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tour virtuale del vittoriale

E' un tour virtuale come se si dovesse partire per una gita con le classi del mio Istituto Folgore da San Gimignano San Gimignano (Siena)

lacinese
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tour virtuale del vittoriale

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Presentation Transcript


  1. IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI Partenza ore 4:00 da scuola...arrivate magari 10 minuti prima, mi raccomando... Prof.ssa Signorini facciamo l’appello? Chi manca? Qualcuno non si è svegliato? Ecco arrivata la prof. Docci che sarà la nostra guida oggi ed è anche puntuale...da non credere...e bella pimpante a quest'ora! “Ragazzi vi distribuisco intanto la guida del Vittoriale, dategli un'occhiata in viaggio perchè oggi sarà una giornata unica!” “Allora ci siamo tuttiiii!”

  2. Ecco è arrivato il pulman...piano a salire in fondooooooo...salutiamo Giorgio l'autista facciamo l'appello e partiamoooooooooo...! Fermata ore 8:00 per colazione...andate al bagno, lavatevi le mani perché fra 15 minuti si riparte...

  3. Arrivo PREVISTO ore 9:30 perciò non consumate tutta la batteria, perché se torniamo prima, poi non potete chiamare casa!!!! E non bevete bevande gassose che poi andate al bagno di continuo... Ragazzi eccoci arrivati siamo nel parcheggio; scendiamo piano prendete lo zaino e andate dietro alla prof.ssa Signorini per i biglietti.

  4. Ora tutti dietro a me perché stiamo per entrare in un luogo magico...unico al mondo IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI. Vediamo mentre aspettiamo, la guida sopra e questo video per capire dove siamo e cosa vedremo. https://youtu.be/wJtyC1uQFBs

  5. ecco cio' che visiteremo... e ora e' arrivato il momento...entriamo Ingresso L’ingresso del Vittoriale, disegnato dall’architetto Gian Carlo Maroni, presenta un portale a due arcate con una nicchia al centro che ospita una piccola fontana e la scritta dannunziana: “Dentro da questa cerchia triplice di mura, ove tradotto è già in pietre vive quel libro religioso ch’io pensai preposto ai riti della patria e dai vincitori latini chiamato il Vittoriale”. Al di sopra un elmo da fante, tra due cornucopie, protegge lo stemma del Principe di Montenevoso, titolo conferito a d’Annunzio nel 1924, quando Fiume fu annessa all’Italia. Un timpano con il celebre motto dannunziano “Io ho quel che ho donato” suggella l’entrata del Vittoriale e funge da monito ai visitatori.

  6. La biglietteria e L'INGRESSO. Piazzetta del Pilo del Piave Il Pilo del Piave, eretto a imitazione di quelli delle navi da guerra, sorregge la Vittoria del Piave, opera di Arrigo Minerbi e dono della città di Milano a Gabriele d’Annunzio nel maggio 1935. Poco lontano in una piazzetta che si affaccia sul teatro e sul lago il Comandante ha voluto anche il pilo del “Dare in brocca” (Centrare il bersaglio), a ricordo dell’impresa di Fiume, costituito da un fregio in marmo con tre frecce che colpiscono il centro del bersaglio e il pennone con la bandiera del Vittoriale, rossa e blu.

  7. Teatro all’aperto Il Teatro all’aperto è uno dei luoghi che il Poeta ha ardentemente voluto e progettato insieme a Maroni a partire dal 1931, quando l’architetto si recò a Pompei per studiare la struttura del Teatro Grande. I lavori di un’opera così maestosa si conclusero solo nel 1952 e né d’Annunzio né Maroni poterono vederlo terminato, neppure assistere agli spettacoli che da allora si tengono nei mesi estivi. Il teatro si affaccia sul lago, in una cornice naturale spettacolare e in un solo sguardo lo spettatore, oltre alla rappresentazione o al concerto, può contemplare l’isola di Garda, la Rocca di Manerba, il Monte Baldo e il promontorio catulliano di Sirmione. Dal 2010 allo spettacolo naturale si è aggiunto anche il Cavallo Blu di Mimmo Paladino.

