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Le competenze del Dirigente scolastico (psico-pedagogiche)

Le competenze del Dirigente scolastico (psico-pedagogiche). Modulo 5 DIRSCUOLA Ivana Uras. Obiettivi del modulo. Fornire i corsisti di strumenti operativi per : Acquisire una visione organica ed olistica della complessità delle istituzioni scolastiche autonome

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Le competenze del Dirigente scolastico (psico-pedagogiche)

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  1. Le competenze del Dirigente scolastico(psico-pedagogiche) Modulo 5 DIRSCUOLA Ivana Uras

  2. MODULO 5 - Ivana Uras

  3. Obiettivi del modulo Fornire i corsisti di strumenti operativi per : • Acquisire una visione organica ed olistica della complessità delle istituzioni scolastiche autonome • Orientarsi nell’individuazione delle competenze del dirigente in ambito psico-pedagogico • Orientare la preparazione al concorso per dirigente determinando mappe concettuali di base • Approfondire alcune tematiche di settore analizzando le connessioni tra le ricerche psicopedagogico-didattiche e la normativa, nella loro evoluzione . MODULO 5 - Ivana Uras

  4. Sommario • Introduzione • La Programmazione • L’Offerta formativa • La Valutazione • L’Apprendimento MODULO 5 - Ivana Uras

  5. Competenze psicopedagogiche del dirigente scolastico PREMESSA Il modulo intende affrontare argomenti ben noti ai docenti corsisti che hanno alle spalle anni di docenza e di formazione e di studio sul campo; tuttavia, essi verranno affrontati cambiando l’ottica dalla quale si deve partire. Occorre ruotare il proprio punto di vista di 180° per acquisire una visione che è, e deve essere, olistica ed onnicomprensiva in funzione della medesima destinazione di scopo di ciascun operatore della scuola che è il successo formativo di ciascun alunno . Si affronterà la figura del dirigente avvalendoci di strumenti e supporti che sono indispensabili per l’agire competente del dirigente. MODULO 5 - Ivana Uras

  6. Da dove partire? Strumenti e supporti indispensabili per l’agire competente del dirigente: • Quadro normativo di riferimento e le indicazioni europee; • La ricerca sociologica, psicopedagogica e le neuroscienze, • metodologica e disciplinare; • La scienza dell’organizzazione - la pianificazione organizzativa per • processi • Indispensabile: VISIONE DI SISTEMA • complessità individuale e sociale • globalizzazione della comunicazione e dell’informazione • sviluppo delle tecnologie • confronto europeo e internazionale • evoluzione del pensiero e della politica scolastica Art. 21 Legge 59 /97- DPR.275 /1999 D.l. 44/2000- art.25 Dlgs. 165/2001 MODULO 5 - Ivana Uras

  7. Da dove partire? Articolo 25 del Dlgs 165/2001. Dirigenti delle istituzioni scolastiche. (Art. 25-bis del D.Lgs. n. 29 del 1993, aggiunto dall'art. 1 del D.Lgs. n. 59 del 1998; Art. 25-ter del D.Lgs. n. 29 del 1993, aggiunto dall'art. 1 del D.Lgs. n. 59 del 1998) 2. Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare, il dirigente scolastico, organizza l'attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle relazioni sindacali. 3. Nell'esercizio delle competenze di cui al comma 2, il dirigente scolastico promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio, per l'esercizio della libertà di insegnamento, intesa anche come libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica, per l'esercizio della libertà di scelta educativa delle famiglie e per l'attuazione del diritto all'apprendimento da parte degli alunni. 4. Nell'ambito delle funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche, spetta al dirigente l'adozione dei provvedimenti di gestione delle risorse e del personale MODULO 5 - Ivana Uras

  8. Da dove partire? • Le sole spiegazioni di ordine sociale e politico non bastano a spiegare un fenomeno di così grande portata, esse devono essere affiancate dall’analisi dell’evoluzione epistemologica che ha caratterizzato la riflessione pedagogica e didattica contemporanea. • Si scopre allora che sia la pedagogia sia la didattica hanno lentamente percorso una linea di sviluppo che le ha portate verso lo studio delle condizioni che regolano l’evento formativo in tutta la sua complessità. • La dimensione organizzativa entra con prepotenza nello studio pedagogico e didattico e questo mentre il livello istituzionale propone modelli di scuola che vedono nelle stesse modalità organizzative interne e nella capacità di stringere alleanze educative con le altre agenzie del territorio il punto di svolta, le condizioni del successo formativo, la garanzia della qualità dell’offerta formativa. MODULO 5 - Ivana Uras

