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Wilfred Ruprecht Bion (Muttra, India 1897 - Oxford, UK 1979)

Wilfred Ruprecht Bion (Muttra, India 1897 - Oxford, UK 1979). Francesca Marone.

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Wilfred Ruprecht Bion (Muttra, India 1897 - Oxford, UK 1979)

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Presentation Transcript


  1. Wilfred Ruprecht Bion (Muttra, India 1897 - Oxford, UK 1979) Francesca Marone

  2. La situazione psicoanalitica stimola delle sensazioni molto primitive, incluse le sensazioni di dipendenza e di isolamento; sono entrambe delle sensazioni sgradevoli. Perciò non c'è davvero da meravigliarsi se un membro della coppia, e probabilmente tutti e due, sono consapevoli del fatto che la zattera psicoanalitica a cui si attaccano nella stanza d'analisi - naturalmente molto ben mascherata e con sedie confortevoli e ogni comodità moderna - nondimeno è una zattera precaria in un mare tumultuoso. (W. R. Bion, Seminari Italiani, 1983, p. 33)

  3. Wilfred Ruprecht Bion giunse tardi alla psicoanalisi come professione. Dopo una breve parte dell'infanzia passata in India, paese di cui ebbe poi sempre nostalgia, approdò in Inghilterrra all'età di otto anni per andare in collegio. Finita la scuola superiore, combatté nelle Fiandre durante l'ultimo anno della Grande Guerra e fu decorato al valore militare. Dopo la guerra, si laureò in storia all'Università di Oxford, insegnò per un breve periodo, poi intraprese studi di medicina all'Università di Londra.

  4. Conseguito l'esame di stato, iniziò ad interessarsi di psicoterapia e frequentò la Tavistock Clinic fin dal 1932. Intraprese un'analisi con John Rickman nel 1938, che fu interrotta dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Bion e Rickman, in quanto psichiatri militari, si trovarono a lavorare insieme all'ospedale militare di Northfield, luogo in cui Bion cominciò a sviluppare la teorizzazione sui gruppi (cfr. "Esperienze sui gruppi“). Anche se dopo gli anni cinquanta Bion non lavorò più con gruppi terapeutici, la sua percezione del singolo come fermamente radicato nel gruppo permea tutto il suo lavoro di psicoanalista.

  5. Intraprese un'analisi con Melanie Klein nel 1945 e divenne rapidamente una figura di spicco nella Società Psicoanalitica Britannica (Direttore della Clinica Psicoanalitica londinese dal 1956 al 1962 e Presidente della Società dal 1962 al 1965). Si trasferì a Los Angeles nel 1968 e tornò in Inghilterra pochi mesi prima di morire nel novembre del 1979.

  6. Bion sarà, in seno al gruppo dei kleiniani, più un continuatore che un discepolo, conservando sempre la sua indipendenza e dando prova di una grande originalità. Il suo contributo più significativo risale agli anni ’60 allorchè mette a punto la sua teoria del pensiero e del funzionamento dell’apparato per pensare i pensieri.

  7. Gli interessi teorici e clinici di Bion si sono mossi lungo tre assi che si sono continuamente intersecati nel corso degli anni, essi sono stati: il funzionamento dei piccoli gruppi, i meccanismi della psicosi e la differenziazione tra il funzionamento psicotico e quello nevrotico, infine il processo della conoscenza.

  8. La ricerca sui gruppi che è storicamente la più antica si è associata a quella sui meccanismi psicotici attraverso la questione della mente primordiale il così detto funzionamento protomentale.Lo studio delle differenze tra il funzionamento psicotico e quello nevrotico e del passaggio dall’uno all’altro incrocia il problema del pensiero e del processo della conoscenza.

