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Concezione del matrimonio nelle diverse religioni

. . .. . . Matrimonio. Cristiano. . . Monica Deidda. Il matrimonio. . La Bibbia ci offre un quadro teologico altissimo del matrimonio e della famiglia, ma ci fa vedere anche che questo ideale non sempre

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Concezione del matrimonio nelle diverse religioni

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Presentation Transcript


    1. Concezione del matrimonio nelle diverse religioni Il matrimonio nel Cristianesimo Il matrimonio nell’Ebraismo Il matrimonio nell’Islam Il matrimonio nell’ Induismo Il matrimonio nel Buddismo Il matrimonio in Cina

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    4. Con Abramo inizia una catena diretta di famiglie, che passa attraverso Davide, per sfociare nella famiglia di Nazaret. La Genesi ha come spina dorsale tre famiglie: quelle di Abramo, Isacco e Giacobbe

    5. Il dono dei figli

    7. I profeti adoperano di preferenza l’immagine nuziale per descrivere i rapporti di Dio con Israele: egli è il fidanzato o lo sposo sempre fedele, mentre Israele è la fidanzata o la sposa molte volte infedele. È Osea che per primo adopera questa immagine, forse partendo da una esperienza matrimoniale fallimentare: la moglie Gomer, infatti, si dà alla prostituzione. La prostituzione della moglie diventa simbolo dell’infedeltà di Israele, che arriva perfino al culto delle divinità straniere, il quale porta con sé anche vere e proprie aberrazioni sessuali.

    8. Le particolarità di due matrimoni diversi Noemi Serdino

    9. Nel momento che una coppia decide di sposarsi in chiesa, vuole ancora di piú fare parte di una comunitá cristiana: la coppia viene accolta nella comunitá e diventa così un ’arrichimento per la comunitá. La coppia chiede la benedizione e l'accompagnamento di Dio per un futuro colmo di beni. Cristo si dona e diventa così accompagnatore di coloro che lo accolgono.

    10. RITO DEL MATRIMONIO Carissimi N. e N., siete venuti insieme nella casa del Padre perché il vostro amore riceva il suo sigillo e la sua consacrazione davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità. Voi siete già consacrati mediante il Battesimo: ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale, perché vi amiate l'un l'altro con amore fedele e inesauribile e assumiate responsabilmente i doveri del matrimonio. Pertanto vi chiedo di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni.. N. e N., siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà, senza alcuna costrizione, piena­mente consapevoli del significato della vostra decisione? Gli sposi rispondono:Sì. Siete disposti, nella nuova via del matrimonio, ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita? Gli sposi rispondono:Sì. La domanda che segue si può omettere se le circostanze lo richiedono, come, per esempio, quando gli sposi sono avanzati in età. Siete disposti ad accogliere responsabilmente e con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa? Gli sposi rispondono:Sì.

    11. BENEDIZIONE E CONSEGNA DEGLI ANELLI Il sacerdote dice: Signore, benedici questi anelli nuziali: gli sposi che li porteranno custodiscano integra la loro fedeltà, rimangano nella tua volontà e nella tua pace e vivano sempre nel reciproco amore. Per Cristo nostro Signore. Amen. Lo sposo, mettendo l'anello al dito anulare della sposa, può dire: N., ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre e del Figlio dello Spirito Santo. La sposa, mettendo l'anello al dito anulare dello sposo, può dire: N., ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre e del Figlio dello Spirito Santo.

    12. CONSENSO Se dunque è vostra intenzione di unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa il vostro consenso. Gli sposi si danno la mano destra, e lo sposo dice: Io, N., prendo te, N., come mia sposa prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. La sposa dice: Io, N., prendo te, N., come mio sposo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.