  9. E’ in atto un dibattito epistemologico interno alle scienze dell’educazione, un dibattito assai complesso e variegato, che riconosce comunque l’orientamento principale, cioè il progressivo spostarsi dell’interesse pedagogico e didattico verso lo studio e l’analisi del fatto educativo, o meglio, dell’evento formativo’, in tutte le sue dimensioni, non solo formali, che sono tipiche dell’ambiente scolastico, ma anche informali e non formali MODULO 5 - Ivana Uras

  10. LA PROGRAMMAZIONE MODULO 5 - Ivana Uras

  11. La programmazione Disposizioni normative che regolano attività di programmazione Teoria pedagogico -didattica EVOLVONO Da Un ‘attenzione esclusiva alla programmazione delle attività didattiche A Una visione organizzativa della progettazione educativa Ovvero Dall’unità didattica all’offerta formativa MODULO 5 - Ivana Uras

  12. La programmazione Studio su 3 direttrici fondamentali : Prospettiva pedagogico-generale (prassi programmatoria) Prospettiva metodologico-operativa (modelli pratici di programmazione) Prospettiva normativa (principali disposizioni che regolano la programmazione scolastica istituzionale) MODULO 5 - Ivana Uras

  13. Pedagogia della programmazione educativa APPROCCIO COMPORTAMENTISTA Teoria che si afferma negli Stati Uniti a partire dall’inizio del ‘900 Prevale il concetto di planning mutuato dal mondo dell’industria (letteralmente: pianificazione) macchine per insegnare Pressey : assegnazione automatica del punteggio in test a scelta multipla l’allievo procede nel compito solo a risposta esatta Skinner : si richiede all’allievo non solo la scelta, ma anche la produzione della risposta ruolo centrale del rinforzo positivo MODULO 5 - Ivana Uras

  14. Pedagogia della programmazione educativa SKINNER Principi della programmazione lineare (Trisciuzzi): Principio dei piccoli passi Principio della risposta attiva Principio del rinforzo immediato Il rinforzo positivo acquisisce grande rilevanza nell’incoraggiare l’alunno e nel fissare gli apprendimenti, mentre l’errore costituisce una variabile di disturbo. CROWDER Programma ramificato : programma in grado di offrire percorsi di apprendimento diversi per gli alunni che commettono errori nel fornire risposte agli item presentati (percorso principale per risposte sempre corrette – percorsi alternativi in base alle eventuali risposte errate) Diverso ruolo dell’errore che è segnale che deve condizionare il processo di insegnamento se non si vuole rischiare di perdere l’alunno nel percorso programmato – recupero di un’attenzione alle esigenze individuali del singolo allievo MODULO 5 - Ivana Uras

  15. Pedagogia della programmazione educativa Modello cibernetico Teoria cibernetica : ogni funzione del sistema vivente (movimento,pensiero,linguaggio,comportamento) è un sistema che si autoregola e che deve l’esistenza, la stabilità e quasi tutto il modo di comportarsi a dei controlli di retroazione o feedback I concetti di rinforzo, scarto,retroazione assumono aspetti più sofisticati rispetto al modello comportamentista assumendo maggiore rilevanza ai fini della programmazione e della valutazione delle attività scolastiche MODULO 5 - Ivana Uras

  16. Pedagogia della programmazione educativa • Istruzione programmata • In Italia negli anni ‘70 approccio comportamentista si propone come metodologia didattica in grado di aiutare i docenti della nuova scuola di massa . • Conseguenze pedagogiche del condizionamento operativo: • L’apprendimento programmato rinforza la motivazione • Libera l’alunno dalla pressione dei rapporti i simpatia antipatia nella classe • Ha influenzato fortemente la pratica della programmazione che ha conosciuto infinite varianti • mostra ancora oggi la sua validità applicato a settori quali l’integrazione dei soggetti portatori di handicap e l’ambito del software didattico • L’istruzione programmata propone agli insegnanti gli strumenti per identificare con precisione gli obiettivi più pertinenti ai singoli alunni • Sottrae il discorso didattico da scelte arbitrarie e lo indirizza verso una dimensione scientifica dell’insegnamento • Approccio sistematico razionale e pianificato all’istruzione contro stereotipo della didattica e del metodo come questione personale del docente MODULO 5 - Ivana Uras

