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Le parole chiave della didattica lifelong

Le parole chiave della didattica lifelong. Vincenzo Zara Università del Salento. L’apprendimento permanente costituisce attualmente una delle maggiori sfide per le Università italiane

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Presentation Transcript


  1. Le parole chiave della didattica lifelong Vincenzo Zara Università del Salento

  2. L’apprendimento permanente costituisce attualmente una delle maggiori sfide per le Università italiane A differenza di quanto accade per i corsi di studio, le Università godono di notevole libertà nell’organizzazione dei percorsi formativi finalizzati all’apprendimento permanente Il risultato è che a livello nazionale si riscontra unanotevoledisomogeneità, che talvolta genera confusione

  3. Percorsi formativi per l’apprendimento permanente • - Corsi di perfezionamento e di aggiornamento professionale • - Corsi di educazione ed attività culturali e formative esterne, ivi compresi quelli per l’aggiornamento culturale degli adulti, nonché quelli per la formazione permanente, ricorrente e per i lavoratori • (L. 341/90) • durata variabile, non necessariamente organizzati in termini di CFU • Master I e II livello (L. 4/99 – DM 509/99 – DM 270/04) • almeno 60 CFU (un anno accademico)

  4. A chi sono rivolti? • Neolaureati in cerca di prima occupazione • Neolaureati occupati che desiderano implementare le proprie competenze • Adulti lavoratori (laureati e non) che intendono aggiornare le proprie competenze • Adulti lavoratori (laureati e non) che intendono cambiare settore di attività o che intendono arricchire il proprio curriculum con nuove competenze • Dunque… • Il target è composito e presenta svariate esigenze, in gran parte dissimili tra loro • Spesso si tratta di studenti lavoratori con famiglia/figli, che generalmente hanno difficoltà ad assicurare un impegno “full time” nella frequenza dei corsi

  5. Per rispondere ad un’utenza così variegata, è necessario prevedere varie tipologie di master universitario, di corsi di perfezionamento e di corsi di aggiornamento professionale, strutturati in funzione di obiettivi differenti Per esempio, restando solo nell’ambito dei master, potrebbero essere proposti due tipi di percorsi formativi… 1) Master universitari rivolti ai neolaureati 2) Master universitari rivolti a professionistiche lavorano già da diversi anni

  6. I master rivolti a neolaureati dovrebbero assicurare l’acquisizione di specifiche ed elevate competenze professionali utili per un più rapido inserimento nel mondo del lavoro L’organizzazione di questa tipologia di master richiede un significativo spostamento dell’attenzione verso le caratteristiche e le necessità del mondo del lavoro, oltre che una forte integrazione con competenze e professionalità esterne nell’organizzazione ed erogazione del percorso formativo

  7. I master universitari rivolti a professionisti che già da tempo operano nel mercato del lavoro, invece, dovrebbero anzitutto mirare all’aggiornamento delle conoscenze/competenze già possedute dai lavoratori assicurando la non obsolescenza delle stesse e poi svilupparne di nuove… Considerata l’estrema disomogeneità del mercato del lavoro e la notevole molteplicità di figure professionali, analoga grande flessibilità dovrebbe essere assicurata nell’organizzazione di questo tipo di master, oltre che nella erogazione delle corrispondenti attività formative

  8. Concetti generali I master universitari, in ogni caso, devono nettamente distinguersi dai corsi di studio al fine di rappresentare un reale valore aggiunto rispetto ai titoli di I e II livello Infatti, mentre i corsi di studio forniscono le “chiavi di lettura” indispensabili per l’esercizio di particolari attività professionali, i master universitari dovrebbero, invece, permettere l’utilizzo di quelle “chiavi di lettura” in specifici contesti lavorativi sviluppando, o meglio, consolidando, competenze specifiche

  9. Concetti generali E’ quindi necessario proporre percorsi formativi validi e competitivi che effettivamente distinguano la formazione universitaria dalla “selva oscura”della formazione extra-universitaria Esistono infatti Agenzie e Scuole di formazione, Consorzi non universitari per la formazione permanente, Centri e Istituti di studi specializzati, ma anche Business School e Società di consulenza e/o gestione risorse umane che pubblicizzano corsi rivolti a… ….una “ristretta cerchia” di partecipanti intenzionati ad intraprendere, sviluppare o consolidare una brillante carriera nel settore…

  10. Concetti generali Il panorama della formazione permanentein Italia si distingue, dunque, per l’abbondanza di offerta che, purtroppo, non sempre è caratterizzata dalla dovuta trasparenza e dalla necessaria qualità Tutto ciò provoca grande disorientamento per coloro che sono interessati ad intraprendere un percorso di formazione permanente e che si ritrovano sommersi da una quantità stupefacente di opzioni E’ quindi necessaria maggiore responsabilità

  11. Maggiore responsabilità, operativamente, significa… • - Prevedere delle attività formative “vere” che siano mirate a soddisfare realmente la domanda di apprendimento permanente • Esprimere sempre il carico di lavoro richiesto allo studente in termini di “crediti formativi universitari” anche quando non esplicitamente richiesto (corsi di perfezionamento ed aggiornamento professionale, ecc. ecc.) • Declinare le attività formative, espresse in termini di CFU, in nuove tipologie didattiche miranti all’acquisizione di specifiche abilità e competenze da parte dello studente • “Osare” nella collaborazione/raccordo con il mondo del lavoro al fine di sviluppare congiuntamente nuovi strumenti e metodologie finalizzati all’apprendimento permanente

  12. Maggiore responsabilità, operativamente, significa… • Prevedere degli schemi-tipo di ordinamento/regolamento non per creare ulteriori vincoli (non ne abbiamo bisogno!!) ma per richiamare l’attenzione sulla coerenza della filiera: Obiettivi formativi specifici Risultati di apprendimento attesi Attività formative previste • Monitorare continuamente l’efficacia interna e l’efficacia esterna dei percorsi formativi proposti al fine di assicurarne la qualità

  13. Concludendo… Lo sforzo richiesto ai docenti universitari per garantire un apprendimento permanente di qualità è forse ancora maggiore rispetto all’impegno profuso per i corsi di studio di I e di II livello

  14. UNIVERSITY Spostare la competizione dalla quantità alla qualità

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