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Sintesi della ricerca di Luciano Marangoni coordinatore della ricerca Settembre 2009

“Cooperazione sociale Legacoop in Emilia Romagna. Il posizionamento attuale e le prospettive future”. Sintesi della ricerca di Luciano Marangoni coordinatore della ricerca Settembre 2009. Le imprese cooperative sociali (Legacoop) in Emilia-Romagna.

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Sintesi della ricerca di Luciano Marangoni coordinatore della ricerca Settembre 2009

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  1. “Cooperazione sociale Legacoop in Emilia Romagna. Il posizionamento attuale e le prospettive future” Sintesi della ricerca di Luciano Marangoni coordinatore della ricerca Settembre 2009

  2. Le imprese cooperative sociali (Legacoop) in Emilia-Romagna 220 cooperative > 50% A > 30% B > 20% A+B 120.000 utenti 26.000 lavoratori 700 milioni di ricavi Oggi, nel quadro delle policy regionali, gestiscono con piena responsabilità servizi complessi a favore di anziani, disabili, infanzia. Molte hanno investito in strutture e sono convenzionate con la pubblica amministrazione. Nascono negli anni ’60, per sostenere le politiche di welfare dei comuni, fornendo personale e servizi qualificati a integrazione delle risorse e competenze pubbliche. Al 2005 Valore produzione (milioni) Legacoop Sips A 4,5 1,76 B 1,33 0,69 A+B 1,24 1,33 Costo del lavoro (% VP) Legacoop Sips A 64,1 67,1 B 46,7 39,8 A+B 59,1 59,8 Ebitda (% VP) Legacoop Sips A 3,5 3,4 B 3,3 4,2 A+B 4,1 4,4 Le cooperative Legacoop risultano mediamente più grandi, strutturate e patrimonializzate della media

  3. Il panel dell’indagine sul campo Non è un campione statistico - le cooperative di maggiore dimensione e peso imprenditoriale; - cooperative dotate di potenziale di crescita e di innovazione nei diversi comparti; - cooperative di diverse caratteristiche dimensionali e operative nei differenti comparti; - la presenza territoriale del comparto. 8 di Bologna 4 di Ferrara 4 di Ravenna 4 di Forlì-Cesena 4 di Rimini 4 di Modena 5 di Reggio Emilia 3 di Parma 2 di Piacenza 39 (38) cooperative - 13 A grandi - 11 A piccole - 9 (8) B - 6 A+B 63% dei ricavi 77% del Valore aggiunto 66% dell’ebit 66% del capitale investito 76% del patrimonio netto 74% del capitale sociale Il campione, circa il 20% delle aziende, rappresenta mediamente il 70% del settore L’analisi di correlazione e l’analisi strutturale del campione escludono la presenza nell’insieme del campione e nei singoli comparti di fenomeni distorsivi.

  4. Il mercato regionale: parametri quantitativi Infanzia § 119.000 bambini 0-2 anni § 31.000 bambini in asili nido - 19.000 in nidi a gestione comunale - 5.500 in nidi comunali a gestione coop - 4.700 in nidi privati convenzionati - 1.700 in nidi privati § 6.000 bambini in lista di attesa Minori 3.243 minori in difficoltà 1.691 affidamento extrafamiliare o a parenti 1.552 minori in strutture o comunità Disabili § 150.000 > 65 enni e disabili § 46.000 persone godono di prestazioni assistenziali Anziani § 300.000 > 80 enni § 109.000 non autosufficienti § 90.000 anziani e 18.000 disabili godono di assegno regionale immigrazione § 420.000 stranieri immigrati - 83.000 comunitari - 96.000 carte di soggiorno - 210.000 permessi di soggiorno - 40.000 bambini e ragazzi figli di immigrati (presto cittadini italiani) - 75-80.000 badanti > 50.000 bambini extracomunitari nelle scuole dell’obbligo in regione Salute mentale & dipendenze patologiche § 70.000 adulti e 38.000 minori assistiti in 48 centri della salute mentale § 30.000 utenti Sert (75% droghe, 25% alcool)

