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Incontrare l’Altro nella Diversità per costruire Solidarietà

Incontrare l’Altro nella Diversità per costruire Solidarietà. Rel Azionarsi con il “ di Verso ”. PREMESSA. Essere nella Scuola (IRC) ma anche per tutta la scuola (tutti gli alunni).

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Incontrare l’Altro nella Diversità per costruire Solidarietà

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Presentation Transcript


  1. Incontrare l’Altro nella Diversità per costruire Solidarietà RelAzionarsi con il “diVerso”

  2. PREMESSA • Essere nella Scuola (IRC) ma anche per tutta la scuola (tutti gli alunni). • Promuovere progetti educativi per la promozione della dignità della persona umana che sviluppano nei ragazzi l’interesse per l’altro come cittadini liberi e responsabili.

  3. ILPROGETTO o.f. • Il titolo RelAzionarsi con il “diVerso”Azionarsi Verso … per scoprire che la diversità è interessante e feconda. • Favorire la maturazione di atteggiamenti e comportamenti di riconoscimento, rispetto, solidarietà verso persone “altre” da noi. • Riconoscere in sé la capacità di superare pregiudizi e sviluppare risorse di relazione.

  4. ESPERIENZA DI … • ITS Einaudi e Liceo Levi da 15 anni, ora anche Collegio Pio X, Ist. FIlippin e altre scuole. • Coinvolgimento classi Terze, Quarte e Quinte (adesione di 15 - 20 classi per Istituto nello scorso A.S.). • Collaborazione con coop. “Servire” necessaria per l’attuazione.

  5. CON CHI RELAZIONARSI? Terza: persone con disabilità fisiche e psichiatriche (da incontrare nelle cooperative sociali, lavorando assieme). Quarta: l’anziano (nelle attività educative delle case di riposo), il detenuto (“il Carcere a scuola e la scuola in carcere”), se stesso nella malattia (progetto Martina). Quinta: il bambino negli asili, nei nidi e anche in Pediatria (“tirar fuori l’istinto genitoriale” dell’ormai adulto/18enne).

  6. SOGGETTI COINVOLTI Istituto: anche per adesione finanziaria. Collegio docenti: progetto è nel POF, c’è l’incarico ad un docente referente per il progetto. Consiglio di Classe: approva ed individua colleghi accompagnatori. Classe di alunni: l’adesione viene discussa e concordata con i ragazzi. Genitori: un ritorno in occasione dell’incontro generale (ne avete parlato a casa? …). Strutture: naturalmente il progetto è funzionale anzitutto alla socializzazione degli utenti e all’apertura dei servizi verso il territorio (e il mondo giovanile in particolare). Centri e ospiti sono “abituati a queste presenze”.

  7. IN CONCRETO … Al primo incontro (lezione) in classe dell’Anno scolastico si chiede a tutti i ragazzi di fermarsi in aula per sentire la proposta del docente (incaricato dal Collegio!) e decidere se interessa e formalizzare l’adesione. 1 ora Incontri preparatori in aula con il docente (la disabilità, la malattia psichiatrica, garantire assistenza e cura adeguata, opinioni a confronto a partire dal cortometraggio “Il circo della farfalla”). 2 ore

  8. IN CONCRETO … terze Intervento educatori di Servire per mettere in gioco “praticamente” i ragazzi, presentare i centri (tipologia-ubicazione) e assegnare i ragazzi agli stessi (dettagli tecnici: come arrivare, abbigliamento, pasto ecc.). 2 ore Uscita giornaliera (ore 8-16): gli alunni vengono collocati in piccoli gruppi di 3-4 ragazzi per centro (dove spesso sono suddivisi ulteriormente per settori di attività), per evitare che facciano gruppo a sé e siano “costretti” alla relazione con gli ospiti. Verifica-Rielaborazione esperienza 1 ora

  9. IN CONCRETO … costi Contributo di 5 € dai singoli alunni (anche per assicurazione ad hoc), più spese pranzo e trasporto autonomo. La scuola integra costi della coop. Servire. Negli ultimi tre anni per l’Einaudi si è rivelata utile l’adesione al progetto regionale “Giovani cittadinanza attiva e volontariato” (per Comuni e Istituti scolastici … che nella terza edizione di quest’anno promuove esplicitamente anche attività di peer education).