  8. AUTOMOBILI A ricordo della passione di d’Annunzio per le automobili, perché ricordiamo che L’Automobile è femmina e simbolo per eccellenza della modernità, della velocità e del progresso, esiste un parcheggio con le sue auto d’epoca, unico ad averle in tutta Italia. Nelle sale del nuovo museo si possono ammirare dalle ampie vetrate i minimi dettagli della FIAT Tipo 4 con la quale il Comandante entrò a Fiume e da cui non si separò più, insieme all’Isotta Fraschini Tipo 8B, ultima automobile del Vate. Alle automobili del Comandante si aggiunge una Bentley RType del dopoguerra appartenuta a Vittorio De Sica e a corredo delle automobili sono esposti alcuni gli oggetti personali del Poeta come lo spolverino in cotone e lino, gli occhiali da automobile, il berretto in stoffa con la visiera trasparente, la cuffia da automobile, la tessera dell’Automobile Club de France, un trofeo e una medaglia di gara automobilistica, la tessera di circolazione rilasciata dal Touring Club d’Italia di un’automobile FIAT.

  9. Con il grande Tazio Nuvolari

  10. Arengo In un piccolo boschetto di magnolie sotto la Veranda dell’Apollino, d’Annunzio ha voluto l’Arengo, un luogo sacro e suggestivo, per le cerimonie commemorative delle sue imprese di guerra e di Fiume. Luogo sacro, dunque, dove venivano consumati riti e rituali. La simbologia, sempre cara al Poeta, è qui essenziale: tra le ventisette colonne, che rappresentano le vittorie italiane durante la Prima guerra, alcune sono sormontate da proiettili donati dal generale Armando Diaz, mentre un’altra contiene un’urna con la terra di Caporetto, luogo decisivo per la storia d’Italia. Fulcro dell’Arengo è il trono del Comandate, ornato da due sfingi, con accanto la Vittoria alata di Napoleone Martinuzzi e sui gradini la dicitura: “Non nisi grandia canto / Regimen hinc animi” (Non canto se non cose grandi / Da qui il governo dell’animo). Accanto al trono i sedili in pietra a forma circolare riservati ai fedeli fiumani e – di fronte – la colonna del Giuramento, coronata da un capitello romanico e circondata da torcieri e leggii in ferro, decorati durante le commemorazioni da fasci di alloro. Piazza dell’Esedra Dal teatro percorrendo un breve viale si raggiunge la piazza dell’Esedra, disegnata da Maroni a forma di semicerchio e circondata da doppie arcate sormontate da sei pennoni per altrettante bandiere. Di fronte, il cavalcavia che collega l’ala di Schifamondo – oggi Museo “D’Annunzio Eroe” – alle Torri degli Archivi. Al centro campeggia lo stemma nobiliare del Poeta di Principe di Montenevoso, insieme al motto “Immotus nec iners” (Fermo ma non inerte). Nella piazza a semicerchio si trova anche il Tempietto delle Memorie, un piccolo sacrario che ospitò le spoglie del Comandante fino al 1963, quando furono poi traslate nel Mausoleo. All’esterno sono stati murati i bassorilievi con le vedute di Spalato e Zara, eseguiti da Napoleone Martinuzzi, e le lapidi di Pola, Fiume e Pescara. Giardino delle Vittorie Dalla piazza dell’Esedra un piccolo viale conduce al cosiddetto Giardino delle Vittorie da cui si gode una magnifica vista del lago e del Pilo del Piave. Il giardino ospita una scultura di Ugo Riva (Tregua) e da non molto sono stati piantati nuovi cipressi – con tanto di nome – per sostituire quelli caduti negli anni.

  11. Ed ora entriamo nella casa dannunziana, non prima di farsi il segno della croce come per entrare in un luogo sacro. Ci sono infatti 50 acquasantiere di diversi tipi.

  12. Mussolini secondo voi da che parte lo fece accomodare? LA STANZA DEGLI SPECCHI O DEL MASCHERAIO

  13. Mussolini lo ha lasciato attendere davanti allo specchio per ben 8 ore prima di accoglierlo nelle sue stanze.

  14. LA SALA DEL MAPPAMONDO DOVE SONO COLLOCATI CIRCA 6000 LIBRI D'ARTE DEL CRITICO TEDESCO thode e 33000 libri del poesta collezionati in vita. Troviamo anche la maschera funeraria di Napoleone Bonapartee alcuni cimeli appartenuti al comandante durante l'esilio.

