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Psicomotricit ed educazione psicomotoria: metodo e tecniche riferibili alleducazione ed alla rieducazione dei soggett

Si tratta di un'azione educativa. Attraverso l'applicazione dei mezzi che offre l'educazione motoria, la psicomotricit migliora le possibilit di lavoro mentale del soggetto trattato. Il progresso si ripercuote anche sulla qualit dei gesti. . La vita attiva e il gioco aiutano: - a rafforzare l

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Psicomotricit ed educazione psicomotoria: metodo e tecniche riferibili alleducazione ed alla rieducazione dei soggett

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Presentation Transcript


    1. Psicomotricità ed educazione psicomotoria: metodo e tecniche riferibili all'educazione ed alla rieducazione dei soggetti diversamente abili, e non solo

    2. Si tratta di un'azione educativa. Attraverso l’applicazione dei mezzi che offre l'educazione motoria, la psicomotricità migliora le possibilità di lavoro mentale del soggetto trattato. Il progresso si ripercuote anche sulla qualità dei gesti.

    3. La vita attiva e il gioco aiutano: - a rafforzare le masse muscolari - la personalità del soggetto. E’ bene esercitare l’attività motoria, sollecitare ed aiutare i soggetti, compatibilmente con i propri impedimenti. In questo senso ogni attività motoria è terapeutica.

    4. Attraverso una maggiore educazione all'immagine del sé corporeo e ad una migliore definizione dello schema corporeo è possibile prevenire e/o tentare una correzione di atteggiamenti e di comportamenti scorretti. Questo processo deve essere globale ed interessare non solo alcuni momenti della giornata come quelli dedicati all'attività motoria, ma tendere verso una presa di coscienza quotidiana.

    5. Scopo dell'educazione psicomotoria è lo sviluppo dell'aspetto comunicativo del corpo, che suppone lo stare bene nella propria pelle e di conseguenza lo stare bene con gli altri e con la realtà circostante.

    6. IL CONCETTO DI PSICOMOTRICITA' E L'APPRENDIMENTO MOTORIO Il termine psicomotricità vuole designare l'attuazione dei movimenti muscolari ed il loro livello qualitativo come risultato dell'attività psichica di colui che li effettua.

    7. L'io si afferma attraverso e nello sforzo muscolare. Lo sforzo muscolare è il fondamento della vita psichica. E' nell'azione che l'io prende coscienza di sé e del mondo.

    8. Lo sviluppo motorio ed intellettivo sono strettamente legati durante la prima infanzia. Poco a poco si scindono e prendono uno slancio proprio. Essi conosceranno sempre dei rapporti reciproci.

    9. APPRENDIMENTO MOTORIO " L'apprendimento motorio può essere definito come il frutto di una grande capacità di reagire a stimoli di diversa natura" (Calabrese L.). Apprendere dal punto di vista motorio significa imparare a controllare l'apparato motore e ad organizzare i controlli in relazione alle richieste ambientali ed alle motivazioni.

    10. "Lo sviluppo motorio non richiede alcun particolare impegno da parte dei genitori anche se si sono notate differenze nei diversi contesti culturali circa l'età in cui il bambino comincia a camminare, differenze che sono state interpretate come conseguenza dei differenti tipi di stimolazione e dei comportamenti che portano a tale attività. Ad un certo punto il bambino che va carponi prova frustrazione e dolore nei suoi primi tentativi, ma nonostante gli ostacoli, persiste anziché regredire finché non riesce a stare in piedi ed entra così nella comunità dell'Homo Sapiens, che dopo aver camminato su questo pianeta è arrivato sulla luna" (Calabrese L.).

    11. L'apprendimento motorio infantile è un graduale processo di assimilazione di nuove tecniche atte a migliorare il comportamento motorio in vista del raggiungimento di un preciso scopo.

    12. Nella corteccia cerebrale si forma in un modo sconosciuto l'immagine del movimento la cui formazione è in relazione con la quantità e la qualità delle esperienze effettuate.

    13. La quantità delle esperienze è direttamente proporzionale all'età del soggetto. La qualità di tali esperienze, essa consiste nella conoscenza diretta del maggior numero di varianti di una stessa pratica motoria attuata sotto condizioni diverse. Quindi, l'immagine motoria è una rappresentazione mentale, una imitazione interiorizzata di esperienze motorie effettuate dal soggetto.

    14. Il neonato si agita apparentemente senza alcun progetto ( ipertonia = movimento eccessivo). In realtà sperimenta lo spazio vuoto e lo spazio pieno, la presenza o assenza delle cose. Da queste sue prime esperienze nascono dei risultati che si appoggeranno su di una maturazione in atto .

    15. L'ipertonia diminuisce ed aumenta la perfezione. Esiste un'unità funzionale dell'essere comprendente l'attività motoria, psicomotoria o intellettuale. E' sempre il Sistema Nervoso Centrale che inizia e regola ogni attività umana interpretando sia l'ambiente che i risultati dell'azione.

