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TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE

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TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE

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Presentation Transcript


    1. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE In alcuni casi, come abbiamo visto, non è solo l’attenzione a mantenere in vita il comportamento negativo. Talvolta, la gratificazione (cioè il rinforzo) è presente nella situazione stessa

    2. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE - ESEMPIO N. 1 Mariella è una bimba che ama molto disegnare con i pennarelli. Tuttavia, certi giorni si diverte particolarmente a colorare e a scarabocchiare fuori dal foglio, sul piano del tavolo.

    3. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE - ESEMPIO N. 1 La mamma, dopo qualche minuto, riproporrà alla bambina la carta e i pennarelli, magari dicendole: “Adesso disegna, ma solo sul foglio. Se sporchi il tavolo, mi riprendo il pennarello”.

    4. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE Come si può capire da questo esempio, è molto importante che il comportamento problematico non sia mai seguito da eventi o da conseguenze gratificanti.

    5. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE Per ottenere questo risultato (cioè: perché un comportamento problematico non venga mai gratificato), particolarmente se il comportamento in questione rischia di avere conseguenze gravi, alcuni genitori ricorrono allo stratagemma di allontanare il bambino per qualche minuto, isolandolo, per così dire, da ogni possibile fonte di rinforzo Questa tecnica, che nei paesi di lingua inglese si chiama “Time out ” (si pronuncia “taim aut”; che significa “tempo ad di fuori”, “pausa”, cioè tempo di allontanamento dai rinforzi) può produrre risultati molto buoni, purché si seguano con attenzione alcune regole. Vediamo un esempio

    6. TIME OUT - ESEMPIO N. 1 I genitori di Edoardo sono molto preoccupati. Il loro bambino, infatti, ha iniziato a sviluppare una abitudine piuttosto problematica. Quando non riesce a ottenere quello che vuole, diventa fisicamente aggressivo. Oltre a gridare e a pestare i piedi, dà calci a chi gli sta intorno, e spesso si lancia di peso dando testate nello stomaco di chi gli è a tiro.

    7. TIME OUT - ESEMPIO N. 1 Lo psicologo spiega loro come, in questo caso, potrebbe dare buoni risultati la tecnica del time out. “Vedete – spiega lo psicologo – se vogliamo che Edoardo modifichi il suo comportamento, dobbiamo fargli capire attraverso i fatti che questo modo di agire non gli procura nessun vantaggio”.

    8. TIME OUT - ESEMPIO N. 1 I genitori di Edoardo organizzano il proprio intervento. Tolgono dalla stanza del bambino tutti i giocattoli e gli oggetti che potrebbero rendere divertente il periodo trascorso in camera, iniziano a seguire i suggerimenti dello psicologo.

    9. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE Attenzione: nonostante l’apparente somiglianza, il time out non è una punizione come il mandare fuori dalla porta o nello stanzino buio. Qui, lo ripetiamo, lo scopo dell’allontanamento è solo quello di impedire che un comportamento problematico venga in qualche modo rinforzato. La componente punitiva (sgridate, grida, sculacciate, scapaccioni ecc.) è completamente assente, oltre che essere caldamente sconsigliata in generale Si è visto, infatti, che l’uso della punizione difficilmente riduce in modo stabile il comportamento problematico, e per di più aumenta il livello di ansia, di nervosismo e spesso di aggressività, nel bambino punito

    10. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE È invece importante, nell’uso del time out, tenere presenti alcune regole-chiave: Si spiega al bambino cosa non deve fare, e quale sarà la conseguenza delle sue azioni. Una spiegazione adeguata può essere: “Non devi picchiare la mamma; se la picchi, vai in camera tua per 5 minuti”. Il tutto va esposto in modo semplice e chiaro, come un dato di fatto, senza recrimizioni né lamentele. Può essere utile ricordare al bambino (sempre in modo conciso) che cosa succederà se lui si comporta male, prima che egli abbia l’occasione di dare un pugno o una testata.

    11. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE È invece importante, nell’uso del time out, tenere presenti alcune regole-chiave: Nel momento in cui si presenta il comportamento problematico, è importante limitarsi a dire : “Hai dato un pugno alla mamma: vai in camera tua”. A questo seguirà un’azione “neutra” e decisa al tempo stesso: se necessario il bambino verrà accompagnato in camera sua, senza discutere con lui, guardando fisso in avanti e usando solo quel tanto di contatto fisico necessario perché il bambino obbedisca. Se il bambino protesta, fa i capricci o cerca di scappare, bisognerà ignorarlo per quanto possibile, o guidarlo nuovamente nella sua stanza (o in un altro posto dove non può essere rinforzato

    12. TOGLIERE LE CONSEGUENZE POSITIVE È invece importante, nell’uso del time out, tenere presenti alcune regole-chiave: Quando è scaduto il periodo stabilito, è sufficiente dirgli: “Adesso puoi uscire”. Dopo di che, ogni comportamento adeguato deve diventare motivo di gratificazione da parte dei genitori o degli educatori. Non dimenticate!: la tecnica del time out richiede in ogni caso un certo grado di restrizione fisica. Per questo motivo va usata solo per comportamenti realmente gravi, particolarmente se questi risultano pericolosi per il bambino e per le persone che gli stanno intorno. Per lo stesso tipo di ragione, il time out va usato in modo molto controllato, cioè verificando con grande cura se con il tempo avviene una diminuzione del comportamento problematico; in caso contrario la procedura va sostituita con un’altra, o con una combinazione di diversi interventi

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