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La scuola si definisce in quanto organizzazione :

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Presentation Transcript


  1. CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO “IN PRESENZA”.Il Corso dal titolo : La scuola come corpo , tenta a valorizzare il lavoro di èquipe dei docenti e si pone come risultato finale il perseguimento dei seguenti obiettivi:Reperire strategie più efficaci per diffondere gli elementiidentificativi dell’Istituto, per incrementare il senso di appartenenza degli operatori della scuola;Valorizzare specifici momenti collegiali iniziali e intermedi per la riprogettazione e per un lavoro in comune. Il corso, tenuto dal Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Spataro , si è svolto presso la sede dell’Istituto Comprensivo “D. P. Spera” di Pomarico (Matera) dal 18/03 al 02/04/2009 per un totale di n. 10 ore. Giuseppe Spataro

  2. La scuola come corpoa) un luogo in cui un gruppo ampio e composito vive e interagisce avendo uno scopo comune;b) un luogo in cui il problem-solving si impone come evento quotidiano necessario e indispensabile. Giuseppe Spataro

  3. La scuola si definisce in quanto organizzazione : • un complesso di parti che interagiscono avendo sfondo e intenzionalità comuni, secondo le indicazioni e la guida della stessa organizzazione • l’organizzazione non coincide solo con le sue parti ma è la mente stessa del sistema • Così come un corpo è lo sfondo di tutti gli eventi psichici, l’organizzazione è lo sfondo in cui si compiacciono, si rispecchiano, si progettano e acquisiscono consistenza atteggiamenti ed azioni Giuseppe Spataro

  4. Organizzazione • Come elemento costitutivo del sistema e,quindi, come l’elemento che conferisce unità a quel corpo. • Corpo inteso come una quantità materiale, ma anche ad un corpo inteso come materiale organizzato da una mente. • Ciò ci porta a riconoscere e talvolta è difficile stabilire con certezza quali siano i confini del corpo e quali quella della mente! Giuseppe Spataro

  5. Il gruppo è assimilato ad un organismo vivente: • Il gruppo non è statico o immobile ma è vivo • nasce, • si sviluppa, • decresce, • si stanca, • si sfilaccia, • si riorganizza, • si divide, • può anche morire Giuseppe Spataro

  6. Ecco perché l’istituzione scolastica deve essere considerata, sia nei suoi aspetti strutturali che funzionali,esattamente come si studia l’anatomia e la fisiologia dei corpi viventi, se si vuole comprenderne il funzionamento e individuare i modi per preservarla in salute e farla funzionare al meglio. • Nel corpo come nel gruppo riscontriamo una struttura scheletrica e un sistema osseo: • rappresentato dalle figure istituzionali, • dalle disposizioni, • dalle regole, • dalle norme, • dalle leggi di riferimento. • Tutto ciò consentono di sostenerlo senza opprimerlo e di garantirgli stabilità,impedendo il disordine e la tendenza a rimettere continuamente in discussione o rifiutare le cose acquisite che hanno rivelato la propria utilità nel passato. Giuseppe Spataro

  7. Se il complesso dei ruoli e delle leggi costituiscono l’ossatura la carne è rappresentata dai sentimenti,ossia: dall’atmosfera che vi aleggia, dalla cultura, dal clima, dal tono che qualifica l’azione, dalla modalità con cui si intrattengono le relazioni, dal grado di coesione che appare all’esterno, dal senso di appartenenza che collega i membri tra di loro e che li fa identificare col gruppo. Chiarire il senso della propria struttura ha per la scuola un significato straordinario. Giuseppe Spataro

  8. Atmosfera e morale del gruppo: • Sono valori sostanziali: l’atmosfera richiama facilmente il carattere abituale della persona , mentre il morale può essere paragonato alla sensazione psicofisica generale -es. -sensazione di benessere, di malessere o di neutralità. • Il morale ed il clima del gruppo sono strettamente collegati tra di loro, non ci può essere un muro Giuseppe Spataro

  9. Nel gruppo deve prevalere:”Buona salute”: • Ossia il gruppo deve conservare la propria unità grazie a una stretta coesione interna, più che per pressioni esterne; • contenimento di frizioni, tensioni e tendenze separatiste tra i membri; • capacità del gruppo di adattarsi ai cambiamenti situazionali, attenuando o addirittura neutralizzando i propri conflitti interni ed equilibrando le relazioni interpersonali fra i membri; • sufficiente numero di rapporti di forte simpatia tra i membri del gruppo; • condivisione di aspirazioni e ideali; • atteggiamento positivo dei membri nei confronti del dirigente e dei responsabili di settori; Giuseppe Spataro