  17. Pedagogia della programmazione educativa • Istruzione programmata • Criticità • Rigidità • Obiettivi stabiliti dai docenti piuttosto che ricavati dall’interazione con gli allievi • Eccessiva centratura sugli aspetti cognitivi e comportamentali a scapito di quelli affettivi e relazionali • Difficoltà nella gestione dell’evento educativo come evento complesso caratterizzato da forti elementi di occasionalità e irripetibilità • Ruolo di tecnica dell’insegnamento • In grado di aiutare i professionisti della formazione , ha trovato nuovi campi applicativi nell’ambito della didattica contemporanea: • Nell’integrazione dei soggetti in situazione di handicap • Nella programmazione di software didattici • Nei programmi di autoformazione assistita o a distanza MODULO 5 - Ivana Uras

  18. Pedagogia della programmazione educativa APPROCCIO COGNITIVISTA Parallelo e in parte successivo a quello comportamentista c’è l’approccio cognitivista alla pratica della programmazione .Viste le articolazioni complesse non esiste una definizione univoca; ci si può limitare ad individuare almeno 2 principali sezioni di questo approccio(G. Franceschini): quello strutturalista e quello neocognitivista A. STRUTTURALISTA - J.S. BRUNER • L’attenzione si sposta dall’apprendimento di nozioni, ripetitivo e slegato • dall’esperienza all’apprendimento delle strutture delle discipline così come • sono proposte dalla epistemologia delle singole scienze • La mediazione didattica mette in comunicazione la struttura psicologica del soggetto che apprende e la struttura delle discipline • Si afferma il principio che gli elementi fondamentali possono essere • insegnati a qualunque età e a chicchessia • Si riconosce importanza al pensiero produttivo, all’intuizione e alla • creatività (scienziato) • La motivazione all’apprendimento come interesse verso l’oggetto di apprendimento e non legato alla promozione e alla competizione MODULO 5 - Ivana Uras

  19. Pedagogia della programmazione educativa L’impianto pedagogico dello strutturalismo chiama in gioco 3 aspetti: Epistemologico interno delle singole discipline Psicologico rispetto alla struttura cognitiva del soggetto che apprende Didattico inerente le modalità di mediazione tra le due forme di strutture Modello di sviluppo di apprendimento disposto in linea orizzontale, come modalità di rappresentazione di conoscenze tipica dell’uomo in generale, del bambino come dell’adulto (Bambino: utilizza maggiormente forme di rappresentazioni empiriche, l’adulto forme di rappresentazione simbolico- culturali) I livelli di maturazione non sono vincoli per lo sviluppo dei programmi d’insegnamento che possono in questo modo accelerare gli stessi ritmi di maturazione.(integrazione con il modello piagetiano stadiale e maturazionista). MODULO 5 - Ivana Uras

  20. Pedagogia della programmazione educativa Il processo di costruzione-trasmissione delle conoscenze che si realizza a scuola dipende dall’interazione di 4 categorie di variabili strettamente interconnesse tra di loro: Natura e presentazione dei contenuti Attività cognitive richieste e messe in atto dagli alunni Compiti criteriali, ovvero attività e situazioni utilizzate come verifica Caratteristiche del soggetto che impara Con lo sviluppo della ricerca psicoevolutiva, si conferma che il processo di costruzione delle conoscenze non si realizza semplicemente con l’apprendimento delle strutture disciplinari, bensì attraverso percorsi di concettualizzazione spontanei che portano gradualmente il bambino alla conoscenza adulta MODULO 5 - Ivana Uras

  21. Pedagogia della programmazione educativa • L’impianto strutturalista e neocognitivista è ben presente nei documenti di legislazione che si occupano di programmazione. • - Grande importanza agli obiettivi disciplinari non da intendersi come nozioni, ma come strumenti per l’apprendimento • a livello nazionale definizione di macro-obiettivi distinti per discipline (elementi portanti, strutture delle discipline stesse) • Non esistono gerarchie tra le discipline che non vanno intese in relazione all’età del soggetto se non come ricerca di modalità di approccio per le singole fasce evolutive • Importanza delle conoscenze contenutistiche come punti di approdo anziché di partenza • I saperi disciplinari hanno una struttura formale che li organizza e li regola, ma la mente umana reagisce organizzando percorsi di concettualizzazione spontanei che sono propedeutici alla formalizzazione dei saperi stessi (diversi da individuo a individuo) • L’epistemologia disciplinare fornisce le indicazioni per la costruzione dei curricoli e per la progressione da seguire nello svolgimento delle attività didattiche MODULO 5 - Ivana Uras

