1 / 54

Educazione alla scuola sostenibile

Educazione alla scuola sostenibile. La valutazione dei rischi nella scuola nell'ottica di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza. Fasi della Valutazione dei Rischi. Schema processo di identificazione pericoli e valutazione dei rischi. Sviluppo della Metodologia.

may-mason
Download Presentation

Educazione alla scuola sostenibile

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Educazione alla scuola sostenibile La valutazione dei rischi nella scuola nell'ottica di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza

  2. Fasi della Valutazione dei Rischi

  3. Schema processo di identificazione pericoli e valutazione dei rischi Sviluppo della Metodologia Identificazione dei pericoli Gestione delle modifiche Monitoraggio e riesame Applicazione delle misure di controllo Valutazione dei rischi L'organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attiva una procedura per l'identificazione continua dei pericoli, la valutazione dei rischi e la definizione delle misure di controllo necessarie Determinazione misure di controllo Linee guida per l’attuazione della OHSAS 18001:2007

  4. Analisi dei pericoli a scuola • Per la sicurezza (possono provocare in modo diretto infortuni) • Per la salute (possono provocare in modo diretto malattie) • Aspetti ergonomici, organizzativi e gestionali

  5. Ruoli e Responsabilità nella scuola Ente locale Dirigente scolastico • Realizzazione di edifici conformi alle norme • Adeguamento alle norme degli edifici esistenti • Realizzazione o adeguamento degli impianti tecnici in conformità alle norme • Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su strutture e impianti • Richiesta di CPI • Vigilanza sul mantenimento della conformità alla norma dell’edificio scolastico • Segnalazione tempestiva all’Ente locale di eventuali situazioni di rischio dovute a strutture o impianti • Interventi provvisori o migliorie (nei limiti delle disponibilità economiche dell’istituto) PdS0 - Ruoli e responsabilità

  6. Ruoli e Responsabilità nella scuola • Le attività relative agli interventi strutturali e di manutenzione delle scuole pubbliche competono all’Ente proprietario • Gli obblighi del dirigente scolastico rispetto a questi interventi si intendono assolti con la richiesta del loro adempimento all’Ente locale • Tuttavia il dirigente, dopo aver segnalato le problematiche di competenza dell’Ente locale, in presenza di rischi importanti, deve in ogni caso intervenire anche sul piano organizzativo-procedurale, definendo nuove (auspicabilmente provvisorie) regole, introducendo specifici divieti, interdicendo l’utilizzo di particolari - e circoscritte - zone a rischio, ecc.

  7. Attenzione ai Comportamenti! • Una volta segnalati i problemi all’Ente proprietario • i tempi necessari per la sistemazione di strutture e impianti sono spesso consistenti • Condizioni di rischio residuo: • impiego educativo (attività di laboratorio, palestra, ecc.) • comportamenti a rischio degli allievi, per la diversa percezione del rischio, con particolare riguardo alle attività di laboratorio • gestione della conduzione della ricreazione, dell’eventuale pausa pranzo (con permanenza degli allievi all’interno della scuola) e del tempo mensa • eventi ascrivibili a bullismo

  8. Attenzione ai Comportamenti! • Il processo di valutazione dei rischi si dovrà focalizzare: • sulle modalità con cui le persone interagiscono con le situazioni di rischio presenti • sul loro grado di adesione alle regole e alle procedure di sicurezza

  9. Misure di Prevenzione e Protezione nella Scuola Competenza, formazione e consapevolezza • Occorre che gli addetti di ciascuna funzione: • Siano consapevoli dei loro rischi per la S&SL • Siano consapevoli dei loro ruoli e responsabilità • Abbiano la necessaria competenza per eseguire i compiti di lavoro che possono avere un impatto sul S&SL • Siano formati in modo da raggiungere il livello di consapevolezza/competenza richiesto • Le procedure di formazione devono tenere in considerazione i differenti livelli di: • responsabilità, abilità, capacità linguistiche istruzione e • rischio PdS1- Procedure di formazione

  10. Fonti di pericolo per la sicurezza • Territorio, aree esterne e accessi • Strutture edilizie, spazi di lavoro e arredi • Porte, vie e uscite in caso di emergenza • Scale fisse e portatili • Macchine • Attrezzature manuali e portatili e utensili • Immagazzinamento di oggetti e materiali • Impianti elettrici • Attrezzature a pressione • Impianti termici • Mezzi di sollevamento • Mezzi di trasporto • Incendio ed esplosione

  11. Fonti di pericolo per la salute • Agenti chimici • Agenti cancerogeni o mutageni • Agenti biologici • Aerazione, ventilazione, inquinamento indoor • Microclima • Illuminazione • Rumore • Radiazioni ionizzanti • Radiazioni non ionizzanti • Lavoro ai VDT • Igiene degli ambienti, servizi igienici