  15. LA STANZA DELLA ZAMBRACCA Qui il poesta sbrigava tutte le faccende della giornata e fu trovato morto il 1 marzo ore 20:05 del 1938. Negli armadi e cassetti c'è ancora la biancheria del Vate.

  16. LA STANZA DELLA LEDA CAMERA DA LETTO DEL POETA

  17. SULLA PORTA IL MOTTO GENIO ET VOLUPTATI AL GENIO E AL PIACERE E UNA PIASTRELLA PROVENIENTE DAL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA COL MOTTO PER UN DIXIR PER UN SOLO DESIDERIO.

  18. PASSIAMO ALLA MIA STANZA DEL CUORE. IL BAGNO BLU SUDDIVISO ALLA FRANCESE IN SALA DA TOILETTE E RITIRATA CI SONO 600 OGGETTI FRA IL BLU E IL VERDE COME NEL BAGNO DI CASA MIA. PASSIAMO ALL'ALTRA PARTE DELLA CASA LA STANZA DEL LEBBROSO. La mia seconda stanza del cuore. Chiamata anche ZAMBRA DEL MISELLO O CELLA DEI PURI E LUOGO DI MEDITAZIONE! MA C'è UNA COSA MOLTO PARTICOLARE...LA SAPETE VEDERE?

  19. VE LO DICO IO?

  20. La Prioria è l’ultima dimora di Gabriele d’Annunzio arredata e decorata seguendo il suo gusto di “tappezziere incomparabile”: “Tutto qui mostra le impronte del mio stile nel senso che io voglio dare al mio stile”. Da una semplice villa colonica, già appartenuta al critico d’arte tedesco Henry Thode, d’Annunzio creò una casa museo simbolo del suo “vivere inimitabile”. Nelle stanze della Prioria sono conservati circa 10.000 oggetti e 33.000 libri, che si abbinano a frasi enigmatiche e motti, leggibili su architravi e camini, in un gioco continuo di rimandi simbolici. L’atmosfera di sacralità che si respira all’interno è ampliata dalla scarsa illuminazione. Vetrate dipinte, finestre con pesanti tendaggi, luci soffuse nelle stanze, fanno della Prioria un luogo misterioso e suggestivo in cui il Poeta fotofobico poteva ben vivere. D’Annunzio pensò e realizzò la villa con grande minuzia di particolari creando stanze atte a vari momenti di vita: dalla stanza della Musica in cui amava ascoltare dietro pesanti tendaggi Luisa Bàccara, sua ultima amante, alla stanza del Lebbroso realizzata come sua ultima dimora, con il letto simbolico delle due età, alla sua Officina, lo studio dell’operaio della parola, come era solito definirsi.

  21. LA MIA STANZA PREFERITA LO SCRITTOIO DEL MONCO MA PERCHE' QUESTO NOME SE LUI AVEVA TUTTE E DUE LE BRACCIA E LE MANI? E' UN GENIO...SOLO UN GENIO POTEVA PENSARE A...

  22. L'OFFICINA LO STUDIO DI D'ANNUNZIO... NO RAGAZZI NON ENTRATE UN ATTIMO PERCHE' BATTETE LA TESTA! PERCHE' MI DOMANDATE PERCHE'------------???'HOC OPUS HIC LABOR EST L'UNICA STANZA DOVE ENTRA LUCE NATURALE . POI LA MIA STANZA PREFERITA LA SALA DELLA CHELI

