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Prof. Giovanni Gulisano Dr.ssa De Luca Anna Irene

FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI REGGIO CALABRIA Corso di Laurea in Scienze Economiche Anno accademico 2009-2010. ECONOMIA E POLITICA AGRARIA (5 CFU- II semestre). Prof. Giovanni Gulisano Dr.ssa De Luca Anna Irene Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Forestali ed Ambientali

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  1. FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI REGGIO CALABRIACorso di Laurea in Scienze EconomicheAnno accademico 2009-2010 ECONOMIA E POLITICA AGRARIA (5 CFU- II semestre) Prof. Giovanni Gulisano Dr.ssa De Luca Anna Irene Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Forestali ed Ambientali Facoltà di Agraria (UNIRC) - Località Feo di Vito - 89124 Reggio Calabria (RC) Recapiti: +39 0965 680852; ggulisano@unirc.it; +39 0965 801270; anna.deluca@unirc.it;

  2. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Obiettivi del Corso Il corso ha come finalità quella di fornire agli studenti le informazioni basilari sulle variabili socioeconomiche che condizionano l’evoluzione del settore agricolo, nonché gli elementi interpretativi delle dinamiche del sistema agroalimentare nel processo di sviluppo economico.Successivamente, vengono analizzate le diverse forme di intervento della politica economica nel settore agricolo ed agroalimentare, con particolare attenzione all’evoluzione della Politica Agricola Comunitaria, nel contesto delle tematiche territoriali ed ambientali. Lo scopo è quello di mettere in condizione lo studente di interpretare le azioni attraverso le quali le autorità pubbliche influenzano, orientano e modificano il comportamento e le scelte degli operatori del settore.

  3. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Programma • Caratteri differenziali dell’agricoltura nei confronti degli altri settori di attività economica; • Evoluzione della Politica Agricola Comunitaria (PAC): origini e sviluppo; • La teoria e le politiche della regolazione del mercato; • Il dibattito degli anni Novanta fino ad Agenda 2000; • La riforma Fischler: motivazioni e obiettivi; • La politica di sviluppo rurale; • La PAC nella programmazione 2007-2013;

  4. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Testi di riferimento • De Luca A.I., Gulisano G. (2008). “I fondi strutturali per lo sviluppo rurale nelle politiche comunitarie”, in Gulisano G., Marcianò C. (a cura di), Processi e politiche di sviluppo rurale integrato in Calabria. Laruffa editore. • Frascarelli A. (2008). L’OCM unica e la semplificazione della PAC. Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Workingpaper n. 5, febbraio. • Vieri S. (2001). Politica agraria. Comunitaria, nazionale e regionale. Edizioni Edagricole (pagg. da 3 a 134).

  5. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) La politica dei prezzi e dei mercati agricoli: principi Le caratteristiche principali della politica di sostegno dei prezzi e di regolamentazione dei mercati sono andate man mano delineandosi e precisandosi nel corso degli anni ‘60. Tre principi fondamentali: • Unicità dei mercati agricoli: realizzato attuando la fissazione dei prezzi e la creazione di organizzazioni di mercato valide su tutto il territorio comunitario per i singoli prodotti agricoli. • Garanzia illimitata di prezzo per qualsiasi quantità prodotta dagli agricoltori: in sostanza i singoli produttori hanno ricevuto una garanzia di acquisto illimitata al prezzo di intervento fissato da parte della CEE indipendentemente dal volume della produzione comunitaria. • Preferenza comunitaria: attuato negli scambi di prodotti agricoli fra i Paesi membri e con l’istituzione di prelievi e tariffe doganali comuni verso il resto del mondo. • Incremento degli scambi intracomunitari notevolmente superiore a quello degli scambi con il resto del mondo.

  6. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) • Solidarietà finanziaria: finanziamento della politica agricola comune da parte del Fondo europeo orientamento e garanzia agricola FEOGA (1962). L’attuazione della politica di sostegno dei prezzi e di regolamentazione dei mercati agricoli è stata caratterizzata dall’emanazione di un insieme di atti legislativi e di regolamenti diversi da prodotto a prodotto: ciò ha determinato una grande complessità nel meccanismo di funzionamento che risulta in generale di non facile comprensione. Strumenti • Interventi diretti: politiche per il commercio estero, misure di stabilizzazione dei prezzi e di garanzia dei redditi agricoli, gestione degli stock, aggiustamento della produzione, aiuti alimentari • Interventi indiretti: concentrazione dell’offerta, rapporto produttori acquirenti

  7. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Interventi per il controllo dei prezzi e dei mercati (Frascarelli, 2007)