  9. Tutta l’opera di Bion deve essere intesa come uno sforzo ininterrotto di cogliere e di mettere in forma l’esperienza psichica che avviene nella stanza d’analisi. Si tratta di un’esperienza relazionale ovvero della relazione tra la psiche dell’analista e quella dell’analizzante . È quindi il controtransfert a venire in primissimo piano e la “griglia” e il suo uso sono strumenti per la formazione del controtransfert ovvero ingredienti atti alla formazione della pellicola di pensiero nella quale prendono forma le esperienze psichiche.

  10. Il pensiero di Bion si inserisce a pieno titolo all'interno della riflessione sui rapporti tra psicoanalisi scienze, filosofiche, matematiche ed epistemologiche, giacché lo stesso Bion ricorre a modelli geometrico-matematici per mettere a punto nuove modalità di interpretazione del funzionamento dell'apparato per pensare i pensieri: la mente, lasciando sovente il lettore un po’ smarrito. 

  11. Nel così detto periodo “epistemologico” che va dal 1962 di Apprendere dall’esperienza al 1970 di Attenzione ed interpretazione Bion, come ha scritto Meltzer, non si occupa di teorie psicoanalitiche della personalità ma di teorie della osservazione psicoanalitica della personalità, attinenti al processo della conoscenza dei fenomeni psichici e, quindi, che implicano la necessità di pervenire ad una teoria della formazione e del funzionamento del pensiero ovvero alla conoscenza del processo della conoscenza.

  12. Bion ha riconosciuto il fatto che al di sotto di tutto c’era quello che egli ha chiamato l’oggetto analitico - O - le rappresentazioni del quale potevano venire descritte nella seduta attraverso i significati che si sviluppano dalla relazione.

  13. La convinzione di Bion è che l’unico modo di conoscere la realtà psichica è intuirla, e che conoscere O è possibile solo divenendo O, per questo motivo ha affermato che essere senza memoria e desiderio è lo stato mentale che prepara l’analista alla successiva seduta clinica.

  14. O L’introduzione di O è apparsa per la prima volta in Trasformazioni(1965) ed è stata elaborata successivamente in Attenzione ed interpretazione. Bion definisce O in questo modo: “Userò il segno O per indicare la realtà ultima rappresentata da termini come realtà ultima, verità assoluta, divinità, infinito, cosa in sé (1970, p.39).

  15. Il mezzo tramite cui l’indifferenziato diventa differenziato - ovvero come la verità viene resa manifesta- è rappresentato dalla “griglia” che costituisce un tentativo di descrivere lo sviluppo progressivo del pensiero dai livelli concreti a quelli altamente astratti.

  16. La griglia si occupa della forma delle affermazioni fatte sia dall’analista che dal paziente e dell’uso che se ne fa in seduta; quindi è un tentativo di rappresentare gli elementi del pensiero nel processo di sviluppo e nel loro uso. La funzione della psicoanalisi è quella di spiegare questo sviluppo.

  17. Essa è composta di due assi e i punti rilevati su questi ultimi derivano dalla natura delle affermazioni fatte nella seduta, le interpretazioni dell’analista o le associazioni del paziente o entrambe. È un tentativo di spiegare le nostre attività di pensiero focalizzando l’attenzione su ciò che sta accadendo nella seduta analitica.

  18. La "Griglia” L’asse d’uso/orizzontale rappresenta i possibili usi dei singoli elementi: • Ipotesi definitorie • La notazione • L’attenzione • L’indagine • L’azione • Legame -K

  19. L’asse genetico/verticale rappresenta la successione degli elementi psichici graduati per complessità evolutiva, dalla loro matrice primitiva alla loro forma più astratta.

  20. La "teoria del pensare" Secondo Bion il pensare risulterebbe dall'esito favorevole di due processi psichici distinti: la formazione dei pensieri e l'evoluzione di un apparato utile alla loro elaborazione (Pensieri+Funzione pensiero). Bion sottolinea come nel suo modello teorico il pensare sia un evento successivo alle “richieste imposte dalla esistenza di pensieri” e come la patologia possa interessare sia l'evoluzione dei pensieri in quanto tali, sia l'apparato per pe­nsare i pensieri, sia entrambi gli aspetti.

