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LA FREQUENZA DI OCCORRENZA DI CONSONANTI E VOCALI E DELLE LORO COMBINAZIONI NELLE SILLABE DEL BABBLING E DELLE PRIME P

LA FREQUENZA DI OCCORRENZA DI CONSONANTI E VOCALI E DELLE LORO COMBINAZIONI NELLE SILLABE DEL BABBLING E DELLE PRIME PAROLE DAI 10 AI 27 MESI D’ETA’. CLAUDIO ZMARICH° MIRCA MINOZZI° DEBORA STOCCO° SERENA BONIFACIO* °Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R.

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LA FREQUENZA DI OCCORRENZA DI CONSONANTI E VOCALI E DELLE LORO COMBINAZIONI NELLE SILLABE DEL BABBLING E DELLE PRIME P

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  1. LA FREQUENZA DI OCCORRENZA DI CONSONANTI E VOCALI E DELLE LORO COMBINAZIONI NELLE SILLABE DEL BABBLING E DELLE PRIME PAROLE DAI 10 AI 27 MESI D’ETA’ CLAUDIO ZMARICH° MIRCA MINOZZI° DEBORA STOCCO° SERENA BONIFACIO* °Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R. Sezione di Fonetica e Dialettologia, Padova *I.R.C.C.S. Istituto per l’infanzia, “Burlo Garofolo”, Trieste 1° CONVEGNO AISV Padova, 2-4 dicembre 2004

  2. IMPORTANZA DEL BABBLING I foni più frequenti nel babbling lo sono anche nelle lingue del mondo Le prime parole di un bambino contengono gli stessi foni dei suoi episodi di babbling INTRODUZIONE SCOPO: analizzare le caratteristiche fonetiche segmentali relative alle produzioni di babbling dello stadio prelinguisticoe delle prime parole, dal 10° al 27° mese. Per babbling si intende la produzione di una sequenza di sillabe di tipo consonante-vocale (C-V) dotate di organizzazione ritmica e temporale simile a quella del parlato adulto (Vihman, 1996)

  3. LA TEORIA “FRAME THEN CONTENT” ( Davis &MacNeilage, 1995; MacNeilage, 1998). Il bambino acquisisce schemi motori e controllo articolatorio da una singola base motoria universale (filo- e onto-geneticamente derivata dall’attività neuromuscolare legata alla nutrizione): la regolarità dell’alternanza ritmica tra mandibola aperta e chiusa, che caratterizza il babbling canonico, genera un effetto acustico che viene percepito dagli adulti come sillaba. Ipotesi dell’organizzazione intrasillabica Inizialmente in tale "sillaba" le consonanti anteriori (coronali) co-occorrono quasi esclusivamente con le vocali anteriori, le consonanti posteriori (dorsali) con le vocali posteriori e le consonanti labiali con le vocali centrali. • La ragione di tale organizzazione risiederebbe nel vincolo biomeccanico che lega il posizionamento passivo di labbra e lingua al movimento ritmico di tipo oscillatorio della mandibola, che di fatto trasporta nel suo movimento gli altri due articolatori. Queste restrizioni di tipo neurofisiologico potrebbero rendere conto del fatto che il babbling all’inizio non risenta dell’influenza delle lingue native (Vihman, 1996), cioè manifesti proprietà universali.

  4. CONTROVERSIE SULL’ESORDIO DELLE CARATTERISTICHE LINGUOSPECIFICHE Il consenso svanisce però quando si passa a precisare i tempi e le modalità di emergenza delle influenze linguo-specifiche. MacNeilage & Davis (2000) affermano che le summenzionate proprietà del primo babbling si estendono fino al periodo delle 50 parole (verso i 18 mesi). Diversamente da MacNeilage & Davis, altri studi recenti di tipo interlinguistico individuano un’influenza positiva della lingua nativa già a 9-10 mesi, allorchè i foni nativi aumentano, e un’influenza negativa a partire dai 12 mesi circa, quando i foni non nativi diminuiscono (Vihman & De Boysson-Bardies, 1994). L’inizio dell’influenza linguospecifica e le modalità con cui essa si manifesta rappresentano un aspetto aperto alla verifica sperimentale. Per l’Italiano non esistono dati definitivi (per i primi dati, cfr. Bortolini, 1993; Zmarich & Miotti, 2003; Zmarich e Bonifacio, 2004)

