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LA MAFIA

LA MAFIA.

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Presentation Transcript


  1. LA MAFIA

  2. “Mafia è parola che dalla metà dell’ottocento a oggi ritorna di continuo […]. Si tratta però di un termine polisemico […]. E’ difficile individuare un argomento, una tipologia o successione di fenomeni tra loro omogenei da raccogliere sotto la voce mafia; ed è altrettanto difficile sfuggire all’impressione che sia proprio questa latitudine e indeterminatezza dei campi di applicazione a farne la fortuna”. (Salvatore Lupo, Storia della mafia: dalle origini ai giorni nostri). LA MAFIA

  3. IL TERMINE MAFIA AL GIORNO D’OGGI E’ INTESO COME UN’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE DOTATA DI UNA SOLIDA STRUTTURA E PARTICOLARMENTE LEGATA A UN DETERMINATO TERRITORIO • FU UTILIZZATO PER LA PRIMA VOLTA NEL CONTESTO DELLA SOCIETA’ SICILIANA PER INDICARE L’ASSOCIAZIONE MAFIOSA CHE NACQUE IN QUESTA REGIONE APPUNTO I COSA NOSTRA,PAROLA CHE DIVENNE PUBBLICA AL MONDO DURANTE IL PROCESSO DEL PRIMO PENTITO MAFIOSO ITALOAMERICANO:JOE VALACHI • L’ORIGINE DEL TERMINE MAFIA ,INVECE,E’ ANCORA OSCURO. SECONDO ALCUNI STUDIOSI QUESTO DERIVEREBBE DA UN ACCOSTAMENTO ALLA LINGUA ARABA, DAL SOSTANTIVO MAHYAS OVVERO SPAVALDERIA , ATTO MOLTO AGGRESSIVO OPPURE DAL TERMINE MARFUD=RIETTO DA CUI IL VOCABOLO MAFIUSU. ALTRE IPOTESI SOSTENGONO CHE IL TERMINE MAFIA DERIVEREBBE DAI DIALETTI PIEMONTESI E TOSCANO O DALLE INIZIALI DELL’ESPRESSIONE POLITICA”MAZZINI AUTORIZZA FURTI INCENDI AVVELENAMENTI IL SIGNIFICATO E L’ORIGINE DEL TERMINE MAFIA

  4. IL MAFIOSO IMPONENDO L’OMERTA' SI MOSTRA COME COLUI CHE PODEROSO EVADE DALLA GIUSTIZIA E LA LEGALITA' LA MAFIA:PAURA E TIMORE

  5. LA MAFIA IN ALCUNI CASI ADOTTA UN COMPORTAMENTO BASATO SULL’IDEA DI ECONOMIA STATALE,MA PARALLELA E SOTTERRANEA . L’ASSOCIAZIONE AFIOSA TRAE PROFITTI DALLE ATTIVITA’ CRIMINALE DELL’AMBIENTE IN CUI ESSA SI CONCENTRA . • CAPI MAFIA ,SPESSO A CAUSA DELLA LATITANZA,COMUNICANO GENERALMENTE IN MODO SCRITTO CON I PIZZINI. PROPRIO PER L’INCAPACITA’ DI RIUSCIR A PARLAR CON TUTTI I COMPONENTI DELL’ASSOCIAZIONE CIOE’ I PICCIOTTI. LA MAFIA:UN’ORGANIZZAZIONE DI POTERE

  6. PIZZINO PIZZINU= PEZZETTINO DI CARTA O DI BIGLIETTO MANOSCRITTO O DATTILOSCRITTO PREVENZIONE DA PARTE DEI CAPI MAFIA AGLI AFFILIATI DI ORDINI O COMUNICATI I PIZZINI

