1 / 24

La nave ammiraglia dell’amore capitolo 2 2parte

La nave ammiraglia dell’amore capitolo 2 2parte. “L’amore è paziente” (1Corinzi 13:4). Vedi la gente che si nasconde in casa? Siamo noi. Quelli acquattati nella tromba delle scale? Siamo io e te.

odessa
Download Presentation

La nave ammiraglia dell’amore capitolo 2 2parte

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La nave ammiraglia dell’amore capitolo 2 2parte “L’amore è paziente” (1Corinzi 13:4)

  2. Vedi la gente che si nasconde in casa? Siamo noi. Quelli acquattati nella tromba delle scale? Siamo io e te. Ci nascondiamo dai creditori. È la vigilia dello sfratto. La banca ci ha concesso un solo giorno per pagare l’ipoteca. Gli agenti delle carte di credito si sono accampati sul prato davanti alla casa. Gli strozzini hanno il nostro numero in composizione rapida. Ma noi siamo falliti. L’acqua è stata staccata, l’auto è stata ripresa, i mobili sono stati confiscati e adesso il funzionario delle imposte sta bussando alla porta. Esige il pagamento di tasse arretrate. “So che siete in casa. Aprite!” E noi apriamo. Ci dice a quanto ammonta il nostro debito e noi gli ricordiamo che dalle rape non si ottiene sangue. Menziona il carcere e a questo punto un letto caldo lontano dai creditori non suona poi così male.

  3. Proprio mentre si accinge a chiamare lo sceriffo, il suo cellulare squilla. È Washington. Il presidente vuole parlarci, vuole una spiegazione da parte nostra. Noi non ne abbiamo, non abbiamo modo di difenderci. Possiamo soltanto supplicarlo di avere pazienza. Lui ascolta in silenzio e poi chiede di ripassargli l’agente. Mentre il presidente parla, il funzionario annuisce con il capo e dice: “Sissignore…Sissignore”. Poi chiude la conversazione e guarda prima verso di te e quindi verso di me. “Non so chi conoscete, ma il vostro debito è pagato”, dice strappando i documenti e lasciando cadere a terra i frammenti di carta.

  4. Forse non sapevi che Dio ha fatto per noi proprio questo. Forse nessuno ti ha mai parlato “della sua pazienza e della sua costanza” nello spingerti al ravvedimento (Romani 2:4). Magari ti sei addormentato il giorno in cui il pastore ha letto: (Salmo 103:8). Se è così, non fa meraviglia che tu sia stato impaziente. Il fallimento può tirar fuori il peggio dai migliori di noi. Sai cosa hai bisogno di fare? Esci sulla veranda. Mettiti lì dove stava il tizio delle imposte e osserva i documenti strappati, tutti quei frammenti di carta sparpagliati sul prato. Fissa la prova della pazienza di Dio. Eri indebitato! Quelle volte in cui hai usato il suo nome soltanto per imprecare? Dio avrebbe potuto infuriarsi con te. Ma non lo ha fatto. Era paziente con te.

  5. E le migliaia di tramonti per cui non lo hai mai ringraziato? Avrebbe potuto decidere di razionarti la bellezza. Ma non lo ha fatto.Era paziente con te. Quelle domeniche in cui sei entrato in chiesa impettito affinchè tutti notassero il tuo abito nuovo? C’è da meravigliarsi che non ti abbia lasciato in mutande. Non lo ha fatto. Era paziente. E poi tutte quelle promesse: “Tirami fuori da questa situazione e non dirò mai più una bugia”. “ Puoi star certo che da ora in poi starò dalla tua parte”. “L’ho fatta finita con gli eccessi di collera, Signore”. Se le promesse infrante fossero legname da costruzione potremmo erigere una paratia. Dio non ha ragioni più che sufficienti per abbandonarci? Ma non lo fa. Perché? Perché Dio “ è paziente verso di voi” (2 Pietro 3:9)

  6. La pazienza è la prima espressione dell’amore. Posizionata alla testa della flotta dell’amore, a una nave o due di distanza dalla benevolenza, dalla cortesia e dal perdono. “L’amore è paziente” (1Corinzi 13:4) La pazienza non è ingenua. Non ignora il cattivo comportamento. Tiene semplicemente bassa la fiamma. Aspetta.Ascolta. Tarda a bollire. È così che Dio ci tratta. E, secondo Gesù, è così che dovremmo trattare noi gli altri. Leggi Matteo 18: dal 26 al 34. L’impazienza continua a imprigionare l’anima. Per questo motivo Dio è pronto ad aiutarci a evitarlo. Non si limita a chiederci di essere pazienti; ci offre la pazienza. La pazienza è un frutto del suo Spirito (Galati 5:22) Hai chiesto a Dio di farti portare frutto? “Beh, l’ho fatto una volta, ma…”Ma che? Sei, uhm, diventato impaziente? Chiediglielo ancora e ancora. Le tue richieste non lo renderanno impaziente e riceverai pazienza nella preghiera. E mentre preghi chiedi di ottenere comprensione. (Proverbi 14:29)

