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Responsabilità ed Etica dell’infermiere alla luce del nuovo codice deontologico

Responsabilità ed Etica dell’infermiere alla luce del nuovo codice deontologico. edoardo manzoni Ferrara 21 febbraio 2009.

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Responsabilità ed Etica dell’infermiere alla luce del nuovo codice deontologico

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  1. Responsabilità ed Etica dell’infermiere alla luce del nuovo codice deontologico edoardo manzoni Ferrara 21 febbraio 2009

  2. Un cane, che se ne stava tranquillo a dormicchiare nel proprio cortile, vide passare una lepre la quale, accortasi di lui, cercò affannosamente di fuggire e di seminare il possibile e probabile cacciatore. Il cane si pose al suo inseguimento, mettendo tutte le proprie forze ed abbaiando vivacemente. Ora, al passare del cane e sentendo il suo latrato, molti altri cani si misero al suo seguito formando un gruppo numeroso e rumoroso. Tutti correvano dietro il cane che stava inseguendo la lepre; tutti abbaiavano festosamente o nervosamente tra la stanchezza che cominciava a farsi sentire. Essi, tuttavia, non avevano visto la lepre, la quale essendo piccola e veloce sfuggiva alla attenzione dei più. Uno alla volta i cani, stanchi ed affannati, si fermarono assottigliando, di momento in momento, il gruppo. A loro, non bastava più l’aver sentito il primo cane abbaiare ed averlo visto correre. Non avevano motivo per continuare nella fatica. Solo il primo cane, quello che sapeva di inseguire la lepre, continuò la corsa, nella determinazione di raggiungere la preda, il suo obiettivo.

  3. definizioni • Rispondere • Responsabilità

  4. definizioni rispondereant. respondere • 1 Parlare o scrivere facendo seguito a una domanda o a una richiesta: non hai ancora risposto alla mia domanda; r. in ritardo; r. al telefono, a una chiamata; r. con precisione, evasivamente‖ Rispondere all'appello, dicendo “presente”, alzandosi in piedi, alzando la mano e sim.; fig. partecipare a un'iniziativa per la quale è stato richiesto l'aiuto di tutti: per il soccorso ai terremotati in molti risposero all'appello‖ Rispondere a tono, dare risposte appropriate; fig. ribattere energicamente a una provocazione verbale: così strafottente, merita che gli si risponda a tono‖ Rispondere per le rime, usando le stesse rime che ha usato l'interlocutore; fig. replicare vivacemente, senza riguardi e senza reticenze • 2 Emettere un segnale non verbale in risposta a un qualunque tipo di messaggio: rispose con un sorriso‖ Dell'eco, risonare

  5. definizioni responsabilitàant. risponsabilità 1 L'essere responsabile: ti senti di prenderti questa r.?; la r. del disastro ricade su tutti voi; volle assumersi la r. dell'impresa; declinare ogni r.‖ Senso di responsabilità, consapevolezza dei propri doveri, comportamenti, gesti, e delle loro conseguenze: in questa circostanza ha mostrato scarso senso di r. • 2 estens. Colpa: la r. dell'incidente è sua

  6. La costruzione storica della responsabilità • Il termine responsabilità assume un ampio spettro di significati, a seconda delle branche dello scibile in cui lo si consideri. • È un vocabolo centrale nella filosofia morale, nel diritto, nelle scienze sociali in genere, e perfino nel linguaggio aziendale corrente (sotto questo profilo, in realtà, il senso del termine è assai peculiare, poiché infatti può essere normalmente ritenuto sinonimo di "direzione", "essere preposti a qualche ufficio", e simili). Occorre anche avvertire che - specie nel diritto commerciale e nell'indicare i vari tipi legali d'impresa - spesso "responsabilità" significa potenziale assoggettamento di un patrimonio all'azione esecutiva da parte di un creditore il cui diritto soggettivo ad una prestazione sia rimasto insoddisfatto. In quest'accezione, "responsabilità" può essere utilmente confrontata con la nozione di autonomia patrimoniale.

