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Docente: Alessandro Mongili

SOCIOLOGIA CORSO DI LAUREA IN AMMINISTRAZIONE, GOVERNO E SVILUPPO LOCALE Facoltà di Scienze Politiche. I testi che seguono corrispondono a quelli dei lucidi proiettati a lezione, in ordine cronologico. In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint .

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Presentation Transcript


  1. SOCIOLOGIACORSO DI LAUREA IN AMMINISTRAZIONE, GOVERNO E SVILUPPO LOCALEFacoltà di Scienze Politiche • I testi che seguono corrispondono a quelli dei lucidi proiettati a lezione, in ordine cronologico. • In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint. • Si tratta di un materiale che vi indica i punti-chiave del nostro programma.

  2. Docente: Alessandro Mongili Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali Studio n° 18, I piano mongili@unica.it N° di telefono 0706753675 Orario di ricevimento: giovedì dalle 12.00 alle 14.00

  3. SOCIOLOGIA: 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE I Modulo Pier Paolo Giglioli (a cura di), Invito allo studio della società, Bologna, Il Mulino 2005. IN SIGLA: PPG Teresa Grande ed Ercole Giap Parini (a cura di), Studiare la società. Questioni, concetti, teorie, Roma, Carocci 2007. IN SIGLA: TGEP • Parte. Introduzione alla sociologia • La società e le istituzioni primarie (TGEP 17-39). • Corpo, sesso, età (PPG, 13-35). • Modernità, razionalizzazione, memoria (TGEP 41-63, eccetto le pp. 56-59). • Potere, inclusione ed esclusione (PPG 131-150 e 37-43 e 45-59). • Lavoro, occupazione e stratificazione sociale (TGEP 109-129). • La città. Folla, movimenti, comportamenti collettivi (PPG, 159-178 – esclusi i paragrafi 8. e 9. – e TGEP 173-193). • Comunicazione e media (PPG 185-209). • Consumi e stili di vita (TGEP 195-214).

  4. SOCIOLOGIA: 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE II modulo • Herbert Blumer, La metodologia dell'interazionismo simbolico, Roma, Armando Armando 2006, IN SIGLA: BLU. • Howard Saul Becker, Outsiders. Saggi di sociologia della devianza, EGA, Torino 1987 (esclusa Appendice). IN SIGLA: BECK • II Parte. La sociologia come disciplina scientifica • L’oggetto specifico della sociologia come scienza (BLU 37-68)‏ • III Parte. La sociologia interazionista della devianza. • (BECK 21-204)‏ •   Definizioni di devianza. •  L’approccio interazionista allo studio della devianza. •   Etichetta, carriera deviante. •  Consumo di sostanze stupefacenti e carriera deviante • Devianza e controllo sociale. • Cultura di un gruppo deviante e concetto sociologico di cultura. • Le norme e la loro applicazione. • Gli imprenditori morali e la creazione delle norme

  5. SOCIOLOGIA: 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE L’esame: L’ESAME IN DUE VOLTE: Solo chi frequenta le lezioni frontali e chi si iscrive alle esercitazioni può sostenere l’esame in due volte. La prima, nella sessione di novembre 2007, consisterà in una prova scritta sul primo modulo; la seconda, SOLO nella sessione di gennaio-febbraio 2008 (ENTRAMBI GLI APPELLI), consisterà in una prova orale sul II modulo.

  6. SOCIOLOGIA: 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE L’esame: L’ESAME IN UNA SOLA VOLTA: TUTTI potranno sostenere, a partire dalla sessione invernale d’esami (gennaio-febbraio) 2008, l’esame scritto su tutto il programma.

  7. SOCIOLOGIA: 9 CREDITI, 60 ORE DI TUTORAGGIO Tutore: dott. Matteo Valdès Le date dell’esercitazione sono, in base al gruppo di appartenenza: venerdì gruppo A 10.00-12.00 e 14.00-16.00, aula 10c (ex-Istituto dei Ciechi, Via Nicolodi). Nei giorni di esercitazione il dottor Valdès riceverà gli studenti in Aula tutor (stesso edificio), dalle 12.30 alle 13.30. matteo.valdes@virgilio.it

  8. Sociologia una disciplina che studia la vita sociale degli individui, dei gruppi e delle intere società.

  9. Il mondo in questione Fornisce rappresentazioni verificabili dei fenomeni sociali La sociologia: si oppone al senso comune Contribuisce, a sua volta, alla formazione del senso comune.

