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Il finanziamento di Roma Capitale

Il finanziamento di Roma Capitale. Seminario dei Gruppi di Centrosinistra della Provincia di Roma, 19.10.2009 Relazione di Marco Causi. Risorse aggiuntive per Roma Capitale.

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Il finanziamento di Roma Capitale

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Presentation Transcript


  1. Il finanziamento di Roma Capitale Seminario dei Gruppi di Centrosinistra della Provincia di Roma, 19.10.2009 Relazione di Marco Causi

  2. Risorse aggiuntive per Roma Capitale Nell’art. 24, comma 5, della legge 42/2009 si prevede la: “assegnazione di ulteriori risorse a Roma Capitale, tenendo conto - delle specifiche esigenze di finanziamento derivanti dal ruolo di Capitale della Repubblica, previa la loro determinazione specifica, - e delle funzioni di cui al comma 3”, e cioè delle ordinarie funzioni aggiuntive trasferite al Comune di Roma Capitale.

  3. Le risorse aggiuntive: come arriveranno? • Proposta elaborata in precedente legislatura (Prodi-Padoa Schioppa, AC 3100) prevedeva esplicitamente l’assegnazione a Roma Capitale di “specifiche quote di tributi erariali”. • Con la legge 42 questo esito è possibile (e preferibile, dal punto di vista dell’autonomia degli amministratori di Roma), ma è possibile anche far confluire queste risorse negli “interventi speciali”, mantenendole quindi al rango di trasferimenti. • Non è il solo arretramento: Prodi-Lanzillotta (AC 1464) prevedeva un potere regolamentare del “nuovo” Comune “anche in deroga a specifiche disposizioni legislative”. • E’ vero quindi che il centrodestra ha mandato in porto la riforma, ma ha ottenuto meno di quello che il centrosinistra era disposto a fornire a Roma Capitale.

  4. Le risorse aggiuntive: come calcolarle? • E’ necessario un calcolo trasparente e metodologicamente corretto dei “costi” che il territorio urbano sopporta in relazione alle funzioni della Capitale. • Bisogna andare oltre i calcoli effettuati in precedenza, e prendere in considerazione l’intero assetto dei servizi urbani, sia per la parte gestionale che per quella infrastrutturale. • Ragionare intorno a legge 396/1990: verrà assorbita? • Ragionare intorno agli strumenti ordinari (perequazione per servizi essenziali e funzioni fondamentali, perequazione infrastrutturale, perequazione degli investimenti in tpl): conviene mettere tutto sotto il cappello di Roma Capitale?

  5. Agenda politica • Incalzare il Sindaco affinchè la procedura di calcolo proposta dal Comune allo Stato in vista della redazione dei decreti legislativi sia il più possibile trasparente e condivisa, ad esempio: • coinvolgendo le Università ed esperti indipendenti • portandola in Consiglio Comunale • concertandola con Provincia e Regione

  6. Roma Capitale e piano di rientro • Difficoltà da sciogliere è l’intreccio fra attuazione del federalismo fiscale e piano di rientro del Comune. • I 500 milioni sono stati erogati come “anticipazione” sull’attuazione di Roma Capitale. Oggi il conflitto fra Comune e Ministro dell’economia è tutto qui, perché il Ministro dell’economia non ritiene di dover dare nulla oltre i 500 milioni (ad esempio, ha definanziato la 396, che Prodi aveva rimpinguato nel 2007-2009 con 600 milioni), mentre il Comune si è reso conto (?) che il piano di rientro non consente il finanziamento dei servizi e degli investimenti necessari alla città. • La 396 peraltro provvede una finanza speciale destinata non soltanto al Comune, ma anche agli altri soggetti pubblici competenti per le infrastrutture a Roma (Provincia, Regione, Anas, FFSS, Mibac, ecc.). Un suo assorbimento dentro il Comune di Roma Capitale è fortemente discutibile.

