1 / 329

Modulo B

Modulo B. I limiti della crescita. "Chiunque ritenga che una crescita esponenziale possa andare avanti indefinitamente in un mondo finito è un pazzo o un economista" Kenneth Boulding (economista inglese). Esistono limiti alla crescita? La visione di Malthus.

naoko
Download Presentation

Modulo B

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Modulo B

  2. I limiti della crescita "Chiunque ritenga che una crescita esponenziale possa andare avanti indefinitamente in un mondo finito è un pazzo o un economista" Kenneth Boulding (economista inglese)

  3. Esistono limiti alla crescita? La visione di Malthus Le assunzioni del modello di Malthus • la quantità totale dei terreni disponibili per l'agricoltura (seminativi) è immutabilmente fissa; • la crescita della popolazione è limitata dalla quantità di cibo disponibile per la sussistenza; • la popolazione umana tende ad aumentare al crescere dei mezzi di sussistenza. • secondo Malthus la popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica (2,4,8,16, ecc.) mentre le risorse disponibili crescono secondo una progressione aritmetica (2,3,4 ecc.)

  4. prodotto pro cap. Q/L forza lavoro ottimale margine maltusiano Q*/L* Lavoro L1 L2 L3

  5. Malthus è veramente superato? • secondo alcuni i limiti individuati da Malthus non sono superati grazie al progresso tecnico • oggi si manifestano non in termini di produzione agricola, bensì come sfruttamento di risorse non rinnovabili e quindi limitate e di inquinamento, soprattutto da combustibili fossili • secondo la teoria economica dominante anche questi non costituiscono veri limiti alla crescita perché le tecnologie inquinanti e fortemente utilizzatrici di risorse ambientali sono progressivamente sostituite da nuove tecnologie più sostenibili (energia nucleare, solare, eolica ecc.) • i critici ribattono che questa idea non trova riscontro nei dati storici e, se anche fosse possibile nel futuro, implicherebbe un drastico cambiamento del modello di crescita degli ultimi 150 anni

  6. Perché c’è incompatibilità? • Se i 9 miliardi di individui che vivranno sulla terra nel 2050 dovessero utilizzare risorse pro capite secondo gli standard attuali dei paesi ricchi, la produzione annuale di risorse dovrebbe essere 8 volte quella attuale • se ipotizziamo una crescita annua del 3%, la produzione dovrebbe essere 20 volte quella attuale • per nutrire la popolazione mondiale ai livelli attuali degli USA sarebbero necessari 4,5 miliardi di ettari coltivabili ma ne esistono solo 1,4 • la domanda di petrolio e gas agli attuali livelli di consumo negli USA sarebbe 5 volte quella attuale • per evitare che i livelli di CO2 nell’atmosfera diventino insostenibili le emissioni dovranno essere quasi annullate entro il 2050. Le tecnologie proposte (geosequestration) non sono in grado di raggiungere questo obiettivo

  7. Crescita del PIL 1870-2003

  8. Emissioni di anidride carbonica 1870-2003

  9. Stabilizzazione delle emissioni di anidride carbonica data la relazione oggi esistente fra crescita ed emissioni questo percorso implicherebbe forti vincoli alla crescita

  10. Crescita e ambiente sono compatibili? Due visioni fondamentali: • Neoclassica liberista (dominante): lo sfruttamento delle risorse crea scarsità e questo si riflette sui prezzi e sui consumi; il mercato crea incentivi allo sviluppo di tecnologie che risparmiano risorse ambientali.Nei casi di esternalità, è necessario intervenire con politiche correttive come la tassazione e i permessi negoziabili ecc. ma si tratta di piccole correzioniCapitale naturale e capitale prodotto dall'uomo sono sostituibili grazie al progresso tecnico. • Economia ecologica: non c'è alcuna tendenza spontanea del mercato a ridurre lo sfruttamento eccessivo delle risorse ambientali. Continuando agli attuali ritmi di crescita si verificherebbe con molta probabilità una catastrofe ambientale. L'economia umana è un sottoinsieme dell'ecosistema naturale dal quale trae risorse e nel quale immette rifiuti, ma la capacità dell'am-biente di generare risorse e riciclare i rifiuti è limitata. Le relazioni fra economia e ambiente sono regolate dalle leggi della termodinamica e non da quelle economiche.

