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EROS NELLARTE

Eros, nella mitologia greca, era il dio dell'amore. La poesia omerica non conosce Eros come nume: da Esiodo in poi invece esso noto sotto il duplice aspetto di divinit teogonica e d'inseparabile compagno di Afrodite. Quale potenza teogonica dell'amore che spinse all'unione vicendevole le c

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EROS NELLARTE

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Presentation Transcript


    2. Eros, nella mitologia greca, era il dio dell’amore. La poesia omerica non conosce Eros come nume: da Esiodo in poi invece esso č noto sotto il duplice aspetto di divinitŕ teogonica e d’inseparabile compagno di Afrodite. Quale potenza teogonica dell’amore che spinse all’unione vicendevole le coppie dei numi, lo si considerava come nato dal caos o dalla scura Notte e dal luminoso Giorno, o dal Cielo e dalla Terra, o da Urano o da Crono ecc. Qual nume dell’amore, dominatore irretibile della natura degli dei e degli uomini, era detto abitualmente figlio di Afrodite. Accanto a lui compaiono spesso le figure affini di Imero e Poto.

    3. La poesia rappresenta abitualmente Eros come fanciullo o come delicato giovinetto: č per lo piů il ragazzo birichino che tiranneggia uomini e numi, e se ne ride. Nell’etŕ alessandrina č famosa la creazione della coppia di Amore e Psiche, ricordata per la prima volta da Meleagro nel secolo I a.C., ma che appare sicuramente piů antica. Tutti conoscono la graziosa novella composta su quella coppia da Apuleio.

    4. Nelle sue Metamorfosi narra di come Psiche, una fanciulla di bellezza straordinaria, venisse presa in odio da Venere: ella ordinň ad Eros di ferirla e di farle nascere in cuore un affetto indegno. Eros perň, vedendola, se ne innamorň e la fece trasportare in un magico palazzo, ottenendone l’affetto. Egli si recava ogni notte a trovarla ad una condizione: Psiche non doveva vederlo e cercare di conoscerlo.

    5. Tuttavia, dopo qualche tempo, istigata dalle sorelle, Psiche volle conoscere l’identitŕ del suo amante illuminandolo con una lanterna: mentre lo ammirava, tremante di commozione, gli lasciň cadere addosso una goccia di olio bollente. Eros, svegliatosi, scappň via indignato. In seguito, Psiche fu costretta ad affrontare una serie di prove per purificare la sua anima: dopo averle portate a termine, si ricongiunse con il suo amato e, ottenuto l’assenso di Giove, Eros la condusse in cielo.

    6. Il gruppo di Amore e Psiche che si baciano, considerato il piů bell’esempio dell’eccellenza alessandrina. La scultura č conservata a Roma, nel Museo capitolino.

    7. Per quanto riguarda la pittura, nell’etŕ ellenistico-romana la raffigurazione di Eros giovinetto č sostituita da quella di Eros fanciullino alato, dalle graziose forme grassocce. Le situazioni nelle quali lo vediamo rappresentato sono situazioni della vita comune. Venere e Amore spiati da un satiro. Questa tela rappresenta la dea della bellezza Venere mentre dorme con suo figlio Eros; dietro di loro un satiro scopre la dea.

    8. Come č possibile notare dall’ingrandimento qui a fianco, gli attributi piů frequenti di Eros diventano l’arco, le frecce e la faretra che le contiene.

    9. L’Eros fanciullino alato č ugualmente presente in numerose sculture. Spesso viene rappresentato insieme alla dea della bellezza, Afrodite, che si viene a configurare come la sua “signora”. In questa scultura troviamo appunto Eros, Afrodite e Pan.

    10. Famosi luoghi di culto di Eros furono soprattutto Tespie in Beozia e Pario sull’Ellesponto. A Tespie si celebravano in suo onore ogni quattro anni con gare ginniche e musicali le Erobie, che durarono anche nell’epoca romana.

    11. Proprio qui si trovavano alcune statue di Eros realizzate da Lisippo: di queste sue opere si crede che siano copie le numerose sculture rappresentanti Eros nell’atto di vibrare l’arco verso destra, come quella proposta qui a fianco, conservata al Museo capitolino di Roma.

    12. Un’altra scultura da Lisippo raffigurante Eros con l’arco in mano rivolto verso destra.

    13. Sempre a Tespie erano conservate alcune statue di Eros realizzate da Prassitele. Purtroppo ci sono rimaste solo delle copie, come quella in marmo dell’Eros di Tespie qui a fianco.

    14. Si tende inoltre a riconoscere l’Eros di Tespie nel celebre torso da Centocelle conservato nei Musei Vaticani. Il corpo č modellato secondo rigorosi canoni di proporzione ed appare molto muscoloso; altro particolare ricorrente sono i capelli lunghi che scendono fino alla nuca.

    15. Simili sono le rappresentazioni di Eros sui vasi figurati dell’epoca del V-IV secolo a.C. Egli appare come un giovinetto nudo e alato, come altri esseri della fantasia greca (Nike, Phobos, ecc.). Spesso viene rappresentato, volante e non, con attributi vari di armi, bende, fiori, ecc. a seconda dell’azione alla quale partecipa.

    16. Talvolta, come accade per gli esseri alati, alle ali maggiori del dorso si aggiungono ali minori ai piedi. E’ questo il caso del vaso qui a fianco, dove Eros arriva in volo verso una figura femminile seduta, coperta da un lungo vestito: potrebbe trattarsi di Afrodite.

    17. Va inoltre ricordato un carattere speciale che Eros cominciň ad avere giŕ alla fine dell’ellenismo e che divenne frequente in etŕ romana: il carattere funebre. Sotto questo aspetto egli č rappresentato stante, appoggiato a una torcia riversa, talora con gli occhi chiusi; cosě lo si trova su terrecotte ellenistiche, su monete e su sarcofagi romani.

    18. In conclusione, ma non per una minore importanza, č possibile trovare una serie di sculture di Eros anche nelle grandi cittŕ, come questa famosa statua in bronzo del Piccadilly Circus, a Londra.

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