    16. I vari livelli di organizzazione del SNC sono sempre presenti nell'aggiustamento delle azioni motorie, psicomotorie, intellettuali. In rapporto con la natura delle interazioni sarà un livello ad essere privilegiato rispetto agli altri tenendo sempre presente che il SNC funziona globalmente.

    17. SCHEMA CORPOREO E ATTIVITA' CORPOREA Di fondamentale importanza è l'organizzazione di un'immagine progressiva del sé operativo che chiamiamo schema corporeo. Esso può essere inteso anche come integrazione delle varie parti del corpo; è una conquista della maturazione biologica e psicologica.

    18. Lo schema corporeo è personale in quanto personali sono le sensazioni che lo mettono in funzione. E’ progressivo in quanto le sensazioni variano nel tempo, sia come numero sia come qualità. E’ operativo, perché è dall’immagine che una persona ha di se stessa che deriva la propria motricità.

    19. Lo schema corporeo si forma su tre elementi fondamentali : 1) la maturazione nervosa 2) la definizione della lateralità 3) le relazioni che la persona vive

    20. Lo schema corporeo può essere educato intervenendo sugli elementi che lo determinano. Come per un normodotato, così anche per un soggetto diversamente abile, l'esatta strutturazione dello schema corporeo farà sì che il soggetto abbia una giusta collocazione di sé nel mondo e sappia riconoscere le proprie capacità sia motorie che fisiche in relazione con gli altri.

    21. Quello che permette al bambino di esprimere e di sviluppare le sue potenzialità è la sua attività di fronte al mondo che lo circonda. Alla nascita il neonato presenta delle potenzialità che si sviluppano grazie a due sistemi innati : Un sistema di motivazione : il bambino già alla nascita ha un forte desiderio di esprimere le sue potenzialità attraverso le azioni. Un sistema di controllo : può valutare ciò che è buono e ciò che non è buono per il proprio organismo. Queste potenzialità si traducono nell'attività del bambino in rapporto con la realtà : - di se stesso (esperienza degli elementi corporei, riconoscersi agendo) - delle altre persone ( scambi e comunicazione ) - del mondo materiale ( azioni ed esplorazioni ).

    22. L'azione è di tipo neuro-muscolare , ed è il prodotto di due funzioni complementari : - La funzione tonica, ossia lo stato dei muscoli, che permette di mantenere gli atteggiamenti e la stazione eretta. Dal punto di vista relazionale rappresenta il mezzo di comunicazione con l'altro. Quando il rapporto ci soddisfa ci distendiamo e rilassiamo, quando non è soddisfacente ci contraiamo, cosa che disturba la comunicazione. - La funzione di motilità che permette gli spostamenti e i movimenti del nostro corpo.

    23. PROBLEMI DI INADATTAMENTO: DIFFICOLTA' NELLA COSTRUZIONE DEL PROPRIO IO L'organizzazione delle strutture mentali è legata alla natura e alla qualità delle interazioni che il soggetto sviluppa con il proprio ambiente.

    24. Le prime azioni ed integrazioni sono di natura tonale e affettiva. Se queste prime comunicazioni sono vissute positivamente dal bambino, la funzione tonica si abbassa permettendo alla funzione di motilità di esercitarsi. Il soggetto, così, può conoscere il mondo che lo circonda e passare al secondo livello (percezione-azione). In seguito si passerà al terzo livello (intenzione-immaginazione), quando cioè il bambino sviluppa la capacità di immaginare azioni e situazioni nuove.

    25. Il risultato dell'attività si riflette sui tre livelli : 1° livello : interpreta il vissuto, cioè la qualità affettiva della comunicazione 2° livello : interpreta l'informazione, cioè conoscenza del mondo circostante 3° livello : interpreta la conoscenza

    26. Allora se l'azione porta ad un fallimento si producono delle retroazioni negative che si traducono in reazioni toniche di difesa. Ogni vissuto negativo si traduce in reazioni toniche che disturberanno il 1° livello di regolazione, quello che permette lo sviluppo e la strutturazione degli altri livelli.

    27. Le difficoltà che il bambino può incontrare per costruire il proprio Io sono : Difficoltà personali - Sono in relazione al proprio corpo Es. Incidenti somatici (che impediscono di agire come gli altri), incidenti neurologici (che impediscono di tradurre le intenzioni in azioni), incidenti sensoriali (che disturbano l'informazione condizionando negativamente l'azione).

    28. Problemi affettivi e relazionali Il bambino può incontrare difficoltà nella comunicazione per rifiuto della propria persona e non accettazione della sua azione, per carenze affettive genitoriali,…..fattori che portano ad uno stato di insicurezza e di sfiducia.

    29. Il fallimento dell'azione di per sé non è un problema. Il problema, invece, è rappresentato dall'adulto che non accetta l'insuccesso del bambino, che deve reagire di fronte alla propria non riuscita e di fronte al rifiuto dell'adulto. Queste reazioni si traducono in un aumento del tono muscolare che disturba il proseguimento dell'attività; come nel caso degli spastici, che pur avendo le stesse potenzialità degli altri soggetti "normali" non possono esprimerle.