  11. Economia stazionaria e decrescita Nell'ambito dell'economia ecologica si distinguono: • ecologisti moderati: la crescita è necessaria per pervenire a una maggiore giustizia sociale, ma deve essere resa compatibile con la salvaguardia dell'ambiente (sviluppo sostenibile). Sono necessari investimenti in tecnologie eco-compatibili e un cambiamento nei modelli di consumo. Solo l’intervento pubblico può orientare il mercato in questa direzione. • ecologisti radicali: crescita e ambiente sono incompatibili. In base alla seconda legge della termodinamica la trasformazione della materia e dell'energia che avviene nei processi produttivi genera entropia (aumenta la quantità di energia non più utilizzabile) E' necessario abbandonare l’idea stessa della crescita a favore di due alternative possibili:a) accettare una stabilizzazione dei consumi e dei livelli di vita attuali (economia stazionaria) b) imboccare la strada della riduzione dei consumi (decrescita).

  12. La visione neoclassica • il mercato è il migliore strumento di allocazione delle risorse; • la valutazione delle risorse dipende solo dalle preferenze degli agenti e dalle dotazioni iniziali che determinano i prezzi; • i prezzi di mercato sono misure corrette della scarsità delle risorse di proprietà privata; • le distorsioni dei prezzi derivanti da esternalità possono essere eliminate attraverso opportuni adattamenti istituzionali; • Il progresso tecnologico è in grado di annullare o attenuare fortemente i vincoli dovuti a scarsità di risorse; • il capitale umano (ad esempio macchine, edifici, strade, ecc.) e quello naturale (foreste, depositi di carbone, riserve di zone umide, deserto, ecc.) sono tra loro sostituibili.

  13. Sulla base di queste assunzioni gli economisti neoclassici sostengono che: • i problemi ambientali dovuti alla crescita sono in gran parte risolti spontaneamente dal mercato, poiché la scarsità delle risorse naturali si riflette sui prezzi riducendone il consumo • dove il mercato non opera correttamente si può intervenire con opportune politiche ambientali (tasse, permessi negoziabili) • la crescita non solo è perfettamente compatibile con la salvaguardia dell'ambiente ma, oltre un certo stadio, si accompagna ad un miglioramento della qualità ambientale • questa relazione trova una conferma empirica nella curva di Kuznets ambientale

  14. La curva di Kuznets Inversione Decadimento ambientale Miglioramento ambientale Inquinamento Reddito pro capite

  15. Effetti della crescita sull'ambiente • EFFETTO DI SCALA: un aumento della produzione richiede un maggiore impiego di fattori produttivi, e implica una maggiore utilizzo di risorse naturali e maggiore produzione di emissioni inquinanti e rifiuti. Il degrado ambientale aumenta • EFFETTO DI COMPOSIZIONE: la relazione fra crescita e qualità ambientale riflette una progressione naturale dello sviluppo economico: economie agrarie ‘pulite’, economie industriali inquinanti, economie di servizi ‘pulite’. Meccanismo facilitato dall’esportazione delle produzioni più inquinanti nei paesi in via di sviluppo. Il degrado prima aumenta poi diminuisce • EFFETTO TECNOLOGICO: la crescita economica rende possibile ricorrere a tecnologie produttive meno inquinanti e più efficienti in termini di utilizzo di risorse naturali. Il degrado diminuisce

  16. Perché una U rovesciata? • L’esistenza di una relazione a U rovesciata suggerisce che, quando il reddito pro capite diventa sufficientemente elevato, gli effetti positivi (tecnologia e composizione) tendono a più che compensare l’effetto di scala • Questo può essere dovuto a un insieme di fattori: • oltre un certo livello di reddito pro-capite l’ambiente acquista importanza nelle preferenze dei cittadini, sia come consumatori che come elettori • la progressiva scarsità di risorse naturali può attivare segnali di mercato (attraverso i prezzi) che inducono sostituzione e cambiamento tecnologico

  17. Quale è il messaggio? • In definitiva il messaggio che si deduce dalla curva di Kuznets ambientale è che la stessa crescita economica è il più importante fattore di miglioramento ambientale • se così è le politiche ambientali sono inutili o persino dannose nella misura in cui introducono vincoli e costi aggiuntivi che limitano la crescita (a parte i casi di esternalità che sono comunque limitati)

