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WE –EEN W izard of the E nvironment: the E nterprise E urope N etwork

WE –EEN W izard of the E nvironment: the E nterprise E urope N etwork. Meeting the waste management companies Padova, 27 novembre 2012. Eurosportello del Veneto Via delle Industrie 19/C Venezia. La responsabilità delle Società per i reati in materia ambientale

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Presentation Transcript


  1. WE –EEN Wizard of the Environment: the Enterprise Europe Network Meeting the waste management companies Padova, 27 novembre 2012 Eurosportello del Veneto Via delle Industrie 19/C Venezia

  2. La responsabilità delle Società per i reati in materia ambientale Padova, 27 novembre 2012 Camillo Franco, Sogesca

  3. Come gestire gli aspetti tecnici per evitare la commissione dei reati presupposto in materia di tutela dell'ambienteContenuti dell’intervento • Analisi delle attività aziendali potenzialmente connesse alla commissione dei reati di cui al D.Lgs. 121 del 7 luglio 2011 • Principali soluzioni organizzative aziendali • Relazioni con la norma UNI EN ISO 14001:04 • Ruolo e attività dell’OdV

  4. Reati in materia scarichi inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte III, art.137) • 1. Chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata …. • 2. Quando le condotte descritte al comma 1 riguardano gli scarichi di acque reflue industriali contenenti le sostanze pericolose (…). • 3. Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al comma 5, effettui uno scarico di acque reflue industriali contenenti le sostanze pericolose (…) senza osservare le prescrizioni dell'autorizzazione, o le altre prescrizioni dell'autorità competente … • 5. Chiunque, in relazione alle sostanze indicate nella tabella … dell’Allegato … alla Parte III del presente decreto, nell’effettuazione di uno scarico di acque reflue industriali, superi i valori limite fissati (…). • 11. Chiunque non osservi i divieti di scarico previsti dagli articoli 103 e 104 (scarichi sul suolo o nel sottosuolo) è punito con l'arresto sino a tre anni. • 13. Si applica sempre la pena dell'arresto da due mesi a due anni se lo scarico nelle acque del mare da parte di navi od aeromobili contiene sostanze o materiali per i quali è imposto il divieto assoluto di versamento (…)

  5. Reati in materia scarichi: attività preventive da parte dell’azienda • Essere sicuri di conoscere tutti gli scarichi • Gestire attività nuove o modificate che possono generare o modificare scarichi • Conoscere le caratteristiche degli scarichi ed i rischi collegati • Conoscere le prescrizioni delle autorizzazioni ed avere predisposto affinché siano costantemente applicate • Dotarsi di sistemi di controllo dei processi, dei processi depurativi e degli scarichi finali tali da controllare i valori di scarico • Prevenire scarichi nel suolo o nel sottosuolo

  6. Reati in materia di gestione rifiuti non autorizzata inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte IV, art.256) • 1. Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione (…) • 3. Chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata (…). • 5. Chiunque, in violazione del divieto di cui all'articolo 187, effettua attività non consentite di miscelazione di rifiuti (…). • 6. Chiunque effettua il deposito temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sanitari pericolosi (…)

  7. Reati in materia di gestione rifiuti non autorizzata: attività preventive da parte dell’azienda • Essere sicuri di avere determinato correttamente la natura (di “rifiuto” o meno) dei materiali e dei beni commercializzati/ scambiati con altri soggetti (es.: “sottoprodotti”), trasportati, ecc. • Essere sicuri di avere correttamente classificato tutti i rifiuti e di avere organizzato i depositi temporanei per tipologie omogenee, senza miscelazioni non consentite

  8. Reati in materia di bonifica dei siti inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte IV, art.257) • 1. Chiunque cagiona l'inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle concentrazioni soglia di rischio è punito (…) se non provvede alla bonifica in conformità al progetto approvato dall'autorità competente (…). In caso di mancata effettuazione della comunicazione di cui all'articolo 242, il trasgressore è punito (…). • 2. Si applica la pena (…) se l'inquinamento è provocato da sostanze pericolose.

  9. Reati in materia di bonifica dei siti: attività preventive da parte dell’azienda • Disporre di competenze, procedure, prassi lavorative, impianti ed attrezzature atte a prevenire l’inquinamento • Essere in grado di gestire le procedure di identificazione dell’inquinamento e di comunicazione previste dall’articolo 242

  10. Reati in materia di registri e formulari rifiuti inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte IV, art.258) • Si applica la pena di cui all'articolo 483 del codice penale a chi, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, fornisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di un certificato falso durante il trasporto.

