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Il linguaggio

Il linguaggio. di Eleonora Bilotta. Struttura e sviluppo del linguaggio. Wilhelm Wundt svolse importanti ricerche bsulla psicologia del linguaggio, interessandosi soprattutto alla relazione tra l’esperienza e le parole che vengono usate per descriverla.

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Presentation Transcript


  1. Il linguaggio di Eleonora Bilotta

  2. Struttura e sviluppo del linguaggio • Wilhelm Wundt svolse importanti ricerche bsulla psicologia del linguaggio, interessandosi soprattutto alla relazione tra l’esperienza e le parole che vengono usate per descriverla. • Il linguaggio, così come la nostra attenzione, mette in risalto alcuni aspetti della realtà, relegandone altri nello sfondo. • Wundt ha descritto le relazioni tra le singoli componenti che costituiscono una specifica esperienza per mezzo di diagrammi ad albero.

  3. IDEA VOLUME SONORO VOLUME SONORO MUSICA MUSICA Struttura e sviluppo del linguaggio • La nostra esperienza contiene le relazioni tra i diversi aspetti di una situazione che potrebbero essere espressi per mezzo di parole e rappresentate con un digramma, come quello nell’esempio, dove la musica può essere descritta come il soggetto di una frase e il volume sonoro come il predicato. • Il processo linguistico procede da un livello in cui un certo numero di relazioni sono presenti simultaneamente ad un livello in cui queste relazioni sono ordinate una dopo l’altra come una successione di parole. • L’ascoltatore può ricostruire l’esperienza del parlante invertendo il processo per mezzo del quale il parlante ha generato la frase.

  4. Grammatica trasformazionale • Chomsky si è occupato del problema della produzione delle frasi. • Una frase è un enunciato grammaticale e, in quanto tale, è riconosciuta dai parlanti della lingua in cui è espressa. • Chomsky ha notato che in qualunque lingua non vi è limite al numero di nuove frasi generabili. • La grammatica è l’insieme delle regole che i parlanti usano per generare le frasi della loro lingua, ma Chomsky ha notato che una frase grammaticalmente corretta non è necessariamente una frase dotata di significato, pertanto ha ritenuto importante distinguere tra grammatica e semantica (studio dei significati).

  5. Grammatica a stati finiti • Una grammatica deve essere in grado di generare tutte le frasi possibili in una lingua, mentre una grammatica a stati finiti non può; essa è troppo semplice per rendere conto della complessità di una lingua naturale. • Le grammatiche a stati finiti operano ad un solo livello: le frasi vengono generate per mezzo di un processo che opera da sinistra a destra, in maniera sequenziale. • Chomsky ha proposto in alternativa un tipo di processo top-dpwn che opera dall’alto verso il basso e che fa uso di regole di struttura sintagmatica e di regole trasformazionali.

  6. Frase Sintagma nominale Sintagma verbale Articolo Nome Verbo Sintagma nominale Nome Articolo aiuta ragazzo Un la ragazza Regole di struttura sintagmatica • Le regole di struttura sintagmatica consistono in un insieme di simboli e di regole di riscrittura. • Frase (F)Sintagma Nominale (SN) + Sintagma Verbale (SV) • SN Articolo (Art) + Nome (N) • SVVerbo (V) + SN • Artun, il • Nautomobile, ragazza, ragazzo • Vaiutare, amare

  7. Regole di struttura sintagmatica • Pre mezzo di queste regole possono essere costruite molte frasi diverse. • Le regole di riscrittura operano su singoli simboli. • La frase presentata può essere analizzata e viene prodotta secondo le seguenti regole sintattiche: • a) F SN + SV • Una frase (F) può essere costituita da un sintagma nominale (SN) più un sintagma verbale (SV). • b) SN Art + (Agg.) + N • Un sintagma nominale (SN) è formato da un articolo (Art) più un aggettivo (Agg.) che è opzionale più un nome (N). • C) SV V + SN

  8. Competenze ed esecuzione • Per Chomsky avere una buona conoscenza di una lingua significa internalizzare una serie di regole che mettono in relazione suoni e significati. • Per mezzo di questa competenza linguistica di base, l’individuo è in grado di comprendere e usare il linguaggio. • Mentre l’esecuzione linguistica è influenzata non solo dalla competenza ma anche da fattori cognitivi come la memoria e la comprensione che un individuo possiede della situazione. • Inoltre, la forma stessa delle frasi è influenzata dall’età dei parlanti.

