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ORIENTAMENTO AL LAVORO E PROMOZIONE DELLA CULTURA IMPRENDITORIALE

ORIENTAMENTO AL LAVORO E PROMOZIONE DELLA CULTURA IMPRENDITORIALE. Costantino Formica formicas@tin.it. Mercato del lavoro: generalità Mercato del lavoro: definizione e dati Mercato del lavoro: Sindacati, imprese, istituzioni, salari Mercato del lavoro: l’equilibrio tra domanda e offerta

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ORIENTAMENTO AL LAVORO E PROMOZIONE DELLA CULTURA IMPRENDITORIALE

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Presentation Transcript


  1. ORIENTAMENTO AL LAVORO E PROMOZIONE DELLA CULTURA IMPRENDITORIALE Costantino Formicaformicas@tin.it

  2. Mercato del lavoro: generalità Mercato del lavoro: definizione e dati Mercato del lavoro: Sindacati, imprese, istituzioni, salari Mercato del lavoro: l’equilibrio tra domanda e offerta Dove va l’Europa: QEQ-Quadro Europeo delle Qualifiche (2008) Dove va l’Europa: EUROPEAN QUALIFICATIONS FRAMEWORK (2005) La competenza: definizione Le competenze chiave N. 8 domini di competenze chiave Le competenze di base Metacompetenze I giovani e il mercato del lavoro: strategia, curriculum, colloquio, lingua inglese, comportamenti, flessibilità, autonomia La ricerca del lavoro: il percorso Esemplificazioni Autoimpiego e imprenditorialità: il percorso Esemplificazioni Il programma

  3. E’ un mercato come gli altri: lavoratori = offerta imprese = domanda salari = prezzi occupazione e disoccupazione Mercato del lavoro

  4. Ma anche diverso perchè il lavoro è una “merce” particolare Le istituzioni: sindacati regimi di protezione dell’impiego sussidi di disoccupazione tasse politiche attive del lavoro salari minimi Mercato del lavoro

  5. Definizioni e dati: Lavoratori Imprese Istituzioni i salari L’equilibrio sul mercato del lavoro: Domanda Offerta Equilibrio Mercato del lavoro

  6. Cosa sono e cosa fanno i sindacati? sono associazioni tra lavoratori contrattano salari e livelli occupazionali per conto dei lavoratori congiuntamente contrattano altre condizioni di lavoro Come funzionano in Italia? contrattazione collettiva a livello nazionale per settore industriale l’accordo sindacale è valido per tutti i lavoratori del settore, iscritti e non iscritti Mercato del lavoroLe istituzioni: i Sindacati

  7. Cos’è un regime di protezione dell’impiego? insieme di norme e procedure necessarie per procedere al licenziamento di un lavoratore ispirate dalla necessità di proteggere il lavoratore dal licenziamento ingiusto In Italia: regole diverse per imprese piccole e grandi (15 dipendenti) regole diverse per licenziamenti individuali e collettivi Mercato del lavoroLe istituzioni: protezione dell’impiego

  8. assicurazione contro il rischio di disoccupazione si paga un contributo quando si lavora come “premio assicurativo” si riceve un sussidio (di solito in % del salario precedente) durante i periodi di disoccupazione solitamente durata limitata (poi si passa all’assistenza sociale) Sussidi esistenti: indennità ordinaria indennità speciale (agricoltura e edilizia) mobilità cassa integrazione ordinaria e straordinaria Grande frammentazione → disuguaglianze Mercato del lavoroLe istituzioni: sussidi di disoccupazione

  9. I redditi percepiti dai lavoratori sono sottoposti a prelievo fiscale In aggiunta lavoratori e datori devono pagare le rispettive quote di oneri sociali (pensionistici, assicurativi, etc.) Mercato del lavoroLe istituzioni: tassazione del lavoro

  10. salario lordo e netto imposte personali sul reddito (IRPEF) contributi sociali (a carico del lavoratore o del datore) costo del lavoro = salario lordo + contributi a carico del datore di lavoro cuneo fiscale = differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore; il restante importo è versato al fisco e agli enti di previdenza Mercato del lavoroLe istituzioni: tassazione del lavoro

  11. Corsi di formazione e riqualificazione (Agenzie Regionali per l’Impiego) Contratti di inserimento Apprendistato Sussidi all’imprenditoria giovanile Mercato del lavoroLe istituzioni: politiche attive del lavoro

  12. Retribuzione minima fissata per legge In Italia non esiste (esistono però i minimi sindacali) In alcuni paesi variano per qualifica o settore industriale (Spagna, Portogallo, Germania) o per regione (Stati Uniti) Mercato del lavoroLe istituzioni: salari minimi

