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G.F. La Gioconda

G.F. La Gioconda. CORSO DI BASE DI FOTOGRAFIA DIGITALE. G.F. La Gioconda. LA TECNICA. Prima parte. L’obiettivo La messa a fuoco La lunghezza focale La luminosità L’otturatore. LA FOTOCAMERA. Obbiettivi. STABILITA’. FLASH. TEMPI. LUNGHEZZA FOCALE. MESSA A FUOCO. ESPOSIZIONE.

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Presentation Transcript


  1. G.F. La Gioconda CORSO DI BASE DI FOTOGRAFIA DIGITALE

  2. G.F. La Gioconda LA TECNICA Prima parte • L’obiettivo • La messa a fuoco • La lunghezza focale • La luminosità • L’otturatore

  3. LA FOTOCAMERA Obbiettivi STABILITA’ FLASH TEMPI LUNGHEZZA FOCALE MESSA A FUOCO ESPOSIZIONE DIAFRAMMI PROFONDITA’ DI CAMPO

  4. L’ OBIETTIVO DETERMINANTE PER LA QUALITÀ: QUALUNQUE IMMAGINE PASSA ATTRAVERSO L’OBIETTIVO

  5. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formare l’immagine • Mettere a fuoco: rendere nitida l’immagine, ad ogni punto del soggetto deve corrispondere un punto (e non un cerchietto) sul sensore. • UN OBIETTIVO RIESCE A METTERE A FUOCO • CONTEMPORANEAMENTE • SOLO I PUNTI SITUATI SU UN PIANO

  6. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formarel’immagine • Mettere a fuoco: rendere nitida l’immagine, ad ogni punto del soggetto deve corrispondere un punto (e non un cerchietto) sul sensore. • Se il soggetto è più LONTANOl’immagine va a fuoco DAVANTIal sensore

  7. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formare l’immagine • Mettere a fuoco: rendere nitida l’immagine, ad ogni punto del soggetto deve corrispondere un punto (e non un cerchietto) sul sensore. • Se il soggetto è più LONTANOl’immagine va a fuoco DAVANTIal sensore • Per mettere a fuoco devo AVVICINAREl’obbiettivo al sensore N.B. : Se avvicino l’obiettivo al massimo la messa a fuoco è sull’infinito (∞)

  8. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formare l’immagine • Mettere a fuoco: rendere nitida l’immagine, ad ogni punto del soggetto deve corrispondere un punto (e non un cerchietto) sul sensore. • Se il soggetto è più VICINO l’immagine va a fuoco DIETROal sensore

  9. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formare l’immagine • Mettere a fuoco: rendere nitida l’immagine, ad ogni punto del soggetto deve corrispondere un punto (e non un cerchietto) sul sensore. • Se il soggetto è più VICINO l’immagine va a fuoco DIETROal sensore • Per mettere a fuoco devoALLONTANAREl’obbiettivo dal sensore

  10. L’ OBIETTIVO • La messa a fuoco può essere • Fissa • Manuale: si gira una ghiera o si agisce su di un comando finché non si vede l’immagine nitida nel mirino o sullo schermo (possibilità di aiuti; un tempo si andava a stima) • Automatica: ci pensa la macchina. • Scatto singolo: premendo il pulsante di scatto si attiva l’autofocus, quando il soggetto è a fuoco la messa a fuoco si blocca e solo allora la foto viene scattata. Finché il soggetto non è a fuoco la macchina si rifiuta di fotografare. • Scatto continuo, o a inseguimento: premendo il pulsante di scatto si attiva l’autofocus, che non si blocca ma “insegue” il soggetto, la foto viene comunque scattata. • Manuale assistita: si preme il pulsante di scatto, si mette a fuoco manualmente, la foto viene scattata solo quando il soggetto è a fuoco. • Sempresi accende un segnale che indica che la messa a fuoco è stata effettuata. • In alcuni casi può essere utile la messa a fuoco preventiva.