    13. SOLENNE BENEDIZIONE DEGLI SPOSI Fratelli carissimi, imploriamo la benedizione di Dio Padre su questa sposa, N., e sul suo sposo, N., perché uniti in Cristo nel vincolo santo del Matrimonio, formino un cuor solo e un'anima sola. Dio, con la tua onnipotenza hai creato dal nulla tutte le cose, e nell'ordine primordiale dell'universo hai formato l'uomo e la donna a tua immagine e somiglianza, donandoli l'uno all'altro come compagni indivisibili, perché siano non più due, ma un essere solo; così hai insegnato che non è mai lecito separare ciò che tu hai costituito in unità. Guarda con bontà questa sposa che, unendosi al suo sposo, chiede l'aiuto della tua benedizione: sia in lei pienezza di amore e di pace, sappia imitare le donne sante che la Scrittura esalta come spose e madri. Il marito viva con lei in piena comunione di spirito, la onori come uguale nella dignità e coerede del dono della tua vita, la ami sempre con quell’amore con il quale Cristo ha amato la sua Chiesa.

    15. ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE Signore, per questo sacrificio di salvezza, accompagna con la tua provvidenza la nuova fami­glia che hai istituito: fa' che N. e N., uniti nel vincolo santo, vivano concordi nel tuo amore. Amen.

    16. RITO DI CONCLUSIONE Il sacerdote benedice (e congeda) lo sposo e la sposa e tutti i fedeli : Dio nostro Padre vi conservi uniti nell'amore; la pace di Cristo abiti in voi e rimanga sempre nel­la vostra casa. Amen. E su voi tutti, che avete partecipato a questa liturgia nuziale, scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

    17. Matrimonio mormone

    18. Ed è proprio questa una delle dottrine fondamentali dei Mormoni che possiamo riassumere brevissimamente così: i Mormoni credono che Dio esiste dall’eternità e che tutti siamo figli del Padre e di una Madre celeste e il primogenito è Cristo. In cielo però gli spiriti non erano tutti uguali e perciò era necessario dargli un corpo per potersi esprimere. Allora il Padre convocò in cielo il Gran Consiglio e propose alle anime l’incarnazione, affinché potessero progredire attraverso la scelta tra bene e male. La maggior parte degli spiriti, con a capo Gesù, accettò, altri invece seguirono Satana che aveva un progetto diverso. Cristo, secondo i Mormoni, è nato da un rapporto carnale tra Dio e Maria e lui sarebbe solo una dei tanti uomini spirituali incarnati. La sola particolarità di Cristo è di aver avuto Dio per padre e come madre una donna, ma è solo un uomo che grazie ai suoi meriti si è esaltato ed è diventato dio!

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    21. Durante il XVII e il XVIII secolo, quando sulla Cina regnava l’imperatore, erano in vigore una gerarchia rigorosa e delle formalità elaborate. La famiglia imperiale era all’epoca la sola a beneficiare del privilegio di indossare l’abito ricamato di draghi, essendo questo motivo riservato ad un suo uso esclusivo.

    22. l’ultimo imperatore della dinastia Ming (1368-1644), raccomandò vivamente la semplicità.: Durante gli sponsali, fece trasportare la sua promessa sposa con una portantina in seta blu facendovi sospendere ai quattro angoli delle palline (che ricordavano la pesca, simbolo di longevità). Dopo la morte dell’imperatore Chongzhen, la Cina entrò nell’epoca dell’ultima dinastia: la dinastia Qing (1644-1911). Da allora, il lusso fu in voga, e se gli abiti nuziali non conobbero molti cambiamenti, la portantina divenne sempre più lussuosa: ad esempio si inserirono dei ricami e lo specchio era decorato.

    23. I funzionari indossavano un abito ricamato di serpenti, mentre le loro consorti portavano la “cuffia ornata di fenici”, fengguan in pinyin. Questo cappello” assomigliava ad un’opera di gioielleria fine, decorata di pietre preziose con il motivo della fenice. La “fenice” era il simbolo della nobiltà femminile. Indossare il fengguan manifestava il proprio status. Le frange di questo cappello potevano anche coprire il volto della donna.

    24. Alla fine del XIX secolo la fotografia stava iniziando a fare capolino anche in Cina. A parte l’imperatrice madre Cixi della dinastia Qing, nessuno ebbe l’opportunità di farsi scattare una foto del matrimonio.

    25. Attorno agli anni ’50 nel periodo di Mao Zedong, la Cina “importava” tutto dall’Unione Sovietica: la politica, la cultura ed anche lo stile di vita.

