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ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info. DI CHE PARLIAMO?. Il sistema di gestione sicurezza.

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Presentation Transcript


  1. ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info

  2. DI CHE PARLIAMO? • Il sistema di gestione sicurezza. • - L’organizzazione scolastica e l’organizzazione del SPP come SGS: i compiti del SPP nel D.Lgs. n. 81/2008; il modello di organizzazione per la “non responsabilità”; principali adempimenti per conformarsi alle nuove disposizioni, da un punto di vista sia formale che sostanziale; • - Le metodologie per una corretta informazione in azienda (riunioni, gruppi di lavoro specifici, conferenze, seminari informativi, ecc.) • - L’approccio gestionale agli eventi emergenziali secondo il TU sicurezza: i principali elementi di novità in materia di disposizioni antincendio (D.Lgs. • n. 81/2008 D. M. 10 marzo 1998); Misure di tipo organizzativo gestionale per ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi;

  3. PERCHE’ UN SGS? • Si è constatato come la maggior parte degli incidenti accaduti e dichiarati sono dovuti ad errori di gestione o di organizzazione. • Si è riconosciuto l'importanza del “fattore umano” nella conduzione di qualunque attività, occorre quindirendere minimo l'errore umano • Una corretta integrazione delle risorse umane con quelle tecnologiche porta alla migliore tecnica disponibile non solo per esercire in sicurezza l'attività svolta, ma anche per ottimizzare la produzione

  4. D.LGS. 81/2008 – TITOLO I ART. 2 (DEFINIZIONI) dd) «modello di organizzazione e di gestione»: modello organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agliarticoli 589 e 590, comma 3, del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro;

  5. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE: SCOPO • Diminuire la probabilità del danno ai lavoratori • Esimere in caso di danno ai lavoratori la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica

  6. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE: COME • Assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi:  • a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; • b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; • c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; • d) alle attività di sorveglianza sanitaria; • e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; • f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; • g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; • h) alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate.

  7. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE: LA FORMA • Il modello organizzativo e gestionale deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività espletate.

  8. IL SISTEMA DI GESTIONE NELLA SICUREZZA ANTINCENDIO (SGSA) IL D.M. 09/05/07 - L’APPROCCIO INGEGNERISTICO ALLA SICUREZZA ANTINCENDIO Il Ministerodell‘Internoriconoscel’applicabilitàdiSistemadiGestionedellaSicurezzaAntincendioquando la progettazione non è piùbasata o non puòbasarsisulrispettodiunaregoladeterministica Per garantiresiacosì Per evitaresiacosì

  9. IL SGSA DEVE: • essere funzionale e coerente all'attività svolta • In caso contrario diviene un lavoro incomprensibile ed inutile, che come unico risultato reale produce un aggravio di lavoro per gli addetti • PRODURRE POCHISSIMA “CARTA” ED EFFETTI RISCONTRABILI Il miglior risultato: far rispettare gli obiettivi della sicurezza senza modificare la normale attività lavorativa, richiedendo come unico onere aggiuntivo le indispensabili registrazioni per documentare i percorsi fatti.

  10. “Se continui a fare ciòchehaisemprefatto, continuerai a otteneresempre lo stessorisultato” [Deming]

  11. STRUTTURA DELLE LINEE GUIDA UNI INAIL Premessa A. Finalità • Sequenza ciclica di un SGSL • La politica per la sicurezza e salute sul lavoro • Pianificazione • Struttura e organizzazione del sistema E.1 Sistema di gestione E.2 Definizione dei compiti e delle responsabilità E.3 Coinvolgimento del personale E.4 Formazione, addestramento, consapevolezza E.5 Comunicazione, flusso informativo e cooperazione E.6 Documentazione E.7 Integrazione della salute e sicurezza nei processi aziendali e gestione operativa

  12. STRUTTURA DELLE LINEE GUIDA UNI INAIL F. Rilevamento e analisi dei risultati e conseguente miglioramento del sistema F.1 Monitoraggio interno della sicurezza F.2 Caratteristiche e responsabilità dei verificatori F.3 Piano del monitoraggio F.4 Riesame del sistema

  13. ESAME INIZIALE • PER ARRIVARE … OVUNQUE SI • VOGLIA ANDARE, • È OPPORTUNO SAPERE • DA DOVE SI PARTE … • Solo così sarà possibile scegliere il percorso più opportuno!

  14. ESAME INIZIALE • Individua dove si trova l’organizzazione. • Permette di formulare: • gli obiettivi di SSL raggiungibili, come parte del sistema di gestione generale • il livello di sicurezza realizzabile • la struttura organizzativa più idonea per realizzare la politica • i processi, le procedure e le risorse da adottare, adeguate alla natura ed alle dimensioni dei rischi presenti.