  11. Reati in materia di registri e formulari rifiuti: attività preventive da parte dell’azienda • Disporre di competenze, procedure, prassi atte a prevenire l’uso di falsi certificati (es.: raccolta e predisposizione dei campioni, relazioni con i laboratori incaricati)

  12. Reati in materia di “SISTRI” inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte IV, art. 260bis) • 6. Si applica la pena di cui all’articolo 483 c.p. a colui che, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, utilizzato nell’ambito del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti fornisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a chi inserisce un certificato falso nei dati da fornire ai fini della tracciabilità dei rifiuti. • 7. (Il trasportatore che omette di accompagnare il trasporto dei rifiuti con la copia cartacea della scheda SISTRI - AREA MOVIMENTAZIONE e, ove necessario sulla base della normativa vigente, con la copia del certificato analitico che identifica le caratteristiche dei rifiuti è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 euro a 9.300 euro) . Si applica la pena di cui all’art. 483 del codice penale in caso di trasporto di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si applica anche a colui che, durante il trasporto fa uso di un certificato di analisi di rifiuti contenente false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti trasportati. • 8. Il trasportatore che accompagna il trasporto di rifiuti con una copia cartacea della scheda SISTRI - AREA Movimentazione fraudolentemente alterata è punito con la pena prevista dal combinato disposto degli articoli 477 e 482 del codice penale. La pena è aumentata fino ad un terzo nel caso di rifiuti pericolosi.

  13. Reati in materia di “SISTRI”: attività preventive da parte dell’azienda • Implementare competenze, responsabilità, procedure per assicurare che la documentazione di accompagnamento al trasporto sia sempre completa e corretta

  14. Reati in materia di di emissioni in atmosfera inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte IV, art.279) • 2. Chi, nell'esercizio di uno stabilimento, viola i valori limite di emissione o le prescrizioni stabiliti dall'autorizzazione, dagli Allegati I, II, III o V alla parte quinta del presente decreto, dai piani e dai programmi o dalla normativa di cui all'articolo 271 o le prescrizioni altrimenti imposte dall'autorità competente ai sensi del presente titolo (…) … • 5. (…) se il superamento dei valori limite di emissione determina anche il superamento dei valori limite di qualità dell'aria previsti dalla vigente normativa.

  15. Reati in materia di emissioni in atmosfera: attività preventive da parte dell’azienda • Essere sicuri di conoscere tutte le emissioni • Gestire attività nuove o modificate che possono generare o modificare le emissioni • Conoscere le caratteristiche delle emissioni e dei processi che le generano • Dotarsi di sistemi di controllo dei processi, dei processi depurativi e delle emissioni finali tali da controllare i valori di emissione

  16. Reati in materia di traffico illecito di rifiuti (all’interno della UE) inseriti nel campo di applicazione del Dlgs 231/2001 (Dlgs 152/06, parte IV, art.258) • 1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico illecito ai sensi dell'articolo 2 del regolamento (CEE) 1° febbraio 1993, n. 259, o effettua una spedizione di rifiuti elencati nell'Allegato II del citato regolamento in violazione dell'articolo 1, comma 3, lettere a), b), e) e d), del regolamento stesso è punito (…)

  17. Reati in materia di di traffico illecito di rifiuti (all’interno della UE): attività preventive da parte dell’azienda • Classificare correttamente tutti i materiali trasportati • Conoscere e applicare correttamente le procedure previste dal regolamento.

  18. Principali soluzioni organizzative aziendaliCriteri generali di prevenzionePianificazione delle attività • Predisporre procedure per definire modalità operative per specifici processi “sensibili”. Esempio: • Gestione rifiuti: identificazione, classificazione, raccolta nei reparti, trasporto al deposito temporaneo, gestione del deposito temporaneo, avvio allo smaltimento.

  19. Principali soluzioni organizzative aziendaliCriteri generali di prevenzioneAssegnazione delle responsabilità • Identificare, documentare, comunicare appropriate responsabilità e assicurarsi che siano comprese, accettate e assunte. Esempio: • Modifiche di processo: quali responsabilità assegnare per assicurare che si tenga adeguatamente conto delle modifiche al fine di garantire il rispetto di tutti i vincoli legali (es.: limiti) e autorizzativi?