    26. Le donne solevano indossare una sorta di uniforme abbottonata a doppio petto, chiamata uniforme di Lenin o, in alternativa, un abito all’occidentale; gli uomini indossavano un completo alla Sun Yat-sen (con colletto chiuso e quattro tasche esterne) di color blu, nero o grigio. La cerimonia nuziale si semplificò notevolmente: non c’era tempo per il superfluo, era sufficiente che i futuri sposi si riunissero perché il matrimonio si compisse.

    27. Negli anni ’60 e ’70 i Cinesi erano soprannominati le “formiche blu” poiché il loro vestito non era che di due colori soltanto: il blu e il verde. Era l’epoca in cui si venerava l’uniforme militare e il presidente Mao. Sul certificato di matrimonio venivano impresse sia la testa di Mao che delle sue citazioni.

    28. Anni '80 La Cina ha iniziato ad applicare la politica di riforme e di apertura nel 1978, la mentalità della gente comincia ad aprirsi. Per sviluppare l'economia, le scienze e le conoscenze sono diventate sempre più importanti: gli intellettuali riscuotono dunque il favore delle donne.

    29. Anni '90 Finalmente i cinesi sono usciti dalla povertà e cominciano a preoccuparsi della vita spirituale. I giovani traggono lezione dalle generazioni precedenti. Cominciano a credere che "un matrimonio senza amore è immorale" e il loro criterio è quello di cercare nel partner la maggior affinità possibile. Ancora una volta i criteri di scelta sono cambiati. Le ragazze preferiscono avere come fidanzato un militare o un insegnante. I giovani apprezzano sempre più una vita spirituale.

    30. Il matrimonio ebraico Eleonora Tegas e Roberta Nieddu

    31. Nella tradizione ebraica, bisogna assolutamente sposarsi. Prima del matrimonio, un ragazzo non è un vero uomo, e senza coniuge si è fuori dalla gioia e dalla benedizione.

    32. Il giorno che precede le nozze Quasi sempre, è la moglie del rabbino che prepara la promessa sposa alla futura vita matrimoniale. Il giorno che precede le nozze, la sposa si reca con il suo corteo femminile al "mikvé", il rituale bagno di purificazione, al termine del quale riceve un'attestazione indispensabile alla celebrazione.

    33. Il sabato precedente, i promessi sposi si recano ala sinagoga per ottenere la benedizione del rabbino. Il giorno del matrimonio, il marito fa scivolare l'anello al dito di sua moglie, dopo di che lui stesso s'infila l'altra fede. Infine giunge il momento della lettura e della firma del contratto matrimoniale, accompagnata dalle 7 benedizioni. Lo sposo spacca un bicchiere con il piede destro e pronuncia la frase tratta da un celebre salmo:”se ti dimentico,Gerusalemme,che la mia destra mi dimentichi”

    34. Preparazione della sposa Gli usi, che riguardano la sposa, resistono al tempo che passa. Ecco come si prepara la donna alle nozze: Una madre di famiglia la inizia alla vita matrimoniale: ovvero, la kashrout, il sabbat, l'educazione dei figli. La vigilia delle nozze, la sposa viene accompagnata a fare un bagno di purificazione alle terme. Cerimonia E' il Rabbino, che celebra le nozze, alla presenza dei genitori, dei testimoni e degli amici.

    35. Dopo aver infilato l'anello al dito, lo sposo consegna alla sposa la Ketubba, che è il contratto matrimoniale. Questo sancisce l'unione secondo la legge di Mosè. Poi, si passa alla lettura degli articoli del Codice Civile, che riguardano i reciproci diritti e doveri. Dunque, si arriva alla seconda fase, quella delle sette benedizioni. Il testo è riportato nel Talmud. Gli sposi sono benedetti pure dai genitori. Questi pongono la mano sul loro capo. Esprimono in tal modo la profondità degli affetti e della continuità familiare.

    36. Antiche usanze Secondo un'antica usanza, il calice, da cui gli sposi hanno bevuto, va spezzato. Si ricorda così, l'abitudine di un tempo, secondo la quale si frantumava un vaso durante i conviti, oppure nei momenti di allegria. Ciò avveniva, per rammentare il dolore per l'esilio e per non scordare la terra d'Israele.