  10. Fare cose assieme • La sociologia studia i fenomeni che prendono forma in base alla collaborazione e alla cooperazione degli individui: i processi sociali, le azioni sociali, i modelli di comportamento, le convenzioni sociali, le norme, i valori... • I fenomeni sociali non sono statici, ma mutano continuamente e producono effetti come le individualità, le leggi, le mode, i criteri di gusto, gli ordini di priorità. • Mentre la società è un'astrazione del pensiero, i sistemi situati di interazione hanno realtà empirica

  11. La società e la sociologia • Intendiamo per società: quell'insieme di relazioni che danno forma a linguaggi, forme stabili di aspettative reciproche, repertori condivisi di narrative che hanno una relativa stabilità di fronte alla interazione continua fra individui. • La sociologia è una disciplina che – all'interno dei quadri scientifici – sviluppa una conoscenza verificabile della vita sociale. Essa è parte di un movimento sociale tipico dell'Occidente vòlto a mettere in questione il senso comune ed a fornire rappresentazioni fondate della società umana.

  12. La “modernità” • La sociologia sorge assieme ai grandi rivolgimenti che caratterizzano la nascita della società industriale. • Questo tipo di società viene presto concettualizzato come radicalmente nuovo e dotato di caratteri nuovi e diversi rispetto a tutte le società precedenti. • Si afferma un modello dicotomico (oggi in crisi), che distingue la società moderna dalle società premoderne, o tradizionali, e una visione della storia come “progresso”, “sviluppo” o “evoluzione”.

  13. Émile Durkheim e il fatto sociale • Durkheim (1858-1917) individua fenomeni (fatti sociali) che non sono spiegabili in base alle volontà individuali, ma solo in base ad altri fatti sociali (norme, rappresentazioni collettive, condizioni sociali): essi sono l'oggetto della sociologia. • I fatti sociali sono cose che danno forma alle nostre vite. La società, insieme di fatti sociali, è una realtà sui generis, e come tale va studiata.

  14. Émile Durkheim: società semplici e complesse • Non tutte le società sono uguali: quelle in cui la divisione del lavoro è elevata e i ruoli sociali diversificati ha una densità morale incomparabile, cioè non ha più un fondamento comune in termini di valori, norme, compiti e mansioni individuali. • Le società complesse sono meno integrate e meno regolate di quelle semplici, e gli individui hanno di fronte norme contraddittorie, sovrabbondanti o assenti: il risultato è l'anomia e la devianza. • Tuttavia, entrambi i tipi di società poggiano su un principio di coesione, che però non è lo stesso.

  15. Émile Durkheim: solidarietà meccanica • Nelle società semplici, gli individui sono simili per ruolo ma la divisione del lavoro è scarsa e gli scambi economici limitati. Tutti potrebbero sopravvivere del proprio. Le città sono poche e piccole. La famiglia e il gruppo d'appartenenza immediata domina. • Il legame (la solidarietà) si fonda sull'appartenenza e sulla condivisione di un sistema culturale e religioso. Le norme sono sacralizzate e immutabili. • La solidarietà è definita meccanica in quanto le società semplici stanno in piedi per giustapposizione di elementi fra di loro autonomi e autosufficienti.

  16. Émile Durkheim: solidarietà organica • Nelle società complesse, gli individui hanno ruoli molto differenziati, la divisione del lavoro e gli scambi economici sono molto sviluppati. Sono società urbane. La famiglia e il gruppo d'appartenenza perde rilevanza. • Il lavoro e la sopravvivenza di ognuno è impensabile senza un legame stabile con chi ha lavori diversi. Le individualità non sono più assorbite da sistemi culturali uniformi, ma differenziate. • La solidarietà è definita organica in quanto le società complesse di fondano sulla divisione del lavoro e funzionano come un organismo.

