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Lavoro didattico

Lavoro didattico. Marenco Andrea Marinelli Lucia Mascianà Giovanna Montalbano Calogero Musmarra Angela. Edizione 5 – Classe 14 C. Dicembre 2002. Risoluzione di un triangolo rettangolo. C.

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Presentation Transcript


  1. Lavoro didattico • Marenco Andrea • Marinelli Lucia • Mascianà Giovanna • Montalbano Calogero • Musmarra Angela Edizione 5 – Classe 14 C Dicembre 2002

  2. Risoluzione di un triangolo rettangolo C Risolvere un triangolo rettangolo significa trovare la misura dei tre lati a, b, c e l’ampiezza dei tre angoli , , , conoscendo tre elementi, di cui almeno uno sia un lato.  a Sono possibili quattro casi b • Esempi: • Altezza di una torre inaccessibile • Test di autoverifica • Esercizio di fisica • Risoluzione in excel   B A c  = 90°

  3. I quattro casi possibili si ottengono secondo che siano note: C • le misure dei due cateti • le misure dell’ipotenusa e di un cateto • la misura dell’ipotenusa e l’ampiezza di un angolo acuto • la misura di un cateto e l’ampiezza di un angolo acuto  a b   Considerazioni B A c  = 90°

  4. Siano note le misure dei cateti b e c. 1° caso: Determinare la misura dell’ipotenusa a e l’ampiezza degli angoli acuti  e . C  a b Per il Teorema di PITAGORA:   B A c  = 90°

  5. Siano note le misure dell’ipotenusa a e del cateto b. 2° caso: Determinare la misura del cateto c e l’ampiezza degli angoli acuti  e . C  a b Per il Teorema di PITAGORA :   B A c  = 90°

  6. Siano note la misura dell’ipotenusa a e l’ampiezza dell’angolo acuto . 3° caso: Determinare le misure dei cateti b e c e l’ampiezza dell’angolo acuto . C  a b   B A c  = 90°

  7. Siano note la misura del cateto b e l’ampiezza dell’angolo acuto . 4° caso: Determinare le misure dell’ipotenusa a, del cateto c e l’ampiezza dell’angolo acuto . C  a b   B A c  = 90°

  8. Risoluzione di un importante problema pratico Si vuole misurare l’altezza h di una torre inaccessibile Osserviamo la figura: • Si misura  con un teodolite; • Si misura d • Si calcola : • tg  = h/d • h= d tg  h  d

  9. Risoluzione trigonometrica di problemi geometrici • I teoremi prima enunciati ci permettono di fare alcune riflessioni: • Si possono risolvere quesiti di geometria piana o solida procedendo per via trigonometrica: si sceglie come incognita un angolo e si utilizzano le funzioni seno, coseno,…. • Si fa la ricerca delle limitazioni dell’incognita; • Si traduce il problema in equazione goniometrica; • Si valuterà il numero di soluzioni per stabilire se il problema è determinato, indeterminato o impossibile.

  10. Test di autoverifica

  11. Risoluzione in excel

  12. Teorema di PITAGORA C  a Dimostrazione b   Esempi B A c  = 90°

  13. Dimostrazione del teorema di Pitagora b a Dato il triangolo di lati a, b e c b Se costruiamo i seguenti quadrati si ottiene a a Svolgendo i calcoli b a b

  14. Esempi In fisica il teorema di Pitagora è utilizzato per trovare il modulo di una forza date le componenti di una sua scomposizione C Pn  a P b Pt   B A c  = 90°

  15. Esempi C  a b   B A c  = 90°

  16. Esempi C  a b   B A c  = 90°

  17. PITAGORA Secondo la tradizione, Pitagora era nativo dell'isola di Samo. Non si conosce con certezza l'anno di nascita: secondo il calcolo degli storici moderni, basato sull'analisi dei dati lasciatici dagli antichi, esso è collocato tra il 640 e il 570 a.C. Quest'ultima data è quella che riscuote i maggiori consensi. Il padre Mnemarco era incisore di sigilli e la madre Partenide era considerata la più bella donna di Samo. Il nome di Pitagora significa "predetto dalla Pizia", poiché alla madre incinta fu predetto dalla Pizia, la profetessa dell'oracolo di Delfi, che avrebbe partorito un "figlio più bello e sapiente di chiunque fosse mai esistito, destinato a recare in ogni aspetto della vita grandissimo giovamento all'intero genere umano" (Dalla Vita pitagorica di Giamblico). Fin dalla sua prima infanzia fu educato alla musica, alla poesia, al disegno e all'esercizio ginnico. Ebbe come maestri i più rinomati sapienti della Grecia, tra cui Talete e Anassimandro. Talete "gli trasmise quanti insegnamenti potè. Poi, adducendo la sua vecchiaia e la sua debolezza, lo invitò a recarsi in Egitto e a incontrarsi soprattutto con i sacerdoti di Menfi e Diospoli. Ebbe così inizio la lunga serie dei suoi viaggi che lo portarono a contatto delle maggiori civiltà e culture del suo tempo. Come dice Ione da Chio "conobbe ed apprese il pensiero di tutti gli uomini". Ebrei, fenici, egiziani, caldei, persiani, indiani, etiopici, celti, ciascuno gli avrebbe rivelato qualche segreto e ceduto qualche importante insegnamento: dagli ebrei avrebbe appreso l'arte di interpretare i sogni, dai fenici la scienza dei numeri, in Egitto, dove rimase ventidue anni, avrebbe imparato l'arte del parlare simbolico, la geometria e la dieta catartica. Quindi, passato in Babilonia, dove dimorò per dodici anni, diventò esperto di astrologia e astronomia, attingendo al tesoro di osservazioni astronomiche accumulate nel corso di molti secoli dai sacerdoti caldei. Pitagora, "La vie des hommes illustres" di Théviet continua