  8. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) LA POLITICA DEI MERCATI (PRIMA DELLE RIFORME) L’intervento sui mercati è stato lo strumento principe cui la PAC si è affidata. Ciò grazie a un meccanismo di forte sostegno dei prezzi ricevuti dall’agricoltore (garantiti ad un livello maggiore di quelli mondiali) basato su assicurazioni più o meno ampie di assorbimento dell’offerta e strumenti di protezione esterna e di stabilizzazione dei prezzi del mercato interno. La garanzia di prezzo, ovvero la garanzia di ottenere un ricavo unitario minimo certo qualunque fosse l’evoluzione del mercato, ha fatto si che l’ammontare del sostegno ricevuto fosse saldamente accoppiato alla quantità prodotta.

  9. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Meccanismi di sostegno dei prezzi agricoli Prezzo obiettivo o indicativo • Rappresenta il prezzo a cui dovrebbe tendere il mercato e a cui i produttori dovrebbero essere sufficientemente remunerati. È un prezzo solo indicativo, con poca influenza sul mercato reale del prodotto, serve per la fissazione del prezzo di intervento e del prezzo soglia cui corrispondono precise azioni a livello comunitario. Era calcolato come stima dalla Comunità secondo il metodo “obiettivo” teso alla determinazione di un tasso medio di aumento dei prezzi agricoli necessario per assicurare ai redditi da lavoro agricolo la stessa evoluzione degli altri settori produttivi. • Tipologie di prezzi “istituzionali” utilizzati a livello comunitario Prezzo di intervento • Rappresenta il prezzo di mercato al di sotto del quale la Comunità attua un intervento diretto di ritiro dal mercato e stoccaggio del prodotto. Le agenzie di intervento nazionali (AIMA) erano obbligate ad acquistare per conto della CEE il prodotto portato loro dagli agricoltori. Il prezzo di intervento rappresenta quindi il “prezzo minimo garantito” ai produttori (principio della garanzia illimitata di prezzo). Esso era fissato ad un livello inferiore al prezzo obiettivo, tenendo conto dei costi di trasporto attualizzati nonché dei margini distributivi. Prezzo soglia • Rappresenta il prezzo di entrata fissato per le importazioni agricole dei paesi terzi e veniva applicato alle frontiere comunitarie. Esso era determinato in base al prezzo obiettivo diminuito dei costi del trasporto dal punto di maggiore importazione a quello si maggiore consumo. In tal modo il prezzo soglia rappresentava il prezzo verso cui tendeva ad orientarsi il mercato interno della CEE. Era garantito attraverso l’applicazione di prelievi variabili sulle importazioni come differenza rispetto al prezzo del mercato mondiale.

  10. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) La determinazione delle due tipologie di prezzi (soglia e intervento) determina il campo di variazione entro il quale i prezzi di mercato interni alla CEE possono fluttuare liberamente; qualora il prezzo interno alla CEE di un prodotto agricolo soggetto a regolamentazione superi quello soglia, le importazioni dal resto del mondo possono entrare nella comunità. Se invece il prezzo interno scende sotto il prezzo di intervento le agenzie acquistano quel prodotto fintanto che il prezzo di mercato non si porta ad un livello superiore del prezzo d’intervento stesso. Il prezzo minimo di entrata nella Comunità (prezzo soglia) rappresentava di fatto il grado di protezione accordata nei confronti del mercato mondiale per quel determinato prodotto. In generale per i prodotti quali cereali, lattiero-caseari e carni il livello del prezzo soglia era notevolmente superiore a quello mondiale. La riscossione dei prelievi variabili sulle importazioni agricole dal resto del mondo alimentava le risorse proprie della CEE. Restituzioni alle esportazioni: pagamento sottoforma di sussidi alle esportazioni comunitarie pari alla differenza tra prezzo interno e quello del mercato mondiale più basso (utilizzati per facilitare il collocamento dei prodotti europei sul mercato mondiale).

