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Indagine conoscitiva della destinazione turistica Fiesole

Indagine conoscitiva della destinazione turistica Fiesole. … tipologia e ubicazione …. Categoria di destinazione: città Tipologia della destinazione Fiesole: CULTURA /AFFARI Ubicazione: EUROPA MEDIONALE. … le frazioni ….

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Indagine conoscitiva della destinazione turistica Fiesole

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Presentation Transcript


  1. Indagine conoscitiva della destinazione turistica Fiesole

  2. … tipologia e ubicazione … • Categoria di destinazione: città • Tipologia della destinazione Fiesole: CULTURA /AFFARI • Ubicazione: EUROPA MEDIONALE

  3. … le frazioni … Capoluogo di uno dei comuni della fascia collinare attorno a Firenze, il Comune di Fiesole comprende la dorsale delle colline fino quasi ai confini con il vasto territorio del Mugello e vaste porzioni delle valli dell’Arno e del Mugnone. • Nella valle del Mugnone conta le frazioni di Ponte alla Badia, Pian del Mugnone, Bersaglio, Caldine ed Olmo; • Nella Valle dell’Arno conta le frazioni del Girone, Anchetta, Quintole, Compiobbi, Ellera e Le Falle, • A monte della Valle dell’Arno le frazioni di Montebeni, Ontignano • Sul versante della Via Bolognese la frazione di Pian di San Bartolo in direzione Firenze San Domenico di Fiesole e la località di Maiano sotto Monte Ceceri in direzione Firenze-Salviatino

  4. … come raggiungere Fiesole … • CAMMINANDO PER LA VIA VECCHIA FIESOLANA: Stretta e ripida finchè, in epoca granducale, nel 1840, non fu realizzata la strada attuale. La via Vecchia resta uno dei più suggestivi percorsi per giungere a Fiesole a piedi. Poco dopo l’imbocco si incontra la Villa “il Riposo dei Vescovi”. Pare che i Vescovi quando salivano a Fiesole da Firenze sostassero qui per riposare. Verso metà strada s’incontra l’oratorio di S. Ansano che risale al secolo XI. Nel 1795 entrò in possesso del canonico Angelo Maria Bandini, antiquario, filologo, erudito, che lo restaurò e vi costituì una importante raccolta di dipinti oggi, conservata nel Museo intitolato al suo nome. Su questo tratto di strada si affacciano Villa Medici e Villa Le Balze. Più in alto si trova l’Ex Convento di S. Girolamo. Costruito nel 1400 per la congregazione degli eremiti di S. Girolamo del Beato Carlo dei conti di Montegravello, fu ingrandito sotto Cosimo il Vecchio per opera di Michelozzo. All’esterno resti ciclopici di un tratto di mura etrusche della città pertinenti alla rocca di S. Francesco. • IN AUTOMOBILE:Da SUD uscita dal casello dell’Autostrada A1 Firenze Sud in 20’; da NORD SR 302 Via Faentina e SR 67 Via Bolognese indicazioni Olmo; Da Arezzo e dal Valdarno: SS 67 Via Aretina alle porte di Firenze • IN TRENO:Firenze stazione centrale di Santa Maria Novella dove occorre raggiungere Piazza San Marco e prendere un autobus Linea 7; oppure la Ferrovia Faentina, stazione di Fiesole – Caldine, o le Stazioni Compiobbi/Ellera/Girone • IN AEREO:Firenze aereoporto “Amerigo Vespucci, dove è necessario prendere un bus navetta e raggiungere Piazza San Marco e prendere la linea 7 dell’autobus

  5. … nome, fama e identità di Fiesole … • Paesaggio: adagiata in un dolce paesaggio collinare punteggiato da olivi, pini e cipressi • Origini storiche: i due colli sono abitati dall’età del bronzo, circa 2000 anni a.C • Tradizioni

  6. … il paesaggio … Adagiata in un dolce paesaggio collinare punteggiato da olivi, pini, cipressi, Fiesole offre uno straordinario panorama su Firenze. È un luogo speciale capace di grandi suggestioni e sollecitazioni culturali che difficilmente si dimenticano. Venire a Fiesole vuol dire godere di arte, ma anche di natura, della serena tranquillità dei suoi paesaggi, del fascino discreto delle sue ville, della bontà del suo olio e vino. Dal vertice del colle di San Francesco si può ammirare un superbo e dolce panorama su Firenze; verso ovest si mostra la Valle del Mugnone con in lontananza Monte Morello e la via Bolognese, qui la natura si fa più forte e severa, mentre il versante opposto, in direzione di Settignano mostra una natura più morbida e serena rivestita di olivi e cipressi. Più sotto la foce del Sambre (o “fiume dei morti” per gli Etruschi, visitato e disegnato da Leonardo da Vinci) e poi ancora la Valle dell’Arno dove hanno trovato dimora aironi, cormorani, martin pescatore. Tra il verde dei boschi, dei cipressi, degli olivi, delle viti ed il grigio-celeste della sua pietra, le colline fiesolane in primavera si ammantano dei colori dei giaggioli, degli anemoni, dei roseti e di un’infinita varietà di orchidee che crescono spontanee, oppure in autunno dello zafferano o “zima di Firenze”. Fiesole nel corso dei secoli ha saputo conservare intatto il suo panorama e la sua collina costellata di cipressi. La civiltà mercantile fiorentina provvide alla completa riorganizzazione del paesaggio agrario introducendo il sistema delle unità poderali condotte a mezzadria, con la casa colonica in mezzo, ed eliminando o ristrutturando gran parte dei castelli e villaggi dell’epoca feudale. I coltivi tipici di questo sistema basato sulla autosufficienza della famiglia contadina, erano graminacee, foraggi e legominose, a rotazione, in promiscuità con viti e olivi e qualche pianta da frutto e da foglia per il bestiame. Il cipresso, che si dice introdotto dagli etruschi, in realtà propagati intensamente dalla cultura romantica, si diffonde attorno alle ville e alle case da signore come elemento di decoro. Il Rinascimento arricchì le dimore e le chiese, disseminò ovunque ville e giardini favorì la creazione di opere scultoree e pittoriche che si trovano ancora numerose nei luoghi originari. Si può percorrere in ogni direzione valli e colline, seguendo anche la viabilità minore, per apprezzare la disposizione delle case coloniche, delle chiese e delle residenze signorili e l'organizzazione caratteristica del suolo in buona parte ancora conservata: vie poderali di collegamento fra le case sparse, fonti, muri a secco di terrazzamento, fossi per regimare le acque o per sfruttarle nei mulini. I nomi dei luoghi risalgono spesso alla civiltà etrusca, al periodo della colonizzazione romana, ricordano episodi della storia tardo antica e medievale o attività produttive scomparse. Ai bivi si incontrano tabernacoli di vario tipo, segni di devozione ed elementi di un ordine sociale, culturale e ambientale consolidato per alcuni secoli. “… dalle rovine romane alla villa di Böcklin, Fiesole offre numerose e affascinanti attrattive, retaggio di epoche storiche diverse. La cosa più bella è però la sua incantevole posizione, distribuita com’è lungo i fianchi e sulla cima di due massicci colli affacciati su Firenze e coperti di frutteti e case di campagna. (…) Chi fugge su quest’altura il viavai di Firenze, troverà riposo e appagamento alla vista e allo spirito inseguendo i profili verdi di monti e dei gruppi di cipressi nei giardini.” (Herman Hesse, Dall’Italia, 1901)