  13. Offerta di lavoro I lavoratori “offrono” lavoro  L’offerta di lavoro (OL) ci dice quanti lavoratori vogliono lavorare al salario di mercato  Più è alto il salario più sono gli individui che vogliono lavorare o le ore che ciascun individuo vuol lavorare OL è una funzione crescente del salario Mercato del lavoroL’equilibrio

  14. Domanda di lavoro Le imprese “domandano” lavoro  La domanda di lavoro (DL) indica quanti lavoratori le imprese vogliono assumere al salario di mercato (W)  Più è alto il salario meno le imprese desiderano assumere  DL è una funzione decrescente del salario Mercato del lavoroL’equilibrio

  15. WOL-OFFERTA E WE DL-DOMANDA 0 NE N° lavoratori Affinché le contrattazioni possano aver luogo è necessario che imprenditori e lavoratori siano concordi nell’offrire e domandare la medesima quantità di lavoro ad un dato salario. Il salario che realizza eguaglianza fra domanda e offerta di lavoro è il salario WE e la quantità di lavoro che viene scambiata è la quantità NE. Mercato del lavoroL’equilibrio

  16. Le imprese riducono l’organico in risposta a una diminuzione della domanda dei beni o servizi attraverso: riduzione o blocco del numero di assunzioni (in questo caso diminuisce la probabilità per i disoccupati di trovare un impiego) riduzione del numero di assunzioni associata a un aumento dei licenziamenti Marcato del lavoroFluttuazioni del tasso di disoccupazione sui singoli lavoratori

  17. Contratti collettivi: i salari vengono contrattati tra i sindacati dei lavoratori e delle imprese. La contrattazione collettiva avviene a livello aziendale industriale Nazionale Salari fissati dai datori di lavoro Contrattazioni bilaterali tra datore di lavoro e lavoratori Mercato del lavoroDeterminazione del salario

  18. Il potere contrattuale di un lavoratore dipende da: quanto costoso sarebbe sostituire il lavoratore nel caso di interruzione del rapporto lavorativo quanto difficile sarebbe per il lavoratore trovare un altro lavoro Mercato del lavoroContrattazione

  19. Il potere contrattuale di un lavoratore dipende: dalla natura del lavoro e dalle competenze richieste dalle condizioni del mercato Mercato del lavoroContrattazione

  20. Dove va l’Europa QEQ – QUADRO EUROPEO DELLE QUALIFICHE aprile 2008 Il QEQ fornisce uno schema di riferimento per correlare i sistemi e i quadri di qualifiche dei diversi Paesi. Grazie ad esso aumenteranno la trasparenza e l’accessibilità dei sistemi di istruzione e formazione europei e sarà agevolata la mobilità di lavoratori e studenti. Entro il 2010 i Paesi membri dovranno rapportare i loro sistemi di qualifiche al QEQ. A partire dal 2012, tutte le nuove qualifiche dovranno recare un riferimento al QEQ, di modo che i datori di lavoro e le istituzioni possano identificare le conoscenze, abilità o competenze di un candidato. Il QEQ interessa le qualifiche conseguite in tutti i campi dell'istruzione, compresa l'istruzione generale, l'istruzione superiore e la formazione professionale. Esso è imperniato su otto livelli di riferimento delle qualifiche, da quelle conseguite a conclusione dell'istruzione dell'obbligo (livello 1) a quelle di livello più alto (livello 8: dottorato o equivalente).

  21. Dove va l’Europa • Per assicurare l'efficacia del QEQ tra i diversi sistemi, i suoi livelli si basano sui risultati dell'apprendimento (ciò che un discente sa, comprende ed è capace di fare) più che sugli input dell'apprendimento (durata dell'esperienza apprenditiva, tipo di istituzione formativa, ecc.). • Il riconoscimento dei diplomi e dei certificati in tutta Europa attraverso il QEQ costituisce un tassello essenziale nel processo di raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona, perché favorisce lo sviluppo di un mercato del lavoro europeo e della cittadinanza europea.

  22. Dove va l’Europa EQF - EUROPEAN QUALIFICATIONS FRAMEWORK luglio 2005 «lo sviluppo dell’EQF – e in particolare i livelli di riferimento comuni, con i relativi descrittori – evidenzia come le competenze chiave individuate nell’ambito del processo “Education and Training 2010” giochino un ruolo importante a tutti i livelli di apprendimento e per tutte le qualifiche».