  22. Criticità: • - Eccessiva attenzione agli aspetti cognitivi piuttosto che a quelli affettivi • L’importanza attribuita ai saperi disciplinari spesso è scaduta in un • ritorno al nozionismo con programmazioni pesanti centrate • esclusivamente sui contenuti • - Precocismo che rischia di bloccare i processi di apprendimento • Ai fini della programmazione l’approccio cognitivista è assai rilevante, rappresenta un’ulteriore possibilità a disposizione dei docenti per la gestione di processi di apprendimento- insegnamento,una tecnica dai grandissimi risvolti pratici, ma insufficiente da sola a comprendere l’intera complessità dell’evento formativo MODULO 5 - Ivana Uras

  23. 1.2. Programmazione didattica - modelli APPROCCIO ORGANIZZATIVO Parte dal riconoscimento che tra i processi di insegnamento e quelli di apprendimento non esistono legami forti causa-effetto come siamo abituati a credere. I - CONCETTO CHIAVE: PRODOTTO Qual è il prodotto della scuola? I livelli di apprendimento dei suoi alunni? La cultura che riesce a trasmettere? Gli studenti non sono oggetti passivi da plasmare, ma soggetti attivi fruitori di un servizio che viene offerto loro come opportunità di apprendimento. La scuola produce il servizio di insegnamento che offre agli studenti, utilizzando e combinando risorse fisiche, normative, intellettuali,emotive. Prodotto come output : servizio effettivamente erogato a seguito dell’impiego delle risorse del quale la scuola è direttamente responsabile, l’offerta formativa e quindi il processo di insegnamento Prodotto comeoutcome : risultati visibili generati sugli utenti del servizio, ovvero i processi di apprendimento MODULO 5 - Ivana Uras

  24. II CONCETTO CHIAVE : QUALITA‘ • Non è una proprietà posseduta o non posseduta da un soggetto (la scuola,gli insegnanti, gli alunni); • È un fenomeno che si realizza in una relazionescuola/famiglia/territorio/alunni); • Un approccio educativo orientato alla qualità si evidenzia nella peculiarità metodologica del controllo e della valutazione di tale relazione; • Non riguarda solo l’attività didattica, ma l’insieme delle attività, delle funzioni, dei ruoli e della loro gestione; PROGETTAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA Qualità del processo OFFERTA FORMATIVA Qualità del prodotto VANTAGGIO effettivo per gli utenti MODULO 5 - Ivana Uras

  25. 1.2. Programmazione didattica - modelli • 3 COMPORTAMENTI ORGANIZZATIVI ORIENTATI ALLA QUALITA’: • Gestione adatta o di mantenimento : tende a mantenere struttura e processi inalterati nel tempo • Gestione di qualità:esegue le attività di sempre, ma in modo più efficiente,veloce, e in maggior quantità; • Gestione di qualità totale: influenza totalmente i processi e la struttura dell’organizzazione, cambiando le attività stesse • DIMENSIONE DI QUALITA ‘ (M.ROTONDI) • Corrispondenzadell’azione educativa alle reali richieste del sistema utente • Circostanza comunicativa, percettiva, relazionale della situazione educativa • Consistenza dell’approccio tecnico,scientifico, pragmatico e teorico di riferimento utilizzato per la progettazione,attivazione e valutazione dell’intervento educativo • Congruenza tra tutti i ruoli e le fasi del processo formativo • Contemporaneità di tutte le dimensioni indicate MODULO 5 - Ivana Uras

  26. PROGRAMMAZIONE PER OBIETTIVI OBIETTIVO: descrizione di una performanceche gli studenti devono essere in grado dimostrare per essere considerati competenti , descrive il risultato piuttosto che il metodo didattico Legge 517/77: ha tolto alla professionalità del docente il tratto caratteristico del giudice e vi ha aggiunto quella del programmatore. Dal Piano di lavoro a Nuova programmazione: • Ruolo degli obiettivi • nuova funzione della • valutazione • Prodotto di impegno collettivo • Adeguamento alle realtà locali delle indicazioni espresse • dai programmi didattici nazionali Documento tipico che doveva presentare ogni insegnante Contenuti uguali=alunni diseguali Valutazione che sanziona l’apprendimento o il non apprendimento MODULO 5 - Ivana Uras

