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PER GENOVA E IL SUO FUTURO

PER GENOVA E IL SUO FUTURO . Gennaio 2012 . La crisi globale e il governo della citta’. La rivoluzione neoliberista ha radicalmente cambiato il modo di produzione delle merci e il loro commercio.

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PER GENOVA E IL SUO FUTURO

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  1. PER GENOVA E IL SUO FUTURO Gennaio 2012

  2. La crisi globale e il governo della citta’ • La rivoluzione neoliberista ha radicalmente cambiato il modo di produzione delle merci e il loro commercio. • dall’economia reale si passa a quella della carta:il denaro non è più un mezzo per comprare e produrre merci ma diventa un fine; • dall’equilibrio pubblico privato si è passati al dominio del privato e dell’individuo; • dal mercato come strumento per definire i prezzi delle merci si è passati al mercato come dominus indiscusso di tutte le decisioni; • Pochi soggetti sempre più potenti decidono per tutti e su tutto; • la politica è divenuta sempre più ancella dell’economia. • Gli effetti del neoliberismo sulla città • grazie al trionfo della rendita e della valorizzazione immobiliare il territorio viene devastato da un consumo del suolo impressionante; • La città è sempre più macchina usata per accrescere ricchezze private; • il peggioramento delle condizioni di vita nelle aree urbane; • Sottrazione di risorse ai cicli vitali della biosfera; • prevalere di un modello sociale basato su soluzioni individuali, precarie e costose su un modello di welfare urbano basato sull’eguaglianza, sulla solidarietà, sul primato della collettività. • C’è chi pensa di uscire da questa crisi riproponendo le politiche che l’hanno generata. • Dobbiamo avere la consapevolezza che in questo modo le città diventano ingovernabili.

  3. Difendere il sistema delle autonomie locali • Stiamo vivendo il più forte attacco al sistema delle autonomie locali della storia della repubblica. Altro che federalismo! • E’ un vero e proprio attacco alla democrazia. • Drastici tagli ai trasferimenti e inasprimento delle sanzioni per gli Enti che non rispettano il Patto di stabilità. • Si scaricano sui Comuni tutti i costi della crisi, sottoponendoli al ricatto tra tagliare i servizi per i cittadini (diminuendone anche la qualità e l’estensione universalistica), aumentare le tariffe dei pubblici servizi (magari privatizzandoli), di vendere ai privati un patrimonio strategico. • A pagare saranno sempre e comunque i ceti sociali più deboli. • L’attacco agli EE.LL e ai diritti dei cittadini è l’altra faccia della politica neoliberista che tenta di annullare i diritti sindacali e costituzionali dei lavoratori. • Il patto di stabilità va drasticamente modificato specie per quanto riguarda la spesa sociale e gli investimenti.

  4. Ridare fiducia e speranza alla città • Oggi Genova e ferma e piegata su se stessa. L’attuale crisi l’espone ad un serio rischio di declino. • Non basta pensare ad un suo riassestamento, occorre ripensare la città e il suo modello di sviluppo. • L’alluvione del 4 novembre ha fatto emergere una questione che da qualche tempo è aperta: si è incrinato il rapporto di fiducia tra la città e la classe politica che l’ha governata fino ad oggi. • Una classe dirigente che ha governato per decenni Comune, Provincia e Regione con l’obiettivo di assicurare un equilibrio tra i vari interessi dominanti della città. • Questo obiettivo oggi non è più in grado di assicurare sviluppo e ripresa alla città. Occorre rompere quell’equilibrio e liberare le energie e le potenzialità presenti. • Per fare questo occorre una nuova classe dirigente che, attorno ad una idea di città, ricostruisca un rapporto di fiducia con i cittadini ed un nuovo patto di coesione civile, politica e sociale.

  5. La qualità della democrazia: scommessa della nuova classe dirigente • La qualità della democrazia: • trasparenza su dove, come e chi decide in città, rompendo quella cultura della segretezza e della trasversalità politica che è di ostacolo alla ripresa; • affermare sempre il principio che gli interessi generali della collettività prevalgono su quelli particolari e di lobbies; • rafforzare la partecipazione diretta dei cittadini al governo della cosa pubblica per rispondere alla crisi delle attuali forme della democrazia rappresentativa: a tale fine propongo di affiancare al Consiglio Comunale “l’Assemblea Cittadina dei Beni Comuni”, composta da comitati, movimenti, associazioni e forze sociali, che nelle politiche dei beni comuni deve essere consultata ed esprimere orientamenti ed indirizzi. • Rompere ogni forma di trasversalità della politica che ha fatto sì ogni opera significativa realizzata in città negli ultimi decenni abbia sempre visto insieme l’alta borghesia del mattone genovese, le cooperative e un ristretto nucleo di professionisti. Nulla di illegale, ma sicuramente un sistema di potere che rende difficile la nascita e il radicarsi sul territorio di nuove opportunità ed attività.