  11. L’ OBIETTIVO • La messa a fuoco può essere • Fissa • Manuale: si gira una ghiera o si agisce su di un comando finché non si vede l’immagine nitida nel mirino o sullo schermo (possibilità di aiuti; un tempo si andava a stima) • Automatica: ci pensa la macchina. ATTENZIONE: la messa a fuoco automatica viene effettuata nel piccolo riquadro delineato al centro del mirino • Posizionarlo sul soggetto • Se il soggetto è decentrato • puntare su di esso il riquadro • premere a metà il pulsante di scatto e tenerlo premuto: si blocca così la messa a fuoco • ricomporre l’inquadratura • scattare premendo a fondo il pulsante • Attenzione alla “sfocatura delle due teste”

  12. L’ OBIETTIVO • La messa a fuoco può essere • Fissa • Manuale: si gira una ghiera o si agisce su di un comando finché non si vede l’immagine nitida nel mirino o sullo schermo (possibilità di aiuti; un tempo si andava a stima) • Automatica: ci pensa la macchina. ATTENZIONE: la messa a fuoco automatica viene effettuata nel piccolo riquadro delineato al centro del mirino • La stessa tecnica può essere usata, in alternativa al modo manuale, per la messa a fuoco preventiva • E anche quando la messa a fuoco automatica fallisce: • soggetto molto uniforme, con scarso contrasto • soggetto a righe verticali • soggetto scarsamente illuminato • soggetto dietro un reticolo • ….

  13. L’ OBIETTIVO • La messa a fuoco può essere • Fissa • Manuale: si gira una ghiera o si agisce su di un comando finché non si vede l’immagine nitida nel mirino o sullo schermo (possibilità di aiuti; un tempo si andava a stima) • Automatica: ci pensa la macchina. IN CASO DI DIFFICOLTA’ NON SCORDARE CHE ESISTE ANCHE LA MESSA A FUOCO MANUALE ATTENZIONE: la messa a fuoco automatica viene effettuata nel piccolo riquadro delineato al centro del mirino ATTENZIONE: talvolta le aree di messa a fuoco sono numerose, distribuite su tutto il campo inquadrato (AF multipunto) • Viene analizzata l'intera scena e sono individuati gli elementi che, verosimilmente, dovranno essere nitidi nella foto. • Il programma sceglie se focheggiare su un particolare o ad una distanza intermedia fra due o più elementi. • E’ possibile impostare manualmente l’area di messa a fuoco

  14. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formarel’immagine • Mettere a fuoco • CARATTERISTICHE • Aberrazioni • Lunghezza focale: • distanza tra il centro ottico dell’obbiettivo e il piano focale quando la messa a fuoco è sull’infinito. Lunghezza focale

  15. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Determinante per il campo inquadrato (angolo di campo) Più la L.F. è lunga più il campo inquadrato è stretto. Più la L.F. è corta più il campo inquadrato è ampio.

  16. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Permette di classificare gli obiettivi in: • Normali • L. focale circa pari alla diagonale del formato: per il 24 x 36 circa 45÷50 mm • Angolo di campo di circa 45 gradi • Visione simile a quella dell’occhio umano

  17. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Permette di classificare gli obiettivi in: • Normali • L. focale circa parialla diagonale del formato: per il 24 x 36 circa 45÷50 mm • Angolo di campo di circa 45 gradi • Visione simile a quella dell’occhio umano • Grandangolari • L. focale inferiorealla diagonale del formato: per il 24 x 36meno di 35 mm • Angolo di campo ampio • Immaginerimpicciolita • Prospettiva allargata, effetti di allontanamento • Primo piano esaltato • Grande profondità di campo

