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Callicle • La “pietra di paragone” (possiede tutte le qualità che Socrates ammira di più: conoscenza, carattere e franco parlare→parresia): se Socrate riuscirà a convincere Callicle, la filosofia avrà spazio e significato nella città (=possibilità di una politica filosoficamente fondata)→nessun accordo può essere considerato più rilevante di quello di Callicle (487e); CALLICLE INTERLOCUTORE IDEALE DI S. • Dalla retorica alla questione morale: “se tu parli sul serio, e se queste cose che dici sono vere, la vita degli uomini è una vita capovolta” (481c).
Socrate: Alcibiade: amante instabile (“ora dice una cosa, ora ne dice un’altra”); La filosofia: amante stabile (“dice sempre le stesse cose”). “…io credo che sarebbe assai meglio che fosse scordata e stonata la mia lira…e che la maggior parte degli uomini non fosse d’accordo con me e che dicesse il contrario di ciò che dico io, piuttosto che essere io, che pure sono uno solo, in disaccordo e in contraddizione con me stesso” (482c). Callicle: Il demos: amante instabile; Atene: amante instabile. Due “eros” distinti – due logoi antagonisti (discorso della potenza vs discorso della verità)
Callicle: la giustizia del dominio CALLICLE oppone: • Retorica a dialettica; • Politica a filosofia; • naturalmente potente a convenzionalmente giusto (la legge non è fondata in natura, ma è un’istituzione umana→la giustizia non è che una convenzione; • Atene a Socrate: la pretesa della verità di Socrate deve essere smascherata per quello che è, ovvero una pretesa di potere che si nasconde dietro la maschera della rispettabilità intellettuale.
Socrate: una morale “da schiavi” (483a,b,c,d)? • La giustizia socratica secondo Callicle: un insieme di convenzioni fatte dal debole per il debole; • La morale non è che l’astuzia del più debole, messa in opera per dominare il più (naturalmente) forte; • Il più forte (colui che è superiore) dovrà sottomettersi alle convenzioni istituite dai più deboli; • Lo standard di riferimento di Callicle: la natura (physis)→il forte domina, il debole subisce (483e).
Callicle e il “posto” della filosofia (484,485,486) • La filosofia come pratica “infantile” – una parte dell’educazione degli individui - (e sconvenienza della pratica di f in età adulta); • Condanna della filosofia: la filosofia non insegna a difendersi, la filosofia non è un fine ultimo (chi vi si dedica….); • “…smettila di confutare e coltiva, invece, la buona musica delle azioni...” (486c,d).
Il giusto per natura • Callicle: • forte=buono (I); • Buono=migliore (II) • “è proprio questo che dico! Questo, infatti, credo sia il giusto secondo natura: che chi è migliore e più intelligente comandi e abbia di più di quelli che sono inferiori” (490a)→Lussuria, intemperanza, libertà=felicità→il loro perseguimento è giusto secondo natura (492c). • “Colui che non è capace di governare se stesso, come potrà governare gli altri?”(491d)→Socrate introduce la correlazione tra giustizia e temperanza, che determinerà una concezione della competenza politica indissociabile dalla morale. • Callicle: giustizia e temperanza sono le virtù dei mediocri.
“… ma non ti vergogni, Socrate…?” • Socrate: bene ≠ piacere→forza di governare se stessi (fondamento nella ragione)→una vita vissuta secondo giustizia; • Callicle: bene = piacere→forza di vincere gli altri (fondamento nel desiderio)→una vita vissuta perseguendo indiscriminatamente il piacere; • La differenza tra piaceri “buoni” e piaceri “cattivi”: • Fame soddisfatta dal cibo; • Sete soddisfatta dal bere; • Prurito soddisfatto dal grattarsi. Esiste una “gerarchia” di virtù (e di piaceri): solo la persona competente – colui che ha la conoscenza – potrà individuare i criteri dell’agire morale. Saggezza e coraggio sono migliori di stupidità e codardia (Callicle è d’accordo).