  7. La deontologia, o etica deontologica, può essere intesa come l'insieme di teorie etiche che si contrappone al consequenzialismo. Mentre il consequenzialismo determina la bontà delle azioni dai loro scopi, la deontologia afferma che fini e mezzi sono strettamenti dipendenti gli uni dagli altri, il che significa che un fine giusto sarà il risultato dell'utilizzo di giusti mezzi. • Il più famoso deontologo è stato, probabilmente, Immanuel Kant (1724 - 1804). Il suo imperativo categorico (diviso in tre differenti formulazioni) determina un insieme di principi universali attraverso cui può essere giudicata la bontà delle azioni. Il nome "deontologia" deriva dal greco "deon" che significa "dovere". L'obiettivo di Kant nella formulazione della deontologia era stabilire un sistema etico che non dipendesse dall'esperienza soggettiva ma da una logica inconfutabile. Quindi, la correttezza etica di un comportamento sarebbe un dovere assoluto e innegabile, alla stessa maniera in cui nessuno potrebbe negare che due per due fa quattro.

  8. Kant assegna alla logica, quindi, attraverso l'imperativo categorico il dovere di determinare la correttezza o meno di un'azione. Esso si fonda sull'idea della massima che divenuta universale contraddice sé stessa. L'esempio adatto è quello di chi si rifiuta di aiutare gli altri, perché è indifferente alle loro sorti. Kant, in questo caso, ci dice che un mondo in cui ognuno pensi solo alla propria felicità è coerentemente immaginabile; Kant, tuttavia, ci mostra come una volontà che istituisse questo principio si auto-contraddirebbe, poiché ogni singolo perderebbe la possibilità di essere soccorso nel momento del bisogno e questo non è razionalmente desiderabile da alcuno.

  9. La deontologia professionale consiste nell'insieme delle regole comportamentali, il cosiddetto "codice etico", che si riferisce in questo caso ad una determinata categoria professionale.

  10. Il principio responsabilità, dal titolo di un libro di Hans Jonas, è il principio cardine di un'etica razionalista applicata in particolare ai temi dell'ecologia e della bioetica.

  11. Ne "Il Principio Responsabilità" ("Das Prinzip Verantwortung"), edito nel 1979, Hans Jonas approda alla necessità di applicare il principio di responsabilità ad ogni gesto dell'uomo che "deve" prendere in considerazione le conseguenze future delle sue scelte e dei suoi atti. Dopo la crisi della razionalità etica provocata dalle elaborazioni di Friedrich Nietzsche si registra nel pensiero del XX secolo l'esigenza di restituire l'etica alla plurale concretezza del mondo e della vita, osservando che la ricerca di principi universali condiziona le decisioni e le scelte sull'ambiente, sull'economia, sulla comunicazione e, in sintesi, sulla vita del genere umano.

  12. Tale esigenza, che porta ad una ripresa dell'universalismo kantiano e dell'idea di "dovere" quale fondamento della morale, si rinviene nel pensiero e negli scritti di Hans Jonas, "teorico dell'etica della responsabilità", che elabora, così come Weber, un concetto di etica orientata al futuro. Hans Jonas inserisce la propria proposta teorica nel provocatorio progetto della fondazione dell'etica nell'ontologia, in nome della salvaguardia dell'essere e dell'umanità nell'Universo minacciato dalla tecnica, con le sue conseguenze distruttive sul piano planetario. L'imperativo dell'etica della responsabilità viene così formulato: "Agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana".

  13. Concetto di professione e concetto di responsabilità. Quale rapporto ?

  14. Il concetto di professione secondo i vari approcci

  15. In conclusione: • - competenza tecnica esclusiva • - ideale di servizio

  16. competenza tecnica esclusiva • la maturazione della disciplina infermieristica • da professione sanitaria ausiliaria a professione sanitaria

  17. l’ideale di servizio I codici deontologici 1960 1977 1996 patto infermiere – cittadino 1999 17 gennaio 2009