  11. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) • rappresenta una forma sostegno del tutto indiscriminata; • favorisce la formazione di eccedenze di difficile e costoso smaltimento che, in assenza dell’intervento pubblico, sarebbero fuori mercato; • produce una distribuzione iniqua dei suoi benefici finendo col riservarli prevalentemente alle aziende più grandi e più produttive (sostegno ripartito in misura proporzionale alla quantità prodotta); • fa pagare ai consumatori i suoi alti costi; • ne risentono maggiormente le famiglie più numerose e i piccoli contribuenti trattandosi di un onere che grava sui beni di prima necessità, quali i prodotti alimentari. La garanzia di prezzo ha rappresentato uno strumento forte e relativamente facile da gestire e coerente con il principio del mercato unico ispiratore della PAC. Al tempo stesso un tale sostegno si è mostrato ben presto distorsivo in termini sia di efficienza che di equità

  12. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Per garantire i redditi attraverso i prezzi, fu necessario fissare tutti i prezzi e poiché si partì col fissare quello del frumento e del latte su livelli elevati (1962), fu inevitabile poi proseguire nel fissare tutti i prezzi su livelli alti facendo assumere al protezionismo dimensioni senza precedenti. La necessità di riequilibrare le finanze ed i mercati diventò prioritaria alle soglie degli anni ’80 dopo che il problema dello smaltimento delle eccedenze era diventato strutturale. Si pensò allora di smantellare il sistema di protezione dei mercati attraverso una revisione profonda della PAC.

  13. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Insostenibilità della PAC (fine anni ‘70 inizio anni ‘80) Sostegno accoppiato Esternalità negative (inquinamento, riduzione biodiversità) Modello “intensivo” di agricoltura attraverso massiccio impiego di prodotti chimici Eccedenze strutturali dell’offerta a fronte di una stagnazione della domanda > export sussidiate Crescita spesa di bilancio Gestione interventi di mercato Sussidi alle esportazioni Difficoltà relazioni commerciali Dumping Esigenza di riforma della PAC

  14. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM) Le OCM sono disciplinate dalla normativa comunitaria sin dalla fine degli anni ‘60 in base al trattato di Roma. La prima OCM ad essere stata istituita fu quella per i cereali con il Reg. CEE n. 13/1962, e dopo un periodo di transizione fu perfezionata con l’entrata in vigore del Reg. CEE n. 120/1967. Successive OCM istituite: • 1962: carni suine, pollame, ortofrutticoli; • 1964: prodotti lattiero-caseari, carni bovine; • 1966: grassi vegetali; • 1967: zucchero. Nel 1970 le OCM regolamentavano circa l’87% della produzione agricola comunitaria, mentre attualmente sono applicate alla quasi totalità dei prodotti agricoli.

  15. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) • Le organizzazioni comuni di mercato (OCM) sono disposizioni stabilite dalle decisioni comunitarie, che disciplinano la produzione e gli scambi dei prodotti agricoli di tutti gli Stati membri dell'Unione europea (UE). • Da quando è stata istituita la PAC, esse hanno progressivamente sostituito le organizzazioni nazionali di mercato nei settori in cui era necessario. • Le Organizzazioni comuni di mercato si prefiggono innanzitutto di realizzare gli obiettivi della PAC, in particolare stabilizzare i mercati, garantire un tenore di vita equo agli agricoltori e aumentare la produttività dell'agricoltura. • Esse interessano circa il 90% della produzione agricola finale comunitaria. Le OCM consentono di fissare per i prodotti agricoli prezzi unici per tutti i mercati europei, di concedere aiuti ai produttori o agli operatori del settore, di istituire meccanismi di controllo della produzione e disciplinare gli scambi con i paesi terzi.

  16. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Il funzionamento delle OCM è tradizionalmente assicurato da un sistema di prezzi e misure protettive che, sebbene, differenziato a livello delle diverse categorie di prodotti, consente di classificare le stesse OCM in riferimento a quattro tipi fondamentali che differiscono tra loro in funzione del principio in base al quale assicurano il sostegno e/o la difesa del mercato interno. • OCM che assicurano la protezione ed il sostegno del mercato comunitario; • OCM che garantiscono la sola protezione o il solo sostegno; • OCM che non prevedono né la protezione né il sostegno ma che si basano sulla concessione di aiuti forfettari.

  17. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) OCM che assicurano la protezione ed il sostegno del mercato comunitario Assicura la protezione nei confronti della concorrenza dei Paesi terzi e nel contempo garantisce il sostegno delle produzioni comunitarie. Settori di applicazione: • Seminativi; • Latte e derivati; • Zucchero; • Carni bovine;

  18. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) 2. OCM che si limitano alla sola protezione nei confronti della concorrenza estera o che garantiscono il sostegno. Le prime sono applicate ai soli settori che non presentano particolari problemi in merito alla necessità di sostenere il mercato interno (vini di qualità, fiori, uova, pollame). Le seconde operano attraverso la concessione di un aiuto integrativo, la cui entità è determinata in base alla differenza tra il prezzo di mercato ed un prezzo di riferimento stabilito dalla Comunità e che è versato agli agricoltori attraverso le industrie di trasformazione che utilizzano prodotti comunitari (materie prime e sottoprodotti di lavorazione industriale per la produzione di alimenti zootecnici; semi oleosi; proteaginose; tabacco e ortofrutticoli).