  7. LE DIVERSE ASSOCIAZIONI MAFIOSE

  8. OMERTA’= DAL LATINO HUMILITAS,UMILTA’. E’ L’ATTEGGIAMENTO AD OSTINATO SILENZIO DA PARTE DI COLORO CHE ENTRANO A FAR PARTE DELLA MAFIA ,OVVERO, DEI NUOVI PARTECIPANTI ALLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI QUALI :CAMORRA ,COSA NOSTRA ,SACRA CORONA UNITA,’NDRANGHETA. INFATTI,QUELLE PERSONE CHE NON TROVANO SPAZIO ALL’INTERNO DELLA QUOTIDIANITA’ E CHE NON RIESCONO PIU’ A GESTIRE LA FAMIGLIA SI “RIFUGIANO” NELLA CRIMINALITA’ SPERANDO DI TROVARE ERRONEAMENTE LA SALVEZZA DEL VIVERE SICURI. I NUOVI AGGREGATI A TALI SOCIETA’ DEVONO PER ORDINE DELLA MAFIA NON MANIFESTARE MAI ALCUNA NOTIZIA POSITIVA O NEGATIVA CHE SIA ALLA COMUNITA’ POLITICA E QUINDI NON DEVONO ASSOLUTAMENTE APPOGGIARE IL MOVIMENTO ANTI-MAFIA SVOLTO DALLO STATO PER DIFENDERE L’UOMO DALLE INCOLUMITA’ CRIMINALI ,CHE PURTROPPO NON STANNO ABBRACCIANDO SOLO L’ITALIA MERIDIONALE E SETTENTRIONALE, MA COME UNA PIOVRA GIGANTE ,STA COINVOLGENDO SEMPRE PIU’ GLI STATI UNITI D’AMERICA ,IL CANADA ,IN PARTE LA GERMANIA ED INFINE IL BELGIO. L’OMERTA’

  9. L’OMERTA’ NELLA SOCIETA’

  10. IL PIZZO E’ UNA FORMA DI ESTORSIONE PRATICATA DALLA MAFIA,CHE CONSISTE NEL PRETENDERE UN VERSAMENTO DI DENARO ALLA CRIMINALITA’ DA PARTE DI TUTTI I PRPRIETARI DI NEGOZI O GLI STESSI COMMERCIANTI IN CAMBIO DI UNA SUPPOSTA “PROTEZIONE” DELL’ATTIVITA’. ESSI VENGONO COSTRETTI AL PAGAMENTO TARMITE MINACCE DI ORDINE FISICO O PSICOLOGICO E IN TAL CASO SI RINUNCIA CIO’ IL MAFIOSO FA IN MODO CHE L’ATTIVITA’ DEL NEGOZIANTE VENGA ELIMINATA DALLA SOCIETA’ DI CUI ESSO FA PARTE. • NEGLI ULTIMI ANNI ,A PARTIRE DAL 2004,SI E’ RAFFORAZATO UN MOVIMENTO CHE INTENDE ABOLIRE RADICALMENTE IL PIZZO DALL’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DEL PAESE ITALIANO ,DENOMINATO ADDIO PIZZO,CHE STA PORATNDO AVANTI IL MOVIMENTO CONTRASTANTE ALL’EVOLVERSI DELLA MAFIA ITALIANA OVVER LA FEDERAZIONE ANTIRACKET ITALIANA FACENTE PARTE DELLA CIVICRAZIA IL PIZZO

  11. CIVICRAZIA COALIZIONE DI 4000 ASSOCIAZIONI PER AFFERMARE IL POTERE CITTADINO SOVRANITA’ DEL POPOLO ITALIANO CORRETTO RAPPORTO TRA RAPPRESENTANTI E RAPPRESENTATI LA CIVICRAZIA