  27. 1.2. Programmazione didattica - modelli • Modelli didattici per la programmazione: • Analisi della situazione di partenza (di gruppo e individuale) • Identificazione dei bisogni formativi • definizione degli obiettivi generali trasversali e di quelli didattici disciplinari • Definizione dei prerequisiti • Definizione dei mezzi,tempi e strategie per il raggiungimento degli obiettivi • Attività di verifica. • Diffusione delle tassonomie di Bloom,ovvero classificazioni gerarchicamente ordinate nell’area cognitiva, psicomotoria e sociale. • Nell’area cognitiva: • conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi,valutazione. • Gagné: 8 classi di modalità di apprendimento, dall’apprendimento di segnali alla soluzione di problemi MODULO 5 - Ivana Uras

  28. 1.2. Programmazione didattica - modelli Frabboni-Arrigo: 4 livelli di apprendimento Apprendimenti elementari (tipo riproduttivo ) memorizzazione e automatismo cognitivo; Apprendimenti intermedi (tipo rielaborativo) comprensione e applicazione Apprendimenti superiori convergenti (problem solving con una sola soluzione valida) operazioni cognitive di analisi e sintesi Apprendimenti superiori divergenti (problem solving a molteplici soluzioni valide) processi mentali di intuizione e di invenzione Prevale un principio di razionalità forte, pianificazione rigorosa delle azioni didattiche predeterminando il processo insegnamento- apprendimento Osservazioni: in realtà è processo dinamico che segue una sequenza circolare (previsione – programmazione - intervento - verifica) Pellerey *: dal momento che non è possibile identificare un metodo didattico definitivo e ottimale; elabora per la progettazione didattica principi di metodo secondo i quali si deve scegliere il metodo.(82) *M.Pellerey,progettazione didattica,Sei,Torino 1983 pagg 177-185 MODULO 5 - Ivana Uras

  29. PROGRAMMAZIONE PER CONCETTI Emerge il ruolo formativo delle discipline come organizzatori degli apprendimenti DAMIANO : compito del docente è mettere in comunicazione le strutture disciplinari con quelle psicologiche del soggetto che apprende attraverso una didattica per concetti Saperi = disciplina cognitiva del soggetto in apprendimento FASI Elaborazione di mappa concettuale struttura dei concetti dell’unità didattica che il docente intende proporre con le tappe principali ed essenziali del percorso cognitivo che affronterà l’alunno Individuazione del livello di concettualizzazione spontanea o ingenua intorno ai concetti della mappa attraverso conversazione clinica con il gruppo di alunni Sulla base del p.2 elaborazione della rete concettuale l’ordine delle operazioni da seguire per presentare e far apprendere i concetti della mappa MODULO 5 - Ivana Uras

  30. 1.2. Programmazione didattica - modelli CRITICITA’ I modelli di programmazione, siano essi per obiettivi comportamentali o per concetti , nel predeterminare il processo di insegnamento/apprendimento in termini precostituiti rischiano di perdere di vista il soggetto dell’apprendimento, l’alunno, con i suoi ritmi e le sue esigenze e le variabili che ad essi sono correlate. Nuovi sviluppi: la programmazione organizzativa Si fa strada l’apprendimento programmato MODULO 5 - Ivana Uras

  31. LA PROGRAMMAZIONE ORGANIZZATIVA • Negli anni ’90 emergono : • la funzione dell’informazione retroattiva o feedback, come garanzia di attuazione ai processi di apprendimento-Riscontrato il mancato raggiungimento dell’obiettivo , l’insegnante opera con interventi di recupero, alternativi o reiterativi per portare tutti gli alunni al livello di competenza programmato • l’aspetto dell’imprevedibilitàe complessità dell’evento educativo perché l’apprendimento programmato si costruisce nel tempo, in maniera ricorsiva, come complementarità di ipotesi prodotte dagli insegnanti e di tracce evidenziate nell’osservazione dei discenti . Da qui deriva la programmazione evolutiva “La programmazione è la complementarietà evolutiva di rigore e immaginazione”(Hawkins) • Importanza di fattori apparentemente secondari nei processi di apprendimento : affettivi, emotivi, relazionali • La complessità dell’evento formativo porta la ricerca ad orientarsi verso modelli in grado di rappresentare l’intero funzionamento del servizio scolastico MODULO 5 - Ivana Uras

