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LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO

LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO. Decreto 9 aprile 2008 (legge 81/08). Dottor. Leonardi. Il decreto legge. Il Decreto legislativo del 9 aprile 2008 n. 81, riprende, aggiorna, modifica, chiarifica e amplia una legge del 1994 nota come decreto “626/94”. Le figure coinvolte. IL LAVORATORE

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LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO

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Presentation Transcript


  1. LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO Decreto 9 aprile 2008 (legge 81/08) Dottor. Leonardi

  2. Il decreto legge • Il Decreto legislativo del 9 aprile 2008 n. 81, riprende, aggiorna, modifica, chiarifica e amplia una legge del 1994 nota come decreto “626/94”

  3. Le figure coinvolte • IL LAVORATORE • IL DATORE DI LAVORO • PREPOSTO • RLS (Rappresentante Lavoratori per la Sicurezza) • RSPP (Responsabile addetto Servizio Prevenzione e Protezione) • MEDICO COMPETENTE

  4. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • PROTEZIONE TESTA • PROTEZIONE UDITO • OCCHI E VISO • PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE • MANI E BRACCIA • PIEDI E GAMBE • PELLE • TRONCO E ADDOME • INTERO CORPO • INDUMENTI DI PROTEZIONE Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi durante il lavoro.

  5. La attrezzature devono essere IDONEE alla salute e sicurezza, CONFORMI alle specifiche disposizioni legislative e ADEGUATE al lavoro da svolgere. USO ATTREZZATURE Per attrezzatura di lavoro si deve intendere qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro.

  6. Tra le principali lesioni sul luogo di lavoro ci sono quelle dorso-lombari. Imparare tecniche corrette di sollevamento e gestione dei pesi è fondamentale per ridurre i rischi di infortunio e incidenti. MOVIMENTAZIONE CARICHI Per movimentazione manuale dei carichi si devono intendere non solo le operazioni tipiche di trasporto e sostegno di un carico, ma anche quelle di spingere, trainare, sollevare, deporre, portare e spostare dei carichi.

  7. MOVIMENTAZIONE CARICHI Quali sono i movimenti più accurati?

  8. USO VIDEOTERMINALI La legge tutela i lavoratori che usano in modo abituale il videoterminale (art. 175) per almeno 20 ore settimanali; • Modalità e durata sono stabilite da CCNL; • In assenza di un CCNL è prevista una interruzione di 15 minuti ogni 2 ore di lavoro; • Sono previsti controlli medico.sanitari

  9. L’ERGONOMIA SUL LUOGO DI LAVORO Il vocabolo "ergonomia" deriva dalle parole greche "érgon" (lavoro) e "ńomos" (regola, legge). È stata usata per la prima volta da Wojciech Jastrzębowski in un giornale polacco nel 1857 (Karwowski, 1991). Il termine è stato ripreso nel 1949 da F.H. Murrel, che lo utilizzò per descrivere le linee guida nel design di prodotti, servizi o ambienti rispondenti alle necessità dell'utente. L'ergonomia, secondo la I.E.A. (International Ergonomics Association), è quella scienza che si occupa dell'interazione tra gli elementi di un sistema -umani e d'altro tipo- e la funzione per cui vengono progettati (nonché la teoria, i principi, i dati e le metodologie che vengono applicati nella progettazione di questi sistemi meglio definiti come “habitat”), allo scopo di migliorare da un lato la soddisfazione e il benessere dell'utente e dall’altro, ma in sinergia e consequenziale a questo primo obiettivo, migliorare la performance del sistema stesso (def. I.E.A.). In poche parole e in modo riduttivo potremmo dire che l’ergonomia è la disciplina che si occupa dello studio dell'interazione tra l’individuo e il suo habitat.

  10. L’ERGONOMIA SUL LUOGO DI LAVORO Gli esperti di ergonomia in Italia hanno solitamente una laurea di tipo ingegneristico, anche se può capitare che l’esperto sia laureato in psicologia clinica! A prescindere dall’interesse per uno specifico settore di competenza (benessere psichico, fisico, posturale, visivo, ecc.) l’approccio metodologico dell’esperto in ergonomia è sicuramente di tipo sistemico. Non esiste una laurea specifica, come detto, ma è possibile individuare e approfondire le conoscenze con master di primo e secondo livello che qualificheranno così il professionista. Al termine del percorso, e seguendo un iter burocratico specifico, è possibile associarsi alla SIE, Società Italiana di Ergonomia, fondata nel 1961, stesso anno di fondazione della International Ergonomics Society. Quali sbocchi lavorativi offre questa professione? L’esperto in ergonomia entra spesso negli uffici qualità o negli uffici che gestiscono la sicurezza all’interno dell’azienda oppure in società di consulenza che “certificano” le aziende clienti. Può essere anche un libero professionista, ma questa carriera viene intrapresa solitamente dopo molti anni di esperienza.

