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L’esperienza del progetto MeTeO a Palermo Luigi Galvano S.I.M.G. SICILIA

L’esperienza del progetto MeTeO a Palermo Luigi Galvano S.I.M.G. SICILIA. Il servizio sanitario nazionale. La missione dei servizi sanitari è migliorare lo stato di salute della popolazione. Scenario internazionale.

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L’esperienza del progetto MeTeO a Palermo Luigi Galvano S.I.M.G. SICILIA

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Presentation Transcript


  1. L’esperienza del progetto MeTeO a Palermo Luigi Galvano S.I.M.G. SICILIA

  2. Il servizio sanitario nazionale La missione dei servizi sanitari è migliorare lo stato di salute della popolazione.

  3. Scenario internazionale Negli ultimi anni nei sistemi sanitari occidentali, sia a prevalenza privata (di mercato o assicurativa) che a prevalenza pubblica (servizio sanitario nazionale), si è assistito ad una progressiva revisione istituzionale che ha portato ad una riduzione delle differenze fra i due sistemi per effetto di riforme che sono andate nella stessa direzione.

  4. Scenario internazionale E’ un processo generale di riforma del Welfarestate che interessa tutti i servizi pubblici (sanità, scuola, previdenza etc.) e che si propone di mantenere la funzione pubblica di tutela (inItalia per mezzo deiLEA) introducendo elementi di mercato dal lato della produzione dei servizi.

  5. Scenario nazionale In Italia la legge 833/78 istitutiva del SSN e le successive modificazioni ed integrazioni (L.502/92, L.517/93, L.229/99) prevedono gli strumenti per la realizzazione di questo processo attraverso: • convenzioni • autorizzazioni • accreditamenti istituzionali • accordi contrattuali

  6. Collaborazione Partecipativa Si tratta di fare in modo che tutti i soggetti coinvolti nella programmazione da un lato e nell’erogazione dell’assistenza dall’altro devono partecipare all’elaborazione ed alla realizzazione di programmi per il miglioramento della salute affinché si impegnino peradeguare in modo ottimale la strategia dell’offerta alle caratteristiche dei bisogni e della domanda (equità, liste d’attesa), essendo matura la consapevolezza che occorre mobilitare tutti i partners della salute.

  7. Integrazione E’ fondamentale, inoltre, creare le migliori sinergie fra tutti gli attori della sanità attraverso progetti di continuità assistenziale che vedano: l’integrazione fra assistenza territoriale ed ospedaliera e fra servizi sanitari e servizi sociali.

  8. Integrazione-Finalità Ciò per raggiungere le seguenti finalità: • Definire il percorso assistenziale del paziente • Ridurre e/o eliminare pericolosi vuoti assistenziali • Eliminare sovrapposizioni di interventi assistenziali • Trasferire competenze ed esperienze • Coniugare etica e management

  9. Sanità: tendenze La medicina moderna è caratterizzata da un lato dalla progressiva specializzazione degliinterventi (cure di terzo livello) e dall’altro da un forte spostamento della domanda nell’ambito delle malattie croniche e cronicizzate (in forte aumento): ciò contribuisce a porre il problema della continuità assistenziale come tema centrale di discussione sia dal punto di vista strategico che clinico.

  10. Linee guida-PACA Pertanto diventa fondamentale elaborare da un punto di vista culturale e sperimentare da un punto scientifico lineeguida epercorsi assistenziali con al centro la soddisfazione dei bisogni del cittadino.

  11. Sanità e Territorio Nel tentativo di dare risposte alle suddette esigenze il sistema si è arricchito di molte altre componenti rispetto al ricovero ospedaliero e che vede nei servizi territoriali e distrettuali alcune componenti importanti ancorché presenti a macchia di leopardo nel Paese sia nelle strutture che nelle funzioni.

  12. Ruolo MMG All’interno del sistema di cure territoriali la legge assegna al Medico di Medicina Generale (MMG) sia esso di assistenza primaria che di continuità assistenziale un ruolo centrale e di riferimento per dare risposte ai bisogni di salute del cittadino in termini di: • prevenzione e di educazione alla salute • diagnosi • terapia • riabilitazione.

  13. Ruolo MMG Questi compiti stentano a trovare una completa affermazione per varie ragioni: • Eccessivo carico di lavoro burocratico • Isolamento fisico, logistico e culturale • Sbilanciamento della formazione pre-laurea verso la medicina specialistica

  14. Ruolo MMG Molteplici esperienze in America e in Europa hanno tentato di riaffermare la centralità del ruolo del MMG all’interno di una rete di servizi territoriali ma con esito alterno: • Continuing care system in Canada • GP fundholder in Inghilterra • l’assegnazione del budget in Italia con la possibilità della direzione del Distretto al MMG.

