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URBES. ipertesto creato dalla classe IIE (a.s.98/99) con la supervisione del prof.Gaudio Liceo Scientifico "Bramante" Magenta. LA ROMANIZZAZIONE di. Milano Città ad ovest di Milano. MILANO ROMANA. EVOLUZIONE DELLA MILANO ROMANA STORIA DI MILANO fino al 1200 a.C. SANT’AMBROGIO

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Presentation Transcript


  1. URBES ipertesto creato dalla classe IIE (a.s.98/99) con la supervisione del prof.Gaudio Liceo Scientifico "Bramante" Magenta

  2. LA ROMANIZZAZIONE di Milano Città ad ovest di Milano

  3. MILANO ROMANA • EVOLUZIONE DELLA MILANO ROMANA • STORIA DI MILANO fino al 1200 a.C. • SANT’AMBROGIO • MURA • CIRCO • BATTISTERO • STRADE,PONTI e FOGNATURE • ANFITEATRO

  4. Evoluzione della città di Milano Pianta della città di Milano ai tempi di S.Ambrogio a cura di BOCCHI Elia, CASSESE Pamela, MATICEVIC Matjia

  5. Introduzione • Visto che stiamo trattando il periodo romano, abbiamo deciso di svolgere un ipertesto che trattasse l’evoluzione architettonica di Milano e dei dintorni • In questa sezione vorremmo spiegare a tutti come si è evoluta Milano nel tempo, soprattutto nel periodo Romano.

  6. Prima costruzione di Milano La prima pianta di Milano risale alle invasioni dei Galli che restarono in questa zona fino al 222 a.C. quando i Romani riconquistarono il territorio e la valle del Po nel 196 a.C. Come di consueto i Romani sovrapposero al borgo Gallico la pianta quadrangolare dei loro accampamenti. Vi tracciarono 2 vie principali perpendicolari: Il cardine massimo e Ildecumano; al loro incrocio venne posto il Foro, cioè la piazza, che si trovava dove ora sorge Piazza S. Sepolcro. Dove le 2 vie principali incontravano le mura c’erano le porte.

  7. Prima costruzione di Milano Intorno alle mura c’era un fossato nel quale scorrevano il Seveso e il Nirone che oggi si trovano sotto la città. Data l’assenza di cave nei dintorni del borgo si utilizzarono principalmente ciottoli e sassi ripescati dai fiumi per la struttura interna delle mura che vennero poi rivestite con i mattoni. Nelle altre zone vennero usati massi più grandi provenienti appunto dalle cave sopracitate.

  8. Ampliamento della città • Dalle porte della città uscivano strade che portavano in tutte le direzioni. Dai pochi resti pervenutoci possiamo dedurre che il periodo di massimo splendore per Milano fu quello imperiale.In questa epoca ci furono ampliamenti sia nella zona sud che in quella nord \ est. Una strada romana (a Milano presso il Museo Archeologico)

  9. Ampliamento zona sud • Nella zona sud venne posta il palazzo imperiale. Al di fuori delle mura venne costruito un anfiteatro di forma ellissoidale dal quale prende il nome Via Arena. Dai bassorilievi pervenutici deduciamo che davanti al palazzo era posto il circo. Da cui prende nome la Via Circo. Resti del palazzo imperiale

  10. Resti delle terme romane di Milano Zona nord - est • Nella zona nord - est furono costruite le terme che ora si possono vedere nella zona Pasquirolo. Qui sono ancora presenti i tipici pavimenti bucherellati o a mosaico

  11. STORIA DI MILANO fino al 1200 d.C. a cura di RIVA Gianluca e GIUBILEO Alex

  12. Fondata dai Galli Insubri, fu occupata dai Romani (Mediolanum), dai quali fu elevata a municipium, e quindi a colonia. Fu capitale dell’Impero d’Occidente (292). Perduta la posizione di capitale, la città conservò e accrebbe quella di metropoli religiosa, e i vescovi successori di S. Ambrogio (morto nel 397) vi acquistarono crescente autorità e prestigio anche in campo civile. Milano dalle origini al 400 d.C.