  20. Principali soluzioni organizzative aziendaliCriteri generali di prevenzioneControlli incrociati • Affidamenti di lavori e/o servizi ambientali. Esempio: • Per l’affidamento dei servizi di trasporto e smaltimento rifiuti o di analisi di laboratorio, identificare una responsabilità doppia per evitare che interessi privati incidano sulle scelte.

  21. Principali soluzioni organizzative aziendaliCriteri generali di prevenzioneControlli di processo • Pianificare e attivare controlli di processo e alle emissioni. Esempi: • Per prevenire scarichi fuori limite in un depuratore chimico-fisico: monitoraggio scarico e scarichi parziali, controlli pH, taratura strumenti, controlli su prodotti chimici. • Per prevenire emissioni fuori limite da filtri a maniche: monitoraggio e manutenzione delle maniche.

  22. Relazioni tra modello organizzativo e SGA (ISO 14001:04) Art. 6, comma 1, lettera a) l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi L’approvazione dei documenti dei SGA non comporta necessariamente la stessa assunzione di responsabilità / volontà da parte dell’Organo Dirigente. La “attuazione” può essere dimostrata anche attraverso il “riesame della Direzione”. (4.1, 4.2, 4.6)

  23. Relazioni tra modello organizzativo e SGA (ISO 14001:04) Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (art.6 comma 2 a)) – (Mappatura delle attività potenzialmente connesse ai reati) • 4.3.1 - ASPETTI AMBIENTALI • L’Organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attiva una o più procedure per: • identificare gli aspetti ambientali delle proprie attività/prodotti/servizi che, all’interno del campo di applicazione definito per il SGA, l’Organizzazione può tenere sotto controllo e quelli su cui può esercitare un’influenza, tenendo conto degli sviluppi nuovi o pianificati o di attività/prodotti/servizi nuovi o modificati; • determinare quegli aspetti che hanno o possono avere impatti significativi sull’ambiente (aspetti ambientali significativi). • L’Organizzazione deve documentare e tenere aggiornate queste informazioni, assicurando che gli Aspetti Ambientali Significativi siano tenuti in considerazione nello stabilire, attuare e mantenere attivo il proprio SGA.

  24. Relazioni tra modello organizzativo e SGA (ISO 14001:04) Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (art.6 comma 2 a)) – (Mappatura delle attività potenzialmente connesse ai reati) 4.3.2 – PRESCRIZIONI LEGALI L’organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attiva una o più procedure per: a) Identificare e avere accesso alle prescrizioni legali applicabili e alle altre prescrizioni che l’organizzazione sottoscrive che riguardano i propri aspetti ambientali; b) Determinare come tali prescrizioni si applicano ai propri aspetti ambientali. L’Organizzazione deve assicurare che tali prescrizioni siano tenute in considerazione nello stabilire, attuare e mantenere attivo il proprio SGA.

  25. Relazioni tra modello organizzativo e SGA Il modello prevede, in relazione alla natura e alla dimensione dell'organizzazione nonché al tipo di attività svolta, misure idonee a garantire lo svolgimento dell'attività nel rispetto della legge e a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. (art.7 comma 3) Controllo operativo – 4.4.6 L’Organizzazione deve identificare e pianificare le operazioni che sono associate agli aspetti ambientali significativi identificati, in conformità alla propria politica ambientale, ai propri obiettivi e ai propri traguardi, al fine di assicurare che siano condotte nelle condizioni specificate: a) stabilendo, attuando e mantenendo attive una o più procedure documentate per tenere sotto controllo situazioni in cui la loro assenza potrebbe portare a difformità rispetto alla politica ambientale, agli obiettivi e ai traguardi; b) elaborando i criteri operativi nelle procedure; c) stabilendo, attuando e mantenendo attive le procedure concernenti gli aspetti ambientali significativi identificati, comunicando ai fornitori le procedure e i requisiti ad essi applicabili. 25