  15. ESAME INIZIALE • Identificare leggi e regolamenti applicabili all’organizzazione. • Identificare gli aspetti di sicurezza legati alle attività dell’organizzazione, in termini di gravità e responsabilità. • Valutare le prestazioni in rapporto a norme, regolamenti, standard di buona tecnica, prestazioni di organizzazioni simili esterne.

  16. ESAME INIZIALE • Individuare prassi e procedure esistenti per approvvigionamenti ed appalti. • Valutare dati su incidenti già avvenuti. • Considerare il punto di vista delle parti interessate. • Considerare l’influsso di altri sistemi organizzativi sulle prestazioni di sicurezza.

  17. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE D. LGS. 81/08 ora PRIMO SOCCORSO

  18. COINVOLGIMENTO DEL PERSONALE • Sono una risorsa necessaria allo sviluppo di un SGSL: • sostegno ed impegno dei dipendenti • conoscenza ed esperienza dei lavoratori. • La scuola deve definire modalità adeguate per realizzare il coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti per attuare: • la consultazione preventiva per la valutazione dei rischi e definizione delle misure preventive • riunioni periodiche.

  19. COMUNICAZIONE • Comunicazione interna: • per sviluppare la cooperazione fra tutti i livelli aziendali, realizzando una diffusione (dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto) di informazioni. • Comunicazione esterna: • al personale esterno: committenti, fornitori, collaboratori esterni • al pubblico: clienti, visitatori, soggetti interessati • alle autorità

  20. METODOLOGIE PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE • RIUNIONI, GRUPPI DI LAVORO SPECIFCICI, CONFERENZE, SEMINARI INFORMATIVI, CIRCOLARI SEGNALETICA

  21. NOVITÀ PER L’INCENDIO NEL T.U. ART. 46 PREVENZIONE INCENDI • 2. Nei luoghi di lavoro soggetti al presente decreto legislativo devono essere adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori. • (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro il datore di lavoro - dirigente)

  22. NOVITÀ PER L’INCENDIO NEL T.U. ART. 46 PREVENZIONE INCENDI • i Ministri dell’interno, del lavoro e della previdenza sociale, in relazione ai fattori di rischio, adottano uno o più decreti nei quali sono definiti: • a) i criteri diretti atti ad individuare: • 1) misure intese ad evitare l’insorgere di un incendio ed a limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi; • 2) misure precauzionali di esercizio; • 3) metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio; • 4) criteri per la gestione delle emergenze; • b) le caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio, compresi i requisiti del personale addetto e la sua formazione. • . Fino all’adozione dei decreti continuano ad applicarsi i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998.

  23. ALLEGATO IV MISURE CONTRO L’INCENDIO E L’ESPLOSIONE • (arresto da tre a sei mesi o ammenda da 1.000 a 4.800 euro per il datore di lavoro e il dirigente) • 4.2.1. L'acqua non deve essere usata per lo spegnimento di incendi, quando le materie con le quali verrebbe a contatto possono reagire in modo da aumentare notevolmente di temperatura o da svolgere gas infiammabili o nocivi. • 4.2.2. Parimenti l'acqua e le altre sostanze conduttrici non devono essere usate in prossimità di conduttori, macchine e apparecchi elettrici sotto tensione. • 4.2.3. I divieti di cui ai punti 4.2.1 e 4.2.2 devono essere resi noti al personale mediante avvisi.

  24. IL COMPORTAMENTO IN EMERGENZA In una situazione di pericolo, presunto o reale, il panico si manifesta con: il coinvolgimento delle persone nell’ansia generale, con invocazioni di aiuto, grida, atti di disperazione; l’istinto all’autodifesa con tentativi di fuga che comportano l’esclusione degli altri, anche in forme violente, con spinte, corse, affermazione dei posti conquistati verso la salvezza Allo stesso tempo vengono compromesse l’attenzione, il controllo dei movimenti, la capacità di ragionamento.

  25. IL COMPORTAMENTO IN EMERGENZA Per superare tale rischio è necessario dotarsi di un sistema preparato ed organizzato, il piano di emergenza, che consenta di: essere preparati a situazioni di pericolo stimolare la fiducia in se stessi indurre un sufficiente autocontrollo per attuare comportamenti razionali e corretti controllare la propria emozionalità e saper reagire all’eccitazione collettiva In altre parole, tende a ridurre i rischi indotti da una situazione di emergenza e facilita l’allontanamento dai luoghi pericolosi

  26. incendi che si sviluppano all’interno dell’edificio scolastico (nei magazzini, laboratori, biblioteche, centrali termiche,…) incendi che si sviluppano nelle vicinanze della scuola (in fabbriche, ecc…) e che potrebbero coinvolgere l’edificio scolastico Terremoti, alluvioni crolli dovuti a cedimenti strutturali della scuola o di edifici contigui presenza (anche presunta) di ordigni esplosivi inquinamenti dovuti a cause esterne ogni altra causa ritenuta pericolosa dal Dirigente Scolastico EVENTI CHE RICHIEDONO L’EVACUAZIONE PARZIALE O TOTALE DELL’EDIFICIO