  7. Il tuo quoziente di benevolenza capitolo 3 “L’amore…..è benevolo” (1Corinzi 13:4).

  8. “L’amore è benevolo”, scrive l’apostolo Paolo. Neemia concorda: “Tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e di gran bontà” (Neemia 9:17) Anche Davide concorda: “La tua bontà vale più della vita” (Salmo 63:3) Altrove Paolo scrive della “bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore” (Tito 3:4) Ed è con esuberanza che annuncia: “Adesso Dio ci ha posto dove vuole che siamo, con tutto il tempo di questo e del prossimo mondo per riversare su di noi grazia e bontà in Cristo Gesù. Noi dobbiamo soltanto confidare in lui quanto basta affinchè la compia” (Efesini 2:7-8) Ma è l’invito di Gesù che offre la più dolce dimostrazione della benevolenza del cielo: (Matteo 11:28-30)

  9. Gli agricoltori nell’antico Israele erano soliti addestrare un bue senza esperienza legandolo insieme con un altro bue esperto. La bardatura era molto stretta intorno all’animale più anziano, mentre era allentata intorno all’animale giovane. In questo modo era l’animale più anziano a portare la maggior parte del carico, a beneficio dell’animale giovane che gli camminava accanto. Gesù stava dunque dicendo: “Io cammino accanto a te. Siamo legati insieme, ma sono io a tirare il peso e a portare il carico”. Mi chiedo: quanti carichi starà portando Gesù per noi a nostra insaputa? Di alcuni siamo consapevoli. Egli porta il nostro peccato. Porta la nostra vergogna. Porta il nostro debito eterno. Ma ce ne sono altri? Ci ha liberati dalle paure prima ancora che le sentissimo? Ha preso su di sé la nostra confusione affinchè ne fossimo risparmiati? E quelle volte in cui siamo stati sorpresi da un senso di pace? Forse Gesù aveva preso sulle sue spalle la nostra ansia ponendo sulle nostre un giogo di benevolenza? E quanto spesso lo ringraziamo per la sua benevolenza? Non abbastanza spesso. Ma la nostra ingratitudine limita la sua benevolenza? No “Egli è buono verso gli ingrati e i malvagi” (Luca 6:35).

  10. La misericordia è il più profondo gesto di benevolenza. L’apostolo Paolo le mette sullo stesso piano. “ Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonatevi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Efesini 4:32). Gesù disse: (Luca 6:27-28, 32 e 35-36). Benevolenza a casa. Benevolenza in pubblico, con i tuoi nemici. Ci stanno dentro un po’ tutti non ti pare? Quasi. C’è qualcun altro che ha bisogno della tua benevolenza. Chi può essere? Tu. Non tendiamo forse a essere duri nei confronti di noi stessi? Egli è benevolo nei nostri confronti. Egli sa tutto di te, eppure non ti nega la sua benevolenza. Ha forse ritratto una promessa o reclamato un dono perché conosce tutti i tuoi segreti? Egli perdona le tue colpe. Perché non fai lo stesso? Egli pensa che il domani valga la pena di essere vissuto. Perché non concordi? Egli crede abbastanza in te da chiamarti suo ambasciatore, suo seguace e persino suo figlio. Perché non segui il suo suggerimento e cominci a credere in te stesso?

  11. Nel suo libro tu sei una buona cosa. Sii benevolo verso te stesso. Dio ti considera degno della sua benevolenza. Ed egli sa giudicare molto bene le persone.

  12. Infiammato capitolo 4 “L’amore non invidia” (1Corinzi 13:4)

  13. Immagina di notare una fiamma in casa tua. Non una vampata e certamente non un incendio, ma piccole lingue di fuoco che danzano sull’orlo di una tenda, sulla frangia di un tappeto, intorno ai fornelli. Che cosa faresti? Come reagiresti? Faresti spallucce e andresti via dicendo: “Una fiammella non ha mai danneggiato una casa!” Ovviamente no. La spegneresti. Con l’acqua, con i piedi, con una coperta, con qualsiasi cosa pur di estinguerla. Non tollereresti una singola fiamma in casa tua. Perché? Perché sai come si sviluppa un incendio. Ciò che nasce nell’innocenza, diventa mortale nell’adolescenza. Se non te ne occupi, il fuoco finisce per consumare tutto ciò che può. Sai, per il bene della tua casa, eviti di giocare con il fuoco.