  12. IL PIZZO LO SCALPORE DI GELA:

  13. LA MAFIA:LE COMPLICITA ‘ CHE IMPLICA

  14. LA MAFIA E LA POLITICA • LA MAFIA AL GIORNO D’ OGGI STA SEGUENDO UN PROCESSO DI INSERIMENTO NEL CONTESTO SOCIO-POLITICO CON ATTIVITA ‘ FINALIZZATE A SCOPI LUCRATIVI. INNESCA CIOE ’ DEI PATICOLARI PROCEDIMENTI CHE RIESCONO A RICICLARE IN MANSIONI VARIE GLI INGENTI CAPITALI MAFIOSI , SPESSO APPARENTEMENTE LECITE GRAZIE ALL’ APPOGGIO DI SOCIETA ‘ FITTIZIE O DI PRESTANOMI. LA MAFIA INTERAGISCE CON LA SOCIETA ‘ COME UN CANCRO CHE DIVORA L’ECONOMIA ITALIANA IN QUANTO PENETRA NELLO STATO, CAUSANDO COSI’ UN EVIDENTE DEGRADO ECONOMICO

  15. GLI INTERESSI DELLA MAFIA

  16. un’indagine della Banca d’Italia aveva calcolato il peso dell’economia “inosservata” nel 31,1% del PIL nel 2008, 3 punti in più rispetto al 2005. Erano i primi effetti della crisi, iniziata già nel 2007. All’interno della categoria dell’economia “inosservata” c’è quella semplicemente “sommersa”, cioè nascosta al fisco, il cui peso sul PIL è aumentato tra il 2005 ed il 2008 del 3,5% ma c’è anche quella “illegale” vera e propria che è cresciuta del 3% come peso sulla ricchezza nazionale. Un Paese sempre meno produttivo, quindi, è diventato anche una nazione più sommersa e illegale. • Un altro studio della Banca d’Italia prova a calcolare il danno economico su alcune parti del Paese causato dalla penetrazione mafiosa. La sintesi estrema dell’autore Paolo Pinotto è questa: “Il lavoro stima gli effetti economici della criminalità organizzata confrontando lo sviluppo economico di Puglia e Basilicata, che hanno subito la presenza mafiosa a partire dagli anni ’70, con quello di un campione di regioni meno influenzate da tale presenza. I risultati suggeriscono che l’avvento della criminalità organizzata coincide con il passaggio da un sentiero di crescita elevata a uno inferiore. L’effetto è dovuto principalmente alla sostituzione di investimenti privati con capitale pubblico a minore produttività.” LA MFIA NELL’ ECONOMIA

  17. IL CANDIDATO A DIVENIRE UN MAFIOSO DEVE AVERE GIA ’ DEI PREREQUISITI DA CRIMINALE. IN TAL MODO PUO ’ AVVENIRE IL RITO DI INIZIAZIONE IN CUI IL NEOMAFIOSO VIENE ACCOMAPGNATO IN UNA CELLA ACCOMPAGNATO DA DUE MAFIOSI, IN CUI INCONTRA PER LA PRIMA VOLTA IL BOSS. L’ARRIVATO DEVE FORARE IL POLLICE E L’INDICE E PROCURARSI ,CON UN COLTELLO, UN TAGLIO AL POLSO, FACENDO GOCCIARE DEL SANGUE SULLA FIGURA DI UN SANTO CHE ,SARA’ A SUA VOLTA BRUCIATA E FATTA PASSARE SULLE BRACCIA DEL NUOVO COMONENTE,FINO A QUANDO NON RIMANE SOLO CENERE. DOPO AVER RECITATO I GIURAMENTI TIPICI DELLA MAFIA,GENERALMENTE TRAMANDATI ORALENTE, E’ ORMAI PRONTO AD INTRAPENDERE LA VITA DA CRIMINALE ,RINNEGANDO ANCHE LA SUA FAMIGLIA. INFINE,I MAFIOSI SONO DA TEMPO RICONOSCIBILI PERCHE’ LA LORO PELLE E’ QUASI TOTALMENTE TATUATA CON FIGURE DI ONNE,NOMI FEMMINILI E CITAZIONI CONTENENTI MINACCE PER IL RICATTATORE ,CHE RICHIA A SUA VOLTA LA MORTE E GRAVI ACCUSE FISICHE E MORALI LA CERIMONIA DI INIZIAZIONE