  5. LETTERATURA ITALIANA SUGLI INVENTARI FONETICIFINO AI 27 MESI Tradizionalmente lo studio delle caratteristiche fonetiche del babbling si basa sulle statistiche di frequenza dei foni nei tokens, mentre quello delle prime parole si basa sui types - 4 soggetti dai 9 ai 19 mesi, confrontati a parità di produzione lessicale (Bortolini, 1993); - 4 soggetti dai 10 ai 18 mesi (Zmarich & Miotti, 2003) STUDI ITALIANI SUL BABBLING STUDI ITALIANI NEL PERIODO DEL PRIMO VOCABOLARIO (fino a 50 parole) - Bortolini, Bonifacio, Zmarich e Fior (1996) sugli inventari fonetici di 4 bambini dai 18 ai 27 mesi. - Zmarich e Bonifacio (2004), sugli inventari di 13 bambini dai 18 ai 27 mesi Bortolini (1995) riporta dati articolatori a partire dai 24 mesi NOVITA’ DI QUESTO STUDIO: (1) maggiore estensione temporale; (2) frequenze relative alla posizione del fono nella sillaba; (3) inventari oltre che consonantici anche vocalici; (4) verifica ipotesi intrasillabica di MacNeilage & Davis, (5) confronto con il database lessicale infantile di Caselli e Casadio (1995)

  6. PROCEDURA SPERIMENTALE TRASCRIZIONE SOGGETTI E REGISTRAZIONI • Simboli e diacritici IPA della tavola principale e di quella del linguaggio patologico (Handbook of International Phonetic Association, 1999). • Feeedback audiovisivo fornito dal segnale acustico acquisito e visualizzato con Multispeech e/o Praat • Due gruppi: • 4 bambini dai 10 ai 16 mesi di età, audioregistrati a intervalli di 2 mesi nel corso di situazioni di gioco, alla presenza delle madri; • 13 bambini dai 18 ai 27 mesi d’età, registrati con le stesse modalità a intervalli di 3 mesi. CODIFICA • Gli enunciati sono stati ripartiti in sillabe, sulla base della gerarchia di sonorità e dei principi di sillabificazione (Nespor, 1993). • I foni di ciascuna sillaba sono stati codificati in simboli SAMPA ed inseriti come casi in una matrice di Systat.

  7. I° gruppo: solo le produzioni di babbling; II° gruppo:solo le produzioni lessicali. PROCEDURA SPERIMENTALE CRITERI DI SELEZIONE Parole: associazioni stabili forma-significato (Vihman,1996) Due sillabe successive appartengono ad enunciati diversi se separate da più di 250 ms. Accettatele sillabe CV isolate ESCLUSIONI: produzioni disturbate da rumore, suoni di tipo riflesso e vegetativo, suoni che rientrano nel vocal play, vocalizzazioni prodotte con fonazione non modale (laringalizzate ed in falsetto) Un secondo trascrittore indipendente haritrascritto da 3 registrazioni 261 foni consonantici e 262 foni vocalici. L’accordo point by point è di 67,2% per le consonanti e 60,8% per le vocali. INDICI DI CONCORDANZA

  8. PROCEDURE DI ANALISI DEI DATI MODALITA’ DI ANALISI DELLE CAPACITA’ FONETICHE Frequenze dei singoli foni Frequenze delle associazioni di C e Vnelle sillabe, classificate per luogo di articolazione, allo scopo di verificare l’ ipotesi intrasillabica di Davis & MacNeilage, (applicazione del test statistico Chi-quadro). Per il babbling: i tipi vocalici e consonantici sono stati calcolati in funzione della loro posizione nella sillaba. Per un vocabolario > 10 parole (type), e limitato alle prime 50: inventario fonetico secondo Stoel-Gammon (1985): un fono è attestato in funzione della sua posizione nella sillaba in “parole” diverse.

  9. FREQUENZA TIPI SILLABICI Il n° totale di sillabe considerate è di 4338. Assoluta prevalenza di CV e V; minor frequenza di sillabe più complesse (incremento progressivo di CVC). Il n° totale di sillabe considerate è di 4803. Assoluta prevalenza di CV, seguita a grande distanza da V e CVC; progressivo incremento di CVC e CCV, e riduzione di CV.

  10. LUNGHEZZA DELLE PRODUZIONI IN N° SILLABE Prevalenza di episodi monosillabici e bisillabici Prevalenza di parole bisillabiche. Loro progressiva riduzione e aumento dei trisillabi e quadrisillabi

  11. FREQUENZA MODI DI ARTICOLAZIONI CONSONANTE INIZIALE SILLABE CV E CVC Prevalenza delle occlusive orali seguite dalle nasali e dalle fricative. Progressiva riduzione delle nasali, aumento delle laterali. Prevalenza di occlusive, la cui frequenza diminuisce con l’età. Incremento delle fricative. A 27 mesi compare /r/.

