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ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI. Rischi dovuti all'esposizione a particelle solide (polveri, fibre, fiumi) attraverso inspirazione, contatto cutaneo, ingestione. Principali patologie:

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  1. ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info

  2. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi dovuti all'esposizione a particelle solide (polveri, fibre, fiumi) attraverso inspirazione, contatto cutaneo, ingestione. • Principali patologie: • Silicosi - Asbestosì -Pneumoconiosi da polveri inerti – • Asma professionale - Alveoliti allergiche (polmone del contadino) – • Bronchite cronica - Enfisema polmonare

  3. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi dovuti all'esposizione a gas e vapori per via respiratoria. Principali patologie e agenti: Broncopneumopatie da irritanti, come Acidi, Alcali, Aldeidi, Isocianati, Metalli, Ossidi, Perossidi, Ozono, Terpeni

  4. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi dovuti all'esposizione ad altri agenti chimici per via respiratoria. Principali patologie e agenti: intossicazioni e patologie professionali sistemiche: Epatopatie (farmaci, alcool, CCl4, tricloroetilene, CUS04, fosforo) – Emopatie da: metalli (Pb, Hg, As, Cd), S02, gas nitrosi, HN03, Nitrati, Cromati, Arsina, Sostanze organiche (Derivati del benzene , toluene, xilene e composti, anilina e derivati, fenolo e derivati, naftalina e omologhi, cloroderivati, idrocarburi alifatici, tricloroetilene, CCI, cloroderivati, idrocarburi ciclici e aromatici, idrocarburi tecnici quali kerosene e acqua ragia, solfuro di carbonio) – Nefropatie: acute (Pb, Hg, CCl4, H2S, glicoli, esteri fosforici), croniche (Pb, Hg, CCI,, Cd, nitrofenoli) – Neuropatie: polineuropatie (Pb, As, metanolo, p­esano, MEK, CS2, organofosforici, tricloroetilene, percloroetilene), psicosindrome organica (Pb. Hg, Mn, CS2, cloruro di metilene, tricloroetilene, percloroetilene, toluene, xilene), encefalopatia (Hg, Mn, CS2), sindrome cerebellare (Hg,- solventi organici)

  5. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi dovuti all'esposizione ad altri agenti chimici per ingestione Principali patologie e agenti: Acute: Ulcerazioni caustiche a vari livelli (acidi, alcali), Gastroenteriti acute Croniche: Gastriti, duodeniti, ulcere, Colica saturnina (Pb), Epatopatie (CCI4, cloroformio, trielina, P, As)

  6. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi dovuti all'esposizione ad altri agenti chimici per contatto cutaneo Principali patologie: Dermatiti da contatto (irritante, allergica, mista, complicata) – Orticaria da contatto (locale, generalizzata)

  7. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi di tumori professionali Principali agenti e processi industriali carcinogeni per l'uomo (fonte: IARC): Arsenico, Cromo esavalente, Nichel, Cadmio, Berillio – Asbesto, Silice libera cristallina - Benzene - Ossido di etilene – Cloruro di vinile - Catrame - Nafte - Fuliggini - Radon – Fabbricazione di mobili - Produzione alcool isopropilico – Industria della gomma - Verniciatura

  8. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALIRISCHI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI Rischi da esposizione a rumore Principali patologie: Ipoacusia e sordità da rumore Danni extrauditivi (ipertensione, disturbi, gastroenterici, alterazioni dell'umore e del comportamento, disturbi neurologici)

  9. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI Rischi da esposizione a vibrazioni Principali patologie Chinetosi (frequenze di vibrazione < 2 Hz) Whole body vibration disesases (frequenze fra 2 - 20 Hz): sulla colonna vertebrale (spondilosi, artrosi, degenerazioni discali) – sui muscoli (contrazioni ritmiche involontarie) – sul sistema nervoso (riduzione dei riflessi osteotendinei) – sugli organi interni (acidosi gastrica, ipertensione, alterazioni delle frequenza respiratoria, disturbi visivi) Segmental vibration (> 20 Hz sul sistema mano-braccio): lesioni vascolari (sindrome di Reynaud) - neuropatie periferiche – alterazioni ossee e lesioni osteoarticolari (necrosi del semilunare) – lesioni tendinee (tendiniti, morbo di Dupuytren) – lesioni neurologiche (anomalie del sistema nervoso centrale e periferico)