  9. Struttura profonda e struttura superficiale • Alcune intuizioni che tutti i parlanti di una lingua hanno nel comprendere il parlato sono esplicitate dalla grammatica sintagmatica e dalle regole di trasformazione. • La televisione è stata riparata da un elettrauto • La televisione è stata riparata da un minuto • Queste due frasi differiscono soltanto per un nome (elettrauto e minuto) eppure sono uguali nella struttura superficiale ma diverse nella struttura profonda. • Applicando le regole di trasformazione a tutte e due le frasi abbiamo: • La televisione è stata riparata da un meccanico. Un meccanico ha riparato la televisione. • La televisione è stata riparata da un minuto. Un minuto ha riparato la televisione. • Una frase è ambigua sintatticamente quando può essere parafrasata in modi diversi. Le frasi ambigue possono essere meglio comprese quando si confronta la loro struttura superficiale con la loro struttura profonda.

  10. Ipotesi innatista:argomento della povertà dello stimolo • Chomsky credeva che la competenza linguistica fosse innata, dato che il parlato a cui è esposto un bambino in età evolutiva costituisce un campione inadeguato delle strutture della lingua. • Lo stimolo linguistico è insufficiente per mettere in grado i bambini di usarlo in maniera efficace. L’aquisizione del linguaggio avviene troppo rapidamente perché possa iniziare dal nulla, di conseguenza si ritiene che i bambini posseggano un meccanismo a base innata per l’acquisizione del linguaggio (LAD). • Secondo Skinner l’apprendimento del linguaggio dipende dal rinforzo ricevuto dai bambini per gli enunciati prodotti, d’altronde i genitori quasi mai correggono gli enunciati grammaticalmente sbagliati.

  11. Specificazione di parametri • Secondo Chomsky la grammatica contiene una serie di interruttori di controlli (switches) che possono assumere diversi valori o parametri. Un parametro è un aspetto universale del linguaggio che può assumere un determinato valore all’interno di una limitata serie di alternative. • L’ipotesi della specificazione dei parametri implica che i bambini vengono istruiti ad apprendere una determinata lingua. L’esposizione ad una determinata lingua fa in modo che gli interruttori di controllo assumano i valori che sono specifici a quella determinata lingua. • Ad esempio, la posizione del verbo in una frase varia da lingua a lingua.

  12. Lingue pidgin e creola • Bickerton ha formulato l’“ipotesi del bioprogramma del linguaggio”, secondo la quale ci sarebbe una facoltà innata che contiene un modello del linguaggio che opera in assenza di input adeguato così come in presenza di sole evidenze positive. • Bickerton, ha studiato la struttura della facoltà del linguaggio e ha distinto tra i protolinguaggi, come il pidgin, e le lingue vere e proprie. • Il pidgin è un gergo anglo-cinese costituito da una base grammaticale cinese e un lessico inglese, usato nelle località portuali come mezzo di comunicazione tra inglesi e cinesi. • Bickerton ha notato che gli enunciati sono costituiti da assenza di una sintassi coerente, pertanto, i figli dei parlanti pidgin sono esposti ad uno stimolo linguistico impoverito. Dopo una sola generazione questi bambini sono in grado di produrre il creolo, una lingua estremamente più sofisticata del pidgin. • Bickerton ha individuato una componente concettuale e una componente computazionale all’interno della facoltà del linguaggio. La componente concettuale fornisce i significate base e la componente computazionale organizza e traduce questi significati in enunciati linguistici. • Il pidgin e il creolo corrispondono a due stadi nello sviluppo del linguaggio.

  13. Vygotskij e il contesto sociale del linguaggio • Vygotskij era interessato alle interazioni tra pensiero e linguaggio. Credeva che i bambini dal secondo anno di vita inizino a pensare a quello che dicono e così il pensiero e il linguaggio iniziano ad influenzarsi reciprocamente. • Vygotskij, riesaminando criticamente alcune teorie piagettiane, avanzò l’idea che il linguaggio egocentrico possa essere definito come un linguaggio per sé, mentre il linguaggio sociale un linguaggio per gli altri. Sostenne inoltre che il linguaggio egocentrico non scompare ma si trasforma in linguaggio interno. • Il linguaggio interno: • Gioca un ruolo importante nella regolazione del pensiero; • È tacito; • Costituisce una forma di rappresentazione condensata; • Fa uso dei predicati; • Trasmette il significato convenzionale, pertanto è un medium molto ricco; • Permette di pianificare le operazioni cognitive e di organizzare i pensieri.