    30. Le reazioni all'insuccesso e la non accettazione da parte dell'altro influenzano negativamente la costruzione dell'Io e si traducono in reazioni di natura tonica ed aumentano i disturbi già esistenti. Si instaurerà il ciclo dell'inadattamento. Le difficoltà dell'Io si manifestano attraverso problemi corporei. Molte esperienze hanno evidenziato che in casi di debolezza mentale due aspetti sono sempre presenti : - carenza a livello dell'equilibrio corporeo - carenze a livello del controllo segmentario

    31. DISTURBI GRAVI Frequenti nel comportamento scolastico e sociale Per svilupparsi in modo adeguato ed armonioso, l'individuo deve poter soddisfare i suoi bisogni fisici, intellettivi, affettivi e sociali. Disturbi della personalità intervengono quando questa soddisfazione non si verifica, determinando frustrazioni che provocano varie forme di disadattamento, inteso come mancanza di equilibrio tra individuo ed ambiente.

    32. Disturbi più strettamente collegati con la scuola e le sue attività, sono: Instabilità psicomotoria E' uno dei disturbi maggiormente rilevati dagli insegnanti che si manifesta sotto forma di agitazione sia a livello motorio che psichico. Può avere: -origine fisica, quando è connessa a immaturità neurologica; - origine psichica, quando esprime un eccesso di motorietà. Spesso le due cause sono legate.

    33. Il comportamento del bambino instabile è caratterizzato da mancanza di continuità nell'esercizio fisico ed intellettuale e da una estrema labilità nell'attenzione, mentre l'immaginazione può essere molto attiva. Egli non riesce ad applicarsi, passa velocemente da una attività ad un’altra.

    34. L'instabilità può essere anche accompagnata da turbolenza ed aggressività e da un'estrema variabilità nell'umore che può cambiare bruscamente dall'allegria all'irascibilità. Molti autori hanno rilevato che i disturbi psicomotori sono più frequenti nei soggetti le cui relazioni familiari sono perturbate.

    35. Spitz ha evidenziato che la carenza delle cure materne nella prima infanzia induce spesso a disordini della motilità del bambino. Il sentimento di sicurezza è un elemento principale per assicurare al bambino una buona stabilità psicomotoria.

    36. Ma anche la mancanza di esercizio può contribuire a determinare disturbi a questo livello. Non permettendo la soddisfazione del bisogno psico-fisico del bambino di essere attivo, essa può creare tensioni che si esprimono attraverso tale sintomo, come pure può ricondurre ad un disturbo opposto, cioè ad una sorta di atonia muscolare e mentale.

    37. Il gioco, lo sport, le attività ricreative, specie se all'aria aperta e non in situazione di spazio ridotto, possono esercitare un ruolo importante come sbocco dell'emotività, in quanto attraverso l'impegno fisico è possibile scaricare le tensioni. Inoltre, le soddisfazioni connesse a questa attività possono compensare eventuali difficoltà in altre situazioni.

    38. Spesso la situazione scolastica può essere la causa principale dell'instabilità psicomotoria, o perché costrittiva per quanto riguarda l'esercizio fisico del bambino, o perché fonte di frustrazioni e di disagi.

    39. E' noto che l'instabilità si verifica con più frequenza nello scolaro dall'insufficiente rendimento scolastico e che può insorgere in relazione a particolari situazioni ansiose, come per esempio nel periodo degli esami, oppure quando hanno luogo le lezioni di materie particolarmente difficili per il bambino o dove l'insegnante sia particolarmente rigido.

    40. Per soggetti affetti da questo disturbo è bene assicurare loro un clima sereno in cui si sentano sicuri. Particolarmente utili per favorire un buon coordinamento motorio sono gli esercizi ritmici che promuovono l'agilità, il controllo muscolare, l'armonia dei movimenti ed al tempo stesso, aiutano a distendersi. Il movimento può anche divenire un mezzo di espressione e di piacere che sensibilizza positivamente l'individuo circa il proprio corpo, spesso avvertito da chi tende all'instabilità come qualcosa di estraneo e di goffo.

    41. CARENZE NELLA COORDINAZIONE MOTORIA In concomitanza all'instabilità psicomotoria, ma anche indipendentemente da questo disturbo, spesso emergono difficoltà nella coordinazione motoria. Il soggetto è goffo nei movimenti, impreciso, disordinato, il suo rendimento motorio è nettamente al di sotto dei compagni.

    42. Tale disturbo può essere il sintomo di una disfunzione neurologica specifica oppure può esprimere una immaturità in quest'area della personalità. Quasi sempre il ragazzo ne risente a livello emotivo, sia perché può registrare vari insuccessi in situazioni di gioco o scolastiche, sia perché si sente diverso dai coetanei e spesso poco accettato. Infatti è facile che i compagni lo prendano in giro o tendono a estraniarlo da attività di gruppo per la sua mal destrezza. L'ansia che ne deriva, in genere, aumenta il disturbo o induce inibizioni o blocchi del comportamento.