  10. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI Rischi da esposizione a calore Principali patologie: Sincope da calore - Edema da calore – Tetania da calore - Crampi da calore – Esaurimento da calore - Colpo di calore - Ustioni

  11. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI Rischi da esposizione a freddo Principali patologie: Assideramento - Congelamenti localizzati

  12. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI Rischi da variazioni della pressione barometrica Principali patologie: Iperbaropatie (Otopatie, Sinusopatie, Colpo di ventosa, Sindromi da esplosioni subacquee) – Intossicazioni (da azoto, ossigeno, anidride carbonica) – Malattie da decompressioneMDD(Malattia dei cassoni, Malattia dei palombari, Malattia degli aviatori, Anossia della risalita per apnea)

  13. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici In agricoltura, allevamenti,macelli Principali patologie: brucellosi, carbonchio, leptospirosi,listeriosi, tetano, idatidosi, febbre Q

  14. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici In attività smaltimento rifiuti Principali patologie: epatiti virali, listeriosi, tetano

  15. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per addetti ai cimiteri Principali patologie: epatiti virali, tetano, TBC

  16. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per addetti concia delle pelli,industria tessile Principali patologie: Carbonchio,tetano

  17. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per addetti alle miniere Principali patologie: Tetano, anchilostomiasi

  18. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per operatori sanitari Principali patologie: Epatite B e C, HIV, TBC, rosolia, brucellosi, salmonellosi

  19. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per laboratori microbiologia Principali patologie: Legionellosi, brucellosi, tetano, epatite B e C, HIV, TBC

  20. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per veterinari Principali patologie: Brucellosi,carbonchio, tetano, morva

  21. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per stabulari e laboratori di riscerca veterinaria Principali patologie: Infezioni erpetiche, zoonosi

  22. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione ad agenti biologici per uffici Principali patologie: Legionellosi,

  23. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da movimenti ripetitivi (per sovraccarico biomeccanico, posture incongrue, sforzo eccessivo, elevata ripetitività) Principali patologie: Epicondilite - Epitrocleite – Periartrite scapolo-omerale – Sindrome di De Quervain - Sindrome del tunnel carpale è frequente nei musicisti, nelle signore dedite al cucito e al ricamo, in chi usa molto il mouse o la tastiera del computer e nelle mamme, specie nell'ultimo periodo dell'allattamento, quando il bimbo diventa pesante. In effetti, all'epoca di De Quervain, questa era conosciuta come la malattia delle balie e delle ricamatrici.

  24. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da elettrocuzione (patologia da elettricità) Folgorazione

  25. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti Effetti sia stocastici che graduati: Leucemie – Danni cutanei (eritema, necrosi, ulcerazioni, cancro della pelle) – Depressione immunitaria - Effetti sulle gonadi – Effetti gastroenterici (nausea, gastriti, ulcere) - Cataratta – Radiodermiti

  26. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI Rischi da esposizione a radiazioni ultraviolette Principali effetti: cutanei (abbronzatura, eritema, dermatite, lesioni precancerose, carcinoma della pelle) – oculari (congiuntivite, cheratite, cataratta)

  27. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI Rischi da esposizione a radiazioni infrarosse Effetti oculari (congiuntivite, cataratta)

  28. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI Rischi da esposizione a radiofrequenze e microonde Principali effetti e disturbi: Termici - Oculari: cataratta - Disfunzioni tiroidee – Disturbi neurologici - Interferenza sui pacemakers

  29. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DA ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI Rischi da esposizione a laser Principali effetti: Ustioni corioretiniche - Effetti oculari (cataratta)

  30. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI Rischi dovuti all'utilizzo di videoterminali Principali patologie: Disturbi muscoloscheletrici (Dolori muscolari, Cumulative trauma disorders (CTD), Deviazioni del polso, Abduzione della spalla, Sindrome del Tunnel carpale) – Disturbi oculari (Astenopia, Fotobia, irritazione oculare, visione sfuocata o sdoppiata, Cefalea, astenia tensione, vertigine, Riduzione acuità visiva)

  31. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DOVUTI A CARENZE NELL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Rischi da movimentazione manuale dei carichi Lombalgie acute e croniche (Low back pain) – Artrosi. Cumulative trauma disorders (CTD, RSI (Repetitive Strain Injury ), WMSD (work – relatedmusculoskeletaldisorders)): Morbo di de Quervain - Epicondilite – Sindrome della cuffia dei rotatori - Sindrome del tunnel carpale