  11. ETICHETTE DI PERICOLO Le frasi sono: • (R) RISCHIO. Indica i pericoli che si incorrono se il prodotto viene utilizzato impropriamente. Si riferisce ad una caratteristica specifica del prodotto (esplosivo, corrosivo, ecc.) • (S) PRUDENZA. È un suggerimento, che se seguito correttamente, permette l’utilizzo di sostanze pericolose senza alcun danno per la salute o per l’ambiente di lavoro

  12. ETICHETTE DI PERICOLO Qui di seguito forniamo un elenco non esaustivo delle principali frasi di pericolo: RISCHIO PRUDENZA • S1 Conservare sotto chiave • S3 Conservare in luogo fresco • S14 Conservare lontano da… • S15 Tenere lontano dal calore • S25 Evitare il contatto con gli occhi • S30 Non versare acqua sul prodotto • S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato • R1 esplosivo allo stato secco • R5 pericolo esplosione per riscaldamento • R7 può provocare incendi • R17 spontaneamente infiammabile all’aria • R23 Tossico per inalazione • R27 Molto tossico a contatto con la pelle

  13. SIMBOLI DI PERICOLO QUESTO ELENCO NON È ESAUSTIVO

  14. SEGNALETICA DI PERICOLO PIÙ UTILIZZATA IN AZIENDA

  15. RISCHIO CHIMICO

  16. Panorama Legislativo • D.lgs.vo 81/2008 TITOLO IX art.224 Dalla valutazione del Rischio dovrebbe risultare un rischio BASSO per la SICUREZZA e IRRILEVANTE per la salute dei lavoratori

  17. Rischio Chimico: situazione di rischio derivante dalla presenza di agenti chimici • Agente chimico "ogni sostanza o preparato, considerato: • -      sia separatamente • -      sia in miscela, • -      sia nello stato in cui si presenta in natura, • -      sia quale impurezza di prodotti diversi, • -      sia quale prodotto finito di un'attività lavorativa, • -      sia quale suo intermedio, • indipendentemente dal fatto che tale agente sia stato prodotto volontariamente o che derivi da reazioni secondarie, siano esse volute o meno"

  18. Rischio chimico Sostanze : elementi chimici e loro composti allo stato naturale o ottenuti mediante qualsiasi procedimento di produzione, contenenti le impurezze derivanti dal procedimento impiegato ed eventualmente gli additivi necessari alla loro immissione sul mercato. Preparati: miscele o soluzioni costituite da due o più sostanze Possono essere Pericolosi in relazione alle modalità di utilizzo Intrinsecamente pericolosi

  19. RISCHIO CHIMICO Nascosto ogni agente chimico con il quale ci si trova ad interagire in genere con poca consapevolezza Difficile identificazione del rischio Evidente ogni agente chimico contenuto all'interno di un recipiente più o meno correttamente etichettato o utilizzato o prodotto Presenza di agenti chimici nell’ambiente di lavoro Accadimento accidentale (cedimento, perdita) SITUAZIONE DI EMERGENZA Normale presenza in ambiente (evaporazione, contatto) REALTA’ QUOTIDIANA

  20. RISHCIO CHIMICO • Pericoli derivanti dalle sostanze chimiche • sicurezza dell’individuo • salute (effetti acuti o cronici) – esposizione a lungo/breve termine • ambiente naturale • Vie di penetrazione possibili • contatto (pelle, mucose, ferite) • inalazione (naso, bocca, pori)

  21. RISCHIO CHIMICO Non pericolosi ma utilizzati in condizioni tali da poter costituire pericolo Non pericolosi (H2O potabile) SOSTANZE E PREPARATI Pericolosi ma non classificati dalle norme sulla classificazione dei prodotti chimici Pericolosi così come classificati dalle norme sulla classificazione dei prodotti chimici

  22. RISCHIO CHIMICO Criterio classificazione FUNZIONE meccanismi azione lesiva: • composti chimici in grado di dar luogo ad alterazioni della struttura anatomica o della funzionalità di organi e apparati (epatotossici, nefrotossici, neurotossici) • composti chimici in grado di modificare il patrimonio genetico delle cellule (mutageni, cancerogeni, teratogeni) • composti dotati di proprietà allergeniche • composti caustici, corrosivi, irritanti Pericolosità: caratteristica delle sostanze le cui proprietà chimiche, chimico-fisiche, tossicologiche, ecotossicologiche sono tali da conseguire ad esse una o più delle caratteristiche indicate in etichetta.

