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La corteccia cerebrale

La corteccia cerebrale.

drago
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La corteccia cerebrale

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Presentation Transcript


  1. La corteccia cerebrale

  2. Struttura presente negli esserei vertebrati. Nei cervelli non vivi conservati, l'esterno dell'encefalo assume un colore grigio, che dà il nome alla sostanza grigia. Essa è formata dai neuroni e da fibre nervose senza mielina, al contrario della sostanza bianca la quale ha numerose fibre ricoperte e chiamate axon interconnettendo differenti regioni del sistema nervoso centrale. La corteccia cerebrale umana è spessa 2-4 mm e gioca un ruolo centrale in meccanismi mentali complicati come la memoria, la concentrazione, il pensiero, il linguaggio e la coscienza.

  3. AREE CORTICALI MOVIMENTO VOLONTARIO ) I movimenti volontari sono complessi (es. manipolare un oggetto, suonare il piano, ecc.)•Sono intenzionali•Sono diretti ad uno scopo •Sono appresi (la loro precisione aumenta con l’esercizio)

  4. Lobi frontali: i lobi frontali influenzano l'attività motoria acquisita e la pianificazione e l'organizzazione del comportamento. Il giro precentrale prerolandico insieme alle aree immediatamente anteriori a esso (aree premotoria e supplementare motoria) regolano le attività muscolari finalizzate dell'emicorpo controlaterale. La corteccia premotoria e quella supplementare controllano anche movimenti specializzati omolaterali, come quello di colpire una pallina da golf. Le crisi convulsive che interessano tali aree premotorie si manifestano in modo caratteristico con movimenti avversativi della testa, degli occhi, del tronco e degli arti verso il lato opposto; quelle originate dal giro precentrale causano le classiche crisi motorie focali jacksoniane. Più anteriormente, le anomalie comportamentali, prodotte da lesioni nell'area prefrontale, variano a seconda della localizzazione delle lesioni stesse, della loro estensione e dell'età di sviluppo. Le lesioni unilaterali di diametro < 2 cm sono quasi sempre asintomatiche, tranne quando causano crisi convulsive. Lesioni più estese possono essere asintomatiche a meno che presentino un rapido accrescimento (in settimane o in mesi, piuttosto che in anni) o che coinvolgano entrambi i lobi frontali. I pazienti con grandi lesioni fronto-basali sono apatici, disattenti alle stimolazioni, indifferenti alle proprie azioni, spesso incontinenti. Quelli con lesioni fronto-polari o antero-laterali sembrano non rendersi conto delle conseguenze di ciò che fanno e tendono a essere distratti, euforici, faceti, spesso volgari e indifferenti dal punto di vista sociale. Traumi acuti bilaterali delle aree prefrontali possono causare comportamenti scomposti, logorrea, agitazione, atteggiamenti socialmente invadenti, che spesso durano per diversi giorni o settimane e che in seguito regrediscono spontaneamente.

  5. Lobi parietali: l'area postrolandica dei lobi parietali integra gli stimoli somestesici per il riconoscimento e il ricordo di forme, strutture e pesi. Le aree più posterolaterali consentono accurate relazioni visuo-spaziali, nonché l'integrazione della propiocezione con le altre sensibilità, per rendere possibile la percezione delle traiettorie degli oggetti in movimento. In quest'area è anche generata la percezione della posizione delle varie parti del corpo. Nell'emisfero dominante, l'area parietale inferiore è preposta alle funzioni matematiche ed è strettamente correlata al riconoscimento del linguaggio e alla memoria per le parole. Il lobo parietale, non dominante, integra il lato sinistro del corpo con l'ambiente circostante. Piccole lesioni a livello della corteccia post-centrale causano astereognosia (perdita della capacità tattile di identificazione) della mano e dell'emicorpo controlaterali. Le ampie lesioni parietali inferiori dell'emisfero dominante (generalmente il sinistro) sono comunemente associate ad afasia grave. Lesioni meno estese a questo livello, causano aprassia, difficoltà di calcolo e talora disorientamento dx-sx e agrafia. Una lesione acuta del lobo parietale non dominante può abolire la percezione dell'emisoma sinistro e dell'ambiente circostante del paziente nonché la percezione della gravità della lesione da cui esso è affetto (anosognosia). Alcuni pazienti, particolarmente quelli anziani affetti da ampie lesioni parietali destre, negano addirittura l'esistenza della paralisi che colpisce l'emisoma sinistro. Alcuni di essi cadono in stati di confusione globale. Altri, affetti da piccole lesioni, sono confusi nell'effettuare le procedure manuali precedentemente apprese; il deficit manuale spaziale viene detto aprassia. Spesso questi pazienti non sono in grado di vestirsi né di svolgere altre attività ben apprese.

  6. Lobi temporali:i lobi temporali elaborano il riconoscimento visivo, la percezione uditiva, la memoria e l'affettività. Pazienti con lesione acquisita unilaterale del lobo temporale destro perdono in genere l'acuità per gli stimoli uditivi non verbali (p. es., per la musica). La lesione del lobo temporale destro compromette gravemente il riconoscimento, la memoria e la produzione del linguaggio. I pazienti con foci epilettogeni, nelle parti mediali limbico-emozionali del lobo temporale, vanno in genere incontro a crisi parziali complesse, caratterizzate da umore incontrollabile e funzioni cognitive, emotive e vegetative anomale. Talvolta, questi pazienti presentano alterazioni della personalità, caratterizzate da irritabilità, misticismo e ossessività. Negli uomini, può esserci calo della libido.

  7. IL MANCINISMO Nella prima infanzia, nel cervello umano avviene una specializzazione funzionale dei due emisferi cerebrali. Nei mancini è l'emisfero destro a predominare. Questo processo viene chiamato lateralizzazione ed avviene dopo i 36 mesi, inizia con lo sviluppo del linguaggio e si conclude verso i 3 –4 anni. Le cause della diversa lateralizzazione non sono ancora state chiarite, è comunque accettato che l'ereditarietà è un fattore determinante nel mancinismo, sebbene non dominante. Ciò vuol dire che non necessariamente da due genitori mancini nascerà un figlio mancino, ma la caratteristica potrà essere ricorrente nelle generazioni successive

  8. I danni della cocaina alla corteccia cerebrale

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