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RELAZIONE FINALE DELLA FUNZIONE STRUMENTALE AREA 3:

RELAZIONE FINALE DELLA FUNZIONE STRUMENTALE AREA 3:. COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ D’ INTEGRAZIONE SCOLASTICA INS. ROSARIA BIONDI. PREMESSA.

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RELAZIONE FINALE DELLA FUNZIONE STRUMENTALE AREA 3:

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  1. RELAZIONE FINALE DELLA FUNZIONE STRUMENTALE AREA 3: COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ D’ INTEGRAZIONE SCOLASTICA INS. ROSARIA BIONDI

  2. PREMESSA Durante l’anno scolastico appena concluso, nel mio ruolo di Funzione Strumentale area 3, ho cercato di svolgere i compiti connessi a questa funzione nel migliore dei modi, tenendo sempre presente quanto previsto dalla normativa vigente. Nell’ambito dei predetti obblighi di competenza della funzione strumentale Area 3, mi sono dedicata alle seguenti attività :

  3. COMPITI • Ho collaborato con il Dirigente Scolastico nell’organizzazione del servizio degli insegnanti di sostegno ; • Ho coordinato in generale i docenti nell’attuazione delle pratiche e delle procedure di analisi dei bisogni formativi dei singoli alunni e, successivamente, nella stesura  dei piani educativi personalizzati di ciascun alunno. • Per quanto riguarda il gruppo degli insegnanti di sostegno, al fine di consentire una maggiore integrazione e socializzazione degli alunni diversamente abili, è stato elaborato un progetto di integrazione, finalizzato ad attivare nella scuola, al di là del rigido gruppo classe, modi e momenti di aggregazione che si sono configurati come veri e propri laboratori in cui sono confluiti alunni con problemi di socializzazione, scolarizzazione, handicap di apprendimento e non. (Attività di Pet-therapy e Ippoterapia)

  4. Curare i rapporti con la U.S.L. n 3 Coordinare i gruppi H operativi iniziali e finali al fine di concordare ipotesi e strategie di intervento, redigere o aggiornare il profilo dinamico funzionale e verificare il piano educativo individualizzato di ciascun alunno Predisporre i materiali per la redazione delle documentazioni relative agli alunni diversamente abili Supportare i docenti e i genitori elle eventuali segnalazioni e/ o offrire loro consulenze inerenti a problematiche emergenti. Redigere l’intera documentazione da inviare all’U.S.P. per l’attribuzione dei posti di sostegno per l’anno 2011/2012

  5. Anche quest’anno il raccordo con il D.S. si è incentrato sul coordinamento con gli insegnanti di base e di sostegno, nel pieno rispetto delle norme e delle esigenze dell’alunno diversamente abile o in difficoltà. Si è cercato quindi di trovare sempre un’intesa che, tenuto conto degli aspetti burocratici, utilizzasse procedure e metodologie rispondenti ai principi della qualità e dell’efficacia. La mia funzione in questo ambito non è stata perciò di mediazione, quanto piuttosto di raccordo, nel tentativo di conciliare i tempi, le modalità tecniche per ricercare percorsi individualizzati per alunni con difficoltà. Là dove il caso lo richiedeva, ho creato, in accordo con il Dirigente Scolastico, uno sportello d’ascolto per i genitori con situazioni familiari molto delicate

  6. PROGETTO INTEGRAZIONEPET-THERAPY Il progetto si è posto come obiettivo principale il favorire la relazione tra i bambini con disabilità e problemi relazionali con gli animali: coniglio, Cane, Pappagallo, Cavallo Tale progetto si è inserito all’interno di una prospettiva più ampia che fa riferimento alla pettheraphy, che si basa sull’utilizzo del rapporto che alcuni soggetti instaurano con gli animali

  7. DESTINATARI N° 40 alunni diversamente abili ai quali si sono aggiunti n° 12 alunni delle varie sezioni e classi che sono stati coinvolti nel progetto evidenziando problematiche comportamentali varie N° 18 alunni diversamente abili scelti in base alla loro diagnosi funzionale per attività di Ippoterapia Complessivamente sono state svolte: 54 ore di attività di Pettherapy 120 ore di attività di Ippoterapia

