame liquorale (proteina 14-3-3) SI . NO . • EEG SI. NO. NON ESEGUITO (complessi trifasici periodici punta onda, 1-2 c/s. Questo tracciato compare nella maggior parte dei pazienti con malattia di Creutzfeldt-Jakob. Può essere assente nelle fasi iniziali o terminali della malattia. Qualora l'EEG non fosse tipico, si consigliano ripetute e prolungate registrazioni) • Altri esami strumentali effettuati • TC CEREBRALE SI ! NO . • RMN CEREBRALE SI ! NO . • Fattori di rischio** (** esempi: registrazioni EEG con elettrodi corticali, interventi neurochirurgici, terapia con ormone della crescita di tipo estrattivo, impianto di dura madre, trapianto di cornea) • Diagnosi possibile (demenza + 1 sintomo, EEG no) • Diagnosi probabile

  8. le regioni individuano le strutture che, nel rispetto dei requisiti indicati dalle linee guida e norme di sicurezza(25 settembre 1996), effettueranno gli esami neuroistopatologici e trasmettono l’elenco di tali strutture al Dipartimento della Prevenzione del Ministero della salute

  9. Inizio attività Amedeo di Savoia Adeguamento sala settoria Riconoscimento regionale della sala settoria Dr. Testi Prof. Di Perri Diagnostica di laboratorio (in vita) Dr. Marietti

  10. individuazione del Centro per la diagnosi e l’osservazione delle Malattie da prioni dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino quale struttura di riferimento per i pazienti affetti da malattia di Creutzfeldt Jakob e s. correlate

  11. Provvedimento della Direzione Generale della ASL 3 (22-4-02): promozione del progetto “centro di diagnosi e osservazione delle malattie da prioni” UO interessate • UO di Anatomia Patologica nelle persone (dr. Taraglio, Capo T. sig.ra Dolce) • UO di laboratorio nelle persone (dr. Natale, dr. Marietti) • UO di neurologia (dr. Buffa, dr. Imperiale) Analisi delle necessità per l’allestimento di un laboratorio adeguato • materiali che presentano più di altri carattere di potenziale contagiosità • liquor (prelievo, analisi, conservazione) • tessuto cerebrale (prelievo, trattamento, centrifugazione, fissaggio, ecc). In questa fase è necessario trattare il materiale con apparecchiatura dedicata o monouso e in ambiente protetto e isolato. Una volta fissato, il materiale non presenta più contagiosità e può essere trattato, esaminato e conservato come un qualunque materiale istologico. • Un locale deve essere individuato

  12. DOMP Diagnosi Osservazione Malattie Prioniche

  13. Diagnosi Osservazione Malattie Prioniche

  14. Diagnostica in vita EEG Es. liquorale Proteina 14-3-3 proteina TAU e P-TAU Polimorfismo del codone 129 Analisi del gene della PRNP Biopsia mucosa olfattoria Diagnostica post mortem WB su encefalo congelato Es. istologico su fissato in formalina Es. immunoistochimico su fissato in formalina

  15. Diagnosi Osservazione Malattie Prioniche

  16. Malattie prioniche umane: incidenza annuale complessiva per milione

  17. Rilevazione e segnalazione dei nuovi casi Data base regionale dei pazienti Osservazione e cura dei pazienti Raccolta delle indagini cliniche Formulazione dell’epidemiologia in Piemonte e Valle D’Aosta

  18. Diagnosi Osservazione Malattie Prioniche

  19. Incertezze nell’usare il termine prioniche La patologia è dovuta solo a una proteina? La teoria di Prusiner regge, ma non tutto è chiaro: • senza PrPc, la PrPres non provoca infezione e spongiosi • la PrPres sintetizzata in vitro non induce malattia • casi con evidenza di malattia e di infettività, senza PrPres • casi di FFI e di GSS senza PrPres e non trasmissibili Gli ultimi 2 eventi possono derivare da una campionatura non sufficientemente estesa del tessuto cerebrale.

  20. Altre funzioni del DOMP Tentativi di terapia sintomatica o eziologica Rapporti con le famiglie (Onlus ?) Rapporti con le autorità competenti Rapporti con altri Enti (ISS - SSEPI – Regione - ASL - autorità giudiziaria – ecc.) Informazione (creazione di un sito internet ?) Formazione Ricerca

  21. NUOVE FRONTIERE Ricerca nella diagnostica e nella prevenzione Ricerca clinica Ricerca di base Ricerca di terapie Ricerca nel campo della genetica di popolazioni

  22. α-elicaß – sheet (30-40 %) Aggregati stabili di amiloide e formazione di fibrille nel tessuto nervoso Malattie da prioni Alzheimer ? Parkinson ? Demenza fronto-temporale ?

  23. Conformazione β - sheet

  24. Ricerca in campo diagnostico Individuazione dei prioni fuori del tessuto nervoso PMCA: protein misfolding cyclic amplification Castilla J, Saa P, Soto C. Detection of prions in blood. Nat Med. 2005 Sep;11(9):982-5. 2005 Aug 28.

  25. Ricerca clinica Individuazione di patologie prioniche non ancora riconosciute come tali Soprattutto fra le GSS D.D. con ictus – demenza FT – malattie psichiatriche - atassie atipiche - ecc.

  26. Ricerca di base Malattie prioniche come modello patogenetico per altre malattie neurodegenerative di grande impatto sociale Alzheimer – Parkinson – ecc. (nuovamente impiego della PMCA)

  27. Ricerca di farmaci Farmaci sintomatici (es. antiepilettici) Farmaci di base (Quinacrina – Clorpromazina - altre molecole cicliche)

  28. Ricerca di genetica delle popolazioni (fuori delle competenze del DOMP) L’esempio del Kuru, con azzeramento nella popolazione di polimorfismo di tipo MM al codone 129, ha fatto ipotizzare che il polimorfismo si sia modellato in tempi preistorici sulla base di abitudini alimentari, di pratiche cannibaliche e di conseguenti epidemie e selezione attraverso gravi malattie neurologiche degenerative.

  29. I prioni sono stati e sono causa di tragiche malattie: • cinquanta anni fa’ hanno decimato la popolazione di Papua • ci sono stati più di 250 morti da infezioni iatrogene • ancora non è esclusa un’epidemia post-BSE in Europa Eppure si tratta di un fenomeno affascinante: che va molto al di là delle malattie in questione e che può essere la strada maestra per capire il meccanismo di interferenza fra le diverse proteine e la patogenesi delle malattie neurodegenerative Per ora, diverse questioni basilari sui prioni restano oscure. Aguzzi A, Polymenidou M. “ Mammalian prion biology: one century of evolving concepts”. Cell. 2004 Jan 23; 116 (2): 313 - 27

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