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ANAMNESI FAMILIARE (Storia delle famiglie e loro descrizione) S: 17 anni

ATTIVITÀ DI TIROCINIO (Istituto Professionale “L. Einaudi” GROSSETO, LUGLIO 2009) – CORSO DI ABILITAZIONE AL SOSTEGNO SSIS (SIENA 2008/ 2009). ANAMNESI FAMILIARE (Storia delle famiglie e loro descrizione) S: 17 anni Figlio unico, orfano di padre (dal 1999)

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ANAMNESI FAMILIARE (Storia delle famiglie e loro descrizione) S: 17 anni

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Presentation Transcript


  1. ATTIVITÀ DI TIROCINIO (Istituto Professionale “L. Einaudi” GROSSETO, LUGLIO 2009) –CORSO DI ABILITAZIONE AL SOSTEGNO SSIS (SIENA 2008/ 2009) ANAMNESI FAMILIARE (Storia delle famiglie e loro descrizione) S: 17 anni Figlio unico, orfano di padre (dal 1999) Nucleo familiare costituito dal 1999: convivenza con la madre in piccola frazione rurale nella provincia di Grosseto

  2. MADRE DI S.: • mezza età • vedovadal1999 (pensione minima mensile  precarietà economica) • non lavoratrice • assenza di patente • soffre di un grave disturbo d’ansia diagnosticato in epoca pregressa (gli esperti ipotizzano possa esserci stata un’esperienza di abuso da parte del padre) assenza di sostegno psicologico del servizio ASL di competenza per rifiuto volontario  incapacità di autonomia (della madre non si hanno altre informazioni documentate relative alla sua infanzia e giovinezza)

  3. FAMIGLIA MATERNA (tipologia fortemente patriarcale): • padre (nonno di S.) • madre (nonna di S.) • sorella maggiore (zia di S.) • fratello intermedio (zio di S.) • fratello minore (zio di S.)

  4. PADRE (nonno di S.): • settantenne • vedovo • pensione di anzianità minima • proprietario di piccolo appartamento in Grosseto • leader del clan familiare  figura di “padre-padrone” • presunti abusi nei confronti dei figli e dei nipoti • aiuto economico elargito alla figlia e al nipote

  5. MADRE (nonna di S.): • deceduta molti anni fa • (assenza di ulteriori informazioni per mancanza di elementi presenti nella documentazione posseduta)

  6. SORELLA MAGGIORE (zia di S.): • (assenza di informazioni per interruzione totale di rapporti con la famiglia di origine)

  7. FRATELLO INTERMEDIO (zio di S.): • convivenza a Grosseto con il nuovo nucleo familiare (moglie e due figli maschi adolescenti 14 e 18 entrambi con diagnosi di ritardo cognitivo  presenza della figura dell’insegnante di sostegno)

  8. FRATELLO MINORE (zio di S.): • separato, ma nuovamente accompagnato • convivenza con il padre per ragioni economiche • assenza di figli

  9. PADRE DI S.: • elettricista • coniugato con la madre di S. dal 1988 • deceduto nel 1999, causa incidente automobilistico • in vita si occupava in prima persona del menage familiare (faccende domestiche, acquisti dei generi di prima necessità) • (del padre non si hanno ulteriori informazioni documentate relative al periodo infantile, adolescenziale nonché dell’età adulta)

  10. FAMIGLIA PATERNA • padre e madre (nonni di s.) • fratello (zio di s.)

  11. PADRE E MADRE (nonni paterni di S.): • (totale assenza di informazioni relative alle figure genitoriali paterne nella documentazione in nostro possesso)

  12. FRATELLO (zio di S.): • convivenza con il nuovo nucleo familiare (moglie e figlio maschio sedicenne) in una piccola frazione rurale della provincia grossetana • Agricoltore insieme alla moglie nella propria residenza • Ospita il nipote (S.) nella propria abitazione per breve periodo estivo

  13. SITUAZIONE COMPLESSIVADEL NUCLEO FAMILIARE DI S. • in carico al Tribunale di Grosseto e al tribunale dei minorenni a partire dalla morte del padre (1999)

  14. Cause: • A. DISAGIO ECONOMICO GRAVE • B. DEGRADAZIONE SOCIO- AMBIENTALE E CULTURALE (S. e la madre convivono in una piccola abitazione maleodorante e poco pulita) • C. PRESUNTA INCAPACITÀ COGNITIVA E PSICOSOCIALE DELLA MADRE (in base al colloquio con l’ assistente sociale, ma assenza di una documentazione ufficiale relativa alla questione) • D. PRESUNTO ABUSO DEL NONNO MATERNO (informazione assunta in via del tutto informale, non ci sono documentazioni ufficiali relative al tema. Causa: pregressa dichiarazione del nipote maggiore, inizialmente confermata da S., ma subito ritrattata e smentita dall’intero nucleo familiare materno)

  15. Interventi attivati: • FIGURA ASSISTETE SOCIALE (figura predisposta dai Servizi Sociali di competenza) A.A.D.B. (addetta all’assistenza di base) (fornisce alla madre una piccola quota mensile erogata dai Servizi Sociali per i generi di prima necessità e si occupa anche del servizio di trasporto sociale) EDUCATRICE DOMICILIARE (intervento bisettimanale predisposto dal Tribunale dei Minorenni per favorire la socializzazione e lo sviluppo e/o potenziamento dell’autonomia personale di S.)