  18. La curva di Kuznets esiste veramente?

  19. Le critiche alla curva di Kuznets • La curva di Kuznets è contestata da molti gli studiosi che individuano contraddizioni nelle modalità di assunzione dei dati. • l'analisi fatta soltanto in un paese non è rappresentativa perché estrapola quel territorio dal contesto mondiale in cui sono localizzate attività produttive di cui beneficia • Negli ultimi 50 anni, nei paesi avanzati, le emissioni per unità di prodotto dei principali inquinanti atmosferici sono diminuite (circa 60%) ma l’attività economica è cresciuta di un fattore superiore a 8 • Molte dinamiche di degrado ambientale sono irreversibili (la perdita di biodiversità a livello globale, o la distruzione di habitat naturali a livello locale) pertanto per esse non si può arrivare al punto di inversione descritto dalla curva.

  20. La transizione demografica La crescita della popolazione dipende dalla differenza fra i tassi di natalità e mortalità. Il passaggio dall'agricoltura all'industria fa diminuire entrambi ma il divario cresce nella fase di transizione e si riduce nuovamente in quella industriale. tasso di natalità natalità e mortalità tasso di mortalità Fase 1 pre industriale Fase 2 transizione Fase 3 industriale

  21. I principi generali dell'economia ecologica • Capitale umano e naturale non sono sostituibili ma complementari, il problema dell'esaurimento delle risorse naturali non può essere risolto con la loro sostituzione • la scala, intesa come la dimensione del sottosistema economico umano rispetto all'ecosistema naturale, è importante e già oggi pone sotto stress la capacità dell'ambiente di sostenere l'attività economica • il sistema ecologico è complesso e caratterizzato da dinamiche non lineari, grandi cambiamenti possono essere innescati da piccole variazioni dell'equilibrio • l'incertezza sugli effetti di tali variazioni deve essere alla base dell'analisi delle relazioni economia-ambiente, aumenta il rischio di danni irreversibili pertanto è necessario adottare un approccio cautelativo (principio di precauzione) • la valutazione della performance economia non può basarsi solo sull'efficienza ma deve tener conto di aspetti etici di giustizia intergenerazionale

  22. L'economia come sistema aperto risorse materie prime energia economia rifiuti inquinamento energia degradata

  23. Leggi della termodinamica ed entropia • I limiti biofisici alla crescita continua derivano dalle due leggi della termodinamica: • materia ed energia non sono create né distrutte. In un sistema chiuso l’ammontare totale di energia e materia è costante • in ogni attività fisica (processo termodinamico) l’entropia del sistema può solo aumentare o restare costante • la prima legge afferma che ogni attività di produzione o consumo che implica l’uso di materia e l’immissione di rifiuti nel sistema non altera la quantità totale di materia e di energia. Quindi i rifiuti restano nel sistema e devono essere gestiti • la seconda legge implica che ogni attività che comporta l’uso di materia ed energia e la produzione di rifiuti genera anche un aumento dell’entropia cioè della disorganizzazione, o del disordine del sistema

  24. Interazione economia-ambiente: sistema chiuso economia lo sfruttamentodellerisorse, l'inquinamento e la produzione di energiadegradatariducono la capacitàdell'ambiente di generarerisorse risorse rinnovabili risorse non rinnovabili rifiuti energia degradata ambiente

  25. Implicazioni • In base alla seconda legge della termodinamica, è impossibile costruire una macchina industriale capace di autoalimentarsi. materia ed energia non possono mai essere completamente riciclate, esistono requisiti termodinamici minimi assoluti di energia e di materiali per produrre un'unità di output che non possono essere ridotti dal cambiamento tecnologico • le leggi della termodinamica pongono dei limiti alla sostituzione del capitale umano con il capitale naturale e, quindi, alla possibilità del cambiamento tecnologico di compensare l'esaurimento o la degradazione del capitale naturale. Nel lungo periodo, capitale naturale e capitale umano sono complementi perché quest'ultimo richiede materiali ed energia per la sua produzione e manutenzione.