  10. NOI e non IO = • Sincero ed efficace desiderio di mantenere l’accordo, considerato come valore essenziale; • forte senso del “noi” Giuseppe Spataro

  11. La linfa vitale : comunicazione • Definita la struttura, identificata la consistenza fisica, resta da far circolare nel corpo la linfa vitale, il sangue (comunicazione) • Ciò deve attraversare il gruppo in tutte le sue parti, perché tutte le informazioni possano essere condivise • Perché ciò? - Chi conosce le informazioni e non le condivide si pone in posizione di superiorità e chi non le conosce si trova in condizione di svantaggio. • La Comunicazione è l’essenza stessa dell’interazione. Giuseppe Spataro

  12. Reti e Modalità di Comunicazione Relativamenteall’efficienza vi sono due criteri alternativi : la produttività e la soddisfazione. La produttività ha a che fare con criteri esterni quali:quantità, qualità, economia e velocità del prodotto del singolo come del gruppo. La soddisfazione è un criterio interno al singolo e al gruppo, che indica l’essere soddisfatti di sé, del gruppo e degli altri membri, quindi il piacere di trovarsi nel gruppo e il desiderio di rimanervi. Ossia l’importanza della comunicazione come fattore che promuove l’azione. Giuseppe Spataro

  13. Senso di partecipazione dei membri al gruppo Il termine membri, applicato spontaneamente agli appartenenti del gruppo, richiama alla mente l’immagine di un corpo, di cui sono parti interdipendenti e nello stesso tempo mobili. Essi sono la forza stessa del gruppo, sono i nodi operativi ricchi di quella potenzialità che promuovono il gruppo, a patto che “sentano” di appartenere ad un corpo unico e di muoversi in sintonia con i suoi principi e le sue determinazioni, secondo la ricchezza di stimoli e di proposizioni consentiti dalla mente. Vedere la scuola,quindi, come corpo implica la necessità dell’adattamento all’ambiente in accordo con una sua concezione di tipo evolutivo. Giuseppe Spataro

  14. La coerenza come struttura interattiva. • Si individua nella coerenza il senso della compattezza del singolo individuo come di una organizzazione. • Coerenza è sinonimo di congruenza e designa l’assenza di contraddittorietà all’interno di un sistema con la conseguente compatibilità delle parti che lo compongono. • La coerenza è un traguardo che si conquista con un ragguardevole impegno e che si aggiorna continuamente, non essendo possibile fissarla una volta per tutte. • Si fonda su convinzioni e opinioni, atteggiamenti e abilità di comprensione che sovente corrono il rischio di intrecciarsi a pregiudizi, preconcetti, presunzioni. • La coerenza funzionale dialoga con la cultura individuale e collettiva, • si confronta con le conoscenze possedute e indotte, • Si aggiorna con le esperienze e le accomoda nell’impianto delle mappe cognitive, affettive e procedurali possedute • Evolve da un lato salvaguardando l’integrità del sistema e dall’altro dotandolo di nuove potenzialità di sviluppo. Giuseppe Spataro

  15. La Coerenza come carattere. • La coerenza si afferma come un carattere che amalgama,dà sostegno e consente di evolvere giusto quanto più si è consapevoli delle proprie caratteristiche, giacchè attraversa come una trama tutto l’assetto individuale e istituzionale. • Ciò si può realizzare solo in quanto tutte le componenti che operano all’interno dell’istituzione si riconoscono come corpo unico. • Una delle maggiori disfunzioni che la scuola può vivere, infatti, è l’incoerenza, ossia la mancanza di coesione tra le varie parti che la compongono e, peggio, la contraddittorietà che può caratterizzarle e che rendono difficoltosa la focalizzazione di un orientamento comune. Giuseppe Spataro

  16. Così come il singolo individuo deve essere aperto al cambiamento, flettendo la propria coerenza all’arricchimento che proviene dall’esperienza, dal confronto e dalla cultura, anche l’istituzione deve guardare a se stessa come ad un organismo che, coerentemente organizzato e motivato, si modifica continuamente e tende al cambiamento. • Si cresce se si è consapevoli della coerenza che sostiene le diverse parti e del loro impatto con la realtà estremamente diversificata ed in continuo mutamento. Giuseppe Spataro