  12. FREQUENZA LUOGHI DI ARTICOLAZIONE CONSONANTE INIZIALE SILLABE CV E CVC Assoluta prevalenza delle alveolari. Aumento progressivo delle velari. Prevalenza di alveolari che si incrementano nel tempo. Le bilabiali diminuiscono con l’età, mentre aumentano le labiodentali e le palatoalveolari

  13. FREQUENZA DELLE CLASSI VOCALICHE SECONDO L’ALTEZZA Assoluta prevalenza delle vocali basse, che però diminuiscono nel tempo. Prevalenza della vocale bassa che diminuisce nel tempo, compensata da un aumento delle vocali alte e medio alte

  14. FREQUENZA DELLE CLASSI VOCALICHE SECONDO IL LUOGO DI ARTICOLAZIONE Prevalenza delle anteriori. Aumento progressivo delle posteriori. Diminuzione delle vocali centrali e aumento delle vocali anteriori e posteriori

  15. FREQUENZA DELLE CLASSI VOCALICHE SECONDO L’ARROTONDAMENTO Prevalenza delle non-arrotondate. Dai 16 mesi diminuzione del divario tra arrotondate e non arrotondate in direzionedell’Italiano “adulto” Prevalenza delle non-arrotondate.

  16. FREQUENZA MODI DI ARTICOLAZIONI CONSONANTE FINALE DI SILLABE CVC E VC La prevalenza iniziale delle nasali si riduce a vantaggio di laterali e occlusive orali. Significativa e stabile la frequenza delle fricative Molto forte e stabile la presenza delle nasali, e ben rappresentate le occlusive e le laterali

  17. FREQUENZA LUOGHI DI ARTICOLAZIONI CONSONANTE FINALE DI SILLABE CVC E VC Prevalenza di consonanti alveolari e bilabiali. Incremento nel tempo delle glottali e delle palatali. Si riducono invece le velari Aumento delle consonanti alveolari e diminuzione delle bilabiali. Stabili le velari

  18. RATIO FREQUENZE OSSERVATE SU ATTESE PER LE COOCCORRENZE INTRASILLABICHE CV (classificate per luogo secondo MacNeilage & Davis)NELL’ITALIANO INFANTILE (da Caselli Casadio, 1995) Verifichiamo la validità dell’ipotesi di MacNeilage & Davis sulle associazioni C-V calcolate sulle parole dell’Italiano infantile (appendice E di Caselli e Casadio, 1995). Tabella sin.: quante volte una consonante Labiale/Coronale/Velare si associa con una vocale Anteriore/Centrale/ Posteriore. Tab. destra: RATIO delle frequenze osservate sulle attese in base alla distribuzione statistica del Chi-quadro. Le associazioni predette da MacNeilage & Davis sono in neretto, mentre sono sottolineate le associazioni più frequenti di ciascuna colonna, e asteriscate le distribuzioni statisticamente significative (all’interno della colonna). I dati ottenuti non sembrano confermare in pieno l’ipotesi, perché le cons.velari associano più spesso con le vocali centrali che non con le posteriori.

  19. RATIO FREQUENZE OSSERVATE SU ATTESE PER LE COOCCORRENZE INTRASILLABICHE CV (classificate per luogo secondo MacNeilage & Davis) BABBLING: a 10 mesi le predizioni degli autori vengono rispettate per due associazioni su tre ; a 12 mesi per due associazioni su tre; a 14 mesi per una associazione su tre; a 16mesi per una associazione su tre; Complessivamente il tipo di associazione più forte tra quelle predette riguarda C labiale con V centrale e C velare con V Posteriore, mentre l’associazione più debole riguarda C coronale con la V anteriore. PAROLE: a 18 mesi le predizioni degli autori non vengono rispettate per nessuna associazione; a 21 mesi le predizioni degli autori vengono rispettate per due su tre associazioni considerate; a 24 mesi per tutte le associazioni considerate; a 27 mesi per due su tre associazioni considerate Complessivamente l’associazione più frequente è tra C labiali e V centrali (sempre presente eccetto che nel 18 mese). Seguono C coronali con V anteriori (a 24 e 27 mesi) e C velari con V posteriori (a 21 e 24 mesi)