  7. … le origini storiche … Fiesole sorge su un’altura dominante la valle dell’Arno a sud e quella del Mugnone a nord-ovest. Il centro storico è articolato su due colline, San Francesco e Sant’Apollinare, in mezzo alle quali si stende l’avvallamento che ospita l’odierno abitato. I due colli, che richiamano, come rappresentato nel suo stemma, una falce di luna, sono stati abitati fin dall’età del bronzo, circa 2000 anni a.C. Nella successiva età del ferro matura la civiltà etrusca (VIII-IV sec. a.C.) e a Fiesole si sviluppa una poderosa urbanizzazione con una possente cinta muraria di oltre 2 km e mezzo (a tratti ancor oggi visibile) a baluardo contro le invasioni dei popoli del nord (Galli) ed a controllo dei traffici e delle vie di comunicazione tra l’Arno, l’Etruria centro meridionale e l’Etruria padana. E’ nel periodo ellenista, tuttavia, che si ha lo sviluppo urbanistico più vigoroso con opere di terrazzamento, la costruzione del tempio, la necropoli e la cinta muraria che indicano la consistente crescita della città. Incontro di Teano Nel 217 a.C. Fiesole risulta alleata di Roma contro Annibale. Nel 90 a.C. la città è distrutta da Porzio Catone per la sua posizione antiromana nella guerra sociale. Dieci anni dopo viene romanizzata per opera di Silla che dà vita ad una colonia. Successivamente Fiesole diventa centro della rivolta di Catilina contro la Repubblica Romana e deve così sopportare le conseguenze di una nuova sconfitta. Da allora la città assume l’aspetto tipico di un municipio romano con il Foro, centro politico e commerciale, situato nell’attuale piazza Mino, il teatro e le terme (costruiti in età augustea), un nuovo tempio sopra quello etrusco. L'impianto che la città riceve arriverà quasi immutato fino alla seconda metà dell'Ottocento. Dopo la caduta dell’impero romano anche Fiesole conobbe l’occupazione dei Longobardi (VI-VII sec. d.C.). L’importanza della città come piazzaforte militare nel tempo viene sempre più a diminuire a favore di Firenze. Nel frattempo anche la Chiesa si era organizzata, all’interno dei confini amministrativi romani, in una vasta diocesi.

  8. Con l'avvento dell'età comunale Fiesole, dopo un lungo conflitto, conosce la conquista e distruzione da parte della città di Firenze (anno 1125) che assoggetta il contado come necessaria misura per la costituzione del Comune in città stato. Quel momento segna la decadenza della cittadina ridotta ad un cumulo di rovine ed usata come cava di materiali per la vicina città dominante. Fiesole entra allora a far parte del patrimonio di memorie antiche e leggende sulle origini di Firenze che Dante richiama nella sua Commedia. Firenze lasciò autonomia amministrativa a Fiesole che la imitò nell’organizzazione degli ordinamenti degli uffici pubblici, ebbe quindi Podestà, Gonfalonieri e le corporazioni di arti e mestieri. A dare impulso alla vita intellettuale e spirituale furono due grandi ordini religiosi, i frati Francescani che si insediarono sul colle occidentale, sul luogo dell'antica rocca fortificata, che sarà detto di S. Francesco, dando vita al più antico convento dei Frati Minori dell’Osservanza della Toscana, ed i Domenicani a San Domenico, la cui importanza è rappresenta dai personaggi illustri qui ospitati: Domenico Buonvicini, San’Antonino e Giovanni da Fiesole detto l’Angelico. Dal 1865 al 1870 Firenze è la capitale d'Italia e Fiesole, già dal Rinascimento dimora di famiglie aristocratiche e colti mercanti fiorentini, diventa luogo ambito dal nuovo ceto sociale borghese. Ne sono la testimonianza le ricche case e ville che tuttora si incontrano sulle pendici della collina. Dal XIV secolo gli abitanti di Fiesole sono per la maggior parte dediti al lavoro di cavatori e scalpellini nelle rinomate cave di pietra serena (materia prima già usata da Etruschi e Romani per architetture ed ornati) che vengono sfruttate intensamente per i bisogni della vicina Capitale e per i propri. Fervono infatti anche a Fiesole lavori pubblici e privati: si crea il parco pubblico sulle pendici di S. Francesco, si amplia il Cimitero monumentale, si costruiscono la Piazza del Mercato e i Pubblici Macelli, la scuola elementare, oggi Palazzina Mangani, l' attuale Piazza Garibaldi dove si impianta una manifattura di paglia tessuta a telaio, abitazioni per lavoratori che si erano frattanto organizzati in Società di Mutuo Soccorso e in Cooperative; si cura il decoro delle abitazioni borghesi già esistenti. Passeggiando sia per la strada principale che nelle suggestive vie interne, si incontrano architetture e decorazioni pittoriche e plastiche sulle facciate, che sono spesso rari documenti del gusto e della cultura di fine Ottocento e primo Novecento. Nel 1873 furono avviati gli scavi del Teatro romano (sotto la direzione del marchese Carlo Strozzi), poi estesi alle Terme e al Tempio etrusco romano fino a definire l'area archeologica urbana. Cinque anni dopo fu istituito il Museo Civico a testimonianza delle antichità di Fiesole, una delle perle dell'Italia unita e con una punta di rivalsa nei confronti di Firenze, l'antica dominatrice. L’ampliamento della città di Firenze, decisa nel 1865 a seguito della costituzione dello Stato italiano, sottrae al Comune di Fiesole importanti porzioni di territorio, Rovezzano, Settignano, Pellegrino, Coverciano e Mensola, che restano tuttavia segnate da una storia comune con Fiesole fatta di insediamenti di pregio storico-artistico, di opere stradali ed idrauliche di alta qualità, di giardini e parchi disegnati con grande gusto e funzionalità.

  9. … le tradizioni … • Dal XIV secolo gli abitanti di fiesole sono dediti al lavoro di cavatori e scalpellini nelle cave di pietra serena • Un tempo Fiesole era nota per la lavorazione della paglia (Casa Marchini Carrozza sede della lavorazione della Paglia)

  10. … le leggende … L’origine di Fiesole si perde nel tempo tanto che molte leggende sono fiorite intorno alla sua nascita. La più fantasiosa narra che Atlante, dopo essere stato in Africa, passò per Gibilterra, la Spagna e la Francia ed attraverso le Alpi arrivò in Italia. Chiese allora ad Apollo dove era il posto più bello per riposarsi ed il dio gli rispose di scendere verso il mare, risalire lungo un gran fiume fino ad arrivare ad un gran colle che avrebbe riconosciuto facilmente perché era il più bello al mondo. Atlante giunse alla foce dell’Arno e lo risalì fino a che vide un colle abitato da gente laboriosa e pacifica. Spianò la cima del colle e dalle sue pareti scavò grandissimi massi con i quali costruì mura e palazzi di una città bellissima che si fermò ad ammirare esclamando: “TU FIES SOLA” intendendo che sarebbe rimasta la sola e la più bella per secoli e secoli. Il toponimo di Fiesole è considerato etrusco anche se a noi è arrivato dal latino “Faesulae”.

  11. Offerta turistica 10 Strutture alberghiere (228 camere) 28 Strutture extra alberghiere (266 camere) 38 Attività Ristorative 1 Agenzia di Viaggi Risorse/Eredità Naturali e Storiche Offerta culturale (5) Musei (4) Archivi (3) Biblioteche (3) Palazzi storici (1) Teatro (8) Ville e giardini (25) Chiese e Conventi (2) Parchi archeologici e naturalistici (3) Centri Accademici Fondazioni Centri Culturali Piazza Mino da Fiesole Tabernacoli Mura Etrusche Origini Storiche Tradizioni Ricchezza Paesaggistica Cave e Pietra serena Montececeri e Maiano Fonte sotterra Borgunto Offerta di svago (2) Parchi avventura Sagre, Fiere e Mercatini Esposizioni permanenti e temporanee

  12. … le risorse …

  13. … le risorse naturali … • Cave e pietra serena: Montececeri e Maiano • Fonte sotterra: Borgunto

