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Politiche pubbliche

Politiche pubbliche. Augusto Ninni. Politiche per la tutela della concorrenza = politiche rivolte alle imprese per intervenire eventualmente sul loro comportamento (accordi, abuso di posizione dominante, concentrazioni)

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Politiche pubbliche

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Presentation Transcript


  1. Politiche pubbliche Augusto Ninni

  2. Politiche per la tutela della concorrenza = politiche rivolte alle imprese per intervenire eventualmente sul loro comportamento (accordi, abuso di posizione dominante, concentrazioni) • Politiche di regolazione = politiche di intervento nel caso di fallimenti del mercato

  3. In caso di monopolio naturale: • politiche regolazione = politiche ex ante • politiche anti-trust = politiche ex post

  4. Gli obiettivi delle politiche pubbliche • Intervenire (se del caso) nel caso di ottenimento o di raggiungimento di potere di mercato da parte delle imprese • Intervenire (se del caso) nel caso di comportamento delle imprese mirante a ridurre la concorrenza effettiva e potenziale dei mercati • Intervenire (se del caso) nel caso di comportamento delle imprese mirante a ridurre il funzionamento effettivo e potenziale dei mercati • Intervenire (se del caso) per accelerare (o ritardare) l’evoluzione spontanea dei mercati

  5. Interventi sottoposti a due ordini di vincoli: • un vincolo nazionale, dato dal costo e dall’efficacia dell’intervento pubblico; • un vincolo internazionale, dato dalla possibile reazione della comunità internazionale e dall’imposizione di regole del gioco (UE; WTO)

  6. Fallimenti del mercato • E’ tradizionale ritenere che la motivazione fondamentale (o l’unica) dell’intervento pubblico consiste nell’esistenza di fallimenti di mercato • I fallimenti di mercato nascono dal riconoscimento dell’insussistenza di una o più ipotesi (restrittive) che fanno sostenere all’equilibrio economico generale che la concorrenza perfetta è la configurazione di mercato in grado di assicurare il massimo dell’efficienza

  7. Le ipotesi che possono mancare • Le imprese agiscono in concorrenza, massimizzando il profitto individuale, mentre il prezzo è stabilito dal banditore walrasiano • Assenza di concorrenza perché c’è una sola impresa: monopolio (limitato al monopolio naturale, che va comunque regolamentato) • Profitto di gruppo invece che individuale: collusione

  8. Capacità di fissare stabilmente un prezzo significativamente più alto del costo marginale: potere di mercato con barriere all’entrata • Effetti anche fuori della transazione: presenza di esternalità • Fornitura di esternalità positive • Riduzione di esternalità negative

  9. Informazione imperfetta: riduzione del gap informativo fra i soggetti • Problemi di coordinamento fra i diversi soggetti se agiscono in tempi diversi

  10. Politiche antitrust • Obiettivi: impedire comportamenti di imprese che possono danneggiare la società mediante l’esercizio del potere di mercato • Società: altre imprese o consumatori ?

  11. Negli USA la pratica antitrust nasce per proteggere la concorrenza effettiva e potenziale dai grandi trust che si stavano creando a fine Ottocento • Dagli anni Sessanta in poi importante rilevanza del benessere dei consumatori (associazioni dei consumatori, ruolo della pubblicità ingannevole)

  12. Nei paesi europei tradizione statalista (del tutto mancante negli USA) • Poca attenzione ai consumatori, più ai produttori • Nella UE problema di impedire la discriminazione contro altri paesi europei: discriminazione del commercio fra paesi e normativa sugli aiuti di Stato • Ruolo fondamentale del “costo della non Europa”, dal 1985 al 1992: abbattimento delle barriere non tariffarie

  13. Esempio da liberalizzazione delle commesse pubbliche: i vantaggi dell’Europa unita Costi Unitari Apertura dei mercati: concorrenza fra produttori: raggiungimento dell’equilibro Paese x Impresa y  paese x Ammontare delle vendite 13

  14. Politica europea della concorrenza Articolo 81 del Trattato (ex art. 85): Sono vietati in quanto incompatibili con il mercato comune tutti gli accordi fra imprese, le decisioni di associazioni di imprese e le pratiche concertate che riguardano il commercio fra Stati Membri e che hanno come obiettivo o come effettoprevenire, restringere o distorcere la concorrenza all’interno del Mercato Comune 14