  5. Salute mentale e dipendenze patologiche Infanzia e nidi Regione Convenzioni con sanità privata Utenti 96 Comuni Regione Dipendenze Patologiche - SSN § 286 milioni Famiglie § 420 milioni 190 Regione Piano attività Salute Mentale - SSN Regione Salute Mentale - SSN Più 3 milioni/anno di voucher regionali per 3 anni, … Il mercato regionale: parametri economici 10 § 60 milioni a strutture residenziali sociali-sanitarie : 2/3 salute mentale 1/3 dipendenze patologiche 5 35 75 § 420 milioni 238 41 Anziani e disabili Comuni-Ctss Badantato Contributo privato 2.000-2.500 milioni FRNA Minori in difficoltà Disagio sociale e immigrazione 5,14 0,86 18 § 42 milioni Assegni accompagnamento § 42,8 milioni 3 (2,8-3,4) § miliardi di euro 24 36,8 Comuni Comuni

  6. Andamenti economici del panel cooperativo 2004 - 2007 Ricavi Più 39,74% (31,2% defl.) da 305 a 426,3 milioni 39,72% A grandi 43,55% A piccole 42,57% B 32,83% A+B Valore aggiunto Più 37,21% (28,8% defl.) da 226 a 310 milioni 36,55% A grandi 48,46% A piccole 32,59% B 38,44% A+B Costo del lavoro Più 37,9% (29,5% defl.) da 208,4 a 287,4 milioni 37,51% A grandi 48,22% A piccole 38,04% B 31,06% A+B Ebitda Più 18,27% (11% defl.) da 16,9 a 19,9 milioni Dal 5,52% al 4,68% dei ricavi 12,66% A grandi 39,3% A piccole meno 8,17% B 80,7% A+B Risultato netto 1,29% nella media del periodo Da 1,25% del 2004 a 1,06% del 2007 1,06% A grandi 1,35% A piccole 2,86% B 3,92% A+B . Capitale investito Più 48,01% (39% defl.) da 237,7 a 351,8 milioni 51,11% A grandi 45,04% A piccole 32,49% B 30,64% A+B . Patrimonio netto Più 27,02% (19,3% defl.) Da 74,7 a 94,9 milioni Leverage da 3,18 a 3,71 da 3,38 a 4,04 A grandi da 3,41 a 3,54 A piccole da 2,84 a 3,11 B da 2,07 a 2,10 A+B ROI Da 5,19% nel 2005 a 3,69% nel 2007 da 5,25 a 3,52 A grandi da 5,30 a 5,01 A piccole da 6,27 a 2,23 B da 3,73 a 5,46 A+B

  7. Andamenti economici del panel cooperativo 2004 - 2007 Sistema solido e ricavi in netta crescita Sistema imprenditoriale solido che cresce a ritmo sostenuto nel periodo: intorno al 40% (31% a valori deflazionati). Aumenta sensibilmente il valore aggiunto Il valore aggiunto cresce appena meno dei ricavi: di circa il 37% (29% a valori deflazionati). Quasi tutto però assorbito dal costo del lavoro Il costo del lavoro rappresenta circa il 92% del valore aggiunto La capacità di generare cassa resta buona, ma cala in rapporto ai ricavi La capacità di generare cassa aumenta del 18,27% (dell’11% a valori deflazionati), ma passa dal 5,52% al 4,68% dei ricavi. Il risultato netto, nella media del periodo, si attesta all’1,23% dei ricavi, passando però dall’1,25% del 2004 al 1,06% del 2007. Tende a diminuire la redditività Mentre cresce il fabbisogno di capitale Il capitale investito cresce più rapidamente dei ricavi: del 48% (39% a valori deflazionati), segno di un netto rallentamento della rotazione (specie del circolante). Cresce anche il patrimonio netto, ma … Il patrimonio netto cresce del 27% (del 19% a valori deflazionati). Peggiora però per tutti i gruppi il leverage: nell’insieme, passa da 3,18 a 3,71. Il ROI registra il peggioramento Il ROI, sia per effetto del calo della redditività delle vendite, che per effetto della minore rotazione del capitale investito, scende dal 5,19% al 3,69%.

  8. Il portafoglio business delle cooperative : i clienti A 80% pubblico A+B 55% pubblico B 70% privato I clienti pubblici sono: Comuni Asl Asp I clienti privati, nei servizi sociali: 70% famiglie; 30% aziende I clienti negli inserimenti lavorativi: Multiutility; cooperative e aziende private

  9. Il portafoglio business delle cooperative : area geografica e attività A : 60% provincia sede (ma alcune grandi sono fortemente proiettate fuori regione) B e A+B : solo in sede A grandi: > 50% anziani (poi infanzia, disabili, salute mentale) A piccole : 40% anziani, 40% infanzia B : igiene ambientale, pulizie, verde A+B: assemblaggi industriali, stampa, falegnameria Anziani Servizi in struttura : 73% x A grandi; 90% x A piccole Assistenza domiciliare : 20-25% x A grandi Disabili Strutture residenziali : 1/3 x A grandi; 50% x A piccole Strutture diurne : 1/3 x A grandi; 50%x A piccole Domiciliare e altro : 1/3 x A grandi