  18. la fondamentale caratteristica di un codice deontologico Deve indicare i principi e i valori professionali quali elementi imprescindibili per la definizione di qualsiasi comportamento professionale Un valore professionale è l’insieme significativo di orientamenti morali, ideali, convinzioni e comportamenti ritenuti importanti da un determinato gruppo di professionisti (Fry, Johnstone, 2004)

  19. Codice deontologico 17 gennaio 2009 Approvato dal Comitato centrale della Federazione con deliberazione n.1/09 del 10 gennaio 2009 e dal Consiglio nazionale dei Collegi Ipasvi riunito a Roma nella seduta del 17 gennaio Il nuovo Codice entrerà in vigore subito dopo la sua "proclamazione" ufficiale al XV Congresso nazionale, che si terrà a Firenze dal 26 al 28 febbraio.

  20. La struttura • Capo I: le definizioni fondanti e i principi etici • Capo II: la coscienza, la promessa etica e la prudenza • Capo III: il rapporto con la scienza, la sperimentazione, il senso del limite personale • Capo IV: la tutela dell’assistito ed il patto sociale • Capo V: il rapporto con i colleghi • Capo VI: la responsabilità e partecipazione sociale • Disposizioni finali

  21. Codice deontologico 2009 Capo I • Articolo 1 • L'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica. • Articolo 2 • L'assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa. • Articolo 3 • La responsabilità dell'infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo. • Articolo 4 • L'infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona. • Articolo 5 • Il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per l'esercizio della professione infermieristica. • Articolo 6 • L'infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione.

  22. Capo II • Articolo 7 • L’infermiere orienta la sua azione al bene dell'assistito di cui attiva le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità. • Articolo 8 • L’infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito. • Articolo 9 • L’infermiere, nell'agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere. • Articolo 10 • L'infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche attraverso l'uso ottimale delle risorse disponibili.

  23. Capo III • Articolo 11 • L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull'esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati. • Articolo 12 • L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito. • Articolo 13 • L'infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all'intervento o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità professionale. • Articolo 14L’infermiere riconosce che l’interazione fra professionisti e l'integrazione interprofessionale sono modalità fondamentali per far fronte ai bisogni dell’assistito. • Articolo 15 • L’infermiere chiede formazione e/o supervisione per pratiche nuove o sulle quali non ha esperienza. • Articolo 16 • L'infermiere si attiva per l'analisi dei dilemmi etici vissuti nell'operatività quotidiana e promuove il ricorso alla consulenza etica, anche al fine di contribuire all’approfondimento della riflessione bioetica. • Articolo 17 • L’infermiere, nell'agire professionale è libero da condizionamenti derivanti da pressioni o interessi di assistiti, familiari,altri operatori, imprese, associazioni, organismi. • Articolo 18 • L'infermiere, in situazioni di emergenza-urgenza, presta soccorso e si attiva per garantire l'assistenza necessaria. In caso di calamità si mette a disposizione dell'autorità competente.

  24. Capo IV • Articolo 19 • L'infermiere promuove stili di vita sani, la diffusione del valore della cultura della salute e della tutela ambientale, anche attraverso l’informazione e l'educazione. A tal fine attiva e sostiene la rete di rapporti tra servizi e operatori. • Articolo 20 • L'infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo nell’esprimere le proprie scelte. • Articolo 21 • L'infermiere, rispettandole indicazioni espresse dall'assistito, ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto della dimensione interculturale e dei bisogni assistenziali ad essa correlati. • Articolo 22 • L’infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione con l’assistito. • Articolo 23 • L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita. • Articolo 24 • L'infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprendere. • Articolo 25 • L’infermiere rispetta la consapevole ed esplicita volontà dell’assistito di non essere informato sul suo stato di salute, purché la mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri. • Articolo 26 • L'infermiere assicura e tutela la riservatezza nel trattamento dei dati relativi all’assistito. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio di dati, si limita a ciò che è attinente all’assistenza. • Articolo 27 • L'infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi. • Articolo 28 • L'infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta del rapporto di fiducia con l'assistito.

