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Progetto: Un mondo grande come una mela

Progetto: Un mondo grande come una mela. Realizzato dagli alunni della classe IV Anno scolastico 2012/2013. Le origini.

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Progetto: Un mondo grande come una mela

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Presentation Transcript


  1. Progetto: Un mondo grande come una mela Realizzato dagli alunni della classe IV Anno scolastico 2012/2013

  2. Le origini Dall’ Asia orientale, il melo (Pirus Malus) si è diffuso in Egitto, dove, sotto il regno del faraone Ramsete II (secolo XIII a.C.), veniva coltivato lungo le vallate del Nilo. Da qui la coltura arrivò poi in Grecia (nel IV secolo a.C. Erodoto ne descrive la tecnica dell’ innesto) e, successivamente, a Roma. La mela è protagonista di numerose leggende e miti dell’antichità: nella sua 11° fatica Ercole riuscì ad impossessarsi dei pomi d’oro che crescevano nel giardino delle Esperidi; quando gli dei dell’ Olimpo invecchiavano, mordevano una mela per recuperare la gioventù; fu a causa di una mela (donata da Paride a Venere) che scoppiò la guerra di Troia. Se in epoca romana, come ricorda Plinio, venivano menzionate una ventina di varietà oggi se ne conoscono circa 7.000, anche se in minima parte oggetto di coltivazione da reddito.

  3. La mela in scienze L’albero Il melo può raggiungere gli 8-10 metri d’ altezza. E’ poco esigente fra tutti gli alberi da frutto, tuttavia predilige terreni poco umidi, sufficientemente dotati di humus, presenta radici striscianti e poco profonde. Il fusto è collegato alla radice tramite il colletto che è la zona di tronco situata a fior di terra. Al fusto sono collegate le branche che costituiscono lo scheletro della chioma. Infine, alle branche sono collegati i rami, sui quali avviene la fruttificazione. Il melo ha una chioma espansa e una corteccia liscia di color cenere. Le foglie sono alternate sui rami,hanno una forma ovale con il margine seghettato. I fiori sono composti da cinque petali di color bianco rosato. L’albero produce frutti di forma tondeggiante le cui dimensioni e colore variano secondo le numerosissime varietà.

  4. Il frutto La forma della mela è arrotondata, un po’ schiacciata sopra e sotto. La sua grandezza è varia. La buccia è liscia o rugginosa, di colore verde, giallo o rosso con macchie e striature. La polpa è bianca o giallognola, soda e succosa, di sapore dolce o acidulo, a volte farinosa.

  5. Come è fatta una mela

  6. Dalla mela al seme • In ogni mela ci sono dei granelli che si chiamano semi. • I semi germogliano nel terreno. • Il fusticino e le foglie crescono in direzione del sole. • L’albero raggiunge un’altezza di circa 10 metri e ha una chioma rotonda. • In primavera il melo fiorisce. Le api si posano sui fiori e li impollinano. • A seguito dell’impollinazione, l’ovario del fiore si ispessisce. I fiori cadono e l’ovario rimane attaccato all’albero. • In estate si forma una piccola mela. È ancora verde e dura. • In autunno la mela giunge a maturazione e può essere raccolta. • Mmmh, che buona la mela!

  7. La mela nei proverbi “Una mela al giorno toglie il medico di torno” Il vecchio proverbio inglese mette in evidenza le proprietà curative e salutari della mela. Ciò viene confermato anche dalla ricerca scientifica. La mela viene vista come medicina, come protettrice della salute, come principio attivo contro carie,diabete, stitichezza, artrosi e sovrappeso. Grazie all’alto contenuto di minerali, acidi di frutta, pectina e carboidrati di facile assimilazione, le mele sono un componente prezioso nella nostra alimentazione. Possono essere gustate senza successivi pentimenti, in quanto contengono pochissime calorie.

  8. La mela nelle favole Biancaneve C'era una volta una bella principessa di nome Biancaneve: aveva i capelli neri come l'ebano, la bocca rossa come una rosa e la carnagione bianca come la neve. La sua cattiva matrigna, la regina, possedeva uno specchio magico, a cui rivolgeva sempre la stessa domanda. "Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?" E sempre lo specchio rispondeva: "Sei tu la più bella del reame!" Ma la regina, temendo che un giorno la bellezza della principessa superasse la sua, vestì la piccola di stracci. E la costrinse ai lavori più pesanti. Biancaneve, però era sempre allegra e cresceva più graziosa che mai. Così un giorno, lo specchio disse che era lei la più bella del reame. Arrabbiatissima, la regina incaricò allora un cacciatore di ucciderla. Ma l'uomo non ne ebbe il coraggio: suggerì alla fanciulla di fuggire e non tornare mai più alla reggia. Biancaneve corse via spaventata e si rifugiò nel bosco buio. Laggiù scorse una casetta. "E' permesso?" chiese, entrando. Non c'era nessuno. I proprietari erano sette nani del bosco: Dotto, Gongolo, Pisolo, Eolo, Brontolo, Mammolo e Cucciolo. Al loro ritorno, rimasero meravigliati nel trovare un'estranea in casa. "Sono Biancaneve," si presentò allora la principessa e raccontò la sua triste storia. I nanetti, commossi, l'invitarono a rimanere a vivere con loro. La fanciulla accettò felice. Ma la regina scoprì che Biancaneve era ancora viva! Grazie a un filtro  magico, si trasformò in una strega e avvelenò una mela. Poi si recò nel bosco e, fingendosi una mendicante, offrì a Biancaneve la mela stregata. "Coraggio, dalle un morso!" Non appena la fanciulla l'ebbe assaggiata, per incantesimo, cadde in un sonno profondo. Intanto gli animali del bosco erano corsi ad avvertire i nani. "Eccola là!" esclamarono, vedendo la strega che si allontanava veloce. Mentre la inseguirono, scoppiò un terribile temporale. La malvagia regina si arrampicò fin sulla cima di un profondo burrone. Proprio allora, un fulmine la fece precipitare dalla roccia. I nani decisero di costruire un'urna di cristallo e oro, dove deposero Biancaneve. Finché un giorno passò di là un principe, che rimase incantato dalla bellezza della giovane. Sceso da cavallo, la baciò. Quel bacio ruppe  l'incantesimo e Biancaneve si svegliò. Che gioia per tutti! Biancaneve e il principe si sposarono e vissero sempre felici e contenti.