  15. Ruolo MMG Tutti questi programmi hanno in comune la caratteristica di integrare sistemi di finanziamento con strategie clinico assistenziali , obbligando tutti gli attori ad impegnarsi secondo l’EBM, nella implementazione di atti professionali che riescano a coniugare gliobiettivi terapeutici con i vincoli economici. E’ necessario, quindi, studiare modelli e procedure che diano piena centralità alla funzione del MMG in un sistema che deve mantenere intatte le diverse peculiarità specialistiche.

  16. Rete dei servizi Un sistema di continuità delle cure, anche alla luce delle moderne tecnologie informatiche, deve essere sviluppato tenendo conto della complessità che il sistema sanitario ha assunto, dando priorità allo sviluppo di una rete di servizi in cui si integrino i singoli percorsi assistenziali per patologia, e sotto la regia di un MMG che si preoccupa di coordinare gli interventi degli altri attori da coinvolgere nel processo assistenziale, ognuno con il proprio ruolo, ma secondo linee di azione coordinate e condivise, oltre dalla partecipazione alle UVG, UVM, UVA, UVP, ADI, SD.

  17. Continuità assistenziale La continuità assistenziale, rimette al centro dell’attenzione problemi di assetto istituzionale, di carattere organizzativo, di rilevanza normativa e contrattuale, di formazione di aggiornamento professionale: essa è l’espressione più concreta e tangibile della capacità del SSN, nelle sue fondamentali articolazioni regionali e locali, di rispondere con un’adeguata e corretta rete di servizi alla domanda di salute e di assistenza da parte del cittadino.

  18. Ruolo Ospedale Peraltro oggi l’Ospedale non è inteso più come struttura bensì esso coincide con la funzione di assistenza ospedaliera, equivalente alla organizzazione di persone, beni e tecnologie che, pur operando nella medesima struttura, producono ed erogano prestazioni richieste da non degenti secondo l’organizzazione dei servizi territoriali.

  19. Ruolo Ospedale Ciò significa che il presidio ospedaliero non costituisce più, in quanto struttura una demarcazione tra ospedale e territorio, ma rappresenta solo un ambito organizzato per lo svolgimento di due distinte funzioni tra le quali si pongono obblighi di continuità assistenziale da intendersi non genericamente, ma come continuità organizzativa.

  20. Premesse Progetto MeTeO Sono state queste le premesse che ci hanno indotto a sperimentare sul campo, una modalità di collaborazione fra ospedale e territorio intorno alla patologiarespiratoria ostruttiva del paziente geriatrico con la finalità di rilevare i punti di forza e i punti critici della rispettive esperienze professionali al fine di creare sinergie e sperimentare soluzioni contestualizzate al proprio ambito lavorativo.

  21. PROGETTO METEO 1a FASE INDAGINE SULLA PREVALENZA DEI DISTURBI RESPIRATORI DELL’ANZIANO IN UN’AREA URBANA Cattedra di Malattie dell’Apparato respiratorio Università degli studi di Palermo * Gruppo SIMG-FIMMG Palermo

  22. Premesse • Sebbene le malattie respiratorie costituiscano la prima causa di morbilità e mortalità nei soggetti anziani nel mondo, i sintomi di queste sono spesso sottostimati (sia dal paziente che dal medico) con conseguente sottodiagnosi. • Questi problemi sono più rilevanti per l’asma bronchiale che costituisce un pericolo per l’anziano che ne è affetto per l’incrementato rischio di mortalità.

  23. Prevalenza dell’asma dell’anziano in differenti studi internazionali

  24. SCOPI • Valutare la prevalenza dei sintomi respiratori in soggetti con età  65 anni. • Valutare i correlati delle diagnosi di malattia ostruttiva cronica con particolare riferimento alle implicazioni terapeutiche. • Stimare i costi sanitari della patologia respiratoria dell’anziano.

  25. Metodi I • L’indagine è stata condotta in collaborazione tra la Clinica Pneumologica dell’Università di Palermo ed un Team di Medici di Medicina Generale iscritti alla SIMG-FIMMG di Palermo. • Sono stati selezionati tutti i pazienti afferenti ai loro elenchi con età  65 anni. • I MMG dopo aver contattato i loro pazienti li hanno invitati presso il loro studio per sottoporli ad un questionario di autovalutazione che esplorava la presenza di sintomi respiratori, consumo di risorse, il ricorso a ospedali o pronto soccorso e i principali dati anamnestici.

  26. Metodi II • Per gli scopi del presente studio la popolazione studiata era costituita da 2242 soggetti afferenti agli elenchi del team dei MMG (12). • Alla fine del reclutamento il campione era costituito da: 1771 soggetti (percentuale di risposta = 78.9% del totale) di età variabile tra 65-103 anni (mediads=74.57).