    43. DISGRAFISMO E' un disturbo che interferisce negativamente sulla scrittura in soggetti che non presentano alcun danno neurologico di rilievo e sono normalmente dotati dal punto di vista intellettivo. La loro scrittura è disordinata, a volte illeggibile, a volte molto lenta e ciò può ostacolare l'andamento degli studi.

    44. In genere questi bambini presentano difficoltà nell'adattamento psicomotorio e spesso anche a livello dell'organizzazione spaziale. Spesso la difficoltà della scrittura rientra in un disturbo motorio più generale, con accentuata mal destrezza nell'esecuzione manuale.

    45. In questi casi può essere utile una rieducazione psicomotoria in quanto la scrittura si basa su importanti componenti motori quali la forza, la coordinazione, l'organizzazione dei movimenti, la velocità e il ritmo della forma del movimento. Bisogna inoltre considerare che la precisione, il controllo e l'orientamento dei movimenti, come pure l'organizzazione dell'attività simbolica su cui si basa la sicurezza, richiedono un notevole livello di stabilità emotiva ed affettiva.

    46. DISLESSIA E' una difficoltà nell'apprendimento della lettura in soggetti di intelligenza normale, che può derivare da diversi fattori: - capacità induttiva inadeguata -difetti della vista (disgrafia oculare). Nella maggior parte dei casi il disturbo è accompagnato da immaturità nello sviluppo del linguaggio.

    47. I disturbi affettivi sembrano avere un ruolo fondamentale nell'apprendimento della lettura.

    48. Data la complessità della natura della dislessia, non esistono indicazioni specifiche per il suo trattamento. E’ necessario analizzare a fondo tutti gli aspetti della personalità del bambino per decidere come intervenire nella rieducazione.

    49. Molti casi di ritardo psicomotorio pare siano dovuti a un ritardo affettivo che ha bloccato lo sviluppo nell'età ove siano insorti i complessi. In ogni caso la conoscenza del mondo esteriore e di sè stessi resta incompleta e non permette un'evoluzione armoniosa.

    50. DISADATTAMENTO SCOLASTICO Il disadattamento può essere inteso come uno stato di squilibrio tra l'individuo e l'ambiente. La scuola rappresenta un ambiente di particolare importanza per l'inserimento sociale. La scolarizzazione deve aver luogo nel momento opportuno, in quanto, se questa interviene troppo precocemente o con ritardo può comportare dei rischi.

    51. Le cause dell'insuccesso e del disadattamento scolastico possono essere: - cause personali - cause familiari - cause socio-culturali - cause scolastiche

    52. Le cause personali sono quelle legate allo sviluppo fisico, psichico ed emotivo del fanciullo. Si fanno qui rientrare - tare fisiche (malattie organiche, poliomielite, obesità (ad esempio : un bambino con disturbi del linguaggio prova difficoltà nell'organizzazione di gesti e azioni) - tare psichiche, ritardo dello sviluppo intellettivo, turbe emotive (aggressività, timidezza, ecc.) che sono per lo più dovute ad errori educativi.

    53. Le cause familiari sono legate all'ambiente familiare. Disturbi del comportamento come irrequietezza, instabilità, svogliatezza possono essere causati da un inadeguato rapporto genitori-figli. Secondo alcuni studiosi (Burt, Howard) i fattori essenziali del disadattamento infantile andrebbero ricercati nella mancanza di affetto, nella morte di un genitore, nella presenza della matrigna, ecc. .

    54. Le cause socio-culturali sono legate al tipo di estrazione sociale. Bambini con intelligenza normale e con scarso rendimento provengono da famiglie povere che vivono in abitazioni disagiate e super affollate. A volte l'inadeguato rendimento scolastico è dovuto al contrasto tra l'ambiente culturale a cui l'allievo appartiene ed i modelli che la scuola gli propone.

    55. Gli educatori possono apertamente o inconsapevolmente rifiutare un allievo che ha sviluppato abitudini in contrasto con le loro, perché dalla cultura del suo gruppo primario ha assimilato atteggiamenti e valori che l'educatore non condivide.

    56. Il rifiuto da parte dell'insegnante, anche a livello inconscio, può essere fortemente avvertito dal ragazzo e dar luogo a disadattamento scolastico. Esiste un linguaggio non verbale, che si esprime attraverso i gesti, il tono della voce, la mimica facciale. Esso è molto più efficace del linguaggio verbale e spesso viene usato inconsapevolmente per esternare ciò che nella nostra intenzione non vorremmo esprimere.

    57. Sappiamo che risulta maggiormente percepito, soprattutto nel corso di ordini, rimproveri ed elogi, il messaggio comunicativo attraverso le modalità d'espressione non verbale di quello affidato interamente alle parole.