  23. LA TARTARUGA SI CHIAMAVA CHELI DA KELYS IN GRECO TARTARUGA DONATA DALLA MARCHESA LUISA CASATI NEL 1924, UNA DONNA STRAVAGANTE ED ECCENTRICA CHE ANDAVA IN GIRO CON UN BOA ATTORNO AL COLLO COME COLLANA E AL GUINZAGLIO AVEVA GHEPARDI ADDOMESTICATI. CHELI ANDAVA A GIRO IDISTURBATA PER TUTTO IL GIARDINO DELLA PRIORIA UNA DELLE NUOVI AMANTI DI D'ANNUNZIO PERO' TALE MARIA ANTONIETTA AVANZO PILOTA E ALLEGRA PASTICCIONA NELLA VITA, ASSO DELLE AUTO DA CORSA, LE DIEDE TROPPE TUBEROSE IN GIARDINO E SCOPPIO'. CHE FECE ALLORA DANNU SENZA COLPO FERIRE? NON POTEVA ARRABBIARSI CON LA NUOVA AMANTE APPENA CONQUISTATA, MA AMAVA TANTO QUELLA SUA AMICA SIMBOLO DI LONGEVITA', STUZIA E SILENZIO.

  24. ACCANTO C'è UNA GRANDE VERDE CUCINA PER I DOMESTICI CON UNO DEI POCHI TELEFONI IN UN'ITALIA DOVE NE ERANO SOLO 100 E TUTTI PER LE PERSONALITA' POLITICHE. VI è PIACIUTO IL GIRO NELLA CASA? SECONDO VOI LE SORPRESE SONO FINITE QUI? INTANTO PASSIAMO PER IL MUSEO NUOVO E L'AUDITORIUM Auditorium L’auditorium con una platea per duecento persone, viene utilizzato per convegni, manifestazioni e spettacoli rispettando la volontà di d’Annunzio, e al suo interno si può assistere alla proiezione di un filmato che mostra gli interni della Prioria e del Museo d’Annunzio Eroe. Alla cupola d’Annunzio predispose la sospensione dell’aereo S.V.A. con il quale il 9 agosto 1918 volò su Vienna per lanciare i volantini con l’annuncio della vittoria italiana. Negli spazi dell’auditorium è possibile vedere anche due mostre fotografiche permanenti sulla vita di Gabriele d’Annunzio e sulla costruzione del Vittoriale, e una mostra di artisti contemporanei che a d’Annunzio si sono ispirati: fra questi Giorgio De Chirico e Mario Pompei.

  25. E adesso I giardini del vate

  26. LA NAVE PUGLIA

  27. Museo segreto

  28. Regia Nave Puglia La Regia Nave Puglia, dono dell’ammiraglio Thaon di Revel, fu incastonata per volere di d’Annunzio nel parco del Vittoriale con la prua rivolta verso l’Adriatico, a ricordo del suo capitano Tommaso Gulli, morto nelle acque di Spalato nel 1920. La nave giunse smontata a Gardone su venti vagoni ferroviari e in seguito fu rimontata nella collina dal tenente Fortunato Silla (ricordato in una piccola mostra a poppa) insieme all’architetto Maroni. Renato Brozzi, invece, realizzò la scultura in bronzo della Vittoria angolare, collocata sulla prua, sopra un fascio di frecce con il motto “Così ferisco”. Di recente la stiva, completamente restaurata, ospita il Museo di Bordo con diversi modelli di navi da guerra, appartenenti Anche il Comandante vi conservava cimeli di guerra, come le mitragliatrici e il cannone che faceva sparare in occasione di ricorrenze legate soprattutto alle imprese di guerra e di Fiume oppure a saluto degli ospiti.Mausoleo Nel Mausoleo riposa Gabriele d’Annunzio circondato dai suoi fedeli compagni, tra i quali anche l’architetto Gian Il progetto del Mausoleo, definito dopo la morte del Comandante, è concepito sul modello dei sepolcri a tumulo romani: tre gironi in pietra, dedicati alla Vittoria degli Umili, degli Artieri e degli Eroi, sorreggono le arche in marmo di Botticino, dono della città di Vicenza, che circondano quella del Comandante, posta al centro e sul punto più alto. Il Poeta non lo vide mai terminato, ma fu proprio lui a scegliere il colle più alto del Vittoriale, denominato Mastio o Colle santo, per la sua sepoltura, dove la salma venne traslata dal Tempietto delle Memorie nel 1963. Dal 2013, accanto a Gabriele e ai suoi compagni, ci sono i cani in ferro e cemento di Velasco Vitali. al duca Amedeo d’Aosta. Carlo Maroni. MUSEO Inaugurato nel 2010 nel grande spazio espositivo del sottoteatro, il museo D’Annunzio Segreto raccoglie quanto fino ad ora era rimasto sconosciuto al grande pubblico perché chiuso negli armadi e nei cassetti della Prioria: i vestiti del Vate, le scarpe e gli stivali, la biancheria, le vesti appositamente fatte confezionare da d’Annunzio per le sue donne, i collari dei cani, gli oggetti da scrivania, il vasellame da tavola, i gioielli. All’ingresso sei schermi trasmettono filmati d’epoca dell’Istituto Luce o dell’Archivio storico RAI.