  10. Il portafoglio business delle cooperative : i contratti di riferimento A : prevalentemente gare (ma per le grandi aumenta l’acquisizione conseguente a investimenti in strutture) A piccole e A+B : molto importante la chiamata diretta B e A+B : convenzionamento diretto A : 50% contratti brevi; 50% medio-lunghi A+B : solo contratti brevi

  11. Il portafoglio business delle cooperative : Consorzi e società operative Pressoché tutte le cooperative aderiscono adalmeno un consorzio Per interloquire con il mercato e fare strategia commerciale Per di fare sistema e fare rete Per fare economie di scala Per promuovere e sostenere gli investimenti Per implementare e diffondere il migliore know how operativo (le best practics)

  12. Il portafoglio business delle cooperative: le società operative di gestione Dieci cooperative A grandi partecipano a 36 società di gestione. Tutte le altre partecipano solo a consorzi In 25 casi su 36 sono note le quote di partecipazione delle cooperative 3 sono al 100% 12 vanno oltre il 50% 2 sono al 50% tondo 5 sono ricomprese tra il 20 e il 50% 3 sono inferiori al 20% Le partecipazioni di maggioranza o § al 100% (> il 60% dei casi) Società che gestiscono un cantiere o una commessa Forte impatto su struttura societaria e organizzativa Spesso società miste pubblico-private … … oppure configurano nuove filiere di servizi integrati Le partecipazioni tra il 20 e il 50% Le partecipazioni di netta minoranza Sono “chip” per andare a vedere know how, gestioni, partner nuovi

  13. L’impatto dei modelli di business sulla struttura degli investimenti A grandi Forte crescita degli investimenti finanziari In società di gestione Che sviluppano direttamente investimenti in strutture (Rsa; asili, ...) Che sviluppano investimenti caratteristici di filiera con altri partners A piccole investimenti fissi per l’80% (gli investimenti finanziari sono limitati alla partecipazione nei consorzi di servizio B e A+B le immobilizzazioni cubano circa il 50% del CI e per l’80-90% sono di tipo materiale La diversa dislocazione delle risorse investite configura la “base reale” di modelli imprenditoriali assai diversi e apre prospettive di differenti traiettorie strategiche sul mercato. Modelli diversi hanno e avranno importanti impatti sulla struttura di governance delle cooperative. Osserva

  14. Il lavoro in cooperativa Nelle cooperative A l’occupazione è femminile. Nelle B è prevalentemente maschile. Nelle A+B donne e uomini sono alla pari Occupazione stabile, femminile, giovane … Molti laureati nelle A nelle B prevale licenza media dell’obbligo. Nelle A+B la licenza media superiore … e di alto profilo scolastico, … Nelle A > il 40% ha meno di 35 anni. Nelle B e A+B, solo uno su quattro appartiene alla fascia d’età più bassa. … divisa a metà tra part time e full time

  15. Il lavoro in cooperativa Notevole stratificazione, ma … Assistenti di base (qualificati e non) e OSS rappresentano il 43% dei lavoratori. Educatori qualificati e insegnanti rappresentano un altro 15% circa. Il turn-over appare come un fenomeno endemico, massiccio, specialmente nelle cooperative A più grandi I ricavi per addetto corrispondono alla vendita di un prodotto-servizio costituto dalle “sole” ore di lavoro

  16. I soci in cooperativa Tutti i gruppi del panel mostrano una consistente crescita della base sociale. Le A grandi con una crescita che sfiora il 20%, crescono più rapidamente. Prevalgono nettamente i soci lavoratori: - sono oltre l’85% nelle A; - sono circa il 66% nelle B; - sono circa il 51% nelle A+B. Nelle B e nelle A+B i soci svantaggiati sono circa il 30%. Fra il 60 e il 70% dei soci risiede nel territorio della provincia di sede. Le cooperative A più grandi aumentano del 50% circa il numero dei soci fuori dai confini dell’Emilia-Romagna (da 1.920 a 2.855)

