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PENSIERI E PAROLE

PENSIERI E PAROLE. VIE NUOVE (e divertenti) PER ESPLORARE IL LINGUAGGIO di Paola Corrias Seminario nazionale Cidi Firenze, 8 maggio 2011. Partiamo con una provocazione per spiazzare i ragazzi :.

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PENSIERI E PAROLE

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Presentation Transcript


  1. PENSIERI E PAROLE VIE NUOVE (e divertenti) PER ESPLORARE IL LINGUAGGIO di Paola Corrias Seminario nazionale Cidi Firenze, 8 maggio 2011

  2. Partiamo con una provocazione per spiazzare i ragazzi: • “ Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.” (W. Shakespeare, Amleto) … …E, dopo averne spiegato il senso, proponiamo ai ragazzi un nuovo approccio alla realtà: essa sta sotto i nostri occhi ma assairaramente la guardiamo con attenzione...

  3. La natura ci parla… Proviamo ad ascoltarla, e a tradurre la sua voce in parole…

  4. PER IMPARARE AD OSSERVARE: possiamo partire dall’osservazione diretta en plein air oppure dall’osservazione di belle e grandi fotografie di paesaggi magari plastificate, per essere maneggiabili liberamente dai ragazzi

  5. mediante successivi passaggi, guideremo gli allievi alla rielaborazione personale dell’immagine, proponendo loro testi d’autore ed invitandoli a mettersi alla prova nell’elaborazione del testo descrittivo soggettivo e del testo espressivo …PER IMPARARE A DESCRIVERE:

  6. Guardare con attenzione, cioè osservare Si impara (si insegna) anche ad osservare. Approfittiamo di una bella giornata serena, d’autunno come di primavera, per uscire dall’aula:anche nel giardino vicino alla scuola possiamo stupirci dello stupore dei ragazzi nell’osservare ciò che non avevano mai visto prima…

  7. Per attrarre l’attenzione e l’interesse dei ragazzi distogliamoli dal loro consueto “mood” scolastico Senza alcun preavviso (salvo che al Dirigente) proponiamo loro un’uscita dall’aula

  8. …giubbottini, lapis e block-notes e cervello e sensi accesi, per favore! oggi farete lezione voi, con i vostri pensieri e le vostre parole, ragazzi!

  9. Compito all’aperto: la descrizione oggettiva Osservare e descrivere Tempo: un’ora circa Lavoro di gruppo

  10. Svolgete la descrizione oggettiva di ciò che vedete Sedetevi nel luogo che preferite: descrivete gli elementi che da lì potete osservare, a partire da ciò che vedete in primo piano e digradando via via la vostra osservazione verso il fondo. Non dimenticate di inquadrare il vostro lavoro con una nota iniziale, in cui presentate la stagione che state descrivendo.

  11. Possiamo dare delle indicazioni di massima: • Considerate ciò che vedete come se fosse un quadro: come fareste se doveste descriverlo alla radio? • Descrivete ciò che vedete con termini semplici, che non comunichino alcun sentimento da parte vostra, come se doveste disegnare con le parole: è questo il senso del linguaggio denotativo. • Andate dall’esterno all’interno, dal basso verso l’alto, dal generale al particolare.

  12. Si impara (si insegna) anche a descrivere • Immaginando le parole come colori, o materiali da modellare o carta da ritagliare • Lavorando in questa prima fase in gruppo, in modo da imparare dagli altri • Proponendo l’attività come un lavoro di bottega • Facendo ( e chiedendo) attenzione

  13. L’insegnante facilitatore • Sarà il maestro di bottega, lavorando anch’egli accanto ai ragazzi • Darà massima attenzione ad ogni osservazione interessante emersa, girando tra i gruppi e complimentandosi per il prosieguo del lavoro • Correggerà il tiro: è frequente lo scivolare dell’uso del linguaggio da una funzione denotativa ad una connotativa • Stimolerà le attività, ove queste si rallentassero, con qualche (vago) suggerimento • Raccoglierà i lavori svolti allo scadere del tempo prestabilito

  14. L’attività è possibile con tutti gli allievi, anche quelli con handicap sensoriale: basta considerare ciò che loro possono percepire e trasformando la diversità in risorsa per il gruppo

  15. Compito all’aperto: La descrizione soggettiva Osservare e descrivere Con linguaggio connotativo Tempo un’ora circa Attività individuale