  23. Dove va l’Europa La competenza: definizione generale • La capacità degli individui di combinare, in modo autonomo, tacitamente o esplicitamente e in un contesto particolare, i diversi elementi delle conoscenze e delle abilità che possiedono • Diverse definizioni di questo termine (una ricerca del 2005 ne ha evidenziate almeno una trentina); ma, nella maggior parte dei casi, è data grande importanza alla contestualizzazione, ovvero al fatto che una competenza è tale se attivata in un contesto specifico

  24. Dove va l’Europa • Guy Le Boterf : “Un insieme riconosciuto e provato, delle rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti mobilizzati e combinati in maniera pertinente in un contesto dato” • Michel Pellerey: “Le competenze finali si presentano come un insieme integrato di conoscenze, abilità e atteggiamenti, insieme necessario ad esplicare in maniera valida ed efficace un compito lavorativo” • Rosario Drago: “La competenza è essenzialmente ciò che una persona dimostra di saper fare (anche intellettualmente) in modo efficace, in relazione ad un determinato obbiettivo, compito o attività in un determinato ambito disciplinare o professionale. Il risultato dimostrabile ed osservabile di questo comportamento competente è la prestazione o la performance" Conclusione una persona è in possesso di una competenza quando dimostra di avere le capacità, abilità e conoscenze che gli permettono di svolgere un lavoro, anche articolato, sapendosi districare in quella determinata situazione, attivando e mobilizzando le proprie risorse

  25. Dove va l’Europa In cosa consistono le competenze chiave? «Le competenze chiave rappresentano un pacchetto trasferibile e multifunzionale di conoscenze, abilità e attitudini di cui tutti gli individui hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppopersonale, l’inclusione e l’impiegabilità. Tali competenze devono essere sviluppate entro la fine dell’istruzione/formazione obbligatoria, e devono costituire il fondamento per il successivo apprendimento, come parte dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita».

  26. Dove va l’Europa 8 DOMINI DI COMPETENZE CHIAVE • comunicazione in lingua madre • comunicazione in una lingua straniera • competenze di base in matematica, fisica e tecnologia • competenze digitali • apprendere ad apprendere 6. competenze interpersonali e civiche 7 . intraprendenza (entrepreneurship ) 8. espressione nelle diverse forme culturali

  27. Il quadro italiano sulle competenze di Base Competenze di base «Per “competenze di base” ci si riferisce ai «saperi minimi ritenuti fondamentali per l'occupabilità e per il diritto di cittadinanzaafferenti alle aree dei linguaggi, scientifica, tecnologica e storico-socioeconomica» (glossario EdA dell’INVALSI). In tale glossario si ricorda come il Memorandum CE 30/10/2000 definisce le nuove competenze di base come le «competenze indispensabili alla partecipazione attiva nella società e nell’economia della conoscenza».

  28. COMPETENZE PER LA CITTADINANZA ATTIVA E L’OCCUPABILITA’ GLI STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE DI BASE E TRASVERSALI Filiera Istruzione Formazione Tecnica Superiore Diagnosticare Impresa ed organizzazione Dati e previsioni Informatica base Relazionarsi Rapporto di lavoro Diritto nazionale Inglese base Affrontare Idea impresa Sicurezza e prevenzione Inglese tecnico

  29. LE COMPETENZE TRASVERSALI - ISFOL (1993 e 1998)Concetto di competenza articolato in tre macro categorie: competenze di base competenze trasversali competenze tecnico professionali Le competenze trasversali : fanno "riferimento ad operazioni fondamentali proprie di qualunque soggetto posto di fronte ad un compito lavorativo (e non) sono presenti in tutte le esperienze del soggetto non solo in quelle lavorative non sono connesse specificamente ad una determinata attività o posizione lavorativa" ma entrano in gioco nelle diverse situazioni"e condizionano la possibilità degli individui di esprimere comportamenti professionali <<abili>> o <<esperti>> e di trasferire competenze da un ambito lavorativo ad un altro consentono all'individuo di sviluppare la propria competenza in attività differenti (transfer) si apprendono per via formale, informale, non formale *** possono sempre essere potenziate con appositi percorsi formativi la prima è la base delle altre due, la terza presuppone le altre due. Il quadro italiano sulle competenze

  30. Dove va l’Europa *** • Apprendimento formale, realizzato in istituti d’istruzione e di formazione e finalizzato all’ottenimento di diplomi e di qualifiche riconosciute • Apprendimento non formale che si svolge al di fuori delle principali strutture d’istruzione e di formazione e, di solito, non porta a certificati ufficiali • Apprendimento informale che non è necessariamente intenzionale e può pertanto non essere riconosciuto, a volte dallo stesso interessato, come apporto alle sue conoscenze e competenze. L’apprendimento informale è il corollario naturale della vita quotidiana, ad esso spesso si fa riferimento quale apprendimento derivato dall’esperienza e può, ad un certo grado, essere inteso come apprendimento casuale