  14. … Montececeri: le cave e Leonardo … Il poggio deve il suo nome al fatto che nel passato era frequentato da cigni. Questi volatili, a causa della loro escrescenza sul becco, erano definiti dai fiorentini come “Ceceri” (da cecio). Sin dall’antichità questo luogo era famoso per le sue cave di pietra serena utilizzate per tutte le più importanti strutture architettoniche fiesolane, teatro romano, tombe etrusche, Badia Fieolana, Cattedrale … e dal XV secolo dai grandi artisti fiorentini come Brunelleschi, Vasari, Michelangelo, Cellini per i monumenti più prestigiosi e per i manufatti di uso comune. Attorno alla pietra serena o fiesolana si era formata una tradizione di lavoro artigianale ed artistico importante e singolare che abbraccia un vasto arco storico, dagli etruschi ai romani, dal medioevo all’età contemporanea: le cave infatti hanno rappresentato non solo il luogo per l’accesso alla materia prima, ma anche la scuola, la “Bottega” per la formazione delle maestranze e la continuità della tradizione in tutti i suoi aspetti. Storia artistica, storia sociale, economia locale, “architettura industriale” si sono fuse in quest’ambiente singolarissimo. Oggi nell’area, divenuta parco storico-naturalistico, si contano circa 19 cave (le più importanti Cava Braschi, Righi e Sarti) dismesse ai primi del ‘900 e non visitabili. Si possono, però, ancora vedere i resti di alcuni magazzini, creati dagli scalpellini in pietra a secco per conservare gli strumenti e le pietre cavate, canali di secolo delle acque piovane, gli stessi realizzati dagli scalpellini introducendo delle pietre di taglio nel terreno. Montececeri, prima completamente brullo a causa dell’attività estrattiva, oggi è un colle quasi interamente verde grazie ad interventi di rimboschimento iniziati nel 1929 dal Corpo della Forestale. Montececeri tuttavia non è solo cave e pietra serena, ma anche “luogo leonardiano”. Proprio dalla sommità del colle Leonardo da Vinci sperimentò la sua Macchina del volo nel 1506. Le condizioni del luogo, che si suppongono immutate da allora, sarebbero state le più adatte: si apre qui un vero dirupo verticale, la parete di roccia della cava Sarti. Leonardo menziona “Monte Ceceri” anche disegnando il profilo dei colli intorno a Firenze nel foglio 20v del Codice di Madrid II. La leggenda vuole che fosse Tommaso Masini detto Zoroastro da Peretola, allievo di Leonardo a Milano e a Firenze a collaudare la macchina così come testimoniato da un appunto dello stesso Leonardo nel suo Codice del Volo

  15. … Maiano: il borgo e le sue cave … E’ il borgo di Giuliano e Benedetto da Maiano, architetti e scultori del Rinascimento, e delle cave di pietra arenaria. Qui si trova una chiesa di piccole dimensioni. Nel 1885 John Temple Leader, che aveva acquistato la villa e la fattoria di Maiano, la ricostruì in stile trecentesco. Notevole un monumento sepolcrale composto di sarcofago, nicchia, statua in pietra della Madonna della fine del XVII secolo. La fattoria, già monastero delle Benedettine ed oggi proprietà Miari Fulcis, conserva un chiostro in pietra serena dove si può ammirare un affresco di Spinello Aretino, del secolo XIII, raffigurante una “Master MIsericordiae”. Avviandosi oltre la chiesa verso il monte, sulla sinistra, si incontra una cava del tipo a cielo aperto o tagliata di proporzioni colossali che dà subito una idea della trasformazione subita dal paesaggio per effetto del lavoro di alcuni secoli di estrazione della pietra nonché della struttura geologica del Monte Ceceri. Le cave di Fiesole, sfruttate fino agli inizi del ‘900, sono celebri per la pietra serena ampiamente impiegata dagli scultori fin dal XV secolo. Ricordata da Benvenuto Cellini e Giorgio Vasari, la pietra fiesolana era impiegata per opere architettoniche e monumenti, ma anche per arredi civili, sacri ed urbani.

  16. … Borgunto: Fonte sotterra … In epoche remote, subito fuori della cerchia orientale delle mura etrusche di Fiesole, si formò un villaggio dal nome per noi ancora enigmatico: Borgunto. La posizione geografica meita attenzione. Da qui in epoca etrusca e romana doveva passare almeno un collegamento con la dorsale preappeninica mugellana. L’insenatura tra il Montececeri, il Poggio Magerini e la collina di S.Apollinare giù fino al centro del Borgo e oltre, in direzione della Valle del Mugnone, racchiude una faglia (ossia un frattura con scorrimento verticale nella roccia che compone il sottosuolo) che provoca da sempre un accumolo di acqua e ne fa il luogo più ricco di sorgenti di tutta la collina fiesolana. La fonte fu celebrata da eruditi e antiquari del XIX secolo come opera della civiltà etrusca. Si tratta di una grotta artificiale, che misura circa 10,50 metri di profondità in un primo ambiente e circa 32,50 metri in lunghezza dalla base dele scale di ingresso verso il fondo in direzione della piazzetta di Borgunto. Vi sono indizi sufficienti per ritenere che il suo uso come sorgente d’acqua del “Villaggio” di Borgunto sia stato continuo nel tempo (da epoca medievale o forse anteriore) fino al 1944 quando fu temporaneamente trasformata in rifugio antiareo. Nel 1937 un industriale fiesolano, Napoleone Raspanti, stipula un contratto con il Comune per la posa di un tubo per attingere acqua per il raffreddamento del suo impianto di fabbricazione del ghiaccio. Dopo la guerra la fonte cade totalmente in disuso. Nel tempo si è formato intorno alla fonte un alone leggendario, a tratti quasi magico-religioso per l’associazione dell’ìacqua sorgiva alla Vergine (probabilmente durante la Controriforma si era collocata anche una immagine sacra all’ingresso) e per la credenza diffusa di proprietà salutifere dell’acqua.

  17. … le risorse storiche … • Mura etrusche, sopra Borgunto dirimpetto al Monte Ceceri • Tabernacoli: Ghirlandaio, tre pulzelle, Maiano • Piazza Mino da Fiesole

  18. … Mura etrusche … Sopra Borgunto, dirimpetto al Monte Ceceri, si dispiegano i resti della cinta muraria etrusca che qui conserva alcuni blocchi di grandezza tale da suscitare meraviglia per la loro messa in opera. Già nel medioevo circolava la credenza popolare che questa fosse opera di giganti. Qui la principale via di accesso alle cave del Montececeri. Un antico sentiero indicato da un tabernacola collegava Borgunto con Villa San Michele alla Doccia (ex convento disegnato da Michelangelo ora albergo) ed era una rapida scorciatoia per Firenze

  19. … Tabernacoli … • Tabernacolo del Ghirlandaio: Percorrendo la strada che da piazza Garibaldi conduce a Borgunto, denominata oggi via Antonio Gramsci, un tempo via della Cannelle poi via Ferrucci a ricordo della famiglia dei celebri scultori fiesolani, si attraversa una piccola piazza, detta del Ghirlandaio, per una pittura ivi esistente del celebre pittore. Infatti in questa piazza, sulla destra, esiste un tabernacolo dove si trova l’affresco pitturato, secondo gli storici, da Domenico del Ghirlandaio, raffigurante, nella parte centrale, la Madonna in trono circondata da santi • Tabernacolo delle tre pulzelle • Tabernacolo di Maiano

  20. … Piazza Mino da Fiesole … E’ l’area dell’antico foro romano che ospita la cattedrale alla estremità nord ovest ed era rimasta sepolta sotto materiale di accumulo a formare il “Prato del duomo”. Nel tempo edifici si sono aggiunti ai lati fino a occupare tutto lo spazio. La piazza ha ricevuto una impronta decisiva nell’ ‘800 con lo sviluppo dei caffè e delle botteghe ancora oggi luoghi di sosta preferiti dai numerosi visitatori. Nel centro della piazza spicca il monumento equestre dell’incontro a Teano fra Garibaldi e Re Vittorio Emanuele II che Oreste Calzolari fuse in bronzo nel 1906. Nel 1890 arrivò in piazza la tranvia che la collegava a Firenze