  17. Tipi di relazioni prevalenti: comunità e società • Ferdinand Tönnies (1855-1920) concettualizza i due tipi di relazioni prevalenti nei due tipi di società. • Comunità si riferisce a relazioni fondate sull'affettività, sull'appartenenza: nelle società moderne sono marginali. • Società sono relazioni che si fondano sullo scambio e l'interesse, interstiziali, in cui si entra in relazione con gli altri per porzioni della propria individualità. Esse costituiscono l'ordito della società moderna.

  18. Intrico formale e adattamento reciproco • Georg Simmel (1858-1918) è il primo sociologo a vedere la società come insieme caotico di relazioni di tipo diverso e di cerchie sociali eterogenee. • Fra di esse, relazioni e cerchie sociali eterogenee vivono in un costante adattamento reciproco dagli esiti più eterogenei. • Dall'intrico caotico di relazioni eterogenee emergono forme stabili che vengono incorporate e date per scontate (istituzionalizzate): sono le forme di sociazione, che però subiscono torsioni continue e mutano continuamente (“tragicità” della vita sociale)‏

  19. Il sogno di una società dotata di senso • Per molta sociologia e molto a lungo le istituzioni sociali non sono state viste come forme di sociazione emerse dal fluire caotico delle relazioni eterogenee ma come fatti che hanno una funzione in quanto rispondono a bisogni sociali stabili. • Il legame fra i fatti sociali e la vita quotidiana è qui riferito alla formazione delle individualità nei processi educativi e di socializzazione, e alla cogenza normativa. • Questo tipo di sociologia si ispira alle modellizzazioni astratte delle scienze naturali.

  20. Il sogno di una società dotata di senso: lo schema AGIL • Talcott Parsons (1902-1979) indicava nella struttura sociale l'esistenza di alcune funzioni cui ogni società risponderebbe con lo sviluppo di istituzioni sociali. • Tali funzioni (imperativi funzionali) sono: • ADAPTATION: strutture economiche • GOALS ATTAINMENT: strutture politiche • INTEGRATION: strutture giuridiche, religione • LATENCY: strutture culturali e della socializzazione. Tale approccio è chiamato struttural-funzionalismo.

  21. Un caso concreto: la famiglia • L'evoluzione della famiglia come istituzione sociale non può essere spiegata in funzione della sua risposta alla latency, ma in base alla sua storia molteplice ed estremamente varia. • Quello che chiamiamo famiglia corrisponde a forme molto diverse di convivenze. Peter Laslett, nel 1972, identificò i tipi seguenti, in base alla “residenza”: 1. Persone sole; 2. Famiglie senza struttura; 3. Famiglie semplici o nucleari; 4. Complesse-multiple; 5. Complesse-estese. • La famiglia non è l'unico tipo di convivenza.

  22. Un caso concreto: la famiglia

  23. La famiglia: un gruppo primario • La famiglia, al di là della “funzione” che svolgerebbe in ogni tipo di società, è un gruppo primario, al cui interno i membri non hanno un ruolo specifico ben descritto, ma un ruolo diffuso, al cui interno dominano relazioni di tipo “comunità”. • Cooley li caratterizza come un’associazione intima, priva di scopi ben determinati se non la propria riproduzione e il proprio mantenimento.

  24. La socializzazione primaria • I nuovi arrivati (in genere i bambini) sono introdotti nel gruppo primario e invogliati, attraverso il gioco, l’imitazione, l’osmosi, le punizioni, a fare propri i tratti che caratterizzano i comportamenti di ogni tipo dei familiari adulti. • È il processo attraverso cui si forgia il proprio Sé nei tratti più generali (lingua, posture, preferenze di gusto, valori, priorità)‏

  25. I gruppi secondari e la socializzazione secondaria • Il loro sviluppo caratterizza la modernità. • Hanno scopo e interessi comuni. • Al loro interno dominano ruoli specifici, che corrispondono a mansioni ben descritte. • I neofiti sono educati (in set dominati dalla razionalità) ad assumere ruoli specifici attraverso percorsi formativi standardizzati. • Organizzazioni, associazioni, imprese, scuole

  26. Sociologia del corpo umano • Il corpo è socialmente “organizzato” in forme diverse nelle varie culture. • Nella nostra cultura, il corpo è separato dal cosmo, è individuale e inviolabile, ed è oggetto della ragione, è separato da sé. • La percezione del corpo (p. es. del dolore) è mediata da quadri culturali diversi. • Socializzazione ai quadri interpretativi o cornici, che noi percepiamo come “naturali”.