  31. Le competenze trasversali sono: diagnosticare le caratteristiche dell'ambiente e del compito", analizzare capire rappresentare la situazione, il problema, se stessi (le risorse che possono essere utilizzate o incrementate all'occorrenza) come condizione indispensabile "per la progettazione e la esecuzione di una prestazione efficace" (abilità cognitive) relazionarsi, "mettersi in relazione adeguata con l'ambiente", le persone e le cose di un certo contesto per rispondere alle richieste (abilità interpersonali o sociali: insieme di abilità emozionali, cognitive e stili di comportamento, ma anche abilità comunicative) affrontare, fronteggiare, "predisporsi ad affrontare l'ambiente e il compito, sia mentalmente che a livello affettivo e motorio", "intervenire su un problema (uno specifico evento, una criticità, una varianza e/o una anomalia) con migliori probabilità di risolverlo", costruire e implementare le "strategie di azione, finalizzate al raggiungimento degli scopi personali del soggetto e di quelli previsti dal compito" Il quadro italiano sulle competenze

  32. Dove va l’Europa Più facile il confronto • Allo stato attuale, un'impresa in Francia può esitare ad assumere, ad esempio, un candidato svedese, perché non capisce il livello dei titoli presentati dallo stesso. Ma una volta che il QEQ sarà pienamente attuato, i certificati svedesi recheranno un riferimento QEQ, ad esempio "QEQ livello 5", consentendo al datore di lavoro francese di interpretare più facilmente il livello cui corrispondono tali qualifiche • Le autorità nazionali e le parti sociali sono al lavoro per attuare il quadro europeo delle qualifiche attraverso un gruppo consultivo QEQ • Grande rilevanza della validazione dell’apprendimento non formale ed informale

  33. Non sanno scrivere un curriculum C’è addirittura chi si fa raccomandare dalla mamma nella lettera di accompagnamento Sono arroganti durante i colloqui di lavoro e aspirano a posizioni dirigenziali fin da subito Non conoscono abbastanza l’inglese per sostenere conversazioni con i colleghi stranieri Hanno difficoltà a lavorare in gruppo, sono poco autonomi e intraprendenti Scambiano un ambiente informale per una riunione fra amici, arrivando a rivolgersi al direttore generale con lo stesso tono con cui parlano al coetaneo stagista I laureati del terzo millennio, così come li rilevano le aziende presso le quali si rivolgono per essere assunti (Cernobbio 29 settembre 2007) I giovani e il mercato del lavoro

  34. L’inglese Viene dato per scontato ma rispetto ai concorrenti europei gli studenti italiano lo conoscono ancora poco. Spesso non sono in grado di sostenere meeting con gli stranieri I giovani e il mercato del lavoro

  35. Curriculum Sono disastrosi. Gli studenti non sanno scrivere un foglio di presentazione e una lettera di accompagnamento . I selezionatori lamentano errori, ingenuità e arroganza I giovani e il mercato del lavoro

  36. Il colloquio Pochi giovani laureati sanno sostenere un colloquio di selezione: molto spesso “vanno nel pallone”, puntano a posizioni troppo alte, non sanno vendersi bene I giovani e il mercato del lavoro

  37. La strategia La maggior parte dei laureati punta a lavorare solo nelle grandi società, sottovalutando l’offerta lavorativa delle piccole e medie imprese dove invece è più facile entrare I giovani e il mercato del lavoro

  38. Comportamenti Molti laureati non conoscono regole del comportamento in azienda, non rispettano i ruoli: si rivolgono al direttore generale come al compagno di tirocinio I giovani e il mercato del lavoro

  39. Flessibilità Hanno poca capacità di rinnovarsi: oggi le aziende richiedono profili professionali flessibili, giovani in grado di ambientarsi velocemente in diversi settori I giovani e il mercato del lavoro

  40. Autonomia Accompagnati nel mondo del lavoro attraverso stage e tutoraggio, i neolaureati sono poco autonomi: non prendono iniziativa personale ma attendono di essere guidati dai colleghi più esperti I giovani e il mercato del lavoro

  41. Guardarsi prima allo specchio L’obiettivo principale della ricerca del lavoro non deve essere “qualsiasi lavoro” ma un “lavoro adatto a se stessi” Occorre autoanalizzarsi per capire chi siamo, come siamo e cosa vogliamo per noi; cercare di riconoscere: Attitudini Interessi Comportamenti e personalità Abilità Valori LA RICERCA DEL LAVORO