  25. Articolo 29 • L'infermiere concorre a promuovere le migliori condizioni di sicurezza dell'assistito e dei familiari e lo sviluppo della cultura dell’imparare dall’errore. Partecipa alle iniziative per la gestione del rischio clinico. • Articolo 30 • L'infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali. • Articolo 31 • L'infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l'opinione del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e sperimentali, tenuto conto dell'età e del suo grado di maturità. • Articolo 32 • L'infermiere si impegna a promuovere la tutela degli assistiti che si trovano in condizioni che ne limitano lo sviluppo o l'espressione, quando la famiglia e il contesto non siano adeguati ai loro bisogni. • Articolo 33 • L'infermiere che rilevi maltrattamenti o privazioni a carico dell’assistito mette in opera tutti i mezzi per proteggerlo, segnalando le circostanze, ove necessario, all'autorità competente. • Articolo 34 • L'infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari. • Articolo 35 • L'infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita all’assistito, riconoscendo l'importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. • Articolo 36 • L'infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita. • Articolo 37 • L’infermiere, quando l’assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato. • Articolo 38 • L'infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall'assistito. • Articolo 39 • L'infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto. • Articolo 40 • L'infermiere favorisce l’informazione e l’educazione sulla donazione di sangue, tessuti ed organi quale atto di solidarietàe sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere.

  26. Capo V • Articolo 41 • L'infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori di cui riconosce e valorizza lo specifico apporto all'interno dell'équipe. • Articolo 42 • L'infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà. • Articolo 43 • L'infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso o comportamento dei colleghi contrario alla deontologia.  • Articolo 44 • L'infermiere tutela il decoro personale ed il proprio nome. Salvaguarda il prestigio della professione ed esercita con onestà l’attività professionale. • Articolo 45 • L’infermiere agisce con lealtà nei confronti dei colleghi e degli altri operatori. • Articolo 46 • L’infermiere si ispira a trasparenza e veridicità nei messaggi pubblicitari, nel rispetto delle indicazioni del Collegio professionale.

  27. Capo VI • Articolo 47 • L'infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l'utilizzo equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale. • Articolo 48 • L'infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o disservizi provvede a darne comunicazione ai responsabili professionali della struttura in cui opera o a cui afferisce il proprio assistito. • Articolo 49 • L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale. • Articolo 50 • L'infermiere, a tutela della salute della persona, segnala al proprio Collegioprofessionale le situazioni che possono configurare l’esercizio abusivo della professione infermieristica. • Articolo 51L'infermiere segnala al proprio Collegio professionale le situazioni in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure e dell’assistenza o il decoro dell'esercizio professionale.

  28. Disposizioni finali • Le norme deontologiche contenute nel presente Codice sono vincolanti; la loro inosservanza è sanzionata dal Collegio professionale. • I Collegi professionali si rendono garanti della qualificazione dei professionisti e della competenza da loro acquisita e sviluppata.

  29. la riconciliazione tra competenza tecnica esclusiva e l’ideale di servizio: Il gesto

  30. Il gesto • Il gesto non è un’azione. E’ qualcosa di più e di diverso. • In ambito assistenziale e sanitario, e proprio in modo esemplare nella quotidianità, il gesto assume valore teorico di guida, indirizzo, senso, e relazione. • Il mondo occidentale ha da tempo dimenticato quanto il gesto possa dire e dare; l’inserimento dei gesti all’interno del panorama teorico completa l’essenza dell’essere. • Il gesto è luogo di senso sia per chi lo effettua e sia per chi lo riceve. • I gesti di assistenza dicono la dignità della persona che abbiamo preso in carico, e danno significato al concetto di alterità.

  31. La persona che riceve un gesto sente la sua dignità sollevarsi, il suo essere persona confermarsi, la sua vita gemere. • Ma il gesto fa nascere dignità anche in chi lo effettua e non solo a chi lo contempla ricevendolo. • Attraverso i gesti non solo si dicono i sensi del vivere ma si costruisce motivazione e organizzazione.

  32. la scienza e la coscienza si incontrano nel gesto

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