    37. Matrimoni misti Non sono ammessi i matrimoni misti. Se vuoi sposare un ebreo, devi convertirti alla sua religione.

    38. Divorzio Il divorzio è consentito. Se, dopo le nozze, gli sposi non vanno d'accordo, possono chiedere la rottura del matrimonio.

    39. Il matrimonio ebraico è riconosciuto dallo Stato italiano Per ottenere il riconoscimento è necessario: Che il ministro del culto possieda cittadinanza italiana. L'atto relativo deve essere trascritto nei registri dello stato civile, previe pubblicazioni nella casa comunale. Prima di tutto, comunica la notizia del matrimonio all'ufficiale di stato civile.

    40. Questi fa richiesta delle pubblicazioni, non prima di essersi accertato che nulla si opponga alla celebrazione del matrimonio, secondo le vigenti norme di legge. Dopo, ne dà attestazione in un nulla osta, che rilascia ai nubendi. Durante la celebrazione, il ministro di culto legge gli articoli del Codice Civile. Dopo, allega il nulla osta all'atto di matrimonio, che redige in duplice copia originale. Dall'atto civile devono risultare: nome e cognome del ministro del culto dinanzi al quale è stato celebrato il matrimonio la menzione della avvenuta lettura degli articoli del Codice Civile, che riguardano i diritti e i doveri dei coniugi.

    41. Entro cinque giorni devi trasmettere l'atto di matrimonio e il nulla osta all'ufficiale di stato civile del comune, dove è stata fatta la celebrazione. Constatata la regolarità dell'atto e l'autenticità del nulla osta allegato, viene effettuata la trascrizione nei registri dello stato civile, entro le successive 24 ore dalla cerimonia.

    42. Realizzato da: Martina & Angelica

    43. Presentazione del matrimonio buddista Secondo la religione buddista il matrimonio non è necessario; la coppia può unirsi con rito civile (non obbligatorio) e stare insieme. Coloro che vogliono sposarsi possono farlo, magari per rendere partecipi parenti e amici. Si comincia recitando il capitolo Hoben e il Jgage, poi qualche minuto di Daimoku. In seguito gli sposi e i testimoni bevono tre sorsi di sakè da tre tazze, che significano le tre esistenze di passato, presente e futuro; poi i presenti esprimono i loro sentimenti liberamente o leggendo qualche brano e fanno gli auguri agli sposi. La cerimonia finisce con la lettura di tre Daimoku.

    44. Il matrimonio per i buddisti: Nella pratica buddista non esiste una cerimonia rituale necessaria: una coppia unita o meno con rito civile, può continuare serenamente a svolgere la sua attività all’interno dell’Istituto anche se non "santifica" la sua unione con un matrimonio buddista. Ma se qualcuno, come accade nella maggior parte dei casi, desidera condividere con gli altri la propria gioia per la felice unione, esistono delle forme tradizionali con le quali esprimere questi sentimenti.

    45. Svolgimento del matrimonio buddista: La forma abbreviata di Gongyo (traducibile con "pratica assidua", consiste nella lettura-recitazione dei capitoli Hoben e Juryo del Sutra del Loto) chiamata appunto "Gongyo Gongyo di cerimonia" seguita da alcuni minuti di Daimoku (letteralmente significa "titolo" e si riferisce in particolare al titolo del Sutra del Loto, Myoho-renge-kyo. Nel Buddismo di Nichiren Daishonin è la pratica fondamentale e indica la recitazione-invocazione di Nam-myoho-renge-kyo). La regola non è ferrea: recitare un Gongyo completo può essere un’alternativa altrettanto valida.

    46. I riti matrimoniali buddisti Durante la cerimonia, poi, gli sposi e i testimoni bevono sakè da tre diverse tazze, tre sorsi ogni volta a significare le tre esistenze di passato, presente e futuro. Dopo la recitazione si può leggere una frase dal Gosho (gli scritti di Nichiren Daishonin, pubblicati anche in italiano) o un brano tratto anche dalla letteratura non buddista a piacere, si può esprimere liberamente quello che si sente o fare i gioiosi auguri agli sposi. Infine, la recitazione di tre Daimoku conclude il rito, come del resto si usa fare anche alla fine delle riunioni di discussione