  13. Nel 569 cadde sotto il dominio dei Longobardi, che la tennero per ca. due secoli. Conquistata dai Franchi di Carlo Magno (774), divenne sede di contea. Libero Comune verso la fine dell’XI sec., distrutta da Federico I Barbarossa (1162), divenne l’anima della prima Lega lombarda, che ne curò la ricostruzione (1167) e diede il massimo contributo alla vittoria di Legnano (1176). Milano dal 500 al 1200 d.C.

  14. Sant’Ambrogio un Vescovo bonario, un uomo irremovibile. a cura di CONTI Alberto e MORESCHI Federico

  15. Sant’Ambrogio Quando, intorno alla seconda metà del IV secolo d.C., Milano era dilaniata dalle lotte fra Ariani ed Ortodossi e il Vescovo ariano di Cappadocia Aussenzio morì, nel 374 d.C.da Roma venne dato l’ordine di mandare a Milano un Vicario e fu scelto un certo Ambrogio, uomo energico, colto, figlio di un alto funzionario dell’Impero a Treviri, città sulla riva della Mosella dove nacque nel 334 circa.

  16. Il rito ambrosiano Avvocato e governatore della Liguria-Emilia giunse a Milano dove era già stato acclamato, e dopo aver ricevuto il battesimo prese la carica di Vescovo. Questi cominciò la sua importante missione il 7 dicembre 373 (giorno in cui si celebra la sua festa) e nella prima messa che celebrò, introdusse un nuovo rito, il rito ambrosiano,che subito piacque alla gente e che quindi fu utilizzato in tutte le messe seguenti fino ai nostri tempi in tutta la Lombardia.

  17. Il carnevale ambrosiano Il papa Damaso I rimproverò Ambrogio per il rifiuto (voce del popolo milanese) di pagare le tasse imperiali, ma Ambrogio dicendo che aveva fretta per via del carnevale, sentendo suonare le campane si congedò col permesso di allungare a Milano il carnevale di quattro giorni (usanza che ricorre ai giorni nostri)per permettergli di festeggiarlo in tempo. Uomo accondiscendente nei limiti del giusto e dell’onesto, non fu feroce come altri Vescovi contro chi si faceva il bagno, soprattutto dopo l’editto di Milano in cui i cristiani facevano largo uso delle Terme.

  18. Ambrogio e l’imperatore (I) Permissivo per alcune cose era invece irremovibile nei principi della Fede e non aveva paura nemmeno dell’imperatore. Accadde infatti a Tessalonica che un giorno fu arrestato per una mancanza un auriga; questi era l’idolo del popolo nella corsa dei cavalli e quando il popolo venne a sapere dell’arresto eseguito dai pretoriani, si gettò contro di loro. A Teodosio il grande questa faccenda non piacque per niente e diede ordine ai soldati di punire i tifosi. Ci fu un massacro, infatti in una sola giornata furono trucidati quasi trecentomila cittadini inermi.

  19. Ambrogio e l’imperatore (II) Quando Ambrogio seppe ciò decise di rimproverare l’imperatore scrivendogli una lettera in cui gli chiedeva un colloquio personale; quando Teodosio giunse a Milano per ricevere i sacramenti fu pubblicamente umiliato dal vescovo a fare penitenza. L’imperatore fece penitenza per otto mesi finche fu perdonato, diventando uno dei più strenui difensori della cristianità fino alla morte (395) .

  20. La morte di Ambrogio Due anni dopo, il 4 aprile 397 dopo una lunga malattia si spense anche Ambrogio. Milano era in lutto e si narra che in quel giorno tutti i bambini furono buoni e tristi, nessuno “fece i capricci” e la sera di quel 4 aprile che era Venerdì Santo, tutti si misero a piangere, mentre Ambrogio moriva dopo dieci ore di agonia. Aveva soltanto 57 anni, ed in 24 anni di Vescovado entrò nei cuori di tutti i milanesi e persino degli imperatori compiendo miracoli, facendo carità e rimproverando chi si comportava male.