  26. Capitale fisso - Imbarcazioni Lavoro - Pesca Capitale naturale - Pesce Imbarcazioni primitive Limitate quantità di pesce Imbarcazioni più grandi Aumento quantità pescato Aumento retribuzioni Aumento capacità di acquisto Attività di trasformazione Aumento raggio d’azione Tecniche di pesca più invasive Diminuzione disponibilità pesci Devastazione habitat naturale Diminuzione attività, prodotti e trasformazione Scompare capitale fisso e lavoro Scompare capitale naturale

  27. Economia stazionaria • Secondo Herman Daly il paradigma della crescita economica neoclassica non prende in considerazione gli aspetti morali e biofisici dell'attività economica e ignora i mezzi ultimi ,come la materia e l'energia a bassa entropia dell'ecosfera, che rendono possibile la crescita e sono risorse scarse in termini assoluti e vincolate da leggi naturali • gli economistimainstream si concentrano sulla disponibilità di mezzi intermedi (lavoro, capitale e risorse naturali convenzionali) e trascurano il fatto che la disponibilità di mezzi intermedi dipende da quella di mezzi ultimi • discutono della relativa scarsità e dell'allocazione delle risorse ma trascurano del tutto i limiti biofisici e le considerazioni di equità intra e inter-generazionale ritenendo che un alto tasso di crescita sia la più efficace soluzione ad entrambi i problemi.

  28. L'economia è una nave troppo pesante • Secondo Daly l’obiettivo non può essere la massimizzazione dei consumi ma l’uso efficiente dello stock di capitale naturale da un punto di vista non economico ma termodinamico • l’analisi economica ortodossa ha prodotto teoremi che spiegano le condizioni dell’allocazione ottimale delle risorse nell’equilibrio concorrenziale ma non è capace di analizzare l’uso delle risorse naturali e l'immissione di rifiuti nell’ambiente • Il sistema economico descritto dalla teoria dominante è come una nave cargo che dispone di istruzioni molto precise su come allocare il carico nelle stive per stabilizzare la nave, ma affonda perché il carico, pur allocato in modo ottimale, è eccessivo rispetto alla capacità di trasporto della nave stessa

  29. La scala ottimale • Per evitare di affondare, il carico (emissioni inquinanti, sfruttamento di risorse naturali) deve essere adeguato alla capacità di galleggiamento (capacità di carico dell'ambiente). • Tutto ciò richiede un equilibrio fra il capitale prodotto dall'uomo e il capitale naturale. Questi due tipi di capitale sono complementari e non sostitutivi non si può quindi sostituire il secondo con il primo. • In passato l'economia era piccola rispetto all'ambiente, si poteva consumare capitale naturale relativamente abbondante senza incontrare vincoli. Oggi il capitale naturale è il fattore limitante. • L'uso del capitale naturale dipende dalla scala dell'economia, per questo motivo la scala non può continuare a crescere. L'economia ha raggiunto (e superato) un punto in cui i costi della crescita (deterioramento dell'ambiente) superano i benefici (maggiori consumi).

  30. Cosa si intende per economia stazionaria? • “Un’economia di stato stazionario è definita da uno stock costante di ricchezza fisica e da una popolazione costante, mantenute ad un livello prescelto come desiderabile da un basso tasso di utilizzazione di materiali ed energia, cioè da un basso tasso di natalità uguale ad un basso tasso di mortalità e da bassi tassi di produzione di beni, uguali a bassi tassi di ammortamento degli stock, così che sia la longevità della popolazione che la durata degli stock fisici sono elevate." (H. Daly) • anche mantenendo costante lo stock di ricchezza e popolazione, è necessario un certo prelievo di risorse ambientali che deve essere minimizzato • la chiave per ottenere questo risultato è la riduzione del throughput

  31. Le condizioni di sostenibilità • per throughput si intende il flusso fisico di materia ed energia a bassa entropia che proviene dalla natura, per essere utilizzato nelle attività produttive e poi ritornare alla natura come scarto ad alta entropia • la minimizzazione del throughput può essere ottenuta in due modi: a) durata, ossia produrre beni materiali di lunga durata; b) intercambiabilità, produrre beni facilmente sostituibili o riciclabili. • il progresso tecnologico può contribuire al raggiungimento di questo obiettivo

