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Vertebre lombari

Vertebre lombari. Test di sgrossamento. Paziente: seduto, deve avere un buon appoggio sugli ischi, in modo che il sacro sia libero tra le iliache.

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Vertebre lombari

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Presentation Transcript


  1. Vertebre lombari

  2. Test di sgrossamento • Paziente: • seduto, • deve avere un buon appoggio sugli ischi, in modo che il sacro sia libero tra le iliache. • Le ginocchia devono essere vicine al bordo del lettino e se si vuole si possono far appoggiare i piedi su di uno sgabello (non è obbligatorio). • Il rachide deve essere in posizione neutra. • Operatore: di fianco al paziente, sfruttando il cingolo scapolare come leva, posiziona l’avambraccio a livello delle spalle. Con la mano caudale ci si posiziona di lato alle spinose vertebrali. • Azione: spingendo sulla spalla si induce una lateroflessione del rachide lombare. La spinta deve essere ritmica e si considerano i livelli dove si percepisce una minore flessibilità

  3. Test specifico latero flessione e rotazione Paziente: seduto Operatore: stessa posizione per il test di sgrossamento. Col pollice della mano caudale ci si posiziona di lato alla spinosa della vertebra da testare. Azione: si porta il tronco in lateroflessione fino ad arrivare alla vertebra in disfunzione. Il pollice rimane in ascolto e si aumenta la lateroflessione percependo la densità della disfunzione. Lo stesso procedimento lo si esegue per la rotazione. Se la limitazione funzionale in rotazione è dal lato opposto alla lateroflessione saremo in presenza di una disfunzione in prima legge, ad es. possiamo trovare una L3 che lateroflette di più a sinistra e che ruota di più a destra, definiremo L3 in NSR destra Se la limitazione funzionale in rotazione è dalla stesso lato della lateroflessione saremo in presenza di una disfunzione in seconda legge, ad es possiamo trovare una L3 che lateroflette di più a destra e che ruota di più a destra, definiremo L3 in RS destra.

  4. Test specifico flesso estensione Paziente: seduto, braccia incrociate, mani sulle spalle. Operatore: con il braccio cefalico passa sotto le braccia del paziente ed ancora il tronco a livello ascellare. Con le dita della mano caudale si posiziona tra le spinose delle vertebre da testare. Azione: con l’aiuto del braccio cefalico si porta il tronco in flessione e con la mano caudale si sente se lo spazio interspinoso si apre, poi si porta il tronco in estensione e si sente se lo spazio interspinoso si chiude. Se lo spazio interspinoso si apre, ma non si chiude definiremo la disfunzione FRS Se lo spazio interspinoso non si apre, ma si chiude definiremo la disfunzione ERS.

  5. Test della posterioritàper disfunzione in RS • Paziente: seduto • Operatore: alle spalle del paziente, posiziona i pollici a lato della spinosa a livello dei massicci articolari. • Azione: si chiede al paziente di flettersi in avanti, con i pollici si sente se la posteriorità aumenta o diminuisce • Ad es RS dx posteriorità a destra (il pollice destro è posteriore): • Se nella flessione la posteriorità aumenta = ERS dx • Se nella flessione la posteriorità si annulla = FRS dx

  6. Test specifico di E o F • Paziente: seduto, braccia incrociate, mani sulle spalle. • Operatore: con il braccio cefalico passa sotto le braccia del paziente ed ancora il tronco a livello ascellare. Con l’altra mano si prende contatto con il processo spinoso della vertebra da testare. • Azione: con l’aiuto del braccio cefalico si porta il tronco in estensione e si sente se la vertebra scivola in avanti • Interpretazione del test: • se la spinosa scivola bene in avanti :disfunzione in estensione; • Se la spinosa non scivola in avanti: disfunzione in felssione.

  7. L3 ERS dxTecnica del rotolamento lombare • Paziente: disteso sul fianco destro; • Operatore: si deve portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirando il braccio destro del paziente si porta il rachide in rotazione sinistra fino a L3 compresa. Mantenere la vertebra in flessione portando il rachide leggermente in avanti (evitare che la zona lombare vada in iperlordosi). • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Si regola la messa in tensione dei tessuti molli della leva inferiore aumentando o diminuendo la flessione della coscia sovrastante, questo permetterà di veicolare le forze correttive sulla vertebra in disfunzione. • Il bacino deve rimanere perpendicolare • Con l’avambraccio in supinazione si andrà a prendere appoggio sull’ala iliaca e tutto il peso del corpo sarà sull’avambraccio. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrust in rotazione destra.

  8. L3 ERS sxTecnica del rotolamento lombare • Paziente: disteso sul fianco sinistro; • Operatore: si deve portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirando il braccio sinistro del paziente si porta il rachide in rotazione destra fino a L3 compresa. Mantenere la vertebra in flessione portando il rachide leggermente in avanti (evitare che la zona lombare vada in iperlordosi). • Posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Si regola la messa in tensione dei tessuti molli della leva inferiore aumentando o diminuendo la flessione della coscia sovrastante, questo permetterà di veicolare le forze correttive. • Il bacino deve rimanere perpendicolare • Con l’avambraccio in supinazione si andrà a prendere appoggio sull’ala iliaca e tutto il peso del corpo sarà sull’avambraccio. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente ed esegue il thrust in rotazione sinistra.