  21. … offerta culturale …

  22. … i palazzi … Proprio di fronte al Seminario, in posizione rilevata sul lato est, si trova il palazzetto voluto dal governo Lorenzo dei Medici come sede di una Podesteria suburbana per il territorio fiesolano, oggi sede del governo locale. Della struttura originaria si conserva il portico colonnato e la loggetta entrambi in pietra serena locale. Sulle pareti sia all’esterno che all’interno sono rimasti esposti gli stemmi o arme dei giusdicenti locali (podestà) dal XVI al XVIII secolo. L’amministrazione comunale vi ricondusse la propria sede nel 1910. Dal 1878 al 1914 il palazzo ospitò il Museo civico. Palazzo Pretorio: municipio Destinato alla formazione del clero, secondo le disposizioni del Concilio di Trento, fu inaugurato nel 1637 dal Vescovo Lorenzo della Robbia e rievette, due anni dopo, le Costituzioni o Regola disciplinare da Papa Urbano VIII. Fu ampliato nel 1697 dal Vescovo Filippo Neri Altoviti e dal Vescovo Luigi Maria Strozzi nel 1726. L’edificio è racchiuso in quello che un tempo era “Il prato del duomo” (Piazza Mino) nei limiti probabili del foro romano sepolto. L’istituzione si afferma come la più importante struttura formativa e culturale del territorio fiesolano e tale rimarrà fino al Novecento inoltrato. Nell’ ‘800 si dotò di attrezzature scientifiche didattiche. Angelo Maria Bandini lasciò al Seminario la sua preziosa biblioteca. Palazzo Altoviti Seminario vescovile Sorge di fronte all’ingresso della Cattedrale e vi si accede da una doppia scalinata ottocentesca. La sua costruzione risale all’XI secolo, ma tra il XV e il XVII secolo è stato oggetto di trasformazioni ed ampliamenti. La facciata attuale risale al 1600 e vi campeggia l’imponente stemma del Vescovo Filippo Neri Altoviti. All’interno, nella cappella privata del Vescovo, si possono ammirare affreschi della scuola del Ghirlandaio, mentre nell’ex oratorio del palazzo, Cappella di San Jacopo Maggiore, si conserva un’importante affresco “Incoronazione della Vergine” attribuito a Bicci di Lorenzo ed una collezione di oreficerie sacre della Diocesi di Fiesole. Palazzo vescovile Fonte documentativa: guida apt Fiesole

  23. … le Chiese e i conventi… • Badia Fiesolana • Cattedrale di San Romolo • Chiesa e Convento di San Domenico • Chiesa e Convento di San Francesco • Chiesa ed Oratorio del crocefisso di Fontelucente • Chiesa S.Maria Primerana • Chiostro dei Canonici • Chiesa di San Pietro a Quintole • Chiesa di Santa Margherita a Saletta • Chiesa di San Martino a Terenzano • Chiesa di San Michele a Muscoli • Chiesa di Santa Maria a Ontignano • Chiesa di Santa Maria a Pontanico • Convento della Maddalena • Convento San Girolamo (chiuso) • Oratorio di S. Ansano • Basilica di S. Alessandro • Chiesa di S. Andrea a Sveglia • Chiesa di S.Ilario a Montereggi • Chiesa di San Clemente in Poggio • Chiesa di San Donato a Torri • Chiesa di San Lorenzo a Basciano • Chiesa di San Lorenzo e S. Maria a Vincigliata • Chiesa di San Martino a Maiano • Chiesa di San Martino a Mensola (Comune di Firenze)

  24. Badia Fiesolana:Antica cattedrale di Fiesole intitolata ai Santi Pietro e Romolo e prima sede episcopale della Diocesi, fu restaurata da Cosimo dei Medici insieme al convento e munita di refettorio, infermeria, noviziato, dormitorio e libreria (vi lavoravano prima Brunelleschi poi Michelozzo). La facciata romanica rivestita a disegni geometrici in marmo bianco e verde si collega al Battistero di Firenze e a S. Miniato al Monte. Un vasto chiostro del XV secolo, realizzato in pietra serena, dà accesso ad altri ambienti. Il complesso oggi è sede dell’Università Europea. • Cattedrale di San Romolo: Il visitatore che arriva da Firenze in Piazza Mino, scorge solo il fianco destro della cattedrale. A pianta basilicale, fu eretta dal Vescovo Jacopo il Bavaro nel 1028 e ampliata nel secolo XIII. Una iscrizione alla base del campanile reca la data del 1206. L’aspetto attuale si deve però a lavori di restauro novecenteschi. E’ dedicata al Vescovo martire Romolo, fondatore della chiesa fiesolana. Nel 1878 iniziarono grandi lavori di restauro che interessarono il paramento murario interno ed esterno. L’aspetto neogotico della facciata è dovuto a questi rifacimenti. Nella cripta è stato compiuto uno scavo archeologico nel 1990 che ha dimostrato una continuità di vita dal periodo ellenistico al secolo XIV. L’interno conserva un poderoso impianto di stile romanico che ricorda quello di S. Miniato al Monte ed è diviso in tre navate separate da colonne in pietra, l’una diversa dall’altra, sormontate da splendidi capitelli. Preziose opere si conservano all’interno della Cattedrale e delle sue cappelle come gli affreschi di Cosimo Rosselli, le sculture di Mino da Fiesole, tavole della scuola del Ghirlandaio, sull’altare maggiore uno splendido polittico di Bicci di Lorenzo e ancora una tela di Baccio Maria Bacci. • Chiesa e convento di San Francesco: In origine intorno al duecento sul luogo sorgeva una cappella fatta erigere da una famiglia fiesolana, in seguito vi si trasferirono alcune dame fiorentine, le Romite, che la utilizzarono come convento. Alle soglie del quattrocento il vescovo Andrea Corsini restaurò e ampliò il primitivo convento di monache, detto di Santa Maria del Fiore e lo dette ai frati minori. Il complesso, chiesa e convento, si trova in posizione dominante sulla valle del Mugnone ad ovest e occupa l’antica rocca etrusca. Notevoli un chiostro con pozzo del secolo XV e un altro piccolo chiostro del trecento. Nella chiesa si può ammirare una “Annunciazione” di Raffaellino del Garbo. Sono visitabili alcune celle del secolo XV. Il convento ospita il museo Missionario Francescano. • Chiesa Santa Maria Primerana:E’ un oratorio perfettamente allineato al Municipio o Palazzo Pretorio. La sua fondazione risale al secolo X. La sua posizione su un podio in posizione dominante sulla piazza, una colonna classica in pietra serena conservata all’interno nella parete nord e la scoperta recente di un tratto del decumano che la fiancheggia, rimandano ad una sua fondazione su un tempio di epoca romana pertinente al foro. Ritrovamenti di sepulture di epoca longobarda nell’area attigua fanno presumere che si tratti di una chiesa di epoca paleocristiana. All’interno una immagine della Vergine, attribuita da una antica tradizione a San Luca, è la più arcaica attestazione di venerazione della Madonna nella Diocesi di Fiesole (da cui forse l’attributo Primerana)