  19. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) 3. OCM che non prevedono né la protezione né il sostegno ma che si basano sulla concessione di aiuti forfettari. Le OCM impostate sulla concessione di aiuti forfettari per ettaro o per quantitativo di prodotto interessano produzioni comunitarie il cui peso è sostanzialmente limitato quali l’allevamento dei bachi da seta, la coltivazione del lino, della canapa, del luppolo e la produzione di sementi.

  20. Prima fase Evoluzione della politica di sostegno dei prezzi e dei mercati • Dall’avvio della PAC al 1977: garanzia automatica ed illimitata per tutte le OCM. Seconda fase • Dal 1977 al 1992: introduzione di misure amministrative volte a contenere la spesa, fermo restando il sostegno attraverso i prezzi dei prodotti. • Periodo degli interventi graduali, 1977 - 1985; introduzione di: • Corresponsabilità dei produttori (OCM latte 1977); • Limiti di garanzia (introdotti nel 1981, estesi nel 1984); • Quote di produzione (zucchero, 1079; latte 1984). • Periodo progettuale per la nuova PAC e la nuova CEE, 1985 – 1992. • Libro Verde (1985), Conferenza intergovernativa e Atto Unico Europeo (1985), Consiglio di Bruxelles (1988), riforma dei fondi strutturali (1988), stabilizzatori finanziari, nuova conferenza intergovernativa, Trattato di Maastricht (1991), elaborazione “proposta MacSharry”; • Negoziati multilaterali in sede GATT - Uruguay Round, avviati nel 1986 (spinta propulsiva esterna alla riforma della PAC). Terza fase • Dal 1992: Nuova PAC • Approvazione della riforma MacSharry (maggio 1992): il sostegno si sposta dai prezzi al reddito; • Nasce l’Unione Europea ed il mercato unico (1° gennaio 1993); • Presentazione di Agenda 2000 (1997) avvio della moneta unica (2 maggio 1998), accordo sui contenuti agricoli di Agenda 2000 (marzo 1999).

  21. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Misure restrittive della spesa e della produzione Fra il 1980 e il 1984 il processo di Riforma della PAC fu condotto in riferimento a una nuova visione parziale dei problemi, da affrontare, limitandosi per lo più, alla necessità di eliminare gli squilibri finanziari connessi alla ripartizione, tra gli Stati membri, del costo di funzionamento della PAC e alla crescita della spesa conseguente alla produzione di eccedenze. Le misure maggiormente significative, varate, riguardarono la decisione di non assicurare più il sostegno a tutta la produzione ottenuta ma di limitarlo a una parte di essa. • Corresponsabilità dei produttori • Limiti di garanzia • Quote fisiche di produzione Gli strumenti di controllo dell’offerta introdotti

  22. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le misure di corresponsabilità • Le misure di corresponsabilità sono state introdotte per far partecipare gli agricoltori alle spese comunitarie per lo smaltimento delle eccedenze e per la regolarizzazione del mercato; • Nella pratica tali misure operavano attraverso l’applicazione di una riduzione percentuale del sostegno comunitario; • Già nel 1977 il sistema era stato introdotto ai prodotti lattiero-caseari attraverso un prelievo del 2-3% sul prezzo indicativo; • Nel 1986 il sistema è stato introdotto anche per i cereali le cui eccedenze erano in forte aumento.

  23. Limiti di garanzia • Hanno rappresentato il primo passo per il superamento del principio della garanzia automatica ed illimitata in base al quale, fin dall’inizio, era stata impostata la politica di sostegno ai prezzi dei prodotti agricoli. • L’applicazione di tale misura non poneva in discussione il principio del sostegno concesso attraverso prezzi politicamente garantiti, ma assicurava tale sostegno non più per tutta la produzione ma solo per una parte di essa. • I prodotti assoggettati a tale misura erano: cereali, zucchero, lattiero-caseari, pomodori trasformati, colza e girasole. • La scelta di adottare i limiti di garanzia costituì una soluzione di compromesso tra la volontà di non porre in discussione il principio del sostegno concesso attraverso i prezzi e l’esigenza di porre un freno alla produzione di eccedenze e alla crescita della spesa agricola. In tal senso l’adozione di tale misura fu da considerare non tanto come un atto di riforma ma come l’applicazione di una misura amministrativa il cui principale fine era quello di contenere gli oneri finanziari per il funzionamento della PAC.