  9. La mela nella leggenda L’albero dalle mele d’oro Un re, una notte, sognò che nel suo giardino era spuntata una pianta con le foglie tutte d’oro. Nel sogno arrivò poi un uccello, con le piume anch’esse d’oro, che si rivolse al re: – Questa pianta diventerà una meraviglia, ma bisognerà difenderla da chi la vorrà solo per sé. Il giorno dopo il re trovò quella pianta nel giardino e se ne prese cura finché, crescendo, diventò un albero dalle mele d’oro. Cominciarono allora ad arrivare molti visitatori, e ciascuno provava una felicità immensa nell’ammirare quella bellezza. Un mattino, però, il re si accorse che tutta la gente raccolta attorno all’albero stava applaudendo ad un bambino: sulle spalle di suo padre, stava allungando la mano verso una mela d’oro. − Giù le mani! Non toccate quella mela! − gridò il re. E ordinò di costruire un muro attorno all’albero, e sbarrò il cancello d’ingresso. Ma mentre il re osservava orgoglioso l’alto muro che ora difendeva l’albero, vide atterrare un uccello dalle piume d’oro al di là del muro, per poi alzarsi in volo con una mela d’oro nel becco. Il re furibondo ordinò di costruire un tetto al di sopra del muro, in modo che l’albero non potesse essere raggiunto nemmeno dall’alto. L’unica apertura possibile era una porticina di cui solo il re aveva le chiavi. Il re ora era soddisfatto: − Ho difeso l’albero − diceva. Ma dopo qualche giorno, aperta la porticina, gli si presentò uno spettacolo incredibile. L’albero, rinchiuso là dentro senza la luce del sole, era morto: le foglie si sbriciolavano, le mele erano tutte grigie rinsecchite. Il re afferrò subito una mela tutta secca e la aprì velocemente per controllare se almeno i semi fossero ancora vivi. − Forse potrò ripiantare l’albero! − pensava. Ma anche i semi erano secchi e grigi. Il re cominciò a piangere disperato: − Pensavo di difenderlo, ma alla fine l’ho tenuto solo per me; ho allontanato perfino i raggi del sole! Poi però vide arrivare una bambina: − Mi chiamo Elisa – gli disse – devo raccontarti cosa mi è successo. Qualche notte fa ero affacciata alla finestra di casa mia quando vidi arrivare un uccello dalle piume d’oro che si posò sul davanzale e lasciò cadere dal becco una mela d’oro. Cadendo, la mela si aprì, e vidi che dentro c’era un piccolo seme d’oro. L’uccello mi guardò negli occhi, poi mosse le sue immense ali e scomparve. «Con questo seme d’oro potrò comprarmi tante cose», mi dissi. Poi però pensai che quello era un seme, e che avrebbe sofferto se non l’avessi piantato. Ho saputo che l’albero dalle mele d’oro è morto: se vuoi questo seme è tuo. Il re non stava in sé dalla gioia, abbracciò Elisa, e piantò quel seme che con il tempo diventò un nuovo albero dalle mele d’oro: − Questo albero è nato dal cuore di Elisa, e sarà per la felicità di tutti: aprite i cancelli del giardino! − ordinò. E poiché non aveva figli, il re nominò Elisa erede di tutto il suo regno.

  10. Una mela croccantina Una mela croccantina ho mangiato stamattina. La mia mamma l’ha lavata l’ha asciugata, l’ha sbucciata e nel piatto me l’ha data. Era buona e profumata con che gusto l’ho pappata che sia verde rossa o gialla che somigli o no a una palla è gustosa o saporita e mi lecco anche le dita. Dopo pranzo e a colazione in qualsiasi occasione me la mangio in un boccone. Sempre e in ogni stagione non può mancare ogni giorno cruda, in succo cotta al forno.

  11. La mela in matematica Abbiamo frazionato la mela in 8 parti, ognuna di esse ne rappresenta ⅛

  12. La mela in cucina La mela è molto usata in cucina, si mangia sia cruda sia cotta e se ne estraggono vari succhi si fanno crostate, composte e tanto altro.

  13. Come preparare la composta di mele

  14. 1. Preparare gli utensili da cucina gli ingredienti: zucchero,limone, acqua e mele 2. Lavare le mani 3. Sbucciare le mele 4. Tagliare le mele a pezzi 5. Versare gli ingredienti nella pentola 6. Fare cuocere a fuoco lento

  15. Come arriva la mela sul mercato? Tipi di imballaggio e pezzatura delle mele Dopo la raccolta, i frutticoltori consegnano le mele al consorzio frutticolo dove vengono selezionate per grandezza e qualità, trasferite nelle celle frigorifere e imballate in vario modo per il mercato.

  16. La nostra gita al mercato

  17. Le nostre mele

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