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FESTE E SAGRE

FESTE E SAGRE. Principali appuntamenti. Festa di S.Antonio (17 gennaio). Alla vigilia accensione del tradizionale falò e degustazione di piatto tipico. Uscita prime maschere. Carnevale.

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FESTE E SAGRE

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Presentation Transcript


  1. FESTE E SAGRE Principali appuntamenti

  2. Festa di S.Antonio(17 gennaio) • Alla vigilia accensione del tradizionale falò e degustazione di piatto tipico. Uscita prime maschere

  3. Carnevale • Il Carnevale di Bosa inizia una settimana prima del giovedì grasso con “giogia laldaggiolu” dove le maschere invadono le strade della città alla ricerca “de sa palte ‘e cantare”, ovvero la ricompensa per i loro canti tipici. Il giovedì grasso “giogia de carrasegare” è dedicato alle scolaresche, le quali sfilano per le vie della città con mascherate che si richiamano all’attualità, alla storia ed alle fiabe. Un altro appuntamento importante che di anno in anno ha assunto proporzioni quasi insostenibili per il numero delle persone che vi partecipa, è il “Sabato delle Cantine”.

  4. L’evento si svolge per le vie del Centro Storico dove i proprietari delle cantine ed alcune associazioni offrono da bere e da mangiare. La domenica e il lunedi grasso sono caratterizzati da mascherate che mettono in strada quelle scene del quotidiano; si tratta di un vero e proprio “teatro da strada a sa Osinca”, dove gli attori, attraverso la narrazione di avvenimenti della storia locale, fanno rivivere fatti e situazioni accaduti durante l’anno. Si arriva così all’ultimo giorno, quello del Martedì grasso: questa giornata si divide in due fasi , durante le quali sono protagonisti due diversi tipi di maschere: la mattina la maschera nera del lamento funebre de “S’Attittidu” – la sera quella bianca de “Giolzi”. • “S’Attittidu”, maschera del lamento funebre, rappresenta una donna che esegue il lamento funebre (s’attittidu) e che, poggiando un bambolotto sul seno delle donne, chiede un po’ di latte (unu ticchirigheddu ‘e latte) per tenere in vita il Carnevale che sta morendo. • Alle prime ombre della sera la maschera nera de S’Attittidu viene sostituita definitivamente da quella bianca di “Giolzi” realizzata con indumenti molto semplici, mantello bianco ottenuto da un lenzuolo stretto a faida tra il collo e le spalle ed il capo viene coperto da un cappuccio ottenuto da una federa di cuscino fatta rientrare in un angolo in modo tale che formi una sorta di cuffia. Ogni maschera di giolzi porta con sé un lampioncino di carta oppure un cestino tradizionale in vimini e canne (sa pischedda), all’interno del quale c’è una candela.I gruppi mascherati corrono per le strade sorreggendo un grande pupazzo bianco (Giolzi). Il momento in cui la festa acquista la massima intensità corale è quando, ormai stanchi, si brucia il Giolzi e si festeggia con dei girotondo al ritmo dei “Trallallera”.

  5. I Riti della Settimana Santa • La Settimana Santa si caratterizza a Bosa, come in molti altri centri isolani, in tre momenti di grande partecipazione popolare che si svolgono il martedì, il venerdì e la domenica di Pasqua. • Ogni anno sono tre le componenti fondamentali che concorrono a rinnovarle: la Confraternita di Santa Croce, che cura l’organizzazione delle processioni del Martedì Santo, del Venerdì di passione, e quella conclusiva, della Domenica di Pasqua; il Coro di Bosa, con il suo repertorio sacro; e la folla dei fedeli che partecipa ai sacri riti nelle strade del centro storico e nelle chiese. • Il Coro esegue in tutti i riti i canti religiosi latini secondo le melodie tradizionali a più voci. • Il pomeriggio del Martedìè dedicato alla Processione dei Misteri. I cinque grandi simulacri raffiguranti Gesù nell’orto, la flagellazione, la coronazione di spine, il viaggio di Cristo con la croce al Calvario e la Madonna Addolorata, vengono accompagnati da una grande folla di fedeli, attraverso le vie principali del centro storico, dalla chiesa di S. Croce alla Cattedrale. • Durante la processione, seguendo un antico rituale, il Coro di Bosa impone delle soste al corteo processionale, durante le quali esegue il “ Miserere Mei Deus”, e lo “ Stabat Mater” sino a rientrare nella stessa chiesa di S. Croce. Alcuni studiosi ritengono che questa Via Crucis, di provenienza Spagnola, sarebbe stata introdotta a Bosa dai Gesuiti, presenti in città già dal 1682. • Al vespro del Giovedì Santo la gente è in movimento per visitare i Sepolcri che vengono allestiti nelle chiese (Sas Chilcas). • Nella tarda mattinata del Venerdì i fedeli si radunano nella Chiesa e nella piazza del Carmine da dove ha inizio la processione detta de “S’Incravamentu” con le statue di Cristo, la croce e la Madonna Addolorata che, attraverso il Corso, giunge alla Cattedrale, dove si svolge la sacra rappresentazione della crocifissione di Gesù.