  27. Cornici naturali e sociali • Cornici “naturali” sono quadri interpretativi che attribuiscono a ragioni naturali gli eventi (es.: un omicidio alla “follia”). • Le cornici “sociali” attribuiscono gli eventi in relazione a finalità o volontà degli attori. • Le nostre attribuzioni ai due tipi di cornici hanno più rilevanza che la “verità”.

  28. Cornici naturali: il discorso medico • Dal XIX il discorso medico è diventato un repertorio legittimo per definire le identità personali. • In particolar modo, ha regolato la percezione del sesso. • Al suo interno ha avuto due fasi: il genitalismo e la svolta endocrinologica. • La trasformazione chirurgica dell’identità sessuale viene riconosciuta su base “psicologica” e non più (solo) genitale. • I trans sfidano l’idea tradizionale di sesso biologico ma rafforzano la percezione della partizione in due soli sessi come “naturale”.

  29. Cornici naturali orizzontali: il discorso sul genere • La “normalità” dell’identità eterosessuale e polarizzata (matrice eterosessuale) è potentissima. • La pressione ad “essere” maschi o femmine è fortissima sin da bambini, per assumere un significato di normalità come persone. • Il fondamento di questa “cornice” differenziante è il dominio maschile e la sua legittimazione. • Segregazione femminile, pubblico/privato e femminilizzazione dei lavori minori. • Solo 20% dei maschi delle giovani coppie collabora ai lavori domestici (2002)‏

  30. Cornici naturali verticali: il discorso sull’età • Si considera “normale” che i giovani siano dinamici, allegri, forti, ed i vecchi conservatori, antiquati ecc. • Non esiste un legame diretto, poiché le generazioni hanno una storia e vivono esperienze che segnano la loro cultura • Se alcune generazioni sono culturalmente più compatte, altre sono molto frammentate. • In alcuni casi appartenere a una generazione ha però effetti più importanti che appartenere a una classe sociale (effetti di generazione).

  31. Il problema del corso della vita • Non tutte le culture rappresentano il corso della vita in modo simile, con effetti importanti sulle concezioni del Sé e delle classi d’età. • L’Europa medievale non cocepiva l’infanzia, e trattava i bambini come “piccoli adulti”. • Più tardi, e sino agli ultimi decenni, la cultura occidentale differenziava i bambini, gli adulti e gli anziani. • Recentemente, l’adolescenza come ingresso nell’età adulta ha assunto proporzioni bulimiche. • Il passaggio all’età adulta si è individualizzato.

  32. Malattia e morte • A partire dalla fine del XIX sec. il discorso medico vede la malattia non più come essenza patologica degli individui ma come insieme di sintomi localizzati • La stessa morte viene trattata come malattia e trattata negli ospedali: la solitudine del morente. • La morte è occultata e nascosta allo stesso morente (La morte di Ivàn Il’ič di Lev Tolstòj). • Il corpo umano è un campo di battaglia biologico ma anche culturale e morale, oltre che delle identità e delle strategie di distinzione e di appartenenza degli individui. • In questo, è simile alla moda.

  33. Ancòra su “modernità” e “tradizione” • “Processo globale e accelerato che negli ultimi quattro secoli tocca l'economia, la politica, il diritto, la società, la cultura, la tecnoscienza, la vita quotidiana e le identità di genere”. • La società moderna legittima l'innovazione, mentre la tradizione la ostacola. • Tuttavia, “ogni tradizione è cambiata avantieri”, anche se lentamente. • L'innovazione è sempre presente.

  34. Esempio: dal Condaghe di Santa Maria di Bonarcado (XII-XIII secc.)‏ • (2-4) Poseruntimi a mimi et a ipsos a postu k'eo benne cun sa carta mia. Benni ego assu postu et ipsos non bennerunt. (2-6) Et osca poserunt atteru postu a dominica de palma. Benni ego et ipsos non bennerunt. (Petrus priore de Bonarcatu). • Sardo XXI sec.: Ant impostu a mimi e a issus chi deu bèngia cun su documentu miu a s'udienzia. Deu seu bènniu a s'udienzia e issus no funti benius. E pois ant impostu un'atra udienzia a domìniga de prama. Deu seu bènniu e issus no funti benius.