  25. Chiesa e convento San Domenico: il convento di san domenico, situato a metà strada tra Fiesole e Firenze, fu fondato nel 1406 e finito di edificare nel 1435, per opera del Vescovo di Fiesole Jacopo Altoviti e di Giovanni Dominici, entrambi frati di Santa Maria Novella. Fu un importante centro educativo per i giovani frati. Qui infatti si formarono Antonino Pierozzi, Santo ed Arcivescovo di Firenze e Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico del quale si possono ancora ammirare il Trittico, detto anche pala di A. Domenico di Fiesole, la Madonna della Benedizione ed il Crocifisso del Capitolo. Molte delle sue opere, qui realizzate, si possono vedere agli Uffizi, al Louvre, al Prado ed all’Hermitage. Annessa al Convento la Chiesa che risale alla prima metà del quattrocento. • Chiostro dei canonici: Nel XVI secolo l’antica istituzione diocesana del Capitolo della Cattedrale si dotò di una struttura appartata, contigua alla Cattedrale, sviluppata attorno ad un portico colonnato a tre lati sul quale si affacciano le abitazioni dei canonici chiamati a forme di vita comune. A lato, di fronte alla facciata della Cattedrale sorge l’Episcopio. • Oratorio del Crocefisso di Fontelucente: Nel secolo XVII un gruppo di case, meno di una borgata, e alcune cave aperte a metà di un ripido pendio del versante nord-ovest del colle di San Francesco pareva si spenzolassero sul Mugnone a fondovalle. Il toponimo si riferiva ad una sorgente già nota nel quattocento scaturita durante la coltivazione delle cave di pietra serena, come spesso accadeva nel taglio dei banchi di questa roccia sedimentaria. La lucentezza è ancora apprezzabile quando l’acqua scivola tra gli strati rocciosi attraversata dalla luce. Agnolo Poliziano volle consegnarci una immagine letteraria neopagana del luogo che forse esprimeva reali credenze popolari di presenze magiche e incantate legate alle acque. Le Lamie, inquietanti creature dal corpo di donna assimilate più tardi con streghe e vampiri, avrebbero abitato proprio questo posto a detta delle “donne del popolo”. La Chiesa Cattolica, impegnata nella Riforma dopo il Concilio di Trento, tese a sradicare i residui di paganesimo dalle campagne. Fonti e sorgenti divennero luoghi consacrati con presenze sacre oggetto di culto e dovozione e le loro acque salutari. A Fontelucente esisteva dal cinquecento un crocifisso in pietra serena, sicuramente opera di salpellini, protetto da un tabernacolo. Sul fondamento della devozione popolare si costruì una chiesa oratorio, a ridosso della cava, ben visibile, che inglobò il crocifisso e la sorgente che scorre ancora all’interno e sbocca all’esterno in una fontana. Nella chiesa si conserva un trittico di Mariotto di Nardo del 1398, che rappresenta la Madonna della Cintola. Similmente l’antica Fonte sottoterra in Borgunto in questa stessa epoca vide l’immagine della Vergine collocata a presidiarne l’ingesso e il diffondersi di credenze sulle virtù salutari della sua acqua.

  26. … gli archivi… Archivio Capitolare:il capitolo della Cattedrale di Fiesole fu istituito dal vescovo Zanobi nel 966 nell’ambito della sua opera di rifondazione della chiesa fiesolana. I documenti conservati in archivio, i più antichi dei quali risalgono al XIV secolo, testimoniano la storia del capitolo, ma anche la vita civile e religiosa della città. IL fondo comprende una preziosa raccolta di pergamene e di libri liturgici, compilazioni storiche di vario genere. Una sezione dell’archivio è costituita da documenti relativi alla Badia Fiesolana e all’Opera Pia Bandini. L’archivio storico comunale conserva documenti che dal XVI secolo arrivano fino ai giorni nostri: le strutture politiche e amministrative territoriali, dalle antiche entità fino al moderno ente locale, hanno infatti lasciato traccia del loro operare quotidiano. Le deliberazioni degli organi di governo locale, i carteggi amministrativi, i documenti contabili, fiscali e demografici, la documentazione relativa ai lavori pubblici o all’assistenza e beneficienza sono le principali tipologie di documenti conservati nell’archivio. Nella sede dell’archivio sono inoltre conservati un ricco archivio fotografico, una raccolta di manifesti e vari fondi documentari prodotti da enti ed istituzioni di rilevante interesse culturale che hanno operato nel territorio comunale in vari periodi storici. Archivio del Seminario: Il seminario di Fiesole, fondato nel 1637 dal Vescovo Lorenzo della Robbia, ebbe sempre una grande tradizione culturale e formativa. IL suo archivio ne documenta la vita attraverso una ampia raccolta di carte che comprende costituzioni, regolamenti, memorie, diari, programmi scolastici, carteggi, libri contabili e inventari. L’archivio Vescovile fu costituito nel 1228 dal vescovo Ildebrando. I più antichi documenti risalgono alla prima metà del XII secolo. Pergamene, bolle papali, relazioni sulle visite pastorali, atti riguardanti chiese, monasteri, ospedali, castelli, confraternite, compagnie laicali, carte anagrafiche, atti amministrativi testimoniano dell’attività pastorale dei vescovi fiesolani e della vita vasta diocesi da loro amministrata.

  27. … le biblioteche… Biblioteca Bandiniana: Si formò verso la metà del XVII secolo a seguito della fondazione del Seminario. Attualmente ha una consistenza di 10.000 volumi con prevalente, ma non esclusivo, indirizzo teologico ed umanistico. Le edizioni del XVI secolo sono circa 900, moltissime quelle del Sei e Settecento. La biblioteca, prende il nome da Angelo Maria Bandini, (1726-1803) erudito e bibliofilo fiorentino, che lasciò al seminario tutta la sua biblioteca comprendente un gran numero di opere dell’antichità classica, di filosofia, di storia, di diritto, di medicina. Un altro fondo importante è quello proveniente dal vescovo Ranieri Mancini (1735-1814). Biblioteca Comunale: La sede di via Sermei fu inaugurata nel 1974 mentre la sezioen decentrata di Compiobbi è stata aperta nel 1982. Complessivamente la consistenza della biblioteca è di circa 40.000 volumi. In biblioteca si possono trovare libri di letteratura da tutto il mondo, libri per ragazzi e bambini, guide turistiche, libri in lingua originale, saggi, enciclopedie, dizionari, riviste, fumetti, quotidiani, cd musicali e multimediali, videocassette e Dvd. Biblioteca della curia

  28. … i musei… • Museo Civico Archeologico • Museo Bandini (artistico) • Museo Missionario San Francesco (Etnografico e antropologico) • Museo Primo Conti (arte moderna/contemporanea) • Cappella di San Jacopo (arte sacra) Prezzo del biglietto cumulativo Museo Archeologico, Area Archeologica, Museo Bandini: 10,00 Euro. In occasione di mostre nella sala Costantino 12,00 Euro Prezzo del biglietto museo primo Conti = 3,00 Euro

  29. Museo Civico Archeologico: (Comune di Fiesole) Dall’aspetto di un tempio tuscanico fu inaugurato nel 1914, all’interno dell’area archeologica. Vi confluirono, schedati e ordinati, i reperti degli scavi dell’area e quelli provenienti da vari ritrovamenti nella città e nel territorio e conservati fino ad allora in due stanze del Palazzo Pretorio (Odierna sede del Palazzo Comunale). Fin da allora il Museo raccolse non solo materiali provenienti dalla città e dal territorio fiesolano, ma anche oggetti di età etrusca e romana soprattutto di altre zone dell’Etruria donate al Museo da privati o da istituzioni. Rinnovato e ammodernato con successivi interventi a partire dal 1980, il Museo ha un fondamentale carattere topografico. Tra i reperti più significativi di epoca etrusca sono le stele in pietra serena, la serie di bronzetti votivi, la grande leonessa in bronzo, le terrecotte architettoniche del tempio. Tra quelli di epoca romana la statua in marmo di Iside, i ritratti e fregi marmorei dal teatro antico. Numerosi e ricchi i reperti delle sepolture longobarde. Non meno rilevante è il carattere antiquario del museo che fin dalla sua costituzione vide affluire ricche donazioni di manufatti antichi: ceramiche, bronzi, marmi fino all’ultima grande collezione (Alfiero Costantini 1985) di ceramica attica, etrusca e italica Museo Bandini: (proprietà del Capitolo Cattedrale gestito dal Comune di Fiesole) Un piccolo scrigno di tesori di arte: così si può definire il Museo Bandini. Nel piccolo edificio, costruito all’inizio del ‘900 in stile nerorinascimentale, è conservata, infatti, una raccolta d’arte tra le più preziose ed interessanti dell’area fiorentina. Si tratta di una collezione di dipinti e sculture di epoca compresa tra il 1000 e il 1400, tra cui uno splendido e cospicuo gruppo di robbiane, che il canonico Angelo Maria Bandini, cui il museo è intitolato, raccolse nel corso della seconda metà del settecento e che, morendo nel 1803, lasciò in eredità a Fiesole. La collezione delle sue opere rimase in S. Ansano, sua ultima dimora, per tutto l’Ottocento finchè il Vescovo ed il Capitolo della Cattedrale, eredi del patrimonio, trasferirono la collezione in una sede appositamente costruita. Il Museo fu inaugurato nel 1913 e tra il 1980 e 2005 è stato non solo ristrutturato come edificio, ma anche riallestito e le opere tutte restaurate. Nelle sale dle primo piano sono ospitati i cosiddetti Primitivi, ovvero dipinti che documentano l’arte medievale, opere di Taddeo e Agnolo Gaddi, Nardo di Cione, Lorenzo Monaco di epoca rinascimentale, opere da Neri di Bicci a Iacopo del Sellaio. Nelle sale al pian terreno, invece, una splendida raccolta di robbiane Museo Missionario San Francesco: (proprietà e gestione del Convento Frati Minori di Toscana) ospitato all’interno della Chiesa e convento di San Francesco contiene una collezione egizia e una cinese formate dai padri missionari provenienti da quei paesi