  14. Lo stesso vale per il bene del tuo cuore. Bisognerebbe lanciare un avvertimento riguardo al fuoco nel cuore, perché se non viene tenuto a bada può trasformarsi in un incendio che distruggerà tutto ciò che può. Il nome di quel fuoco? Salomone lo definì in questo modo: “La gelosia è dura come il soggiorno dei morti. I suoi ardori sono ardori di fuoco, fiamma potente” ( Cantico dei Cantici 8:6 ). L’apostolo Paolo fu ugualmente energico nella sua dichiarazione: “L’amore non invidia” (1Corinzi 13:4). Senza dubbio conosceva bene le conseguenze dell’invidia incontrollata per averne letto e per averle viste. E che dire dei farisei? Erano uomini malvagi? Criminali? Delinquenti? No erano i pastori e i dottori dell’epoca. Ma che cosa fecero con Gesù? “Glielo avevano consegnato per invidia” (Matteo 27:18).

  15. E Max? Non dimentichiamoci di Max. Se stiliamo un elenco di persone inclini all’invidia non possiamo non includervi il mio nome. Cominciai a sentire puzza di bruciato quando seppi di una chiesa dall’altra parte della città. Un’amico che l’aveva visitata mi aveva riferito entusiasta: “Quella chiesa è fantastica! È piena fino a scoppiare! È la più grande della città”. Un Max più spirituale si sarebbe rallegrato. Un Max più maturo avrebbe ringraziato Dio. Ma il Max che sentì quella notizia non agì né da maturo né da spirituale. Agì da invidioso. Riesci a crederci? Piuttosto che celebrare l’opera di Dio, ero ossessionato dalla mia. Volevo che la chiesa più grande fosse la nostra. Rivoltante. Il Signore pose ben presto fine alle mie ambizioni territoriali. In un profondo momento di convinzione di peccato mi fece sapere che la chiesa è la sua chiesa, non la mia.

  16. Il mio compito non era di dubitare di lui, ma di confidare in lui. “Non avere invidia…Confida nel Signore e fà il bene” (Salmo 37:1 e 3). La cura per l’invidia? Confidare. La causa dell’invidia? Diffidare. Quali sono le conseguenze dell’invidia? In cima alla lista c’è la solitudine. Salomone afferma: “L’ira è crudele e la collera impetuosa; ma chi può resistere alla gelosia? (Proverbi 27:4) Un’altra conseguenza è la malattia. Il saggio scrisse anche: “Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie delle ossa” (Proverbi 14:30) La violenza è il frutto più orrendo. “Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere” (Giacomo 4:2) E il saggio ci informa: “La gelosia rende furioso il marito” (Proverbi 6:34). La parola usata dagli Ebrei per l’invidia era qua-nah, che significava “essere di un rosso intenso”. Hai mai visto una tale invidia? Un invidia che rende rossi in volto, con la fronte color cremisi e le vene gonfie? E sii onesto adesso- le hai notate sul tuo volto? Se le cose stanno così, smetti di elencare le cose che vuoi e comincia a confidare in Dio affinchè provveda alle tue necessità.

  17. Dio ci rifiuta ciò che desideriamo allo scopo di darci ciò di cui abbiamo bisogno. Desideri qualcuno da sposare e lui dà sé stesso. Vuoi una chiesa più grande e lui preferisce una chiesa più forte. Vuoi essere guarito per poterlo servire e lui ti vuole limitato affinchè tu possa pregare. Dio offre amore autentico. La sua devozione è il vero affare. Ma egli non ti darà il genuino finchè non rinuncerai alle imitazioni. Quale perle spera che tu gli ceda? A quale bigiotteria vorrebbe che rinunciassi? Scambieresti i doni minori con il dono maggiore della conoscenza di Dio? Fallo e l’invidia svanirà. L’invidia non ha fuoco quando si accoglie il vero amore.

