1 / 41

Felicità e volontariato _______________________________________

Felicità e volontariato _______________________________________. Leonardo Becchetti (Michelutti-Acli). Sintesi della presentazione.

duman
Download Presentation

Felicità e volontariato _______________________________________

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Felicità e volontariato_______________________________________ Leonardo Becchetti (Michelutti-Acli)

  2. Sintesi della presentazione • Il paradosso della felicità nelle società opulente dipende in larga parte dalla trappola della sottoproduzione di beni relazionali. Tale sottoproduzione mina alla radice le fondamenta del sistema socioeconomico ovvero quelle risorse immateriali (dignità, autostima, fiducia, capitale sociale) che fondano le relazioni economiche • L’attività di volontariato è tra i beni relazionali uno di quelli con effetti più importanti su tali risorse immateriali • Le persone che fanno attività volontaria superano la trappola della sottoproduzione dei beni relazionali con effetti positivi dal punto di vista individuale (soddisfazione di vita) e sociale.

  3. fellow feeling intensità esperienze vissute cura Beni relazionali Fattori immateriali: dignità, autostima Soddisfazione di vita Capacità di dare e ricevere fiducia Capitale sociale produttività innovazione Creazione di valore economico Investendo nella cura e nei beni relazionali il volontariato contribuisce alla felicità collettiva e al benessere socioeconomico. Essendo questo tipo di investimento costoso e poco redditizio esso richiede (anche) lavoro volontario e organizzazioni no profit

  4. Struttura della presentazione • Come e perché studiare le determinanti della felicità • Il nesso tra felicità, beni relazionali e volontariato • Il nesso tra beni relazionali, volontariato e virtù sociali • Alcune evidenze empiriche

  5. La felicità e gli economisti classici _____________________________________________ • The importance of happiness has been recognized by the classics (e.g. Malthus, 1798; Marshall, 1890; Veblen, 1899; Dusenberry, 1949 and Hirsch, 1976) • An example of it is this nice quote from Malthus (1798) on Adam Smith work: “The professed object of Dr. Adam Smith’s inquiry is the nature and the causes of the wealth of nations. There is another inquiry, however, perhaps still more interesting, which he occasionally mixes with it, I mean an inquiry into the causes which affect the happiness of nations”

  6. Per evitare equivoci sul concetto di felicità… • Non edonismo o piacere (Luli), non fortuna o fato (happiness...to happen, gluck) ma più felicitas fecundus (fecondità, pienezza di vita, fioritura della vita). • Atto di fiducia nell’interiorità umana, cartina di tornasole della pienezza di vita

  7. Perché gli economisti studiano le determinanti della felicità…(1) • Il vizio antropologico: “lo sguardo avvilente” • L’homo oeconomicus alla base dei modelli e delle ricette degli economisti è un “folle razionale” (Sen) privo di symphaty e committment • l’antropologia di “Zio paperone” • gli studi sperimentali sui giochi di ultimatum, trust e gift exchange dimostrano che questa visione è falsa (almeno metà degli individui seguono il principio della reciprocità )

  8. Perché gli economisti studiano le determinanti della felicità…(2) • L’homo economicus è fondato su un’ipotesi a priori non testata..le ricette fondate sulla visione dell’homo oeconomicus sono spesso pericolose e controproducenti (lo sguardo avvilente) • Vediamo invece cosa ci rende veramente felici…

  9. Perché gli economisti studiano le determinanti della felicità…(3)________________________________________ • Riconoscimento dell’importanza dell’utilità procedurale e non solo dell’utilità generata dalla scelta (cià che conta non è solo il risultato ma la motivazione, il percorso e le circostanze che hanno determinato una data azione) • Questi studi aiutano gli economisti a considerare le conseguenze non economiche delle scelte economiche. Ciò spinge oltre la specializzazione disciplinare verso l’integrazione delle prospettive delle diverse scienze sociali (adattamento edonico, gruppo di riferimento, aspettative e realizzazioni sono concetti comuni negli studi sulla felicità)

  10. Possiamo fidarci di questi studi ?_____________________________________________ • Gli studi sulla felicità hanno superato un processo di “selezione Darwiniana” in psicologia e sociologia (Alesina, Di Tella and MacCulloch, 2004) • Esiste un legame significativo tra felicità dichiarata e stato di salute (attitudine al sorriso (Pavot 1991, Eckman et al., 1990), salute cardiovascolare, equilbrio ormonale e pressione arteriosa (Mayman and Manis, 1993), • Nesso significativo tra sentimenti positivi e misure di attività cerebrale (higher alfa power in the left parefrontal cortex). Le misure di felicità dichiarata risultano corelate con lo stesso tipo di attività cerebrale • La felicità dichiarata è un ottimo predittore dei comportamenti futuri (le persone abbandonano attività legate a bassi livelli di felicità (Kahneman et al., 1993; Frijters, 2000; and Shiv and Huber, 2000). • Le autovalutazioni del proprio grado di felicità sono notevolmente simili a quelle di amici o parenti (see Sandvik et al., 1993; Diener and Lucas, 1999)