    47. Il matrimonio buddista in Italia In Italia le cerimonie di matrimonio Buddista vengono eseguite all'interno dei centri culturali, dietro richiesta della coppia all'Istituto Buddista. Per poter effettuare questo tipo di unione, ovviamente bisogna essere di fede Buddista. Può entrare a far parte dell'Istituto chiunque-senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di nazionalità, di opinioni politiche- si impegni ad abbracciare e praticare i principi religiosi ed etici dell'I.B.I.S.G. (l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai)

    48. Il matrimonio Indiano e il Sati

    49. Matrimonio Indiano I matrimoni, ancor oggi spesso combinati – ma quelli in età infantile vanno per fortuna scomparendo –, comportano un complicatissimo cerimoniale, che si protrae per tre giorni e che ha il suo momento più spettacolare nell'arrivo dello sposo sfarzosamente vestito e a cavallo (su un elefante ornato di disegni, lustrini e strisce di stoffa coloratissima nei matrimoni principeschi). La sposa veste generalmente un sari rosso e oro (il colore bianco, che indica purezza, è invece simbolo di lutto, poiché la morte è appunto una cosa pura).

    50. Sati nella mitologia indiana uno dei molti aspetti di Parvati-Sakti. Figlia di Daksa, nemico di Siva, sposò quest'ultimo contro il volere del padre, ma neppure le nozze posero fine all'inimicizia tra i due, al punto che Sati, angosciata dalle continue offese che il padre e il marito continuavano a scambiarsi, scelse di gettarsi nel fuoco sacrificale per non sopravvivere alla vergogna.

    51. Secondo la leggenda, Sivakè in preda a vivissimo rimorso, raccolse il corpo carbonizzato della moglie e fece voto di portarlo sempre sul capo. Visnu, tuttavia, temendo che con questo mezzo di penitenza egli arrivasse a procacciarsi un potere eccessivo, lanciò il suo disco contro il cadavere della dea smembrandolo e facendo sì che ciascun luogo sul quale era caduta una parte di lei diventasse un luogo sacro. A questo episodio mitico si fa risalire il costume, praticato fino al sec. XIX, di bruciare vive le vedove sul rogo funebre del marito.

    52. Il matrimonio indiano Scirli Rosalba & Cabiddu Rosa Maria

    53. Matrimonio in India Nella celebrazione di un matrimonio le usanze variano a seconda della religione di appartenenza, della regione e dell’etnia.

    54. La prassi comune è ancora quella di combinare i matrimoni, ciò è dovuto al fatto che la cultura del paese è basata su una rigida divisione in caste che non può essere sovvertita in alcun modo.

    55. L'amore tra uomo e donna è considerato sacro, è celebrato nei templi anche negli aspetti più sensuali e malgrado quello che si può pensare di fronte all'incremento demografico, la religione induista esalta il sesso non finalizzato alla riproduzione.

    56. I colori del matrimonio sono il rosso e il giallo. I festeggiamenti durano quasi sempre diversi giorni, anche se a sposarsi sono persone comuni.

    57. I genitori scelgono il marito o la moglie per i loro figli e un indiano raramente può sposarsi al di fuori del suo gruppo sociale e religioso. La famiglia si rivolge ad un astrologo che, prima di fissare la data del matrimonio, consulta gli oroscopi dei ragazzi per vedere se si accordano.

    58. La cerimonia si svolge in casa della sposa. Lo sposo arriva, accompagnato da un fratellino o da un cuginetto, alla casa della futura moglie su un cavallo bianco riccamente decorato, seguito dalla processione dei partenti.

    59. Il matrimonio assume le dimensioni di una manifestazione pubblica con centinaia di invitati e lunghi cortei. Capita, infatti, nelle piccole e grandi città di imbattersi in una processione capeggiata da bande musicali formate da suonatori in ricche divise, affiancati da portatori di luci artificiali accese con generatori elettrici trasportati su carri e tutto si trasforma in un turbinio di luci sfavillanti, suoni, danze e allegria.

    60. Quando una donna si sposa, viene vestita con un ricco sari. Il sari è la veste femminile tipica del luogo, composta da un pezzo unico di stoffa che varia dai sei ai nove metri di lunghezza, e che viene sapientemente avvolto intorno al corpo in modo da lasciare scoperta solo una spalla.