  21. Milano dopo Ambrogio Gli succedette Simpliciano che però morì dopo soli tre anni. Così quando l’importanza di Milano aveva raggiunto il suo apice con Ambrogio, si capì che ormai il suo degrado era vicino. Gran parte delle leggi più importanti venivano emanate da Milano, centro degli scambi commerciali europei; la città era circondata da mura spesse tre metri con torri dalle quali si poteva vedere la corona delle Alpi, quasi come una roccaforte inespugnabile. Ma Milano era ai piedi delle Alpi a un passo dalle scorrerie barbariche,e si decise sotto Onorio di trasferire la capitale imperiale, prima ad Asti poi a Ravenna.

  22. Le Mura a cura di CARRETTONI Andrea e PISANO Anna

  23. Edificazione delle mura Della mura romane a Milano non rimane che qualche resto, ormai affiancato dai moderni edifici. Un tempo, però, circondavano tutta la città.. Le prime mura furono edificate da Cesare nel primo secolo a.C., quando Milano era il punto di partenza delle legioni romane dirette in Gallia. Queste avevano, naturalmente, scopo difensivo, anche perché Milano s’ingrandiva sempre di più, stava diventando un importante centro per l’impero romano ed era quindi necessario creare un efficiente sistema di difesa. Durante l’impero di Massimiano fu poi costruita un’altra cinta di mura, esterna a quella precedente.

  24. La Struttura delle mura (I) • Le mura avevano come basamenti fondamenta costituite da ciottoli, ghiaia e sabbia, profonde all’incirca cinque metri. Le mura vere e proprie erano costituite invece da pietre molto più grosse. Esisteva proprio una cerchia di mura; tuttavia queste erano intervallate da torri che possono risultare circolari, ma guardandole più attentamente ci si accorge che sono sfaccettate. Le torri servivano principalmente per poter avvistare il nemico da lontano.

  25. Tecniche di costruzione Sia le mura che le torri venivano costruite scavando prima un fossato, nel quale venivano poste le fondamenta. Venivano poi innalzate mediante una rudimentale impalcatura, formata da pali di legno, che venivano inseriti fra le pietre delle mura già costruite e formavano così un ponteggio, che veniva poi smontato a fine costruzione. Infatti si possono notare i buchi nei quali venivano posti i pali, come nel Castello Sforzesco.

  26. Rovine del circo romano di Milano IL CIRCO a cura di BIANCHI Roberto e GALBIATI Samuele

  27. Come già detto (vedi ampliamento zona sud) davanti al palazzo imperiale fatto costruire da Massimiano si trovava il circo. IL CIRCO Occupiamoci ora della struttura, delle caratteristiche e dell’ importanza del circo nella società romana

  28. Presso i romani il circo era il luogo adibito alle corse equestri ,aveva un perimetro a forma ellissoidale e una sola sua estremità presentava una parete dritta munita di torri sulla quale vi erano le entrate alle stalle dei cavalli. Lungo il perimetro del circo erano disposte imponenti e capienti gradinate sulle quali i numerosissimi spettatori assistevano alle gare. A queste gare assisteva spesso l’imperatore che aveva la sua tribuna privata nella parte sovrastante l’entrata delle stalle. STRUTTURA DEL CIRCO (I)

  29. STRUTTURA DEL CIRCO (II) All’interno dello spazio delimitato dalle tribune vi era la pista anch’essa ellissoidale le cui corsie erano divise da un muro detto “spina”spesso ornato da preziosi monumenti. L’esempio più grandioso di circo romano è quello del Circo Massimo a Roma nel quale i monumenti di sette delfini d’argento posti sulla parete che divideva le due corsie della pista si abbassavano uno ad uno per ogni giro percorso. Il circo era costruito in mattoni d’argilla e generalmente ricoperti di marmo, questo accadeva solo nelle città più importanti.