  20. CONCLUSIONI: Confronti con l’italiano infantile (Caselli & Casadio, 1995), con l’italiano scritto adulto (Batinti, 1993), Italiano orale (Mancini e Voghera, 1994), e dati di letterat. sull’acquisizione dell’inglese (AA.VV.) • Tipologia sillabica: assoluta prevalenza di CV, con progressivo incremento di CVC e CCV, e riduzione di CV. Nei bambini americani si nota che la diversità caratteristica delle due lingue adulte (sillaba più frequente in Italiano: CV; in Inglese: CVC) appare solo a partire dalle prime parole. • Lunghezza delle produzioni in sillabe: per le parole, l’aumento progressivo dei trisillabi e quadrisillabi segue la frequenza dei types nell’italiano adulto orale. • Modo d’articolazione di C iniziale: Durante il babbling prevalgono le occlusive con progressiva riduzione di quelle nasali e aumento delle laterali. Per le parole, prevalenza di occlusive, la cui frequenza diminuisce con l’età, mentre aumentano le fricative, pure molto presenti nell’italiano infantile (sono la seconda categoria). A 27 mesi compare /r/, che è il fono più frequente nell’italiano adulto scritto. I bambini di lingua inglese dai 15 ai 24 mesi (Stoel-Gammon, 1985) presentano + o – gli stessi foni dei coetanei italiani. • Luogo d’articolazione di C iniziale: la prevalenza di alveolari (orali e nasali) nei nostri bambini è comune all’italiano infantile e adulto scritto. Le alveolari sono prevalenti anche nel babbling e nelle prime parole dei bambini americani di lingua inglese (Robb & Bleile, 1994; Davis & MacNeilage, 1995). • Altezza delle vocali: Nei nostri bambini fino ai 18 mesi prevalgono le vocali basse, che dopo diminuiscono a vantaggio delle medio-alte. Nell’italiano infantile e adulto scritto prevalgono le medio-alte, seguite dalle basse. • Luogo delle vocali: nei nostri bambini, come anche nell’italiano infantile e adulto scritto, prevalgono le vocali anteriori, e la vocale centrale (bassa). Anche bambini americani preferiscono le vocali anteriori • Arrotondamento delle vocali: nei nostri bambini, come anche nell’italiano infantile e adulto scritto, prevalgono le vocali non arrotondate. Anche i bambini americani di lingua inglese producono poche vocali arrotondate (Davis & MacNeilage, 1995).

  21. CONCLUSIONI: Confronti con l’italiano infantile (Caselli & Casadio, 1995), con l’italiano scritto adulto (Batinti, 1993), Italiano orale (Mancini e Voghera, 1994),e dati sperimentali sull’acquisizione dell’inglese (AA.VV.) • Modo d’articolazione C finale: Nel babbling, la prevalenza iniziale delle nasali si riduce a vantaggio di laterali, fricative e occlusive orali. Nelle parole, significativa e stabile frequenza delle fricative e sono ben rappresentate le occlusive e le laterali. Nell’italiano infantile prevalgono le nasali e le liquide; discreta anche la presenza di affricate. Nelle prime parole dei bambini americani c’è una prevalenza di occlusive (Stoel-Gammon, 1985) ed è presente anche il trillo. • Luogo d’articolazione C finale: Nel babbling, prevalenza di consonanti alveolari e bilabiali. Si riducono le velari. Nelle produzioni lessicali analizzate, aumento delle consonanti alveolari e diminuzione delle bilabiali. Stabili a bassa frequenza le velari. Nell’italiano infantile prevalgono le alveolari e le labiodentali. Nelle prime parole dei bambini americani forte prevalenza delle alveolari (Stoel-Gammon, 1985). • Ipotesi MacNailage e Davis: per il babbling le previsioni di Macneilage & Davis (tutte confermate per i bambini di lingua inglese) sono state solo in parte confermate; è stata verificata l’associazione molto frequente tra C labiali e V centrali, la minor frequenza dell’associazione tra C velari e V posteriori è giustificata dalla loro minor frequenza nell’Italiano infantile, mentre il dato più inaspettato riguarda la scarsa frequenza dell’associazione tra C coronali e V anteriori (prevalente nell’italiano infantile). Per le parole è stata verificata l’associazione molto frequente tra C labiali e V centrali (sempre presente eccetto chenel 18 mese) e delle C coronali e V anteriori (a 24 e 27 mesi) e delle C velari e V posteriori (a 21 e 24 mesi)

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