  8. IL CONIGLIO… È stato il primo animale con cui sono venuti in contatto gli alunni coinvolti nel progetto …

  9. IL PAPPAGALLO

  10. IL CANE

  11. RISULTATI FINALI Durante gli incontri gli alunni sono stati veri protagonisti: hanno avuto un contatto fisico con l’animale riconoscendo e toccandone parti specifiche del corpo, hanno accarezzato l’animale secondo le indicazioni dell’operatore, in particolare hanno imparato a condurre il cane, a impartirgli semplici nozioni e ordini, a premiarne i risultati e anche a giocare in modo corretto con lo stesso rispettando i suoi tempi.

  12. IPPOTERAPIA Per quanto riguarda l’Ippoterapia, quest’ultima ha avuto una valenza riabilitativa ed un effetto terapeutico insostituibile! Il particolare rapporto che si instaura tra il soggetto ed il cavallo, è fondato su un linguaggio prettamente motorio, ricco di sensazioni piacevoli e rassicuranti, estremamente coinvolgenti sotto il profilo emotivo.

  13. L’esperienza … “in sella” Gli alunni durante una prima fase hanno mostrato una certa ansia ed un certo timore per la maestosità dell’animale. Ma dopo essere entrati in contatto con il cavallo e con l’ambiente, grazie all’opera degli esperti del Centro Ippico “Amici del Cavallo”, hanno iniziato una seconda fase in sella per apprendere gli elementi base dell’equitazione

  14. PRIMA FASE GLI ALUNNI ENTRANO IN CONTATTO CON L’ANIMALE

  15. SECONDA FASE Durante la fase “in sella” si sono manifestati evidenti segni di maggiore coinvolgimento e presa di coscienza che ha fatto sparire le ansie … La capacità di stare seduti e guidare il proprio cavallo con armoniosa sequenza e precisa coordinazione, ha suscitato gioia e soddisfazione negli alunni

  16. TERZA FASE PULITURA E STRIGLIATURA

  17. RISULTATI FINALI Nel complesso si ritiene che l’esperienza effettuata sia per l’attività di Pet – therapy sia per l’Ippoterapia in particolare, sia stata molto positiva poiché ogni bambino coinvolto ha preso maggiore consapevolezza di sé e di ciò che lo circonda, delle proprie possibilità di agire e reagire. E’ auspicabile che anche il prossimo anno scolastico, gli alunni possano ripetere la stessa bella esperienza!

  18. RICADUTA DIDATTICA la promozione del benessere della persona agendo sulla sfera motivazionale, emozionale, cognitiva, funzionale; • l’integrazione sociale e affettiva della persona, agendo sull’autostima; • una maggiore consapevolezza del proprio sé corporeo • una più adeguata coordinazione dinamico generale una conoscenza scientifica approfondita dell’animale

  19. I.C.“M. MONTESSORI”A.S.2010/2011 LE DIFFICOLTA’ ED I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO SCOLASTICO: QUALE PREVENZIONE E QUALE INTERVENTO IN   CLASSE. referenti: esperta esterna Rosaria Biondi D.ssa Paola Montoro Carmela Ferraro

  20. LE CMF ……… PERCHE’? Da tempo la ricerca dei prerequisiti specifici per l’acquisizione delle “normali competenze di lettura e scrittura” ha individuato nella consapevolezza fonemica una condizione necessaria per l’apprendimento anche se non è l’unica.

  21. CONSAPEVOLEZZA FONEMICA Per consapevolezza fonemica intendiamo la capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i fonemi che compongono le parole del linguaggio parlato e saper operare adeguate trasformazioni con gli stessi.

  22. LA RICERCA Tressoldi e Coll (1993) hanno trovato che la misura della consapevolezza fonemica all’inizio della scuola primaria è un INDICE PREDITTIVO delle difficoltà di apprendimento.

  23. LA RICERCA Secondo Tressoldi e Coll la misura della C.F. correla con: • correttezza della lettura • Rapidità mentre nell’ambito delle competenze: • Vocabolario variabili linguistiche • Competenza sintattica

  24. Secondo Iozzino, Campi e Polidori (2005) esiste una correlazione tra la misura della C.F. a 5 anni e la comprensione del testo nel corso del primo anno di scuola primaria dato che la comprensione del testo dipende fortemente dalla DECODIFICA cioè il bambino capisce solo se decodifica correttamente . I bambini che hanno elevate abilità metafonologiche operano la decodifica in modo automatico o semiautomatico. Sono in grado quindi di comprendere il testo.