  32. LA PROGRAMMAZIONE ORGANIZZATIVA • Tende ad investire l’intero funzionamento delle organizzazioni scolastiche nella intrinseca imprevedibilità degli eventi educativi • Oggetto della p. organizzativa : insieme delle variabili del servizio scolastico • (Tempi ,spazi ,relazioni ,didattica, gestione delle risorse umane e materiali) • La progettazione didattica : parte costitutiva di un più ampio disegno progettuale, ma non l’unico in grado di decidere sul grado di servizio erogato • 3 AREE PRINCIPALI : 1.Dimensione gestionale 2. Didattica Nucleo fondamentale dell’offerta e del servizio formativo effettivamente erogato Tutte le attività connesse con il reperimento,l’organizzazione, il controllo, la valutazione delle risorse Opportunità che la scuola riesce a garantire ai docenti per migliorare la qualità 3. Supporti alla didattica MODULO 5 - Ivana Uras

  33. LA PROGRAMMAZIONE ORGANIZZATIVA Osservazioni E’ il modello più vicino alle recenti intenzioni istituzionali in materia di programmazione. L’ autonomia delle istituzioni scolastiche si gioca nella capacità di ogni scuola di organizzare in modo efficiente ed efficace le risorse che ha a disposizione in vista di un piano dell’offerta formativa di qualità che riesca ad interconnettere la libertà di insegnamento con la missione istituzionale della scuola e con il diritto al successo formativo di ciascun alunno. MODULO 5 - Ivana Uras

  34. 1.3 La programmazione nella normativa • La pratica della programmazione educativa entra ufficialmente nella scuola italiana con i Decreti Delegati del 1974, poi trasfusi nel D.Lgs. n. 297/1994 (testo Unico sull’Istruzione) • D.Lgs. n. 297/1994 art. 7: • Il collegio dei docenti; • ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. • Sono già presenti i principi pedagogici che troveremo nella normativa istituzionale in tema di programmazione: • Collegialità - unitarietà – intenzionalità – partecipazione • Cfr DPR 503/1955 Programmi Ermini per la scuola elementare: ‘Spetta all’insegnante [….] formulare un suo personale piano di lavoro…. • L.517/77 art. 2: • Ribadisce l’idea di programmazione proposta dai Decreti Delegati MODULO 5 - Ivana Uras

  35. La programmazione nella normativa D.M. 9 febbraio 1979 Programmi per la scuola media statale, parte III, punto 3 3 - Fasi della programmazione Questa impostazione postula un progetto educativo didattico che comprende organicamente i seguenti momenti: a) individuazione delle esigenze del contesto socio-culturale e delle situazioni di partenza degli alunni; b) definizione degli obiettivi finali, intermedi, immediati che riguardano l'area cognitiva, l'area non cognitiva e le loro interazioni; c) organizzazione delle attività e dei contenuti in relazione agli obiettivi stabiliti: d) individuazione dei metodi, materiali e sussidi adeguati; e) sistematica osservazione dei processi di apprendimento; f) processo valutativo essenziale finalizzato sia agli adeguati interventi culturali ed educativi sia alla costante verifica dell'azione didattica programmata; g) continue verifiche del processo didattico, che informino sui risultati raggiunti e servano da guida per gli interventi successivi. La programmazione può prevedere anche l'organizzazione flessibile e articolata delle attività didattiche (attività interdisciplinari, interventi individualizzati, nonché raggruppamenti variabili di alunni, anche di classi diverse, e utilizzazione di docenti specializzati nell'ambito consentito dalla legge 517). MODULO 5 - Ivana Uras