  29. E PER CONCLUDERE IL NOSTRO GIRO Valletta dell’Acqua pazza Dalla Nave Puglia si può ammirare e soprattutto percorrere, attraverso un sentiero, la Valletta dell’Acqua pazza, una zona ricca di vegetazione spontanea, cascatelle, anfratti e tufi naturali. Secondo le indicazioni del Poeta, vengono moltiplicate le cadute d’acqua, i rivoli e le asperità rocciose e costruiti ponti e ponticelli, tra cui quello della Fortuna, un tempo decorato con corna di animali. Il rivo dell’Acqua pazza incontra, proprio sotto la prua della nave, il rivo gemello, quello dell’Acqua savia, e insieme convogliano nel Laghetto delle danze. Ponte delle Teste di ferro Quasi al termine della Valletta dell’Acqua pazza si giunge al ponte delle Teste di ferro, costruito in pietra bianca di Verona, con i parapetti a sedile. Sui pilastri sono stati collocati alcuni proiettili di obice, dono del maresciallo Armando Diaz. Villa Mirabella La Villa Mirabella (visitabile solo durante le mostre temporanee) era stata pensata da d’Annunzio come foresteria per ospiti e artisti. Fra gli ospiti che soggiornarono a lungo alla Mirabella vi furono Antonio Bruers, il bibliotecario che si occupò del riordino dei libri della Prioria, e la moglie di Gabriele, Maria Hardouin di Gallese. Maria mantenne sempre buoni rapporti con il marito e frequentava spesso il Vittoriale, trasferendosi definitivamente a Villa Mirabella dopo la morte del Comandante, nel 1938. Cimitero dei cani

  30. Nel progetto della sua dimora d’Annunzio volle anche un luogo dove potessero riposare per sempre i suoi amati cani – levrieri soprattutto – ai quali ha dedicato un componimento scritto nel 1935 che oggi si può leggere su una lapide recentemente collocata. Il cimitero dei cani si trova nel giardino della Prioria accanto al muro di cinta del Casseretto. Limonaia “Sul Garda solatio i limoni che conservano la forma del fiore suddivisi in cinque lobi si chiamano “diele” per allusione alle dita”, così d’Annunzio descrive la cosiddetta mano di Buddha, una particolare pianta di cedro che voleva sempre presente nella sua limonaia. Oggi la limonaia ospita, oltre alle piante con le mani di Buddha, anche il grande Obelisco di Arnaldo Pomodoro. Laghetto danzante Dalla Nave Puglia scorrono due fiumi, il rivo dell’acqua Pazza e il rivo dell’acqua Savia, che confluiscono nel laghetto delle danze realizzato a forma di violino, in ricordo di Gasparo da Salò inventore dello strumento. D’Annunzio, amante della musica, aveva voluto creare un luogo dove l’armonia che ne scaturisce e il rincorrersi delle acque dovevano suggerire i movimenti liberi per spettacoli di danzatrici. Il luogo in cui la naturalità selvaggia e sensuale si esprime con apparente spontaneità, venne forgiato dalla fantasia di d’Annunzio attraverso gli interventi dell’architetto Maroni. Il luogo chiuso per molto tempo è stato riaperto al pubblico nel marzo del 2013 in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita del poeta.

  31. CARI ALUNNI LA NOSTRA GITA SI CONCLUDE QUI E' L'ORA DI TORNARE A CASA ALMENO PER QUESTO ANNO IN MANIERA VIRTUALE, MA NIENTE ADESSO PER VOI LA LETTERATURA SARA' COME PRIMA. VUON VIAGGIO

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