  18. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Permette di classificare gli obiettivi in: • Grandangolari • L. focale inferiore alla diagonale del formato: per il 24 x 36 meno di 35 mm • Angolo di campo ampio • Immagine rimpicciolita • Prospettiva allargata, effetti di allontanamento • Primo piano esaltato • Grande profondità di campo • Normali • L. focale circa parialla diagonale del formato: per il 24 x 36 circa 45÷50 mm • Angolo di campo di circa 45 gradi • Visione simile a quella dell’occhio umano • Teleobiettivi • L. focale superiore alla diagonale del formato: per il 24 x 36 più di 70 mm • Angolo di campo stretto • Immagine ingrandita • Prospettiva schiacciata, effetti di avvicinamento • Isolano il soggetto • Scarsa profondità di campo

  19. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Permette di classificare gli obiettivi in: • Grandangolari • L. focale inferiore alla diagonale del formato: per il 24 x 36 meno di 35 mm • Angolo di campo ampio • Immagine rimpicciolita • Prospettiva allargata, effetti di allontanamento • Primo piano esaltato • Grande profondità di campo • Normali • L. focale circa pari alla diagonale del formato: per il 24 x 36 circa 45÷50 mm • Angolo di campo di circa 45 gradi • Visione simile a quella dell’occhio umano • Teleobiettivi • L. focale superiore alla diagonale del formato: per il 24 x 36 più di 70mm • Angolo di campo stretto • Immagine ingrandita • Prospettiva schiacciata, effetti di avvicinamento • Isolano il soggetto • Scarsa profondità di campo • Zoom • L. focale variabile

  20. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Permette di classificare gli obiettivi in: • Grandangolari • L. focale inferiore alla diagonale del formato: per il 24 x 36 meno di 35 mm • Angolo di campo ampio • Immagine rimpicciolita • Prospettiva allargata, effetti di allontanamento • Primo piano esaltato • Grande profondità di campo 80 cm • Normali • L. focale circa pari alla diagonale del formato: per il 24 x 36 circa 45÷50 mm • Angolo di campo di circa 45 gradi • Visione simile a quella dell’occhio umano • Teleobiettivi • L. focale superiore alla diagonale del formato: per il 24 x 36 più di 70mm • Angolo di campo stretto • Immagine ingrandita • Prospettiva schiacciata, effetti di avvicinamento • Isolano il soggetto • Scarsa profondità di campo 170 cm • Zoom • L. focale variabile 300 cm

  21. L’OBIETTIVO Lunghezza focale grandangolo 300 cm 80 cm normale 300 cm 170 cm tele 300 cm 300 cm

  22. L’OBIETTIVO Lunghezza focale Tele Grandangolo 3 m 0,50 m Grandangolo Grandangolo 3 m 3 m Particolare

  23. L’OBIETTIVO Lunghezza focale NON è la Lunghezza Focale in sé stessa che cambia la resa prospettica del mio obbiettivo,ma il variare della distanza tra la fotocamera ed il soggetto

  24. Monumento con Marco Marco Marco e il monumento Marco con il monumento

  25. L’OBIETTIVO Lunghezza focale • Nelle fotocamere digitali la dimensione del sensore è molto variabile. Diventa quindi difficile capire a quale categoria appartenga un obiettivo. Si parla allora di lunghezza focale equivalente: quale lunghezza focale avrebbe un obiettivo per il 35 mm di pari caratteristiche. • I sensori registrano con più difficoltà delle pellicole i raggi che provengono lateralmente. Si aggiungano le difficoltà costruttive per focali molto corte. I grandangoli spinti per digitale sono disponibili solo per fotocamere con sensori abbastanza grandi. Si può ovviare in parte facendo più riprese in sequenza e unendole in sede di fotoritocco. • ATTENZIONE – Lo zoom digitale è solo fumo negli occhi. Semplicemente taglia le zone periferiche dell’immagine eliminando pixel: è come se si fotografasse ad una risoluzione inferiore. Migliori risultati con fotoritocco.

