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Le definizioni del PIL

Le definizioni del PIL. Il PIL è il valore dei beni finali prodotti. Dal lato della produzione. Il PIL è la somma dei redditi percepiti all’interno del sistema economico in un dato periodo di tempo (salari, stipendi, profitti, rendite, interessi). Dal lato del reddito.

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Le definizioni del PIL

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Presentation Transcript


  1. Le definizioni del PIL Il PIL è il valore dei beni finali prodotti • Dal lato della produzione Il PIL è la somma dei redditi percepiti all’interno del sistema economico in un dato periodo di tempo (salari, stipendi, profitti, rendite, interessi) • Dal lato del reddito Il PIL è la somma della spesa nazionale in un dato periodo di tempo (rappresenta l’impiego del reddito) • Dal lato della spesa Si hanno tre definizioni alternative riferite alla stessa grandezza (PIL, Reddito Nazionale, Spesa Finale)

  2. Metodi di misurazione del PIL Si hanno tre metodi alternativi per il calcolo del PIL 1) Metodo dell’output: misura l’incremento di valore della produzione in ogni fase del processo produttivo PIL = valore produzione F - valore beni intermedi = Valore Aggiunto 2) Metodo del reddito: PIL = RN = somma delle remunerazioni dei fattori produttivi (salari + profitti + rendite + interessi) 3) Metodo della spesa: PIL = RN = Consumi + Investimenti (misura il reddito come somma degli impieghi) I tre metodi di calcolo misurano la stessa grandezza

  3. Caratteristiche principali del sistema di determinazione del PIL nei conti nazionali dell’Italia • Elevato grado di indipendenza tra l’approccio “produzione” e l’approccio “domanda” • Stime dal lato della produzione basate prevalentemente, per il settore delle imprese, sul riporto all’universo dei valori pro-capite desunti dalle indagini mediante stime “esaustive” delle unità di lavoro • Bilanciamento finale delle stime di offerta e domanda • in un quadro input-output

  4. La composizione delle stime Stima offerta Indagini imprese Stima spesa Indagini imprese Altre fonti Bilanciamento MATRICE INPUT-OUTPUT

  5. Le fonti principali 1)Indagine strutturale sulle Piccole e Medie Imprese (PMI)  Indagine campionaria annuale sulle imprese da 1 a 99 addetti. (dati di conto economico + altri) 2)Indagine sul Sistema dei Conti delle Imprese (SCI)  Indagine censuaria annuale sulle imprese con più di 100 addetti (dati di conto economico + stato patrimoniale + altri) 3)Bilanci delle società di Capitale (dati di conto economico + stato patrimoniale) 4)Dati fiscali (sperimentale) (dati di conto economico) 5) Tutte le fonti sul lavoro (FOLA, Inps….)  ULA

  6. Stima preliminare di un aggregato Y di offerta nei conti nazionali e regionali mb=1 nc=1 Y = U X’ • bc bc U= unità di lavoro X’ = pro-capite X stimato tramite indagini sulle imprese b = 1 …… t m < t b = indicatore di brancac = indicatore di classe dimensionale d’impresa

  7. Le cause della mancata osservazione dei fenomeni produttivi • Illegalità dell’attività produttiva • “Informalità” dell’attività produttiva legale • Dissimulazione dell’attività produttiva legale per evadere tasse e contributi • Deficienze dell’apparato statistico

  8. L’economia illegalecomprende • le attività proibite dalla legge per i prodotti delle quali esiste una effettiva domanda sul mercato non comprende le attività puramente “redistributive” di ricchezza (es.: furto, estorsione). Sono le attività produttive di • beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibiti (es.: produzione e commercio di droga) • beni e servizi legali, ma esercitate da persone non autorizzate (es.: aborto clandestino)

  9. Il settore economico informalecomprende • le unità produttrici caratterizzate da: • basso livello di organizzazione • poca o nessuna divisione fra lavoro e capitale • relazioni di lavoro basate suoccasionalità, parentela, relazioni personali e sociali, in contrapposizione a contratti formali

  10. Il sommerso economicocomprende le attività produttive legali di cui la pubblica amministrazione non ha conoscenza per deliberata volontà degli operatori di non rispettare le norme di legge (non penale) al fine di ridurre i costi di produzione. Le origini dell’economia sommersa possono essere svariate: • evasione fiscale • evasione di contributi sociali • non osservanza di regole dettate dalla legge o dai contratti collettivi di lavoro su salario minimo,numero massimo di ore di lavoro, sicurezza sul lavoro, ecc...