  32. Prosperità senza crescita • La sostenibilità non può essere definita solo in termini di compatibilità biofisichel'economia deve creare benessere attraverso l'efficienza allocativa, deve cioè utilizzare la minore quantità possibile di mezzi intermedi e soddisfare al meglio le preferenze sociali • la rinuncia alla crescita non significa rinuncia ad una maggiore prosperità, occorre costruire un modello di società fondato sulla prosperità senza crescita • per farlo occorre disaccoppiare l'aumento della prosperità dal consumo di risorse naturali e quindi dai beni materiali. La prosperità va misurata in termini di ricchezza sociale, culturale, estetica ecc. • inoltre deve essere perseguita l'efficienza distributiva nel senso che lo stock costante deve essere distribuito in modo tale che le preferenze voluttuarie non abbiano la precedenza sui bisogni fondamentali sia delle generazioni presenti che di quelle future

  33. Come ottenere questi risultati? • Come è possibile mantenere costanti lo stock di ricchezza e la popolazione e chi deve decidere quale è il livello ottimale? • se fosse lo stato e non il mercato questo sarebbe compatibile con il mantenimento della democrazia? • secondo Daly la scala ottimale deve essere stabilita dallo stato ma spetta al mercato definire l'allocazione delle risorse nell'economia stazionaria attraverso due strumenti: • quote di sfruttamento delle risorse, il governo mette all'asta diritti di sfruttamento delle risorse (ogni diritto consente l'utilizzo di un certo ammontare di risorse) che possono essere poi scambiati sul mercato ottenendo un'allocazione efficiente • licenze trasferibili di nascita che funzionerebbero allo stesso modo dei diritti di sfruttamento, lasciando alla flessibilità del mercato la determinazione di chi avrà o non avrà figli ma mantenendo costanti le nascite complessive.

  34. La decrescita • Secondo altri stabilizzare consumi e livelli di vita non è sufficiente, la scala attuale dell'economia è tale che i danni ambientali e il depauperamento delle risorse non rinnovabili continuerebbero a prodursi anche senza crescita • anche qualora venissero introdotte tecnologie più efficienti, l'effetto di rimbalzo tenderebbe a neutralizzare ogni potenziale risparmio di risorse • la tecnologia non è la soluzione ma è parte del problema • è necessaria quindi una riduzione della scala, ovvero la crescita deve divenire negativa. Si parla in questo caso di decrescita • la domanda di risorse rinnovabili, e quindi la produzione, devono essere abbassate a livelli che prevengano l'esaurimento e siano sostenibili per l'ambiente

  35. Una volta raggiunta questa scala l’economia dovrebbe collocarsi in un equilibrio stazionario senza crescita né decrescita • per i sostenitori della decrescita questo è possibile soltanto rivoluzionando radicalmente i modelli e gli stili di vita • la decrescita non è un fine in sé ma un mezzo per la ricerca di una qualità di vita migliore che privilegia forme di ricchezza sociale diverse dal consumo di beni materiali come la salute degli ecosistemi, la qualità della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, il grado di uguaglianza, il carattere democratico delle istituzioni, e così via. • è inoltre uno strumento di giustizia sociale capace di avviare una distribuzione più equa delle risorse. I paesi ricchi dovrebbero ridurre i propri livelli di reddito lasciando spazio a quelli arretrati affinché possano raggiungere livelli di benessere simili

  36. La politica economica nell’economia in decrescita • Occupazione: • riduzione dell’orario di lavoro • promozione del lavoro part time • riforma fiscale che accresca il prelievo fiscale sulle risorse naturali riducendo quello sul lavoro • reddito minimo garantito: • permette di ridurre la diseguaglianza • facilita il processo di decrescita perché riduce la necessità di lavorare e produrre; inoltre per finanziarlo è necessario tassare i redditi più alti riducendo i profitti e gli incentivi a produrre di più • riduzione degli sprechi: i prodotti dovrebbero essere più eco compatibili e concepiti in modo da essere riutilizzabili (approccio circolare culla-culla e non culla-tomba); il circuito produzione consumo dovrebbe essere il più possibile locale

