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DALLA STORIA EUROPEA A QUELLA REGIONALE...

DALLA STORIA EUROPEA A QUELLA REGIONALE. Il punto di vista. Storico-politico. Tommaso Fiore. Gaetano Salvemini. Giornalistico. Nicola Mascellaro. Introduzione. INTRODUZIONE.

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Presentation Transcript


  1. DALLA STORIA EUROPEA A QUELLA REGIONALE... Il punto di vista Storico-politico Tommaso Fiore Gaetano Salvemini Giornalistico Nicola Mascellaro Introduzione

  2. INTRODUZIONE Dopo esserci occupati della situazione europea e quelle italiana nell'immediato dopoguerra abbiamo voluto analizzare il periodo postbellico nella nostra regione : la Puglia. La nostra attenzione si é soffermata sulle difficoltà economico-sociali e ad illustrarle abbiamo scelto la voce di Nicola Mascellaro, riportata sul giornale locale Corriere delle Puglie trasformatosi nella Gazzetta del Mezzogiorno. Per una riflessione politica che non si limitasse solo all'analisi del difficile presente ma sapesse guardare al futuro abbiamo scelto tr a i tanti testimoni pugliesi, due storici che hanno dedicato tutta la loro vita per l'ideale di una democrazia autentica : Tommaso Fiore e Gaetano Salvemini. INTRODUCTION Après avoir traité l'après-guerre européen et italien on a voulu analyser la situation de notre région : les Pouilles. On s'est focalisé sur les difficultés économiques et sociales en choisissant la témoignage de Nicola Mascellaro, parue sur le journal local « Corriere delle Puglie » qui est devenu, en suite, « Gazzetta del Mezzogiorno ». Pour une réflexion politique qui ne se limite qu'à l'analyse du difficile présent mais qui sait regarder l'avenir, on a choisi parmi les nombreux témoins de notre région, deux historiens qui ont consacré leur vie pour l'idéal d'une démocratie authentique : Tommaso Fiore et Gaetano Salvemini

  3. TOMMASO FIORE Tommaso Fiore (Altamura 7 marzo 1884 - Bari 4 giugno 1973) è stato uno scrittore e politico italiano, molto attento alla questione del Meridione. Si interessa al marxismo, ma saranno il socialismo libertario, l’umanitarismo e il meridionalismo di Salvemini a catturare particolarmente la sua attenzione. Nel 1912 lo incontra, abbracciando la sua ideologia anti-socialista. In lui Fiore vedeva il capo ideale per la guida del partito. Da questo momento si inaugura un periodo di collaborazione con la “Voce Politica” in cui denunciò 'infiltrazione dei gruppi giolittiani durante la mobilitazione civile e la gestione dell'economia di guerra. Nel 1916 partì come volontario sul fiume Isonzo. Nel 1919 tornò nella sua città natale, Altamura, dove divenne sindaco. La sua idea di rinascita sfociò nella promozione del “Partito di Rinnovamento” il quale si rivelò un insuccesso. Secondo Fiore la "questione meridionale" era destinata ad aggravarsi, con il sopravvento del fascismo, così che la difesa del Mezzogiorno veniva a coincidere con la difesa della democrazia. « E dovunque muri e muretti, non dieci, non venti, ma più, molti di più, allineati sui fianchi di ogni rilievo, orizzontalmente, a distanza anche di pochi metri, per contenere il terreno, per raccoglierne e reggerne un po' tra tanto calcare. Mi chiederai come ha fatto tanta gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la Murgia più aspra e sassosa; […] non ci voleva meno che la laboriosità d'un popolo di formiche » Un Popolo di formiche è la cronaca di un viaggio nella storia dei cafoni pugliesi, un reportage in forma epistolare (il cui destinatario era Gobetti), il cui oggetto di osservazione e di cronaca è la Puglia, percepita come “un’espressione archeologica”

  4. TOMMASO FIORE Tommaso Fiore (Altamura, 7 Mars 1884 – Bari, 4 Juin 1973) a été un écrivain et politicien italien, très attentif au problème du Midi. Ceci, avec le socialisme libertaire et l’humanitarisme, remplace son intérêt pour le marxisme. C’est Salvemini qui le fait approcher au problème du Midi. Ils se rencontrent en 1912 et Fiore partage son idéologie antisocialiste. Il pensait qu'il pourrait être un bon chef pour le parti. De ce moment-ci Fiore commence à collaborer avec le journal la «Voce Politica » en dénonçant l'infiltration des groupes de Giolitti pendant la mobilisation civile et la gestion de l'économie de la guerre. En 1916 il part volontairement le long du fleuve Isonzo. En 1919 il revient dans sa ville, Altamura, dont il devient maire. Son idéal de renouveau aboutit à la promotion du « Partito di Rinnovamento », qui se révèle un insuccès. D'après Fiore le problème du Sud se serait aggravée pendant le Fascisme. Ainsi, la défense du Midi coïncidait avec l'échec de la démocratie. « Et partout des murs, pas dix, pas vingt, mais beaucoup plus, alignés sur les flancs de chaque relief, horizontalement, au bout de peu de mètres, afin de contenir le terrain, pour en recueillir et en tenir un peu, parmi beaucoup de calcaire. Tu me demanderas, comment on a fait pour creuser et aligner tellement de pierres. Je pense que cette question aurait effrayé un peuple de géants. Celle-ci est la Murgia la plus aigre ; […] il ne fallait qu'un peuple de fourmis laborieuses. » Un Popolo di formiche est le compte rendu d'un voyage dans l'histoire des « lourdauds » des Pouilles, un reportage épistolaire (les épîtres étaient destinées à Gobetti), qui concernait les Pouilles, perçues comme une « expression archéologique ».