  12. Ergonomia, organizzazione e gestione • Ergonomia • Fattori di stress lavoro-correlato • Organizzazione del lavoro, lavoratrici gestanti • Pianificazione, gestione, controllo e coordinamento della sicurezza • Informazione, formazione e addestramento dei lavoratori, preposti e dirigenti • Partecipazione dei lavoratori, preposti e dirigenti • Istruzioni, prassi e procedure • Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro • DPI • Sorveglianza sanitaria • Gestione delle emergenze e pronto soccorso • Controlli, verifiche e manutenzioni

  13. Esempi di Fonti di pericolo per la Sicurezza • Aree esterne e accessi: • Traffico mezzi e interferenze con i pedoni • Accesso di estranei nella struttura • Accesso dei mezzi di soccorso (p. es. VVF) • Strutture edilizie/arredi: ancoraggio attrezzature palestra, vetrate non infrangibili, barriere architettoniche • Porte, vie e uscite in caso di emergenza: larghezza alcune porte non sufficiente, porte tagliafuoco da sostituire • Macchine: non marcate CE, da mettere a norma ai sensi dell’All. V, Titolo III DLgs 81/08

  14. Esempi di Fonti di pericolo per la Salute Agenti biologici: utilizzo agenti gruppo 1 laboratorio microbiologia Radiazioni non ionizzanti: emissioni da saldatura arco elettrico Postazioni VDT nei laboratori informatica

  15. Esempi di Fattori Organizzativi • Gestione delle Emergenze: • Redazione del Piano antincendio, di Evacuazione e di Primo Soccorso • Formazione del personale e degli allievi • Importanza delle svolgimento delle prove di evacuazione

  16. Procedura per Identificazione pericoli e Valutazione dei rischi • Tutte le attività, ordinarie e non ordinarie, p.es.: pulizia degli ambienti e attrezzature, situazioni di emergenza, ecc. • Attività di tutte le persone aventi accesso al luogo (anche visitatori) • Provenienza del personale, le capacità e altri fattori di tipo umano • Infrastrutture, attrezzature, materiali sul posto di lavoro • Ogni prescrizione legale cogente correlata alla valutazione del rischio e all'attuazione dei necessari controlli • La progettazione delle aree di lavoro, dei processi, delle attrezzature, delle procedure operative e dell’organizzazione del lavoro, incluso l’adattamento alle capacità umane PdS2-Identificazione pericoli e valutazione rischi Ing. Cecilia Peroni

  17. Valutazione del Rischio Chimico Identificazione delle fonti di pericolo • Dove? Laboratori didattici, attività di pulizia, ecc… • Tipo di agente chimico pericoloso (stato fisico, caratteristiche di pericolosità, …) • Tipologia delle operazioni svolte e attrezzature utilizzate • Quantità e concentrazione utilizzate • Modalità di manipolazione • Frequenza di utilizzo • Misure di prevenzione e protezione già adottate

  18. Analisi del rischio

  19. Sostanza Un elemento chimico e i suoi composti, allo stato naturale od ottenuti per mezzo di un procedimento di fabbricazione Anche gli additivi necessari a mantenerne la stabilità e le impurità derivanti dal procedimento utilizzato Non i solventi che possono essere separati senza compromettere la stabilità della sostanza o modificarne la composizione Miscela Una soluzione di due o più sostanze P. es. vernici, detersivi, ecc.

  20. Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa? F O E È in grado di provocare incendi e/o esplosioni Rischi per la sicurezza

  21. Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa? T Xn È pericolosa per la salute

  22. Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa? C Xi È corrosiva o irritante

  23. Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa? N È pericolosa per l’ambiente

  24. Estremamente infiammabili (F+) Sostanze che a contatto con l’aria formano una miscela esplosiva e sono altamente infiammabili in presenza di una fonte di innesco (punto di infiammabilità inferiore a 0°C, punto di ebollizione inferiore a 35°C) Esempi: idrogeno, acetilene F+

  25. Facilmente infiammabili (F): Sostanze che a contatto con l’aria formano una miscela esplosiva e sono facilmente infiammabili in presenza di una fonte di innesco (punto di infiammabilità inferiore a 21°C) Esempi: acetone, etanolo F

  26. Infiammabili Sostanze che a contatto con l’aria formano una miscela esplosiva e sono infiammabili in presenza di una fonte di innesco (punto di infiammabilità compreso tra 21°C e 55°C) Esempi: stirene (Nessun simbolo)

  27. Esplosivi (E) Sostanze che possono esplodere per effetto del calore, per attrito, urto o accensione Esempi: nitrocellulosa E Comburenti (O) Sostanze che possono alimentare un incendio anche in assenza di aria Esempi: nitrato di potassio, perossido di idrogeno (oltre il 60%) O