  6. Portare le periferie al centro • Se il centro è il cuore di Genova, le periferie sono il suo corpo, la parte predominante. Il mio progetto parte da qui: voglio portare la periferia al centro. • Vorrei che per ogni quartiere si costruissero dei veri e propri Laboratori di Quartiere a cui affidare i seguenti obiettivi: • progettare e coordinare politiche pubbliche a sostegno di relazioni sociali più ricche e ravvicinate; • Sviluppare luoghi e servizi che siano punti di riferimento e occasioni di incontro; • costruire percorsi di urbanistica partecipata, al fine di migliorare, attraverso la partecipazione dei cittadini alle decisioni, la qualità della vita e del territorio; • Concorrere a definire le scelte per realizzare un serio bilancio partecipato. • La realizzazione dei Laboratori prevede la formazione all’interno dell’amministrazione comunale di figure professionali con competenze trasversali capaci di gestire tale progetto. • E’ necessaria un’azione finalizzata a valorizzare insieme al Centro Storico tutti i centri storici delle municipalità, per ridare senso a quelle comunità, alle identità locali. • Voglio poi realizzare il progetto "100 piazze per Genova" in cui il Comune, attraverso il coinvolgimento e la mobilitazione di comitati e associazioni, restituisca ai cittadini spazi e aree importanti della città. Ciò potrebbe consentire alle famiglie di usufruire liberamente di quegli spazi, ai bambini di giocare tranquillamente, agli anziani di uscire di casa e socializzare all'aria aperta.

  7. Bilancio e aziende pubbliche • Il bilancio è la carta di identità dell’amministrazione. Voglio un vero bilancio partecipato e voglio realizzare per Genova un bilancio sociale, insieme ad un piano di gestione ispirato a criteri di efficienza ed efficacia. • Tutti devono pagare il giusto per avere dei servizi che garantiscano i diritti di cittadinanza. Le tasse devono essere fissate in modo che ognuno paghi secondo le sue capacità contributive: non è tollerabile il fenomeno delle cartelle pazze e dei pignoramenti se uno si dimentica di pagare una multa. Intendo rafforzare all’interno del Comune una task force antievasione, che lavori di concerto con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle entrate, non solo per le tasse municipali, ma soprattutto per la lotta all’evasione dell’Irpef, in modo che il comune possa incassare il 30% previsto dalla legge. • I cittadini genovesi hanno diritto ad un sistema di Servizi Pubblici Locali di qualità – dalla raccolta dei rifiuti, alla cura del verde e della manutenzione della città, dal trasporto pubblico e quello delle fognature. Intendo difendere la natura e il ruolo pubblico delle aziende del comune. La storia delle privatizzazioni in Italia dimostra che esse non migliorano la qualità dei servizi, non risolvono il problema dell’indebitamento pubblico, rappresentano solo un’occasione di profitto per gruppi privati. • Intendo unire Amiu ed Aster in una unica società per l’igiene urbana, per la manutenzione della città e la cura del verde pubblico. La sua forma giuridica potrebbe essere quella dell’Azienda Speciale. • Va rispettato il risultato del referendum sull’acqua pubblica. L’Amministrazione definisca un percorso al fine del quale il controllo pubblico sul servizi idrico sia garantito. Nell’immediato mi impegno a lavorare affinché la nuova legge regionale sugli ATO non produca norme in contrasto con le indicazioni dei referendum; rafforzi il ruolo dei comuni nell’approvazione di investimenti e tariffe; dia vita ad una Consulta per la partecipazione di quelle associazioni e movimenti che hanno promosso e vinto i referendum.