  5. NICOLA MASCELLARO 1919 “ Che ogni soldato, tornando dopo anni a casa, trovi una famiglia senza miseria. Che ogni contadino riprenda il lavoro su di una terra e non maledire il suo sudore sfruttato dai proprietari […]. Che ogni operaio abbia lavoro. Che ogni bambino abbia una scuola. È l’augurio del Corriere alla gente di Puglia il primo giorno del nuovo anno senza guerra. In una parola, auguriamo che in Bari, finalmente ci si svegli e si lavori! Un invito a non disperare di fronte alle miserie lasciate dalla guerra e cominciare con vigore e speranza il lento processo di ricostruzione.” Questa è la speranza di Nicola Mascellaro espressa al termine della guerra descritta nell’articolo della gazzetta del mezzogiorno. “La terra di Puglia dovrà risorgere più ricca e più bella di prima!” Tutta l’Italia è colpita dal disastro economico. Il Direttore del Corriere denuncia tutto ciò di cui la Puglia necessita per la ripresa: case popolari, completamento dell’Acquedotto Pugliese, fognature, un nuovo carcere, un porto commerciale, uno stadio per dar lavoro a molti disoccupati. Il sindaco si attiva e, attraverso un accordo con la Francia, inizia la costruzione del porto con la convenzione del Deposito Franco e l’Acquedotto dal 19 ottobre è ente autonomo. Nonostante questi interventi, la Puglia vive nella miseria, che sarà fra le cause della diffusione del vaiolo e del colera. È un’epoca di ribellione e ci si appella allo Stato affinché assuma il controllo delle proprietà terriere per assicurare l’interesse non solo regionale, ma nazionale. Scrivono per il Corriere giornalisti validissimi che aiutano la ricostruzione civile, sociale ed economica.

  6. NICOLA MASCELLARO 1920 “Inflazione, disoccupazione, l’assenza di un governo capace di imporsi e stabilire ordine e disciplina come va continuamente predicando Azzarita, aprono, non la stagione, ma l’anno delle grandi manifestazioni di piazza, politiche e sindacali. A cominciare le ostilità sono i ferrovieri, i postelegrafonici e i metallurgici. I prezzi si sono quintuplicati e i lavoratori chiedono migliori salari, le otto ore di lavoro per tutti.” Inflazione, disoccupazione, l’assenza di un governo capace di imporsi e stabilire ordine e disciplina predominano in Puglia nel dopoguerra. Ci sono grandi manifestazioni di piazza, politiche e sindacali che però il lucano F.S. Nitti, presidente del Consiglio, non è in grado di fronteggiare ed è costretto a dare le dimissioni. Nel frattempo, le voci sul ritorno di Giolitti si fanno più insistenti nell’Italia. Le vicende politiche non hanno fermato nè la disoccupazione, nè l’inflazione; anzi, l’hanno acuita trasformando la lotta da battaglia sociale a battaglia politica. La violenza non è più contro la presunzione della classe operaia, ma dei partiti. Le piazze sono campi di battaglia tra socialisti e fascisti e le vittime di queste violenze saranno di più al sud che al nord : 3 morti a Canosa, 2 a Ruvo, 3 a Minervino, 4 a Parabita, 9 a Gioia del Colle, 3 a Nardò, 2 a Brindisi e 11 a San Giovanni Rotondo. Il disastro economico provocato dalla guerra ha arretrato la Puglia di trent’anni. Dalla Capitale in giù, gli scioperi e le manifestazioni di operai e contadini, si possono definire lotte per la sopravvivenza.