  6. La sera dello stesso giorno il rito continua con “ S’Iscravamentu” (il discendimento dalla croce, la presentazione di Gesù morto alla Madre e quindi la deposizione nel sepolcro) dove la Confraternita e i fedeli danno luogo all’ultimo atto della passione e morte di Gesù. • Agli ordini di un sacerdote, che espone il racconto della morte di Gesù, due confratelli salgono sulla scala per schiodare le mani e i piedi del Crocefisso. • Una mano toglie dal capo di Gesù la corona di spine, la solleva per mostrarla alla folla; poi la depone sul capo della Madonna. • Vengono schiodati i piedi, poi la mano destra, quindi la sinistra. Una fascia di lino bianco solleva il corpo di Cristo che altri confratelli accolgono a braccia aperte ai piedi della Croce. • Gesù viene mostrato all’Addolorata, poi alla folla, poi viene deposto nel letto preparato con antichi lini finemente ricamati. Mentre i confratelli abbassano la croce e le scale nella chiesa risuona “Il Miserere”. • La processione prende la via del ritorno alla Chiesa del Carmine, dove il simulacro di Cristo nel sepolcro viene esposto alla venerazione dei fedeli. Durante la processione il Coro di Bosa impone delle soste, durante le quali esegue il “ Miserere Mei Deus”, e lo “ Stabat Mater”. • Il Coro di Bosa saluta l’Addolorata con le note dell’Ave Maria di Bosa, mentre la gente si trattiene per le preghiere. • La Domenica di Pasqua nella piazza Costituzione si svolge l’incontro del simulacro di Gesù risorto (S’Incontru”), giunto in processione dalla Chiesa di S. Croce, con la statua della Madre, che arriva dalla Chiesa del Carmine. La processione con i due simulacri procede verso la chiesa Cattedrale dove si celebra la S.Messa.

  7. Festa dei Santi Patroni Emilio e Priamo(28 maggio) • Processione e Messa in onore  dei Patroni di Bosa SS Emilio e Priamo presso la Cattedrale dell'Immacolata. Festeggiamenti civili

  8. Festa di San Giovanni (24 giugno) • Processione con la partecipazione dei cavalli e Messa nella chiesa sita all’interno del Cimitero. Festeggiamenti civili.

  9. Festa dei Santi Pietro e Paolo(29 giugno) • Processione sul il fiume Temo dalla Cattedrale dell’Immacolata fino alla Chiesa SS. Pietro e Paolo e Santa Messa.

  10. Festa di S.Maria Stella Maris (prima domenica di Agosto) • Processione di barche sul Fiume Temo. La mattina le imbarcazioni addobbate con fiori e bandierine portano il simulacro dalla Chiesa di N.S. Stella Maris alla Cattedrale dell’Immacolata. Al pomeriggio la processione segue il percorso inverso, dalla Cattedrale alla Chiesa Stella Maris dove viene celebrata la Santa Messa. • Festeggiamenti civili con spettacolo pirotecnico dalla Torre Aragonese

  11. Festa di Nostra Signora di Regnos Altos (seconda domenica di settembre) • E’ la festa religiosa più caratteristica e solenne. Si celebra nella seconda domenica di Settembre nella Piazza d’Armi del Castello Malaspina. Il sabato pomeriggio il simulacro della Madonna viene accompagnato in processione dalla Chiesa di N.S. di Regnos Altos, situata all’interno del Castello, alla Cattedrale e la domenica pomeriggio la statua segue in processione il percorso inverso, attraverso le vie del borgo medievale. • L’aspetto religioso e folcloristico si fondono nelle vie del Rione “Sa Costa” dove risaltano “sos altarittos” piccoli altari in onore della Madonna allestiti da donne devote che fanno ricorso a tutta la loro fantasia e creatività per primeggiare negli ornamenti . • Anche gli uomini danno il loro contributo per addobbare con frasche, canne e bandierine colorate tutte le vie del quartiere in cui si svolge la festa.

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