  23. RISCHIO CHIMICO INFIAMMABILITA’ F – F+ - F++ COMBURENTE (a contatto con sostanze provoca una reaz. esotermica) ESPLOSIVITA’ (esp.senza O2) SOSTANZE E PREPARATI ETICHETTATI PERICOLOSI IRRITANTE (possono produrre al contatto diretto prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose una reazione infiammatoria) TOSSICO E NOCIVO (possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche di differente entità ) CORROSIVO (azione lesiva a contatto con tessuti vivi)

  24. Simbolo associato al rischio per l’ambiente Pericoloso per l’ambiente

  25. Il rischio è determinato da: • LIVELLO E DURATA DELL’ESPOSIZIONE • DOSE ASSORBITA • CARATTERISTICHE DEI SOGGETTI ESPOSTI (sesso, età, presenza di patologie, ecc.)

  26. Tre livelli di intossicazione … - INTOSSICAZIONE ACUTA: esposizione di breve durata a forti concentrazioni con assorbimento rapido del tossico. Gli effetti sono immediati e si hanno entro le 24 ore. - INTOSSICAZIONE SUB-ACUTA: esposizioni per un periodo di più giorni o settimane prima che appaiano i primi effetti • INTOSSICAZIONE CRONICA: esposizioni frequenti e prolungate nel tempo. Gli effetti sono tardivi (fino anche a diverse decine di anni). L’intossicazione in questo caso si manifesta

  27. CURVA DOSE-EFFETTO • LA PROBABILITÀ DI EVENTI DANNOSI SULL'INDIVIDUO O LA FREQUENZA DI EVENTI DANNOSI SULLA POPOLAZIONE ESPOSTA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALLA DOSE INDIVIDUALE O RISPETTIVAMENTE ALLA DOSE MEDIA RICEVUTA PRO-CAPITE.

  28. CURVA DOSE-RISPOSTA • RELAZIONE TRA LA DOSE E LA PROPORZIONE DI INDIVIDUI IN UNA POPOLAZIONE CHE RISPONDONO CON UN EFFETTO, CLASSIFICATO A SECONDA CHE SUPERI O MENO UN VALORE SOGLIA PREDEFINITO

  29. TLV-TWA (THRESHOLD LIMIT VALUE) • E’ LA MASSIMA CONCENTRAZIONE MEDIA PONDERATA nel tempo AMMESSA NELL’ARIA PER UNA ESPOSIZIONE DI 8H/GIORNO PER 40 ore LAVORATIVE SETTIMANALI a cui quasi tutti i lavoratori possono essere esposti ripetutamente, giorno dopo giorno senza effetti negativi.

  30. TLV-STEL (SHORT TERM EXPOSURE LIMIT) • MASSIMA CONCENTRAZIONE MEDIA AMMESSA NELL’ARIA PER UN’ESPOSIZIONE DI 15’ PER QUATTRO ESPOSIZIONI/GIORNO DISTANZIATE DA 1 ORA. TALE LIMITE NON DEVE MAI ESSERE SUPERATO ANCHE SE LA MEDIA PONDERATA SU 8 ORE E’ ENTRO IL TLV.

  31. TLV -CELIN INDICA LA CONCENTRAZIONE CHE NON DEVE ESSERE SUPERATA DURANTE L’ESPOSIZIONE LAVORATIVA. Consiste generalmente nel campionamento di 15 minuti eccezion fatta per quelle sostanze che ingenerano effetti immediati.

  32. POSSIBILI EFFETTI SOLVENTE EFFETTI AMMINE ALIFATICHE ASMA-DERMATITI BENZENE CANCEROGENO – MIDOLLO OSSEO BENZINA RETTIFICATA CANCEROGENO ( SE BENZENE >0,1%) CLOROFORMIO LESIONI EPATICHE E RENALI DILUENETE NITRO CANCEROGENO (SE BENZENE > 0,1%) DIMETILFORMAMMIDE PROBABILE CANCEROGENO ESSENZA DI PETROLIO CANCEROGENO (SE BENZENE > 0,1%) ESSENZA DI TREMENTINA ECZEMA – LESIONI RENALI FORMALINA 40% (FORMALDEIDE) PROBABILE CANCEROGENO METILE CLORURO INDICAZIONI DI CANCEROGENITA’ TRICLOROETILENE (TRIELINA) EFFETTI IRREVERSEBILI