    61. Lo sposo, invece, veste una divisa anch’essa colorata, e indossa un enorme copricapo i cui colori predominanti sono il rosso, il nero e il dorato.

    62. La donna, inoltre, porta come simbolo una striscia di cipria rossa lungo la scriminatura dei capelli e usa decorare la fronte con un punto tondo colorato chiamato tika o bindi.

    63. La coppia, una volta unita, vivrà con la famiglia dello sposo, dove la suocera governa la casa e domina sulla nuora.

    64. Un altro rituale molto seguito nelle celebrazioni è il Mehndi, che la futura sposa tiene la sera prima delle nozze. A questa festa sono invitate le amiche più care e le donne più vicine alle famiglie, che si decorano mani e piedi con tatuaggi fatti con l'hennè. I disegni più elaborati, da cui prende il nome la festa, sono naturalmente riservati alla sposa, e sembrano dei raffinati merletti, che possono arrivare a ricoprire anche la schiena e le braccia.

    65. La mattina del grande giorno, invece, gli sposi vengono massaggiati, nelle rispettive residenze, con unguenti profumati, e quindi detersi al canto di mantra propiziatori. Lo sposo arriva alla cerimonia accompagnato da familiari e amici, ed essi sono accolti dagli invitati della sposa.

    66. Il rito nuziale è celebrato da un monaco su un altare protetto da un baldacchino decorato di fiori. Vengono scambiate ghirlande di fiori anche tra gli sposi, e si formulano le promesse di rito. Quando gli sposi vengono dichiarati marito e moglie, i loro ospiti lanciano loro una pioggia profumata di petali.

    67. Iniziano quindi i festeggiamenti veri e propri, con musica, danze e la speziatissima cucina indiana. In questo affascinante paese il matrimonio assume un’aura mistica di fiaba, fatta per durare tutta una vita.

    68. Il matrimonio musulmano

    69. Per l'Islam, il matrimonio non è un atto religioso, ma un contratto civile che si perfeziona con lo scambio dei consensi (per la sposa, vale quanto dichiarano i suoi rappresentanti legali, padre, fratello, o zio), in presenza di due testimoni. Nessuna formula sacramentale è richiesta, e non è necessaria la presenza di pubblici funzionari. L’uomo deve obbligatoriamente essere musulmano, mentre la donna può appartenere ad altra religione.

    71. In Iran, dove vige l’rsquo;è obbligo per le donne indossare il chador quando escono di casa, i matrimoni vengono spesso celebrati con fastosi ricevimenti in casa, durante i quali la sposa indossa un abito di fattura occidentale.

    73. Il diritto di famiglia non segue i percorsi della legislazione civile ma affonda le radici nel diritto sacro dell’Islam, la sharî‘a, riformulata in codici e leggi dai diversi stati arabi durante l’ultimo secolo.

    74. Occorre considerare che, secondo la sharî‘a, ogni persona può essere titolare del rapporto matrimoniale, anche il bambino appena nato. Se l’individuo, a causa dell’età immatura, non è in grado di decidere e di concludere il matrimonio, qualcuno lo farà per lui: il tutore matrimoniale (walî), che normalmente è il padre.

    75. La donna, anche se non soggetta al potere di costrizione, non può di norma concludere direttamente il matrimonio: soltanto i h³anafiti (nei nostri casi concreti in Egitto) ammettono che la femmina libera, pubere e sana di mente sia parte del contratto.

    76. Non sempre tuttavia la donna è ammessa alla diretta conclusione del contratto. Il matrimonio è concluso alla presenza di due testimoni. Lo sposo è tenuto a pagare la dote (mahr o s³ada\q), il cui ammontare è fissato nel contratto. Tale dote è segno della legittimità dell’unione. È di proprietà della donna, che ne dispone come meglio crede.

    77. Il matrimonio musulmano, pur potendo essere sciolto con facilità, è concluso per durare: è proibito il matrimonio a termine (mut‘a), almeno nell’ambito dell’Islam sunnita.

    78. Nei matrimoni misti, accordi particolari circa l’educazione religiosa dei figli, in contrasto con il principio per cui i figli devono essere educati nella religione paterna, sono destinati a essere considerati nulli.

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