  24. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le quote fisiche di produzione • Già nel 1967, per evitare il formarsi di eccedenze, la Comunità, creando l’organizzazione comune dei mercati nel settore dello zucchero, aveva introdotto un sistema di quote individuali. • Il concetto di quota, inteso come quantitativo massimo garantito (QMG) per il quale è possibile ricevere il sostegno comunitario, rappresenta di fatto un’applicazione restrittiva del principio della limitazione di garanzia. • Nel 1984 il sistema delle quote è stato introdotto anche nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari. • Rappresentano una misura più coercitiva per il controllo dei mercati agricoli. • Questo sistema consiste nell’attribuire a ciascun produttore un quantitativo di riferimento. In caso di superamento della quota, il produttore deve pagare un “prelievo” cioè una somma di denaro fortemente penalizzante.

  25. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le quote latte (1) Il regime delle quote latte fu disciplinato dalle norme contenute nei Regg. (CEE) 865/84 e 857/84. Al momento dell’introduzione delle quote, il settore lattiero caseario europeo, complice la generosa politica di sostegno ai prezzi, presentava livelli produttivi molto più elevati rispetto, sia alla capacità di assorbimento da parte del mercato, sia alle possibilità del bilancio comunitario di sopportare le spese conseguenti alla gestione di tali eccedenze produttive. Si è fondato, sin dall’inizio, sull’attribuzione ad ogni Stato membro di una quota nazionale, la cui entità era determinata in base alla produzione ottenuta in un anno di riferimento (1981, 1983 per Italia, Irlanda e Grecia). La quota nazionale poteva essere ripartita tra i produttori secondo due diverse modalità: • Formula A: attribuzione di quote individuali a livello di singoli produttori; • Formula B: attribuzione di quote cumulate a livello di caseifici e latterie. In caso di superamento dei quantitativi assegnati, era prevista l’imposizione di una sanzione denominata prelievo supplementare, la cui quantità era fissata in misura del 75% o del 100% del prezzo indicativo del latte. Prevedendo una compensazione dell’eccesso di produzione con eventuali quantitativi inutilizzati.

  26. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le quote latte (2) Il trasferimento delle quote da un produttore ad un altro era possibile solo se la vendita o l’affitto o la successione ereditaria avvenivano in contemporanea alla cessione o alla locazione o alla trasmissione per via ereditaria dell’azienda agricola. A partire dal 1987 grazie alle modifiche introdotte con il Reg. (CEE) n. 2998/87 è stata autorizzata la circolazione delle quote “senza terra” e quindi in modo indipendente dall’azienda agraria. Reg. (CEE) n. 3950/92 introduce alcune modifiche: • Vengono unificate le formule “A” e “B” per l’attribuzione delle quote che da allora sono assegnate individualmente ai produttori; • viene innalzato il prelievo supplementare al 115% del prezzo indicativo del latte; • viene abolita la compensazione a livello di associazioni dei produttori lasciando la possibilità agli Stati membri di effettuare tale operazione o a livello di acquirente o a livello nazionale tra tutti i produttori.

  27. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le quote latte (3) Reg. (CEE) n. 1256/99: proroga del regime delle quote latte fino al 31 marzo 2008 e aumento dei quantitativi massimi garantiti agli Stati membri. Nel complesso il regime delle quote latte ha raggiunto il suo obiettivo primario che consisteva nel mettere sotto controllo l’offerta di prodotti lattiero-caseari e di conseguenza di bloccare la crescita della spese per il sostegno del settore. Di fatto si è congelata la produzione europea ad un livello superiore a quello dei consumi interni e di conseguenza il regime non ha prodotto particolari effetti ai fini del riequilibrio tra domanda e offerta. Conseguenze: • Si è limitato il miglioramento strutturale delle realtà produttive migliori; • Si è favorita la permanenza nel settore delle imprese meno competitive. In Italia si sono verificati i maggiori problemi applicativi al regime delle quote latte poiché il livello dei consumi interni è di fatto significativamente superiore ai quantitativi massimi garantiti assegnati dall’UE (come anche in Spagna e Grecia).