  30. Museo Fondazione Primo Conti: (proprietà della fondazione Primo Conti) La fondazione ha sede nella quattocentesca Villa “Le Coste” che per molti anni è stata l’abitazione e lo studio di Primo Conti. La Fondazione, sorta nel 1980 e denominata anche Centro di Documentazione e di Ricerca sulle Avanguardie Storiche, ha rappresentato il sogno a lungo coltivato dal Maestro “Di conservare il ricordo e la testimonianza dei più importanti movimenti novatori del Nocevento”. Il Centro si divide in due sezioni: Il Museo delle opere di Primo Conti e l’Archivio. Nel Museo, aperto al pubblico dal 1987, sono esposti oltre sessanta olii e più di centocinquanta disegni del Maestro. Nell’Archivio, posto al piano superiore della Villa, sono conservati numerosi fondi che costituiscono la sezione documentaria della Fondazione e che appartennero ai protagonisti della cena culturale italiana del primo Novecento come Papini, Pavolini, Carocci, Lega, Sanminiatelli ed un ricchissimo fondo librario sul futurismo. Notevole per il suo interesse storico-letterario è anche la ricca collezione di riviste, giornali e periodici futuristi fra cui il numero di “Le Figaro” del 1909 in cui uscì il primo manifesto del Futurismo. Cappella di San Iacopo: (proprietà del Capitolo della Cattedrale, in gestione al comune di Fiesole)

  31. … le Ville e i giardini aperti al pubblico… • Villa Medici o Villa Belcanto • Villa Peyron il Bosco di Fontelucente • Villa Nieuwenkamp o Villa il Riposo dei Vescovi • Villa Le Balze • Villa Schifanoia • Villa di Maiano • Villa Montececeri • Castel di Poggio • Castello di Vincigliata

  32. Villa Peyron al Bosco di Fontelucente: La villa, il giardino e l’ampio parco si trovano in una bellissima posizione con una vista spettacolare su Firenze. Il toponimo del luogo prende la denominazione da una fonte cinquecentesa, immersa nel rigoglioso bosco a monte della villa e che fornisce per caduta l’acqua necessaria al funzionamento delle numerose fontane presenti nel giardino e nel parco. La Villa, verosimilmente, fu costruita su rovine di epoca etrusca, delle quali vi sono tracce evidenti nei sotterranei e nelle immediate vicinanze, come i muri ciclopici emergenti nel parco; col passare dei secoli fu sottoposta a rifacimenti e trasformazioni fino ad arrivare all’aspetto attuale per opera dell’architetto Giovannozzi, nei primi del Novecento. Il giardino, articolato su tre terrazzamenti degradanti verso sud, è sistemato con un parterre di bosso, lungo l’asse della villa. E’ a Paolo Peyron che si deve la realizzazione del lago e del sovrastante complesso architettonico e monumentale. Le statue, di pregevole fattura, che ornano il giardino, al posto di quelle andate distrutte durante l’ultima guerra mondiale, provengono dalle Ville Venete del Brenta. Villa Medici o Villa Belcanto: E’ una delle ville più antiche appartenuta alla famiglia Medici ed è tra le ville medicee la meglio conservata e nello stesso tempo la meno conosciuta. Fu fatta costruire al posto di un caseggiato da Cosimo il Vecchio. Verso il 1450 suo figlio Giovanni, secondo Giorgio Vasari, la fece ristrutturare dall’architetto di famiglia MIchelozzo. Studi recenti, tuttavia smentiscono questa prima ipotesi e ne attribuiscono il progetto a Leon Battista Alberti. La villa fu edificata tra il 1451 e il 1457 come risulta dalle denunce catastali ed è un tipico esempio di costruzione del primo novecento, con finestre riquadrate da cornici in pietra serena ed ampie logge aperte sul panorama. L’aspetto della villa è molto diverso dalle ville medicee precedenti: è scomparsa la componente difensivo-militare, quindi mancano le torrette, i camminatoi sopraelevati, il fossato. Le logge sono un chiaro segno di apertura verso l’esterno a differenza delle fortificazioni “Chiuse” per esigenze difensive. La personalità di Giovanni Medici si manifestà nel forte ridimensionamento della componente agricola e produttiva della Villa in favore di una totale dedizione allo svago per sostenere l’attività intellettuale. Era infatti la prima volta che una residenza di campagna si dotava di giardino anziché di tenuta agricola. Nel 1469 ne divenne proprietario Lorenzo il Magnifico che vi trascorse lunghi periodi in compagnia di poeti e letterati appartenenti all’accademia Neoplatonica quali Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano. Villa Montececeri: La proprietà è alle pendici dei MOntececeri, laddove documenti dell’archivio attestano che Leonardo da Vinci possedeva un oliveto e vi tentò i primi esperimenti di volo con le macchine di sua invenzione. Si tratta di un parco privato interamente chiuso da un alto muro di cinta che raggiunge una estensione di 16 ettari. Nel grande bosco ricco di pini, cipressi, querci, lecci, corbezzoli, ginestre, orchidee selvatiche, ciclamini, anemoni, rose muschiate, vivono in armonia con l’ambiente istrici, volpi, tartarughe, ricci, scoiattoli, tassi. I campi coltivati formano una piccola azienda agricola che produce olio di oliva e vino. Negli anni ’50 l’architetto Pier Niccolò Belardi progettò il giardino all’inglese e la piscina scolpita nella viva roccia. La villa fu costruita nel primo ‘800, altri edifici agricoli risalgono al secolo XIV.

  33. Villa Schifanoia: La storia narra che questa sia la famosa villa nella quale, durante la terribile pestilenza che nel 1300 aveva colpito Firenze, si sarebbe rifugiata la compagnia di giovani che con i loro racconti dette vita al Decamerone di Giovanni Boccaccio. Il nucleo quattrocentesco della villa appartenne fino alla metà del ‘500 alla famiglia Cresci, successivamente ebbe diversi proprietari, subendo modifiche ed aggiunte. IL celebre scrittore francese Alexandre Dumas vi abitò per un periodo e vi scrisse un libro proprio dedicato alla villa. Nel 1927 divenne proprietà di Myron C. Taylor, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede che restaurò completamente la villa per ospitare la sua collezione di opere d’arte. Sfruttando la morfologia del paesaggio creò ampi giardini classici su tre terrazzamenti a differenti livelli, l’ambiente è arricchito da fontane, statue, vasche, meridiane ancora funzionanti e decorazioni varie. In seguito la Villa fu donata a Pio XII e per diverso tempo rimase di proprietà della Chiesa che vi ospitò un collegio per giovani americani che studiavano a Firenze. Dal 1996 appartiene allo stato italiano che ne ha fatto una delle sedi dell’Istituto Universitario Europeo. Villa le Balze: La villa, situata quasi dirimpetto a Villa Medici e costruita tra il 1911 e 1913, fu progettata da Cecil Pinsent e Geoffry Scott per Charles Augustus Strong, ricco americano appassionato di filosofia che vi visse fino alla sua morte nel 1939. La costruzione sorge su un terreno scosceso denominato le Balze di Macciò. La sistemazione del giardino ebbe inizio nel 1914 e dal 1917 fu proseguita dal solo Pinsent. Il giardino de le Balze è ricca di decorazioni come mosaici, statue, stucchi tutte realizzate dallo stesso Pinsent. Nel 1979 la figlia di Strong, la marchesa Margaret Rockefeller de Cuevas de Lorain, per rispettare le ultime volontà del padre di farla rimanere un centro di cultura, regalò la villa alla Georgetown University che da allora ospita i suoi studenti durante la loro permanenza in Italia. Villa NieuWenkamp “Riposo dei Vescovi”: La villa, sorta su una preesistente casa colonica appartenuta ai possedimenti della Badia Fiesolana, fu trasformata in residenza signorile nel XIX secolo. Il nome riposo dei vescovi deriva dal fatto che qui sostavano i Vescovi durante le loro salite verso Fiesole. Nel 1926 diventò l’abitazione del pittore, incisore e architetto olandese Wynand Otto Jan Nieuwenkamp, che legò strettamente il luogo al suo nome e alla sua persona. Dopo lungi viaggi nelle Indie Olandesi e alcune peregrinazioni in Italia, attratto dal clima e dal paesaggio, W.O.I.N. (così firma ogni suo disegno), scelse Fiesole per realizzare quella che definì La Villa sulla Collina. Per venticinque anni curò personalmente la decorazione della villa e fece ingrandire il parco secondo un gusto eclettico e fantasioso. A tale lavoro dedicò due volumi: il primo illustrato da foto ed il secondo da splendidi disegni di suo pugno. Il giardino è uno scenario verde con un suo fascino decadente. Fontane, statue, arredi marmorei sono sparsi in vari angoli del giardino così come erano stati voluti e realizzati dal versatile artista. Molti gli oggetti e le statue di fattura orientale, raccolti da Nieuwenkamp durante i suoi viaggi: un gong in bronzo, una statua di Buddha e grandi conche ed orci in terracotta dell’Impruneta.