  26. Relazioni tra modello organizzativo e SGA prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire (art.6 comma 2 b)) 4.4.2 - Competenza, formazione e consapevolezzaL’organizzazione deve assicurare che qualsiasi persona che esegua, per l’organizzazione stessa o per conto di essa, compiti che possono causare uno o più impatti ambientali significativi identificati dall'organizzazione, abbia acquisito la competenza necessaria mediante appropriata istruzione, formazione o esperienza e deve conservarne le relative registrazioni. L’organizzazione deve identificare le necessità formative in relazione ai propri aspetti ambientali ed al proprio sistema di gestione ambientale. Essa deve provvedere alla formazione o intraprendere altre azioni per soddisfare tali necessità e deve conservarne le relative registrazioni. L’organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure affinché le persone che lavorano per l’organizzazione, o per conto di essa, siano consapevoli: a) dell’importanza della conformità alla politica ambientale, alle procedure e ai requisiti del sistema di gestione ambientale b) degli aspetti ambientali significativi e dei relativi impatti ambientali, reali o potenziali, associati al proprio lavoro e dei benefici per l’ambiente dovuti al miglioramento delle proprie prestazioni individuali c) dei propri ruoli e delle proprie responsabilità nell’ottenimento della conformità ai requisiti del sistema di gestione ambientale d) delle conseguenze potenziali di scostamenti rispetto alle procedure specificate.

  27. Relazioni tra modello organizzativo e SGA • Art. 6, comma 1, lettera b) e d) • il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento e' stato affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo • non vi e' stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo di cui alla lettera b) E’ possibile valutare l’opportunità di coordinare l’operato dell’OdV con le attività di auditing. (4.5.5)

  28. Relazioni tra modello organizzativo e SGA (ISO 14001:04) L'efficace attuazione del modello richiede una verifica periodica e l'eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività (art.7 comma 4, lettera a) Sono possibili integrazioni con quanto richiesto dai punti 4.5.1 “monitoraggio e misurazioni”, 4.5.3 “Non conformità, azioni correttive e azioni preventive “ e 4.5.5 “audit interno” della norma ISO 14001:04. Il “riesame” del modello potrebbe essere ricondotto nell’ambito del “riesame della Direzione” (§ 4.6). 28

  29. Relazioni tra modello organizzativo e SGA (ISO 14001:04) Art. 6, comma 2, lettera d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli La gestione dei “flussi informativi” potrebbe essere ricondotta nell’ambito delle procedure di comunicazione interna (4.4.3)

  30. Relazioni tra modello organizzativo e SGA (ISO 14001:04) Art. 6, comma 1, lettera c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione Le procedure del SGA devono essere progettate in modo da assicurare (in modo dimostrabile) informazione, competenza, consapevolezza, responsabilità; ove opportuno devono essere attuati controlli incrociati. (4.4.1, 4.4.2, 4.4.3, 4.4.5,, 4.4.6)

  31. Non sono elementi previsti dalla norma UNI EN ISO 14001:04 • Nomina e operato dell’OdV • Codice etico • Sistema sanzionatorio • Art.6 comma 2, lettera c) (individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati) 31

  32. Organismo di Vigilanza Funzioni e compiti operativi • E’ un Organismo interno formalmente nominato dall’Organo Amministrativo al quale riporta • Può essere composto da una o più persone • Vigila sull’osservanza del Modello • Verifica l’efficacia ed effettiva capacità del Modello di prevenire la commissione dei reati • Fornisce indicazioni per l’aggiornamento del modello

  33. Organismo di Vigilanza • Opera nell’interesse dell’azienda, ovvero della proprietà, dei soci, dei dipendenti, dei fornitori. • Predispone piani attività e relazioni periodiche, condivise dall’Organo Amministrativo, documentati e archiviati. • Predispone verbali e rapporti che documentano l’oggetto e gli esiti delle proprie attività e verifiche. • Interagisce e coopera con altri soggetti interni ed esterni (es.: auditor) per ottimizzare l’efficacia delle verifiche.

  34. Organismo di Vigilanza Relazioni con le altre strutture aziendali • L’OdV si coordina e si interfaccia sistematicamente con le varie Direzioni/Funzioni aziendali per: • la verifica periodica della mappa delle aree a rischio • l’esecuzione di verifiche nelle aree a rischio per volte all’accertamento del corretto funzionamento delle procedure e prescrizioni del Modello • la promozione della conoscenza e la diffusione del Modello (formazione) • monitorare l’adeguatezza del sistema sanzionatorio • la raccolta, l’elaborazione e la conservazione delle informazioni rilevanti per accertare il rispetto del Modello • favorire l’efficacia del modello (e dei processi aziendali)

  35. Organismo di Vigilanza • Dovrebbe predisporre documenti di controllo delle azioni attivate o da attivare da parte dell’OdV stesso e dagli altri soggetti aziendali • Dovrebbe documentare e archiviare tutto (sempre)

  36. Grazie dell’attenzione!Camillo Franco, Sogesca 36

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