  7. Roma normale e Roma Capitale • La legge 42 ha forti impatti anche sul Comune di Roma come Comune “normale”. • Reca in sé una nuova “grammatica” nei rapporti finanziari Stato-Regioni-Enti locali: • Abolizione dei “trasferimenti”, esclusi quelli di tipo perequativo o quelli previsti in Costituzione come “interventi speciali” • Regioni: servizi essenziali e non essenziali. Servizi essenziali “protetti” da definizione del “livelli essenziali delle prestazioni” • Province e Comuni: funzioni fondamentali e non fondamentali • Livelli essenziali delle prestazioni “eventualmente connessi” alle funzioni fondamentali di Province e Comuni

  8. Una nuova “grammatica” • Metodo dei costi standard e dei fabbisogni standard • Finanziamento integrale garantito per le funzioni fondamentali, con un metodo sintetico che mette insieme quote capitarie con fabbisogni standard • Obiettivi di servizio, patto di convergenza, procedure di accompagnamento per gli enti divergenti • Possibilità di interventi perequativi da parte delle Regioni sui sistemi delle autonomie locali

  9. Il finanziamento di Comuni e Province • Funzioni fondamentali Comuni: tributi propri legati alle basi imponibili immobiliari (con esclusione prima casa), compartecipazioni all’Iva e all’Ire, fondo perequativo approvvigionato da fiscalità generale. • Funzioni fondamentali Province: tributi propri legati al trasporto su gomma, compartecipazione all’Iva o all’Ire, fondo perequativo approvvigionato da fiscalità generale. • Funzioni non fondamentali Comuni e Province: tributi propri, compartecipazioni al gettito di tributi erariali o regionali, fondo perequativo basato sulla capacità fiscale, e cioè incompleto (e non si sa come approvvigionato) • Tributi di scopo

  10. Le questioni rilevanti per Roma e Lazio: una prima agenda • Lazio è territorio in surplus fiscale. Residuo fiscale è positivo ed è il secondo in Italia dopo Lombardia: 2470 euro per abitante, circa 5,5 miliardi in complesso (fonte Bankitalia). • Punto politico è importante: Roma/Lazio non possono assumere atteggiamento leghista (ad ognuno le sue tasse), ma devono mantenere ruolo di garanzia dell’unità nazionale. • Roma deve, però, ricordare che è sempre stata sottofinanziata per i servizi e le infrastrutture di rango urbano e territoriale.

  11. Perequazione • In ogni caso, per i servizi non essenziali della Regione e per le funzioni non fondamentali di Province e Comuni Roma e Lazio non avranno accesso ai fondi perequativi “incompleti”, ma dovranno basarsi sullo sforzo fiscale locale delle comunità amministrate, ferma restando la conversione degli attuali trasferimenti statali in addizionali e compartecipazioni ad adeguate aliquote di equilibrio.

  12. Regione • Servizi essenziali erogati da Regione Lazio (lettera m, metodo l.e.p.): c’è qualche disequilibrio? Ad esempio, fra sanità (sopra costi standard) e assistenza (sotto costi standard)? • Ruolo della Regione per il sistema della finanza locale: compartecipazioni e addizionali ai gettiti di tributi regionali, sistemi di perequazione di secondo livello.

  13. Province-Comuni • Lavorare sui “l.e.p.” delle funzioni fondamentali: chi vuole bloccare il potenziale riformista della legge 42 lo farà rimandando sine die la definizione dei “l.e.p.” • Lavorare, nella “carta delle autonomie”, sulla definizione delle funzioni fondamentali e non. Il caso della cultura. • Nel caso del Lazio, affrontare il tema dei circuiti finanziari Regione-Province-Comuni. • Lavorare su trasporto pubblico locale, dove la legge 42 prevede una perequazione nazionale completa per gli investimenti e incompleta per la gestione e apre così la strada ad un circuito finanziario più garantista per gli enti decentrati (il caso della crisi finanziaria del Comune di Roma nel 2006-2008 è un aspro insegnamento). • Lavorare su “federalismo demaniale”, dove peraltro Roma Capitale ha una corsia preferenziale. • Lavorare sui modelli di autonomia dei Municipi di Roma

  14. Conclusioni • Roma non è solo Capitale • Essendo la riforma di Roma Capitale della legge 42 meno “autonomistica” di quanto si era pensato in passato, resta la necessità per Roma di una forte concertazione con le altre istituzioni locali, e in primo luogo con la Regione e la Provincia

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