    58. IL GIOCO MOTORIO L'importanza che il gioco ha nella vita dell'individuo durante lo svolgersi della sua età evolutiva, ha fatto si che la pedagogia abbia, in ogni tempo, guardato al gioco come a uno dei suoi temi fondamentali, considerandolo come elemento di educazione e di espressione della persona che in esso si realizza e si esprime e per mezzo di esso si educa più armonicamente attuando una crescita integrale

    59. Alla base della motricità vi è la ricerca del piacere, dell'autoaffermazione, l'istinto di vita. Il gioco è, quindi, un problema esistenziale e sensuale. La sensualità è rappresentata nel bambino dal gioco, dalla conoscenza, dalla comunicazione. Nella fase di autoerotismo, il bambino gioca con il suo corpo, successivamente, con oggetti che lo circondano (erotismo oggettuale) quindi con altri uomini.

    60. Nel gioco è sempre presente una componente di sessualità, in esso il bambino partecipa con il totale impegno delle sue facoltà intellettive, emotive, di identificazione, di liberazione. L'attività di gioco anche se è libera da impostazioni esteriori, è sempre motivata e motivante per il bambino. Ogni bambino infatti sa avvicinarsi ai vari tipi di giochi che sono anche comunicazione, scegliendoli adeguati in relazione all'età ed al suo sviluppo fisico ed intellettivo, per maturare una crescita anche emotiva.

    61. I giochi motori in base all'età possono così essere classificati: - giochi sensoriali : quattro-cinque anni - giochi percettivi : sei-sette anni - giochi sociali : otto-nove anni - giochi raziocinanti : nove-dieci anni - giochi pre-sportivi : adolescenza-gioventù - giochi sportivi : adolescenza-gioventù- maturità.

    62. Il principio informatore dei sistemi educativi contemporanei è: educare alla cooperazione sociale. Il gioco è la via più semplice e più facile per avviare il fanciullo alla concezione ed alla pratica della collaborazione.

    63. Il gioco: - abitua all'ordine - fa conoscere i limiti individuali - insegna a rispettare i diritti altrui (anticipa attraverso una esperienza ristretta ma concreta le situazioni e gli sviluppi sociali che la vita offrirà. Durante il gioco vi sono momenti in cui si manifestano i sentimenti più sinceri dell'individuo, vi sono anche momenti in cui si manifestano reazioni che sfociano nell'odio e nell'ira.

    64. La scelta del gioco dovrà considerare : - la stagione, la disponibilità, la pulizia e l'ampiezza dei locali (all'aperto o al chiuso) - la presenza di ostacoli fissi o di pericoli - il numero degli alunni da impiegare nel gioco. Nessun alunno dovrà sentirsi escluso e tutti dovranno essere utilizzati, anche come arbitri o alternandoli ai compagni per le pause di riposo, giacché nel gioco il fanciullo è portato alcune volte ad eccedere.

    65. L'insegnante avrà anche cura che il gioco non finisca con troppo distacco tra vincitori e vinti e che non rimangano strascichi o rancori. Importante è che il gioco risulti sempre piacevole e stimoli l'impegno e la gioia di vivere.

    66. Nel gioco di movimento, o in altre attività che richiedono sforzo e abilità fisica, l'individuo apprende a controllarsi, a essere veloce nelle decisioni, a vincere le inibizioni ed a superare ostacoli. Inoltre questo tipo di attività è utile per scaricare eventuali tensioni muscolari frequenti durante l'età evolutiva.

    67. Il bambino dedicandosi a espressioni figurative, musicali, drammaturgiche, esplica la creatività, sviluppa il gusto di produrre, apprendere un modo di risolvere la tensione emotiva.

    68. Il gioco motorio conferisce eleganza, armonia, sviluppo muscolare, disinvoltura, prontezza di azione. E’ utilissimo anche e soprattutto per i soggetti diversamente abili che spesso sono insicuri e manifestano tale insicurezza esteriormente con atteggiamenti goffi.

    69. Oltre ai giochi di per sé allegri e divertenti, anche gli esercizi più impegnativi sapranno destare interesse purché presentati in veste piacevole, curiosa, originale. Occorre stimolare il desiderio di fare, di agire, presentando esercizi che mettano alla prova le capacità, provochino la creatività, risveglino la fantasia, che conducano il ragazzo a produrre qualcosa che le sue potenzialità stimolate siano in grado di esprimere.

    70. Si può ricorrere ai movimenti imitativi per ottenere un andamento armonico, sicuro, e disinvolto. Ad esempio : la farfalla per volare tiene le ali ben tese, il grillò salta leggermente perché essendo privo di scarpette non fa rumore, ecc..

    71. Queste osservazioni inciteranno l'alunno a modificare il proprio movimento compiendolo con quelle correzioni che intuisce essere utili e che il suo amor proprio lo stimola ad accogliere per avvicinarsi il più possibile alla perfezione del modello proposto dall'insegnante. Non bisogna pretendere una rigida disciplina né meticolosità nella esecuzione, perché ciò che conta è spingere il bambino a vincere le sue paure ed insicurezze e vivere armonicamente le relazioni con i compagni e con la realtà.