  28. Molto Tossiche (T+) Sostanze che già in piccolissime quantità possono essere letali oppure provocare lesioni gravi. Esempi: acido cianidrico, acido fluoridrico (oltre il 7%) T+ Tossiche (T) Sostanze che in piccole quantità possono essere letali oppure provocare lesioni serie. Esempi: biossido di zolfo, metanolo T

  29. Cancerogeni (Carc. Cat.):le sostanze o i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza Alle sostanze cancerogene di categoria 1 e 2 sono attribuiti il simbolo T e la frase di rischio R45 (può provocare il cancro) R49(può provocare il cancro per inalazione) Es. Dicloruro di cobalto T Mutageni (Muta. Cat.): le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza Alle sostanze classificate come mutagene della categoria 1 o 2 si applicano il simbolo T e la frase di rischio R46 (può provocare alterazioni genetiche ereditarie) T

  30. Nocive (Xn) Sostanze che possono provocare danni alla salute oppure essere letali se assorbite in grandi quantità. Esempio: cloruro di metilene (diclorometano) Xn

  31. Corrosivo (C) Sostanze che a contatto con la pelle, gli occhi e le mucose possono provocare lesioni serie. Esempi: sodio idrossido (soda caustica), acido solforico (oltre il 15%) C Irritante (Xi) Sostanze che a contatto con la pelle, gli occhi o le mucose possono provocare arrossamenti o infiammazioni. Esempi: carbonato di sodio, ipoclorito di sodio (candeggina) Xi

  32. Pericolose per l’ambiente (N) Sostanze che possono rappresentare un pericolo per l’ambiente. Esempio: ammoniaca N

  33. Esempio di etichettatura

  34. I nuovi pittogrammi secondo il Regolamento CLP

  35. Esplosivi Sostanze e miscele autoreattive (tipi A e B) Perossidi organici (tipi A e B) E Esplosivo GHS 01 Gas, Aerosol, Liquidi e Solidi infiammabili Sostanze e miscele autoreattive (tipi B,C,D,E,F) Liquidi e Solidi piroforici Sostanze e miscele autoriscaldanti Sostanze e miscele che, a contatto con l'acqua, emettono gas infiammabili, Perossidi organici (tipi C,D,E,F) GHS 02 F Facilmente infiammabile F+ Estremamente infiammabile Gas, Liquidi e Solidi comburenti GHS 03 O Comburente Nessuna corrispondenza Gas sotto pressione GHS 04

  36. Sostanze e miscele corrosive per i metalli Corrosione cutanea Gravi lesioni oculari C Corrosivo GHS 05 Tossicità acuta per via orale, cutanea e per inalazione (cat. 1,2,3) Xn Nocivo T+ Molto Tossico GHS 06 T Tossico

  37. Tossicità acuta per via orale, cutanea e per inalazione (cat. 4) Irritazione cutanea Irritazione oculare Sensibilizzazione cutanea Tossicità specifica organi bersaglio esposiz. singola (cat. 3) Irritazione delle vie respiratorie Narcosi Xn Nocivo GHS 07 Xi Irritante Sensibilizzazione delle vie respiratorie Mutagenicità sulle cellule germinali,Cancerogenicità,Tossicità per la riproduzione Tossicità specifica organi bersaglio esposiz. singola (cat. 1 e 2) Tossicità specifica organi bersaglio esposiz. ripetuta Pericolo in caso di aspirazione Xn Nocivo GHS 08 T Tossico (Mutageno Cancerogeno) Pericoloso per l'ambiente acquatico N Pericoloso per l’ambiente GHS 09

  38. Criteri classificazione cancerogenicità

  39. «Vecchia» etichettatura (UE 67/248) Nome ACIDO CLORIDRICO CLORURO DI IDROGENO HCl Frasi indicanti rischi specifici C - Corrosivo NATURA DEI RISCHI: R34 – Provoca ustioni R37 – Irritante per le vie respiratorie Simboli e indicazioni di pericolo CONSIGLI DI PRUDENZA: S1/2 - Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini S26 - In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamente ed abbondantemente con acqua e consultare il medico S45 - In caso di malessere consultare il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta) Frasi indicanti consigli di prudenza NUMERO CAS:: 7647-01-0 NUMERO CEE: 017-002-00-X DITTA:…………………………………………………………………………... INDIRIZZO:……………………………………………………………………. Numero CE o quantità nominale contenuto Responsabile immissione sul mercato