  17. L’identità e la responsabilità sociale: assi portanti I fattori identitari Il radicamento territoriale (l’appartenenza a una comunità). La competenza e la motivazione del personale; l’impegno per la sicurezza e la qualità del lavoro e dei servizi resi. La responsabilità sociale, il prendersi cura degli altri >>> le persone al centro. La capacità di innovare i servizi e di dare risposta ai bisogni. La trasparenza. La natura mutualistica L’organizzazione democratica L’innovazione Il 40% dispone di una funzione di R&S e di relativo budget. . Metodi e tecnologie per innovare processo di servizio. . Nuovi servizi (contenuti) e nuovi modelli di servizio. . Ruolo imprenditoriale e modello di business. I sondaggi verso la committenza Li fa il 70% delle cooperative Sistematici e continuativi per i 2/3 delle cooperative . La qualità dei servizi resi . La soddisfazione dell’utenza . Nuovi bisogni di committenti e utenti . L’evoluzione delle policy pubbliche I sondaggi verso l’utenza Li fa il 63% delle cooperative 3/4 dei casi son sistematici e continuativi. . I problemi riscontrati nel rapporto con la cooperative . L’ascolto dei bisogni . La raccolta di proposte e richieste di miglioramento del servizio ricevuto Anziani, disabili, Infanzia, minori

  18. L’identità e la responsabilità sociale: la formalizzazione I documenti che formalizzano la mission e l’identità aziendale . 25 Bilancio sociale . 23 Carta dei servizi . 19 Politiche per la qualità . 18 Dichiarazione di missione . 10 Rapporto sociale . 17 Altri (codice etico, carta dei valori …) Il bilancio sociale 27 cooperative redigono il bilancio sociale. 11 non lo redigono. 20 cooperative redigono il bilancio sociale annualmente; le altre con periodicità più lunga o saltuariamente. . Per fare conoscere all’esterno le proprie performance sociali. . Per comunicare una immagine di impresa responsabile. . Per monitorare le proprie performance sociali. . Per creare o consolidare l’identità della impresa sociale (condivisione, appartenenza) 27 cooperative (A e A+B) si propongono di informare gli utenti sui loro propri diritti. . Carta dei servizi . comunicazioni ad hoc . comunicazione verbale degli operatori a loro contatto

  19. Uno sguardo sul futuro e … E fra 3/5 anni? Il 2009: un anno di passaggio? Diffusa e radicata preoccupazione: . Le posizioni conquistate sono minacciate e a rischio. . “è una lotta continua per contenere i costi e mantenere la qualità”. . Una redditività molto dubbia. Ulteriore incremento del volume d’affari, o almeno il suo consolidamento. Pochissime aziende prevedono un calo del giro d’affari. Occupazione ancora in crescita, magari modesta. Pochissime aziende prevedono di ridurre il personale. Calerà però la redditività, o al più si difenderà un risultato positivo. Pochissime aziende prevedono di guadagnare di più. . Non aumenterà, o al più sarà stabile, la domanda pubblica. . Cosa succederà davvero con le ASP? . Anche la domanda diretta dal privato sarà stabile o calante. . Il mercato di sede resterà per tutti strategico, ma tenderà a calare. . Il mercato fuori sede è ancora una incognita, ma il sentimento prevalente è che non aumenterà di tanto.

  20. … sul futuro scenario competitivo: i messaggi principali . Riduzione delle risorse pubbliche per la spesa sociale. . Spostamento del confine tra pubblico e privato. . Maggiore densità e rischiosità del ruolo imprenditoriale del privato: spostamento verso le gestioni dirette. . Netto incremento della pressione concorrenziale (imprese sociali, privati profit, ASP). . Sviluppo di partnership imprenditoriali strategiche interne ed esterne al mondo cooperativo. . Quadro normativo e policy in potenziale cambiamento “di fase”. . L’accreditamento per i servizi “core” resta ancora una incognita. Sul versante del mercato Miglioramento dell’efficienza gestionale e del modello imprenditoriale: > modello di governance > managerialità (gestione e controllo) Capacità di investimento (risorse dirette, finanziatori terzi) Sul versante interno all’impresa . Fare rete . Semplificare - concentrare . Specializzare Sul versante del sistema cooperativo