    72. PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Nell'azione educativa di recupero dei ragazzi diversamente abili, l'area psicomotoria non solo si affianca, ma spesso nei gravi deficit funzionali ed intellettivi si pone alla base dell'intervento rieducativo.

    73. Il corpo è inteso come centro coordinatore e motore delle esperienze, punto permanente di riferimento nell'evoluzione della personalità e della maturazione globale dell'uomo. Da ciò deriva l'importanza della psicomotricità nell'intervento educativo dei ragazzi diversamente abili.

    74. Gli obiettivi dell'area psicomotoria si possono identificare nel recupero del vissuto corporeo e di essenziali abilità motorie nel caso di deficit funzionali medio-gravi. Diversamente, per gli alunni che presentano una buona strutturazione dello schema corporeo, ma che risentono di difficoltà oggettivo-comportamentali gli obiettivi si possono identificare nel recupero di valori prettamente educativi (autocontrollo, socializzazione, senso di responsabilità, rispetto delle regole, delle persone, ecc.) attraverso l'attività sportiva.

    75. PRESENTAZIONE DEL CASO S. di 11 anni frequenta la I media, affetto da instabilità psicomotoria, scarsa coordinazione dei movimenti, limitato orientamento spazio temporale. Dal punto di vista psicologico l'alunno appare molto emotivo e manca di fiducia in se stesso. Il ragazzo non è stato ben seguito nelle scuole elementari e non ha frequentato la scuola materna perché troppo distante dalla sua abitazione. Il passaggio di S. dalla scuola elementare a quella media ha determinato in lui dei piccoli regressi comportamentali, infatti il ragazzo ha dovuto affrontare una situazione del tutto nuova, cioè diversi e vari insegnanti, nuovi compagni ecc.

    76. L'alunno non possiede tutti gli elementi della lettura e della scrittura ed è appena sufficiente nel calcolo elementare, ha difficoltà di comunicazione con i compagni per la sua grande emotività. Ha difficoltà nel seguire le lezioni, infatti i suoi tempi di attenzione sono brevissimi ed esige costantemente l'intervento dell'insegnante ; si applica volentieri nelle attività pratiche : disegno, collage, pittura, anche se i suoi lavori sono disordinati, infatti spesso i colori escono fuori dal contorno del disegno. L'alunno è in grado di riconoscere i colori ed usarli, ma non distingue tutte le figure, né le quantità ponderali.

    77. Nell'area psicomotoria il ragazzo presenta le maggiori difficoltà, infatti non ha una motricità globale buona, né una coordinazione statica, dinamica ed oculo-manuale. Nell'organizzazione spazio-temporale possiede un'insufficiente rappresentazione dello schema corporeo. Nell'area delle attività pratiche ed espressive l'alunno riesce nel collage, ma è poco organizzato nel disegno di figure umane (non sono proporzionate). presenta un linguaggio verbale non molto ben articolato principalmente perché, incerto nelle scelte, molto sensibile alle frustrazioni da insuccesso.

    78. In base alla diagnosi funzionale ed all'osservazione si evince che il problema più evidente dell'alunno è la difficoltà a prestare attenzione alle lezioni, anche perché non riesce a stare per molto seduto sulla sedia ; inoltre ha problemi a comunicare ed a relazionarsi con i compagni e con alcuni docenti a causa della sua forte emotività e timidezza. Si propone, pertanto, come obiettivo finale principale un corretto controllo dei propri movimenti, una buona organizzazione spazio-temporale ed una corretta gestione dell'emotività nel gruppo, per favorire il processo di apprendimento nell'alunno.

    79. Si è a tal fine preparato il seguente lavoro educativo individualizzato. Obiettivi educativi e didattici : Area senso percettiva e psicomotoria potenziamento della capacità senso-percettive (visive, uditive, tattili) ; capacità di trovare in una serie gli oggetti aventi uguale grandezza ; capacità di riscoprire una figura semplice divisa in parti.

    80. Area psicomotoria capacità di usare il proprio corpo a livello globale (spostamenti, deambulazione) ; capacità di riconoscere le parti grosso motorie del corpo ; capacità di imitare semplici gesti ; capacità di orientarsi in uno spazio secondo degli schemi di riferimento concreti (es. birilli grossi...) ; potenziamento della lateralità.

    81. Percezione tattile saper distinguere : pesante-leggero ruvido-liscio duro-molle freddo-caldo asciutto-bagnato rotondo-quadrato

    82. Percezione uditiva saper fermarsi ad un comando ; riconoscere rumori e suoni familiari (motori, voci di animali, voci di compagni) ; capacità di riconoscere i rumori secondo un rapporto di intensitività (forte, piano).

    83. Orientamenti e organizzazione spaziale e temporale riconoscere e associare oggetti, immagini di dimensioni diverse (grande, piccolo, alto, basso, lungo, corto) ; saper ordinare due semplici immagini in sequenza temporale (prima-dopo) ; capacità di riconoscere le stagioni (estate-inverno) in rapporto al caldo ed al freddo ed al variare della natura.