  8. Un Comune che funziona • Voglio costruire insieme ai dipendenti un Comune amico dei cittadini: l’impegno e lo sforzo di cui i lavoratori di Aster, di Amiu, della Polizia Municipale e della Protezione Civile hanno dato prova durante le giornate dell’alluvione, dimostra che all’interno dell’amministrazione vi sono professionalità, intelligenze ed energie per poterlo fare. • Un Comune che funzioni, senza buche nelle strade, senza file agli sportelli, informatizzazione,i certificati con un click: una macchina efficiente che non sia un costo o una perdita di tempo per le famiglie e le imprese. • Non è accettabile che il lavoratore pubblico sia associato al fannullone. A Genova abbiamo lavoratori d’eccellenza, mortificati da un clima lavorativo deprimente, causato innanzitutto dalla malapolitica. • Voglio che i dipendenti comunali riscoprano l’orgoglio di lavorare in una grande azienda al servizio del pubblico, dalla quale dipende l’essenza stessa della democrazia: i diritti di cittadinanza.

  9. Una città che coniughi umanesimo e sviluppo • Un sindaco non deve promettere posti di lavoro, ma creare le condizioni affinchè esso sia un diritto e non un privilegio, magari dato a fini clientelari. • Voglio per Genova un nuovo futuro industriale, occupazionale e produttivo basato su industria ad alta tecnologia, ricerca applicata e di base, innovazione tecnologica, conoscenza e sapere. • Penso ad uno sviluppo basato sulla valorizzazione del lavoro (in termini di formazione, diritti e adeguata remunerazione) e non sulla semplice e brutale compressione del suo costo. • Dobbiamo dare un futuro ai nostri figli, a quei giovani che lasciano Genova perché non offre altro che lavoro precario. A loro occorre offrire un lavoro di qualità, ad alta specializzazione e professionalità. • Gli Erzellisono una scommessa che non va persa: di questo progetto va salvaguardato e rafforzato il carattere innovativo sul piano produttivo ed industriale, vigilando affinché la già consistente presenza immobiliare non si allarghi oltre.

  10. No alla rendita si ad uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile • Gli ultimi 20 anni hanno visto il trionfo della rendita. Con le trasformazioni produttive e le dismissioni industriali il capitale capisce i vantaggi immediati delle plusvalenze immobiliari: un modo semplice di fare i soldi senza dover fare i conti con l’organizzazione del ciclo produttivo. Si apre la fase della rendita pura, che, insieme a quella finanziaria, diviene il fine principale dell’intero sistema economico. • Un esempio genovese: oggi Ansaldo lamenta la mancanza di uno sbocco a mare per la sue attività industriali. Negli anni passati tale problema non esisteva perche Ansaldo aveva in proprietà Calata Derna e le sue banchine. Che cosa è successo? Che su quelle aree si sono realizzate assai significative plusvalenze immobiliari grazie alla realizzazione di Fiumara. • Non è accettabile che la città e il suo territorio siano usati per accrescere le ricchezze private. Pochi soggetti sempre più potenti decidono per tutti e su tutto. • Occorre guardare alla città nel suo insieme come bene comune: cioè a qualcosa che ha un valore per sé, non per il denaro che può produrre, che adopero senza distruggerlo e che appartiene alla collettività. • Da questo punto di vista l’attività privata va misurata in termini di costi – benefici per la collettività: incentivare quella positiva e negare quella negativa.

  11. Porto e città: un rapporto difficile ma indispensabile • Occorre rafforzare il dialogo tra città e porto, tra amministrazione comunale e Autorità portuale. Scarso e saltuario è stato il confronto tra i dei enti nella predisposizione dei rispettivi strumenti di pianificazione urbanistica. Forte è la sensazione che ciascuno si sia mosso in modo indipendente. • Il porto è la pancia della città: se è piena la città sta bene, se è vuota anche la città ne risente. Tuttavia la crescita del porto e dei suoi traffici non può non tenere conto della fragilità del nostro territorio, del suo assetto urbanistico e delle conseguenze sulla qualità della vita dei cittadini. E’ indispensabile affrontare immediatamente il riassetto del nodo di San Benigno e della strada a mare. • Recupero e potenziamento delle attuali linee FS esistenti. • Penso che vada data completa applicazione alla legge di riforma dei porti del 94 con la realizzazione all’interno dello scalo genovese di una banchina a gestione pubblica rompendo il monopolio privato dei terminalisti. • Propongo di spostare tutte le attività di movimentazione dei container svolte nel porto storico, facendo di quest’ultimo un grande terminal traghetti e crocieri, a sostegno dello sviluppo turistico della nostra città.