  28. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le quote latte (4) – Lo stato attuale • Ad ogni Stato membro dell'UE è assegnato un quantitativo nazionale di latte ''garantito'', non soggetto a restrizioni alla vendita, suddiviso in quota consegne e quota vendite dirette. • Le quote nazionali sono suddivise tra tutti i produttori di latte: un’azienda agricola che intenda produrre e commercializzare latte deve possedere la ''quota latte'', ovvero un quantitativo di latte (espresso in kg) autorizzato alla commercializzazione. • La quota, analogamente a quella nazionale, è ripartita in quota consegne, per il latte ceduto da parte di un produttore ad un acquirente (latterie e caseifici), ed in quota vendite dirette per il latte che viene ceduto direttamente dal produttore al consumatore e per le cessioni da parte del produttore di altri prodotti lattiero-caseari. • Il latte commercializzato mensilmente in esubero rispetto al quantitativo autorizzato (la quota latte per l'appunto), è soggetto al prelievo supplementare - pari a 27,83 euro al quintale - che funziona come una sorta di imposta sul latte prodotto in eccesso.

  29. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Le quote latte (4) – Lo stato attuale • Al termine della campagna lattiera (che ha inizio il 1° aprile e termina il 31 marzo), viene effettuata la compensazione nazionale tra i quantitativi di latte prodotti in esubero e quelli non prodotti rispetto al consentito (è il caso dei produttori che commercializzano meno di quanto è loro concesso dalla propria quota), fino alla concorrenza del plafond nazionale. • Sulla base dei risultati della compensazione ad alcuni produttori vengono restituite totalmente o parzialmente (in funzione del grado di compensazione di cui si è beneficiato) le somme del prelievo già versate. • Il regime delle quote latte, che è disciplinato a livello europeo dai regolamenti n. 595/2004, n. 1468/06 e n. 1234/07, è in vigore fino alla campagna lattiera 2014/2015.

  30. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Gli stabilizzatori di bilancio Misure di contenimento della spesa agricola connessa al primo pilastro della PAC. Si tratta di un tetto imposto alle superfici o al numero di capi di bestiame posseduti entro il quale è garantito il pieno sostegno. Superate le soglie massime garantite si ha una automatica riduzione degli aiuti per rientrare nella spesa fissata. Gli stabilizzatori di bilancio furono introdotti per la prima volta negli anni ‘80 con l’imposizione di tetti alle quantità prodotte il cui superamento comportava una riduzione automatica e progressiva del prezzo di intervento.

  31. Ulteriori provvedimenti Regolamento (CE) n. 1760/87, ideato con un duplice obiettivo: • Risolvere la problematica delle eccedenze (il regolamento incentiva la riconversione della produzione agricola verso settori non eccedentari e l'estensivizzazione delle coltivazioni che interessano le produzioni in esubero) • Sostegno di alcune zone svantaggiate, al mantenimento degli equilibri sociali e alla tutela dell'ambiente; Regolamento (CE) n. 1094/88, meglio noto come set-aside e riguardante il “ritiro dei seminativi dalla produzione nonché l'estensivizzazione e la riconversione della produzione”.

  32. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Riforma Mac Sharry 1992 Introduce modifiche importanti: • riduzione graduale dei prezzi di intervento (30%); • pagamenti compensativi per ettaro e per capo basati su rese storiche (parzialmente “disaccoppiati”); • set-asideobbligatorio; • misure di accompagnamento;

  33. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Riforma Mac Sharry 1992 • La riforma, anche se limitata a seminativi e carne bovina, è una rottura col gradualismo del passato; • Per la prima volta si mette in discussione il modello di sostegno “accoppiato”, riducendo i prezzi minimi garantiti e compensando gli agricoltori con pagamenti per ettaro (non legati a quanto producono, ma ancora legati a cosa producono); • Ma i pagamenti sono calcolati come compensazione della riduzione dei prezzi, per cui è mantenuto lo status quo sul fronte distributivo: il 20% delle aziende continua a catturare l’80% del sostegno...

  34. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) • Sostegno del reddito parzialmente disaccoppiato basato su aiuti diretti a carattere compensativo e controllo dell’offerta. OCM: Seminativi, carne bovina e ovicaprina, tabacco - Aiuto non legato alla quantità prodotta; • Aiuto legato a resa media di un’area geografica e di un periodo storico di riferimento; • Misure di accompagnamento

  35. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Misure di accompagnamento della riforma Mac Sharry Introducono interventi strutturali nell’ambito delle misure di mercato • Sono definite di accompagnamento perché “accompagnano” i cambiamenti sui mercati dei prodotti interessati dalla riforma • Prevedono che l’agricoltore si impegni nella realizzazione di piani concordati con la pubblica amministrazione • Non più sostegno al generico status di agricoltore • Azioni rivolte a remunerare “beni pubblici” ed “esternalità positive”