    84. Attività, tecniche, mezzi Per quanto riguarda l'area psicomotoria e senso-percettiva, saranno proposte al ragazzo esperienze di carattere manipolatorie. Manipolare, osservare l'oggetto, il materiale (pesante-leggero) la superficie (liscia-ruvida) suscitano nel ragazzo una molteplicità di sensazioni e percezioni.

    85. E' proprio attraverso tutte le attività manipolatorie che impara a conoscere, riconoscere ed in seguito ad associare oggetti, forme, colori e dimensioni. Manipolazioni di oggetti di dimensioni piccole in modo che il ragazzo li possa prendere, distinguere, e lasciarli (utili anche per lo sviluppo della motricità fine).

    86. Saranno quindi proposte attività ludiche (da poter svolgere nell'aula di psicomotricità) sul potenziamento delle capacità senso-percettive (visive, uditive, tattili). Per quanto riguarda le percezioni visive, si proporranno all'alunno attività di palestra utilizzando vari materiali come : carta, cartoncino, tessuti, cubi, blocchi logici ecc... ad esempio di colore rosso.

    87. Per quanto riguarda la percezione uditiva si possono utilizzare il canto, strumenti musicali, dischi o registrazioni, tamburo, campanello. Con il registratore si possono far ascoltare canzoni, prima a basso volume, in seguito farle ascoltare ad alto volume. Ognuno dovrà analizzare il suono ascoltato (forte-piano). In seguito il ragazzo dovrà cercare tra i vari strumenti messi a disposizione quale si può suonare forte o piano.

    88. Per la percezione tattile si possono eseguire giochi di gruppo, utilizzando materiali di superficie liscia (vetro, piatti, coperchi, ecc..) e materiali di superficie ruvida (legno grezzo, corteccia d'albero, carta, vetro, ecc..). Si può organizzare questo gioco dopo aver osservato ad esempio il giardino (gli alberi, l'erba...).

    89. Utilizzo dei blocchi logici dapprima da manipolare per conoscerli, in seguito si passa al raggruppamento per colore. Attraverso l'attività ludica e la manipolazione saranno introdotti i regoli clorati; quindi si passerà alla sovrapposizione di tutti quelli che hanno la stessa grandezza.

    90. Saranno proposti giochi di lateralità (prima rispetto a sé, poi rispetto agli oggetti ed in seguito alle immagini proposte su schede predisposte). Questo gioco può essere svolto nell'aula di psicomotricità, con l'utilizzo di materiale come : braccialetti, palla, fazzoletto...

    91. In questo gioco il ragazzo dovrà imitare l'insegnante che fa da "specchio". Inoltre saranno proposti giochi sull'orientamento spaziale, con l'utilizzo di scatole vuote, rotonde o quadrate. Il ragazzo dovrà collocare la scatola sopra il tavolo, davanti e dietro a sé, poi in alto sullo scaffale, poi in basso e così via.

    92. Saranno inoltre utilizzate schede in cui l'alunno dovrà indicare la posizione dell'oggetto rispetto ad un elemento (saranno proposte schede semplici). Dato un elemento fisso (es. la sedia) si dovrà collocare un oggetto (animale, cosa, persona) mobile e adesivo (es. un gatto) nelle varie posizioni richieste (sopra, sotto, dietro, davanti...).

    93. Inoltre si darà al ragazzo la possibilità di sentirsi attraverso quello che fa naturalmente (camminare, spostarsi in uno spazio come l'aula di psicomotricità e in mezzo ai compagni). Esperienze con il proprio corpo, attraverso il contatto con il suolo, gattonando, strisciando, sdraiato a terra o sul tappeto.

    94. Dopo il movimento, fermarsi. Saranno proposti giochi in cui si imiteranno le azioni svolte dall'insegnante (es. guardo le mie gambe, le tocco ; quali azioni posso compiere con le mie gambe : camminare, marciare...fermarsi).

    95. Successivamente si passa alle azioni che possono essere compiute con le braccia (giocare, oscillare, compiere vari spostamenti a destra, a sinistra, verso l'alto, verso il basso, ecc..). Mimare una storia. I ragazzi devono compiere e mimare azioni citate nel brano. Si passa in seguito alle azioni che si possono compiere con le mani (applaudire, lavorare, lavare, scrivere, disegnare, giocare con la palla...). Mimare le varie azioni. Giocare con la palla, farla rimbalzare.

    96. In seguito si passa al disegno di un compagno. Inoltre saranno proposti giochi con la palla, lancio della palla al muro, al compagno che sta di fronte, palleggio... Brevi percorsi rettilinei, spostamenti in avanti secondo un riferimento stabilito.

    97. Attività tecniche e mezzi per l'orientamento e l'organizzazione spaziale e temporale Per l'orientamento spaziale e temporale si utilizzerà materiale strutturato e discontinuo. Giochi con materiali concreti (i compagni, oggetti personali, materiale della scuola...). Confronti di oggetti (più lungo di..., più corto di..., più grande di..., più piccolo di...). Manipolazione e sovrapposizione dei regoli, in seguito riunire per ordine di lunghezza (corto-lungo).