  16. Come maestro di bottega mostrerà come fare in modo implicito, almeno sulle prime… L’INSEGNANTE FACILITATORE

  17. Autunno di M.Moretti.Il cielo ride un suo riso turchinobenché senta l'inverno ormai vicino.Il bosco scherza con le foglie giallebenché l'inverno senta ormai alle spalle.Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo,benché senta nell'onda il primo gelo.è sorto a piè di un pioppo ossuto e lungoun fiore strano, un fiore a ombrello, un fungo.  LEGGENDO UNA POESIA…

  18. I colori dell'autunno (Racconto di G.Mosca) L'estate fresca e piovosa non ha ingiallito la campagna e le poche foglie appassite tendono, sugli orli, al rosso e al violetto.Limpida l'aria, nitidi i colori: un autunno che sembra primavera. Bianche nuvole corrono per il cielo luminoso, lungo le siepi ronzano ancora le api e fioriscono le rose selvatiche, ma all'orizzonte è in partenza una nera fila di uccelli fuggenti l'inverno in agguato. La primavera non ha, nelle foglie, che un colore: il verde. L'autunno, tranne il verde, li ha tutti vivi e caldi quasi dovessero durare chi sa quanto, e invece sono il breve riaccendersi dei colori dei fiori, il cui giallo, il cui rosso, il cui azzurro, il cui viola rivivono per qualche giorno nelle foglie moribonde.Quegli alberi, in ottobre, d'un giallo accecante, sembrano una fiamma nel punto in cui s'accende.Torni a vederli di lì a pochi giorni e non trovi che stecchiti legni neri, come una casa dopo l'incendio. … O RECITANDO UN RACCONTO IN PROSA

  19. L’insegnante, in seguito, mette a confronto i tre testi e i tre linguaggi Quello oggettivo, con linguaggio denotativo, a partire da un proprio esempio realizzato sulla base della foto qui a lato Quello soggettivo,con linguaggio connotativo della poesia di Moretti Quello soggettivo, a linguaggio connotativo, della prosa di Mosca

  20. TRA I DIFFERENTI TESTI E LINGUAGGI NON C’E’ UNA CLASSIFICA DI MERITO MA SOLO UN USO APPROPRIATO DI CIASCUNO A SECONDA DELL’OBIETTIVO COMUNICATIVO CHE CI PONIAMO

  21. A voi la parola!

  22. Lavoriamo coi sensi, attraverso i quali si formano i pensieri…

  23. …Con calma, riflettendo su ciò che stiamo facendo e prendendo nota delle sensazioni provate

  24. Lavoriamo per associazioni d’idee, per ora non badando alla morfosintassi

  25. Torniamo in classe

  26. Possiamo accompagnare il lavoro dei ragazzi

  27. Prima fase di verifica formativa L’insegnante esaminerà i lavori ritirati e vi evidenzierà in ciascuno almeno un elemento utile a far risaltare, per ogni allievo, la riflessione svolta e la capacità di resa espressiva raggiunta, in modo da rafforzare l’autostima in ogni allievo e, di conseguenza, in ciascuno la motivazione ad apprendere e a lavorare in gruppo. Una volta riordinati e ricopiati,ne offriremo il “collage” ottenuto alla classe.

  28. Un esempio • Alberi e arbusti nella radura. • …Tante foglie, tutti simili ma ciascuna diversa: come noi, che siamo differenti l’uno dall’altro e che dobbiamo imparare a comportarci bene l’uno con l’altro, proprio come quelle foglie, che stanno bene, tutti diverse e tutte insieme. • …Gli alberi s’innalzano e, una volta raggiunto il cielo, immagino le loro mani colorate d’autunno che si aprono, avide, verso l’alto. • …Qua e là, pennellate di raggi di sole che illuminano un piccolo spazio di bosco.

  29. I ragazzi potranno, come allievi del maestro di bottega • Tenere a portata di mano i lavori svolti in gruppo con i compagni, anche nella rielaborazione dell’insegnante • Avere a disposizione strumenti quali vocabolario della lingua italiana, dizionario dei sinonimi e contrari

  30. Si tratta di un’elaborazione complessa: se vogliamo, e lo riteniamo utile, possiamo offrire qualche linea di lavoro sulla base di alcuni spunti. L’ideale sarebbe partire proprio dai pensieri più riusciti dei compagni… Come orientare il lavoro?

  31. Le varie sensazioni, messe in relazione, danno luogo ad immagini, cioè a pensieri

  32. Bruno, Chiara e Alice hanno composto questi pensierini: Il profumo dei fiori che si trovano a valle arrivava fino a noi, lungo un percorso variopinto Il vento sembrava danzare con le foglie e gli alberi scrosciavano. LA BREZZA DEL MATTINO PORTAVA L’ODORE DELIZIOSO DEI CESPUGLI DI ROSMARINO, LONTANI.