  12. Le scelte urbanistiche • Un PUC tra luci ed ombre: bene l’idea dei confini indicati tra linea blu e linea verde; ma preoccupa che su alcune aree di trasformazione non siano definiti indici. • La priorità è la salvaguardia, la tutela, la riqualificazione della città esistente e del passato, mettendo fine all’espansione e al consumo del territorio. • Non c’è uno stato di fatto dell’uso attuale del territorio: la Genova attuale è il primo passaggio per la realizzazione di un Piano. • Ritornare allo spirito della pianificazione urbanistica: contro l’urbanistica contrattata e il trasferimento dei valori. • Va rafforzato l’interesse pubblico, utilizzando in modo più equo per i cittadini il suolo urbano e lo specchio acqueo portuale. • Non consentire a grandi società di interesse pubblico l’uso delle loro aree per operazioni immobiliari al fine di ripianare i bilanci (es. Fincantieri a Sestri o Trenitalia a Terralba e al Campasso): la disponibilità edificatoria non porta in cambio servizi pubblici, come dimostra il caso della Roma di Veltroni. • Il PUC va meglio integrato con i Piani di Bacino relativi alle aree a rischio idrogeologico: la loro perimetrazione deve entrare a fare parte integrante del PUC. • Manca il raccordo tra il PUC e il Piano Regolatore Portuale:nessuna indicazione su interventi finalizzati ad incrementare la produttività del porto a fronte di accurate valutazioni dei flussi commerciali.

  13. Grandi opere • Propongo di realizzare a Genova una unica grande opera: la messa in sicurezza del suo territorio e dei suoi corsi d’acqua. • Non è accettabile versare lacrime per le vittime e i danni provocati da alluvioni, frane, smottamenti e poi proseguire nel consumo di territorio come se nulla fosse accaduto. • La Valutazione di impatto ambientale della Regione Liguria relativa alla Gronda ha evidenziato più di una criticità. Occorre fermarsi e assicurare l’integrità del territorio e la sicurezza dei cittadini. • Delle grandi opere se ne può parlare solo dopo aver messo in sicurezza il nostro territorio e comunque tenendo conto che: • esse non sono definite, progettate e gestite in rapporto agli interessi collettivi che devono soddisfare; • non sono inquadrate in una visione sistemica del territorio, dando la priorità all’integrità fisica e culturale del territorio; • tengono solo conto della quantità di denaro che possono fare circolare e degli affari che possono consentire.

  14. La città tra collina e mare • Costruire un Progetto Genova Blue e Verde che attraverso azioni coordinate valorizzi i centri storici urbani della città, il litorale e la costa del levante e del ponente, il verde urbano e di cornice. • Creazione del Parco Genovese Collinare, fatto di nuovi percorsi, sentieri panoramici, ippovie, piste ciclabili e riqualificazione dei forti e degli angoli paesaggistici e agro/pastorali (orti botanici, parchi fluviali e torrentizi, ecc.) più significativi. • Favorire la libera balneazione, contro la crescente appropriazione privata della costa. • Portare al 100% la depurazione degli scarichi a mare, oggi al 60%. • Azione coordinata con altri comuni, enti ed istituzioni per la pulizia degli specchi acquei costieri. • Il mare come opportunità di sviluppo sostenibile, di innovazione, di ricerca e di occupazione (progettazione e realizzazione di impianti di sorveglianza e di raccolta dati, tecnologie sottomarine, navi da ricerca specializzate, integrazione delle conoscenze, ecc) • Promuovere la costituzione di un Osservatorio pubblico – privato con l’obiettivo di conciliare la protezione degli ecosistemi marini con lo sviluppo sostenibile delle attività marine, di favorire una maggiore integrazione delle discipline di ricerca e un miglioramento della collaborazione tra tutti gli operatori coinvolti.

  15. Mobilità urbana • Il trasporto pubblico locale è un servizio a forte componente di socialità, parte importante per una mobilità cittadina che punti ad una città vivibile e non inquinata. Esso va perciò difeso e reso più fruibile da parte dei cittadini. • Ritengo strategico procedere ad un accorpamento delle aziende liguri verso una unica azienda di trasporto regionale, realizzando economie di scala nella gestione ed integrazione del servizio. • Estensione dell’utilizzo dei titoli di viaggio elettronici emessi e gestiti direttamente dalle aziende. Penso a titoli di corsa brevi, o biglietti di quartiere, che promuovano l’utilizzo del bus per corse brevi. • Integrare la politica della sosta ed il trasporto pubblico. Vanno stabilite aree di cornice che favoriscano l’utilizzo del trasporto pubblico per raggiungere il centro stabilendo incentivi e agevolazioni, come la sosta gratuita per chi utilizza il bus o ticket scontati o gratuiti per chi lascia l’auto privata in tali aree di sosta. • I timidi tentativi della giunta uscente vanno estesi con decisione e rapidità. • Completamento della rete metropolitana: la sua realizzazione è indispensabile alla vita futura della città. E’ una scelta di civiltà urbanistica per ridurre l’uso dei mezzi a motore. • Promuovere inoltre l’utilizzo di mezzi a trazione elettrica, sia auto che scooter, introducendo auto elettriche nel carsharing ed un sistema di scooter sharing con punti di ricarica a basso costo o gratuiti nel centro città.