  36. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) La riforma MacSharry: misure di accompagnamento • Reg. 2078:Misure agro-ambientali Incentivi alla sviluppo di pratiche ecocompatibili ed alla cura dello spazio rurale • Estensivizzazione, riduzione concimi, agricoltura biologica, metodi di produzione ecocompatibili, cura dei terreni abbandonati • Reg. 2079/92: Prepensionamento in agricoltura Incentivi al pensionamento di agricoltori anziani per favorire l’inserimento di nuovi soggetti • Reg. 2080: Misure forestali Sviluppo delle attività forestali nelle aziende agricole • Reg. 2081/92 e 2082/92: DOP e IGP, attestato di specificità

  37. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Importanza della MacSharry • Passaggio fondamentale nel processo di revisione della PAC • Mette in discussione il modello di sostegno accoppiato alla produzione • Introduce gli aiuti diretti • Si sperimenta un approccio contrattuale nell’ambito delle misure di mercato - Con le misure di accompagnamento introduce misure a carattere strutturale che accompagnano le politiche di mercato e che necessitano di piani di programmazione pluriennali

  38. Agenda 2000

  39. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Riforma Fischler Giugno 2003 - Approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Revisione di Medio Termine Obiettivi: - Rafforzare la competitività dell’agricoltura; - Promuovere una più alta qualità dei prodotti e la protezione dell’ambiente; - Promuovere l’adozione di standards obbligatori (ambiente, sicurezza al., benessere degli animali, pratiche ecocompatibili); - Rafforzare lo sviluppo rurale; - Semplificare le procedure gestionali ed amministrative.

  40. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Due regolamenti fondamentali • Reg. (CE) n. 1782/2003 introduce il regime di pagamento unico (RPU) • Reg. (CE) n. 1783/2003 integra e modifica il reg. 1257/99 Opportunità: • Più riforme • Nuove misure • Regole leggermente più flessibili

  41. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Gli strumenti Disaccoppiamento • Il sostegno alle imprese viene svincolato dalla quantità prodotta (ovvero dalla superficie o dai capi di bestiame posseduti) e viene introdotto un pagamento unico per azienda. Modulazione • Una quota delle risorse destinate alla PAC mercati viene trasferita al secondo pilastro della PAC relativo agli strumenti di sviluppo rurale Condizionalità (cross-compliance) • Il sostegno finanziario assicurato via PAC mercati è subordinato al rispetto di standards in materia agroambientale, salubrità degli alimenti e benessere degli animali

  42. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) • Il Regolamento (CE) n. 1782/2003 stabilisce “condizioni comuni applicabili ai pagamenti diretti nell’ambito dei vari regimi di sostegno al reddito (…)”. • Il regime di pagamento unico ha il compito di inquadrare i numerosi premi e pagamenti che gli agricoltori ricevevano in virtù delle diverse OCM in una cornice unica di diritti e obblighi. • Il pagamento integrale degli aiuti è subordinato al rispetto di requisiti ambientali, di sicurezza alimentare, di benessere e salute degli animali, di buone condizioni agronomiche e ambientali (condizionalità). • La riduzione obbligatoria dei pagamenti diretti è intesa a realizzare un risparmio da destinare al finanziamento delle misure di sviluppo rurale (modulazione).

  43. Disaccoppiamento Rappresenta uno degli elementi centrali della riforma e riguarda l'introduzione di un sistema di pagamento unico per azienda non più “agganciato” alla produzione ma concesso sotto forma di sostegno al reddito degli imprenditori. Ai produttori verranno riconosciuti dei titoli di premio per ettaro, pari alla media degli importi percepiti nel triennio 2000-2001-2002 suddivisa per le superfici che hanno dato luogo ai pagamenti in questione nello stesso periodo.   • seminativi • patate da fecola • leguminose da granella (ceci, lenticchie e veccie) • foraggi essiccati • carni bovine • carni ovine e caprine • latte (dal 2006) • riso • olio d’oliva (dal 2006) • tabacco (dal 2006) Il disaccoppiamento interessa i seguenti comparti:  

  44. Il Titolo III del Regolamento 1782/2003 è dedicato al regime di pagamento unico. Esso prevede di far confluire in un unico pagamento, determinato in base ai diritti maturati in un triennio di riferimento, la maggior parte degli aiuti diretti che un agricoltore riceve in virtù dei diversi regimi esistenti. • Allo stesso tempo, al fine di salvaguardare particolari produzioni ed evitare il rischio di abbandono in zone sensibili, è previsto il mantenimento di una serie di aiuti specifici che limitano la portata del disaccoppiamento e mantengono il legame del sostegno con il prodotto.