  33. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

  34. FILTRI (se l’OSSIGENO NELL’ARIA è > 17%) N.B. maggiore è il numero di filtri combinati minore è la capacità filtrante

  35. Il RISCHIO CHIMICO - Etichettatura

  36. Il RISCHIO CHIMICO – Scheda sicurezza • Scheda tecnica di sicurezza: raccolta di informazioni di carattere tecnico sulle proprietà del prodotto o del preparato. • 1.  Identificazione del preparato e della società produttrice • 2.  Composizione / Informazione sugli ingredienti • 3.  Identificazione dei pericoli • 4.  Misure di primo soccorso • 5.  Misure antincendio • 6.  Misure in caso di fuoriuscita accidentale • 7.  Manipolazione e stoccaggio • 8.  Controllo dell'esposizione / protezione individuale • 9.  Proprietà fisico chimiche • 10.  Stabilità e reattività • 11.   Informazioni tossicologiche • 12.   Informazioni ecologiche • 13.   Considerazioni sullo smaltimento • 14.  Informazioni sul trasporto • 15.   Informazioni sulla regolamentazione (frasi R ed S) • 16.   Altre informazioni

  37. Il RISCHIO CHIMICO – Criteri generali di sicurezza 1.  Divieto di travaso “ autogestito” 2.  Modalità di conservazione 3.  Criteri di Miscelazione 4.  Misure di primo soccorso in caso di contaminazione o spandimento 5.  Presenza delle schede di sicurezza 6. Identificazione dei flaconi 7.  Divieto di conservazione in frigorifero di sostanze e cibi o bevande 8.  Limitare lo stoccaggio nei locali di lavoro 9.  Smaltimento dei rifiuti 10.  Lettura della scheda di sicurezza 11. Utilizzo dei DPI

  38. RISCHIO ELETTRICO

  39. ARGOMENTI DELLA DISCUSSIONE • Concetti fondamentali sui fenomeni elettrici • Effetti della corrente elettrica sul corpo umano (microshock e macroshock) • Manutenzione e Protezione

  40. Cos’è l’elettricità? • La corrente elettrica è generata dal movimento vibratorio degli elettroni, il cui flusso di carica negativa percorre il conduttore in un certo ordine. Ogni fenomeno elettrico è caratterizzato dalla FORZA MOTRICE che lo produce (volt), dall‘INTENSITA’ (ampére), dalla sua FREQUENZA(hertz) e dalla RESISTENZA opposta dal conduttore che esercita una specie di attrito al movimento degli elettroni (ohm).

  41. Concetti Fondamentali – La LEGGE di OHM 1 La CORRENTE ELETTRICA (= movimento di elettroni) fluisce nei materiali ……. ………… in funzione della loro resistenza.

  42. Concetti Fondamentali – La LEGGE di OHM 2 R = tortuosità del percorso I = flusso di elettroni R è funzione del tipo di materiale V = densità del traffico V = R x I

  43. ISOLANTI Legno Carta Plastica Gomma Aria Acqua distillata Stoffa CONDUTTORI Ferro, rame e metalli in genere Fluidi corporei (sangue, urine...) Acqua non distillata MATERIALI

  44. Concetti Fondamentali – Materiali (R) 3 Conduttore Isolante

  45. Concetti Fondamentali – Tensione (V) 1 La TENSIONE è la forza necessaria agli elettroni per VINCERE la resistenza del materiale E potersi spostare attraverso di essa E ritornare successivamente a rifornirsi di energia dalla fonte da cui provengono

  46. Concetti Fondamentali – Tensione (V) 2

  47. Concetti Fondamentali – Tensione (V) 3 V = 230V V = 230V V = 230V R G G G I

  48. Effetti della corrente sul corpo umano La scarica elettrica sul corpo umano è detta ELETTROCUZIONE, può avvenire per • Contatto diretto • due elementi in tensione • un elemento in tensione e terra • Contatto indiretto • Macroshock • Microshock

  49. CONTATTO DIRETTO Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici scoperti) il corpo - umano  è  sottoposto  al  passaggio di corrente    elettrica. Quando    il    corpo   umano   è   in    collegamento   più  o  meno  diretto  con  il terreno,  per  esempio indossando scarpe non isolanti,  toccando  un solo contatto della presa o un solo filo scoperto o qualsiasi elemento in tensione si verifica lo stesso  fenomeno  sopra  specificato; in  tale  caso  la  corrente elettrica passa dall’elemento in tensione attraverso il corpo umano  a terra.

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