  11. Il sommerso statisticocomprende le attività produttive legali che, pur non essendo dissimulate alla pubblica amministrazione per motivi fiscali ecc., non sono rilevate dall’apparato statistico per sue carenze intrinseche Esso deriva da: • mancata risposta per scarsa sensibilità statistica • mancata registrazione negli archivi delle imprese • mancato aggiornamento degli archivi

  12. Economia non direttamente osservata attualmente inclusa nei conti nazionali Illegale Sommerso economico Informale In un prossimo futuro i Paesi dell’UE avranno l’obbligo di includere tale componente Sommerso statistico

  13. Problemi statistici posti dall’economia non osservata Informazione mancante mancata risposta delle imprese alle indagini mancata registrazione delle imprese negli archivi mancato aggiornamento degli archivi Informazione distorta Sottodichiarazione del fatturato o sovradichiarazione dei costi da parte delle imprese

  14. Stima preliminare di un aggregato Y di offerta nei conti nazionali e regionali Problemi nei dati di base dovuti all’economa non osservata soluzione:stima esaustiva input di lavoro Informazione mancante Informazione distorta soluzione:stima corretta valori pro-capite mb=1 nc=1 Y = U X’ • bc bc U= unità di lavoro X’ = pro-capite X stimato tramite indagini sulle imprese, rivalutato per correggere la sottodichiarazione b = 1 …… t m < t b = indicatore di brancac = indicatore di classe dimensionale d’impresa

  15. Stima esaustiva delle unità di lavoro Ubc=rbcRbc +dbcDbc +fbcFbc +ibcIbc+nbcNbc+sbcSbc +vbcVbc U = Unità di lavoro R = Posizioni lavorative di “primo lavoro regolare” D = Posizioni lavorative di “secondo lavoro regolare” F = Posizioni lavorative “informali” I = Posizioni lavorative “irregolari” di residenti N = Posizioni lavorative di “persone non dichiarantesi occupate” S = Posizioni lavorative di “stranieri non regolari” V = Posizioni lavorative di “secondo lavoro non regolare” r, d, f, i, n, s, v = Coefficienti di conversione a tempo pieno

  16. Lavoro regolare e lavoro non regolare R “primo lavoro regolare” - posiz. con contratto a tempo indeterminato o determinato - tempo pieno o parziale Posizioni lavorative regolari (dichiarate dalle imprese o senza vincoli legislativi) D “ secondo lavoro regolare” F “ informali” I “irregolari residenti” N “non dichiaratisi occupati” S “stranieri non regolari” V “secondo lavoro non regolare” Posizioni lavorativenon regolari = lavoro nero (individuate con le indagini sulle famiglie o con stime indirette)

  17. Fonti di stima Posizioni lavorative regolari • indagini statistiche sulle imprese, • fonti amministrative • indagini specifiche sulle attività di produzione delle famiglie per proprio uso finale Posizioni lavorative non regolari • confronto fra dati derivati dalle indagini sulle famiglie e stime delle posizioni lavorative regolari • stime indirette attraverso dati di spesa o disponibilità di beni capitali

  18. Lavoro non regolare per tipologia

  19. Tasso d’irregolarità del lavoroanni 1992-2001 %

  20. Tassi d’irregolarità del lavoro( ULA non regolari / ULA totali  100) Totale economia anno 2001 10,3 25,2 29,1

  21. Correzione della sottodichiarazione nelle imprese con meno di 20 addetti X - pro-capite di valore aggiunto risultante dalle indagini sui bilanci delle imprese Controllo di coerenza fra remunerazione oraria dei dipendenti e degli indipendenti Eventuale correzione del fatturato dichiarato X’ - pro-capite di produzione e valore aggiunto rivalutato

  22. Tasso d’irregolarità del PIL - anno 2000 -(Valore aggiunto dell’economia sommersa / PIL  100)Ipotesi minima (escluso bilanciamento) %

  23. Tassi d’irregolarità del lavoro e del PIL - anno 2000 - %

  24. Tassi d’irregolarità del lavoro e del PIL - anno 2000 -

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