  36. La programmazione nella normativa DPR 12 febbraio 1985 n.104 Programmi per la scuola elementare, Premessa PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ED ORGANIZZAZIONE DIDATTICA Programmazione didattica La programmazione didattica ha un valore determinante per il processo innovativo che, con i programmi, si deve realizzare nella scuola elementare.Spetta ai docenti, collegialmente ed individualmente, di effettuare con ragionevoli previsioni la programmazione didattica, stabilendo le modalità concrete per mezzo delle quali conseguire le mete fissate dal programma e la scansione più opportuna di esse, tenuto conto dell'ampliamento delle opportunità formative offerte dal curricolo, sia con l'inserimento di nuove attività, sia con la valorizzazione degli insegnamenti tradizionali.La programmazione, nel quadro della prescrittività delle mete indicate dal programma, delineerà i percorsi e le procedure più idonee per lo svolgimento dell'insegnamento, tenendo comunque conto che i risultati debbono essere equivalenti qualunque sia l'itinerario metodologico scelto.La programmazione didattica deve essere assunta e realizzata dagli insegnanti anche come sintesi progettuale e valutativa del proprio operato. MODULO 5 - Ivana Uras

  37. La programmazione nella normativa DM 3 giugno 1991, Orientamenti dell’attività educativa nelle scuole materne statali Curricolo e programmazione :….Una progettazione aperta, flessibile, da costruirsi in progressione e lontana da schematismi risulta coerente con la plasticità e il dinamismo dello sviluppo infantile e, di conseguenza, capace di sollecitare sinergicamente tutte le potenzialità, i linguaggi e le forme di intelligenza. • I programmi per la scuola media si limitano ad indicare scansione delle fasi della programmazione • I programmi per la scuola elementare utilizzano il termine di programmazione correlato al termine organizzazione • Negli Orientamenti per la scuola dell’infanzia il termine ‘programmazione’ è sostituito da ‘progettazione’ • Si passa da un approccio comportamentista riferito alle sole attività formali di insegnamento ad un approccio organizzativo che riconosca anche gli aspetti impliciti o nascosti del processo formativo, relativi agli spazi, ai tempi e alle relazioni MODULO 5 - Ivana Uras

  38. La programmazione nella normativa L’attenzione Istituzionale si focalizza nella seconda metà degli anni ’90 oltre ai tradizionali documenti di programmazione educativa anche ai documenti di programmazione organizzativa : a)Carta dei Servizi b) Progetto d’Istituto (P.E.I) c) Contratto Formativod.p.c.m. 7 GIUGNO 1995 • a) La Carta dei Servizi è un documento attraverso il quale la scuola rende pubblici • I principi fondamentali della sua azione formativa • Le caratteristiche di qualità dei servizi per l’utente • I meccanismi di valutazione e di controllo interni • I mezzi e le procedure a disposizione per gli utenti per segnalare eventuali disfunzioni (procedure di reclamo) • La Carta dei servizi intende soddisfare l ’esigenza di tutela dei diritti del fruitore MODULO 5 - Ivana Uras

  39. La programmazione nella normativa • b) Progetto Educativo d’Istituto – P.E.I. • All’interno della carta dei Servizi, è fondamento sul piano giuridico. • Contiene le scelte educative ed organizzative e i criteri di utilizzazione delle risorse; • Costituisce un impegno per l’intera comunità scolastica; • È integrato dal regolamento d’Istituto; • Definisce, in modo razionale e produttivo, il piano organizzativo in funzione delle proposte culturali, delle scelte educative e degli obiettivi formativi elaborati dai competenti organi della scuola • Regola l’uso delle risorse di istituto e la pianificazione delle attività di sostegno, di recupero, di orientamento e di formazione integrata • Contiene i criteri relativi alla formazione delle classi, all’assegnazione dei docenti alle stesse, alla formulazione dell’orario del personale docente e ATA alla valutazione complessiva del servizio scolastico • c) Contratto Formativo • È la dichiarazione esplicita e partecipata, dell’operato della scuola; • Si stabilisce tra docente e l’allievo, ma coinvolge, l’intero consiglio di classe e di interclasse, gli organi d’istituto, i genitori, gli enti esterni preposti o interessati al servizio scolastico MODULO 5 - Ivana Uras

  40. L’OFFERTA FORMATIVA MODULO 5 - Ivana Uras

  41. L ‘ Offerta Formativa • PIANO DELL’OFFERTRA FORMATIVA (POF) • DPR 8 marzo 1999 n. 275 art.3 • CAPO IIAUTONOMIA DIDATTICA E ORGANIZZATIVA, DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPOOgni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano dell'offerta formativa. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia. • 2. Il Piano dell'offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti professionalità. MODULO 5 - Ivana Uras