  21. Lo schema genetico si articola per Bion come segue: -->Realizzazione --> Concezione / \ Preconcezione----> Concetto \ / -->Frustrazione --> Pensiero

  22. Preconcezionecorrisponde al concetto kantiano di pensiero vuoto; ha un significato di precursore da saturare, di pre­disposizione.

  23. Concezioneè il risultato dell'incontro di una preconcezione con un dato di realtà (realization). Le concezioni sono quindi obbligatoriamente connesse con una esperienza di soddisfacimento.

  24. In Bion l'interpretazione è sempre descritta come trasformativa in quanto tendente a transitare dal sistema della conoscenza kappa al sistema O, cioè "essere" all'unisono con la verità ultima, piuttosto che interagire con. Quando i contenuti mentali dell'analista e le scale del suo lavoro come contenitore analitico scorrono simultaneamente lungo le due coordinate della Griglia, lo stato mentale da cui l'interpretazione è generata è ancorato al sistema "senza memoria, senza desiderio, senza comprensione".

  25. Tale stato mentale ricerca le valenze con cui legarsi per sviluppare nuovo lavoro da immettere nel processo trasformativo e metabolico. Transitando per tale stato sognante e metabolico, la concezione che potrebbe presentarsi o formarsi per incontrare una preconcezione che non sapeva di essere lì (nella mente dell'analsta o nella relazione analitica) ma è pronta ad attivarsi per l'incontro con essa, non ha qualità di saturazione, bensì consente di fare una realizzazione che contiene nuovi processi trasformativi. Poi il sistema riparte.

  26. Solo se vi sono le condizioni per lo sviluppo di una sufficiente capacità di tollerare la frustrazione "il non-seno diventa pensiero: questo pensiero mette a sua volta in azione un processo - la facoltà di pensare", in altre parole l’assenza – pensata! – dell’oggetto stimola a formulare pensieri rivolti a ottenere la presenza dell’oggetto stesso.

  27. Si ricorda anche che con il termine concetto Bion intende, come nella logica classica, uno stadio di maggiore generalizzazione delle concezioni o dei pensieri, che possono così applicarsi non solo al caso particolare, ma ad una categoria ed essere contrassegnati da un nome.

  28. Nel caso il soggetto non tolleri la frustrazione, per ragioni endogene e/o ambientali, risulta impossibile attuare una modificazione della frustrazione e non resta che utilizzare un sistema di evacuazione della non-cosa, vissuta come un oggetto concreto di cui bisogna sbarazzarsi al più presto attraverso una espulsione "fisica" dal Sé. In questo modo "si arresta anche lo sviluppo dell'apparato per pensare i pensieri e, al suo posto, si accresce in modo eccessivo quello dell'apparato per l'identificazione proiettiva" (I.P.).

  29. Una condizione intermedia fra tolleranza della frustrazione e fuga dalla stessa mediante evacuazione dell'intero apparato per pensare i pensieri, può essere considerata, per Bion, quella che comporta lo sviluppo di onnipotenza, un prodotto mentale utilizzato come sostituzione delle esperienze intollerabili connesse alla realizzazione negativa (assenza).

  30. W. R. BION • PRIMO MODELLO DI SVILUPPO DELLA PERSONALITA’ • [ APPRENDERE DALL’ESPERIENZA (1962) ] CRESCITA DELLA PERSONALITA’ ELABORAZIONE DEL PENSIERO IN FORME PIU’ MATURE ELEMENTI ALFA PENSIERI ONIRICI QUALUNQUE AFFEZIONE INTERESSI LA MENTE PENSIERO PRECONCEZIONI CONCEZIONI CONCETTI SISTEMA SCIENTIFICO DEDUTTIVO CALCOLO ALGEBRICO