  9. L3 FRS dxTecnica del rotolamento lombare • Paziente: disteso sul fianco destro; • Operatore: si deve portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirando il braccio destro del paziente si porta il rachide in rotazione sinistra fino a L3 compresa. Mantenere la vertebra in estensione portando il rachide leggermente in dietro. • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Si regola la messa in tensione dei tessuti molli della leva inferiore aumentando o diminuendo la flessione della coscia sovrastante, questo permetterà di veicolare le forze correttive. • Il bacino deve rimanere perpendicolare • Con l’avambraccio in supinazione si andrà a prendere appoggio sull’ala iliaca e tutto il peso del corpo sarà sull’avambraccio. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrustin rotazione destra.

  10. L3 FRS sxTecnica del rotolamento lombare • Paziente: disteso sul fianco sinistro; • Operatore: si deve portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirando il braccio sinistro del paziente si porta il rachide in rotazione sinistra fino a L3 compresa. Mantenere la vertebra in estensione portando il rachide leggermente in dietro. • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Si regola la messa in tensione dei tessuti molli della leva inferiore aumentando o diminuendo la flessione della coscia sovrastante, questo permetterà di veicolare le forze correttive. • Il bacino deve rimanere perpendicolare • Con l’avambraccio in supinazione si andrà a prendere appoggio sull’ala iliaca e tutto il peso del corpo sarà sull’avambraccio. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrust in rotazione sinistra.

  11. L3 ERS dxTecnica faccettaria • Paziente: disteso sul fianco sinistro con la faccetta in disfunzione verso l’alto. • Operatore: portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirare il braccio sinistro in modo da ruotare il rachide fino ad esagerare la rotazione dx di L3; • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Con il pollice della mano superiore si va a sentire se la rotazione arriva fino alla vertebra in lesione; poi si appoggia l'avambraccio caudale sull'iliaco di dx per indurre un'inclinazione laterale sinistrae aprire la faccetta di dx con una spinta in direzione caudale. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrust in inclinazione laterale sinistra.

  12. L3 ERS sxTecnica faccettaria • Paziente: disteso sul fianco destro con la faccetta in disfunzione verso l’alto. • Operatore: portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirare il braccio destro in modo da ruotare il rachide fino ad esagerare la rotazione sxdi L3; • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Con il pollice della mano superiore si va a sentire se la rotazione arriva fino alla vertebra in lesione; poi si appoggia l'avambraccio caudale sull'iliaco di sxper indurre un'inclinazione laterale destrae aprire la faccetta di sxcon una spinta in direzione caudale. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrust esagerando l’inclinazione laterale destra.

  13. L3 FRS dx Tecnica faccettaria • Paziente: disteso sul fianco destro con la faccetta in disfunzione verso l’alto. • Operatore: portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirare il braccio destro in modo da ruotare il rachide fino a L3 compresa; • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Con il pollice della mano superiore si va a sentire se la rotazione arriva fino alla vertebra in lesione; poi si appoggia l'avambraccio caudale sull'iliaco di sxper indurre un'inclinazione laterale sinistra e chiudere la faccetta di sxcon una spinta in direzione cefalica. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrust esagerando l'inclinazione laterale sinistra.

  14. L3 FRS dxTecnica faccettaria • Paziente: disteso sul fianco sinistro con la faccetta in disfunzione verso l’alto. • Operatore: portare in chiave L3 • Messa in tensione della leva superiore: tirare il braccio sinsitroin modo da ruotare il rachide fino a L3 compresa; • Messa in tensione della leva inferiore: posizionare il bacino sull’ala iliaca mediante la trazione della gamba sottostante. È importante che il bacino non sia in appoggio sul grande trocantere. • Con il pollice della mano superiore si va a sentire se la rotazione arriva fino alla vertebra in lesione; poi si appoggia l'avambraccio caudale sull'iliaco di dx per indurre un'inclinazione laterale destra e chiudere la faccetta di dx con una spinta in direzione cefalica. • Azione: l’operatore mantiene la leva superiore in modo da fissare L3, con il peso dell’avambraccio in appoggio sull’iliaco del paziente esegue il thrust esagerando l'inclinazione laterale destra.

  15. Segni per distinguere una possibile discopatia acuta da un problema faccettario Il paziente fa fatica a sollevarsi dalla sedia: discopatia; Paziente supino, il terapeuta porta le gambe in flessione a circa 30° e poi chiede al paziente di mantenere la posizione: comparsa del dolore lombare=discopatia; Dolore lombare che compare dopo essere stato sdraiato per un temo prolungato: discopatia (il disco vertebrale in scarico si idrata con un conseguente aumento della compressione radicolare); Paziente supino: se piegando le gambe sente meno dolore alla zona lombare=problema faccettario.

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