  11. Il paradosso di Easterlin

  12. Life satisfaction High income OECD countries (scope for frustrated achievement ?) Paesi a basso reddito e paesi emergenti Average reference group income Income

  13. Perché il reddito non basta… Frustrated achievers: in Germania un terzo di coloro che registrano un aumento annuale di reddito reale familiare riportano contemporaneamente una diminuzione di felicità (1984-2004,168,626 osservazioni) CAUSE: riduzione del reddito relativo, peggioramento della salute, crisi familiari, impoverimento della vita relazionale (Becchetti L. Rossetti F., 2007, When money does not buy happiness: the case of “frustrated achievers” CEIS working paper) Ci poniamo una domanda a questo punto…

  14. Le cause del paradosso • Il problema culturale • L’inversione nella scala dei valori

  15. I “peccati originali” della scienza economica • Riduzionismo antropologico (homo oeconomicus, individuo e non persona, autointeresse senza “simpatia” né dovere morale) • Consequenzialismo • La torre di Babele della frammentazione dei saperi (+ dialogo tra esperti di ambiente e di economia) • Riduzionismo nella definizione d’impresa • Riduzionismo nella definizione dei traguardi dell’azione socioeconomica

  16. Il riduzionismo negli obiettivi dell’azione socioeconomica… • Scala valori odierna: 1) massimizzazione valore degli azionisti; 2) creazione valore economico aggregato; 3) benessere socioeconomico (postulato indimostrato e indimostrabile: perseguendo il primo si realizzano automaticamente il secondo e il terzo) La nostra scala di valori: 1) bene comune e felicità economicamente sostenibile; 2) benessere socioeconomico; 3) creazione di valore economico aggregato; 4) massimizzazione valore degli azionisti

  17. L’inversione dei valori • Scala valori odierna: 1) massimizzazione del valore degli azionisti e del benessere dei consumatori; 2) creazione valore economico aggregato; 3) benessere socioeconomico La nostra scala di valori: 1) bene comune e felicità economicamente sostenibile; 2) benessere socioeconomico; 3) creazione di valore economico aggregato; 4) massimizzazione valore degli azionisti

  18. Il paradosso… Postulato indimostrato e indimostrabile della scala dei valori del riduzionismo: perseguendo il primo obiettivo realizzano automaticamente il secondo e il terzo. Realtà: asimmetrie informative, stress da performance fanno naufragare persino il perseguimento del primo obiettivo.. Es..Imprese affette da stress di performance “affittano” giovani venditori con contratti precari, la cui sopravvivenza dipende dal raggiungimento degli obiettivi. L’incentivo ad approfittare della scarsa informazione dei consumatori vendendo prodotti scadenti ….(la storia del tubo…)

  19. Lo sguardo avvilente... • Non esiste la neutralità dello sguardo sull’uomo, nè le soluzioni di policy sono neutrali sulla struttura delle preferenze della persona stessa. • L’homo oeconomicus è purtroppo soltanto self-interest - ignorate le dimensioni della symphaty “compassione verso l’altro” e del commitment”dovere morale” • Se le relazioni non sono nelle premesse non vengono neppure considerate nelle soluzioni socioeoconomiche proposte • Gli studi recenti dimostrano invece che famiglia, istruzione e pratica religiosa alimentano in maniera decisiva le virtù civiche (disponibilità al volontariato, a pagare per la responsabilità ambientale, morale fiscale, disponibilità alla cooperazione) e dunque anche lo sviluppo economico.. (teoria incentivi, produttività)

  20. Le due correnti di pensiero • L’economia è la visione tolemaica (l’homo oeconomicus individualista massimizzante non simpatetico e con preferenze materialiste) • L’economia è il metodo (il telescopio) E una nuova visione “copernicana” eclettica sta emergendo (reciprocità, motivazioni intrinseche, felicità, responsabilità sociale) Due antropologie alternative: kantiana fondata sul commitment (non massimizzante) e dialogica “consapevole” (si è ricchi di ciò che si dona e il dovere sociale è interiorizzato e fa parte delle proprie preferenze) (massimizzante)

  21. Un’esempio della visione riduzionista proprio sull’interpretazione del volontariato (Katz Rosemberg e il volontariato) • una quota molto elevata della popolazione canadese (il 27 percento) svolga attività di volontariato. • Gli autori affermano letteralmente che “una possibile spiegazione di questo fenomeno è che ci sia una proporzione consistente di individui altruisti o non completamente razionali. Ciò implica in ogni caso che una proporzione significativa della popolazione non possiede una funzione di utilità neoclassica. Se una deviazione così massiccia dal paradigma neoclassico è possibile, essa rappresenterebbe, come riconosciuto dalla vasta letteratura su economia e altruismo, una seria sfida alla teoria economica standard • Concludono affermando che “anche in presenza di taluni individui altruisti, la scelta del volontariato è razionale (??) per una vasta proporzione della popolazione. Dunque, mentre so accetta che una parte (piccola) della popolazione è altruistica non è necessario assumere che sia altruistica una parte molto grande della stessa per spiegare la larga diffusione del fenomeno del volontariato nei paesi sviluppati

  22. Una visione ampia sui traguardi dell’azione economica I criteri di benessere (dal più ristretto al più ampio) • profitto • PIL • surplus del consumatore • indicatori di sviluppo socioeconomico • Capabilities • felicità sostenibile.