  18. Il circolo è vizioso: maggiori le ingiustizie e minori i diritti garantiti universalmente a tutti i cittadini, più grande il ruolo della politica clientelare e dell’economia mafiosa. • “La questione della criminalità organizzata e quella della corruzione non vanno perciò viste come “altro” dalla politica economica, ne sono una parte strutturale. C’è un forte legame tra la lotta alla speculazione finanziaria e ai paradisi fiscali e il contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia così come la politica del credito non riguarda solo “il sostegno alle imprese” ma è un potenziale attacco ad una delle fonti principali di finanziamento e riciclaggio delle mafie.”NOI , percio ’ dobbiamo scendere in piazza non solo per semplice solidarietà, ma perché tutta l’Italia non deve dimenticare quello che è successo, che vive dentro un contesto sociale caratterizzato da una cultura violenta e individualista, dall’assenza di politiche di tutela del territorio, dai tagli alla scuola, dalla precarietà dilagante che attanaglia le vite e il futuro della nostra generazione LA CRIMINALITA’: UN CIRCOLO VIZIOSO

  19. IL PIZZO ITALIANO LA DISTRIBUZIONE DEL PIZZO IN ITALIA

  20. Nonostante la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata sia stata da decenni all’ordine del giorno di tutti i governi italiani, probabilmente mafia e criminalità non sono mai state così influenti. La serie di arresti, i processi e maxi-processi, gli annunci di colpi decisivi portati alla mafia con l’arresto di un boss di primo piano, poi di un altro, si spezzano come le onde sugli scogli : la potenza della mafia, o meglio delle mafie si evidenzia dal loro crescente giro d’affari, dal controllo di settori dell’economia e anche dal fatto che evidentemente dispongono di numerose complicità a tutti i livelli del sistema politico. • Se i tentacoli della Mafia, come quelli dell’Idra di Lerna, risorgono man mano che vengono tagliati, è perché la Cosa nostra siciliana o la ’Ndrangheta calabrese, la Camorra napoletana o la Sacra Corona Unita pugliese, non solo hanno una vecchia storia ma ricavano dalla società, e più particolarmente dai circuiti economici del capitalismo, gli alimenti in cui trovano sempre nuove forze. LA MAFIA,LO STATO E L’ECONOMIA CAPITALISTA

  21. Nuovi interrogativi sembrano oggi porsi a proposito delle donne che vivono nell'universo mafioso perché madri, figlie, sorelle o mogli di uomini notoriamente mafiosi. L'attenzione su queste donne e sul ruolo che rivestono o hanno rivestito nel passato, in un mondo di cui è nota la rigida impronta patriarcale, è emersa con il fenomeno del pentitismo, quando molte di esse hanno dovuto rendere pubblica la loro scelta di rifiuto o di adesione alle decisioni del mafioso cui erano legate. Si sono viste così, ad esempio, madri che hanno ripudiato i figli affermando pubblicamente di considerarli morti perché "infami" o che, viceversa, insieme ad altre donne della famiglia, hanno scelto di seguire le sorti del pentito condividendone la fuga e l'abbandono di ogni legame con la passata identità. Trasformazioni radicali sono emerse anche nella risposta delle donne alla criminalità mafiosa: basti pensare alle molte che hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto e di denunciare gli omicidi dei loro parenti , o che hanno scelto di collaborare con la giustizia rompendo in modo drastico e definitivo non solo gli antichi codici del silenzio e della sottomissione ma anche quelli della vendetta . • Il rischio è infatti quello di costruire appositamente per le donne un vero e proprio reato di status in base alle relazioni familiari, che non distingua tra la responsabilità penale e la responsabilità morale. D'altra parte le garanzie non sono vuote parole, perché è proprio sulle garanzie che si fonda la possibilità di avvicinarsi alla verità processuale in modo corretto. • E' noto che alle donne è preclusa la formale affiliazione alla mafia, che è regolata da un rigido rituale . Alle donne sono consentiti però ruoli subalterni di supporto e di sostegno. Ciò che sembra essere profondamente cambiato, in questi anni, è la concreta modalità di tale sostegno, che si esplica, naturalmente, con i mezzi e nelle forme proprie di una società moderna. Con l'aiuto dei molti racconti di vita quotidiana fatti dai pentiti si è potuto peraltro delineare un ritratto meno stereotipato della presenza femminile nell'universo mafioso. La donna … partecipe della mafia