  15. In particolare sono vietati quelli accordi che consistono in: • Fissare direttamente o indirettamente prezzi di acquisto o di vendita o altre condizioni di scambio; • Limitare o controllare la produzione, i mercati, lo sviluppo tecnico o gli investimenti • Spartirsi i mercati o le fonti di approvvigionamento • Applicare condizioni dissimili a transazioni simili con altre parti, mettendole quindi in condizioni di svantaggio; • Vincolare la conclusione di contratti all’accettazione da parte delle altre parti di obblighi supplementari che … non hanno connessione con l’argomento di questi contratti

  16. Eccezioni al divieto generalizzato: Queste decisioni (di divieto degli accordi) sono però inapplicabili se gli accordi o le pratiche • contribuiscono al miglioramento della produzione o distribuzione di beni, • o a promuovere lo sviluppo tecnico o il progresso economico, • consentendo ai consumatori di beneficiare di una parte del risultato, a patto che a) non imponga restrizioni non indispensabili b) eviti di eliminare la concorrenza in una parte significativa del mercato.

  17. Art. 82 (ex art. 86): • E’ vietato ogni abuso di posizione dominante che consiste in ….(come art. 81)

  18. Art. 87 (ex art. 92) • Salvo quanto altrimenti disposto, ogni aiuto garantito da uno Stato Membro (o attraverso risorse pubbliche) • che distorca o minacci di distorcere la concorrenza favorendo determinate imprese, o la produzione di determinati beni, • è, in quanto riguarda il commercio tra Stati Membri, incompatibilecon le regole del mercato comune.

  19. Aiuto deve essere non solo compatibile ma ammissibile secondo principi di: • Proporzionalità (necessario e commisurato allo scopo) • Prospettive Comunitarie (non naz.le) • Temporaneità • Divieto di aiuti al funzionamento • Trasparenza (occorre poterne misurare l’intensità) • C’è comunque esame permanente dei regimi esistenti 19

  20. Ammessi se (non distorcenti): • Effettivamente necessari • Collegati a processi di riorganizzazione industriale atti a ripristinare l’efficienza nel lungo periodo (divieto aiuti al funzionamento e a scopo di salvataggio, salvo casi eccezionali per  costi sociali) • Decrescenti nel tempo • Proporzionali all’entità dei problemi • Non devono  capacità produttiva

  21. I sussidinella UE 21

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  25. Aiuti orizzontali • Tutela ambiente • R&S • Ricerca fondamentale

  26. In Italia normativa antitrust nel 1990, e nascita dell’AGCM: ragioni del ritardo, normativa europea e ruolo delle Partecipazioni Statali • Buona valutazione comparata sull’efficacia e sulla indipendenza dell’Autorità • Nascita delle Autorità di regolazione nel 1992-1993 (ministro Ciampi) in occasione delle privatizzazioni

  27. Il problema della valutazione degli effetti: l‘esempio del caso delle fusioni A B P=MC C O L

  28. Fusione: ↑ potere di mercato P ↑, da OB a OF Q ↓, da OL a OE SC ↓, da ACB a AFD SP ↑, da 0 a FDZB FDZB è redistribuzione di reddito (da consumatori a produttori) DZC è perdita secca Fusione svantaggiosa A D F ↓ Z B P=MC C O E ← L 28

  29. Fusione: ↑ potere di mercato DZC è perdita secca ↓ costi (MAGGIORE EFFICIENZA) BZYC aggiunta a SP Se ZDC < BZYW, surplus collettivo aumenta Fusione vantaggiosa A D F ↓ Z B P=MC C K W Y O E ← L 29 29

  30. Fusione: ↑ potere di mercato DZC è perdita secca ↓ costi (MAGGIORE EFFICIENZA) BZYC aggiunta a SP Se ZDC > BZYW, surplus collettivo diminuisce Fusione svantaggiosa A D F ↓ Z B P=MC C W Y K O E ← L 30 30 30

  31. Effetto potere di mercato o effetto efficienza ? • ↑Prezzi: esistono nel mercato rilevante prezzi inferiori ? • Se no, per quanto tempo le imprese che si sono fuse possono godere di potere di mercato e guadagnare un extra profitto? → barriere all’entrata • Se sì, ci pensano i concorrenti (ma solo se il bene è omogeneo)