  31. W. R. BION • ELEMENTI BETA AFFERENZE SENSORIALI ED EMOTIVE GREZZE, << COSE IN SE’ >> DA UNA PARTE MANIFESTANO LA VITALITA’ E L’ENERGIA DELL’ORGANISMO OCCORRE DARE AD ESSI UN SIGNIFICATO, UNA FORMA, ALTRIMENTI EROMPONO IN MANIERA DISTRUTTIVA DALL’ALTRA CAPACITA’ DI METABOLIZZARE SENSAZIONI ED EMOZIONI GREZZE • FUNZIONE ALFA ELABORAZIONE DI PENSIERI ELEMENTI ALFA IMMAGINI VISIVE SCHEMI UDITIVI E OLFATTIVI MATERIALE UTILIZZABILE DAI PENSIERI ONIRICI, DAL PENSIERO INCONSCIO DI VEGLIA, DALLA BARRIERA DI CONTATTO, DALLA MEMORIA

  32. W. R. BION E’ ESPRESSIONE DI UN DINAMISMO BIOPSICOLOGICO DELL’ORGANISMO FINALIZZATO ALLA FORMA, ALL’ORDINE PERMETTE IL PASSAGGIO DALLA PRECONCEZIONE ALLA CONCEZIONE FORMA DI PENSIERO CONSISTENTE IN UN’ASPETTATIVA • PRECONCEZIONE SCHEMA CHE PREFIGURA L’OGGETTO SODDISFATORIO • CONCEZIONE INCONTRO DELLA PRECONCEZIONE CON IMPRESSIONI SENSORIALI A ESSA ADEGUATE SATURAZIONE DELLA PRECONCEZIONE PENSIERO (CONCEZIONE DELL’OGGETTO SODDISFACITORIO)

  33. W. R. BION • CAPACITA’ DEL BAMBINO DI SOPPORTARE LA FRUSTRAZIONE IMPORTANTE PER L’ESERCIZIO DELLA FUNZIONE ALFA FALSA PRESENZA DI UN OGGETTO IRREALE, CATTIVO, NON-COSA MANCANZA DELLA FUNZIONE ALFA INCAPACITA’ AIUTA LA FORMAZIONE DELLA FUNZIONE ALFA • MADRE FAVORISCE L’INTROIEZIONE DELL’OGGETTO BUONO E LA FORMAZIONE DELLE STRUTTURE E FUNZIONI MENTALI PONENDOSI COME CONTENITORE DEGLI ELEMENTI BETA CHE IL BAMBINO PROIETTA IL LEI BONIFICA I MOMENTI DI TERRORE DEL BAMBINO DOTE DI IMMEDESIMARSI CON UN PENSIERO PRECONCETTUALE, EMPATICO, NEI VISSUTI DEL PICCOLO, RESTITUENDOGLIELI RIELABORATI REVERIE COMUNICAZIONE VISCERALE TRA MADRE E BAMBINO

  34. W. R. BION • MITO FA PARTE DELL’APPARATO PRIMITIVO DEGLI STRUMENTI DI APPRENDIMENTO DI CUI DISPONE L’INDIVIDUO LE PARTI SONO TENUTE ASSIEME IN UN SISTEMA CONSENTE DI METTERE ORDINE NELLA CONOSCENZA DEL MONDO, ORGANIZZANDO LE TRAME DEI RAPPORTI TIPICI TRA GLI INDIVIDUI UN A PRIORI BIOLOGICO-CULTURALE DELLA CONOSCENZA E DEL COMPORTAMENTO SOCIALE UMANI • BARRIERA DI CONTATTO ZONA DI PASSAGGIO DOVE I PROCESSI MENTALI POSSONO TRANSITARE SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITA’ DA UN’AREA ALL’ALTRA