  22. L'impunità delle donne che "sanno" per reati come il favoreggiamento o la falsa testimonianza in favore di mariti o figli non esclude certo la loro riprovazione morale, che tuttavia è anch'essa giustificabile soltanto in concreto, caso per caso. Proprio per questo, tuttavia, la battaglia contro gli atteggiamenti omertosi - non sempre chiaramente distinguibili dalla solidarietà con i "prossimi congiunti" - è innanzitutto una battaglia culturale, civile e politica. Quegli atteggiamenti omertosi, propri delle culture mafiose che ben poco distinguono tra famiglie naturali e famiglie di mafia, sono stati spesso in questi anni, battuti grazie al coraggio e all'impegno collettivo di molte donne che a quelle culture si sono ribellate. Oggi ciò che dobbiamo comunque evitare è da un lato l'avallo dello slittamento semantico che, nella cultura mafiosa, identifica la "famiglia di mafia" con la famiglia naturale; dall'altro la confusione tra responsabilità morale e responsabilità penale, perché sia possibile promuovere la prima sul piano civile anche quando va riconosciuta, in omaggio alle garanzie, l'assenza della seconda. L’IMPUNITA ‘ DELLE DONNE

  23. IL DISCORSO DEL MAFIOSO IL DISCORSO DEL MAFIOSO

  24. Il bellum omnium contra omnem che si cerca di evitare incombe sempre, in maniera tragica e violenta … • Si cerca di evitare o di vendicare la violenza attraverso la violenza; si costruisce una società ed un sistema giuridico alternativo pur rimanendo al di fuori di qualsiasi etica (se non presunta) di giustizia. In questa contraddizione si può certamente inquadrare la discontinuità maggiore nella storia secolare della mafia, particolarmente la siciliana, la quale a partire dal 1979 si è resa protagonista di una feroce escalation terroristica a danno di magistrati, poliziotti, politici onesti e politici collusi, rompendo con il proprio passato di “prudente mimetismo all’ombra di poteri sociali e istituzionali verso i quali era opportuno e usuale un atteggiamento di collaborazione e che venivano sentiti come indissolubilmente superiori rispetto a sé”. Questa linea aggressiva ed eccezionalmente violenta ha distinto negli ultimi anni la mafia da ogni altro tipo di criminalità, almeno in Italia. • La società che noi chiamiamo Mafia si è sviluppata in maniera drastica, evolvendosi ed adattandosi elasticamente ai nuovi contesti della storia, promuovendo se stessa, violentemente, come una società dentro la società. • Per quanto riguarda il nostro paese, la mafia siciliana è stata distinta nel tempo dalla criminalità locale campana, detta Camorra e da quella della vicina Calabria, detta, con terminologia recente, ‘ndrangheta. Elemento fondamentale nella storia della mafia, volendosela figurare come un organo malato, è quello della sua interazione con l’organismo che la ospita: questa società sotterranea, nella sua dialettica con lo Stato, si ritrova spesso nel ruolo di interlocutrice, piuttosto che di avversaria. •  Scriveva nei primi del novecento il questore di Palermo Ermanno Sangiorgi: “i caporioni della mafia stanno sotto la tutela di Senatori, Deputati ed altri influenti personaggi che li proteggono e li difendono per essere poi, alla lor volta, da essi protetti e difesi”. IL BELLUM OMNIUM CONTRA OMNEM

  25. LA MAFIANEL TERRITORIO ITALIANO COME BEN SI PUO’ DENOTARE DAL GRAFICO IN ITALIA LA MAFIA INCUTE ANCORA TIMORE MAGGIORMENTE NEL NORD ITALIA,MENTRE NEL SUD QUESTA SI E’ INDEBOLITA GRADATAMENTE NEGLI ULTIMI TEMPI.