  42. L ‘ Offerta Formativa • PIANO DELL’OFFERTRA FORMATIVA (POF) • DPR 8 marzo 1999 n. 275 art.3 3. Il Piano dell'offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto. 4. Ai fini di cui al comma 2 il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli Enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio. 5. Il Piano dell'offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione. MODULO 5 - Ivana Uras

  43. L ‘ Offerta Formativa Tutti i documenti di programmazione istituzionale contengono alcune dimensioni metadidattiche che rappresentano un elemento di continuità nell’evoluzione della programmazione: Collegialità : non esistono documenti di programmazione individuali -Importanza del confronto, scambio, integrazione tra i professionisti dell’educazione Contrattazione : negoziazione con l’esterno e con i fruitori, gli studenti Pertinenza e sostenibilità : Offerta formativa pertinente con i bisogni i desideri ed aspettative degli alunni e da essi sostenibile Unitarietà : l’offerta formativa si presenta come percorso unitario, con pari dignità agli aspetti affettivi e cognitivi Flessibilità : l’offerta formativa si modifica nel tempo in base alle risposte degli alunni Integrazione: l’offerta formativa è integrata con la rete di opportunità formative presenti nel territorio Intenzionalità e responsabilità :l’offerta formativa esplicita le intenzioni delle istituzioni scolastiche e gli operatori sono responsabili delle della qualità del servizio realmente erogato MODULO 5 - Ivana Uras

  44. L ‘ Offerta Formativa • Il piano dell’offerta formativa . • Il Piano diventa il documento fondamentale costitutivo dell’ identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche .Esso comprende: • La progettazione curricolare • La progettazione extracurricolare • La progettazione educativa • La progettazione organizzativa • Il POF non riguarda più soltanto un’indicazione degli obiettivi generali della scuola, né una lista di attività da svolgere, ma rappresenta un approccio progettuale, in cui la gestione dei curricoli, delle proposte di arricchimento formativo e delle diverse opzioni didattiche e laboratoriali si legano ai processi organizzativi e al loro controllo e valutazione. Il modello pedagogico - didattico e quello organizzativo - amministrativo sono le principali componenti del POF, che viene elaborato dal Collegio dei Docenti, in base alle scelte generali di indirizzo del Consiglio d’Istituto, dei cui risultati è responsabile il Dirigente Scolastico. MODULO 5 - Ivana Uras

  45. L ‘ Offerta Formativa • La progettualità del POF - fasi : • analisi dei bisogni formativi • individuazione delle risorse strumentali e professionali • pianificazione delle attività didattiche organizzate sulla base degli indirizzi nazionali e dei bisogni formativi emersi • attuazione dell’offerta formativa • Monitoraggio e verifiche • Valutazione • Autovalutazione MODULO 5 - Ivana Uras

  46. L ‘ Offerta Formativa Il dirigente scolastico, in coerenza con il profilo delineato nell’art 25 del D.Lgs 165/2001 nel rispetto delle competenze degli organi collegiali e di quelle attribuite dall’art 3 del DPR 275/99, assicura il funzionamento generale dell’unità scolastica, nella sua autonomia funzionale entro il sistema di istruzione e formazione, promuove e sviluppa l’autonomia sul piano gestionale e didattico, promuove l’esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati, quali il diritto dell’apprendimento degli alunni, la libertà d’insegnamento dei docenti, la libertà di scelta delle famiglie. Parole chiave: Gestione unitaria (Strategia indispensabile per il conseguimento dei complessi fini istituzionali) Innovazione La prima competenza richiesta al dirigente in tempi di cambiamento è la propensione ad innovare. Non si tratta di un requisito scontato, per molte ragioni: culturali, politiche,personali. Progettualità : percorso non statico, ma suscettibile di modifiche in itinere e di nuovi arricchimenti sulla base delle azioni di verifica delle scelte e dei risultati monitorati (percorso circolare delle azioni dell’offerta formativa) MODULO 5 - Ivana Uras

  47. ( L ‘ Offerta Formativa Sintesi profilo della funzione del dirigente scolastico Area Progettazione Formativa MODULO 5 - Ivana Uras

  48. L ‘ Offerta Formativa Organizzazione MODULO 5 - Ivana Uras

  49. L ‘ Offerta Formativa Relazione MODULO 5 - Ivana Uras

  50. L ‘ Offerta Formativa Gestione amministrativa e giuridica MODULO 5 - Ivana Uras

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