  34. Villa di Maiano: La villa con il suo giardino, posto in posizione dominante su Firenze, fa parte dell’antico complesso della Fattoria di Maiano, situato alle pendici del Monte Ceceri, famoso per le sue cave di pietra serena utilizzata dai grandi artisti del rinascimento fiorentino. L’originario “Palagio di Maiano” venne distrutto nel 1467 da una violenta tempesta, tanto che l’allora proprietario Bartolommeo degli Alessandri, per far fronte ai debiti, dovette vendere l’intero complesso con l’ampio podere circostante. Proprietari divennero i conti di Santa Fiora, successivamente i Buonagrazia, i Pazzi (qui nacque la futura santa Maria Maddalena dei Pazzi) e nel settecento i Gucci Tolomei. Nel 1850 entrò nei possedimenti di John Temple Leader il quale l’acquistò “a cancello chiuso” cioè con tutto quello conteneva. L’eclettico uomo politico inglese fece della villa la sua abitazione ed il centro dei suoi affari, iniziando quei lavori di complessivo restauro della zona che ebbero il culmine nella ristruttazione neogotica del vicino Castello di VIncigliata. La trasformazione dell’ambiente riguardò anche il giardino e le famose colline circostanti. Con un sapiente intervento paesaggistico vaste superfici furono imboschite con cipressi, lecci e querce mentre sui terreni più pianeggianti furono incrementati gli olivi ed i vigneti. La villa ebbe numerosi ospiti illustri come la regina Vittoria che nel 1893 fece alcuni schizzi del laghetto per il suo album di ricordi. Negli ultimi anni la Villa ha accolto set cinematografici per film come “Camera con Vista” di James Ivory ed “Un tè con Mussolini” di Franco Zeffirelli. Oggi la villa è sede dell’azienda “Fattoria di Maiano”. Castel di Poggio: L’edificio ralizzato secondo la moda dell’epoca in stile neo medievale, risale alla fine dell’800 ed è una ideale ricostruzione del primitivo castello, presumibilmente duecentesco che era stato edificato inglobando la sommità del poggio, dal quale deriva il nome, e dal quale la famiglia dei Del Manzecca partiva per copiere le sue scorribande ai danni dei fiorentini. Nel 1348 la Signoria di Firenze lo rase al suolo. I resti del castello furono acquistati dagli Alessandri e, nella seconda metà del ‘400, Niccolaio fece ricostruire l’intero complesso caratterizzato dalle mura merlate, l’alta e robusta torre, la dimora signorile e la cappella. Nei secoli passò ancora varie volte di mano subendo altre trasformazioni che gli conferirono l’aspetto di una fortezza vera e propria. Il castello racchiude un cortile interno mantenuto a prato e ombreggiato da lecci e cipressi, mentre intorno, oltre a prati e oliveti, si trovano rigogliosi boschi di lecci, querce e castagni.

  35. Castel di VIncigliata: Le origini del castello sono antichissime, i primi cenni si hanno nel 1031. Per ben ottocento anni il castello è stato venduto o perso al gioco tra le famiglie più importanti e famose di Firenze fino ad essere quasi distrutto. Nel 1840 le sue rovine catturarono l’attenzione di un giovane lord inglese, John Temple Leader che passeggiando tra le colline fiesolane si imbattè in questo pittoresco rudere e, affascinato da tale meraviglia, decise di comprarlo. Nell’arco di dodici anni lo ristrutturò secondo il gusto del gothic revival. Famosi artigiani, scultori, scalpellini e pittori fiorentini lavorarono alla ricostruzione dle cstello in ogni suo particolare seguendo rigorosamente lo stile medievale. L’intervento non si limitò al solo restauro dell’edificio, ma comprese anche i terreni circostanti, rimboschendo le pendici della collina con un ricco sottobosco e con piante che si potessero adattare al terreno roccioso.Il grande merito di Temple Leader è stato quello di dare una connotazione precisa al paesaggio, rimboschendolo con cipressi, pini e lecci romanticamente collocati nelle zone più emergenti. Acquistò l’antica Cava delle Colonne, così chiamata perché le sue pietre erano servite alla costruzione delle colonne della Cappella dei Principi in San Lorenzo, e trasformò questo bacino naturale in laghetto-piscina. Si favoleggiava che il castello avesse passaggi segreti, trabocchetti, stanze misteriose ed altre diavolerie che la fantasia romantica aveva attribuito al medioevo. Tra tutte le storie imprigionate in quelle mura John Templar Leader amò la leggenda di Donna Bianca, giovane e bella fanciulla corteggiata da molti uomini, ma innamorata del figlio del peggior nemico della sua famiglia. Malgrado ciò il loro amore sembrò trionfare fino al giorno delle nozze, giorno in cui, i fratelli di Bianca uccisero il futuro sposo che cavalcava per raggiungere l’innamorata. Bianca ancora nel suo abito nuziale, dal dolore morì di crepacuore. Da allora il suo spirito aleggia tra le mura del castello proteggendo ogni tipo di amore, soprattutto quelli più difficili

  36. … parco archeologico … Parco Archeologico:Sul lato Nord della Piazza Mino è ben visibile, quasi come un boccascena, l’ingresso al Parco Archeologico. Su una superficie di circa 35.000 mq. si stende una porzione della città antica nell’assetto determinato in epoca romana. Si possono vedere i resti di un teatro, di un tempio etrusco-romano e di uno stabilimento termale incastonati in una delle più belle aree verdi di Fiesole e dei dintorni di Firenze. Il Museo civico archeologico sorge all’interno dell’area. La rscoperta dell’antico fu opera ottocentesca, quando il marchese Strozzi dette il via allo scavo del Teatro Romano. Poi fu la volta delle grandi piscine dell’edificio termale e della sua parte interna con le vasche e gli ambienti riscaldati. Più recente la messa in luce del tempio etrusco-romano i cui primi scavi, dopo alcune scoperte fortuite, iniziarono nel primo decennio del ‘900 e, per quanto in aree limitate, proseguono ancor’oggi Teatro Romano: Costruito verso la fine del I sec a.C, adoperando la pietra scavata dallo scavo del pendio roccioso sul quale vennero progressivamente poggiate le gradinate. La cavea è originale solo nella parte destra mentre tutto il lato sinistro è ricostruito. Uno spazio separava la cavea dall’orchestra che accoglieva, sui seggi marmorei riccamente decorati, i personaggi più illustri della città e gli ospiti di riguardo. La rappresentazione avveniva sul proscenio delimitato, nella parte anteriore, da un muro con nicchia centrale pulpitum e sul retro da quello della scaena. Di quest’ultima non rimane più niente. Le lastre del pulpitum e del frontescena, esposti all’interno del Museo, attestano che l’edificio restò a lungo in uso. Nel ‘900 si recupera e si radica la tradizione culturale del teatro romano mediante il “Festival dell’Estate Fiesolana” che ancor oggi ogni estate rivive con i suoi spettacoli di musica, danza, prosa e cinema.