  26. GIOVANNI FALCONE • PAOLO BORSELLINO I SIMBOLI DELL’ANTI-MAFIA

  27. GIOVANNI FALCONE NASCE A PALERMO IL 18 MAGGIO 1939. SUBITO DOPO AVER OTTENUTO LA MATURITA’ LICEALE COMINCIA AD APPRENDERE,ANCHE SE IN MODO ALQUANTO DIFFICILE ,LA STRADA UNIVERSITARIA DELLA MAGISTRATURA. NEL 1978 COMINCIA A FAR PARTE DELLA POLITICA PALERMITANA E AFFIANCATO DAL SUO COLLEGA PAOLO BORSELLINO INIZIA AD ESAMINARE LA MAFIA IN SICILAI ,MA QUANDO I MAFIOSI CAPIRONO CHE SI STAVANO SCOPRENDO TROPPI SEGRETI DALL’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE ,DECISERO DI COMPLOTTARE LA SUA MOTRE ; TANTOCHE’ IL 23 MAGGIO 1992,MENTRE PERCORRE CON LA MOGLIE E GLI AGENTI SCORTA IL TRATTO DI CAPACI,MUORE SUBITO DOPO L’ESPLOSIONE DI BOMBE SOTTERRANEE CHE FECERO SCOPPIARE L’AUTO SU CUI VIAGGIAVA. • PAOLO BORSELLINO NASCE ANCHE LUI A PALERMO IL 19 GENNAIO 1940;COME FALCONE DOPO ESSERSI LAUREATO CON 110 E LODE,COMINCIO’ AD INTRAPENDERE LA VITA POLITICA ,ENTRANDO ANCHE LUI NELLA MAGISTRATURA ,CON LO SCOPO DI ABBATTERE LA MAFIA. QUANDO MORI’ FALCONE,SCONVOLTO, SCRISSE LE FAMOSE AGENDE ROSSE. IN QUESTE AGENDE SCRISSE QUELLO CHE LUI FACEVA E SCOPRIVA SULLA MAFIA SICILIANA:LI PORTAVA SEMPRE CON SE’, FINO A QUANDO NEL POMERIGGIO DEL 19 LUGLIO 1992 ,IN VIA D’AMELIO ,MENTRE ANDAVA AD INCONTRARE SUA MADRE,ACCOMPAGNATO DALLA SCORTA ,MUORE A CAUSA DELLO SCOPPIO DI SOSTANZE REATTIVE E NOCIVE CHE UCCISERO LO STESSO BORSELLINO E GLI AGENTI DELLA SCORTA GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO

  28. Gli uomini passano ,le idee restano: restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. UN LEGAME CHE LI LEGERA ‘ ETERNAMENTE

  29. GLI EROI DELLO STATO:BORSELLINO E FALCONE

  30. Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale. Giovanni Falcone, Cose di Cosa Nostra, 1991 • Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere. • Giovanni Falcone, Cose di Cosa Nostra, 1991 FALCONE E LE SUE IDEE …

  31. Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri. • Nella lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. • Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. BORSELLINO E LE SUE IDEE …