    98. Per l'orientamento temporale saranno proposte semplici schede di massimo tre sequenze in cui il ragazzo deve indicare le azioni che vengono svolte prima e quali dopo (le schede saranno scelte tenendo conto del vissuto dell'alunno). Si cercherà di abituare il ragazzo ad usare i termini prima e dopo in azioni che compie.

    99. Area espressiva ed operativa Gli obiettivi fondamentali di tale area sono : capacità di controllare il gesto, il tratto, la prensione ed il coordinamento delle mani ; denominazione e riconoscimento dei colori ; capacità di riconoscere forme uguali per grandezza ed associarle al colore ; capacità di tracciare semplici linee (orizzontali-verticali) ; saper usare i colori in modo corretto ed in giusto rapporto con la realtà ; capacità di manipolare. Attività-tecniche-mezzi Manipolazione di oggetti di dimensione sempre più piccole da poter toccare e manipolare. Ritaglio dapprima libero, in seguito stabilito, cercando di rispettare il più possibile la linea evidenziata con un pennarello colorato (sempre con l'aiuto dell'insegnante). Collage di semplici disegni con l'utilizzo di forme geometriche (cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo, es. l'albero...). Collocare in spazi ben precisi le forme ritagliate (es. la porta, la finestra...). Rispettare i contorni. Incollare un filo (es. lo spago) al contorno della figura, in modo che il bambino colorando con un pennarello o con un pennello non superi la linea di contorno. Ricalchi di semplici figure. Manipolazione di plastilina, pongo, creta, materiali facilmente plasmabili ed in seguito materiali meno plasmabili. Per quanto riguarda il riconoscimento delle forme uguali per grandezza e colore, si utilizzerà il ritaglio delle figure (su cartoncino colorato) ed in seguito la sovrapposizione. Materiale strutturato. Osservazione diretta della natura e dei valori degli elementi osservati (es. le foglie). Osservare, raccogliere ed identificare il colore (ovviamente tenendo conto della stagione). Disegno delle foglie ed uso del colore (tempera, pennarello). Area socio-affettiva Obiettivo : capacità di confrontarsi e di stabilire rapporti con i coetanei e di effettuare un lavoro di gruppo. Attività, tecniche, mezzi Dare all'alunno un piccolo incarico da svolgere con l'aiuto di uno o più compagni. Esempio : riordinare i libri di narrativa in ordine alfabetico, che sono nell'armadietto dell'aula, con la collaborazione dei compagni. Uso di libri e scaffali. CONCLUSIONI La tesi svolta si rifà essenzialmente al concetto di persona intesa come unità fisico-psichica. L'educazione psicomotoria è educazione dell'individuo alla vita sociale ed attiva nel rispetto della ua personalità e pertanto risulta uno strumento fondamentale di educazione generale. L'importante è consentire a ciascun allievo di realizzarsi secondo il suo ritmo, il che presuppone un atteggiamento di libertà. Il movimento, presentato opportunamente all'interesse del ragazzo, razionalmente eseguito, conferisce armonico sviluppo muscolare, disinvoltura, prontezza di azione e dove è possibile si otterrà un notevole vantaggio preventivo utile ad impedire il manifestarsi dei vizi di atteggiamento. Affinchè gli esercizi piacciano si deve tener presente la mentalità dei ragazzi ed i loro gusti. Oltre alle attività allegre e divertenti, anche gli esercizi più impegnativi sapranno destare interesse purchè presentati in veste piacevole, curiosa, originale. In particolare per i soggetti portatori di handicap occorre stimolare il desiderio di fare, di agire, bisogna provocare la creatività e risvegliare la fantasia, e il ragazzo deve sentire la spinta a produrre qualche cosa che le sue capacità siano in grado di esprimere. E' stata evidenziata l'importanza del gioco, proprio perché questo richiede la formazione di gruppi, in cui è necessaria la collaborazione. Se ogni ragazzo eseguirà attività, giochi ed esercizi adeguati a se stesso, imparerà a rendersi conto dei propri limiti e delle proprie possibilità, ed imparerà a rispettare i limiti e le possibilità degli altri. In questo modo anche il ragazzo portatore di handicap i sentirà vivo e partecipe alla vita del gruppo. Così facendo si educherà all'accettazione ed al rispetto per la diversità ed unicità di ogni essere umano. Promuovere l'integrazione sociale di un alunno con l'handicap non è facile, ma tutto ciò è comunque possibile con una programmazione ampia ed organica in cui siano privilegiati gli obiettivi relativi all'autonomia ed ai rapporti sociali : l'autonomia nelle situazioni di routine scolastica, il miglioramento della stima di sé, il superamento di sentimenti di estraneità alla classe e delle tendenze all'isolamento, la collaborazione con i compagni ed il buon rapporto con gli insegnanti.

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