  7. NICOLA MASCELLARO 1919 “ Que chaque soldat, en retournant chez lui après des années, trouve une famille sans détresse. Que chaque paysan reprenne son travail dans un territoire et ne pas maudire sa sueur exploitée par les propriétaires […]. Que chaque ouvrier ait un travail. Que chaque enfant ait une école. Que chaque orphelin ait une maison. C’est le souhait du Corriere aux gents des Pouilles le premier jour de la nouvelle année après la guerre. En quelques mots , on souhaite que à Bari, enfin on se réveille et on travaille! Une invitation à ne pas désespérer face aux misères laissées par la guerre et commencer avec rigueur et espoir le lent processus de reconstruction.” C’est ça le souhait de Nicola Mascellaro exprimé à la fin de la guerre dont on parle dans l’article de La Gazzetta del Mezzogiorno “ La terre des Pouilles devra renaître plus riche et plus belle qu’ auparavant” Toute l’Italie doit affronter le désastre économique. Le Directeur du Corriere dénonce tout ce dont les Pouilles ont besoin pour la reprise : habitations à loyer modéré, conclusion de l’ Acquedotto Pugliese, égouts, une nouvelle prison, un port commercial, un stade et un travail pour les nombreux chômeurs. Le maire grâce à un accord avec la France, commence la construction du port avec la convention du Deposito Franco e l’Acquedotto à partir du 19 octobre c’est un organisme autonome. Malgré ces événements , les Pouilles vivent dans la misère, qui contribue à la diffusion du variole e du choléra. C’est une époque de rébellion et on fait appel à l’état afin qu’il prenne le contrôle des territoires pour assurer l’intérêt régional et national. Journalistes valides qu'ils ont aidé dans la reconstruction civiel, social et économique et ont aussi écrit pour le Corriere.

  8. NICOLA MASCELLARO 1920 “Inflation, chômage, l’absence d’un gouvernement capable de s’imposer et d’établir ordre et discipline ouvrent l’année des grandes manifestations en place, politiques et syndicales, comme disait Azzarita. Les cheminots commencent les hostilités et les prix sont 5 fois plus hautes et les ouvrier demandent meilleurs salaires et les 8 heures de travail” C’est ce qu'il se passe dans les Pouilles pendant l’après-guerre. Le président du Conseil F.S Nitti n’est pas en mesure de faire face à les manifestations du peuple, donc il est forcé à donner des démissions. En même temps on parle du retour de Giolitti en Italie, et les événements politiques n’ont pas arrêté ni le chômage, ni l’inflation, au contraire ils les ont empiré en transformant la lutte sociale en une lutte politique. La violence n’est plus contre la présomption de la classe ouvrière, mais des partis Les places deviennent des champs de bataille entra socialistes et fascistes, et les victimes de ces violences sont nombreux au sud : 3 morts à Canosa, 2 à Ruvo, 3 à Minervino, 4 à Parabita, 9 à Gioia del Colle, 3 à Nardò, 2 à Brindisi e 11 à San Giovanni Rotondo. Le désastre économique, provoqué par la guerre, a arriéré les Pouilles de 30 ans. Du centre au sud, les grèves et les manifestations des ouvriers et paysans, peuvent etre appeleés luttes pour la survie.

  9. GAETANO SALVEMINI Gaetano Salvemini ( Molfetta, 8 Settembre 1873 – Sorrento, 6 Settembre 1957). Laureatosi in lettere, la sua vocazione più grande si rivelò, però, la politica. Aderì al Partito Socialista Italiano e alla corrente meridionalista; si mostrò sostenitore del suffragio universale e sensibile alla questione del Mezzogiorno; a questo proposito cercò di unire gli operai del nord e i contadini del sud, per la creazione di una proprietà contadina che sostituisse quella dei grandi latifondi. Lottò contro il protezionismo. Per Salvemini le cause dell’arretratezza del Mezzogiorno sono da ricercare nel periodo successivo alla venuta degli Angioini e alle conquiste straniere di cui il Sud fu oggetto. Tali eventi condussero allo sviluppo di una nobiltà feudale che assieme agli invasori, costituiva il maggior elemento di frustrazione. All’interno del suo pensiero non va dimenticata la critica al meridionalismo liberale in cui la funzione dello Stato è limitata pur avendo invece un’importanza fondamentale nel risanamento della situazione del Sud. Nel 1911 lascia a malincuore il P.S.I. e fonda “L’Unità in virtù degli ideali di Mazzini. Partecipa anche al primo conflitto mondiale, combattendo sul Carso e prevedendo la successiva disfatta di Caporetto. Gaetano Salvemini (Molfetta, 8 septembre 1873- Sorrento, 6 septembre 1957). Il prends la maîtrise en lettre, sa plus grande vocation se révèle la politique. Il s’approche au Partit Socialiste Italien et aux idées du sud ; il est pour l’application du suffrage universel et sensible à la question méridional ; à ce propos il tente de réunir les ouvriers du nord et les paysans du sud, pour créer une propriété paysanne qui remplace celle des grands propriétaires. Il lutte contre le protectionnisme. Pour Salvemini on doit chercher les causes de la misère du sud dans la période après la montée des Angioini et après la conquête étrangère. Ces événements amènent au développement d’une noblesse féodale qui avec les envahisseurs est le plus grand élément de frustration. Il critique le libéralisme méridional dans lequel la fonction de l’État est limitée même si il est très important pour guérir la situation du sud. En 1911 il laisse le P.S.I. et fonde « L’Unité » en respectant les idées de Mazzini. Il participe à la première guerre mondiale, combatte sur le front du Carso et prévoie la défaite de Caporetto.

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