  30. Per riportare alcune dimensioni prendiamo in esame il circo massimo di Roma.Esso era lungo 635 m e largo 110 m ,aveva una capienza di 100000 spettatori nel primo secolo a.C. allargata a 250000 nel primo sec. d.C. e a 350000 nel quarto sec. a.C.La spina era costituita da un muro alto 1,75m.e largo 5,8m., oltre che da statue di delfini era ornata anche da obelischi e da altri soggetti. Agli estremi di questa spina erano presenti colonne coniche vicino alle quali i carri dovevano girare il più possibile rasenti al muro. DIMENSIONI DEL CIRCO

  31. L’importanza del circo nella società romana supera addirittura quella degli stadi nella nostra società. Ciò è anche manifestato dalla capienza di alcuni circhi che superava la capienza quella di qualsiasi stadio odierno. Gli spettacoli nei circhi erano seguiti da folle di tifosi molto accesi che spesso attuavano violenze per sostenere i loro idoli. Non erano rari episodi di morte dopo gare nei circhi. Le corse erano offerte dagli imperatori per aggiudicarsi i favori della plebe, che contraccambiava con il sostegno politico. Venivano fatte scommesse con somme esorbitanti per il proprio fantino ed erano possibili episodi di corruzione. IMPORTANZA DEL CIRCO

  32. IL “ BATTISTERO “Di San Giovanni Alle Fonti I resti del battistero nei sotterranei del Duomo a cura di MORLACCHI Marta e RIVA Sara

  33. importanza del battistero Il battistero di S.Giovanni alle fonti è famoso perché S.Ambrogio vi battezzò un giovane intellettuale africano, che sarebbe poi diventato uno dei più importanti teorici del cristianesimo: S.Agostino.

  34. È posto sotto le fondamenta del Duomo di Milano, ha forma ottagonale. Può essere paragonato ad una piscina , in quanto si presenta come una vasca ,dove un tempo ,al suo interno , erano situati dei gradini, per immergersi e per uscirne. Il battistero fu costruito con dell’argilla , in modo tale , che l’acqua non fuoriuscisse, e anche perché a Milano la pietra scarseggiava L’acqua affluiva alla vasca del Battistero tramite un canale che prelevava l’acqua da sorgenti sotterranee Struttura Del Battistero

  35. il Battesimo all’epoca di ambrogio e agostino “UTILIZZO DEL BATTISTERO” Nel Battistero, si celebravano i battesimi. I battezzandi , scendevano lungo i gradini immergendosi completamente nell’acqua santa indossando una tunica bianca, in segno di purezza e umiltà. Ricevevano il battesimo in presenza di un sacerdote il quale celebrava una serie di preghiere. In fine il battezzando usciva dall’acqua privo di ogni peccato. Un tempo, gli uomini battezzati erano per la maggior parte adulti.

  36. Strade Ponti Fognature a cura di FONTOLAN Emmanuele e TROBIA Jonathan

  37. STRUTTURE STRADALI (I) • Il selciato romano è apparso in vari punti della città, ma una sicura misura della larghezza di una strada si è avuta in via Dante nello scavo del 1889: 5 metri, pari a quasi 16 piedi. Poi in via dei Piatti nel 1962 e in piazza del Duomo nel 1983: 4,50 metri. • La Via Porticata aveva una larghezza superiore a 9metri: era, infatti, il solenne ingresso alla città. Una strada romana (a Milano presso il Museo Archeologico)

  38. STRUTTURE STRADALI (II) • I selciati sono stati riconosciuti a varie profondità: per il piano “del Foro” vanno da m 2,35 in via S. Maria Fulcorina a m 3 in via S. Maurilio a m 3,80 all’angolo fra via Orefici e piazza Duomo; i livelli delle strade del piano del Nord-Sud, invece, vanno da m 2,20 in via Dante a m 2,30 in via dei Piatti. • Il selciato romano è stato conservato in loco e reso ispezionabile. • La pietra utilizzata è di Moltrasio: arenaria grigia e dura.

