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Gli oggetti in Hitchcock

Gli oggetti in Hitchcock. Le cose gli oggetti. Sul “Grande Dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia (Torino UTET 1964) il lemma “cosa” predilige la natura filosofica del concetto:

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Gli oggetti in Hitchcock

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Presentation Transcript


  1. Gli oggetti in Hitchcock

  2. Le cose gli oggetti • Sul “Grande Dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia (Torino UTET 1964) il lemma “cosa” predilige la natura filosofica del concetto: • “Nome indeterminato e di valore semantico estesissimo che indica in modo generico ogni elemento di quanto esiste sia nella realtà sia nell’immaginazione tanto concreto quanto astratto”

  3. Le cose gli oggetti • Nelle specificazioni che seguono sempre nel medesimo “Dizionario” appaiono le “cose belle” la “cosa celeste” la “cosa divina” la “minima cosa” le “presenti cose” la “cosa creata” le “cose materiali” la “cosa cara le “cose incorporali” la “cosa in sé” la “cosa pubblica” la “ cosa animata” la “cosa terrena” le “segrete cose” le “cose mondane” la “cosa sperata” le “cose temporali” le “cose morte”

  4. Le cose gli oggetti • Accade dunque consultando il dizionario di Battaglia che la cosa intesa come oggetto naturale, corpo e oggetto materiale subito sfuma nell’uso filosofico • Si intende qui invece portare l’attenzione sulle cose che occupano uno spazio che sono pesanti e il nostro procedere assumerà valore proprio perché avrà bisogno soprattutto di aggrapparsi alla materia degli oggetti

  5. Le cose gli oggetti • Proprio “oggetto” è il lemma che appare sul “Dizionario Analogico della lingua italiana” (Garzanti Milano 2001) dove non appare il lemma “cosa” • Rispetto ad “oggetto” dunque il grappolo di parole per definirlo si allarga: “cosa roba affare coso attrezzo utensile arnese aggeggio congegno ordigno marchingegno accessorio suppellettile gingillo ninnolo carabattola ammenicolo cianfrusaglia minutaglia ciarpame materiale articolo pezzo

  6. Le cose gli oggetti • In questo stesso dizionario le “persone” che si relazionano agli oggetti e quindi anche alle cose sono classificate come “trovarobe” “collezionisti” e “feticisti”

  7. Primo Levi “Se questo è un uomo” (1945 - 1947) • Quando il mondo si restringe quando si è costretti a vivere in condizioni estreme allora come scrive primo Levi anche le cose minime riacquistano la loro dignità: • «Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede»

  8. Primo levi “Se questo è un uomo” (1945 - 1947) • « Sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso... si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni affinità umana... si comprenderà allora il duplice significato del termine "campo di annientamento” e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo»

  9. Le cose gli oggetti • Se dunque il potere delle cose e soprattutto delle cose semplici è quello di dare forza agli uomini e ai concetti ecco allora che il rebus che alcuni definiscono un caposaldo dell’enigmistica è soprattutto una parola latina un caso ablativo che significa appunto “con le cose”

  10. Le cose gli oggetti • Le cose a cui si guarderà in questa lezione che spesso chiamiamo e chiameremo oggetti saranno intesi nella loro natura semplice e concreta il prodotto di un’arte o di una tecnica che poi sono la stessa cosa perché parlando di arte e tecnica l’una proviene dall’”ars” latina e l’altra dalla “techne” greca sempre ad indicare una azione che modifica lo stato e la forma di una materia e il fare è sempre all’origine della natura dell’”homo faber” anche nelle situazioni più estreme

  11. Le cose gli oggetti • Le modalità di coabitazione tra persone e cose sembrano favorire ogni sorta di ibridazione immaginabile • Gli uomini non si sono mai privati né senza dubbio si priveranno mai del ricorso agli oggetti come mediatori dei loro rapporti; e all’opposto gli oggetti non saranno mai del tutto soli al mondo quasi fossero pezzi di un gioco che si giocherebbe da sé senza di noi