  10. UNA VERIFICA Timori emersi in classe sono stati Superati per il 96% (altri confermati o aggravati) Aspettative rispetto all’esperienza Adeguate 90% (altro male formulate o disattese) Hai provato disagio durante l’esperienza? Poco 53% - Per nulla 42% (altro molto-abbast.) Gli operatori dei centri sono stati di aiuto? Molto-Abbastanza 94%

  11. Hai raccontato a qualcuno la giornata trascorsa? 3 su 500 rispondono a Nessuno Gli altri ne hanno parlato con:

  12. Quale interesse hanno dimostrato? Molto 32% Abbastanza 63% Grado di soddisfazione delle relazioni instaurate Molto 58% Abbastanza 31% … Hai avuto esperienze simili in precedenza? Mai 53%, Una volta 22%, Più volte 20%, Spesso 5%

  13. Alcuni risultati… All'idea di affrontare questa nuova esperienza mi sento…

  14. Ripensando all'esperienza mi sento…

  15. Testimonianze … Nella rielaborazione in classe è molto toccante raccogliere i vissuti dei ragazzi. A volte la loro idea iniziale viene totalmente stravolta dall’incontro con il disabile che non è più qualcuno con dei problemi, ma si rivela una PERSONA CON LA QUALE VIVERE UN’ESPERIENZA SIGNIFICATIVA. “Abbiamo parlato, riso e lavorato insieme a loro, in perfetta sintonia, con nessun problema a relazionarci con loro". "È stata un’esperienza utile, e nel farla abbiamo compreso il vero scopo del lavoro". (‘nobilita l’uomo’)

  16. “l'esperienza trascorsa mi ha fatto capire che devo apprezzare la mia vita per quella che è” “cambierà l'approccio che avrò in futuro con le persone diversamente abili, perché hanno molto da offrire e sono molto buoni” “ho capito che queste persone non sono "diverse" da noi, per certi versi sono anche migliori di alcune persone ritenute "normali"” “mi hanno insegnato che è necessario andare al di là dell'apparenza”

  17. LA DIDATTICA L’Area di competenza propria dell’IRC per questa U.d.A. è di tipo psicologico-esistenziale (le altre sono storico-fenomenologica e biblico-teologica) e riguarda: l’identità personale e l’elaborazione del progetto di vita.

  18. LA DIDATTICA per competenze è da intendersi come capacità di mobilitare le migliori risorse interne (conoscenze, capacità, motivazioni …) per farle interagire con risorse esterne (gruppo classe e gruppo disabili) in rapporto a situazioni sfidanti. A.Porcarelli, IRC e nuove indicazioni nazionali, SEI, Brescia 2013, p. 95.

  19. OBIETTIVO FORMATIVO diRelAzionarsi con il “diVerso”: Azionarsi Verso …per scoprire che la diversità è interessante e feconda. Favorire la maturazione di atteggiamenti e comportamenti di riconoscimento, rispetto, solidarietà verso persone “altre” da noi. Riconoscere in sé la capacità di superare pregiudizi e sviluppare risorse di relazione.

  20. CONSCENZE Le conoscenze riguardano la disabilità e la malattia psichiatrica, i centri occupazionali ed i progetti riabilitativi ed educativi, ma soprattutto le persone: Antonio, Paola, Francesco … che portano su di sé delle disabilità, ma anche Diego, Antonella … che sono educatori nei centri.

  21. ABILITA’ Le abilità consistono nel condividere il lavoro con i disabili e così saper entrare in rapporto con loro … perché l’attività occupazionale è mediatore di relazione tra persone che hanno una pari dignità (e non è poi così difficile scoprirla). Si impara a “prendere per il verso giusto” la persona disabile e anche se stessi (superare le difficoltà percepite).

  22. COMPETENZE come … auto-consapevolezza del cambiamento di sé da parte degli alunni che raccontano ‘stupiti’ le loro scoperte: “non sapevo come fare per relazionarmi, ma è durato mezz’ora …, riconosco che sono persone stupende …, non capisco perché possono esserci pregiudizi verso di loro …, i disabili sono capaci nel lavorare”.

  23. COMPETENZE I ragazzi condividono gli obiettivi di una società che ha fatto scelte culturali (di ispirazione evangelica e tradotte in progetti socio-sanitari) che promuovono la dignità della persona svantaggiata; manifestano disponibilità a tornare a salutare, re-incontrare gli amici … che può svilupparsi in volontariato.

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