  17. La scuola ha una costruzione sistemica, che necessariamente dobbiamo assimilare alla struttura di un sistema vivente, se vogliamo comprenderla meglio, perché ad agire nella scuola sono persone che incontrano persone e che producono attraverso la relazione. • Per il fatto stesso di essere un sistema strutturato da persone, l’organizzazione impegna e consuma energia per autoalimentarsi e per trasformarsi, essendo queste le caratteristiche portanti. • Una riflessione importante che tocca fare è sul fatto che la scuola si configura come organizzazione a struttura reticolare, quindi non lineare; una rete di comunicazione nella quale hanno valore i linguaggi simbolici, i condizionamenti culturali, le relazioni di potere, le capacità interpretative e creative. Giuseppe Spataro

  18. Il lavoro di ogni gruppo è quello di trasformare le risorse che ha a disposizione in obiettivi che, a loro volta, saranno le risorse di un altro gruppo. • In questo senso si può dividere in modo funzionale il lavoro dei gruppi (sottosistemi): • Sottosistema di obiettivi, che si compone dell’insieme degli obiettivi generali dell’organizzazione e degli obiettivi particolari delle singole unità; • Sottosistema di compiti, che riguarda l’assegnazione del lavoro tra i membri dell’organizzazione e delle mansioni che devono assolvere per realizzare il prodotto finale; • Sottosistema strutturale, che comprende il complesso di regole di lavoro, di autorità e procedure attinenti alla comunicazione, alla pianificazione, al coordinamento, al controllo; • Sottosistema umano-sociale, che si struttura sulle capacità e sulle abilità dei membri, sullo stile di direzione, sul sottosistema formale e informale; • Sottosistema dei rapporti faccia a faccia con l’esterno, che attiene a tutte le operazioni di collegamento con l’esterno, dalla raccolta di dati al reperimento delle risorse, alle pubbliche relazioni. Giuseppe Spataro

  19. Provaci ancora, scuola. • L’emancipazione comportamentale moderna, in una condizione di eccesso, rischia di trasformarsi nel suo contrario ed, anziché essere espressione della libertà individuale e del protagonismo soggettivo, si trasforma in immobilitismo culturale. • La reazione del docente, di fronte a tutto questo, spesso si riduce nel “chiudere gli occhi”, quasi fosse una istintiva reazione alla paura della centralità e del protagonismo del corpo unico. • In tal senso, si genera e si legittima una diaspora educativa, poiché “il cosiddetto bullismo della porta accanto”, o meglio “piccole rotture della pazienza quotidiana”, indeboliscono il potere socializzante della scuola. Giuseppe Spataro

  20. Spunti di riflessione? • Perché non scatta più la passione educativa? • Si è forse determinato un indebolimento dell’idea di cultura come processo protocollare di emancipazione del soggetto? • Oppure la cultura non è più considerata un elemento di riscatto? • La società ha perso interesse per la cultura? • Perché i giovani comunicano e gli adulti si chiudono? Giuseppe Spataro

  21. Pensare e riflettere assieme. • Ultimamente sia la Pedagogia che la didattica si sono accorte che occorre una “nuova alleanza”, e una nuova metodologia di lavoro compartecipato, all’insegna di una “magistralità condivisa”, binomio che esprime bene l’idea che in un gruppo di lavoro, un gruppo di aggiornamento o di formazione, non c’è uno che “sa di più”, l’esperto di turno, che insegna agli altri, bensì un facilitatore che promuove il pensiero, la riflessione, a partire dall’esperienza di coloro che partecipano ad un’azione formativa. Giuseppe Spataro

  22. Conclusione • Da alcuni film in cui la figura dell’insegnante è tratteggiata con i caratteri dell’ironia intelligente, a volte affettuosa, si possono ricavare elementi di riflessione tutt’altro che inutili, a partire da un clima di divertimento, di leggerezza, di lievità, di scherzo, di gioco. • Sono componenti e dimensioni che a pieno titolo entrano a far parte di tutte quelle occasioni di riflessione costruttiva che non necessariamente debbono assumere esclusivamente toni seriosi ed impegnati. • Se ciò accade, se gli insegnanti non sanno mai sorridere o ridere un po’ su di loro, c’è motivo forse di preoccuparsene. Giuseppe Spataro

  23. Film come Il maestro di Vigevano, di E. Petri, Amarcord, di F. Fellini, La scuola e Auguri professore di D. Luchetti e R. Milano, possono essere visionati con la disponibilità innanzitutto a divertirsi, in secondo luogo a entrare in una fase più riflessiva, seppure sempre sorretta dal sorriso, che conduca a pensare sulla propria figura e sul proprio ruolo di insegnante, a riflettere su di sé,quando magari senza avvertirlo, ci si rende un po’ ridicoli, comici, se non addirittura quando non si esca dai confini della correttezza, magari anche inconsapevolmente, travolti da un clima lavorativo in cui può accadere di dimenticarsi i presupposti etici anche più elementari. Giuseppe Spataro

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