  21. I nodi principali La tendenza verso il futuro sembra evidenziare: . Limiti nella disponibilità di risorse pubbliche Impatti sul modello ? . Minore marginalità caratteristica . Una ulteriore integrazione con la catena del valore della PA Il modello di business delle cooperative sociali sembra ricalcato sul modello di welfare della regione: le cooperative gestiscono servizi complessi definiti dalle policy pubbliche Fino ad ora ha assicurato buoni risultati: crescita economica, lavoro stabile, solidità patrimoniale, vera utilità sociale. Potranno, le cooperative sociali, aumentare i loro investimenti e la loro rigidità (i loro rischi strategici) senza potere intervenire sulla configurazione del prodotto-servizio? Senza potere agire con maggiore libertà e flessibilità sulla struttura dei costi e dei ricavi? 1 Debbono cercare di passare da una partnership con la PA basata sulla gestione di servizi complessi a una partnership basata sulla definizione dei modelli di servizio, dei contenuti prestazionali, sulla configurazione stessa delle aree di bisogno: ovvero sulla declinazione delle policy pubbliche? 2 Saranno capaci di adottare un approccio fortemente sperimentale e propositivo, di proporre come sistema una strategia di innovazione, di sfruttare diversità e specifiche culture aziendali e allo stesso tempo di fare regia strategica e organizzativa delle politiche e degli investimenti della sperimentazione e innovazione dei modelli di servizio? 3 Potranno contare su un approccio aperto, innovativo e sperimentale della Regione e dei comuni, che forse solo innovando potranno difendere e migliorare l’attuale modello di welfare? 4

  22. Grazie per l’attenzione !

  23. Fonti Ambito anziani e disabili: Regione Emilia-Romagna “utilizzo del FRNA 2007 e programmazione 2008” Regione Emilia-Romagna DGR 1682/2998 “Prima attuazione del PSSR 2008-2010 …” Regione Emilia-Romagna “Rapporto sociale. Ambito anziani” Ottobre 2008 Sito web Regione Emilia-Romagna “Il PSSR della regione Emilia-Romagna 20008-2010” Regione Emilia-Romagna DGR 1206/2007 “Fondo regionale non autosufficienza. Indirizzi attuativi della DGR 509/2007” Regione Emilia-Romagna “Primo piano sanitario sociale 2008-2010. Sintesi Regione Emilia-Romagna DGR 2299/2004 “Piano d’azione per la comunità regionale” Regione Emilia-Romagna Dati e statistiche SIPS Regione Emilia-Romagna. Direzione Generale Sanità e Politiche sociali :vari documenti statistici Ambito infanzia e minori Deliberazione Consiglio regionale Emilia-Romagna del 20/01/ 2005 “Direttiva sui requisiti strutturali e organizzativi dei servizi educativi … “ Crescere in Emilia-Romagna. Secondo rapporto sui servizi e sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza. Le istituzioni del federalismo, n. 3, 2008. Bambini a ragazzi nella legge regionale sulle nuove generazioni (LR 14/2008) Regione Emilia-Romagna DGR 846/2007 Regione Emilia-Romagna, Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza. “Direttiva in merito di affidamento familiare … (DGR 11/07/2007, n, 846) Sito Regione Emilia-Romagna “Regione Emilia-Romagna.it/Infanzia” Regione Emilia-Romagna “Lavorare per bambini e ragazzi nei servizi sociali territoriali. Una indagine sugli operatori dell’Emilia-Romagna” marzo 2009 Sito Cittadinanzattiva.it

  24. Fonti Ambito immigrati Regione Emilia-Romagna. Deliberazione dell’Assemblea regionale del 16 dicembre 2008 “Approvazione del programma 2008-2011 … “ Ambito salute mentale Regione Emilia-Romagna DGR 313/2009 “Piano attuativo salute mentale” Regione Emilia-Romagna DGR 314/2009 “Provvedimenti in ordine … alla materia di sanità penitenziaria … ” Regione Emilia-Romagna DGR 1533/2006 “ … Prevenzione e … contrasto del consumo di sostanze …. “ Regione Emilia Romagna Servizio sanitario regionale. Rapporto 2008 “Dati del sistema informativo dei servizi di salute mentale dell’Emilia-Romagna. Anno 2007” Regione Emilia Romagna Servizio sanitario regionale. Rapporto 2008 sul consumo e dipendenza da sostanze in Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna “Programma regionale dipendenze patologiche” Obiettivi 2008-2010. Regione Emilia-Romagna “Lo stato di avanzamento del progetto regionale demenze al 31/12/2007” Dicembre 2008. Altri documenti – tutti i settori Regione Emilia-Romagna. “Linee di programmazione e finanziamento delle Aziende del servizio sanitario regionale per l’annno 2009”. Direzione sociale della Regione Emilia-Romagna. Piani di zona: rilevazione spesa sociale dei comuni singoli e/o associati. Programmi attuativi 2007.

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