  33. Parto da un’idea centrale e trovo le connessioni

  34. Attraverso la rielaborazione mentale di sensazioni, ricordi ed immagini

  35. Via! Alle vele, alle vele della fantasia!

  36. Posso partire da una sensazione e lavorare per sovrapposizioni di idee

  37. Lavoro su preziose similitudini e metafore

  38. Federica e i due Francesco hanno scritto questi pensieri:

  39. Seconda fase di verifica Nei pensieri prodotti valutiamo la coerenza intorno al tema, la capacità di resa espressiva, la fantasia e l’originalità dello spunto. Interessanti le osservazioni intorno alla morfosintassi, che ci consentiranno di mostrare fattivamente l’importanza della forma rispetto al contenuto.

  40. Il nostro laboratorio può anche essere fonte di apprendimento disciplinare: grammatica (analisi grammaticale e logica), analisi testuale ATTIVITA’ DIDATTICHE

  41. Una volta letta la poesia di M. Moretti, ritrovatevi le immagini espresse a parole dal poeta e ricopiatele: qual è la figura retorica prevalente?Ciancia il ruscel: in questo caso, quale figura retorica di suono si aggiunge? Potreste spiegare a parole vostre cosa vuole significare il Poeta?Più volte nel testo ritroviamo la congiunzione concessiva benché. Cos’è la congiunzione?Perché il Poeta la usa tanto frequentemente? Qualche esempio:

  42. Analisi del testo poetico – Analizziamo i versi: si tratta di un componimento realizzato con versi misurati (endecasillabi, ottonari…) o liberi?Riscontriamo qualche tipo di rima (perfetta, quasi-rima, rimalmezzo; versi baciati, alternati, incatenati …)Concentriamoci sulle figure retoriche di suono: vi vediamo anafore, allitterazioni, onomatopee?Ora rivolgiamo la nostra attenzione sulle figure retoriche di significato: riconosciamo delle personificazioni, delle similitudini, delle metafore?Proviamo a svolgere un’analisi delle aree semantiche. Quali sono le parole che sono “imparentate” tra sé? Sottolinea con un colore diverso o riunisci in insiemi differenti, ad esempio, le espressioni che sono riconducibili ai colori, ai suoni, alle azioni ed espressioni umane.

  43. Se si è lavorato con le fotografie, proponiamo questa attività di produzione libera in prosa Provate a descrivere questa cascatella nel bosco immedesimandovi in un elemento della foto: una roccia, un ciuffo di muschio, un arbusto… e raccontate dove sareste, ciò che udireste e che osservereste se foste lì…

  44. Vedo con le orecchie, parlo con le mani… Sento con le parole, odo con il naso… Una volta consegnate ad ogni allievo le citazioni estrapolate dai lavori dei compagni nella prima fase del percorso, ecco alcuni esempi di descrizione soggettiva personale elaborati da quegli allievi che hanno tenuto particolarmente conto degli elementi apportati da ciascun componente il gruppo, aggiungendo una vena di propria originalità. Il tema : Alberi e arbusti d’autunno

  45. (…) Ecco un albero che s’innalza: le sue mani colorate d’autunno si aprono, avide, verso l’alto. Eccone un altro, e un altro ancora: fin dove la mia vista può arrivare colgo mille sfumature diverse, mille verdi, mille ocra, mille bruni differenti. In quella varietà, la calma. Ridono le chiome di quei signori impettiti, un ventaglio di tinte scompiglia il cielo dell’alba (...)Elena S.

  46. Per esercitarci sulla poesia Provate a comporre una poesia sul medesimo tema, utilizzando le figure retoriche note (personificazione, onomatopea, anafora, rima).

  47. Osservo e mi esprimo Seduto sulle spalle dei giganti

  48. Se la situazione ed il contesto educativo ce lo consentono, potremmo svolgere un lavoro d’esame di alcune forme poetiche attestate dalla letteratura. Di quella giapponese, ad esempio, grazie alla considerazione di quel Popolo per la natura, potremo mostrare alla classe le peculiarità dell’haiku, un componimento basato sull’dea centrale – kigo – articolata in una forma fissa di tre versi, di lunghezza stabile: 5, 7 e 5 sillabe. LAVORIAMO SULL’HAIKU, UN INNO POETICO ALLA NATURA

  49. Da un albero spoglio, Federica T., II media, ha composto questo haiku • Kigo: albero L’albero secco quieto, privo di vita, è un tramonto.

  50. Sul tema delle foglie sugli alberi, che è un tòpos della letteratura, la stessa allieva: • Kigo: foglie Diversi siamo Così come le foglie Ma siamo insieme.

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