  32. LA VICINANZA DEL PENSIERO

  33. LA STARGE DI CAPACI • LA STARGE DI VIA D’AMELIO LE DUE STRAGI

  34. I DUE EROI DELLO STATO ITALIANO VERRANNO PER SEMPRE RICORDATI COSi’: RICORDARE PER NON DIMENTICARE

  35. RITA ATRIA … LA PICCIRIDDA DI PAOLO BORSELLINO

  36. Una donna vestita di nero, con il capo chino nascosto sotto un velo, nero anche esso, entra nel piccolo cimitero di paese, si avvicina alla tomba della figlia. La mano impugna un martello, un attimo di esitazione, e con violenza bestiale si accanisce sulla tomba, spacca il marmo dove è inciso il nome, strappa la fotografia di un’adolescente che sorride alla vita. In dialetto stretto inveisce contro la sorte, battendosi le mani al petto.   • Non andò neppure sua madre, cuore di ghiaccio e vetriolo che scorre nelle vene, l’aveva ripudiata e minacciata di morte perché quella figlia ribelle aveva “disonorato” la famiglia, le procurava imbarazzo a Partanna, villaggio del trapanese di scarse 12mila anime con sito archeologico che risale all’epoca paleolitica. Ma la storia più recente del paese l’ha fatta Vito Atria, potente boss locale, fino a quando una cosca rivale decide di farlo fuori.  • Alla morte del padre, Rita, appena undicenne, si lega al fratello Nicola, boss in erba, da lui cerca affetto e protezione. Nel giugno 1991 anche Nicola è trucidato dalla mafia. A questo punto sua moglie Piera Aiello decide di collaborare con la giustizia. Cinque mesi dopo anche Rita, seguendo l’esempio della cognata, chiede un incontro con il giudice Paolo Borsellino. Le loro deposizioni consentono di fare arrestare diversi mafiosi e di avviare un’indagine sull’assai discusso Vincenzino Culicchia, per trent’anni sindaco, padre/padrone di Partanna. Il giudice Borsellino “adotta” la picciridda Rita, la ragazza trascorre molto tempo con lui e la moglie, come una di famiglia. Quale migliore rifugio dall’orrore mafioso? Rita, di base, vive sotto protezione a Roma, indirizzo segretissimo.  • Una settimana dopo la strage di via d’Amelio, Rita si uccide lanciandosi dal settimo piano. Aveva di nuovo perso ogni affetto, ogni senso di famiglia. Il suo unico punto di riferimento. Non ce l’ha fatta a ricominciare daccapo. Questo il suo laconico messaggio lasciato vent’anni fa. Sembra scritto ieri. • Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. • Tutti hanno paura ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. • Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarci. • Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta. Rita  RITA ATRIA

  37. LE ISTITUZIONI ANTI-MAFIA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTI-MAFIA DIREZIONE GENERALE E INVESTIGATIVA ANTI-MAFIA TESTIMONE DI GIUSTIZIA LE ISTITUZIONI ANTI-MAFIA

  38. LE ISTITUZIONI ANTI-MAFIA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTI-MAFIA DIREZIONE GENERALE E INVESTIGATIVA ANTI-MAFIA TESTIMONE DI GIUSTIZIA LE ISTITUZIONI ANTI-MAFIA

  39. ESEMPIO: ORDINE E POTERE DEL TRIBUNALE SICILIANO DI GIUDIZIO DEL MAFIOSO

  40. … VAL DI SUSA …

  41. LA MAFIA INTERAGISCE ANCHE CON LA SOCIETA’ LEGALE ,CON INVESTIMENTI VARI

  42. … PALERMO … • POESIA DI ALMA XHINDOLE,POETESSA ITALO-RUSSA DI TESTI POETICI DI TRADIZIONE ITALIANA: • DUE LEONI … DUE LEONI PALERMO PARTORI’ CHE CORRONO NEI LABIRINTI DELLA GIUSTIZIA A STRACCIARE I PENSIERI DI COSA NOSTRA, A SBRANARE LA MALVAGITA’ A MORSI DUE LEONI PALERMO PARTORI’ A DARE ORDINE ALLO ZOO DELLA SOCIETA’, A SALVAGUARDARE UN CUCCIOLO DI PANDA LA “SPERANZA” ESSERE MITE,INDIFESO. DUE LEONI PALERMO PARTORI’ E LE STELLE ZITTISCONO DI TALE CORAGGIO, COME I FAMOSI FIGLI DELLA LUPA FIERI AVANZANO NELLA STORIA,PERCHE’ … “CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO” E CHI NON NE HA … VIVE IN ETERNO.

  43. ESPOSITO CHIARA • 3D • ISTITUTO COMPRENSIVO G . PASCOLI SILVI(TE) FINE

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