  14. Zona di sviluppo prossimale • “…è la distanza tra il livello attuale che può essere stabilito in base al rendimento nei compiti di soluzione indipendente di problemi, e il livello di sviluppo potenziale, che può essere stabilito in base al rendimento nei compiti di soluzioni di problemi sotto la guida di adulti o di coetanei più capaci” Vygotskij. • Secondo Bruner il processo di acquisizione del linguaggio è un processo che necessita di supervisione, da parte di un tutore che conosce ciò che il bambino non conosce. Ad esempio la madre può agire come un tutore dal momento che è impegnata in varie attività all’interno della zona di sviluppo prossimale del bambino. • Le attività del tutore (leggere con il bambino o interrogarlo) costituiscono una specie di impalcatura che il bambino può usare per fare progredire le proprie capacità linguistiche.

  15. Gesti e linguaggio interno • L’atto linguistico è accompagnato da segnali non verbali. • McNeill ha distinto tra gesti iconici e gesti metaforici. • Un gesto iconico esprime un significato simile a quello espresso verbalmente; • I gesti metaforici hanno una relazione indiretta con quanto viene espresso verbalmente. Spesso costituiscono l’illustrazione concreta di un concetto astratto. • Gesti e linguaggio si accompagnano reciprocamente sin dai primi stasi del processo di acquisizione del linguaggio. • I gesti costituiscono l’espressione diretta dei processi di pensiero che precedono il linguaggio esterno e sono espressione esteriore delle immagini che accompagnano il linguaggio interno.

  16. Comunicazione e comprensione • Capire il linguaggio, parlato o scritto, significa capire le intenzioni semantiche che hanno animato colui che ha generato il messaggio. • Quillian affronta il problema di come gli individui siano in grado di estrarre significati dal linguaggio. Il contesto all’interno del quale l’ascoltatore riceve il messaggio linguistico è estremamente importante nel determinare l’interpretazione attribuita al messaggio. • Clark and Clark distinguono tra informazione data e informazione nuova: attraverso un nuovo contratto il parlante aggiunge nuove informazioni a quelle dell’ascoltatore. • Secondo Sperber e Wilson la comunicazione segue talvolta il modello del codice, talvolta il modello inferenziale: • Il modello del codice, secondo il quale la comunicazione è caratterizzata da un processo di codifica, trasformazione del segnale acustico e decodifica; • Il modello inferenziale costituisce uno sviluppo del modello di Grice.

  17. Il modello della comunicazione di Grice • Tutti coloro che partecipano ad una conversazione devono condividere alcune regole di base. • La prima è quella che è stata indicata da Grice (1975) come principio di Cooperazione. Secondo tale principio ai partecipanti viene assegnato il compito di “fornire il proprio contributo così come è richiesto, al momento opportuno, dagli scopi e dall’orientamento dei discorsi in cui uno è impegnato”. • Tale principio generale viene declinato secondo quattro massime: • massima di Qualità: i partecipanti devono cercare di fornire un contributo vero, in particolare devono: a) non dire cose che ritengono false, b) non dire cose per le quali non si hanno prove adeguate; • massima di Quantità: a) fornire un contributo che soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato agli scopi del discorso, b) non fornire un contributo più informativo del necessario; • massima di Relazione: fornire contributi pertinenti al tema del discorso; • massima di Modo: è necessario essere chiari, in particolare a) evitare oscurità di espressione, b) evitare le ambiguità, c) essere brevi, d) procedere in modo ordinato.

  18. Ironia • La definizione di ironia è strettamente connessa con i termini di satira e sarcasmo. L’ironia e il sarcasmo sono degli strumenti per realizzare la satira. • Una frase ironica intende comunicare l’opposto di quello che è il suo significato letterale. • Clark e Gerring hanno sostenuto che l’ironia comporta l’uso della simulazione: il parlante finge soltanto di dire quello che dice. • L’ironia possiede le seguenti tre caratteristiche: • Asimmetria dell’affetto (colui che formula un’ironia solitamente si esprime positivamente nei confronti di qualcosa che viene valutata negativamente); • L’ironia ha le sue vittime: Vittime immaginarie; • Particolare tono di voce. • Teoria convenzionale dell’ironia: l’ascoltatore interpreta l’enunciato ironico in modo letterale, per rendersi conto in seguito che il parlante ha voluto dire l’opposto (AAVV). • Teoria del promemoria ecoico: gli ascoltatori comprendono che l’enunciato allude a pensieri, opinioni o parole di una persona diversa da colui che parla.