  35. Violenza e civilizzazione • Norbert Elias (1936-1990) studia le dimensioni oggettive/soggettive della modernità. • Nel feudalesimo conflitti permanenti, legittimità e esaltazione della violenza fisica (cavalleria). • Monopolio statale della violenza legittima e pacificazione della vita sociale: corpi specialistici che usano legittimamente la violenza. • Livello psicogenetico e sviluppo del self-control: repressione della violenza anche nelle persone. • Incivilimento e buone maniere: il “super-Io”.

  36. Tradizione/modernità:un'opposizione ambigua • Nella sociologia contemporanea i caratteri che i Classici attribuivano a società tradizionali e moderne (solidarietà meccanica/organica, Comunità e famiglia/Società e scambio di mercato) vengono viste come due facce diverse ma compresenti del legame sociale. • Le identità etniche o i rapporti familiari non solo permangono, ma si intrecciano con altri elementi sociali in intrichi diversi, che possono anche rigenerarli in forme nuove (rinascite religiose/etniche, nuovi tipi di famiglia, ecc.).

  37. Il contributo di Karl Marx (1818-1883) • Marx considera criticamente lo sviluppo della modernità. • Suo apporto fondamentale › porre lo studio delle condizioni materiali al centro dell'analisi. • “Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza”. • Dalla base materiale della società (struttura) dipendono ideologie, fenomeni culturali, politici, giuridici, ecc.

  38. Il modo di produzione • Nella storia vi sono stati tipi diversi di strutture sociali, corrispondenti al altrettanti modi di produzione. • Insieme storicamente determinato di forze produttive (tecnologie, materie prime, modelli organizzativi) e dei rapporti di produzione (relazioni prodotte dai rapporti giuridici di proprietà e dalla divisione del lavoro). • La storia è caratterizzata dal succedersi di diversi modi di produzione, ognuno dominante in una data epoca e luogo.

  39. I quattro principali modi di produzione • Asiatico: lo Stato organizza e domina la produzione, assenza di moneta: Antico Egitto, “dispotismo orientale”, Cina. • Schiavistico: bene posseduto: schiavi; classi possidenti: patrizi; moneta; Antichità classica. • Feudale: bene posseduto: terra; classi: nobili e servi; poca moneta; Europa medievale. • Capitalistico: bene posseduto: imprese; classi: borghesi, proletari; moneta; Società moderne. Le contraddizioni fra forze produttive e rapporti di produzione conducono alle rivoluzioni.

  40. Modernità, razionalizzazione e razionalità strumentale • Max Weber (pronuncia: Véber, 1864-1920), distingue fra razionalità come forma di calcolabilità delle azioni sociali e razionalizzazione come processo tipico della modernità. • La razionalità si distingue come r. rispetto al valore, ovvero calcolo razionale dei fini e degli strumenti necessari per perseguirli, ma legate a un valore che si vuole attuare in pratica, e rispetto a uno scopo (razionalità strumentale), ovvero calcolo razionale dei fini, dei mezzi e, soprattutto, delle conseguenze dell'azione.

  41. Il processo di razionalizzazione e la gabbia d'acciaio • Processo di razionalizzazione: estensione a ogni ambito vitale della razionalità strumentale • La tecnoscienza è il veicolo principale del processo: al suo interno però non è completamente razionale. • Credenza metafisica nella ragione e disincanto del mondo. • Lato notturno: la gabbia d'acciaio. • Carattere totalitario dell'Illuminismo, esclusione dell'Altro e barbarie della modernità

  42. La memoria e la storia come costruzione sociale • “La storia è sempre storia contemporanea” Benedetto Croce • Maurice Halbwachs (1877-1945) e la memoria collettiva: i racconti sul passato (anche biografici) si modificano in base a punti di riferimento che condividiamo con il loro pubblico (luoghi, età, “punti”), ed a riferimenti più complessi (linguaggi, cronotopi): sono i quadri sociali della memoria. • Il passato è una qualità del presente, al cui interno esso vive come memoria ri-costruita.