  37. Le critiche all'economia stazionaria e alla decrescita • Su piccola scala esperimenti di decrescita sono in corso nei cosiddetti villaggi ecologici ma è possibile una decrescita su scala globale o anche un'economia stazionaria? • secondo i critici la transizione ad un equilibrio stazionario ha diverse implicazioni: • la crescita è parte integrante del sistema economico capitalistico, non può essere rimossa lasciando il resto inalterato • la motivazione fondamentale che guida l'attuale economia è la ricerca del profitto o dell'aumento della propria ricchezza. Questa motivazione è alla base dell'iniziativa imprenditoriale e del rischio, del risparmio e dell'investimento, dell'innovazione tecnologica, del perseguimento dell'efficienza

  38. Questi comportamenti sono motivati dall’arricchimento personale ma sono anche necessari per lo stesso funzionamento di un’economia di mercato • la competizione è il motore della crescita economica. I produttori non possono vendere il loro prodotto a qualunque prezzo perché devono competere con altri produttori • questo costringe i produttori ad accrescere continuamente l’efficienza e abbattere i costi per stare al passo con la concorrenza • per farlo essi devono reinvestire i profitti, introdurre innovazioni e aumentare la scala della produzione per godere di economie di scala • sarebbe necessario sostituire queste motivazioni con altre che garantiscano l'iniziativa imprenditoriale, l'innovazione e l'assunzione del rischio se tali azioni non assicurano un guadagno

  39. Il sistema finanziario scomparirebbe • in assenza di crescita non è possibile pagare un interesse sui prestiti, per pagarlo è necessario che il capitale cresca nel tempo • senza interessi un insieme di meccanismi economici attuali non potrebbero più esistere • l'intero settore finanziario, che si basa sul fatto che chi presta denaro riceve una remunerazione, scomparirebbe • se i risparmi non hanno un rendimento nel tempo è molto più difficile assicurare una pensione agli anziani • un'economia stazionaria non è di per sé un'economia ecologicamente più sostenibile

  40. Disoccupazione e disuguaglianza • Nella fase di transizione si avrebbe un lungo periodo di disoccupazione la crescita è necessaria per mantenere costante l’occupazione perché la produttività del lavoro aumenta a causa del progresso tecnico. Se la produzione rimane costante in un contesto di crescita delle conoscenze tecnologiche, la domanda di lavoro necessariamente diminuisce • il problema della disuguaglianza potrebbe divenire più acuto; in una economia che cresce la disuguaglianza è più accettabile perché l'aspettativa è che la marea sollevi tutte le barche • questo problema è ancora più acuto a livello internazionale, senza crescita i paesi poveri non potrebbero avvicinarsi ai livelli di vita attuali dei paesi ricchi. Per ridurre le disuguaglianze la decrescita nel mondo occidentale dovrebbe essere molto pronunciata • Il sistema capitalistico dovrebbe lasciare il posto a una qualche forma di socialismo o comunitarismo

  41. La terza via: lo sviluppo sostenibile • Lo ‘Sviluppo sostenibile’ è un modello di sviluppo che fa fronte alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie esigenze (Rapporto Bruntland 1987) • principi generali dello sviluppo sostenibile: • l'attività economica è soggetta a limiti biofisici • lo sviluppo sostenibile non è un problema di efficienza bensì un problema etico e di equità intergenerazionale • la sostenibilità ecologica richiede un riesame dei sistemi di valori che sono alla base dell'organizzazione sociale e un'analisi attenta delle scelte tecnologiche • i processi decisionali che coinvolgono l'ambiente sono caratterizzati da una elevata incertezza • lo sfruttamento dell'ambiente può produrre danni irreversibili ma non sappiamo quando e come questo accadrà

  42. Equità intergenerazionale PIL generazioni future B C PILf A D PIL generazione attuale PILp

  43. Sostenibilità debole e forte • la capacità di soddisfare i bisogni dipende dalla disponibilità di capitale naturale (l'insieme delle risorse naturali) e di capitale prodotto dall'uomo (fisico e umano) • il nodo centrale del dibattito sullo sviluppo sostenibile è il seguente: per soddisfare i bisogni delle generazioni future è sufficiente un certo stock generico di capitale totale (umano + naturale), oppure esso deve avere una particolare composizione in termini di capitale naturale e umano? • da cui derivano due concetti di sostenibilità: • sostenibilità debole: capitale naturale e capitale prodotto dall'uomo sono sostituibili l'uno con l'altro è necessario mantenere costante la loro somma • sostenibilità forte: capitale naturale e capitale prodotto dall'uomo non sono sostituibili, il capitale naturale è il vincolo, è necessario mantenerlo costante