  16. La green economy per Genova • Penso ad una Genova capitale della Green Economy italiana. Questo comporterebbe significativi vantaggi per l’economia locale e per la vivibilità dei genovesi. Puntare sulla Green economy significa ridurre le emissioni inquinanti sul territorio, sviluppare nuove attività e orientare quelle esistenti, permettere ai cittadini di scegliere tra tecnologie diverse con possibili ricadute economiche positive. • Energie rinnovabili: • considerare la superficie degli edifici pubblici come potenziali aree dove sviluppare impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica; • individuare sul territorio cittadino aree idonee per l’installazione di impianti di minieolico; • Agevolare la sperimentazione per la produzione di energie rinnovabili (energia prodotta da onde, panelli fotovoltaici sulle coperture antirumore delle autostrade, ecc.) • Risparmio energetico: • penso ad una grande operazione di risparmio energetico su tutto il patrimonio edilizio comunale attraverso il meccanismo del finanziamento tramite terzi; • incentivare anche il patrimonio edilizio privato alla realizzazione di opere di risparmio energetico attraverso il coinvolgimento degli amministratori di condominio.

  17. Welfare municipale • Penso poi ad una città dell'uguaglianza, della solidarietà e dei diritti. • Il Comune di Genova si troverà nei prossimi anni di fronte ad una crescente domanda sociale e di servizio e contemporaneamente ad un restringimento delle risorse economiche disponibili. • Propongo di creare un Fondo Sociale Locale a sostegno della coesione sociale della città, che nasca da un confronto negoziale a livello territoriale tra imprese e sindacati. Un fondo non sostitutivo dell'intervento pubblico ma, in questa fase di difficoltà, aggiuntivo e mirato. Il Fondo  potrebbe basarsi su un prelievo tra lo 0,5 e  1% del valore aggiunto di ogni impresa e potrebbe essere gestito dal Comune e controllato dalle parti sociali. Attraverso questo strumento sarebbe possibile finanziare obiettivi e finalità socialmente rilevanti; penso al lavoro di cura, all'intervento domiciliare a favore degli anziani e delle persone in difficoltà, alle politiche di cittadinanza e di inclusione sociale, alle politiche per l'infanzia. •  Voglio creare un unico Assessorato ai diritti ed alla cittadinanza in cui far confluire le politiche sociale ed educative del comune. • Prioritario è il riconoscimento dei diritti di cittadinanza e la lotta contro ogni forma di discriminazione. Intendo rafforzare progetti di prevenzione del disagio degli adolescenti nelle scuole. • Intendo favorire un maggiore sviluppo di un sistema dell’offerta di servizi 0-3 anni connotato da una gestione pubblica e di privato sociale accreditato e convenzionato, con l’obiettivo di accrescere i posti nei nidi garantendone comunque la qualità anche attraverso diversificazioni dell’offerta e soluzioni di flessibilità organizzativa. I servizi all’infanzia devono essere orientate a: • favorire nei bambini lo sviluppo dell’intelligenza costruttiva e relazioni; • garantire la professionalità degli operatori per l’infanzia; • Costruire relazioni sul territorio favorendo la socialità del bambino e delle famiglie. • Intendo sottoscrivere un nuovo Patto formativo interistituzionale tra Comune, Scuole e ASL per l’educazione critica degli adolescenti.