  43. La memoria come pratica sociale performativa • Il passato viene ricompreso nel presente come pratica sociale in forme diverse. • La memoria si esteriorizza e si deposita in oggetti, in foto, in registrazioni e in archivi digitali (memorie artificiali) ma anche in rappresentazioni elaborate del passato (istituzioni culturali, artefatti urbani, cerimonie)‏ • Ricordare “salva il passato” e lo mette in discussione (responsabilità e elaborazione collettive). Condiziona le identità collettive. • Il passato: posta in gioco del presente.

  44. Potere su qualcuno o potere di fare? • Distribuzione asimmetrica del potere: qualsiasi possibilità di far valere, entro una relazione sociale la propria volontà, quale che ne sia la base (M. Weber). • Produzione simmetrica del potere: capacità umana di... agire di concerto (Hannah Arendt). • Il potere corrisponde a un'energia collettiva, fa capo a reti o gruppi, è incorporato in relazioni e oggetti, è performativo. • Il potere si istituzionalizza in meccanismi invisibili e agisce nei mondi empirici anche in forme poco visibili e evidenti.

  45. Tipi di potere, basi diverse di potere • Le basi del potere possono essere diverse, ma secondo Weber sono tre le risorse che sono alla base di condizionamenti di potere stabili e sistematici. • Possesso di beni economici: chi ha la stessa posizione sul mercato del lavoro e delle ricchezze fa parte della stessa classe. • Possesso di risorse culturali: chi ha lo stesso prestigio sociale e condivide lo stesso stile di vita fa parte dello stesso ceto. • Possesso di strumenti coercitivi:chi si associa per usare la forza legittima per imporre decisioni/interessi fa parte dello stesso partito

  46. Classi, ceti e partiti: alcune considerazioni • È difficile convertire il potere acquisito in base al possesso di una risorsa in altri tipi di potere (nascita/ricchezza/potere). • I ceti sono i più restii a riconoscere potere e ricchezza come fonte di prestigio. • I ceti condividono un onore di ceto basato su una subcultura comune che viene attribuita ai talenti individuali piuttosto che alla socializzazione primaria. • Tipico: il disprezzo per la musica e l'arte “commerciali” e lo status della reputazione rispetto al successo nei mercati artistici.

  47. Forme di potere • Costrizione fisica: costosa e inefficace. • Coercizione (minaccia di sanzioni): pone di fronte l'alternativa di pagare dei prezzi alla mancata ubbidienza. Sanzioni anche positive • Manipolazione e persuasione occulta: mascherare le apparenze, alterare le priorità, presentare informazioni parziali. • Autorità legittima: è il potere esercitato perché riconosciuto legittimo da chi ubbidisce.

  48. Forme di potere • Weber ha distinto il potere (Macht) dal dominio (Herrschaft) basato sull'autorità legittima, oggetto di studio scientifico. • Il dominio è riconosciuto valido dai subordinati, e la relazione è normativa e giustificata (legittima): si fonda sul diritto a comandare di chi detiene l'autorità e sul dovere di ubbidienza del subordinato. • Weber ha costruito un tipo ideale composto da tre tipi di domini legittimi, cui corrispondono altrettante forme organizzative del dominio.

  49. Tipi di dominio legittimo e tre tipi di apparati di dominio • Dominio carismatico: principio di legittimità è il carattere straordinario (sacro, eroico...) attribuito a chi detiene il potere (Condottiero, duce, profeta...). Il suo apparato è costituito dai discepoli o seguaci relazioni: cameratismo/comunismo • Dominio tradizionale. Legittimità: sacralità della tradizione. Apparato: patrimoniale e familistico o feudale e contrattuale. • Dominio legale-razionale. Legittimità: sistema razionale di norme. Apparato: burocrazie stipendiate moderne.

  50. IL MODELLO ANALITICO E LA REALTA' OPACA • Weber ha analizzato tutti i dati disponibili sul potere, poi ha interpretato e caratterizzato alcuni tipi astratti di dominio: nella realtà, i fenomeni presentano prevalenze di un tipo compresente con altri tipi. • Il principio di legittimità costituisce un continuo pericolo per ogni tipo di dominio. • Ogni dominio può trascendere in forme degradate: istituzionalizzazione del carisma, tirannia e populismo/neopatrimonialismo frequenti.

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