  32. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DOVUTI A CARENZE NELL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Rischi da stress Ansia, depressione irritabilità – Malattie psicosomatiche – Disturbi cardiovascolari, respiratori, cutanei, gastroenterici,

  33. LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROFESSIONALI RISCHI DOVUTI A CARENZE NELL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Rischi da mobbing Ansia, depressione - Malattie psicosomatiche

  34. L'ANDAMENTO DELLE MALATTIE PROFESSIONALI IN ITALIA NEGLI ULTIMI ANNI • L'andamento del numero totale di malattie professionali in Italia ha mostrato una continua crescita dagli anni '50 a circa la metà degli anni '70 (per Industria e Servizi, da 4000 denunce nel 1951 a 75.000 nel 1976). • Ha seguito poi una sensibile e costante diminuzione (eccetto che nel periodo subito successivo al 1988) che ha portato il numero di denunce alle circa 25.000/anno attuali. • Nel lungo periodo la diminuzione ha riguardato tutte le malattie tabellate eccetto l' asbestosi polmonare e i tumori, specie da amianto.

  35. MALATTIE DENUNCIATE ALL’INAIL SETTORE AGRICOLTURA le malattie tabellate sono malattie professionali per le quali è valida la presunzione legale d’origine.

  36. MALATTIE DENUNCIATE ALL’INAIL SETTORE INDUSTRIA E SERVIZI

  37. DECRETO DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI DEL 27 APRILE 2004 – PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE N. 134 DEL 10 GIUGNO 2004 • Elenco delle malattie di origine lavorativa per le quali è obbligatoria la denuncia alla Asl, all’Inail e all’Ispettorato del lavoro ai sensi e per gli effetti dell’art. 139 del DPR n. 1177 del 30 giugno 1965 (Testo Unico sull’Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali).

  38. GRUPPI DI MALATTIE • Il recente d. m. 27/4/2004 ha previsto l’elaborazione di tre liste con sette gruppi di malattie per cui è obbligatoria le denuncia: • · Malattie da agenti chimici; • · Malattie da agenti fisici; • · Malattie da agenti biologici; • · Malattie dell’apparato respiratorio non comprese in altre voci; • · Malattie della pelle; • · Tumori professionali; • · Malattie psichiche o psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro. • Le tre liste sono state redatte secondo i criteri suggeriti da A. B. Hill consistenti nei parametri della consistenza, forza, specificità, temporalità e coerenza. • Si arriva così a formulare tre elenchi di malattie: • · Malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità; • · Malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità per la quale non sussistono ancora conoscenze sufficientemente approfondite; • · Malattie la cui origine lavorativa è possibile, ma per le quali non è definibile il grado di probabilità per le scarse evidenze scientifiche

  39. SOSTANZE CANCEROGENE E/O MUTAGENE • Sono da considerare cancerogene e/o mutagene, tutte le sostanze che sulla base dei criteri dettati dall’Unione Europea sono classificabili come cancerogene e/o mutagene di categoria 1 o 2 . • Sono comprese non solo le sostanze classificate ufficialmente nell’Allegato I alla Direttiva 67/548 CEE e successivi adeguamenti, così come vengono recepiti nell’ordinamento legislativo italiano, ma anche quelle etichettate “provvisoriamente” a cura del produttore (fabbricante, importatore o distributore) in mancanza di una classificazione ufficiale, …………………………..

  40. AGENTE CANCEROGENO. Una sostanza viene inserita nella categoria 1 di cancerogenicità in base ai dati epidemiologici; la collocazione nella categoria 2 si basa fondamentalmente sugli esperimenti animali.

  41. MUTAZIONE • è l’alterazione permanente di un tratto o della struttura del materiale genetico di un organismo che provoca un mutamento delle caratteristiche fenotipiche dell’organismo stesso. FENOTIPO =complesso dei caratteri morfologici e funzionali di un organismo risultanti dall’interazione del suo genotipo con l’ambiente

  42. MUTAGENI

  43. ESPOSIZIONE • La valutazione dell’esposizione dei lavoratori deve permettere la loro classificazione in: • potenzialmente esposti; • - esposti. • LAVORATORI POTENZIALMENTE ESPOSTI : il valore di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni risulta superiore a quello della popolazione generale, solo per eventi imprevedibili e non sistematici. • LAVORATORI ESPOSTI: il valore di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni potrebbe risultare superiore a quello della popolazione generale.