  27. OPERAZIONI DA COMPIERE PER L’EMERGENZA sistemazione dei banchi e dei tavoli di ogni locale in modo da non ostacolare l’esodo veloce controllo della segnaletica d’emergenza all’interno dell’edificio per una facile e rapida individuazione delle vie di fuga Controllo del piano d’evacuazione affisso dietro ogni porta Le vie d'uscita devono essere tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale. Porre divieto di compromettere la agevole apertura e funzionalità dei serramenti delle uscite di sicurezza, durante i periodi di attività della scuola, verificandone l'efficienza prima dell'inizio delle lezioni da parte del personale preposto

  28. OPERAZIONI DA COMPIERE PER PREVENIRE L’EMERGENZA INCENDIO Controllo periodico dei locali da parte degli addetti della SA ( verifica invarianza carico d’incendio, buona conservazione dell’impianto lettrico, buon ordine nei laboratori) Controllo periodico corretta conservazione liquidi infiammabili Controllo semestrale degli estintori Controllo periodico della corretta sistemazione degli estintori

  29. SGS

  30. COMPITI DEL SPP NEL SGS • a) mantenere aggiornato il Documento di valutazione dei rischi, individuando le necessarie misure di prevenzione e protezione e programmando gli interventi migliorativi • b) organizzare, coordinare e realizzare (per quanto di competenza) la formazione e l’informazione del personale (docente e non docente) e degli allievi (se equiparati a lavoratori),come previsto dal D.Lgs. 81/2008, dal D.M. 10/3/98 e dal D.M. 388/03, individuando e rendendo disponibili, all’occorrenza, risorse umane ad integrazione di quelle presenti all’interno del SPP e, più in generale, della scuola • c) organizzare, verificare ed aggiornare il Piano d’Emergenza e tutti i relativi sottopiani (Primo Soccorso, Antincendio ed Evacuazione) • d) sovrintendere ai controlli periodici antincendio da parte degli addetti antincendio della scuola e delle ditte esterne operanti per conto dell’Ente proprietario degli edifici

  31. COMPITI DEL SPP NEL SGS • e) coadiuvare il DS nei rapporti con l’Ente proprietario degli edifici e fornitore degli arredi, e con le ditte che, per suo conto, eseguono lavori nell’istituto, tenendo sotto controllo gli aspetti legati alla sicurezza, all’igiene e all’ergonomia delle forniture e sovrintendendo in particolare all’apertura e alla conduzione dei cantieri all’interno della scuola • f) coadiuvare la segreteria della scuola (o l’Ufficio Tecnico dell’istituto) nei rapporti con i fornitori di prodotti, materiali, attrezzature, apparecchiature e macchine, verificando la conformità degli acquisti alle norme di sicurezza (marchio CE, schede di sicurezza, ecc.) ed archiviando la relativa documentazione • g) coordinare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria aventi lo scopo di mantenere livelli accettabili di sicurezza e igiene all’interno dell’istituto

  32. COMPITI DEL SPP NEL SGS • h) raccogliere ed archiviare tutta la documentazione tecnica relativa alla sicurezza della scuola (certificato di agibilità, CPI, dichiarazioni di conformità, ecc.), coadiuvando il DS nell’eventuale richiesta all’Ente proprietario degli edifici • coadiuvare il DS nei rapporti con l’organo di vigilanza (SPISAL in Veneto, PISLL in Toscana) competente per territorio, con i Vigili del fuoco e con gli altri enti preposti alla sorveglianza degli ambienti di lavoro • j) elaborare i dati relativi agli infortuni, e agli incidenti occorsi a scuola, anche ai fini della rendicontazione nelle riunioni periodiche previste dal D.Lgs. 81/2008 art. 35 • k) promuovere, coordinare e condurre (per quanto di competenza) attività ed interventi didattici sui temi della sicurezza, anche attraverso il supporto alla loro realizzazione da parte di altri docenti della scuola

  33. COMPITI DEL SPP NEL SGS • l) coadiuvare il DS nel tenere informato il Consiglio di Istituto ed il Collegio dei Docenti sulla gestione della sicurezza a scuola e sulle azioni svolte dal SPP • m) coadiuvare il DS nell’organizzazione e conduzione delle riunioni periodiche di prevenzione e protezione, previste ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs. 81/2008 e per la altri momenti di consultazione dei RLS previsti dal decreto • n) collaborare con il DS ed il DSGA per la stesura del DUVRI nei casi previsti • o) collaborare con il DS per l’adozione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro conforme a quanto previsto dall’art. 30 D.Lgs. 81/08

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