  18. La zona “senza ordine di beccata” di Dio Capitolo 5 “L’amore non si vanta, non si gonfia” (1Corinzi 13:4)

  19. “Ordine di beccata!” Possiamo ringraziare i naturalisti norvegesi per questa espressione. Furono loro a studiare l’ordinamento gerarchico dell’aia. Tenendo il conto del numero di volte in cui i polli danno e ricevono beccate, possiamo identificare una catena di comando. L’uccello alfa è responsabile del maggior numero di beccate, mentre l’uccello omega è quello che subisce di più. Il resto dei polli sta da qualche parte tra questi due estremi. Anche tu la conosci. Sei consapevole del sistema. Gli ordini di beccata fanno parte della vita. E fino a un certo punto è giusto che sia così. Abbiamo bisogno di sapere chi è il responsabile. La scala gerarchica può aiutarci a capire qual è il nostro ruolo. Il problema dell’ordine di beccata non è l’ordine, ma la beccata. Chiedilo all’ultimo della classe o al custode di cui nessuno sa il nome o è interessato a saperlo. Chi fa parte di una minoranza può dirtelo. Come possono dirtelo il nuovo arrivato alla catena di montaggio in fabbrica e il capo espiatorio della famiglia. Non è piacevole essere il plancton nella catena alimentare.

  20. Un’amica cresciuta in fattoria mi raccontò di quando vide i loro polli attaccare un pilcino malato. Corse in casa e informò la madre di quello che stava succedendo. La madre le spiegò: “E’ così che fanno i polli. Quando uno è irrimediabilmente malato, gli altri lo beccano fino a ucciderlo”. Per questo motivo Dio ha stabilito che nell’amore non c’è posto per gli ordini di beccata. È un modo di ragionare che Gesù non tollera. È una mentalità da aia che può funzionare in una fattoria, ma non nel suo regno. Leggi che cosa disse degli uccelli alfa dei suoi tempi: “Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini; infatti allargano le loro filatterie e allungano le frange dei mantelli; amano i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, i saluti nelle piazze ed essere chiamati dalla gente: Rabbì!” (Matteo 23:5-7)

  21. Gesù maledice gli uccelli a capo della chiesa, quelli che se ne stanno appollaiati in cima alla scala spirituale e sfoggiano i propri piumaggi di tuniche,titoli,gioielli e posti scelti. Gesù non lo tollera. È facile capire perché. Come posso amare gli altri se i miei occhi sono puntati soltanto su di me? Come posso indicare Dio se sto indicando me stesso? E, peggio ancora, come può qualcuno vedere Dio se continuo ad aprire a ventaglio la mia coda di piume? Gesù non ha spazio per gli ordini di beccata. “L’amore non si vanta, non si gonfia” (1Corinzi 13:4) In un mondo di mobilità verso l’alto, scegli il servizio verso il basso. Vai giù, non su. “Ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso” (Filippesi 2:3) È ciò che fece Gesù. Egli invertì l’ordine di beccata. Mentre gli altri salivano, lui scendeva. (Filippesi 2:5-8).

  22. Egli umiliò se stesso. Passò dal dettare ordini agli angeli, al dormire sulla paglia. Dal sostenere le stelle, allo stringere il dito di Maria. Il palmo della mano che teneva l’universo, accolse il chiodo di un soldato. Perché? Perché questo è ciò che fa l’amore. Dà la precedenza all’amato. La tua anima era più importante del suo sangue. La tua vita eterna era più importante della tua vita terrena. Il tuo posto in cielo era per lui più importante del suo posto in cielo. Perciò rinunciò al suo affinchè tu potessi avere il tuo. Egli ti ama a tal punto e poiché ti ama sei di importanza primaria per lui. Cristo è in contrasto con la mentalità dell’aia. Egli indica il passero, l’uccello più a buon mercato dei suoi tempi, e dice: “Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio…Non temete dunque;voi valete più di molti passeri” (Luca 12:6-7)

  23. Il cuore umile onora gli altri. Anche in questo caso, non è Gesù il nostro esempio? Contento di essere conosciuto come carpentiere. Felice di essere scambiato per giardiniere. Servì i suoi seguaci lavando loro i piedi. Serve noi facendo lo stesso. Ogni mattina ci fa il dono della bellezza. Ogni momento dimora nel nostro cuore. E non parla pure del giorno in cui lui, come “padrone….si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a srvirli”. (Luca 12:37) Se Gesù è così pronto a onorarci, non possiamo noi fare lo stesso per gli altri? Fai degli altri una priorità. Accetta il tuo ruolo nel suo piano. Considera gli altri più importanti di te stesso. L’amore lo fa. Perché “L’amore non si vanta, non si gonfia” (1Corinzi 13:4) Qualcuno sta mettendo insieme tutti i pezzi. I suoi pensieri sono qualcosa del genere: Se io penso che tu sei più importante di me….e tu pensi che io sono più importante di te….ed egli pensa che lei è più importante di lui….e lei pensa che lui è più importante di lei….allora alla fine ognuno si sente importante, ma nessuno si comporta da superiore. Pensi che sia questo che Dio aveva in mente?

  24. Fiumicino 2011 Power Point zebedeo98@yahoo.it

More Related