  44. DIVIETI PER LAVORAZIONI CON ESPOSIZIONE A CANCEROGENI

  45. VALORE LIMITE • se non altrimenti specificato, il limite della concentrazione media, ponderata in funzione del tempo, di un agente cancerogeno o mutageno nell’aria, rilevabile entro la zona di respirazione di un lavoratore, in relazione ad un periodo di riferimento determinato .

  46. ALLEGATO XLIIISOSTANZE PERICOLOSE - VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE (1) EINECS: Inventario europeo delle sostanze chimiche esistenti (EuropeanInventoryofExistingChemicalSusbstances). (2) CAS: Numero Chemical Abstract Service. (3) mg/m3 = milligrammi per metro cubo d'aria a 20° e 101,3 Kpa (corrispondenti a 760 mm di mercurio). (4) ppm = parti per milione nell'aria (in volume: ml/m3). (5) Valori misurati o calcolati in relazione ad un periodo di riferimento di otto ore. (6) Sostanziale contributo al carico corporeo totale attraverso la possibile esposizione cutanea. (7) Frazione inalabile; se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri di legno presenti nella miscela in questione

  47. Articolo 236 - Valutazione del rischio. • Il datore di lavoro effettua una valutazione dell’esposizione a agenti cancerogeni o mutageni. • Detta valutazione tiene conto, in particolare, • delle caratteristiche delle lavorazioni, • della loro durata e della loro frequenza, • dei quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati, della loro concentrazione, della capacità degli stessi di penetrare nell’organismo per le diverse vie di assorbimento

  48. Articolo 236 - Valutazione del rischio • 4. Il documento di valutazione del rischio, o l’autocertificazione dell’effettuazione della valutazione dei rischi sono integrati con i seguenti dati: •  a) le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o preparati cancerogeni o mutageni o di processi industriali di cui all’ ALLEGATO XLII, con l'indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni; •  b) i quantitativi di sostanze ovvero preparati cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati, ovvero presenti come impurità o sottoprodotti; •  c) il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni o mutageni; •  d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove nota e il grado della stessa; •  e) le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati; • f) le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e le sostanze e i preparati eventualmente utilizzati come sostituti.

  49. Articolo 243 - Registro di esposizione e cartelle sanitarie • 1. I lavoratori sono iscritti in un registro nel quale è riportata, per ciascuno di essi, l'attività svolta, l'agente cancerogeno o mutageno utilizzato e, ove noto, il valore dell'esposizione a tale agente. Detto registro è istituito ed aggiornato dal datore di lavoro che ne cura la tenuta per il tramite del medico competente. Il responsabile del servizio di prevenzione ed i rappresentanti per la sicurezza hanno accesso a detto registro. • 4. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro invia all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro - ISPESL la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore interessato unitamente alle annotazioni individuali contenute nel registro e ne consegna copia al lavoratore stesso. • 5. In caso di cessazione di attività dell'azienda, il datore di lavoro consegna il registro di cui al comma 1 e le cartelle sanitarie e di rischio all'ISPESL. • 6. Le annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1 e le cartelle sanitarie e di rischio sono conservate dal datore di lavoro almeno fino a risoluzione del rapporto di lavoro e dall'ISPESL fino a quarant'anni dalla cessazione di ogni attività che espone ad agenti cangerogeni o mutageni.

  50. Articolo 243 - Registro di esposizione e cartelle sanitarie • 8. Il datore di lavoro, in caso di esposizione del lavoratore ad agenti cancerogeni, • a) consegna copia del registro di cui al comma 1 all'ISPESL ed all'organo di vigilanza competente per territorio, e comunica loro ogni tre anni, e comunque ogni qualvolta i medesimi ne facciano richiesta, le variazioni intervenute; • b) consegna, a richiesta, all'Istituto superiore di sanità copia del registro ; • c) in caso di cessazione di attività dell'azienda, consegna copia del registro all'organo di vigilanza competente per territorio; • d) in caso di assunzione di lavoratori che hanno in precedenza esercitato attività con esposizione ad agenti cancerogeni, il datore di lavoro chiede all'ISPESL copia delle annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1, nonchè copia della cartella sanitaria e di rischio, qualora il lavoratore non ne sia in possesso.

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