  23. Benessere Una nuova concezione di benessere Fruizione dei beni ambientali Networks, valori condivisi, fiducia valori e trust Consumo dei beni materiali Risorse naturali Risorse sociali Input di risorse ambientali Reti relazionali Output Edifici, beni investimento e attività finanziarie Conoscenza tacita, abilità, competenze Conoscenza codificata Risorse umane Risorse costruite dall’uomo

  24. Felicità, beni relazionali e volontariato

  25. “Baci perugina” (popular) quotes • Man is a knot into which relationships are tied.  Antoine de Saint-Exupéry, Flight to Arras, 1942. • Shared joy is a double joy; shared sorrow is half a sorrow, Swedish Proverb. • Someone to tell it to is one of the fundamental needs of human beings,  Miles Franklin.

  26. Una definizione di beni relazionali • I beni relazionali sono beni pubblici locali che sono consumati e prodotti simultaneamente (Gui, 2000; Ulhaner, 1989) . • Come beni pubblici sono non escudibili e antirivali (più che non rivali) • Il fellow feeling la profondità delle esperienze vissute assieme e la non strumentalità alimentano il valore dei beni relazionali • Esempi di beni relazionali: amicizia, relazioni affettive ma anche risata al cinema, esultanza allo stadio, ecc. • Ma anche risata al cinema o goal allo stadio

  27. Due visioni opposte (e complementari) sul ruolo degli altri sulla felicità • Quando gli altri diminuiscono la felicità…. Concorrenza di status ed effetto reddito relativo (Frank, Layard) Camus: “l’inferno sono gli altri” • Quando gli altri diminuiscono la felicità…. • Beni relazionali. Mounier, Levinas, Rosenzweig: l’identità della persona è intrinsecamente relazionale e dunque la realizzazione di vita non è possibile senza una buona vita relazionale (Becchetti Santoro, 2007; Bruni Stanca, 2007)

  28. Lo spiazzamento delle relazioni nelle società occidentali La malattia di Baumol dei beni relazionali Tiziano Terzani confrontando alcuni anni fa i paesi sviluppati con l’India rurale diceva “L’India è ricca di tempo e povera di denaro, noi siamo ricchi di denaro e poveri di tempo” • 1) la crescita della produttività e le maggiori opportunità di tempo libero non relazionale (internet, “second life”, satellite TV channels) aumentano il costo (opportunità) di un’ora di tempo libero investita in vita relazionale • 2) Non basta lungimiranza individuale perché c’è sempre il rischio di fallimento per il sottoinvestimento dei partners (problema di coordinamento) • 3) La qualità dei beni relazionali nei paesi occidentali è in forte declino (partecipaizone associativa, successo relazioni affettive, ecc.) • Invece di ridurre il costo dell’investimento in beni relazionali si riduce il costo della loro distruzione !!

  29. Altre cause del sotto investimento in beni relazionali • Beni materiali causano adattamento beni relazionali no ma gli individui tendono a sottostimare adattamento (Frey-Stutzer, Di Tella) • Tendenza a ricordare maggiormente picchi e non plateau di soddisfazione di vita

  30. Perché il volontariato è un bene relazionale • Voluntary work is generally performed in groups and participation has also the effect of reinforcing motivation and ties not only among volunteers (i.e. a working camp, a social service performed by members of an association), but also between the volunteers and the beneficiaries of their unpaid job. The “fellow feeling” argument therefore applies also here.

  31. Volontariato come produzione di beni relazionali e fiducia • Gui e Sugden (2005) sottolinrano che I beni relazionali generano importanti benefici per la collettività. Ad esempio, istituzioni che incoraggiano le persone a fidarsi l’uno dell’altro sono esempi classici di beni pubblici. La creazione di capitale fociale dipende da orme sociali stimolate dalle relazioni interpersonali (Putnam 1993) • Il volontariato costruisce capitale sociale di tipo “bridging” e non “bonding” • LIMITI E PROBLEMI • Rapporto tra realizzazioni e aspettative • Volontariato e lavoro: la sostituibilità tra remunerazione e motivazione intrinseca e il problema del framing

  32. Felicità e tempo investito in relazioni

  33. FINE

  34. Reddito e tempo investito in relazioni

  35. Cross-sectional evidence on the effect of the RTI variable

  36. The “fellow feeling” assumption

  37. Volumi sul tema

More Related