  18. PITAGORA Si sarebbe anche perfezionato in medicina e musica e da Zoroastro avrebbe appreso di fisica, di economia e politica, ma soprattutto sarebbe stato istruito nelle pratiche religiose e sopra le forme di astinenza necessarie alla santità. Ma la vera maestra di saggezza e santità sarebbe stata l'India dove Pitagora arrivò per visitare i bramani. La tradizione ci presenta quindi la figura di Pitagora come sintesi universale delle culture del suo tempo, in grado di riassumere in sé l'esperienza dell'intero genere umano. Dopo tutti questi viaggi, ricco di tutto il sapere dei popoli, iniziato a tutte le forme di misteri, conoscitore profondo di uomini, istituzioni, usi e costumi, fece finalmente ritorno nell'isola di Samo. Ma qui, benché ammirato e stimato come eminentissimo sapiente, sembra che Pitagora trovò grosse difficoltà nell'intraprendere la sua opera di insegnamento e di riforme che si era prefisso come missione. Ebbe un solo allievo a Samo e per averlo fu costretto a pagare tre oboli per ogni teorema che gli insegnava. Fu così che, per la poca propensione ad apprendere dei suoi concittadini e per il clima refrattario dovuto alla tirannia cui era soggetta Samo, Pitagora decise di spostarsi altrove e la scelta cadde sulla città di Crotone. Sembra che sia sbarcato prima a Sibari e che poi abbia raggiunto Crotone, dove il suo arrivo fu visto come un evento voluto dagli dei. Qui tenne subito una serie di discorsi agli anziani, ai giovani, ai fanciulli e alle donne, affascinando gli uditori. A Crotone rimase per venti anni, incidendo molto sulla vita e i costumi di questa città, riformandone le istituzioni di governo e il culto, e persino introducendo un sistema di pesi e di misure ed un nuovo tipo di moneta con il caratteristico tripode, emblema della religione apollinea e quindi del carattere divino dell'uomo pitagorico. Ma gli ultimi tempi della sua permanenza a Crotone furono amareggiati dalla crescente ostilità nei confronti della sua scuola. Probabilmente le cose andarono così: l'influenza politica della scuola pitagorica era stata notevole e duratura e ciò non poteva, passati i primi entusiasmi, che generare invidia e rancore in coloro che ne erano stati esclusi, e delusione e malcontento in coloro che volevano governi più democratici o più tirannici. Il crotoniate Cilone, espulso dalla scuola, si fece capo di un partito anti-pitagorico che si rafforzò in occasione della guerra che portò alla distruzione di Sibari, allorché i pitagorici si opposero alla spartizione delle terre di conquista al popolo. Pitagora si allontanò allora da Crotonee si trasferì a Metaponto dove, dopo aver insegnato per altri diciannove anni, morì nel 409 a.C. Dopo la partenza di Pitagora da Crotone, si ebbero vicende alterne che portarono alla formazione di governi tirannici, alla loro caduta e all'instaurazione di governi oligarchici, finché la scuola pitagorica non fu distrutta con un incendio della casa di Milone in cui erano riuniti i più eminenti tra i pitagorici. 

  19. TEODOLITE Si compone di un cannocchiale astronomico con livella a bolla d'aria e reticolo, e di due cerchi graduati. La parte mobile di un cerchio ruota col cannocchiale in un piano verticale; il lembo interno dell'altro gira, insieme alla parte superiore dello strumento, in un piano orizzontale. Sopra una piattaforma sono disposte due livelle a bolla d'aria o una livella sferica.  Il cannocchiale è smontabile con facilità dalla sua legatura ed usabile separatamente.

  20. F I N E

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