  26. L’ OBIETTIVO • FUNZIONI • Formare l’immagine • Mettere a fuoco • CARATTERISTICHE • Aberrazioni • Lunghezza focale • Luminosità: capacità dell’obiettivo di far passare la luce dall’esterno all’interno della fotocamera.

  27. L’ OBIETTIVO 50 200 1 4 = 1:4 = f4 = Luminosità Capacità dell’obiettivo di far passare la luce dall’esterno all’interno della fotocamera. DIPENDE DAL RAPPORTO TRA DIAMETRO UTILE E LUNGHEZZA FOCALE quante volte il diametro dell’apertura attraverso cui passa la luce sta nella lunghezza focale 1 2 25 100 1 4 50 100 f2 = 1:4 = f4 = = = ½ = 1:2 = Espressa come rapporto: 1/4 - 1/5,6 - 1/22 (oppure 1:4 - 1:5,6 - 1:22) o dal numero f 4 – 5,6 – 22

  28. L’ OBIETTIVO = = 1 2 25 100 1 4 50 100 = ½ = 1:2 = f2 = 1:4 = f4 = 50 200 1 4 = 1:4 = f4 Luminosità Capacità dell’obiettivo di far passare la luce dall’esterno all’interno della fotocamera. DIPENDE DAL RAPPORTO TRA DIAMETRO UTILE E LUNGHEZZA FOCALE quante volte il diametro utile sta nella lunghezza focale espressa come rapporto: 1/4 - 1/5,6 - 1/22; oppure 1:4 - 1:5,6 - 1:22 o dal numero f 4–5,6–22 INFINE, TANTO PER GRADIRE…. • Più il numero f è piccolo più la luminosità è alta (e viceversa) • Se si dimezza il numero f la luminosità si QUADRUPLICA (e viceversa)

  29. L’ OBIETTIVO Luminosità Se si dimezza il numero f non si raddoppia la quantità di luce che passa: la si QUADRUPLICA (e viceversa) f 4 f 2 RADDOPPIANDO IL DIAMETRO SI QUADRUPLICA L’AREA

  30. L’ OBIETTIVO = = 1 2 25 100 1 4 50 100 = ½ = 1:2 = f2 = 1:4 = f4 = 50 200 1 4 = 1:4 = f4 Luminosità Capacità dell’obiettivo di far passare la luce dall’esterno all’interno della fotocamera. DIPENDE DAL RAPPORTO TRA DIAMETRO UTILE E LUNGHEZZA FOCALE quante volte il diametro utile sta nella lunghezza focale espressa come rapporto: 1/4 - 1/5,6 - 1/22; oppure 1:4 - 1:5,6 - 1:22 o dal numero f 4–5,6–22 INFINE, TANTO PER GRADIRE…. • Più il numero f è piccolo più la luminosità è alta (e viceversa) • Se si dimezza il numero f la luminosità si QUADRUPLICA (e viceversa) • A parità di diametro utile la luminosità di un lungo fuoco (tele) è inferiore a quella di corto fuoco (grandangolo) (e viceversa)

  31. LA FOTOCAMERA controlli • Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA • in quantità • (il sensore ha una certa SENSIBILITÀ) • in qualità • Fa passare la luce • Forma l’immagine • La mette a fuoco • Cattura l’immagine • La converte in numeri • La passa alla memoria OTTURATORE SENSORE OBIETTIVO SENSIBILITÀ Quantità di luce necessaria per ottenere un’immagine correttamente esposta. Viene espressa abitualmente in ASA. Raddoppia al raddoppiare del numero di ASA FOTOCAMERA

  32. L’ OTTURATORE Controlla il TEMPO DI POSA (velocità di posa) per quanto tempo la luce va a colpire il sensore I tempi di posa seguono una progressione fissa* 1/8 1/15 1/30 1/60 1/125 1/250 1/500 1 sec. 1/2 1/4 DIMEZZANO ONAIPPODDAR *automatismi e elettroniche possono impostare tempi intermedi