  35. W. R. BION FATTORI INTRINSECI AL LEGAME, SUBORDINATI ALLA CONOSCENZA (K) • ODIO (H) E AMORE (L) DISGREGAZIONE DELLA FUNZIONE DEL PENSIERO OPPOSTO QUALITA’ DEL LEGAME CHE SI INSTAURA TRA DUE SOGGETTI • K, L, H COMPONENTI DEL LEGAME DINAMICO DINAMICA DELLO SVILUPPO INTERAZIONE DI CONTENITORE-CONTENUTO DUE TIPI DI OPERAZIONI PS D ( OSCILLAZIONE OTTENUTA GENERALIZZANDO LE DUE POSIZIONI KLEINIANE )

  36. W. R. BION • SVILUPPO COME TRASFORMAZIONE • [ TRASFORMAZIONI (1965) ] • [ ATTENZIONE E INTERPRETAZIONE (1970) ] IN ESSO NON C’E’ ANCORA SOGGETTO E’ SEDE DI UNA PSICHICITA’ INDIFFERENZIATA O VERITA’ ASSOLUTA AREA CUI ATTINGE IL MISTICO, IL GRANDE ARTISTA, LO SCIENZIATO GENIALE, IL CAPO CARISMATICO, OGNI PERSONALITA’ FORTEMENTE INNOVATIVA ELABORA UN’IDEA NUOVA RIPARTENDO DALLE ORIGINI DIFFICOLTA’ DEL GRUPPO DI LAVORO A CONTENERE LO SCONVOLGIMENTO CHE VIENE DAL NOVATORE CHE E’ (STATO) IN CONTATTO CON O

  37. L'onnipotenza può esprimersi come onniscienza, che sostituisce la capacità di apprendere dall'esperienza attraverso il pensare: il risultato - dice Bion - sarà un difetto di attività psichica preposta alla discriminazione fra vero e falso. Questa funzione discriminante viene sostituita dalla produzione di "osservazioni dittatoriali" circa il giusto e lo sbagliato che non tengono conto della realtà e sono una emanazione della parte psicotica della personalità.

  38. La tolleranza del dolore e del dispiacere è una pre-condizione perché l'individuo mantenga vincoli K (di conoscenza).In "Una teoria del pensiero" (1962), W. Bion aggiunse una nuova dimensione al pensiero. Il pensiero ha la funzione di creare significati (meanings), oltre a quella di esaminare e risolvere conflitti emozionali.

  39. La mente non è più considerata solamente come un'entità di adattamento al mondo esterno, ma come un mondo significativo nel quale avviene la crescita della personalità. Il pensiero a partire dalle emozioni costituisce, pertanto, la materia prima della crescita personale.

  40. Bion non considerava sufficiente il concetto del conflitto amore/odio per sviluppare una teoria a proposito della sua pratica clinica, che gli rivelava problemi legati all'emozione e all'anti-emozione. Sviluppò una teoria degli affetti che distingue tre tipi di vincoli nei rapporti intimi:- vincolo di amore (L) e anti-amore (-L)- vincolo di odio (H) e anti-odio (-H)- vincolo di conoscenza (K) e anti-conoscenza (-K)

  41. Bion si soffermò, inoltre, sulla qualità del legame esistente tra la mente che offre contenimento (es. quella della madre) e i contenuti che in essa vengono introdotti, evidenziando che questo legame rispetto ai “contenuti” ha tre potenzialità: “L” -amore, “H” -odio, “K” -desiderio di conoscerli: cioè “la madre a seconda dei casi amerà il suo bambino, lo odierà o si scoprirà intenta a cercare di comprendere ciò che egli sta provando, sentendo e pensando. Ai fini dello sviluppo del pensiero, il legame K è il più importante”(Hinshelwood ,1989, p. 555).

  42. Bion ha una visione epistemologica della funzione parentale. La madre deve realizzare funzioni mentali, perché il bebè possa, con l'introiezione graduale di queste funzioni nei suoi oggetti interni, imparare a realizzare tali funzioni da solo. Secondo Bion, la mente si sviluppa attraverso l'acquisizione della conoscenza di se stessi e dei propri oggetti interni ed esterni. È il passaggio dall'ignoranza alla sapienza. È una crescita che va dalla dipendenza assoluta dalle funzioni parentali all'autonomia mentale, e che si serve del rapporto di conoscenza fra il Sé e gli oggetti interiorizzati.