  16. ANAMNESI PERSONALE CARATTERIZZAZIONE FISICA DI S.: • adolescente di bassa statura • Corporatura esile • Dimostra età inferiore alla reale età anagrafica

  17. TEMPERAMENTO: • riservato • tranquillo • disponibile • educato • solitario  trascorre la maggior parte del tempo in casa da solo con la madre (abitualmente gioca alla play-station o guarda la TV)

  18. DIAGNOSI FUNZIONALE: • ritardo mentale lieve da disagio familiare • (diagnosticato dal neuropsichiatra all’età di sei anni su segnalazione della maestra di scuola primaria, anno 1997)  patologia psichica causata da fattori di tipo ambientale piuttosto che organici  degrado dell’ambiente familiare dal punto di vista psicologico e culturale • assenza di stimoli

  19. DISAGIO MANIFESTATO • ritardo nell’acquisizione e nello sviluppo delle abilità sociali  emarginazione e svantaggio sociale  • ritardo nello sviluppo delle competenze cognitive  difficoltà di apprendimento lieve • rapporto affettivo esclusivo (di natura simbiotica) con la madre (da lei vissuto in forma compensativa)  difficoltà della madre di accompagnarlo nel processo di apprendimento e di potenziamento dell’autonomia personale con particolare attenzione alla capacità di autodeterminazione di un progetto di vita  perdita progressiva dell’autonomia già acquisita  (fase scuola primaria e secondaria di I grado) S. riceve aiuto da operatore ASL per svolgere compiti per casa, attività in cui ha perso autonomia

  20. 1. AREA AFFETTIVO- RELAZIONALE • S. ha progressivamente maturato difficoltà dal punto di vista relazionale e non ha acquisito autonomia sufficiente in ambito sociale  regressione sociale e affettivo - relazionale in ambito scolastico: fase della scuola primaria  integrazione positiva con il gruppo classe • fase adolescenziale (soprattutto ultimo anno della scuola secondaria di I grado):  progressivo isolamento  assunzione di comportamenti imitativi (“ruolo da gregario”)  atteggiamenti di imbarazzo  incapacità di prendere l’iniziativa (atteggiamento passivo)  incapacità di instaurare relazioni durature con i coetanei

  21. AREA DELL’AUTONOMIA PERSONALE • Attenzione insufficiente (anche a causa della negligenza materna) alla cura della propria persona (alimentazione, indumenti, igiene intima) • Perdita progressiva dell’autonomia e dell’orientamento spaziale negli spostamenti in città (S. ha memorizzato con facilità il tragitto scuola/casa, alla conclusione della scuola secondaria di I grado sa muoversi con sicurezza e in completa libertà con l’autobus. Poi perde questa autonomia per esplicita richiesta della madre  intervento del trasporto messo a disposizione dalla Cooperativa Sociale di competenza)

  22. 2. AREA COGNITIVA Sin dalla fase della scuola primaria S. presenta: • Difficoltà nell’uso degli strumenti di base: A. Attenzione discontinua B. Memoria insufficiente (difficoltà evidenziata con maggior frequenza dalla scuola secondaria di I° grado  ricorda le informazioni in modo insicuro e passivo; riporta concetti solo attraverso domande “pilota” ) C. Inadeguata rappresentazione mentale dello schema corporeo D. Incertezze nell’orientamento spazio- temporale (S. non localizza fatti e fenomeni relativi ai percorsi didattici; al contrario non ha difficoltà nella corretta localizzazione temporale degli accadimenti personali) acquisizione lenta di nuovi apprendimenti

  23. AREA PSICOLOGICA Sin dalla fase della scuola primaria e con peso crescente S. presenta: 1. Incapacità di acquisire fiducia nelle proprie abilità (interviene solo se spronato):  atteggiamento insicuro e passivo  paura di sbagliare (ha bisogno di atteggiamenti rassicuratori da parte della figura docente o comunque adulta e di una gratifica in conseguenza del raggiungimento di un esito didattico positivo) 2. Incapacità di esprimere ipotesi personali  scarsa motivazione durante la fase progettuale delle attività ludiche e didattiche

  24. AREA COMUNICATIVA Sin dalla fase della scuola primaria e con tendenza stazionaria S. evidenzia: 1. Accettabile capacità nella trasmissione dei bisogni 2. Difficoltà nell’espressione dei sentimenti o stati di animo personali (mimica facciale statica)

  25. AREA PRASSICO/ MOTORIA E SENSORIALE • ( funzionalità visiva, uditiva e tattile) nella norma

  26. 3. La madre favorisce le numerose assenze del figlio a scuola • ostacola il regolare svolgimento del suo percorso didattico formativo • rallenta tempi di assimilazione e di accomodamento delle nozioni apprese

  27. La madre impedisce al figlio di partecipare a nuove attività extrascolastiche • ostacola la socializzazione del figlio • impedisce il progressivo sviluppo dell’autonomia sociale, il potenziamento dell’autostima e dell’autoefficacia • alimenta le insicurezze del figlio

  28. INTERVENTI ATTIVATI IN AMBITO SCOLASTICO: S. riceve insegnante di sostegno (n. 104/92) • Scuola primaria: 6 ore settimanali • Scuola secondaria di I grado: 9 ore settimanali (programmazione differenziata) • Scuola secondaria di II grado: 7 ore (I anno di corso) (programmazione semplificata) • 5 ore (II anno di corso) (programmazione semplificata)

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