  12. Le cose gli oggetti • Gli oggetti infatti sono quel che sono grazie a noi e per noi e se un giorno dovessero emanciparsi da noi trasformandosi a loro volta in soggetti starebbe dunque a noi divenuti ormai loro oggetti svolgere in modo diverso il ruolo di mediatori delle loro relazioni. • E’ quel che accade a Charlie Chaplin per esempio in “La febbre dell’oro” (“The Gold Rush” 1925) o in “Tempi moderni” (“Modern Times” 1936)

  13. La febbre dell’oro Charlie Chaplin (1925)

  14. La febbre dell’oro Charlie Chaplin (1925)

  15. La febbre dell’oro Charlie Chaplin (1925)

  16. Tempi moderni Charlie Chaplin 1936

  17. Le cose gli oggetti • Quando si dice: “la forma il colore il materiale di quelle sedie va d’accordo o non si accorda con quel tavolo o quel divano” si ragiona come se quegli oggetti provassero essi stessi gli uni nei confronti degli altri alcune forme di affinità o repulsione come se gli oggetti si attraessero o respingessero di testa propria

  18. Le cose gli oggetti • Evidentemente invece siamo noi soli a giudicare positivamente o negativamente di alcuni effetti di senso (ad esempio estetici) nati dalla compresenza fra oggetti stabilendo compatibilità o incompatibilità fra di essi • Perciò quando spesso si dice a proposito di elementi di questo tipo che interagiscono fra loro si sta solo facendo uso di una metafora. In realtà essi interagiscono solo sotto il nostro sguardo e in virtù di esso adeguandosi a regole che noi stessi (cioè la nostra cultura) abbiamo stabilito

  19. Le cose gli oggetti • E’ proprio a partire dal concetto che gli oggetti interagiscono sotto il nostro sguardo che si può sciogliere il nodo tra cose e oggetti infatti si può stabilire un confine pur non sempre facile da tracciare tra due diversi status. • Lo faremo usando come esempio una automobile

  20. L’automobile da oggetto a cosa • Sulla strada la presenza di una lastra di ghiaccio basterà a far sì che la nostra bella automobile un oggetto se è guidata con abilità si trasformi pur guidata con tutta l’abilità possibile in un’automobile-cosa un pezzo di ferro soggetto esclusivamente alle leggi della dinamica

  21. Le cose gli oggetti • Per ovviare a questa dicotomia a questa scissione noi parleremo di “interoggettività” e lo faremo organizzando la coabitazione fra oggetti all’interno delle dimensioni relativamente circoscritte dei film di volta in volta citati • Potrà capitare anche però di fare ricorso al termine “interoggettività” in forma reificata ovvero considerando come concreto ciò che è astratto o facendo decadere a cosa a mero oggetto (res facere) un concetto astratto (per esempio arte o cultura)

  22. Le cose gli oggetti • Non bisogna mai dimenticare poi e dunque bisogna evidenziarlo che i legami di affinità che connettono gli oggetti fra di loro determinano per chi si relaziona con essi tanto dei programmi d’azione predefiniti guanto gli stati d’animo corrispondenti

  23. Le cose gli oggetti • Per questo gli oggetti interagendo fra loro agiscono su di noi a un duplice livello: quello della modalità funzionale del “far fare” e quello passionale del “far essere”

  24. Le cose gli oggetti • Ciò significa che le modalità di coabitazione fra oggetti ovvero i regimi di interoggettività non si limitano a organizzare da un punto di vista pragmatico i modi di utilizzo del tempo e dello spazio; essi contribuiscono anche a regolare i modi dello stare assieme fra soggetti mettendo in luce e spesso addirittura creando identità e differenze pertinenti fra individui o più spesso fra gruppi e le loro rispettive “forme di vita”

  25. La casa nobile o borghese • La casa nobile o borghese che ricorre spesso per esempio nei film di Visconti è un buon esempio di come gli oggetti non solo “fanno fare” ma anche “fanno essere” infatti nei mobili dell’interno tipo nobile o borghese si rileva una tendenza alla accumulazione a occupare lo spazio a chiuderlo