  33. L’ OTTURATORE 1/15 15 1/30 30 1/60 60 125 1/125 1/250 250 1/500 500 Controlla il TEMPO DI POSA (velocità di posa) per quanto tempo la luce va a colpire il sensore I tempi di posa seguono una progressione fissa* Per risparmiare spazio, per una maggiore visibilità sui display e sulle ghiere è d’uso tralasciare lo “1/” e scrivere: Per evitare confusione(!?) se i tempi sono più lunghi di un secondo si usano gli stessi numeri, ma con l’aggiunta del simbolo di secondo (”) Per cui, ad esempio 2 = ½ secondo 2” = 2 secondi

  34. L’ OTTURATORE Controlla il TEMPO DI POSA (velocità di posa) per quanto tempo la luce va a colpire il sensore • Tempi di posa brevi • “Congelano” il movimento • Bloccano soggetti in rapido moto • Tempi di posa lunghi • Mostrano il movimento • Danno l’idea del moto 1/1000 1/15

  35. L’ OTTURATORE Controlla il TEMPO DI POSA (velocità di posa) per quanto tempo la luce va a colpire il sensore ATTENZIONE: Il movimento di cui si parla non è quello proprio del soggetto, ma quello del soggetto relativamente alla fotocamera: cioè come si muove l’immagine sul sensore • L’immagine di un soggetto lontano si sposta poco • L’immagine di un soggetto vicino si sposta molto

  36. L’ OTTURATORE Controlla il TEMPO DI POSA (velocità di posa) per quanto tempo la luce va a colpire il sensore ATTENZIONE: Il movimento di cui si parla non è quello proprio del soggetto, ma quello del soggetto relativamente alla fotocamera: cioè come si muove l’immagine sul sensore • L’immagine di un soggetto lontano si sposta poco • L’immagine di un soggetto vicino si sposta molto • Un tele ingrandisce l’immagine, quindi anche il movimento • Un grandangolo lo rimpicciolisce • Importante anche la direzione del movimento rispetto alla macchina

  37. L’ OTTURATORE Il movimento Situazione migliore per la foto di oggetti in movimento Se l'oggetto si allontana o si avvicina seguendo una traiettoria parallela alla linea di visione del fotografo sarà più semplice bloccarne il movimento, specie se l'oggetto è lontano.

  38. L’ OTTURATORE Il movimento Il movimento in diagonale è più difficileIn questa situazione è più complesso bloccare il movimento del veicolo, specie se si trova vicino al fotografo.

  39. L’ OTTURATORE Il movimento Situazione più difficile Bloccare un oggetto che si muova perpendicolare alla linea di visione dell'obiettivo è molto difficile. Possibile ricorrere al panning

  40. L’ OTTURATORE Il movimento Possibile ricorrere al panning

  41. L’ OTTURATORE Il movimento • Non è importante solo il movimento del soggetto, ma anche quello impresso alla macchina dal fotografo • Respirazione • Piccoli movimenti involontari • Stanchezza delle braccia • Posizioni non adatte • DITO CHE PREME IL PULSANTE DI SCATTO • COME COMPORTARSI? • Impugnare saldamente la fotocamera (importanza del mirino ottico) • Usare un tempo di scatto che sia almeno comparabile alla lunghezza focale dell’obbiettivo in uso • p.es.: l.f. 50mm usare 1/60; • l.f. 135 usare almeno 1/125, meglio ancora 1/250, ecc.) • Assumere posizioni corrette • Trattenere il respiro • Premere dolcemente il pulsante di scatto • Se necessario appoggiarsi ad un muro o a terra • O usare supporti • ESERCITARSI A SCATTARE

  42. G.F. La Gioconda CORSO DI BASE DI FOTOGRAFIA DIGITALE ALLA PROSSIMA • con • Il diaframma • La profondità di campo • Il bilanciamento del bianco • Altre regolazioni

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