  43. Secondo questa teoria, l'esperienza emozionale si trasforma in pensiero onirico ogni volta che il vincolo di conoscenza (K) é presente. Tale trasformazione avviene attraverso un misterioso processo di ciò che chiama funzione Alfa, e l'esperienza diventa inizialmente una immagine onirica. In questo modo l'immagine onirica è il primo pensiero, è la prima pietra simbolica del significato dell'esperienza emozionale, è la pietra fondamentale su cui si basano tutti gli altri livelli possibili di pensiero più elaborato (astrazioni e generalizzazioni).

  44. Le prime realizzazioni della funzione alfa nella vita dell'essere umano sono opera della madre. Con l'allattamento, il bebè è alimentato allo stesso tempo dal latte e dal funzionamento della mente della madre. Ella trasmette al bebè per mezzo degli occhi, della voce, del modo di tenerlo in braccio, un "qualcosa" che ha elaborato nella mente a partire da ciò che ha percepito nel bebè, un "qualcosa" in forma simbolizzata che gli offre la possibilità di avere un'immagine onirica, e capire e dare significato a ciò che prova, dando inizio a un pensiero.

  45. W. Bion sottolinea la matrice comune dei pensieri consci e inconsci nella funzione alfa, in quella funzione cioè che ci permette di 'sognare' gli oggetti e di vederli quindi rappresentabili o, per dirla con Bion, 'pensabili'. La funzione alfa crea sia i pensieri consci che quelli inconsci. Nel modello bioniano la tensione più forte non è quella creata tra conscio e inconscio, ma quella che si crea tra l'ambito del pensabile (conscio e inconscio) e l'ambito di ciò che non è pensabile, di ciò che rimane scarica adrenalinica o percezione corporea 'indigerita'.

  46. La mente si dà per Bion come un fenomeno interpersonale: il sorgere del pensiero si ha nell'assenza dell'oggetto, ma è solo mediante la rêverie della madre e l'azione della sua funzione, che vicaria quella non ancora in atto del bambino, che può strutturarsi quel "contenitore per pensare i pensieri" indispensabile alla vita psichica del soggetto.

  47. L'individualità si viene dunque a costituire a partire da un originario livello, del quale madre e bambino compartecipano, che Bion denota col termine di "protomentale", la cui azione non si esaurisce però esclusivamente nel delicato processo del costituirsi del pensiero: la sua tangibile presenza è constatabile mediante l'osservazione delle situazioni nelle quali il soggetto si trova in un gruppo, inserito in una complessa rete di comunicazioni che non si danno solo a livello cosciente e manifesto ma anche a livello inconscio, come testimonia il sorgere di quegli "assunti di base" su cui Bion ha saputo attrarre la nostra attenzione.

  48. La vita psichica individuale, secondo il pensiero di Bion (1962b) nasce nella relazione con la mente della madre o di un suo sostituto, che funge da contenitore , e trasforma, tramite la funzione alfa , le esperienze perturbanti in altre più digeribili per la mente nascente del piccolo. Tale funzione attiverebbe le innate tendenze estetiche , proprie dell'essere umano, che si esprimerebbero nel desiderio di conoscenza e di relazioni appassionate, alla base dello sviluppo del pensiero e del linguaggio.

  49. La madre rielabora le emozioni del bambino e gliele restituisce dotate di senso: cioè ha la funzione di elaborare i contenuti mentali (Bion la chiama funzione di reverie), in un primo momento come mente vicaria al posto di quella del bambino e, successivamente, trasmettendo a quest’ultimo la capacità di mentalizzare autonomamente i dati sensoriali e di donare di senso le emozioni che sembrano incomprensibili, fornendo loro uno "spazio mentale".

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