  39. PONTI • In tre punti della città sono stati scoperti dei ponti. • Il più importante sembra quello davanti alla porta Ticineseal Carrobbio e scavalca il Seveso. Può ritenersi antico perché costituito da due arcate (m 4,30 e m 3,75 di apertura) delle quali una non più in uso. Ha le volte in concidi ceppo e il resto in mattoni. • Di ceppo erano i conci residui e la spalla del ponte (luce m 2,50) scoperto nel 1960 nel largo fra via San Vito e viaOlmetto; anch’esso superava il Seveso. • Di mattoni nella volta e nelle spalle era il ponte, scoperto sempre nel 1960, davanti alla chiesa di San Carlo in corsoVittorio Emanuele. E’ stato sistemato nel 1961 in un sottopassaggio ricavato sotto il corso. Ha m 2,64 di luce e ci passava sopra la strada seguita dall’attuale corso Vittorio Emanuele. • Un altro ponte a due archi è stato ritrovato nel 1896 nei pressi della colonna davanti a San Babila.

  40. FOGNATURE • Della fognatura romana vari tratti sono apparsi in passato e in epoca più recente durante scavi occasionali e sotto strade dei due antichi piani regolatori della città. • Purtroppo nessun condotto risulta conservato. Si può sperare che si sia conservato il tratto sotto il selciato romano di via dei Piatti, ma non è stato indagato. • In generale dai vari ritrovamenti minori si può dire che gli spechi (canali sotterranei) delle antiche fognature erano alti almeno da m 0,80 a m 1,70 e larghi almeno da m 0,60 a m 0,85, evidentemente a seconda dell’importanza e della portata delle acque..

  41. L’anfiteatro a cura di GARAVAGLIA Sara e OLCHINI Maria

  42. L’anfiteatro L’anfiteatro era un edificio di forma solitamente ovale, a volte, circolare. E’ una costruzione prettamente romana basata sulla combinazione di archi e volte, strutture architettoniche innovative perché grazie alla loro forma il peso che sostengono viene scaricato a terra. Perciò non era più necessario sfruttare i pendii naturali come facevano i greci ma l’anfiteatro poteva sorgere dovunque.

  43. Struttura (1) • Era costituito dall’arena circolare dove avvenivano i combattimenti tra i gladiatori, tutt’ attorno sorgeva un muro chiamato podium dal quale si dipartivano i gradini che formavano la cavea dove sedevano gli spettatori.

  44. Struttura (2) Vi erano ammessi il vivarium per i servizi e la cucina, lo spoliarum dove si portavano i gladiatori morti e i ludi cioè le scuole per i gladiatori. A Milano l’anfiteatro sorgeva fuori le mura fra le attuali vie De Amicis,Conca del Naviglio,e la via Arena che ne conserva il nome.

  45. LA ROMANIZZAZIONE AD OVEST DI MILANO

  46. LE CITTÀ AD OVEST DI MILANO MAGENTA CORBETTA CISLIANO INVERUNO ABBIATEGRASSO BAREGGIO E CUGGIONO SEDRIANO VITTUONE

  47. La Magenta romana La storia della romanizzazione di magenta . a cura di BUSTI Arianna e COLOMBO Flavia

  48. Introduzione • La nostra zona trasse notevoli benefici economici dalla politica di espansione voluta dai Romani, ai quali va anche riconosciuto il merito di aver fatto costruire una strada che, partendo dalla porta milanese dalle Vercellina, attraverso Settimo, raggiungeva Corbetta e Magenta, toccava Novara e proseguiva per la Gallia.

  49. Tracce dei primi insediamenti 1 • La presenza di insediamenti romani nel territorio magentino trova conferma nel ritrovamento di diverse necropoli contenenti oggetti e monete databili dal I a V secolo d.C.. E’ comunque probabile che già alcuni gruppi di Galli Insubri, scesi nella pianura padana nel V secolo a.C., trovarono sede a Magenta

  50. Tracce dei primi insediamenti 2 • Magenta è posta nei pressi del Ticino; è pertanto un baluardo a difesa del suolo italico, tormentato dalle scorrerie dei popoli provenienti da oltre le Alpi. Inoltre la collocazione di Magenta lungo la strada che rappresentava allora la via naturale verso le Gallie ne accrebbe l’importanza strategica

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