  27. Distribuzione per età del campione

  28. Distribuzione per sesso ed età ns

  29. Distribuzione dell’abitudine al fumo di sigarette p < 0.0001

  30. Risultati I: I sintomi • La prevalenza dei principali sintomi respiratori variava tra il 15% (affanno con fischi al torace) e il 60% (dispnea da sforzo). • Tutti i sintomi evocativi di bronchite cronica erano significativamente più elevati tra gli uomini rispetto alle donne mentre il contrario si evidenziava per la dispnea. • Circa 1/3 (133) dei soggetti non fumatorie senza precedenti cardiovascolari (n=402) presentava almeno un sintomo respiratorio rilevante ai fini diagnostico-terapeutici (tosse: 11.7%, espettorazione: 7.8%, dispnea:26.6%, fischi al torace: 13.2%).

  31. Prevalenza dei principali sintomi esplorati

  32. Risultati II: La diagnosi • Una pregressa diagnosi di bronchite cronica o enfisema era riferita da 513 soggetti (29.4%), mentre una pregressa diagnosi di asma era stata fatta in 151 soggetti (9.1%). • Tra i soggetti non fumatori, senza malattie cardiovascolari confondenti e senza alcuna diagnosi pregressa di broncopatia: • 80 (20%) presentavano dispnea da sforzo • 20 (6%) presentavano fischi e sibili al torace • 33 (9.7%) presentavano tosse al risveglio

  33. Confronto maschi-femmine sulla pregressa diagnosi di malattie respiratorie p<0.001 ns

  34. Distribuzione dell’età di insorgenza dell’asma riferita dal paziente N°

  35. Prevalenza dell’asma in differenti classi di età %

  36. Prevalenza della diagnosi medica pregressa in soggetti mai fumatori affetti da fischi e sibili al torace

  37. Prevalenza della diagnosi medica pregressa in soggetti mai fumatori affetti da tosse secca e stizzosa

  38. Prevalenza della diagnosi medica pregressa in soggetti mai fumatori affetti da tosse produttiva per tre mesi consecutivi per due anni consecutivi (CIBA)

  39. Risultati III: Terapia e consumo di risorse • Per quanto riguarda il consumo di farmaci solo 270/568 (47.5%) soggetti con tosse al risveglio ne riferisce l’uso. • Solo 271/478 (56.6%) fa uso regolare di farmaci in relazione alla presenza di fischi e sibili al torace. • Il 9.7% (171 sogg.) del campione riferisce un precedente ricorso al pronto soccorso per problemi respiratori e 179 (10.1%) ha trascorso almeno una notte in ospedale. • Infine 111 (6.5%) soggetti riferiscono di aver perso giornate lavorative per problemi respiratori.

  40. Percentuale di soggetti che fanno uso di farmaci respiratori in presenza di sintomi compatibili con la BPCO e di una corretta diagnosi %

  41. Percentuale di soggetti che fanno uso di farmaci respiratori per l’asma in presenza di soli sintomi compatibili e quando sono diagnosticati %

  42. Conclusioni • La prevalenza dei sintomi respiratori nei soggetti anziani abitanti in area urbana è elevata e costituisce un importante impegno per il medico di medicina generale. • La diagnosi di asma è spesso difficoltosa e il medico di medicina generale deve essere consapevole del rischio di sottodiagnosi. • Una corretta diagnosi è alla base di una corretta prescrizione terapeutica e può prevenire il rischio di un’evoluzione sfavorevole.

  43. STUDIO METEO 2a FASE Integrazione ospedale-territorio per l’assistenza agli anziani pneumopatici a Palermo Gruppo SIMG-FIMMG Palermo Cattedra di malattie respiratorie dell’Università di Palermo

  44. Obiettivi: Seconda fase • L’identificazione e l’apposita gestione integrata delle patologie broncoostruttive nella popolazione geriatrica tra Ospedale e Medico di MG.

  45. MetodiSeconda fase I soggetti che hanno compilato il questionario sono stati inviati dal MMG presso l’ambulatorio di Pneumologia Geriatrica della Cattedra di Malattie Respiratorie per una valutazione clinico-funzionale.

  46. Attività specialistica • Esame obiettivo generale • Valutazione funzionale spirometrica • Strumenti di valutazione multidimensionale: • Scheda identità e stato civile e lavorativo • Caratteristiche abitazione • Abitudine tabagica • Disturbi sonno (EPESE) • Comorbidità (Charlson index) • Stato mentale e cognitivo (Mini Mental State) • Depressione (Geriatric Depression Scale) • Barthel index (attività della vita quotidiana) • Questionario di qualità della vita (Saint George’s)

  47. Distribuzione per sesso del campione (170 pz)

  48. Distribuzione della pregressa diagnosi del Campione reclutato

  49. Esposizione al fumo di sigarette

  50. Diagnosi effettuate in ambulatorio (170 pz)

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