  26. La casa nobile o borghese • In queste case dunque gli oggetti hanno una funzionalità univoca inamovibilità presenza imponente e etichetta gerarchica. Ogni mobile ha una precisa destinazione che corrisponde alle diverse funzioni della cellula familiare e rimanda a una immagine della persona concepita come un sistema equilibrato di diverse facoltà

  27. La casa nobile o borghese • Tutta la casa ogni stanza diventa segno dell’integrazione dei rapporti personali nel gruppo semichiuso della famiglia. La dimensione reale in cui vivono gli oggetti è prigioniera della dimensione morale che devono significare

  28. La casa nobile o borghese • Esseri e oggetti sono legati e gli oggetti assumono in questa collusione una densità un valore affettivo che si accetta di chiamare presenza • Gli oggetti quindi spiegano di fronte ai nostri occhi i contorni di una configurazione simbolica chiamata casa

  29. La casa nobile o borghese • In questa casa allora gli oggetti come dèi lari antropomorfi incarnano nello spazio i legami affettivi e la permanenza del gruppo • Alla struttura chiusa della casa nobile o borghese si oppone l’ambiente funzionale che più aperto e più libero è strutturato frantumato tenendo conto delle sue diverse funzioni

  30. Luchino Visconti “Senso” 1954

  31. Luchino Visconti “Senso” 1954

  32. Luchino Visconti “Senso” 1954

  33. Luchino Visconti “Il gattopardo” (1963)

  34. Luchino Visconti “Il gattopardo” (1963)

  35. Luchino Visconti “Il gattopardo” (1963)

  36. Luchino Visconti “Gruppo di famiglia in un interno” (1974)

  37. Luchino Visconti “Gruppo di famiglia in un interno” (1974)

  38. Luchino Visconti “Gruppo di famiglia in un interno” (1974)

  39. Il dio oggetto Marc Augé Meltemi Roma 2002 • “L’oggetto, in quanto tale, rinvia a ogni individuo un’immagine di se stesso ma questa immagine, se riosservata da vicino[...] è sempre quella di un altro. [...] Il soggetto riosserva l’oggetto per cercarvi la propria identità e la cerca riosservandosi in esso”.

  40. Il dio oggetto Marc Augé Meltemi Roma 2002 • Questa citazione di Marc Augé ci presenta gli oggetti come se parlassero facendoli partecipare in maniera inscindibile alla vita delle persone e volendo riportare questa citazione alla vita che racconta il cinema facendoli partecipare alla vita dei personaggi

  41. Emilie Muller di Yvon Marciano (1993) • Emilie Muller la protagonista del cortometraggio di Yvon Marciano catalogatrice di ordine istintivo e psicologico fa vivere gli oggetti trovati in una borsa nel sentimento del possesso confondendo continuamente il funzionale nel soggettivo e soprattutto mostrando che la voce o la mano che narrano o catalogano le cose sono in mezzo a loro come in un serraglio i padroni assoluti

  42. “Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)

  43. “Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)

  44. “Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)

  45. “Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)

  46. “Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)

  47. Gli oggetti di Hitchcock • Il racconto di Emilie Muller il suo investire gli oggetti di un’anima ci riporta al mondo degli oggetti di Hitchcock • Hitchcock è l’unico regista che riesce a creare un mondo di storie e simboli attraverso l’uso di “immagini familiari” ovvero immagini che sono la composizione di scene in cui l’uso di oggetti familiari permette la creazione di un dialogo muto con lo spettatore che impotente si gode il brivido

  48. Gli oggetti di Hitchcock • E’ come se gli oggetti parlassero perché essendo sempre al centro della storia (si pensi all’accendino e agli occhiali di “Delitto per delitto” o al bicchiere di latte con la lampadina dentro in “Il sospetto” o ancora alla fila di bottiglie in “Notorius”) partecipano in maniera inscindibile alla vita degli stessi personaggi

  49. Il bicchiere di latte in “Il sospetto” Hitchcock 1941

  50. Il bicchiere di latte in “Il sospetto” Hitchcock 1941

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