  32. ↓ Costi: se è miglioramento tecnologico, politica di difesa dell’innovazione (brevetto) • Può essere ottenimento di vantaggi supplementari o riduzione di sprechi o eliminazione di doppioni

  33. Il che significa che, normalmente, bisogna adottare un’analisi caso per caso • Dipende anche dal mercato rilevante

  34. Mercato rilevante Tre criteri: tecnologico, di domanda, geografico • I prodotti che sono fatti con gli stessi input • I prodotti che soddisfano gli stessi bisogni • L’incidenza dei tempi e dei costi di trasporto

  35. Elasticità incrociata • Ɛ inc∆ P i / ∆ Q j Dove i e j fanno riferimento ai prodotti (o alle imprese): come il prezzo di un prodotto ha influenza sulla quantità domandata di un altro

  36. Se in concorrenza, ci si aspetta che il segno sia positivo • Se Ɛ incha segno positivo e valore assoluto significativo, i due prodotti sono concorrenti: il prodotto j rappresenta un limite al potere di mercato del prodotto i, e quindi il mercato dominante di i non include j • Se Ɛ incha segno negativo e valore assoluto significativo, i due prodotti appartengono allo stesso mercato (oppure i due prodotti sono complementari) e siamo nello stesso mercato rilevante

  37. Il problema delle sanzioni: leniencyprograms • Le Autorità antitrust usano questi programmi di clemenza (= di sconto sulla pena) per chi decide di denunciare un accordo esistente, ed è un incentivo a scartellare • In Europa c’è dal 2003, in Italia dal 2006-2007

  38. Politiche di regolazione in assenza del monopolio naturale • Qualità del servizio (aste) • Qualità delle informazioni • Entrata • Regolazione ambientale

  39. Ha senso regolare in assenza di monopolio naturale ? Teoria economica della regolazione (Peltzman) • Cattura del regolatore (Stigler) • Modelli rent-seeking (Buchanan) • Teoria economica della burocrazia (Niskanen) • Fallimenti del non-mercato (Wolff) • Stato minimo [fornitura di beni pubblici (creazione, produzione e difesa delle leggi; ordine pubblico); fallimenti del mercato] • Teoria economica della corruzione (Tanzi, Shleifer)

  40. Problemi di asimmetria informativa: • Lo Stato è capace di intervenire? (ha le informazioni adatte ?) • L’intervento dello Stato può dar luogo a corruzione ?

  41. Regolamentazione del monopolio naturale

  42. Caratteristica del monopolio naturale è la presenza di costi medi sempre decrescenti I costi marginali possono essere raffigurati come sempre decrescenti, o costanti In ogni caso, a differenza delle configurazioni “normali”, la curva dei costi marginali non interseca la curva dei costi medi nel suo punto di minimo (che non c’è) AC MC 42

  43. Aggiungiamo la curva di domanda AC MC

  44. In assenza di regolamentazione, l’incontro tra costo marginale e ricavo marginale determina la quantità prodotta e quindi il prezzo Pm AC MC Qm 44

  45. Per ripristinare la situazione di concorrenza, la regolamentazione dovrebbe far praticare il prezzo Pc, dove RM=CM Pm AC Pc MC Qm Qc 45 45

  46. Ma così facendo l’impresa regolamentata incorrerebbe in una perdita, e quindi richiederebbe un sussidio Pm AC Pc MC Qm Qc 46 46 46

  47. Allora conviene regolamentare l’impresa consentendole di recuperare i costi, con il prezzo Pr leggermente superiore a Pc, e la quantità Qr leggermente inferiore a Qc Pr AC Pc MC Qr Qc 47

  48. Formule di regolamentazione Regolamentazione del tasso di profitto: • R = ∏ / K = 6 % (ad es.) • Effetto Averch-Johnson (sovracapitalizzazione)

  49. Price-cap (Littlechild) • R = ∆ P = RPI – x • Oggi è quella largamente usata (anche in Italia) • Regolazione ad incentivo

  50. Direttive europee: recepimento nelle normative nazionali • Scorporo delle fasi autenticamente di monopolio naturale da quelle dove la concorrenza è possibile • Rinuncia ai vantaggi dell’integrazione verticale 50

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