  45. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio, del 22 ottobre 2007, recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento “OCM unica”) Un’unica organizzazione comune dei mercati (OCM) disciplina 21 comparti del settore agricolo che fino al 2007 erano organizzati in singole OCM Il nuovo quadro giuridico semplifica e unifica la normativa delle 21 OCM senza modificarne la linea politica. Cereali, riso, zucchero, foraggi essiccati, sementi, luppolo, olio d’oliva e olive da tavola, lino e canapa, ortofrutticoli freschi e trasformati, banane, vino, piante vive e prodotti della floricoltura, tabacco greggio, carne bovina, latte e prodotti lattiero-caseari, carne suina, carne ovina e caprina, uova, pollame e altri prodotti. L’organizzazione comune dei mercati agricoli rappresenta un quadro giuridico unico che disciplina il mercato interno, gli scambi con i paesi terzi e le regole della concorrenza.

  46. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Regolamento (CE) n. 1234/2007 INTERVENTO SUL MERCATO INTERNO • L’intervento comprende, in particolare, la determinazione dei prezzi di riferimento e le modalità di fissazione dei prezzi d’intervento rispetto al prezzo di riferimento, i periodi di apertura degli acquisti e i quantitativi massimi. I prezzi vengono fissati per i cereali, il risone, lo zucchero bianco e grezzo, la carne bovina, il latte, il burro, il latte scremato in polvere e la carne suina. • Lo smaltimento delle scorte di intervento deve garantire la stabilità del mercato, la parità di accesso alla merce e la parità di trattamento degli acquirenti. • Per alcuni prodotti (panna, certi tipi di burro e taluni formaggi) è previsto anche un aiuto all’ammasso privato. Quest’ultimo può essere eventualmente ottenuto anche per altri prodotti (zucchero bianco, olio d’oliva, carne fresca o refrigerata di bovini adulti, latte scremato in polvere, formaggi e carni suine, ovine e caprine).

  47. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) Particolari misure di intervento • L’UE può adottare particolari misure di intervento. Queste possono presentare carattere generale, come il finanziamento della metà delle spese sostenute dagli Stati membri in caso di epizoozie e di crisi di fiducia dei consumatori. Alcuni settori (cereali, riso e zucchero) beneficiano di misure specifiche. In altri settori (segnatamente piante vive, carni bovine, suine, ovine e caprine, uova e pollame), possono essere prese misure comunitarie per favorire l’adeguamento dell’offerta alle esigenze del mercato. Regimi di quote e di aiuti • Per lo zucchero e il latte vengono fissate quote di produzione nazionali. Queste vengono poi ripartite tra le aziende produttrici. Il presente regolamento disciplina, in particolare, le modalità di cessione delle quote da un’impresa all’altra e la gestione delle eccedenze di produzione. Quest’ultima prevede, tra l’altro, la riscossione di prelievi a carico dei produttori da parte degli Stati membri. Possono essere concessi aiuti per le seguenti attività: trasformazione dei foraggi essiccati e del lino destinato alla produzione di fibre; produzione di amido e fecola e di zucchero (misure di restituzione alla produzione); produzione di latte e di prodotti lattiero-caseari, di olio d’oliva e olive da tavola, nonché dei prodotti dell’apicoltura; fondo comunitario del tabacco; allevamento di bachi da seta.

  48. Corso di Economia e Politica Agraria (Prof. Giovanni Gulisano) COMMERCIALIZZAZIONE E PRODUZIONE La Commissione può stabilire norme per la commercializzazione o l’immissione sul mercato di olio d’oliva e olive da tavola, banane e piante vive. Possono essere introdotte norme di commercializzazione specifiche anche per il latte e i prodotti lattiero-caseari, i grassi, le uova e il pollame, il luppolo, gli oli di oliva e di sansa di oliva, i formaggi e l’alcol etilico. Il presente regolamento definisce le modalità di adozione e di applicazione di tali norme, nonché le relative deroghe. Organizzazioni di produttori e interprofessionali Possono essere costituite organizzazioni di produttori nei settori del luppolo, dell’olio d’oliva e delle olive da tavola. Quanto alle organizzazioni interprofessionali, che riuniscono i rappresentanti delle attività economiche legate alla produzione, al commercio e/o alla trasformazione dei prodotti agricoli, esse possono essere costituite nei settori dell’olio d’oliva, delle olive da tavola e del tabacco. La costituzione di dette organizzazioni è subordinata al rispetto di determinate condizioni.

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