  18. La città delle donne • Sostenere il protagonismo femminile nella società, nell’economia e nella politica. • Favorire l’indipendenza economica della donna come chiave strategica per garantire libertà di scelta. • Contrastare le crescente femminilizzazione della povertà, attraverso strumenti di sostegno all’occupazione femminile, l’accesso al credito e la formazione. • Operare per mettere fine alla discriminazione tra uomini e donne nell’accesso al lavoro e nei percorsi di carriera. • Decisioni che sembrano neutro possono avere effetti diversi su donne e uomini, propongo quindi l’istituzione di una Authority di Genere che abbia il compito di verificare che tutte le politiche comunali siano effettivamente orientate all’eguaglianza tra uomini e donne. Questa struttura avrà anche il compito di proporre all’Amministrazione azioni contro pubblicità lesive la dignità della donna. • Attribuzione degli incarichi di Giunta nel rispetto della democrazia paritaria e della rappresentanza di genere. Rilevante presenza femminile nei vertici delle aziende e degli enti comunali. • Proseguire con le iniziative di contrasto contro la violenza alle donne e per la tutela della loro dignità, anche nei rapporti famigliari e di coppia. • Promuovere una campagna di sensibilizzazione sulla violenza sessuale come questione maschile. • Candidare Genova a sede della Conferenza mondiale ONU sulla donna del 2015.

  19. Il diritto alla sicurezza • Il bisogno di sicurezza non è né di destra né di sinistra. E’ un diritto che va garantito a tutti i cittadini. • Sono diversi i modi in cui si produce e si governa questo bisogno. Un conto è “fabbricare paura” (città assediate da nuovi barbari), altra cosa è costruire una strategia complessiva di risposta basata su interventi per la coesione sociale, di prevenzione (quali potenziamento dell’illuminazione pubblica, quartiere che vive anche la sera, ecc.), di integrazione culturale e politica e anche di repressione. • Penso ad una sicurezza che non smantella le garanzie, ma che le fa penetrare più in profondità nella società, con benefici per tutti. Altrimenti prepariamoci alla società della sorveglianza, dove la sicurezza è di destra perché insidia la democrazia. • Lotta alla grande criminalità organizzata che è uno dei fattori di degrado del tessuto civile e democratico delle città. • Coordinamento tra le forze dell’ordine e l’Amministrazione Comunale. • Superamento dell’esperienza non positiva dell’Assessorato alla sicurezza, frutto della stagione dei sindaci sceriffi, che non ha dato risultati ma ha solo esposto oltre il dovuto le amministrazioni comunali. • Cancellazione delle ordinanze coprifuoco che svuotano le strade e le piazze, danneggiano le attività commerciali.

  20. Vecchi e nuovi genovesi: quale convivenza? Genova deve essere una città in cui i diritti fondamentali (alla qualità della vita, al lavoro, alla salute, alla casa, all'educazione, alla libertà di culto, alla propria cultura e alla propria sicurezza) siano riconosciuti a tutti i cittadini, a quelli di origine italiana a quelli di altre nazionalità. Su questo occorre essere fermissimi, così come sul rispetto delle regole e della legalità. Occorre definire un Piano di Governo dell‘Immigrazione in città, capace di coordinare le politiche di assessorati diversi (casa, cultura, servizi alla persona, ecc.) e di definire le priorità su cui lavorare e concentrare le risorse disponibili. Il Piano deve essere il frutto di un confronto con le associazioni dei migranti, con le organizzazioni sindacali e con il mondo del volontariato. Il ruolo dei servizi educativi e della scuola è fondamentale nel garantire un corretto processo di confronto tra culture diverse: occorre rilanciare il Centro Scuole e Nuove culture.

  21. Cultura e promozione della città • La cultura deve continuare ad essere per Genova motore di cambiamento. • La città ha un ricco tessuto di istituzioni ed associazioni culturali, nonché di microimprenditorialità artistica • Tutto ciò deve essere messo a sistema, governato da una visione di insieme: una regia che coordini le tante energie. • Nel settore della cultura e della promozione della città va messo ordine: troppi soggetti si sovrappongono e fanno le stesse cose. • In questo quadro va ridefinito il ruolo e la funzione della Fondazione della cultura: uno strumento dell’Amministrazione e non una sorta di assessorato ombra. • Cultura è anche occasione di occupazione, di creazione di micro imprenditorialità. Nella consapevolezza della ristrettezza delle risorse a disposizione occorre tuttavia allargare la possibilità di accedere ai finanziamenti anche a nuovi soggetti e nuove imprese. • Contrastare anche nel campo della cultura i privilegi derivanti da rendite di posizione, per promuovere un sano e positivo dinamismo competitivo. • Propongo la realizzazione di un Piano Strategico di Sviluppo per le attività e le istituzioni culturali della città.

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