  44. Criteri generali di sostenibilità a) un livello non decrescente di benessere; b) livelli non decrescenti di consumo; c) stock non decrescenti di capitale naturale; d) stock costanti o crescenti di capitale complessivo, subordinatamente alla conservazione degli stock “critici” di capitale naturale. • la sostenibilità debole richiede il perseguimento degli obiettivi a), b) e d) • gli obiettivi irrinunciabili della sostenibilità forte sono invece a), b) e c)

  45. Sostenibilità debole • la sostenibilità è definita in termini di mantenimento di un costante consumo reale (di beni e servizi)nel tempo tenendo conto dei vincoli imposti da una certa dotazione di risorse disponibili • per ottenere questo è necessario che il consumo non riduca le risorse necessarie a mantenere costante il capitale, ovvero la capacità produttiva dell'economia nel tempo • se il capitale prodotto dall'uomo e il capitale naturale sono sostituibili ciò che si richiede è il mantenimento di un certo stock di capitale totale umano e naturale, la sua composizione non è importante • ma questo richiede un certo prelievo di risorse naturali, è quindi necessario tenere conto non solo del logoramento del capitale umano ma anche della riduzione di quello naturale cioè delle risorse esauribili

  46. La regola di Hartwick e Solow • in questo caso occorre applicare la regola di Hartwick e Solow: mantenere un livello costante di consumo di beni e servizi o di reddito reale è possibile anche in caso di riduzione di risorse esauribili, a condizione che le rendite derivanti da un uso intertemporale efficiente di queste risorse siano reinvestite in beni capitali rinnovabili. • questa regola implica che i prezzi di mercato riflettano correttamente il valore delle risorse naturali, ovvero le esternalità sono poco importanti • inoltre per valutare i consumi futuri bisogna applicare un tasso di sconto, il che equivale a dire che il consumo delle generazioni future ha un valore minore di quello delle generazioni attuali

  47. Perché scontare i consumi futuri? • Il principio dello sconto deriva dal fatto che una somma disponibile oggi è valutata diversamente dalla stessa somma che sarà disponibile in futuro • se presto 100 euro oggi per riaverli indietro fra un anno sto scambiando ciò che potrei consumare oggi con quella somma con il consumo che quella somma mi permetterà di ottenere fra un anno • se sono disposto a prestare 100 euro oggi solo se avrò indietro 110 euro fra un anno significa che ritengo le due somme equivalenti • per sapere quanto riceverò fra un anno da un prestito si capitalizza la somma prestata oggi:100 x (1+0,1) = 110 • se voglio sapere quale è il valore che attribuisco oggi una somma di 110 euro che sarà disponibile fra un anno (valore attuale) si sconta la somma futura:110 / (1+0,1) = 100

  48. Supponiamo che l'attività economica di oggi provochi fra un anno un danno ambientale valutabile in 1000 euro • quale somma saremmo disposti a spendere oggi per evitare che questo accada? • questa somma è uguale al valore attuale che attribuiamo al danno ambientale futuro e dipende dal tasso di sconto che applichiamo • se il tasso di sconto è il 10% allora:spesa attuale = 1000/ (1+0,1) = 909 • se il tasso di sconto è il 20% allora:spesa attuale = 1000/ (1+0,2) = 833 L'implicazione di questo principio è che il benessere dei nostri figli vale meno del nostro!

  49. Critiche alla sostenibilità debole • Capitale umano e naturale non sono sostituibili ma complementari • le esternalità sono molto diffuse, soprattutto in campo ambientale, e pregiudicano seriamente la possibilità che i prezzi di mercato siano corretti indicatori di scarsità delle risorse • l'attualizzazione del benessere delle generazioni future è eticamente molto discutibile, perché significa che i nostri discendenti hanno minori diritti al conseguimento del benessere • non è considerata esplicitamente la questione della scala • è completamente trascurato il problema dell'incertezza • è un criterio di sostenibilitàeconomico che trascura il fatto che la sostenibilità economica possa essere influenzata dal sistema ecologico nel suo complesso.

More Related