  37. Le termeerano il luogo destinato agli incontri ed alla salute del corpo, furono costruite contemporaneamente al Teatro ed erano costituite da una parte all’aperto e da una coperta. La prima era dedicata al nuoto e agli esercizi fisici. La parte coperta era costituita da tre ambienti principali: il frigidarium, ambiente fresco, destinato agli incontri e alla conversazione; il tepidarium, ambiente di passaggio moderatamente riscaldato da un forno che immetteva nell’ambiente vapore e calore; il calidarium, ambiente riscaldato da due forni posti dietro la parete est ed ancor oggi visibili. Il Tempio: Si trova sul lato opposto alle terme. IN età romana i due edifici erano collegati mediante una strada. Esisteva un tempio precedente a quello romano, un edificio di età etrusca costruito verso la fine del IV secolo a.C più piccolo e con una pianta semplice. Davanti al tempio era posto un altare. L’edificio etrusco era coperto da un tetto realizzato in embrici e coppi con frontone decorato a rilevo del quale rimangono pochissimi elementi. Si ipotizza la dedicazione del tempio ad una divinità salutare, forse Minerva. Questo edificio fu distrutto nel corso del I secolo a.C da un incendio, all’atto della conquista romana di Fiesole. AL suo posto fu costruito un nuovo tempio più grande rispetto al precedente. Sul lato meridionale vi era un ambiente rettangolare, stoà, destinato alla sosta dei pellegrini in età antica, infatti solo il sacerdote aveva accesso all’interno del tempio. Anche in età romana davanti al tempio si trovava un altare.

  38. … altri parchi… Parco Naturalistico Montececeri Associazione Ampil Parco Avventura villa demidoff Parco gestito da privati (www.alberovivo.it) Parco per bambini, ragazzi ed adulti in cerca di emozioni. 7 percorsi diversi. Aperto dalle 9,30 al tramonto, chiuso il lunedì Prezzo da verificare Parco Avventura Villa Maiano di vincigliata Parco gestito da privati (www.treeexperience.it)

  39. … centri accademici di fama internazionale … Istituto Universitario Europeo (Badia Fiesolana) L’Istituto è una istituzione intergovernativa voluta dagli Stati Membri della Comunità Europea. Ha lo scopo di contribuire con la propria attività all’arricchimento del patrimonio culturale europeo mediante l’insegnamento e la ricerca praticati al più alto livello. Il primo anno accademico risale al 1976/1977. L’istituto opera attraverso quattro dipartimenti: Storia e civiltà, Scienze Economiche, Scienze Giuridiche e Scienze politico sociali. IL dottorato conseguito presso l’IUE costituisce un titolo di altissimo prestigio se si pensa che il dipartimento di scienze politiche è stato classificato al 5° posto su scala mondiale nella classifica della London School of Economics ed il dipartimento di studi economici è considerato negli USA fra i primissimi su scala europea. A partire dal 1985 sono stati conferiti all’IUE gli incartamenti storici dell’Unione Europea, resi accessibili al pubblico dopo trent’anni. The Harvard University center for italian renaissence studies (Villa i Tatti)Costruita su un edificio preesistente e risalente all’XI secolo, Villa i Tatti è oggi la sede del centro studi sul rinascimento italiano della Harvard University. La villa, dopo molti passaggi di proprietà, fu acquistata nel 1906 dallo storico e critico d’arte Bernard Berenson. Nel 1909 Berenson incaricò Cecil PInsent e Geoffry Scott della trasformazione della casa e del giardino. Alla sua morte lasciò la villa, circondata da un magnifico giardino a terrazze e le sue collezioni di libri, di foto ed oggetti d’arte, alla Harvard University affinchè ne facesse un centro per lo studio della storia e dell’arte rinascimentale italiana. Georgetown University (Villa Le Balze) dal 1981 la georgetown University ha aperto a villa le Balze una sede specializzata nello studio dell’arte rinascimentale italiana.

  40. … centri culturali … • Accademia Musicale Lizard; • Scuola di Piccolo Teatro Ascarè;

  41. … fondazioni culturali … Fondazione G. MIchelucci (Villa il Roseto): Costituita nel 1982 dall’architetto Giovanni MIchelucci con “Lo scopo di contribuire agli studi ed alla ricerca nel campo dell’urbanistica ed architettura moderna e contemporanea, con particolare riferimento ai problemi delle strutture sociali, ospedali, carceri e scuole”. Dopo 25 anni di attività la fondazione si caratterizza come un originale e consolidato punto di riferimento nella ricerca/progetto sui temi dell’habitat sociale e del rapporto tra spazio e società. Nella sede della fondazione sono consultabili l’archivio, la biblioteca, i disegni ed i plastici dello studio dell’architetto. Alla fondazione è anche legata la pubblicazione della rivista “La Nuova Città”. Fondazione Primo Conti (Villa le Coste): Centro di documentazione e ricerche sulle avanguardie storiche. La fondazione ha sede nella quattrocentesca villa Le Coste che per molti anni fu anche la abitazione del maestro. E’ stata istituita nel 1980 su iniziativa dello stesso Primo Conti con lo scopo di conservare il ricordo e studiare i movimenti culturali di avanguardia del primo novecento. La fondazione si divide in tre sezioni: il Museo delle opere di Primo Conti (circa 63 dipinti e 163 disegni), l’Archivio che conserva numerosi Fondi che appartennero ai protagonisti della scena culturale del primo novecento, un ricco fondo librario sul futurismo, una vasta biblioteca e lo studio che consente di organizzare convegni, incontri e laboratori didattici. Fondazione Scuola di Musica di Fiesole (Villa la Torraccia) Sorta nel 1974 ad opera di Piero Farulli e di un gruppo di musicisti e cultori di musica, si propone di diffondere, sviluppare, sostenere e valorizzare la musica come parte integrante ed attiva della cultura. Gli scopi istituzionali sono diffondere la educazione musicale in ogni strato della popolazione e promuovere ogni iniziativa atta a potenziare o fornire ai giovani una corretta ed alta qualificazione professionale in campo musicale. La scuola si articola intorno a tre nuclei: corsi di base per bambini, adulti e dilettanti; corsi di perfezionamento annuali rivolti a giovani diplomati che si avviano alla professione; centro nazionale di formazione per orchestra il cui frutto è la prestigiosa Orchestra Giovanile Italiana. Fondazione Padre Ernesto Balducci

  42. … eventi …

  43. …eventi, sagre e fiere… • Eventi a carattere permanente: Festival estate fiesolana, Premio ai maestri del cinema; Premio narrativa under 40; Festa della Musica • Esposizioni temporanee di arte antica, moderna, contemporanea e fotografica • Manifestazioni: slow food; mercatini dell’antiquariato, artigianato, antichi mestieri; • Sagre: Carnevale, del Fritto, del Tartufo (Girone); del fritto, della bistecca, della castagna, dell’olio novo e polenta, del volontariato (Caldine); della bistecca, dello sporto (Pian di San Bartolo); del pesce (Compiobbi); della Rificolona (Ellera); • Fiere: San Romolo, Caldine, Fiera di San Francesco; • Mercatini: Mostre mercato artigianale; mostra mercato cioccolata; Salunta e saporti d’autunno; Gusta fiesole rassegna prodotti tipici del territorio

  44. Festività locale: Patrono San Romolo (6 Luglio); San Francesco (4 Ottobre)

  45. … offerta turistica …

  46. … offerta ristorativa …

  47. … offerta ricettiva nel 2010 …

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