  25. PREVENZIONE A SCUOLA Data l’importanza della C.F. misurata a 5 anni come INDICE di rischio dell’apprendimento della lettura e scrittura • Evidenziare quei bambini che non riescono a sviluppare sufficienti abilità metafonologiche training Evidenziare quei bambini che nonostante un training mirato non ne traggono beneficio trattamento riabilitativo alla fine dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia in modo da evitare disturbi secondari del comportamento e calo dell’autostima.

  26. INTERVENTI NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA Lavori fonologici (attività di percezione e discriminazione fonologica come l’esplorazione di tutto ciò che è possibile fare con la voce). Leggere (fiabe, racconti, libri ad alta voce aiuta a livello fonologico, per la strutturazione della frase). Fornire libri per fare ipotesi di lettura con le immagini. Costruire libri. Non anticipare l’aspetto tecnico della scrittura per l’acquisizione della letto-scrittura, per evitare che si instaurino meccanismi errati.

  27. INTERVENTI NELLA PRIMA CLASSE DELLA SCUOLA PRIMARIA Tenere sempre conto dei punti di partenza degli alunni. Fare apprezzamenti relativi al lavoro svolto per aumentarne l’autostima e la sicurezza. Proporre molti lavori fonologici. Lettura ad alta voce da parte dell’insegnante (per la motivazione). Procedere gradualmente con la scrittura Utilizzo dello stampato maiuscolo per maggior tempo possibile (tutto il I quadrimestre e parte del II). Evitare di presentare più caratteri contemporaneamente e passare al corsivo senza fretta. Manipolazione multimodale delle lettere (con materiale di recupero, con il corpo, costruire con i bambini l’alfabetiere). Organizzare un ambiente piacevole, motivante per la letto-scrittura.

  28. SINTESI DEI DATI: INFANZIA 80 BAMBINI screening delle C.F.M. 60% presentavano inizialmente difficoltà nelle C.M.F. esaminate: • sintesi sillabica • segmentazione sillabica • discriminazione coppie minime • riconoscimento della sillaba iniziale

  29. SINTESI DEI DATI: INFANZIA Durante l’anno: I docenti presa visione delle difficoltà emerse inizialmente hanno contribuito con il loro lavoro di allenamento a migliorare le competenze metafonologiche.

  30. Fra gli 80 bambini esaminati:12 sono stati identificati a rischio e avviati ad un corso di recupero pomeridiano per complessive 20 ore.

  31. SINTESI DEI DATI: INFANZIA Dal RETEST finale emergono i seguenti dati: • 5 bambini hanno totalmente recuperato le abilità metafonologiche • 4 bambini hanno recuperato in modo parziale • 1 bambino mostra, nonostante l’allenamento, grosse difficoltà e pertanto dovrebbero essere attuati specifici interventi • 2 bambini n.d.r.

  32. SINTESI DEI DATI: SCUOLA PRIMARIA Quattro classi di prima elementare sono state sottoposte inizialmente a un dettato ortografico. I bambini esaminati in totale sono stati 75. Dal RETEST finale emerge una percentuale di bambini in difficoltà pari al 25% che richiedono successivi interventi di potenziamento nei primi mesi del futuro hanno scolastico. Il restante 75 % non mostra alcuna specifica difficoltà grafica, ortografica e di lettura.

  33. RINGRAZIAMENTI Nello svolgimento della mia attività mi sono relazionata a molte persone; colgo perciò l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con me in questa area così delicata, in particolare il nostro Dirigente scolastico, Dott.ssa Lazzara e i suoi collaboratori responsabili della scuola materna, e elementare e media, i responsabili del settore H dei tre ordini di scuola, le altre F.S. e, infine, i collaboratori di segreteria, tutti sempre attenti alle esigenze che il mio servizio ha comportato.

  34. RINGRAZIAMO I COLLEGHI PER LA COLLABORAZIONE

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