  40. Etichettatura secondo CLP Ing. Cecilia Peroni

  41. Acido cloridrico …% N° INDICE 017-002-01-X N° CE 231-595-7 CAS 7647-01-0 Pericolo H314 Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H335 Può irritare le vie respiratorie P260 Non respirare i vapori P303+361+353 IN CASO DI CONTATTO CON LA PELLE (o con i capelli): togliersi di dosso immediatamente tutti gli indumenti contaminati. Sciacquare la pelle/fare una doccia. P305+P351+P338 IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: sciacquare accuratamente per parecchi minuti. Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare. P310 Contattare immediatamente un CENTRO ANTIVELENI o un medico. P405 Conservare sotto chiave. P501 Smaltire il prodotto/recipiente in conformità con le disposizioni locali/regionali/nazionali/internazionali. Quantità nominale: kg (massa netta/lorda) Ragione sociale – Indirizzo - Telefono

  42. Scheda Dati di Sicurezza 1. Identificazione della sostanza/miscela e della società/impresa 2. Identificazione dei pericoli 3. Composizione/informazione sugli ingredienti 4. Misure di primo soccorso 5. Misure antincendio 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7. Manipolazione e stoccaggio 8. Controllo dell'esposizione/protezione individuale 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni Allegati Scenari di esposizione – Misure specifiche per gli usi identificati Identificazione pericoli Applico misure

  43. Stima del rischio • R = f (P, D) • R = Rischio • P = Probabilità del danno atteso • D = entità del danno atteso • Algoritmi o modelli matematici • Stabiliscono delle fasce di rischio con l’assegnazione di un punteggio associato ai diversi fattori (pericolosità della sostanza, caratteristiche fisico- chimiche, frequenza e quantità d’uso, modalità di esposizione) • Dal calcolo si ottiene un indice di rischio sintetico da confrontare con il valore di riferimento stabilito dall’algoritmo stesso

  44. Stima del rischio Giustificazione:rischio insignificante che non rende necessaria un’ulteriore valutazione, viste la natura e l’entità del rischio (es. “bianchetto” da ufficio) Rischio basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute: il tipo, la quantità, la modalità e la frequenza di esposizione all’agente chimico pericoloso sono poco significativi, e quando le misure di prevenzione già presenti sono sufficienti a ridurre il rischio al minimo possibile Rischio non basso e non irrilevante: il livello di rischio è tale da imporre l’adozione di misure specifiche di prevenzione e protezione, oltre a procedure di intervento per incidenti ed emergenze e la sorveglianza sanitaria Rischio di natura cancerogena e mutagena: rientranti nel Titolo IX, Capo II del D.Lgs. 81/08

  45. Misure di Prevenzione e Protezione Eliminazione Sostituzione: della sostanza con un'altra meno pericolosa Misure di controllo tecniche: sistema chiuso, installare sistema di aspirazione, ecc.

  46. Misure di Prevenzione e Protezione Segnaletica di sicurezza, procedure di sicurezza, ecc. Dispositivi di Protezione Individuale

  47. Misure di Prevenzione e Protezione Prodotti chimici Eliminare prodotti cancerogeni (vedi etichette e frasi di rischio) Sostituire, ove compatibile con l’attività didattica, i prodotti tossici con altri non tossici Eliminare i prodotti privi di etichetta e di scheda di sicurezza o etichettarli correttamente Aspetti strutturali Disponibilità della cappe di aspirazione con idonea velocità di cattura Colorazioni di sicurezza sulle tubazioni di gas, acqua, ecc. Bunsen dotati di valvole di intercettazione dei gas Impianto di rilevazione delle fughe di gas Adeguata illuminazione localizzata

  48. Misure di Prevenzione e Protezione Procedure di sicurezza e formazione Effettuare le lavorazioni che sviluppano vapori e gas nocivi sotto cappa Definizione procedure di lavoro integrate con sicurezza Addestramento alle procedure Utilizzo di reagenti tossici, corrosivi, esplosivi o facilmente infiammabili sotto diretta sorveglianza dell’insegnante Regolamento di laboratorio Reattivi chimici custoditi in armadi accessibili solo agli insegnanti, evitando la collocazione contigua di prodotti altamente reattivi tra loro Corrette procedure di acquisto e di smaltimento Procedure di emergenza DPI Uso di camici, guanti, occhiali secondo quanto richiesto dalle operazioni effettuate Dispositivi di emergenza Estintori Fontanelle o bottiglia lavaocchi Cassetta di PS

  49. Obiettivi e Programmi • Devono essere stabiliti degli obiettivi misurabili di S&SL per le pertinenti funzioni • Predisporre un programma per il raggiungimento degli obiettivi che includa almeno: • Attribuzione responsabilità • Mezzi e scadenze temporali PdS3- Obiettivi e programma di miglioramento S&SL

  50. Controllo operativo Definire operazioni e attività dove è necessaria l'attuazione di controlli per gestire i rischi identificati PdS4- Acquisto dei prodotti PdS5- Individuazione condizioni e ubicazioni di stoccaggio PdS6- Gestione dei DPI

More Related