  19. Competenza testuale • “La competenza testuale ci consente di partecipare a certe forme di del discorso , che uno sappia scrivere o no,… ci consente di parlare dell’atto linguistico, delle domande, delle risposte e corrisponde alla capacità di usare 9il metalinguaggio” (Olson and Astington). • La capacità di percepire e manipolare le proprietà testuali consente agli individui di discutere le molteplici interpretazioni dei più svariati testi. • Heath (1986; 1989) ha messo in evidenza il fatto che gli individui di colore abbiano una tradizione orale molto ricca, un fatto a cui la cultura bianca non dà molta importanza. • All’interno della cultura bianca le competenze testuali vengono considerate come capacità individuali prive di connotazioni sociali, tanto che nelle istituzioni scolastiche viene posta molta enfasi sullo sviluppo delle capacitò individuali nella lettura e nella scrittura, l’enfasi non viene posta sulla capacità di svolgere il proprio lavoro in collaborazione con altri individui capaci e sulla capacità di commentare l’operato di altri individui.

  20. Lingua e cultura: relatività linguistica • Whorf, uno dei più influenti linguisti, è stato anche impiegato assicurativo e si occupava delle cause degli incendi e delle esplosioni. • Whorf si rese conto che spesso la causa degli incendi andava ricercata nel modo in cui gli individui percepivano un luogo. Il modo in cui quella situazione viene percepita dipende da modo in cui viene descritta. Ad esempio, gli individui tendono a comportarsi con molta cautela nelle vicinanze di contenitori su cui è scritto “barili di benzina”, se sui contenitori è scritto “barili di benzina vuoti”, gli individui nei paragi tendono a comportarsi con minore cautela. • Questo esempio mette in evidenza la relazione che vi è tra le parole e la percezione.

  21. Ipotesi Sapir-Whorf • Le differenti categorie grammaticali, come il plurale, il genere, i tempi e le forme verbali, le classificazioni delle parti del discorso, possedute da lingue diverse, contribuiscono a creare specifici sistemi categoriali, i quali fanno in modo che gli individui organizzino in modo diverso le loro esperienze. • Secondo Whorf, se due lingue sono molto diverse fra loro, allora anche l’esperienza del mondo di coloro che parlano queste lingue sarà diversa. • Whorf ha raggruppato le lingue europee in un gruppo chiamato standard average European (SAE). Queste sarebbero in contrasto con le lingue amerindiane, poiché avrebbero una struttura fondamentalmente diversa da quelle delle lingue europee. • Ad esempio, in Europa la parola pane indica la sostanza, eppure la parola fornisce alcuna indicazione sulla forma e sulla quantità. • Nella lingua hopi la parola acqua indica una precisa quantità di acqua. • Worf ha condotto anche delle ricerche sulle parole usate dagli eschimesi per denotare la neve.

  22. Lingua e cultura • Bloom ha studiato il modo in cui i cinesi monolingue e gli occidentali si rapportano ai controfattuali. • Con le sue ricerche Bloom ha provato che gli occidentali sono in grado di considerare uno stato di cose che è chiaramente falso, allo scopo di considerare le implicazioni che ne deriverebbero se fosse vero. Al contrario, la lingua cinese non permette la formulazione di enunciati controfattuali per questo motivi tali enunciati non sempre vengono compresi dai parlanti cinesi. • Un altro tema su cui si è focalizzata la ricerca riguarda la relazione tra la percezione e denominazione dei colori. • La percezione delle diverse tonalità cromatiche viene prodotta da diverse lunghezze d’onda dell’energia radiante. • Lo spettro visibile corrisponde all’insieme delle lunghezze d’onda correlate alla percezione del colore. • Il problema è quello di capire se i nomi dei colori facciano riferimento alle medesime porzioni dello spettro visibile indipendentemente della cultura di appartenenza. • Berlin e Kay hanno avanzato l’ipotesi che ci siano 11 nomi di colori fondamentali e che ci sia una sequenza invariante che regola l’emergere di questi nomi nella storia di ciascuna lingua.

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