  42. 2. Conoscere il proprio mercato del lavoro Informarsi preventivamente Organizzare il proprio tempo: occorre intraprendenza Dove cercare Quotidiani ( Annunci di ricerca di personale in giorni prefissati ) Periodici specializzati ( es. Carriere e Lavoro ) Internet, trasmissioni TV specializzate (es. „Okkupati“) Gazzette Ufficiale Concorsi, nazionale ed europea Altri ( Fogli concorsi pubblici in edicola, visite a datori di lavoro, consultazione amici, pubblicazioni particolari specializzate, ecc. Strategie attive e personalizzate di attacco al proprio mercato del lavoro LA RICERCA DEL LAVORO

  43. 3. Formazione e competenze Premessa Percorso formativo ,“stage”, formazione continua. Formazione professionale Legge quadro n. 845/1978 Regioni: Gestione di risorse nazionali e comunitarie Formazione di primo inserimento (apprendistato) Qualificazione per i giovani Riqualificazione per i lavoratori Specializzazione per i giovani e i lavoratori Aggiornamento per i lavoratori LA RICERCA DEL LAVORO

  44. Formazione professionale A chi è demandata: a) Strutture pubbliche b) Convenzioni con Enti (Agenzia formative accreditate) di emanazione sindacale, imprenditoriale, artigianale, associativo c) Imprese o loro Consorzi d) Cooperative LA RICERCA DEL LAVORO

  45. Formazione professionale La partecipazione ad un corso di formazione professionale comporta il rilascio di un attestato o di una qualifica; questa è riconosciuta dai Centri per l’Impiego che la registrano sui documenti personali; essa pertanto può essere spesa come titolo nei concorsi pubblici; problemi per il riconoscimento per il settore privato Tipologie di formazione professionale Post-qualifica Post-diploma Finalizzata all’assunzione, svolta generalmente dai grandi gruppi industriali (es. ISVOR - FIAT, Procter & Gamble, ENI, ecc. ) Privata a mercato, svolta da Enti particolari (Camere di Commercio, Formez) o da privati qualificati Post-laurea (Master, Scuole di specializzazione) LA RICERCA DEL LAVORO

  46. 4. Promotori di se stessi Lettera di presentazione e curriculum vitae Le regole d’oro da seguire nello stilare il curriculum sono: Sinteticità, completezza, chiarezza, originalità, buona qualità grafico-visiva Le parti standard di un buon curriculum sono: Dati anagrafici, esperienze scolastiche e di studio, conoscenze linguistiche e informatica applicata, esperienze di lavoro professionali, motivazioni ed aspirazioni, altre informazioni (gli standard UE/Europass) LA RICERCA DEL LAVORO

  47. Annunci di ricerca di personale Occorre rispondere solo se si hanno i requisiti richiesti Le candidature standard, inviate a tutti, non servono a nessuno e normalmente, dopo l’irritazione provocata al selezionatore, vengono cestinate. LA RICERCA DEL LAVORO

  48. Colloquio di selezione Importanza dell’aspetto e dell’abbigliamento Atteggiamento iniziale: nè dimesso nè esuberante Dimostrarsi convincenti e motivati Non barare; occorre sempre essere sinceri LA RICERCA DEL LAVORO

  49. Colloquio di selezione Obiettivo principale del candidato: trasmettere un’impressione positiva al selezionatore 1 - Ora, luogo del colloquio e nome del selezionatore 2 - Puntuali al colloquio 3 - Ricordare il nome dell’intervistatore 4 - Non cercare di stringere la mano se l’intervistatore non lo fa per primo. Farlo con energia: una stretta di mano molliccia può fare una cattiva impressione 5 - Prima di sedervi aspettate che si sia seduto il selezionatore o che vi abbia invitato a sedervi 6 - Essere sinceri, non dicendo nulla in contrasto con il curriculum inviato 7 - Mai restare muti, ma parlare in maniera spigliata, dimostrandosi socievoli e padroni di sè LA RICERCA DEL LAVORO

  50. Colloquio di selezione 8 -Essere il più possibile logici e coerenti nel rispondere andando subito al nocciolo del problema che vi viene sottoposto 9 - Dimostrare interesse, meglio se autentico, per l’attività che svolge l’azienda alla quale si va a domandare un posto di lavoro 10 - Non portare mai occhiali con lenti troppo scure 11 - Non parlare mai troppo vicino all’intervistatore 12 - Non sottovalutarsi mai 13 - Non scherzare o raccontare barzellette 14 - Non essere nè troppo formali nè troppo amichevoli LA RICERCA DEL LAVORO

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